PEC obbligatoria per imprese individuali. Per noi è sì, ma occhio!

di Davide PASSONI

C’è chi vive e vede questo obbligo come l’ennesimo aggravio burocratico, chi come un male necessario, chi come un passo verso una digitalizzazione delle comunicazioni tra imprese e tra imprese e PA che può aiutare a far uscire l’Italia dal medioevo delle carte.

Parliamo dell’obbligo per le imprese individuali di dotarsi, entro il 30 giugno, di una casella di posta elettronica certificata, o PEC. Per chi non lo sapesse, la posta elettronica certificata che realizza una sorta di sede legale “elettronica” dell’impresa, accessibile da chiunque per scambiare messaggi con la massima sicurezza e, cosa importante, con lo stesso valore legale della Raccomandata con Ricevuta di ritorno. In questo modo, le comunicazioni possono passare con rapidità e senza dispendio di carta e tempo tra una azienda e l’altra o tra l’azienda e la pubblica amministrazione.

L’obbligo interessa circa 3 milioni di imprese e, come era lecito aspettarsi, ci sono già voci critiche nei confronti di una misura che, lo diciamo subito, noi di Infoiva riteniamo utile e necessaria. Ma come funziona la PEC? Chi di deve adeguare e averla? Per chi è un affare e per chi no? A questi e ad altri dubbi cercheremo di dare una risposta questa settimana qui, su Infoiva. Per arrivare al 30 giugno almeno minimamente preparati.

Quer pasticciaccio brutto della PEC per imprese individuali

Non sembrano avere fine le problematiche relative al deposito PEC (posta elettronica certificata) da parte delle ditte individuali. Le indicazioni circa la possibilità di utilizzare indirizzi di terzi o di altre imprese, date sino ai giorni scorsi dalla maggioranza delle Camere di Commercio, si modificano ed indicano l’obbligo di indirizzo univoco ovvero ogni impresa dovrà avere uno specifico indirizzo PEC a seguito di note del Ministero dello Sviluppo economico prot. 0053687 del 2 aprile 2013 (molto vaga e non segnalata in questi mesi dalla maggioranza delle CCIAA) e 97142 dell’ 11 giugno 2013 (che probabilmente ha influenzato il cambio di interpretazione).

L’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) evidenzia questa ulteriore complicazione, per le imprese e gli studi professionali che le assistono. “In questi giorni già di grande impegno negli studi degli intermediari fiscali (IMU, Unico, ecc.) siamo costretti a spiegare agli imprenditori individuali, spesso increduli, l’obbligo del deposito PEC“, dichiara il Presidente dell’INT Riccardo Alemanno, che evidenzia come con le nuove interpretazioni le cose si siano ancora più complicate. “Molti imprenditori individuali non sono dotati di computer – continua Alemannoed anche se lo fossero non saprebbero utilizzarlo; certamente ci sono moltissimi imprenditori già informatizzati o che sono in grado di farlo, ma questa univocità dell’indirizzo PEC mi pare proprio sia una forzatura della norma che non prevede l’uso esclusivo della PEC per ciascuna impresa, forzatura che complica estremamente le cose. Molti studi hanno dato il proprio indirizzo PEC alle ditte individuali meno strutturate, altri hanno aperto un unico apposito indirizzo PEC per le imprese che non erano in grado di farlo,  alcuni imprenditori utilizzano la PEC di altre aziende di proprietà o di familiari e così via (questo anche in virtù delle indicazioni date da varie CCIAA). Mi pare che vietare di usare un indirizzo PEC già utilizzato anche da altri soggetti sia stato deciso da chi non conosce appieno le problematiche della realtà, ulteriori complicazioni che fanno perdere fiducia nelle Istituzioni viste come oppressive e non come supporto all’attività delle imprese. E’ assolutamente necessaria una rettifica di tale divieto che non è previsto dalla Legge ma solo da interpretazioni“.

Quali sfide per le imprese e i professionisti nel mondo dell’hi-tech

di Davide PASSONI

Altro breve giro di tavolo sulle sfide che le nuove tecnologie impongono alle imprese e ai professionisti. 

Marco Fabio Parisi, Responsabile dei Progetto di Sviluppo It per le Pmi di Telecom Italia

La PEC non è solo un obbligo di legge ma un efficace strumento di lavoro. Quali i suoi vantaggi?
Per una piccola impresa o un professionista, calcolare i benefici che derivano dall’utilizzo della PEC è molto semplice. Basta contare quante raccomandate A/R è stato necessario inviare in un anno, moltiplicare per le ore necessarie a preparare la documentazione, stamparla, firmarla, inviarla dall’ufficio postale, archiviare il tutto e aggiungere i costi di spedizione. È evidente però, che tra i vantaggi non si possono ancora considerare quelli relativi alla “firma” e all’”archiviazione”. La PEC da sola non è in grado di garantire tutto questo. Mancano infatti la Firma Digitale e l’Archiviazione Sostitutiva, due ingredienti fondamentali secondo Telecom Italia per completare e ottenere la semplificazione dei processi amministrativi dell’impresa. Le soluzioni informatiche esistono, così come la tecnologia che rende tutto “a norma di legge” sicuro e garantito. Noi riteniamo che sia necessaria una norma attuativa semplice, per cui tutta la documentazione d’impresa possa essere prodotta, scambiata, firmata e archiviata in modo digitale e soprattutto che un documento digitale abbia valore legale a sostituzione di quello cartaceo. Solo così il beneficio per l’impresa sarà totale e sostanziale.

Fabiano Lazzarini, General Manager IAB Italia

Quali sono gli strumenti di advertising più efficaci per promuovere online la propria piccola impresa?
Oggi è essenziale presidiare internet. Gli strumenti disponibili per la promozione della propria realtà imprenditoriale in Rete sono molteplici e alcuni di essi possono essere utilizzati con estrema semplicità anche da utenti non esperti. Molto dipende dall’obiettivo della singola azienda, ma alcuni step possono essere considerati generalmente validi. Il primo passo per una piccola impresa è sicuramente quello di creare un buon sito web, professionale e ben strutturato in modo da essere immediatamente intellegibile dal proprio target. Il secondo passo è quello di rendersi facilmente rintracciabili in rete, indicizzando il proprio portale attraverso la scelta di parole chiave adeguate, che consentano di essere ai primi posti nei risultati sui motori di ricerca, laddove un potenziale cliente faccia una query online, alla ricerca di un prodotto o servizio che rientra nella propria offerta. A quel punto bisogna decidere, sulla base dei propri obiettivi di business e del budget che si intende investire, se e come implementare un piano di comunicazione online, ad esempio attraverso una pianificazione di advertising, ad esempio con dei banner, oppure con campagne di email o search marketing, o ancora una strategia di integrazione con i social network.

Da giugno, PEC obbligatoria anche per le imprese individuali

Da quest’anno, e precisamente dal 30 giugno, l’obbligo di possedere una PEC, Posta Elettronica Certificata, si estende anche alle imprese individuali.

Questo significa che, a partire dall’1 luglio, tutto ciò che riguarda la presentazione di istanze, dichiarazioni, dati e lo scambio di informazioni e documenti tra imprese e Pubblica Amministrazione, dovrà avvenire esclusivamente tramite Pec, salvo che sia già prevista una diversa modalità di comunicazione telematica.

Tutte queste misure si intrecciano con l’adozione del nuovo Indice nazionale degli indirizzi PEC (INI – PEC), ovvero l’elenco pubblico degli indirizzi PEC le cui modalità di realizzazione e gestione sono state definite dal Decreto MEF del 19.03.2013 che rappresenta un passaggio obbligato verso la completa digitalizzazione dello scambio dei dati con la PA.

Vera MORETTI

Registro indirizzi PEC è ufficiale


E’ stato avviato ufficialmente il progetto relativo al registro nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata, uno strumento che permetterà di consultare la rubrica PEC di imprese e professionisti. Dopo le innumerevoli pratiche burocratiche ecco che il progetto è stato ufficialmente avviato.
La conferma arriva dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che in queste ore ha definito le modalità di realizzazione e gestione operativa dell’indice INi_PEC, previsto dal Decreto Sviluppo Bis.
Tutte le persone interessate potranno consultare gli indirizzi di posta elettronica certificata di professionisti e imprese, resi obbligatori per società e professionisti iscritti in albi ed elenchi istitutivi con legge dello stato.
Il registro sarà dotato di un infrastruttura di sicurezza conforme alle prescrizione del CAS e del SPC e sarà composto dalla sezione Imprese e da quella professionisti. In entrambi le sezioni saranno disponibili il codice fiscale, nominativo e indirizzo pec. Potranno accedere all’indice le pubbliche amministrazioni, i professionisti, le imprese, i gestori o esercenti di pubblici servizi ed, in generale, tutti i cittadini tramite il Portale telematico consultabile senza necessità di autenticazione.

La PEC gratuita di Aruba

Le ditte individuali che ancora non si sono attivate per avere la PEC, casella di posta elettronica certificata, possono approfittare dell’opportunità offerta da Aruba PEC S.p.A. e sottoscrivere la propria PEC gratuitamente tramite il sito Pecgratuita.it.
Hanno tempo fino al 30 giugno 2013, dunque, le ditte che ancora devono comunicare la propria casella PEC al Registro delle Imprese.

Poiché si tratta di una norma introdotta dal DL 179/2012, che prevede che le imprese individuali che si costituiscono a partire dal 20/10/2012 debbano, in fase di prima iscrizione, dare comunicazione del proprio indirizzo di PEC, e che ciò riguarda anche le imprese individuali già attive alla data del 20 ottobre 2012, pena la sospensione per tre mesi di qualunque ulteriore domanda anagrafica di variazione presentata a decorrere da tale data, la proposta di Ruba risulta molti interessante per tutti i “ritardatari“.

L’offerta prevede la possibilità di usufruire gratuitamente di una PEC di qualità corrispondente alla versione PREMIUM, la soluzione che comprende 10Gb di spazio totale, traffico mail illimitato e un servizio di notifiche via SMS per garantire che l’utente legga in tempo eventuali messaggi certificati, il cui valore è del tutto analogo a quello di una raccomandata A/R.
Inoltre, Aruba offre un indirizzo PEC chiaro e diretto del tipo nome@pec.it e informa anche l’utente dell’importanza di avere una Firma Digitale, strumento obbligatorio per potere registrare la PEC al Registro delle Imprese.

Stefano Cecconi, AD di Aruba, ha dichiarato: “Ora che l’utilizzo della posta elettronica certificata si è esteso a tutti i soggetti con attività d’impresa, pensiamo sia nostro dovere, in quanto principale Gestore, facilitare il processo di chi ne debba usufruire. Nostro obiettivo è quello di far capire che l’utilizzo della PEC non deve essere interpretato come un mero adempimento legislativo, ma come un’opportunità legata al vantaggio che ne deriva: la semplificazione delle comunicazioni telematiche con valore legale ed il risparmio rispetto alla comunicazione cartacea”.

Vera MORETTI

Nuove procedure per quanto riguarda la denuncia di fallimento

Il Decreto Sviluppo bis ha modificato la Legge fallimentare in modo che le procedure, in particolare notifica del ricorso per la dichiarazione di fallimento, presentazione della domanda di insinuazione del passivo, comunicazioni ai creditori da parte del curatore del fallimento, diventassero più rapide e meno dispendiose.

Il ricorso e il decreto di convocazione delle parti devono essere inviati al debitore tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) ottenuto dal Registro delle imprese o dall’Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica delle imprese e dei professionisti.

La notifica di persona da parte dell’ufficiale giudiziario può avvenire solo in caso di impossibilità o di esito negativo della modalità automatica, e comunque a cura del ricorrente.

Il creditore è obbligato a utilizzare l’indirizzo di PEC indicato dai debitori e dai titolari di diritti sui beni in caso di comunicazioni di ogni tipo. Se ciò non è possibile per cause dipendenti dal destinatario, ogni comunicazione sarà effettuata attraverso deposito in cancelleria.
Anche la domanda di ammissione al passivo dovrà essere inviata al curatore tramite via telematica mentre ai creditori andrà inviato il progetto di stato passivo all’indirizzo indicato nel documento. Il curatore potrà utilizzare i dati indicati nel documento e inseriti dai singoli creditori per la realizzazione del progetto di stato passivo e per l’elenco dei creditori, liberando dall’incombenza le cancellerie.

I creditori ammessi al passivo, chi ha fatto opposizione e i creditori in prededuzione non soddisfatti verranno informati mediante PEC del deposito del rendiconto approntato dal curatore e della data fissata per l’udienza. Fino a cinque giorni prima dell’udienza sarà possibile sottoporre osservazioni e contestazioni utilizzando il medesimo strumento.
Nel caso in cui non sia possibile valersi delle modalità previste, si potrà procedere attraverso l’utilizzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno nei confronti del passivo.

La PEC va utilizzata anche nel caso di invio, ai creditori, del progetto di ripartizione all’attivo, della proposta di concordato, del ricorso e del decreto emanato dal Tribunale nel procedimento di esdebitazione.

Comunicazione telematica obbligatoria anche agli organi della procedura di concordato preventivo e ai creditori: diventa onere a carico del commissario giudiziale l’avviso recante la data di convocazione dei creditori, la proposta del debitore, il decreto di ammissione, l’indirizzo PEC del debitore e, in caso di necessità, l’invito a fornirne uno valido.

Entro il termine minimo di dieci giorni prima dell’adunanza dei creditori, il curatore deve depositare presso la cancelleria una relazione particolareggiata su:

  • cause del dissesto;
  • condotta del debitore;
  • proposte di concordato;
  • garanzie offerte ai creditori.

La medesima relazione deve essere inviata via PEC al Registro delle imprese e ai creditori.
Le comunicazioni tra commissario e creditori nell’ambito della procedura di liquidazione coatta amministrativa, se il destinatario è un imprenditore, vanno svolte attraverso procedura telematica, negli altri casi per mezzo di fax o posta raccomandata.

Vera MORETTI

Un bando per favorire la banda ultra larga per le imprese monzesi

E’ stato aperto un bando, da parte della Camera di Commercio di Monza e Brianza, che prevede lo stanziamento di contributi in conto capitale, relativi alle imprese aventi sede legale e/o operativa nei comuni di Concorezzo e di Monza, per lo sviluppo di una rete di Telecomunicazioni a Banda Ultra Larga.

Possono partecipare e chiedere il contributo le imprese:

  • regolarmente iscritte al Registro Imprese;
  • aventi sede legale e/o operativa nei comuni di Concorezzo e di Monza nelle strade delle aree stabilite dal progetto;
  • che risultino in regola con il versamento del diritto camerale;
  • che abbiano sottoscritto, al momento della presentazione della domanda, un contratto di fornitura del servizio di connessione in fibra come evidenziato dall’accordo tra Camera di Commercio di Monza e Brianza, Regione Lombardia, Comune di Monza e Comune di Concorezzo.

L’importo al quale avrà accesso ogni singola impresa è di 400 euro, al lordo delle ritenute d’acconto del 4%, indipendentemente dalla modalità di partecipazione.

La domanda potrà essere inviata via PEC (posta elettronica certificata) all’indirizzo protocollo.cciaa@mb.legalmail.camcom.it, spedita a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnata a mano, esclusivamente al seguente indirizzo:

Camera di Commercio di Monza e Brianza
Ufficio Protocollo
Piazza Cambiaghi, 9
20900 Monza

Vera MORETTI

Anche in Veneto le Entrate sono telematiche

Le Agenzie delle Entrate territoriali si stanno attrezzando per favorire l’utilizzo dei canali telematici per le proprie comunicazioni con l’Istituto.

Anche in Veneto è stato infatti siglato un protocollo d’intesa tra la Direzione Regionale Veneto dell’Agenzia delle Entrate e i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria del mondo dell’artigianato e del commercio aderenti a Rete Impresa: Confartigianato, Casartigiani, CNA, Confesercenti e Confcommercio, con la finalità, appunto, di far convergere le richieste dei contribuenti sul canale telematico Civis e sull‘utilizzo della posta certificata.

Ovviamente, dal canto suo, l’Agenzia si impegna a garantire una risposta rapida alle richieste giunte via Pec e a vagliare le cartelle di pagamento spedite attraverso Civis entro 10 giorni lavorativi.

Ma non è tutto, perché l’Agenzia fornirà ai suoi iscritti un ulteriore canale riservato, denominato Cup Convenzioni, attraverso il quale potranno essere prenotati appuntamenti presso gli uffici territoriali per tutte le tipologie di servizi non disponibili tramite canale telematico.

Vera MORETTI

Protocolli d’intesa in Abruzzo per agevolare i canali telematici delle Entrate

Due protocolli d’intesa per diffondere e incentivare l’utilizzo dei canali telematici in luogo dell’accesso fisico degli intermediari presso gli sportelli degli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate: sono stati sottoscritti a L‘Aquila dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate e gli Ordini abruzzesi dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e dei Consulenti del Lavoro.

Gli Ordini vogliono promuovere l’utilizzo del canale CIVIS e della casella PEC che l’Agenzia ha messo a disposizione, mentre l’Agenzia stessa si impegna a fornire assistenza e risposte alle richieste pervenute telematicamente entro 10 giorni lavorativi.

Per quanto riguarda i servizi non disponibili online, i firmatari degli accordi possono utilizzare una modalità preferenziale di prenotazione, al fine di ottenere un appuntamento prioritario presso gli Uffici territoriali dell’Agenzia.
E’ previsto anche un Osservatorio regionale, costituito da rappresentanti di entrambi le parti, con lo scopo di monitorare il rispetto degli impegni assunti e risolvere eventuali criticità.

Vera MORETTI