Re di Cuori, il franchising romantico

L’agenzia d’incontri Re di Cuori, nata dall’intraprendenza del fondatore Diego Millo e dall’applicazione sistematica di metodologie all’avanguardia, mette a disposizione di futuri franchisor tutta l’esperienza e la serietà che in questi anni l’hanno portata ai vertici del settore. Creare un’agenzia in franchising Re di Cuori significa accedere a un’opportunità di successo con la garanzia di avere alle spalle una realtà seria e affidabile che con frequenti workshop sulle strategie di comunicazione e supporto costante sui servizi e le tecnologie offerti dall’agenzia permettono di accompagnare passo passo il franchisor nella nuova avventura.

Requisiti minimi per intraprendere l’esperienza, un’ottima capacità relazionale e una spiccata sensibilità che possano permettere all’affiliato di ottenere guadagni già nei primi mesi dell’attività cercando di catturare nuovi clienti con specifici programmi personalizzati per concordare incontri con persone compatibili con le aspettative. Partendo da un investimento minimo di 10.000 euro, le prospettivi di fatturato medio annuo di un’agenzia si aggirano intorno ai 100.000 euro.

Confartigianato per gli anziani contro le truffe e i raggiri

È stata lanciata nei giorni scorsi a Roma, presso la sede di Confartigianato, alla presenza del Vice Ministro dell’Interno On. Filippo Bubbico, la seconda edizione della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani promossa da Anap, Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, insieme con il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, che ha il compito di sensibilizzare la popolazione meno giovane sul tema della sicurezza fornendo importanti indicazioni su truffe e raggiri che in questi anni hanno fatto segnare numeri ancor più allarmanti. Infatti, se nel 2012 le vittime di reato ultrasessantacinquenni sono state 302.660, nel 2013 sono state 328.673 (+8,6% rispetto all’anno precedente) e nel 2014 sono state 340.326 (+3,5%).

In occasione della prima edizione, l’anno scorso Anap Confartigianato ha organizzato 91 convegni territoriali ai quali hanno partecipato 27.000 persone, 3 convegni nazionali, 1 convegno internazionale con la partecipazione di oltre 800 persone. Inoltre sono stati distribuiti oltre 40.000 depliant e più di 50.000 vademecum. Insomma, proteggere i nostri anziani è una delle grandi priorità della più rappresentativa organizzazione italiana dell’artigianato e della micro e piccola impresa e dell’intera collettività.

Ddl Concorrenza, possibili modifiche per notai e avvocati

Dopo le proteste dei notai di mezza Italia contro il Governo per il disegno di legge sulla concorrenza che, tra le altre cose, attribuisce agli avvocati la possibilità di stipulare contratti di compravendita per gli immobili non residenziali fino a 100mila euro di valore catastale, la questione potrebbe prendere un’altra piega. Stando alle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, intervenuto all’incontro di Federnotai mercoledì scorso il Governo Renzi è disponibile a riaprire il dialogo con entrambe le categorie sulla norma inserita nel Ddl Concorrenza, incardinato in Commissione Attività Produttive alla Camera. Soddisfatto il presidente di Federnotai Carmelo Di Marco che ha assicurato come la categoria non sia affatto “spaventata dalla concorrenza” ma desiderosa di “rendere meno costoso l’accesso e favorire i concorsi”.

“La prestazione che offre il notaio è una prestazione supportata da tre requisiti fondamentali – aveva dichiarato nei giorni scorsi meno diplomaticamente Pierluisa Cabiddu, presidente del Sindacato sociale notarile -. Sono la specializzazione attestata dal superamento di un concorso nazionale, molto rigoroso e meritocratico; la responsabilità che il notaio ha, patrimoniale, penale e fiscale; e i rigorosi controlli ai quali è sottoposto da parte del Ministero di Giustizia, che ogni due anni verifica la legalità dei suoi atti. Questi requisiti sono molto importanti, perché la tutela che deve essere data in quest’ambito è una tutela fondamentale per il cittadino e per lo Stato”.

Giugno, il mese nero del salasso fiscale

Giugno, il mese più temuto dalle famiglie e dalle imprese italiane è ormai iniziato: entro le prime due settimane, infatti, saranno chiamate a versare all’Erario e agli enti locali oltre 56 miliardi di tasse tra Imu, Tasi, Irpef, addizionali sulle persone fisiche, Irap, Ires, Iva e Tari. E, come se non bastasse, altri 33,6 miliardi sono attesi con la scadenza del 16 luglio. L’imposta che graverà maggiormente sui bilanci delle aziende italiane come un macigno di diverse tonnellate sarà inevitabilmente l’Ires (l’Imposta sui redditi delle società di capitali): secondo i calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre, porterà nelle casse dello Stato la bellezza di 10 miliardi e mezzo di euro, spicciolo più spicciolo meno. Altrettanto gravoso anche il versamento delle ritenute Irpef da 10,4 miliardi di euro circa.

Sia gli imprenditori sia i lavoratori autonomi, ovviamente, dovranno anche versare il saldo 2014 e la prima rata d’acconto 2015 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap e corrispondere il tributo camerale che da quest’anno è stato ridotto del 35%, con un risparmio per le imprese di circa 280 mln di euro. Insomma, non ci sono rimaste manco più le lacrime, figurarsi il sangue…

La ripresa (seppur flebile) delle Pmi italiane nel primo semestre 2015

La luce in fondo al tunnel inizia a farsi meno flebile. Se il quadro relativo alla situazione 2014 per l’Italia mostra ancora una leggera flessione per l’attività economica (0,4% l’interno lordo), dopo le drammatiche contrazioni delle due annate precedenti dove il Pil si ridusse del 2,8% nel 2012 e dell’1,9% nel 2013, ecco che le prospettive per il secondo semestre dell’anno e per i primi mesi del 2016 possono essere lette con un pizzico di ottimismo. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese si intravede la ripresa e la necessità di assumere: 4 imprese su 5 (80%), secondo un’indagine su un campione di oltre mille imprese sul territorio nazionale, non necessitano di ridurre personale entro il 2016, mentre una su tre (32%, il 25% solo il mese scorso) intende aumentare il numero dei propri dipendenti entro i prossimi 12 mesi.

Seppur lento e in certi frangenti impercettibile, il lento miglioramento nelle condizioni del mercato del lavoro alimentato dalle Pmi nostrane si evidenzia nel confronto anno su anno. A sostenere i numeri e le percentuali raccolte ci sono, secondo le segnalazioni, “un giro d’affari tornato a crescere” e la percezione che “la ripresa appena iniziata possa consolidarsi nel tempo”.

Relativamente alla movimentazione aziendale, va rilevato che nel primo trimestre 2015, nonostante il Pil sia tornato a crescere dello 0,3%, sono nate 114.502 nuove iniziative economiche, 872 in meno dello stesso periodo dello scorso anno. Si tratta della quarta contrazione consecutiva del numero delle nuove imprese iscritte nei Registri delle Camere di Commercio, ma comunque inferiore a quella degli anni precedenti e che fa ben sperare in un segno positivo nei prossimi mesi.

Merletti: “Tutelare le 600.000 imprese del Made in Italy”

Dopo la polemica con Renzi per la miriade di tweet delle ultime settimane – “Non bastano i twitter per governare” aveva dichiarato il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – torna a rispondere colpo su colpo il numero uno della più rappresentativa organizzazione italiana dell’artigianato e della micro e piccola impresa questa volta in relazione al negoziato sulla tutela del Made in Italy sul quale oggi a Bruxelles si è registrato l’ennesimo stallo.

“Nessun passo indietro, nessun cedimento nella difesa del patrimonio manifatturiero italiano. L’Italia – ha dichiarato il presidente Merletti nelle scorse ore – non deve rinunciare a difendere l’origine dei propri prodotti e a valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato da quasi 600.000 imprese con più di 16 milioni di addetti, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti. Le imprese artigiane manifatturiere sono 326.226 e danno lavoro a 974.987 addetti. Con questi numeri, se non è l’Italia a tutelare l’identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato?”.

“Il Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi – ha concluso il più alto rappresentante di Confartigianato – proprio oggi ha detto che il Governo punta alla valorizzazione del sistema manifatturiero italiano per il futuro della nostra economia. Allora si stringa il negoziato per raggiungere il risultato in sede di Consiglio Europeo. Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione che nel mondo fattura 200 miliardi l’anno e che in Italia ‘vale’ 6.924 milioni, pari allo 0,45% del Pil. Confartigianato continuerà battersi affinchè l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità”.

Percentuali record e rialzi modesti, quanto pesa il fisco in bolletta

Non che ci volesse chissà quale studio fantascientifico per dimostrarlo ufficialmente, ma l’Eurostat ha comunicato come il peso del fisco in bolletta in Italia sia decisamente più alto rispetto alla media europea. Nonostante fossimo riusciti a limitare i nostri rialzi allo 0,6% nell’elettricità e allo 0,5% nel gas, rispetto ad un incremento medio europeo dei prezzi finali per le famiglie del 2,9% dei prezzi elettrici e del 2% tondo tondo nel gas rispetto alla seconda metà del 2013, l’imposizione fiscale pesa addirittura 5 punti percentuali rispetto alle medie europei, il 37% contro il 32%. Più netto ancora il divario a nostro per il gas: alla fine lo scorso anno pagavamo 9,5 euro per l’equivalente di 100 kWh contro una media europea di 7,2 euro.

I paesi europei in cui si sono registrati gli aumenti maggiormente consistenti nei prezzi dell’elettricità, spiega il Corsera, sono Francia (+10,2%), Lussemburgo (+5,6%), Irlanda (+5,4%) e Grecia (+5,2%), mentre i cali maggiori sono avvenuti a Malta (-26,2%), Repubblica ceca (-10,2%), Ungheria (-9,9%) e Olanda (-9,6%). Sul fronte gas, invece, a dover combattere con gli aumenti sono stati i cittadini di Portogallo (+11,4%), Spagna (+7,5%) e Francia (+4,5%) mentre hanno visto i tagli maggiori in Lituania 8-18,65), Ungheria (-13%), Slovenia (-10,7%), Danimarca (-10,3%) e Grecia (-10,1%).

Gli italiani tornano in vacanza, le previsioni Federalberghi per il ponte del 2 giugno

Appare ottimista il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei risultati di un’indagine esclusiva svolta in queste ore sulle previsioni turistiche degli italiani per il prossimo ponte del 2 giugno: “Sono dati incoraggianti quelli che emergono dalle previsioni, comparando infatti i dati di quest’anno con il 2014 la differenza di italiani in vacanza registra un incremento del 6,6% con un totale di circa 6,14 milioni di connazionali tra maggiorenni e minorenni che si potranno permettere una vacanza nell’occasione, dormendo almeno una notte fuori casa”.

Ragionando sulle percentuali, Il 58,4% sceglierà il mare (rispetto al 62% dell’anno scorso), il 17% (rispetto al 12% del 2014) preferirà le città d’arte, il 12,5% (rispetto al 14% del 2014) andrà in località di montagna. Un 4% ne approfitterà per una pausa al lago e, infine, un 2% prediligerà una località termale e del benessere.

Ottime notizie soprattutto per i commercianti visto che questo primo accenno di estate rappresenta il banco di prova per l’ormai imminente bella stagione: “La circostanza poi che il 92% di italiani che si muoveranno preferiranno l’Italia per questa breve vacanza – ha dichiarato Bocca- è una scelta positiva non solo per l’economia interna, quanto anche per la valenza simbolica che essa assume, di un Paese sempre più scoperto ed apprezzato da chi vi abita”.

La spesa media pro-capite, comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si attesterà intorno ai 267 Euro (percentuale sostanzialmente invariata rispetto all’anno scorso) di cui 240 Euro (236€ nel 2014) per chi rimarrà in Italia e 650 Euro (533€ nel 2014) per chi andrà oltre confine. Ciò determinerà un giro d’affari turistico di circa 1,6 miliardi di Euro per un +7% rispetto al 2014 e la permanenza media si attesterà sulle 3 notti.

Franchising, i grandi marchi tornano in Fiera

Si terrà dal 28 al 30 aprile 2016 presso la Fiera di Bologna, la nuova Franchising&Retail Expo, la Fiera internazionale di Assofranchising organizzata da BolognaFiere che vede il ritorno dei grandi marchi del franchising tornano nei padiglioni di una fiera. Il contratto lega la società fieristica e l’associazione di rappresentanza per cinque anni e, visto il volume d’affari totale che ha raggiunto i 23,5 miliardi, potrebbe venir rinnovato dopo le prime edizioni.

«Operare da soli in un mercato che diventa ogni giorno più competitivo – ha dichiarato il presidente di Assofranchising, Graziano Fiorelli – è sempre più difficile. Nei prossimi dieci o quindici anni assisteremo a mutamenti radicali, con la tendenza a specializzazioni e alla creazione di sistemi a rete per sviluppare economie di scala e con una domanda sempre più esigente nel chiedere un servizio evoluto».

I primi grandi marchi che hanno già dato la loro piena adesione all’interessante progetto sono Bottega Verde, Calzedonia, CareDENT, Carpisa, Coldwell Banker, Divani & Divani by Natuzzi, Doctor Glass, Eurovista, Frigerio Viaggi Network, Gabetti Franchising Agency, Grimaldi Immobiliare, Ibis, Ibis Styles, Intimissimi, Jaked, La Piadineria, Mail Boxes Etc., Mercatino, Mercure, MGallery, Naturhouse, Novotel, Professionecasa, Pullman, Tezenis, Vision is Group, VisionOttica, Vision Service, Yamamay e Yamamay Beauty.

Expo, grande successo per la Toscana

Sono numeri da record quelli che hanno accompagnato le prime settimane di Expo 2015 per la Regione Toscana: oltre 1300 visitatori al giorno, per un totale che supera le 20mila persone in due settimane, sono i numeri che consentono allo stand di essere il più visitato tra quelli italiani presenti al Padiglione Italia, merito di un’organizzazione curata nei minimi dettagli e della straordinaria eccellenza dei prodotti e delle tecnologie esposte.

“Tanti i commenti entusiasti lasciati sul libro firma da italiani, americani, francesi, inglesi, brasiliani, cinesi, canadesi, australiani – commentano i curatori del padiglione sorpresi da tale successo -. Tutti conquistati dalle immagini e dagli oggetti presenti nello stand, dai tavoli dell’esperienza, ai profumi, fino alla possibilità, grazie alla parete interattiva, di portarsi a casa un po’ di suggestioni toscane: video, suoni, percorsi”. A questi numeri, vanno aggiunte le decine di migliaia di visitatori che, ad oggi, hanno scoperto le bellezze e i sapori delle terre toscane al Fuori Expo ai Chiostri dell’Umanitaria.