Cantieristica navale e finanziamenti

Il mondo della nautica e della cantieristica navale è da sempre un asset strategico per l’impresa italiana ma, come tanti altri comparti, ha subito pesanti ripercussioni dalla crisi economica.

Ora UniCredit, la sua controllata UniCredit Factoring e Fincantieri provano a dare un po’ di respiro alle aziende della cantieristica con un accordo finalizzato a migliorare il supporto finanziario alle imprese fornitrici del gruppo navalmeccanico di Trieste.

L’accordo faciliterà e renderà più conveniente l’accesso al credito da parte dei fornitori di Fincantieri e di quelli delle società controllate, assicurando il sostegno all’intera filiera Produttiva della cantieristica navale, costituita da circa 4mila piccole e medie imprese.

L’accordo prevede che UniCredit metta a disposizione dei fornitori di Fincantieri alcuni specifici servizi di natura bancaria, quali linee di credito per il rilascio di garanzie commerciali e l’erogazione di anticipi su contratti.

In aggiunta, UniCredit Factoring si impegna a offrire ai fornitori di cantieristica del Gruppo triestino soluzioni che consentano lo smobilizzo dei crediti commerciali verso Fincantieri e l’ottenimento del pagamento anticipato delle forniture eseguite.

Secondo Andrea Burchi, Vice Direttore Generale e Direttore Commerciale di UniCredit Factoring, “questo accordo testimonia il nostro impegno verso lo sviluppo delle filiere produttive, che rappresentano dei modelli vincenti di aggregazione tra imprese nell’ambito del panorama competitivo internazionale. La piattaforma finanziaria messa a disposizione dei fornitori di Fincantieri comporta indiscutibili vantaggi per tutte le parti coinvolte. Riusciremo ancora meglio, grazie alla collaborazione di Fincantieri, a supportare efficacemente i suoi numerosi fornitori”.

Mutui in aumento per gli italiani

Chi si appresta a chiedere un finanziamento alle banche per accendere un mutuo, forse può ben sperare: una nota di Abi, infatti, conferma il 2015 è caratterizzato da una ripresa per quanto riguarda l’accesso al credito delle famiglie italiane.

Più precisamente, l’Associazione bancaria italiana ha affermato che, nei primi sette mesi dell’anno in corso, il complesso dei mutui concessi alle famiglie italiane è stato pari a 26,6 miliardi di euro, cifra pari all’82% in più di quanto erogato nel 2014, fermo a 14,6 miliardi.

Ma, a frenare gli entusiasmi, ci sono gli addetti ai lavori del settore immobiliare, che ad oggi non confermano un aumento delle compravendite.
Ma allora, a cosa si deve questo aumento? Sembri si tratti soprattutto delle surroghe, le sostituzioni di un mutuo in corso con un altro a tassi più vantaggiosi, cosa molto comune negli ultimi mesi.

Inoltre, i tassi di interesse sono diminuiti, sia fissi sia variabili.
Con euribor e eurirs ai minimi storici che hanno ridotto i tassi, i mutuatari hanno avuto la possibilità di ambire a percentuali più elevate del valore dell’immobile.
Sono aumentati, mediamente, i cosiddetti loan to value, cosa che ha permesso alle banche di erogare, complessivamente, importi più elevati.

La conseguenza principale è che le cifre sono tornate quelle del 2011, anche se i dati relativi al periodo prima della crisi sono ancora lontani.

Vera MORETTI

Un decreto legge per favorire l’accesso al credito

Diciamo la verità: il problema dell’accesso al credito è ancora molto presente e rappresenta un vero e proprio cruccio per molte aziende italiane, soprattutto se di piccole e medie dimensioni.

Per questo motivo, il Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri dell’Economia e delle Finanze Pietro Carlo Padoan e della Giustizia Andrea Orlando, ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria.

Da una nota del Consiglio dei Ministri: “Tutte le misure muovono da un principio comune: un’azienda con problemi rischia di trascinare con sé altre imprese (fornitori di beni e servizi e intermediari finanziari) continuando a contrarre obbligazioni che non potrà soddisfare”. Affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale consente di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo”.

Il decreto legge prevede alcune importanti misure, come:

  • Accesso al credito nel corso di una crisi aziendale: il Tribunale può autorizzare finanziamenti interinali anche nel caso di concordato in bianco e in via d’urgenza anche senza attestazione di un professionista, sentiti i creditori principali. In questo modo si aumentano le possibilità di riuscita di piani di risanamento dell’impresa in crisi.
  • Apertura alla concorrenza nel concordato preventivo – offerte concorrenti: offerte per l’acquisto dei beni possono essere presentate – oltre che dal debitore – anche da terzi, purché migliorative e comparabili. In questo modo si evita la svalutazione abusiva del patrimonio.
  • Apertura alla concorrenza nel concordato preventivo – proposte concorrenti: il concordato preventivo può essere presentato anche dai creditori quando la proposta del debitore non prevede la soddisfazione di almeno il 25% dei crediti chirografari, purché si tratti di proposta migliorativa. In questo modo si favorisce l’immissione di nuovi capitali nell’impresa in crisi e la corretta valorizzazione del patrimonio del debitore.
  • Ristrutturazione dei debiti: l’accordo può essere concluso con il 75% dei creditori finanziari, se questi rappresentano almeno la metà dell’indebitamento, fermo l’integrale pagamento dei creditori non finanziari (per esempio altre imprese fornitrici di beni e servizi). In questo modo si evita che alcuni crediti finanziari possano bloccare l’esito della procedura, e quindi si favorisce un risanamento precoce.
  • Curatore fallimentare: la figura del curatore fallimentare viene distinta da quella del commissario giudiziale – le due vengono rese incompatibili – e deve essere in grado di completare i propri adempimenti entro i termini, pena la revoca. In questo modo si garantisce la terzietà del commissario e si riducono i tempi delle procedure di fallimento.
  • Operazioni di vendita: le operazioni di vendita vendono rese più rapide e tali da migliorare il valore realizzato, grazie alla gestione prioritaria per via extra giudiziale, alle modalità di determinazione del prezzo di vendita, ai criteri di aggiudicazione e ai costi per la pubblicità.
  • Deducibilità delle perdite: il regime di deducibilità ai fini Ires e Irap delle svalutazioni crediti e delle perdite su crediti degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione viene modificato introducendo, al posto della deducibilità annuale in misura di un quinto per ciascun anno, la deducibilità integrale di tali componenti negativi di reddito nell’esercizio in cui sono rilevati in bilancio. In questo modo si incentivano le imprese del credito a dismettere crediti incagliati così da alimentare il margine patrimoniale per la concessione di nuovo credito.

Vera MORETTI

Le imprese di immigrati hanno fame di credito

Le imprese di immigrati in Italia, lo abbiamo visto nei giorni scorsi, sono centinaia di migliaia, creano posti di lavoro e ricchezza tanto per il nostro Paese quanto per le terre d’origine degli imprenditori. Però, come le imprese italiane, anche quelle di immigrati sono spesso alle prese con problemi di accesso al credito, in questi anni di spietato credit crunch.

Se n’è accorto anche il governo, particolarmente sensibile, in questi giorni di tragedia, a tutto ciò che ha a che fare con il tema immigrazione. Tanto che il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi ha sottolineato come servano più soldi per le imprese di immigrati, liquidità da erogare sotto forma di prestiti bancari o di agevolazioni fiscali concesse dallo Stato.

L’intervento del ministro Guidi è avvenuto davanti Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. Una presa di coscienza tardiva ma importante, perché non si può fingere di ignorare che su 6 milioni di imprese in Italia, quasi 400mila sono imprese di immigrati extracomunitari, il 9,5% in più da 5 anni a questa parte.

Considerando che, stando ai dati relativi al 2013, la richiesta di credito da parte delle imprese di immigrati è stato dell’11% rispetto al totale del credito chiesto dalle imprese italiane, la Guidi ha affermato che “un primo, importante intervento è quello relativo alla facilitazione per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Si rende necessario vigilare con attenzione per evitare sovra-indebitamenti o il ricorso a canali di finanziamento meno controllabili, legati ad attività poco tracciabili e quindi di natura illecita“.

Detto questo, che è un discorso che vale tanto per le imprese gestite da italiani quanto per le imprese di immigrati, il ministro auspica poi che da parte degli imprenditori stranieri siano attivati “processi di aggregazione anche con imprese autoctone, al fine di evitare una competizione al ribasso tramite il contratto di rete, strumento molto apprezzato dalle imprese, in particolare di micro e piccole dimensioni“.

Non manca un riferimento alle start up, molto diffuse tra gli immigrati: “Un ulteriore efficace strumento – ha concluso la Guidi – potrebbe essere rappresentato dall’estensione delle agevolazioni previste per le start up anche alle ‘Nuove imprese di cittadini extra Ue’, al fine di favorire la diffusione e la crescita di competenze e innovazione, non solo di processo e di prodotto, ma anche commerciale, finanziaria e organizzativa“.

Accesso al credito, corsi gratuiti a Ravenna e Salerno

 

Dal gennaio del prossimo anno, il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, in collaborazione con il C.A.P.A.C. – Politecnico del Commercio e del Turismo, organizzerà corsi di formazione gratuiti a favore delle piccole e medie imprese dedicati al tema dell’accesso al credito in tempo di crisi economica a Salerno e Ravenna.

Sarà possibile per i referenti amministrativi e i responsabili finanziari dell’impresa iscriversi al corso fino al 3 settembre 2014. Grazie al contributo di docenti ed esperti in materia, il percorso fornirà conoscenze e competenze in ambito finanziario, attraverso un approccio che coniuga gli aspetti puramente teorici alle possibili applicazioni operative, adatto sia ai non competenti in materia sia a coloro che possiedono già una buona conoscenza di base in tale ambito.

Maggiori dettagli sul sito del Consorzio Camerale.

JM

 

Accesso al credito: continua la striscia negativa

Nessuna tregua per le imprese e le famiglie: la stretta creditizia non accenna a rallentare e, anzi, diventa sempre più soffocante.
Di fronte all’ovvietà dei fatti, anche l’Associazione bancaria italiana, nel suo rapporto mensile di febbraio, ha dovuto confermarlo.

Il secondo mese dell’anno è stato contraddistinto da un calo del 2,9% dei finanziamenti richiesti da imprese e famiglie, che va a sommarsi al -2,3% registrato a gennaio 2014.
L’indagine dell’Abi rileva che, viceversa, rispetto a febbraio 2013 il calo è stato del 3%, meno peggiore, anche se non migliore, di gennaio (-3,29%) e dicembre (-4,5%).

Per quanto riguarda i depositi, a febbraio hanno segnato un incremento su base annua dell’1,1% (in arretramento rispetto al +2,3% di gennaio) mentre la raccolta a medio-lungo termine (tramite obbligazioni, cioè) ha subito un crollo del 9,4%.

Prosegue senza soste, inoltre, la crescita delle sofferenze bancarie. A gennaio 2014 le sofferenze lorde sono risultate pari a 160,4 miliardi contro i 155,9 miliardi di dicembre 2013. Il rapporto sofferenze lorde/impieghi è, però, all’8,4%, lo stesso livello del ’99.
 
Vera MORETTI

Fatturazione elettronica: norme per le pmi

Il ministero dell’Economia ha messo a disposizione di piccole e medie imprese, dal 3 febbraio scorso, il servizio di supporto alla fatturazione elettronica.

Questo provvedimento è stato preso al fine di agevolare le pmi nell’ottenere i crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, ma anche per monitorare l’andamento delle operazioni di liquidazione degli arretrati.

Possono usufruire del servizio tutte le pmi abilitate al Mercato elettronico della pubblica amministrazione e che sono fornitrici di enti pubblici.

Per accedervi, le piccole e medie imprese fornitrici della pubblica amministrazione potranno generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche nel formato previsto dal Sistema di interscambio gratuitamente, collegandosi al portale Acquistinretepa.it.

Una volta ottenuto l’accesso, il legale rappresentante dell’azienda dovrà compilare il modulo di adesione al servizio autenticandosi con password e username e accedere al link Fatturazione elettronica – adesione al servizio, presente, all’interno dell’area personale, nella sezione “I servizi”.

Dal 6 giugno 2014, inoltre, Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti nazionali di previdenza non potranno più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea e la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria.

Vera MORETTI

Sempre più critici i rapporti tra banche e pmi

Il 2013 è stato un anno negativo per le piccole e medie imprese che si sono rivolte agli istituti di credito per ottenere un finanziamento.
I dati, a questo proposito, parlano chiaro: durante l’anno appena trascorso, i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti del 5,2%, che corrisponde a circa 50,2 miliardi di euro, mentre le sofferenze bancarie, cioè le situazioni di insolvenza, di mancata restituzione dei prestiti, sono cresciute del 24,9%.

La Cgia, alla luce di questi risultati, ha constatato che i rapporti tra banche ed imprese, soprattutto quando si tratta di pmi, sono diventati sempre più difficoltosi, tanto da far sentire abbandonati al loro destino i piccoli imprenditori.

Inoltre, a confermare questa triste tendenza, c’è anche un altro dato, quello riguardante i prestiti alle grandi aziende: in questo caso, infatti, i finanziamenti erogati sono cresciuti sia di numero sia di importo.
E’ evidente, dunque, che i grandi gruppi industriali sono stati favoriti, lasciando ai margini quelle pmi che, invece, rappresentano il tessuto economico italiano.

Un’altra incongruenza in questa filosofia adottata dagli istituti di credito emerge dal fatto che l’erogazione dei finanziamenti non è stata determinata da una maggiore solidità finanziaria manifestata dalle grandi imprese, perché il 78,8% delle sofferenze va ascritto proprio a loro.
Anche nell’applicazione del tasso di interesse sono stati applicati due pesi e due misure: 5,12% per le Pmi,, 4,36% per le grandi società.

C’è solo da augurarsi che nel 2014 si decida di cambiare rotta.

Vera MORETTI

Pmi lombarde in difficoltà senza accesso al credito

Le imprese milanesi non se la passano bene: una su cinque ha bisogno di un credito ma il 13% che ne ha fatto richiesta negli ultimi tre mesi non è riuscito ad ottenerlo in modo integrale.

La situazione è pesante e per poter uscire dalla crisi è necessario il sostegno da parte del governo e questo lo pensa ben il 93% degli imprenditori milanesi.
Tra le soluzioni suggerite, vi è anche una spesa pubblica che possa agevolare maggiormente i finanziamenti, chiesta dal 60% degli interpellati all’interno del rapporto “economi” dell’ufficio studi della Camera di Commercio di Milano di luglio 2013, realizzato attraverso Ipsos.

Di questa problematica si è parlato durante il convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Milano “Confidi, quale futuro?”.

Tra gli interventi proposti, è stato presentato il bando Agevolacredito 2013, che mette a disposizione, tramite i confidi, 1 milione di euro per prestiti a tasso zero, contributi a fondo perduto e abbattimento del 50% del costo della garanzia, con una particolare attenzione a start up innovative o legate ad incubatori per le quali sono previste agevolazioni ad hoc che consistono nell’abbattimento totale del tasso di interesse e rimborso del 50% del costo della garanzia.

Importanti sono anche le azioni per il capitale di debito, con la creazione di fondi di garanzia per facilitare l’accesso al credito delle imprese come le sezioni speciali per l’internazionalizzazione del Fondo centrale di garanzia con 18 altre Camere di Commercio (che hanno messo a disposizione 15,6 milioni) e il Ministero dello Sviluppo Economico o il fondo di garanzia che contro garantisce i confidi a vantaggio delle micro, piccole e medie imprese, in particolare quelle di nuova costituzione, creato grazie all’accordo siglato con il Fondo Europeo Investimenti e sostenuto con 5 milioni di euro delle Camera di commercio lombarde.

Ad oggi, infatti, sono state concesse garanzie, considerando l’area milanese, per 14 milioni a copertura di 28 milioni di finanziamenti.

C’è poi Confiducia, fondo straordinario di co e controgaranzia del sistema Camere di Commercio lombarde e Regione Lombardia, da 51 milioni di euro di cui oltre 10 stanziati dalla Camera di Commercio di Milano, nato con l’obiettivo di contrastare la stretta creditizia attivando a livello regionale finanziamenti per circa 1 miliardo di euro (270 milioni sulla provincia di Milano), concedendo garanzie a 13.102 imprese lombarde.
Il fondo si è chiuso nel 2011 ma i finanziamenti rimarranno in essere fino al 2018.

Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano, ha dichiarato: “Agevolare e mettere a disposizione delle imprese strumenti veloci e efficaci per poter accedere al credito è necessario per rafforzare lacapacità del nostro tessuto imprenditoriale di investire sul proprio sviluppo, soprattutto in un clima di crisi ed incertezza come quello che stiamo attraversando. E proprio sul tema del credito la Camera di commercio di Milano è impegnata anche quest’anno con una serie di iniziative di supporto alle imprese, in particolare alle start-up, ed in un percorso di collaborazione con i Confidi lombardi”.

Vera MORETTI

Accesso al credito: la tendenza negativa sta per invertirsi

Le condizioni di accesso al credito sempre più difficoltose hanno reso l’Italia sempre meno competitiva, e questo, ormai, è un dato di fatto.
Sembra, però, che ora qualcosa si stia muovendo e che i muri invalicabili delle banche si stiano aprendo, anche se debolmente.

A dimostrarlo, sono due indagini condotte da Banca d’Italia e Bce.
Secondo Bankitalia, infatti, dopo un secondo semestre in cui le politiche di “offerta dei prestiti alle imprese sono divenute lievemente più restrittive, riflettendo principalmente prospettive sfavorevoli per l’attività economica e un connesso maggiore rischio di credito“, il terzo trimestre potrebbe svelare una nuova tendenza.

Non si tratta, comunque, di una vera e propria svolta, poiché le banche hanno ancora offerto i prestiti a condizioni peggiori rispetto al trimestre precedente, ma “nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si interromperebbe nel trimestre in corso“.
Ad interrompersi, questa volta davvero, è l’irrigidimento delle condizioni d’offerta dei prestiti alle famiglie, in particolare per l’attivazione di mutui, come conseguenza di una lieve ripresa del mercato immobiliare,

Ad essere interpellati per l’indagine, sono stati otto tra i maggiori istituti di credito italiani, i quali hanno tutti sottolineato come la fiacchezza degli investimenti e la bassa fiducia dei consumatori siano stati elementi preponderanti per il peggioramento delle condizioni di accesso al credito.
Le previsioni per il trimestre in corso rimangono, secondo le banche, ancora negative, anche se le condizioni di accesso ai finanziamenti stanno migliorando, grazie all’allentamento delle tensioni per quanto riguarda il debito.

La ricerca condotta da Bce, invece, pone l’attenzione su un’altra criticità: “le politiche per l’offerta dei prestiti alle imprese sono divenute nel secondo trimestre 2013 lievemente più restrittive riflettendo le prospettive sfavorevoli dell’economia e il maggior rischio di credito“.
Ma anche l’indagine Bce riconosce alcuni segnali positivi relativi al trimestre in atto: “Nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si interromperebbe nel trimestre in corso“.

Vera MORETTI