Buoni Fruttiferi Postali: Antitrust apre un’indagine per pratiche scorrette

Nei giorni scorsi è stato reso noto che l’Antitrust ( Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM) ha dato il via a un’indagine nei confronti di Poste Italiane per pratiche commerciali scorrette inerenti al collocamento dei Buoni Fruttiferi Postali.

Perché parte l’indagine dell’Antitrust sul collocamento dei Buoni Fruttiferi Postali?

I Buoni Fruttiferi Postali sono uno degli strumenti di risparmio più apprezzati dagli italiani, soprattutto da coloro che vogliono avere piccoli risparmi con un rendimento sicuro. Purtroppo negli ultimi anni Poste Italiane è stata al centro di molteplici vicende giudiziarie inerenti il calcolo degli interessi e delle imposte sui Buoni Fruttiferi della serie Q/P, emessi tra il primo luglio 1986 e il 31 ottobre 1995. Rimandiamo agli approfondimenti relativi a tale questione per coloro che sono interessati, ma ora cerchiamo di capire perché c’è un’istruttoria dell’Antitrust.

L’indagine prende il via da un esposto dell’Adiconsum della Regione Sardegna. L’associazione dei consumatori, in seguito alle lamentele di numerosi risparmiatori inerenti l’indicazione sui Buoni Fruttiferi Postali non particolarmente chiara e trasparente delle condizioni e in particolare della scadenza, si sono visti rifiutare il rimborso dei Buoni in quanto scaduti e prescritti.

Per maggiori informazioni sulla prescrizione dei buoni fruttiferi leggi la guida: Prescrizione dei Buoni Fruttiferi Postali: quando si verifica?

L’Antitrust nel provvedimento di apertura dell’istruttoria ha sottolineato che Poste Italiane nella gestione dei buoni caduti in prescrizione negli ultimi 5 anni avrebbe omesso di informare i consumatori della scadenza dei titoli e delle conseguenze che sarebbero derivate in caso di prescrizione degli stessi a causa della mancata richiesta di rimborso dei titoli da parte dei risparmiatori nei termini previsti. Poste Italiane, da quanto emerge, avrebbe continuato ad avere questo comportamento nonostante avesse già ricevuto numerose reclami da parte dei risparmiatori incorsi nella prescrizione.

I prossimi passi per avere tutela in caso di mancato rimborso dei Buoni Fruttiferi Postali

A spiegare i passi successivi da compiere è Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna. Lo stesso ha sottolineato che, nel caso in seguito all’istruttoria, l’Antitrust dovesse rivelare che Poste Italiane ha avuto un comportamento scorretto, i risparmiatori potranno intentare causa, da soli oppure affidandosi ad associazioni dei consumatori, al fine di ottenere la restituzione di quanto investito e degli interessi maturati.

Adiconsum ha anche sottolineato che ha tratto in inganno i risparmiatori il fatto che nella scheda di sintesi dei BPF c’era la dicitura “capitale investito sempre rimborsabile”. Ciò ha indotto molti a ritenere che almeno il capitale potesse essere sempre recuperato. Inoltre secondo Adiconsum a trarre in inganno i risparmiatori vi era anche un grafico posto nella scheda di sintesi in cui c’era la dicitura “durata massima di 20 anni”, questo avrebbe indotto i risparmiatori a ritenere che in realtà si intendesse che per 20 anni i buoni avrebbero continuato a produrre interessi e non che non sarebbero più stati rimborsati.

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Adiconsum e CoLAP per la trasparenza

Adiconsum e CoLAP attivano lo Sportello del Cittadino per chiedere informazioni su professionisti, qualità dei servizi resi e risoluzione di eventuali contenziosi. Un’iniziativa che, se da una parte è in linea con l’attenzione che storicamente Adiconsum dedica ai diritti del consumatore, dall’altra dimostra come il CoLAP ami giocare a carte scoperte, garantendo sulla professionalità dei suoi associati.

Fisioterapisti, kinesiologi, operatori shiatsu e cranio sacrali, naturopati, ma anche pedagogisti, traduttori e interpreti, progettisti di interni, ingegneri naturalistici, professionisti della sicurezza, amministratori di condominio e tanti altri ancora, fanno parte di quel mondo delle libere professioni che è composto da circa 3,5 milioni di professionisti, come ricorda Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum; un mondo con cui quotidianamente i consumatori entrano in contatto, a volte senza conoscere né ricevere l’adeguata prestazione.

Per questo – prosegue Giordanoabbiamo sottoscritto un protocollo con il CoLAP, il Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali, prima forma aggregativa individuata ed inserita nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della L. 4/2013. L’intento è quello di ampliare sempre più la tutela del consumatore, andando a confrontarsi con tutte le realtà con cui egli viene in contatto, per scrivere regole condivise da consumatori e da tutti quegli operatori corretti che pongono al centro della loro attività il consumatore”.

Frutto del protocollo Adiconsum – CoLAP – continua Giordanoè lo Sportello del Cittadino, al quale il consumatore può rivolgersi per ottenere informazioni sulle Associazioni iscritte e sui loro standard qualitativi e di qualificazione professionale, oltre a gestire eventuali reclami che dovessero insorgere tra il Coordinamento e il consumatore”.

Il funzionamento dello Sportello del Cittadino Adiconsum – CoLAP è molto semplice: chiunque se ne voglia servire, basta che compili un apposito modulo e lo invii a sportellodelcittadino@adiconsum.it, oppure che chiami il numero verde 800 585379 spiegando il motivo del contatto.

I notai presentano la Carta dei Diritti del Cittadino

E’ stata presentata lo scorso 16 luglio a Roma, e in concomitanza in altre 25 città italiane, la Carta dei Diritti del Cittadino nei rapporti col Notaio, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato in collaborazione con 10 associazioni dei consumatori, ovvero Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori.

Obiettivo di questa carta è far conoscere agli utenti le garanzie che il notaio offre nell’esercizio della funzione pubblica, ma anche per informare il cittadino circa i suoi diritti e la tutela dei suoi beni, rendendo così più diretta e semplice la comunicazione tra notai e cittadini.

La carta dei diritti è stata presentata dal Notariato, che è stato il primo tra gli ordini professionali attivi nell’area economico-giuridica, perché consapevole della difficoltà nell’apprendere e comprendere il lavoro svolto dai notai e quindi orientarsi, nei loro rapporti con i professionisti, in modo più consapevole.
Si cerca, dunque, di diminuire progressivamente quel gap informativo e comunicativo che ancora esiste, ed è anche piuttosto profondo.

La carta, che si compone di diverse sezioni, dalle garanzie offerte dalla prestazione del notaio ai diritti dei cittadini nei rapporti con il notaio e le sue responsabilità, si propone come uno strumento di facile lettura utile ad orientare l’utente nella complessità della prestazione notarile e renderlo consapevole delle garanzie offerte dall’atto pubblico nelle operazioni economiche che riguardano la famiglia, la casa, i mutui e le successioni.

La carta è disponibile in tutti gli studi notarili sotto forma di brochure e poster, ma anche nelle sedi delle Associazioni dei Consumatori e scaricabile dal sito del Notariato.

Vera MORETTI

A Roma la presentazione della Carta dei Diritti del Cittadino

Appuntamento a Roma il 16 luglio presso la Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale per la conferenza stampa nazionale durante la quale verrà presentata la “Carta dei Diritti del cittadino nei rapporti con il notaio”, realizzata dal Notariato e 10 Associazioni dei Consumatori, ovvero Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, che punta ad offrire ai cittadini uno strumento di informazione sul ruolo del notaio e le garanzie offerte a tutela dei loro beni.

Vi prenderanno parte:

Albino Farina: Consigliere Nazionale del Notariato con delega ai rapporti con le Associazioni dei Consumatori;

Mario Finzi: Vicepresidente di Assoutenti;

Laura Liberto: Coordinatore nazionale Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva;

Cristina Bargero: Componente degli organi parlamentari X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati;

Paola Pelino: Vicepresidente della X Commissione permanente Industria, commercio, turismo del Senato – Vicepresidente del gruppo FI-Pdl;

Enrico Cinotti: vicepresidente de Il Test, sarà il moderatore.

Il 16 luglio, contestualmente all’evento nazionale, i Consigli Notarili Distrettuali e i referenti locali delle Associazioni dei Consumatori presenteranno la carta dei diritti nelle principali città italiane.

Vera MORETTI

Adiconsum contro gli 80 euro di Renzi

Bordata di Adiconsum contro gli 80 euro: non hanno rilanciato i consumi, meglio tassare le transazioni finanziarie, dice il presidente nazionale Pietro Giordano. “Ha ragione il Segretario Generale della Cisl, Anna Maria Furlan: altro che rilancio dei consumi. Con una recessione ancora imperante e una deflazione che rischia di far deflagrare il sistema economico nazionale, gli 80 euro del Governo Renzi sono stati assorbiti dalla tassazione locale e dall’aumento della tassazione attraverso le accise sui carburanti, che oramai superano il 60% del costo della benzina, visto che si continuano a mantenere tasse di scopo anacronistiche, come la guerra di Eritrea o il disastro del Vajont”.

Secondo Giordano e Adiconsum “per superare la crisi e rilanciare i consumi bisognerà passare da un’economia basata sulla finanza, che non produce occupazione, anzi la erode, e che spesso è invece paragonabile ad un ‘casinò finanziario’ che serve solo a far ‘ingrassare’ sempre di più i già ricchi, quando non produce titoli spazzatura e bolle finanziarie che fanno esplodere l’intero sistema economico e sociale del globo, ad un’economia reale”.

“Si vari finalmente – conclude Giordano, voce di Adiconsum – la tassa sulle transazioni finanziarie (0,05%) su ogni compravendita di strumenti finanziari, con particolare riferimento al mercato dei derivati, che hanno costi di transazione molto più ridotti sul mercato spot. Si genererebbe così un gettito annuale di 200 miliardi di euro su scala europea e di 650 miliardi di dollari su scala globale. Gettito che andrebbe destinato al welfare, alla cooperazione, allo sviluppo e alla lotta contro i cambiamenti climatici, senza colpire i piccoli risparmiatori o i fondi pensione”.

Giordano: “Il Redditometro non è la soluzione”

Terminato il periodo di prova e rodaggio, in questi giorni entra a pieno regime il famigerato Redditometro. Il nuovo strumento messo a punto dall’Agenzia delle Entrate è così già in grado di sfornare la prima lista di potenziali evasori fiscali che potrebbero ricevere l’invito a presentarsi negli uffici dell’ente di riscossione per spiegare le ultime spese, nel caso dovessero sorgere discrepanze con quanto dichiarato precedentemente al Fisco nei mesi scorsi. Il sistema sarà in grado di ricostruire per ciascun contribuente le spese effettuate di cui l’amministrazione fiscale ha certezza e di metterle a confronto con il reddito dichiarato. In materia di Redditometro abbia ascoltato l’interessante parere del Presidente nazione di ADICONSUM Pietro Giordano.

Presidente Giordano, nei mesi scorsi l’ADICONSUM ha diffuso un comunicato stampa spiegando come la lotta all’evasione fosse una battaglia di civiltà e di equità. Non crede che il Redditometro sia lo strumento giusto per arginare questa terribile piaga del nostro Paese?

Non sarà lo strumento giusto per sconfiggere la vera evasione, quella dei grandi patrimoni, quella che incide in modo più gravoso sulle casse dello Stato, sarà impossibile con questo strumento scovare tutti i fondi neri presenti all’estero nei paradisi fiscali. Il vero problema non è tanto la piccola evasione quotidiana dei piccoli commercianti, quanto l’evasione continua e sistematica di alcune grandi categorie di professionisti.

Il principio su cui si basa il Redditometro è che “tutto quanto è stato speso nel periodo d’imposta sia stato finanziato con i redditi del medesimo periodo”.

Il rischio in questo caso è che siano sempre gli stessi ad essere penalizzati, in questo caso i lavoratori dipendenti, non i grandi professionisti. Oggi sarebbero possibili tutti i controlli per colpire duramente i veri evasori fiscali e non accanirsi su chi, magari dopo 30 anni di sacrifici e risparmi, si è potuto permettere una vacanza di 3.000 euro.

Quali sarebbero per lei le misure da adottare alternative, o congiunte, al Redditometro?

Soprattutto accordi bilateri con gli Stati, sul modello tedesco, che assicurano più riservatezza ai grandi patrimoni, con un occhio sempre rivolto a scovare le varie società di comodo sparse per il mondo. Il Redditometro quindi è una delle soluzioni, non quella definitiva e risolutiva.

 

Jacopo MARCHESANO

Adiconsum e CoLAP insieme per tutelare i consumatori

E’ stato sottoscritto un importante protocollo d’intesa tra Adiconsum e CoLAP, che riguarda la tutela dei consumatori e la volontà di garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali.

I due organismi si sono impegnati, firmando questo accordo, a collaborare per tutelare i cittadini consumatori anche attraverso il consolidamento della presenza, nel corpo legislativo, economico, occupazionale italiano, dei professionisti associativi e della L. 4/2013.

Per fare ciò, occorrerà migliorare l’informazione, ma anche la consapevolezza e la qualità dei servizi offerti agli utenti dai professionisti associativi attraverso validi e specifici strumenti quali:

  • la formulazione di codici di condotta, per rafforzare l’aspetto deontologico del professionista iscritto;
  • la costituzione di comitati di indirizzo e sorveglianza, per verificare i criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di attestazione professionale messi in atto dalle associazioni;
  • l’attivazione di uno sportello di riferimento per il cittadino consumatore, con il compito di dare informazioni sulle attività professionali degli associati e sui loro standard qualitativi, e gestire eventuali segnalazioni di reclami e contenziosi.

Pietro Giordano, presidente nazionale di Adiconsum, ha dichiarato: “Grazie al protocollo sottoscritto sarà possibile dare completa attuazione alla legge sulle libere professioni associative con il miglioramento da un lato della formazione e quindi della prestazione professionale resa dai professionisti e una maggiore tutela del consumatore dall’altro. Il protocollo prevede in una logica di sussidiarietà tra le parti, un’azione congiunta fatta di scambi di informazione e di monitoraggio delle criticità, che sia anche in grado di formulare soluzioni condivise, proposte e Avvisi comuni da presentare al legislatore per il miglioramento della legge stessa”.

Emiliana Alessandrucci, presidente CoLAP, ha continuato: “Siamo molto soddisfatti dell’accordo firmato con Adiconsum, una delle più importanti associazioni per la difesa del consumatore, con la quale abbiamo riscontrato comunità di intenti e di stile. Il nostro obiettivo comune è quello di mettere in campo strumenti a tutela dell’utenza, che consentano al cittadino di scegliere con maggiore consapevolezza e garantire standard di qualità e di qualificazione professionale che facciano crescere le nostre associazioni e i professionisti iscritti. Per questo nei prossimi mesi andremo a costituire un Ente Bilaterale Paritetico CoLAP – Adiconsum che possa, anche attraverso la realizzazione di politiche attive del lavoro, di formazione e aggiornamento professionale, valorizzare al meglio le potenzialità produttive e occupazionali del sistema associativo”.

Vera MORETTI

Una petizione per “liberare la benzina”

Adiconsum, l’associazione italiana difesa consumatori e ambiente, ha aderito all’iniziativa popolare Libera la benzina promossa da Fegica Cisl, Faib e Confesercenti, per denunciare le accise sui carburanti che in Italia sono vecchie di 90 anni e sono causa di prezzi sempre troppo elevati.

Per ora, le firme raccolte dalla petizione sono 500.000, provenienti da ogni colore politico e settore imprenditoriale, nonché da privati cittadini.

Per l’Italia il prezzo dei carburanti ha un peso probabilmente maggiore rispetto ad altri Paesi, perché la maggior parte dei prodotti e dei beni, all’interno dei confini nazionali, si spostano su camion, che, ovviamente, necessitano di continui rifornimenti.
Ciò significa che il continuo aumento dei listini provoca una reazione a catena che va ad influire sul potere d’acquisto delle famiglie, sempre più basso.

Insomma, sembra di trovarsi in un vicolo cieco, nel quale risulta difficile trovare una via d’uscita. La petizione “Libera la benzina” è nata proprio per far conoscere a tutti questa pericolosa situazione.

Vera MORETTI

Il Redditometro e le strane leggi della statistica

 

E’ il potenziale inganno della statistica il primo imputato nell’inchiesta sul Redditometro 2013.  Il metodo di calcolo statistico utilizzando per passare al setaccio abitudini, consumi e spese degli italiani potrebbe celare al suo interno incongruità e difetti evidenti, che non avrebbero altro risultato che penalizzare le classi già meno abbienti.

E’ il parere di Adiconsum, una voce importante, di chi sta dalla parte delle famiglie italiane e dei consumatori, a cui Infoiva ha voluto dedicare uno spazio. Ma qual è il parere di Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum sul Redditometro 2013?

Redditometro 2013: criticato, temuto, passato sotto la lente di ingrandimento. Quali sono secondo voi le maggiori criticità?
La maggiore criticità del redditometro è rappresentata dalla scelta della media statistica che cela un potenziale inganno. Mi spiego meglio: una vacanza frutto di risparmi di anni può diventare parametro di controllo, mentre un’altra criticità è rappresentata dall’onere della prova a carico del contribuente, ancora una volta si scarica sul cittadino il gravame della prova che invece dovrebbe essere a carico di chi rileva l’incongruità. Chiedere ai cittadini di conservare ed archiviare tutte le ricevute di acquisti o proventi mette a dura prova il cittadino, sbagliato applicare alle famiglie metodologie che già applicate alle aziende hanno rivelato i propri limiti.

C’è chi ha parlato di “stato di polizia” in merito alle 100 voci analizzate del redditometro. Secondo lei a cosa è dovuta questa sensazione di timore dei cittadini nei confronti delle novità apportate al nuovo strumento di controllo dei redditi?
Il cittadino ha il timore di non poter far fronte alle eventuali richieste di prova che possono venire richieste, poiché in una famiglia possono intervenire fattori di difficoltà, come ad esempio un trasloco, il decesso del capofamiglia etc. E quindi questo fa percepire lo strumento del redditometro come uno strumento inquisitorio.

Le 100 voci del redditometro analizzano praticamente ogni ambito della vita di una famiglia, gli italiani dovranno cambiare le proprie abitudini per rientrare nei parametri del redditometro, o chi non evadeva prima può semplicemente mantenere la propria routine invariata ?
Come gli studi di settore, il redditometro penalizza i meno abbienti e agevola coloro più agiati che possono in coerenza con il redditometro celare tutto ciò che supera la congruita’ del redditometro. Sicuramente quanto previsto dal redditometro comporterà un cambiamento nelle abitudini degli italiani determinando un effetto recessivo dei consumi. Il cittadino spende sempre meno per evitare eventuali incongruità.

La franchigia di tolleranza del 20% e di 12 mila è a vostra parere ben ponderata?
Difficile definire se è ben ponderata poiché le variabili possono essere tante e non sempre definibili.

Veniamo al capitolo beni simbolici: l’allargamento dello spettro e l’analisi effettuata su dati certi dell’Agenzia delle Entrate porterà ad una maggior efficacia dello strumento di lotta all’evasione?
Riteniamo che il redditometro non risolverà il problema dell’evasione anzi il rischio è che colpirà chi le tasse le paga già. Allo stato attuale, il fisco è’ già in possesso di una serie di dati che se incrociati possono portare all’emersione della vera evasione, consentendo di colpire duramente coloro che non pagano le tasse.

Il ricorso a meccanismi statistici (criticati) comporta il rischio che la presunzione di capacità di spesa delle famiglie si allontani dalla realtà?
Si, il meccanismo statistico comporta sicuramente lo scostamento della realtà delle famiglie. Vorrei citare a proposito la media del pollo di Trilussa ben illustrata nella poesia La Statistica:
« Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due. »
(Trilussa, La Statistica)

Trilussa non fa altro che affermare che se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media ognuno ha mangiato un pollo a testa, anche se di fatto uno non l’ha mangiato.

A vostro avviso il redditometro è uno strumento valido nella lotta all’evasione o si poteva fare qualcosa di più?
A nostro avviso si poteva fare di più come consentire al cittadino di scaricare le spese effettuate creando interessi contrapposti. Mi aiuto con un esempio: se posso scaricare l’Iva per una spesa sostenuta sono invogliato a richiedere la fattura, con un sistema semplice si consentirebbe l’emersione del nero, come ad esempio già avviene nel caso di spese detraibili. Occorre poi intervenire sulle società di comodo poiché in tal modo si consente di scaricare spese che come singolo individuo non si potrebbero scaricare.

Alessia CASIRAGHI

Suicidi? No, teniamo accesa la speranza

Ne siamo consapevoli. Questa settimana Infoiva ha toccato un tema tutt’altro che comodo; quando si parla di suicidi per crisi, di imprenditori che si tolgono la vita perché schiacciati dal fallimento personale prima che da quello imprenditoriale, non ci si mette in una posizione di particolare confort… Eppure, lo sapete se ci seguite con assiduità, è un tema sul quale non abbassiamo la guardia, mai.

I suicidi degli ultimi giorni, dopo un’estate relativamente tranquilla su questo fronte, sono stati solo lo spunto, tragico, che ci ha fatti ritornare sull’argomento con la voglia di spingere l’asticella un po’ più in su; cercando di capire quali sono le associazioni che possono aiutare chi si trova nel gorgo; raccontando storie di chi ha trovato la forza di reagire per ricominciare; entrando, grazie all’aiuto di uno psicologo, nella mente di chi si trova senza più un mondo dall’oggi al domani per capire quali meccanismi perversi scattano.

Un viaggio nel lato più oscuro della crisi, grazie al quale abbiamo maturato due convinzioni che vi vogliamo trasmettere: uscirne si può, si deve, e non bisogna mai voltarsi dall’altra parte ma parlarne, parlarne, parlarne. Aspettando che lo Stato faccia il suo…

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