Affittare casa, ecco alcuni consigli per non sbagliare conduttore

Affittare casa può sempre essere un rischio per il proprietario. Ma conoscere alcuni piccoli consigli potrebbe fare la differenza.

Affittare casa, le paure del proprietario

Quando si decide di affittare il proprio immobile si tratta di una scelta senza dubbio molto importante. E quindi ci sta che il proprietario abbia tantissimi tentennamenti. Le paure principali riguardano il mancato pagamento dei canoni mensili oppure a fine locazione trovare una casa distrutta e quindi sostenere delle spese per la sistemazione dell’immobile. Tra le altre paure comuni c’è quello di locare casa ad un inquilino che reca disturbo a tutti gli altri residenti, non paghi le spese condominiali o non rispetti le regole della civile convivenza.

Il primo consiglio da dare è quello di affidarsi da un agente immobiliare. Un esperto del settore ha la possibilità di conoscere il mercato e trovare il prezzo corretto per la locazione del proprio immobile. Non solo, l’agente immobiliare è anche capace di fare una prima scrematura. Infatti facendo le visite con i diversi clienti, l’agente può già conoscere il “candidato inquilino” ed avere un’impressione, oltre al fatto che può chiedere la documentazione necessaria per la locazione.

Affittare casa, l’importanza del contratto di locazione

Il contratto di locazione regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate permette di convalidare l’accordo tra le parti. All’interno della scrittura non devono mancare gli elementi essenziali come la durata, le parti coinvolte, i dati catastali dell’immobile, il canone di locazione e tutte le clausole che regoleranno gli anni a venire. Per l’indicazione del conduttore occorre anche farsi dare i documenti reddituali. Questo permette di dare una controllata alla capacità del soggetto di pagare il canone di locazione.

Attraverso i documenti carta di identità o tessera sanitaria si può semplicemente prendere informazioni sulle singole persone. A volte è consigliabile anche dare uno sguardo alle pagine social del probabile conduttore. Sembrerà strano ma dalle pagine dei social si può capire che tipo di persona si ha di fronte. Ma anche fare un appuntamento preliminare, cioè prima della stipula del contratto di locazione, fa si che si possano chiarire tutti i punti che poi saranno riportati nell’accordo definitivo.

Stipulare un’assicurazione può essere conveniente

Altro consiglio è quello si stipulare un’ assicurazione. Le assicurazioni sulle locazioni sono molto simili alle assicurazioni sulle auto. Una delle parti stipula la polizza che contiene le regole di funzionamento. Tutto si basa sull’affidabilità dell’inquilino. Infatti quando si stipula una polizza di questo tipo la compagnia assicurativa analizza i documenti personali e reddituali della o delle persone indicate come conduttore dell’immobile in oggetto. Molte agenzie immobiliari propongono questo servizio ai propri clienti.

E’ possibile anche chiedere delle referenze da parte dell’ultimo proprietario della casa in cui il conduttore ha vissuto, sempre se disponibile o non è la prima esperienza per il conduttore. Ultimo consiglio è quello di non avere premura, ma prendersi cura del proprio immobile e di considerare con attenzione i candidati disponibili a prendere la casa in locazione. Si evita così di finire in lunghe cause legali in cui recuperare il possesso dell’immobile non è semplice e scontato.

Affitto in nero tutto quello che c’è da sapere e quali sono i rischi per l’inquilino

Vivere in una casa in locazione significa dove versare il corrispettivo della cessione del bene da parte del proprietario. Tale corrispettivo altro non è che il canone d’affitto. Ma nei contratti di fitto la cosa fondamentale non è soltanto il pagare il canone al proprietario in cambio dello sfruttamento del bene cioè della casa. Infatti come tutti i contratti, anche il contratto d’affitto è assoggettato ad alcuni adempimenti molto particolari. Si parte dalla registrazione del contratto in assenza della quale il contratto viene definito in nero. È un contratto in nero cioè illecito mette al rischio anche l’inquilino. Ecco cosa prevede la legge e cosa rischia l’inquilino che sa di vivere in una casa con un contratto di affitto non registrato.

Il contratto di affitto in nero

Il contratto d’affitto o meglio il contratto di locazione immobiliare è un contratto che deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate. Chi vive in affitto in nero deve sapere bene che vive nella illegalità. Si tratta di un reato di evasione fiscale sia per il proprietario della casa che per l’inquilino che la abita. Contrariamente a ciò che si pensa, non rischia soltanto il proprietario immobiliare perché anche l’inquilino rischia grosso. Accettare di buon grado un affitto irregolare in cambio magari di uno sconto sul canone è una cosa da evitare sempre. Infatti la legge proprio per contrastare un autentico fenomeno che è quello dell’evasione fiscale per affitti in nero, estende le conseguenze anche al soggetto che abita la casa

Affitto in nero, la definizione

Quando si parla di affitto in nero si parla di qualsiasi contratto d’affitto non regolamentato dalla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. Infatti è in nero un affitto che non ha proprio un contratto. Ma lo è altrettanto un affitto in cui le parti hanno sottoscritto una carta privata ma non l’hanno mai portata in registrazione all’Agenzia delle Entrate. Sul contratto d’affitto Infatti sono dovute delle imposte. È evidente che non andando a registrare il contratto e lasciandolo fantasma al fisco, si materializza il reato di evasione fiscale. Infatti l’affitto in nero costituisce un mancato pagamento delle imposte nei confronti del nostro erario.

Quali imposte vanno pagate sul contratto di affitto?

Per fugare tutti i dubbi va ha detto che su contratto di locazione in genere sono due le imposte che vanno versate. La prima è l’imposta di registro che quella che si paga proprio su contratto di locazione. L’altra è l’imposta sui redditi, perché il proprietario immobiliare che cede ad un inquilino una casa, incassa i soldi del canone. E sono soldi che sono assoggettati a tassazione come tutti gli altri redditi. Per questo il proprietario immobiliare oltre a rischiare di dover pagare le imposte precedentemente non versate sull’affitto in nero, potrebbe essere chiamato a pagare anche multe e sanzioni piuttosto pesanti.

La nullità del contratto

Ciò che molti sottovalutano quando vivono in nero e che tale formula in un rapporto tra proprietario e l’inquilino rende il contratto nullo. In altri termini qualsiasi cosa accade in casa sia dal punto di vista della sicurezza , che del rapporto tra le parti, non potrà essere giudicato da leggi e normative relative al contratto d’affitto. In pratica il contratto di affitto in nero se manca la registrazione e soprattutto se questa mancanza è di comune accordo tra le parti, non produce effetti nei confronti di entrambi. Diritti e doveri sanciti dalla legge sono praticamente inutilizzabili su un contratto non regolare.

Tutte le formalità del contratto

La nullità del contratto incide soltanto sull’inquilino nel momento in cui quest’ultimo dimostra che la mancata registrazione sia dipesa solo dalla volontà del proprietario immobiliare. Spetta all’inquilino quindi dimostrare di essere estraneo alla illegalità con cui si è portato avanti il rapporto. Dal punto di vista strettamente formale ricade sul locatore, cioè sul proprietario, il compito di registrare il contratto. Questo obbligo scatta immediatamente dopo la sottoscrizione del contratto. C’è tempo 30 giorni per l’avvenuta registrazione dalla data di sottoscrizione del contratto. Il locatore e altresì tenuto a comunicare all’inquilino entro 60 giorni della avvenuta registrazione, gli estremi di questo.

Tutti i rischi dell’ inquilino

Secondo il principio della responsabilità solidale l’inquilino rischia di dover sostituirsi al proprietario in eventuali controlli formali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Infatti per la mancata registrazione del contratto di locazione può far finire sotto accertamento anche l’inquilino. l’Agenzia delle Entrate Infatti può chiedere il pagamento dell’imposta di registro direttamente all’inquilino. Naturalmente non essendo l’inquilino colui che produce reddito dal contratto d’affitto l’eventuale omissione e quindi l’eventuale IRPEF non pagata ricade completamente in capo al proprietario. In assenza di contratto d’affitto infine, l’inquilino rischia grosso anche per la mancanza di tutte le tutele che una registrazione legale del contratto offre a lui. In parole povere senza la registrazione del contratto a prescindere che questo diventa immediatamente nullo, il proprietario di casa può sfrattare l’inquilino senza passare per le tempistiche classiche impongono le normative al locatario. E qualsiasi contenzioso tra le parti durante la prosecuzione del rapporto tra proprietario ed inquilino, resta impossibile da dirimere per vie legali.

Affitto casa ai giovani: quali agevolazioni fiscali sono previste?

Quali agevolazioni fiscali sono previste per i figli che vorrebbero prendere in affitto un’abitazione per conto proprio? I giovani tra i 20 e i 31 anni di età (non ancora compiuti) possono prendere in locazione un’unità abitativa intera oppure una porzione di essa e godere di benefici fiscali grazie a un’Irpef più bassa. È necessario il contratto di locazione e la legge di riferimento per l’affitto è la numero 431 del 1998. Il beneficio fiscale applicato all’Irpef è del 20%.

Quale detrazione fiscale si ottiene con l’affitto della casa ai giovani fino a 30 anni?

Il massimo della detrazione fiscale Irpef ottenibile dall’affitto di una casa ai giovani è pari a 2 mila euro. Quella di base, il minimo della detrazione ottenibile, anche per il 2022 rimane 991,60 euro. Il 20% di beneficio fiscale si applica mediante la percentuale del 20% sul canone di affitto pattuito. Più il canone di affitto è alto, maggiore è lo sconto fiscale applicando la percentuale prevista.

Quali sono i requisiti per beneficiare della detrazione fiscale del 20% sull’affitto della casa per i giovani?

Per poter beneficiare della detrazione fiscale del 20% sull’affitto della casa ai giovani è necessario possedere determinati requisiti. Innanzitutto il reddito complessivo non deve eccedere i 15.493,71 euro. Chi prende l’immobile in affitto, si ritiene, vi ci deve spostare la propria residenza. Quest’ultima, dunque, deve essere necessariamente differente da quella relativa alla casa principale dei genitori. Rispetto al passato, il beneficio fiscale si può sfruttare per quattro anni e non più per tre. L’età di chi prende in affitto la casa o una porzione di essa deve essere compresa tra i 20 e i 31 anni. Quest’ultima età non deve essere già stata compiuta.

Quale sconto fiscale si può ottenere per l’affitto di una casa per studenti universitari fuori sede?

Lo sconto fiscale del 20% sull’affitto di una casa per i giovani non è l’unico vantaggio ottenibile per chi sposti la propria residenza abituale. Infatti, è ancora in vigore lo sconto fiscale per gli studenti universitari fuori sede. Le condizioni di accesso all’agevolazione fiscale, nel 2022 sono rimaste invariate. Si può ottenere la detrazione fiscale Irpef del 19% sui canoni di locazione versati per l’alloggio universitario. Il beneficio fiscale ha il limite massimo di 2.633 euro. Il beneficio fiscale per gli studenti fuori sede si può applicare sui canoni di locazione inerenti i contratti previsti dalla legge numero 431 del 1998, ovvero:

  • i contratti di ospitalità;
  • gli atti di assegnazione in locazione o godimento stipulati con gli enti che non abbiano fini di lucro oppure con le cooperative.

Cosa fare per beneficiare dello sconto Irpef sulle locazione per i figli universitari fuori sede?

Per beneficiare della detrazione fiscale è necessario che lo studente studi a un’università che si trovi in un comune diverso di quello di appartenenza. L’università deve trovarsi in una provincia differente e distante non meno di 100 chilometri dal comune di residenza dello studente fuori sede. La detrazione fiscale non spetta nel caso di subaffitto. La detrazione fiscale spetta anche se l’onere viene sostenuto nell’interesse di famigliari a carico. L’importo limite di 2.633 euro rappresenta il massimo di spesa del quale può beneficiare ciascun contribuente, anche se riferito a più contratti di affitto intestati a più figli.

Quali limiti di reddito per beneficiare della detrazione fiscale sugli affitti di figli universitari fuori sede?

È importante far riferimento ai limiti di reddito inseriti per poter beneficiare della detrazione fiscale sugli affitti a favore di figli universitari fuori sede. Il limite complessivo del reddito non deve eccedere i 120 mila euro. Entro tale limite la detrazione fiscale è piena per poi decrescere, fino ad azzerarsi, in corrispondenza di redditi pari a 240 mila euro. La spesa di affitto sostenuta deve essere tracciata mediante le opportune modalità di pagamento.

Quali altre modalità di detrazione fiscale esistono sugli affitti?

Quelle esposte non sono le uniche modalità per beneficiare di detrazioni fiscali sugli affitti. È rimasta invariata la detrazione fiscale spettante agli inquilini di alloggi che siano adibiti ad abitazione principale. Infatti, per i soggetti che abbiano stipulato oppure rinnovato un contratto alle condizioni fissate dalla legge numero 431 del 1998, la detrazione fiscale rimane di 300 euro. È necessario che il reddito complessivo non sia eccedente la cifra di 15.493,71 euro. Se il reddito eccede tale limite ma non supera i 30.987,41 euro, la detrazione spettante scende a 150 euro. Se il contratto di affitto è a canone concordato, fermo restante i limiti di reddito sopra menzionati, la detrazione fiscale è pari, rispettivamente, a 495,8 euro e a 247,90 euro.

Detrazioni fiscali per affitto casa, altra residenza, per motivi di lavoro

Si può ottenere la detrazione fiscale anche nel caso in cui i lavoratori dipendenti debbano trasferire la propria residenza per motivi di lavoro. In questo caso è necessario che il trasferimento di residenza (necessario) avvenga in un’altra regione oppure in un comune differente dalla residenza precedente di non meno di 100 chilometri. Si può arrivare a uno sconto fiscale corrispondente a 991,60 euro purché il reddito non sia eccedente i 15.493,71 euro. La detrazione fiscale scende a 495,80 euro se il reddito eccede i i 15.493,71 euro, ma non deve essere comunque superiore a 30.987,41 euro.

Affitto, contratto non registrato risulta nullo: cosa fare per regolarizzarlo

I contratti di affitto abitativo non registrati risultano nulli. La relativa disciplina è fissata dalla legge numero 431 del 1998: l’affitto deve essere regolamentato sia per tutelare gli aspetti della locazione, dunque la durata e i canoni, sia per il recupero di quanto debba essere denunciato ai fini dell’imposizione fiscale.

Contratto di affitto non registrato: cosa significa che è nullo?

Un contratto di affitto non registrato, stipulato senza la dovuta forma scritta, è nullo. Il vizio può essere rilevato da una delle due parti o d’ufficio, ma non può essere utilizzato in giudizio. Sono altresì nulli i contratti di affitto a canone libero nei quali siano stati stabiliti dei patti volti a determinare un canone maggiore di quello che risulta dal contratto scritto e registrato. Similmente, risultano nulli anche i contratti che stabiliscono degli obblighi a carico di chi prenda in affitto l’immobile oppure dei vantaggi per chi affitta. Tali vantaggi si concretizzano in un corrispettivo maggiore a quello iscritto nel contratto.

Quali altri contratti di locazione sono nulli?

Risultano nulli anche i contratti di locazione conclusi alle condizioni delle organizzazioni di categoria che assegnino, a chi affitta, un canone maggiore di quello inserito nell’accordo. Analogamente, anche le scritture integrative riportate in un documento separato ma unito al contratto stesso, sono soggette a nullità.

Cosa deve fare chi affitta un immobile a uso abitativo in caso di nullità del contratto di locazione?

La disciplina che prevede la nullità del contratto di locazione di un immobile a uso abitativo, dispone che chi affitta abbia 30 giorni di tempo per procedere alla registrazione del contratto. I 30 giorni partono dalla sottoscrizione del contratto stesso. Nei 60 giorni successivi all’avvenuta registrazione del contratto, chi affitta ne deve dare comunicazione documentata di aver svolto l’adempimento. La comunicazione deve essere fatta pervenire sia all’affittuario che all’amministrazione del condominio.

Cosa può fare chi prende in affitto un locale a uso abitativo con contratto nullo?

Per un contratto di affitto di unità abitativa dichiarato nullo, chi ha preso in affitto l’immobile può chiedere che gli vengano restituite le somme pagate in maniera indebita. Il termine per la richiesta è fissato in 6 mesi dal momento in cui l’immobile oggetto di locazione viene riconsegnato. Dunque, il termine decorre dal momento del rilascio effettivo dell’unità abitativa e non da quando scade il contratto. Il che coincide, di norma, con la riconsegna delle chiavi.

Perché chi prende una unità abitativa può chiedere la restituzione delle somme?

La restituzione di quanto indebitamente percepito da chi affitta un immobile con contratto dichiarato nullo va a vantaggio di chi prende in affitto l’unità abitativa. Il motivo risiede nel fatto che la norma intende tutelare maggiormente la parte debole del contratto, ovvero chi prende in affitto l’immobile. Il conduttore, infatti, potrebbe non essere disponibile a esercitare i propri diritti per paura di possibili ritorsioni del locatore.

Contratto registrato tardivamente, chi prende in affitto l’immobile può chiedere la restituzione delle somme?

Nei fatti, la Giurisprudenza ha sanato buona parte delle nullità dei contratti di affitto determinate da un canone effettivo maggiore di quello riportato nel contratto e registrato tardivamente. La Cassazione a Sezioni Unite ha decretato che chi registra il contratto di affitto tardivamente, oltre il termine consentito, possa vedersi sanato il vizio del contratto stesso con effetti retroattivi. Pertanto, chi prende in affitto un immobile e paghi un importo superiore a quello risultante dal contratto registrato tardivamente, non può richiedere la restituzione delle somme pagate in più rispetto a quanto riportato nel contratto.

Contratto di affitto sanato da nullità e controlli ai fini del Fisco

Quanto ha stabilito la Cassazione vanifica pertanto l’azione del conduttore dell’immobile. Quest’ultimo è tenuto al pagamento di tutti gli importi pattuiti fin dal principio del contratto stesso, poi sanato. Per chi affitta l’immobile rimane invece la necessità di regolarizzare l’aspetto fiscale. Ovvero, chi registra tardivamente il contratto di affitto di un immobile a uso abitativo viene individuato come locatore da tenere sotto controllo per far venir fuori eventuali redditi che non siano stati dichiarati al Fisco.

Cosa avviene per i contratti di locazione di immobili abitativi in forma verbale?

Diverso è il caso in cui il contratto di affitto di una unità abitativa avvenga in forma verbale. Nei casi di controversie tra chi affitta e chi prende in affitto l’immobile è il giudice a stabilire quale deve essere il canone dovuto. E, pertanto, l’ammontare del corrispettivo dovuto non può essere superiore a quello minimo stabilito per i contratti di tipo transitorio.

Quanto costa una casa al metro quadro? Ecco come ottenere una quotazione gratuita online in pochi click

Qual è il valore e quanto costa una casa al metro quadro? Un indicatore fondamentale è quello offerto dall’Agenzia delle entrate che, all’interno del proprio portale, pubblica i valori dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi). Ma la quotazione si fa capillare con lo strumento messo a disposizione proprio dall’Agenzia delle entrate per avere una stima del costo al metro quadro in una città, in una zona e in una via che sia di interesse.

Quotazioni immobili al metro quadrato: che cos’è l’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi)

Le quotazioni immobiliari dell’Osservatorio del mercato immobiliare offrono stime sempre aggiornate. Infatti, la rilevazione viene effettuata ogni semestre. La zona di quotazione (zona Omi) è relativa a ciascun comune italiano e offre una valutazione minima e massima per unità di superficie in euro al metro quadro. Dall’intervallo sono esclusi gli immobili di particolare pregio o, al contrario, quelli di degrado. Sono esclusi anche gli immobili che per caratteristiche non rientrano nell’ordinarietà della tipologia edilizia della zona di ricerca.

Quotazioni a metro quadro: per quali tipi di immobili si può fare una simulazione web sul sito Agenzia delle entrate?

Sono presi a riferimento i valori di mercato e della locazione, per tipologie immobiliari e per stato di conservazione.  Le quotazioni restituiscono valori sia per le abitazioni che per i box, i negozi, gli uffici e i capannoni. Attualmente sono disponibili le quotazioni aggiornate al primo semestre del 2021.

Come utilizzare lo strumento dell’Agenzia delle entrate per la quotazione a metro quadro degli immobili?

Lo strumento messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate per conoscere il valore al metro quadro di un immobile è consultabile all’interno del sito istituzionale. Entrando sul sito dell’Agenzia è necessario andare nella sezione dedicata all’Osservatorio del mercato immobiliare. Alla sezione si accede dalla schermata “Home”, poi “Aree tematiche”, “Osservatorio del mercato immobiliare”. Successivamente è necessario entrare nella sezione “Banche dati” e, infine, in “Quotazioni immobiliari.

Come sapere il costo al metro quadro di un immobile di interesse?

All’interno della sezione delle quotazioni immobiliari dell’Agenzia delle entrate, la consultazione delle quotazioni può avvenire in due modi. Ovvero si può fare una ricerca puntuale della zona di interesse interrogando il sistema in due diversi modi. Il primo consiste nella consultazione classica delle quotazioni per semestre, oppure per provincia, per comune, per zona Omi o per destinazione. Il secondo metodo consiste nell’individuare la zona di interesse attraverso la cartografia. Si tratta di un sistema cartografico denominato “Geopoi – Geocoding points of interest” che è stato realizzato dalla Sogei e che permette di consultare le quotazioni individuando sulla mappa geografica la zona Omi che interessa.

Conoscere la quotazione al metro quadro di un immobile: la ricerca nella banca dati

In merito alla prima modalità di ricerca della quotazione al metro quadro, è necessario accedere dal sito dell’Agenzia delle entrate alla sezione delle “Quotazioni immobiliari”, come spiegato in precedenza. La ricerca “classica” si attiva cliccando su “Ricerca testuale”. Nella pagina che si apre, è necessario selezionare la provincia per cercare i comuni che ne fanno parti. Insieme al comune è necessario selezionare il semestre di riferimento (delle quotazioni). In successione si seleziona la fascia o la zona all’interno del comune (o zona Omi) e, infine, il tipo di destinazione di interesse (ad esempio, “Residenziale”).

Quotazione al metro quadro di una zona di interesse: come ottenerla?

Con i valori immessi, il sistema dell’Agenzia delle entrate restituisce come risultato:

  • il tipo di immobile;
  • lo stato di conservazione (ottimo, normale o scadente);
  • il valore di mercato con una quotazione minima e una massima espressa in euro al metro quadro;
  • il valore di locazione espresso in euro al metro quadro riferito alla superficie netta (N) o lorda (L);
  • i valori di locazione minimi e massimi di euro al metro quadro per mese.

Come utilizzare la mappa dell’Agenzia delle entrate per sapere il costo al metro quadro di un immobile?

Il secondo metodo disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate per ottenere le quotazioni al metro quadro di una zona Omi avviene utilizzando il sistema cartografico “Geopoi”. Per accedere alle mappe dalla sezione “Quotazioni immobiliari” vista in precedenza è necessario selezionare il link “Ricerca su mappa”. Sulla mappa si può individuare la zona Omi di proprio interesse utilizzando l’oggetto “Pan” che contiene le frecce per muoversi sulla mappa. Per ingrandire o diminuire la scala della mappa si possono utilizzare i segni “+” e “-” dello zoom.

Ricerca per mappe della quotazione delle case di proprio interesse

Ulteriori strumenti a disposizione degli interessati sulle mappe Geopoi sono la “Ricerca per toponimo” e la “Ricerca Zone Omi”. Si trovano in alto a destra dello schermo e permettono di visualizzare una porzione del territorio su richiesta dell’interessato. La ricerca per toponimo si attiva digitando nello spazio corrispondente l’indirizzo di interesse. La ricerca è più precisa indicando nell’ordine: provincia, città, toponimo e numero civico.

I risultati della ricerca sulle mappe del costo al metro quadro di acquisto e vendita o di locazione

Anche con la ricerca tramite mappe, il sistema dell’Agenzia delle entrate restituisce i risultati corrispondenti:

  • la tipologia di immobile;
  • lo stato di conservazione;
  • il valore di mercato minimo e massimo espresso in euro per metro quadrato;
  • il valore di locazione, espresso in euro per metro quadrato al mese.

Cala il mercato degli affitti, ma gli studenti fuorisede restano i migliori inquilini

Secondo una ricerca effettuata dall’ufficio studi di Tecnocasa, il mercato delle locazioni nel primo semestre 2010 avrebbe visto ridursi i canoni dello 0,4% per i bilocali e dello 0,2% per i trilocali.

Un piccolo rallentamento per il mercato degli affitti che nelle grandi città,  in passato e ancora oggi, è in buona parte alimentato dalla domanda degli studenti cosiddetti fuorisede. Alla luce di questo trend, oramai consolidato, gli esperti di Tecnocasa hanno deciso di analizzare l’approccio degli studenti nella ricerca dell’appartamento. La prima distinzione da fare è tra matricole e gli studenti iscritti al secondo anno in poi, perché il periodo della ricerca cambia. Chi ha già intrapreso il percorso di studi inizia infatti a cercare casa prima dell’estate, mentre le matricole si mettono in moto in un secondo tempo. Dall’analisi condotta da Tecnocasa emerge che la richiesta aumenta a cavallo tra il mese di settembre ed ottobre. Tra le variabili prese in considerazione una delle più importanti per la scelta dell’abitazione è la vicinanza alle sedi universitarie oppure ai mezzi di trasporto. Per quanto riguarda invece il taglio dell’appartamento, la decisione è dettata dal numero di persone che lo condivideranno, quasi sempre amici o compagni di corso. Quando è possibile, si preferisce sempre più la stanza singola. Gli studenti sono diventati più selettivi e ora molto attenti alla qualità dell’immobile preferendo soluzioni ben arredate, possibilmente con riscaldamento autonomo e collegamento adsl.

E se per affittare case gli Agenti Immobiliari organizzassero degli “speed-date”?

Sapete cos’è uno speed-date? Ma come no?? Ok, per i lettori che ancora non sanno cos’è lo speed-date lo spieghiamo noi. Si tratta di eventi nei quali ci si incontra, tra single, per trovare l’uomo o la donna giusta. Bene, se adesso state pensando che la redazione di infoiva sia impazzita, non è così. Infatti, l’introduzione sullo speed-date, ci è servita per introdurvi all’ultima novità in campo di marketing immobiliare messa a punto in Gran Bretagna. Infatti, cari amici agenti immobiliari, in Inghilterra è nato lo speedflatmating, che è l’equivalente dello speed-date per il mercato immobiliare. Ideatore dell’iniziativa è stato Ben Craft il responsabile eventi di Spare Room l’agenzia londinese che mette in contatto, online, chi affitta e chi cerca una casa o una stanza. Nata già nel 2004 ma rilanciata negli ultimi tempi anche a causa (o merito) della fase di stallo che caratterizza il mercato immobiliare un po’ ovunque, come già accennato, lo speedflatmating si appropria degli stessi meccanismi degli speed-date. Chi è interessato ad affittare o a comprare una casa si munisce di cartellino da fissarsi sul petto, sul quale sono scritti nome, cognome e cosa si cerca, o offre, i partecipanti si incontrano cercando di intercettare gusti, e necessità. Ad oggi, tra Londra, Brighton e Manchester l’agenzia organizza tre eventi a settimana. Se l’idea vi piace, perché non organizzare uno speedflatmating anche in Italia?

fonte: immobiliare.it