Anche in Umbria, protocollo d’intesa INT-Entrate

Anche in Umbria, ormai una delle poche regioni che ancora mancavano all’appello, è stato firmato il protocollo territoriale d’intesa, relativo ad assistenza e servizi telematici, tra Agenzia delle Entrate e Istituto Nazionale Tributaristi.

Alla firma a livello nazionale avvenuta tra Attilio Befera, direttore delle Entrate, e Riccardo Alemanno, presidente INT, stanno facendo seguito gli accordi regionali, per far sì che in tutta Italia si possa beneficiare dei servizi telematici.
In Umbria erano presenti alla firma Carlo Palumbo, direttore regionale delle Entrate, e Francesco Carducci, delegato regionale INT.

Con questa sottoscrizione, INT si impegna a promuovere presso i propri iscritti l’utilizzo del canale telematico Civis e della posta elettronica certificata, con l’obiettivo di ridurre e razionalizzare l’afflusso di contribuenti presso gli uffici.
L’Agenzia, dal canto suo, si impegna a fornire agli iscritti assistenza prioritaria, creando un canale riservato denominato Cup Convenzioni, attraverso il quale potranno essere prenotati appuntamenti presso gli uffici territoriali per tutte le tipologie di servizi non disponibili tramite canale telematico.

Prevista inoltre la costituzione di un Osservatorio regionale, in coordinamento con l’Osservatorio centrale, per un colloquio costante fra Agenzia delle Entrate e l’INT per monitorare, tra l’altro, l’effettiva attuazione dell’accordo e valutare il livello dei servizi forniti.

Vera MORETTI

Denuncia di infortunio in agosto tramite PEC

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha accolto con soddisfazione la decisione, da parte di Inail, di risolvere una delle criticità più comuni, peraltro denunciata dagli stessi consulenti.

Si tratta della denuncia di infortunio on line durante il mese di agosto, che da quest’anno potrà essere trasmessa tramite PEC direttamente dall’azienda e non, come accadeva prima, attraverso l’apposita sezione del sito.
L’annuncio è stato dato direttamente dallo stesso Istituto, tramite un comunicato, dopo che aveva rilevato le evidenti difficoltà, messe in luce, appunto, dai consulenti del lavoro, che scaturivano dalla chiusura per ferie degli studi dei Consulenti del Lavoro.

Sul portale dell’Istituto si legge che in vista delle condizioni di difficoltà che si determineranno nel mese di agosto e dei conseguenti disagi nell’assolvimento degli adempimenti connessi all’invio delle denunce di infortunio sul lavoro e di malattia professionale con modalità telematica, e tenendo conto che questa situazione si presenterà a breve distanza di tempo dalla decorrenza dell’obbligo di utilizzo dei servizi telematici, i datori di lavoro che si avvalgono esclusivamente di intermediari professionali per la presentazione delle denunce, potranno assolvere l’obbligo, nel mese di agosto, anche mediante invio di copia scansita dei relativi moduli cartacei a mezzo PEC.

Vincenzo Silvestri, vice presidente dell’ordine, ha pronunciato parole soddisfatte al riguardo: “Rimangono ancora ulteriori criticità da risolvere, come l’inserimento di dati già in possesso dell’Inail, i black-out frequenti, la lentezza del sistema, la perdita dati inseriti, la dichiarazione di responsabilità dell’intermediario e molto altro, ma la collaborazione in atto con l’Istituto non potrà che portare positività per il sistema”.

Vera MORETTI

Niente imposta di bollo per le imprese che presentano la PEC

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un chiarimento tramite la Risoluzione n. 45/E del 5 luglio 2013 riguardante il pagamento dell’imposta di bollo da parte delle imprese individuali che comunicano il proprio indirizzo PEC al Registro delle Imprese: ebbene, è stato confermato che, per tale operazione, non è richiesto alcun pagamento.
L’esenzione, inoltre, vale per l’iscrizione dell’indirizzo PEC da parte delle imprese societarie vale anche per quelle individuali.

Rimane, invece, l’obbligo di pagamento se la domanda di deposito dell’indirizzo PEC viene presentata dalle imprese individuali unitamente alla domanda di prima iscrizione al Registro delle Imprese.
In questo caso, si tratta di un pagamento dell’imposta di bollo per l’avvenuta immatricolazione e non per la registrazione della PEC.

Vera MORETTI

Niente sanzioni per chi non apre la PEC

Scade oggi, facendo slittare la data del 30 giugno perché di domenica, il termine per comunicare al Registro delle Imprese il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) imposto alle ditte individuali se già iscritte e non soggette a procedure concorsuali.

E’ stato reso noto, però, che non verranno applicate sanzioni a coloro che non riusciranno a provvedere entro oggi, anche se c‘è poca chiarezza al riguardo.

Da una parte c’è l’interpretazione che prevede l’applicabilità delle sanzioni in caso di mancata comunicazione dell’indirizzo PEC solo alle imprese che presentano domanda di iscrizione al Registro delle Imprese per la prima volta (di nuova costituzione).
Dall’altra, invece, c’è quella che riguarda l’applicabilità per le ditte individuali non di nuova costituzione che presentino qualunque forma di domanda (anche di variazione), che rimarrebbe sospesa fino a che l’azienda non comunica il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata.

Se il procedimento non avviene entro 45 giorni, la domanda viene considerata non presentata.

Riguardo agli adempimenti PEC da parte delle ditte individuali restano dunque da chiarire almeno due aspetti:

  • se la comunicazione della PEC oltre il 45° giorno possa rimettere in bonis l’impresa, con l’acquisizione della domanda (di iscrizione o variazione dati) e senza sanzioni;
  • se gli aggiornamenti normativi determinano l’inapplicabilità delle sanzioni ex art. 2630 cc (da 206 a 2065 euro) alle imprese già iscritte per il ritardo nella comunicazione PEC, poiché non prescritte.

Vera MORETTI

PEC, questa sconosciuta

Sono circa 3 milioni le imprese chiamate a dotarsi di PEC entro il 30 giugno, ormai imminente.

Il Decreto Legge Sviluppo ha infatti deciso che tutte le società e le imprese, anche individuali, dovranno comunicare al Registro delle Imprese il loro indirizzo di posta elettronica certificata.

Nonostante la cadenza sia prossima, non tutti sanno cosa si intende per PEC: ebbene, la differenza con gli indirizzi e-mail usati comunemente sta nel fatto che tutto ciò che arriva dia Pec ha valore legale tanto quanto una raccomandata con ricevuta di ritorno, supportata inoltre dall‘orario di spedizione.
Inoltre, il sistema di Posta Certificata, grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, è in grado di garantire la certezza del contenuto non rendendo possibili modifiche al messaggio, sia per quanto riguarda i contenuti che eventuali allegati.

Ciò significa che, in caso di contenzioso, il servizio di Posta Elettronica Certificata garantisce l’opponibilità a terzi del messaggio.
Proprio il termine “Certificata” si riferisce al fatto che il gestore del servizio rilascia al mittente una ricevuta che costituisce prova legale dell’avvenuta spedizione del messaggio ed eventuali allegati. Allo stesso modo, il gestore della casella PEC del destinatario invia al mittente la ricevuta di avvenuta consegna.

Il gestore del servizio di posta elettronica certificata è tenuto ad informare, con la propria ricevuta, che il messaggio sia stato spedito, consegnato e che non sia stato in alcun modo alterato. In ogni avviso inviato dai gestori è apposto anche un riferimento temporale che certifica data ed ora di ognuna delle operazioni descritte.
I gestori inviano ovviamente avvisi anche in caso di errore in una qualsiasi delle fasi del processo (accettazione, invio, consegna) in modo che non possano esserci dubbi sullo stato della spedizione di un messaggio. Nel caso in cui il mittente dovesse smarrire le ricevute, la traccia informatica delle operazioni svolte, conservata dal gestore per 30 mesi, consentirà la riproduzione, con lo stesso valore giuridico, delle ricevute stesse.

Le aziende che sono in possesso di una Pec la usano soprattutto per comunicare con le Camere di Commercio e con Inps, Inail, e Agenzia delle Entrate, oltre a diversi enti locali.
InfoCamere ha predisposto sul portale Registroimprese.it il servizio “Pratica Semplice” che consente di assolvere in pochi minuti, per i titolari d’impresa provvisti di dispositivo di firma digitale, all’iscrizione della propria casella di posta elettronica certificata al Registro Imprese.

Per chi non avesse ancora provveduto, la casella di Pec può essere acquistata online rivolgendosi a uno dei Gestori autorizzati il cui elenco pubblico è consultabile all’indirizzo www.digitpa.gov.it.

Vera MORETTI

Le cartelle esattoriali arrivano via PEC

Periodo di spending review anche per Equitalia: per evitare, infatti, lo spreco di carta stampata e di conseguenza ridurre l’impatto sull’ambiente, anche le cartelle esattoriali verranno inviate via PEC.

In via sperimentale in alcune regioni italiane, Lombardia, Toscana, Molise e Campania, e con riferimento alle sole società di capitali, dunque, la Posta Elettronica Certificata, molto in auge in questi giorni, contribuirà anche a recapitare le cartelle esattoriali.

Destinatari saranno persone giuridiche che da giugno 2012, devono già essere dotate di PEC per legge e aver comunicato l’indirizzo di posta elettronica certificato al Registro delle Imprese.

Il contatto via e-mail avrà lo stesso valore di quanto fino ad ora veniva inviato per raccomandata ed è in grado di fornire certezza sia per quanto riguarda l’invio che per quanto riguarda la ricezione (data e ora), garantendo al contempo la tempestività del servizio.

Se la sperimentazione produrrà effettivamente i benefici sperati, il servizio verrà esteso a tutte le persone fisiche e giuridiche presenti sull’intero territorio nazionale.

Vera MORETTI

INI-PEC online

E’ stato messo sul web l’elenco INI-PEC, ovvero l’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (PEC), che riporta tutti gli indirizzi di imprese e professionisti.

Il sito è stato realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Infocamere e verrà aggiornato in tempo reale con i dati di Registro Imprese e Ordini professionali di appartenenza.
Ad oggi, sul portale ci sono già oltre 660 mila indirizzi PEC di professionisti relativi a 970 ordini e collegi professionali, e quasi 3 milioni di indirizzi PEC di imprese, sia individuali sia a carattere societario.

Poter accedere online agli indirizzi di posta elettronica permette ai vari soggetti economici e alla Pubblica Amministrazione di interagire con professionisti ed imprese provvisti di PEC con maggiore immediatezza e, di conseguenza, rendere le comunicazioni più veloci ed efficienti.

La navigazione del sito è semplice e non richiede nessuna autenticazione: in homepage si trova il riquadro per la ricerca degli indirizzi, cliccando sul quale si accede alla pagina in cui inserire i dati dell’impresa o del professionista: i campi sono diversi e comprendono nome, cognome, codice fiscale, ordine di appartenenza, ma non sono tutti obbligatori, poiché il sistema anche solo con il cognome oppure con il codice fiscale è in grado di trovare il relativo indirizzo PEC.

D’ora in poi, l’utilizzo della PEC dovrebbe diventare più frequente, in vista della prossima scadenza del 30 giugno, alla quale anche le imprese individuali sono chiamate a munirsi di Posta Elettronica Certificata, per la ricezione di comunicazioni e notifiche dagli Enti e dalle PA.
La PEC, infatti, serve anche alla ricezione di raccomandate con ricevuta di ritorno online, che matengono, anche senza cartaceo, lo stesso valore legale.

Vera MORETTI

PEC: bene al Nord, a rilento al Centro e al Sud

La scadenza del 30 giugno per la presentazione della PEC da parte di imprese individuali e professionisti iscritti al Registro delle Imprese sta per arrivare e, per analizzare la situazione della PEC in Italia, Register.it, che fa parte del Gruppo DADA, ha effettuato un’indagine che ci permette di avere uno scenario completo su ciò che sta accadendo nel Paese.

La ricerca rende noto che il 69% delle caselle e-mail sono state attivate nelle regioni del Nord-Ovest e Nord-Est, mentre solo il 20% nel Centro e l’11% nel Sud Italia.
Il maggior numero di caselle aperte è stato registrato in Lombardia (34% circa), seguita da Veneto e Lazio (10%).
Le regioni più indietro nel processo di adozione sono invece Basilicata (0,23%) e Molise (0,13%).

In generale, il 72% di coloro che hanno attivato una casella PEC possiede anche un nome a dominio e la larga maggioranza (90%) è dotata di partita IVA.

Claudio Corbetta, Amministratore Delegato del Gruppo DADA, ha dichiarato: “In Italia sono circa 3 milioni i potenziali interessati dall’imminente scadenza normativa che renderà obbligatoria la PEC per le imprese individuali e i liberi professionisti, e il nostro obiettivo è proprio quello di accompagnare questi soggetti nel loro processo di digitalizzazione aiutandoli a cogliere le opportunità insite nell’obbligo di legge. Le nostre analisi rivelano che lo stato di adozione della PEC è ancora disomogeneo a livello territoriale e ciò indica che diverse regioni hanno bisogno di una guida e di strumenti semplici che ne facilitino il processo di transizione verso il digitale. Ecco perché abbiamo ridefinito la nostra offerta in una logica di estrema semplificazione, ma al contempo di personalizzazione, per consentire a tutti di ottenere vantaggi di business dalla scelta di una casella PEC riconoscibile e consultabile ovunque e in qualsiasi momento”.

Vera MORETTI

Imprese individuali chiamate ad aprire la Pec

Ormai la scadenza si avvicina: entro il 30 giugno le imprese individuali dovranno comunicare il proprio indirizzo di posta certificata al registro delle imprese.

Se, però, si tratta di imprese neo iscritte, l’indirizzo di Pec va comunicato quando si effettua l’iscrizione, pena la sospensione della relativa domanda sino alla sua integrazione e sua decadenza decorsi inutilmente 45 giorni dal deposito.

Per quanto riguarda, invece, l’adeguamento per le imprese individuali già costituite al 20 ottobre 2012, le informazioni provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico sembrano divergere da quanto comunicato in precedenza.
Se, infatti, in un primo momento sembrava che le imprese individuali potessero, per avere una Pec, appoggiarsi a soggetti terzi, ad esempio allo studio professionale che le assiste negli adempimenti, ora pare che questa possibilità non venga più contemplata.

Il documento ufficiale sottolinea come l’obbligo di comunicazione è collegato all’attivazione dell’indirizzario generale Ini-Pec che regola le modalità dei rapporti tra impresa ed amministrazione.
Anche in presenza di una documentazione, però, c’è una certa confusione al riguardo, perché alcune Camere di Commercio riconoscono la possibilità di comunicare la casella di posta di un soggetto terzo, mentre altre si allineano alle indicazioni ministeriali.
Per questo, converrebbe che le autorità competenti chiarissero a chi è esteso il divieto, e fino a che termini.

Sulla questione ha voluto esprimere il suo parere Riccardo Alemanno, presidente delll’Istituto Nazionale Tributaristi: “Mi pare che il divieto di usare un indirizzo Pec già utilizzato anche da altri soggetti sia stato deciso da chi non conosce appieno le problematiche della realtà. È assolutamente necessaria una rettifica di tale divieto che non è previsto dalla legge ma solo da interpretazioni Molti studi hanno dato il proprio indirizzo Pec alle ditte individuali meno strutturare, altri hanno aperto un unico indirizzo Pec per le imprese che non erano in grado di farlo, alcuni imprenditori utilizzano la Pec di altre aziende di proprietà di familiari e così via“.

Vera MORETTI

PEC obbligatoria, i suggerimenti di Infocamere

Resta una settimana di tempo alle imprese individuali italiane per la comunicazione dell’indirizzo di Posta Elettronica Certificata al Registro Imprese. Il 30 giugno scade infatti il termine indicato dal decreto legge sviluppo bis che ha esteso anche a questo insieme di imprese l’obbligo, già previsto per le società, di munirsi di una casella PEC.

A metà giugno solo il 17% le ditte individuali attive in Italia si era dotato di un indirizzo telematico. Proprio per questo Infocamere si sta spendendo molto su questo fronte. La società consortile di informatica delle Camere di Commercio Italiane ha infatti predisposto sul portale delle Camere di Commercio Italiane www.registroimprese.it il servizio ”Pratica Semplice” che consente di assolvere in pochi minuti, per i titolari d’impresa provvisti di dispositivo di firma digitale, all’iscrizione della propria casella di posta elettronica certificata al Registro Imprese.

Il servizio offerto da Infocamere non richiede registrazione ed è totalmente gratuito ed è un passaggio successivo all’apertura della casella di posta elettronica certificata La casella di PEC può infatti essere acquistata online rivolgendosi a uno dei Gestori autorizzati (il cui elenco pubblico può essere consultato all’indirizzo www.digitpa.gov.it) e deve essere poi iscritta al Registro delle Imprese.