Mercato auto, aprile in frenata ma positivo

Vendite auto in frenata in Italia ad aprile, dopo il primo trimestre 2016 boom, ma ancora con dati più che positivi, stando alle cifre comunicate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Lo scorso mese il mercato italiano dell’auto ha totalizzato 166.966 immatricolazioni, +11,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Il consuntivo del primo quadrimestre 2016 si attesta a 687.021 immatricolazioni, +18,6% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2015.

Positivo il commento di Aurelio Nervo, presidente di Anfia, l’associazione che riunisce le aziende della filiera auto italiana: “Bisogna tornare indietro al 2009 per avere un mese di aprile con volumi superiori (189.661 unità) a quelli registrati nel mese appena concluso, che segna la quarta crescita a doppia cifra consecutiva per il mercato italiano, anche se un po’ più contenuta rispetto a quelle dei tre mesi precedenti. E’ il ventitreesimo incremento consecutivo per l’Italia. Le vendite ai privati, in particolare, sono in progressione positiva da luglio 2014, hanno chiuso il 2015 a +18%, conquistando il 62% del totale immatricolato, e il primo trimestre 2016 a +30%. A questi risultati hanno sicuramente contribuito le campagne promozionali delle Case, proseguite anche ad aprile 2016, ma anche il successo dei nuovi modelli in vendita. Il nostro Paese prosegue sulla strada della ripresa, con un forte contributo proveniente dal comparto automotive: il buon andamento della domanda di autovetture, infatti, ha innescato una spirale positiva che investe la produzione, in crescita del 65% nel 2015 e del 31% nel primo bimestre 2016, considerando solo il comparto delle auto, con risvolti positivi per tutta la filiera”.

Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, ad aprile le auto diesel hanno conquistato il 54,2% del mercato, in calo rispetto al mese precedente (56,1%); dietro di loro le auto a benzina con il 35,7%, contro il 34,2% del mese scorso, le vetture a GPL in crescita (5,7% contro 5,4% a marzo), le vetture a metano, a quota 2,6% (2,5% a marzo) e, infine, le ibride e le elettriche, stabili all’1,8%.

Quanto alle immatricolazioni per segmenti, Fiat 500 e Fiat Panda hanno coperto, insieme, una quota del 59% nel mese e del 61% nel quadrimestre, per quanto riguarda il segmento A. Nel segmento dei SUV piccoli hanno dominato ancora Fiat 500X e Jeep Renegade, che insieme hanno totalizzato il 33% di questo specifico mercato ad aprile e il 37% nel quadrimestre.

Le marche di auto nazionali, nel complesso, hanno totalizzato ad aprile 48.963 immatricolazioni (+12,1%), portando la propria quota di mercato dal 29,2 % di un anno fa al 29,3%. Nei primi quattro mesi del 2016, i volumi immatricolati sono stati pari a 200.735 unità, in crescita del 21,3% e con una quota di mercato passata dal 28,6% di un anno fa al 29,2%.

Il mercato dell’usato ha totalizzato 402.330 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari ad aprile 2016, registrando una leggera variazione positiva (+0,9%) rispetto ad aprile 2015. Nel primo quadrimestre 2016, i volumi si sono attestati a 1.645.235 unità, +5,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Anfia: bene le misure del Governo a sostegno del settore trasporti

Nelle ultime settimane sono state varate due importanti misure a favore del comparto dei veicoli industriali e dei veicoli rimorchiati, entrambe apprezzate da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sugli investimenti delle imprese di autotrasporto e il decreto cofirmato il 29 settembre dai ministri dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e dell’Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, sull’estensione del Fondo di Garanzia per le Pmi alle operazioni finanziarie riferite a imprese e consorzi appartenenti all’industria automobilistica e dei trasporti.

Il primo provvedimento destina 15 milioni di euro agli investimenti delle imprese di autotrasporto in rinnovo del parco veicoli commerciali e industriali, con veicoli alimentati a metano e metano liquido e semirimorchi per l’intermodalità marittima e ferroviaria.

Secondo il presidente della Sezione Rimorchi di Anfia, Andrea Zambon Bertoja, “si tratta di una misura che torna in vigore per il terzo anno consecutivo, nella finestra temporale che va dal 5 novembre scorso al 31 marzo 2016, sulla scia degli impatti positivi già riscontrati negli scorsi anni in termini di rinnovo del parco e innalzamento dei livelli di sicurezza e compatibilità ambientale dei mezzi circolanti. Grazie al Decreto sull’estensione del Fondo di Garanzia, inoltre, d’ora in poi le Pmi che vorranno investire nel rinnovo del parco veicoli per conto terzi potranno ottenere la garanzia per l’accesso facilitato a un finanziamento”.

Ricordiamo – ha aggiunto Bertojache i veicoli rappresentano l’investimento prioritario per rilanciare la crescita competitiva delle imprese ed efficientare i servizi di trasporto e logistica sul piano nazionale e internazionale. Ancora oggi, infatti, le imprese del settore sono afflitte da sottodimensionamento e caratterizzate da flotte vetuste e non innovative”.

Entrambe le disposizioni vanno a beneficio di un settore che, dal 2007 al 2014, ha subito cali della produzione nazionale di oltre il 50% e cali di mercato dell’ordine del 65% per i veicoli a motore e del 61% per quelli trainati. Inoltre queste misure, secondo Anfia, confermano la positiva direzione intrapresa dal Governo negli scorsi mesi.

Anfia ha apprezzato la posizione assunta dal Governo fin dal Documento di Economia e Finanza dello scorso anno, in cui si è sottolineata l’importanza di superare definitivamente la fase storica di misure a mero sostegno della liquidità delle imprese, per puntare su piani di sviluppo pluriennali dell’autotrasporto nel suo complesso e contribuire alla green economy, coerentemente con quanto già la Corte dei Conti aveva ricordato nella relazione di agosto 2014 sulla gestione delle risorse destinate all’autotrasporto.

Automotive italiano, un 2015 in crescita

Secondo i dati preliminari di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nei primi 9 mesi del 2015 la produzione di autovetture in Italia ha registrato un aumento del 69%, superando le 493mila unità, circa 200mila in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Si tratta del risultato di un progressivo incremento dei ritmi produttivi del settore automotive da inizio anno, passati da +50% nel primo trimestre, a +76% nel secondo e +85% nel terzo.

Oltre alla ripresa della domanda interna, con la chiusura del mercato auto italiano a +15% nei primi 10 mesi dell’anno corrente, ha inciso su questo trend soprattutto l’export, in rialzo del 118% nei primi 9 mesi del 2015.

Per quanto riguarda la produzione dell’industria automotive nel suo insieme, secondo i dati Istat l’aumento tendenziale registrato a settembre è del 33%, mentre nel periodo gennaio-settembre 2015 la crescita si attesta al 27,6%. Questo in un contesto in cui l’indice della produzione industriale nel suo complesso mostra un aumento tendenziale dell’1,7% a settembre 20152 e dello 0,9% nei primi 9 mesi dell’anno.

Anche gli ordinativi confermano il trend in atto, visto che per il settore automotive mostrano un rialzo del 17% a gennaio-agosto 2015, mentre gli ordinativi totali dell’industria (escluso il comparto Costruzioni) presentano una variazione positiva del 4% nello stesso periodo. Il fatturato del settore automotive, infine, cresce del 20,4% nei primi 8 mesi del 2015, mentre per l’industria in senso stretto si registra un aumento dell’1,4%, per lo più grazie all’export (+3,6%).

Guardando alla produzione complessiva di autoveicoli in Italia, le unità prodotte nei primi 9 mesi dell’anno in corso superano le 752mila unità, con un incremento del 47% rispetto a gennaio-settembre 2014, equamente distribuito tra autoveicoli leggeri (autovetture e veicoli commerciali leggeri fino a 3.500 kg) e pesanti (autocarri sopra i 3.500 kg e autobus).

Quella dei veicoli commerciali leggeri è la tipologia di autoveicolo che ha registrato la crescita più limitata nei primi nove mesi del 2015, in termini di unità prodotte: +15,5%. Occorre, tuttavia, interpretare correttamente il dato, ricordando che questo comparto è quello che ha dato il contributo più importante nel contenere la caduta del settore automotive negli anni della crisi: tra il 2007 e il 2014, infatti, la produzione è calata del 16%, contro flessioni del 56%, del 51% e dell’80% per autovetture, autocarri e autobus rispettivamente.

Auto connessa e filiera automotive, le prospettive

Il mondo dell’automobile può prescindere sempre meno dalle nuove tecnologie. Quello dell’ auto connessa e dell’infomobilità è un futuro che sa già di presente, nel quale le eccellenze dell’industria dell’automotive italiana possono giocare una parte importante.

Proprio per questo, per promuovere le eccellenze dell’industria italiana nel settore della telematica e infomobilità, Anfia è presente, insieme a Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, alla prima edizione di New Mobility World, l’area espositiva dedicata alla mobilità del futuro allestita al Salone dell’auto di Francoforte, dal 17 al 27 settembre 2015.

Anfia presenta progetto “Italian Creativity in the Connected World”, al quale hanno aderito tre aziende della propria Sezione Telematica: Meta System, Targa Telematics e Vodafone Automotive, con prodotti e soluzioni tecniche per lo sviluppo dell’ auto connessa e della smart mobility.

Di fatto, il New Mobility World è il luogo d’incontro tra i rappresentanti dell’industria automotive, gli specialisti delle nuove tecnologie e i fornitori di servizi per la mobilità, che ospita oltre 150 partner ed espositori divisi in cinque aree: Connected Car, Automated Driving, E-Mobility, Urban Mobility and Mobility Services.

Il discorso dell’ auto connessa, con tutti gli addentellati che si porta con sé, può essere una straordinaria opportunità di sviluppo per le industrie italiane dell’automotive. La stessa Anfia è convinta che la prossima frontiera per le tecnologie dei veicoli sarà un veicolo “sensore”, destinato a muoversi all’interno di sistemi di mobilità integrata: il veicolo comunicherà i dati rilevati ai fornitori di servizi e riceverà i dati in tempo reale per risolvere eventuali problemi di mobilità.

I cosiddetti ITS (Intelligent Transportation Systems), di cui l’ auto connessa fa parte, coinvolgono nel loro sviluppo diverse aziende del settore industriale, molte delle quali sono chiamate a sviluppare infrastrutture adeguate che consentano una rapida implementazione di queste tecnologie. Un esempio di come il settore dell’auto possa fare da volano al rilancio di altri settori industriali complementari.

Ma non è tutto. Nell’ambito di uno scenario europeo sempre più attento ai temi dell’ auto connessa, Anfia segnala la necessità di un quadro regolamentare italiano chiaro ed efficace. A beneficiare di un quadro normativo che possa supportare l’ulteriore sviluppo della telematica assicurativa come tecnologia capace di accrescere la sicurezza sulle strade e abbattere i costi assicurativi potranno essere tutti gli automobilisti. Del resto, i nostri costi assicurativi sono tra i più alti d’Europa, con un premio medio rc auto pari a 401 euro, rispetto ad una media europea di 257 euro.

Ecco perché non solo la filiera auto potrebbe ripartire da uno sviluppo serio e intelligente delle tecnologie collegate all’ auto connessa.

Automotive in crescita, ma servono nuove politiche fiscali

L’ automotive è sempre stato un settore trainante per l’economia italiana e, come se non più degli altri settori produttivi, ha sofferto i colpi della crisi. Ora, però, i segnali incoraggianti non mancano e l’ automotive guarda con meno ansia al futuro, anche se occorreranno anni per recuperare le perdite sofferte.

Secondo i dati preliminari di ANFIA (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), nei primi 7 mesi del 2015 la produzione di autovetture in Italia ha registrato un aumento del 64%, mentre nel mese di luglio la crescita è stata del 72%.

Grazie al buon andamento della domanda interna e delle esportazioni, nel 2015 la produzione complessiva di autovetture potrebbe attestarsi attorno a 650mila unità, vale a dire un surplus di 250mila vetture rispetto al 2014. Bel colpo per l’industria automotive.

Il mercato dell’auto italiano ha infatti riportato un incremento del 15% nei primi 8 mesi dell’anno e la stima ANFIA per il 2015 è di 1,52 milioni di autovetture immatricolate. Anche il mercato europeo dell’ automotive ha registrato volumi di vendita in crescita, con buone performance dei marchi Fiat e Jeep. I nuovi modelli recentemente lanciati e prodotti nello stabilimento di Melfi – Fiat 500X e Jeep Renegade – continuano a riscuotere un buon successo tra i consumatori italiani ed europei.

I cinque major market UE, che rappresentano oltre il 73% del totale immatricolato dell’Unione europea, hanno registrato oltre 6,8 milioni di vendite di auto nuove nei primi 8 mesi 2015, pari all’8,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

Per quanto riguarda la produzione dell’industria automotive nel suo insieme, secondo i dati Istat l’aumento tendenziale registrato a luglio è stato del 31,4%, mentre nel periodo gennaio-luglio 2015 la crescita si è attestata al 25,9%. Il tutto, in un contesto in cui l’indice della produzione industriale nel suo complesso ha mostrato un aumento del 2,7% a luglio 2015 e dello 0,7% nei primi 7 mesi dell’anno, conferma ulteriormente il trend di ripresa del comparto automotive.

Vale lo stesso discorso anche per l’andamento del fatturato, che per il settore automotive nel suo insieme è cresciuto del 18,6% nel periodo gennaio-maggio, mentre la variazione tendenziale positiva del fatturato complessivo dell’industria in senso stretto è stata appena dello 0,1%, nello stesso periodo, grazie all’export.

Secondo Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA, “dopo la buona chiusura del 1° semestre, con la produzione italiana di autovetture in crescita del 63%, l’ingresso nel secondo semestre si rivela, quindi, ancora positivo. Questo trend crescente della produzione interna, assicura anche un buon livello di commesse alla filiera italiana della componentistica: sempre secondo i dati ISTAT, la produzione di parti ed accessori per autoveicoli registra una crescita del 17,5% nel mese e dell’8,7% nei primi sette mesi dell’anno, proprio grazie al sostegno degli ordinativi interni, in crescita dell’11,1% a gennaio-maggio 2015 (gli ordinativi totali crescono del 4,8%)”.

Questo buon andamento del comparto – prosegue Giordaci spinge a sottolineare l’effetto trainante che l’ automotive è in grado di produrre sull’economia nazionale, rappresentando una filiera che conta oltre 1,2 milioni di addetti diretti e indiretti – pari al 7,6% del totale degli occupati in Italia nelle imprese dei settori industria, commercio e servizi – di cui 265mila nella filiera produttiva automotive, pari al 7% del settore manifatturiero italiano. Di qui il nostro appello alle istituzioni sull’importanza di sostenere il comparto con politiche industriali e fiscali adeguate a rilanciarne appieno lo sviluppo, coerentemente con le potenzialità e il know-how presenti sul territorio”.

Robusta ripresa per l’ automotive italiano

Qualche robusto segno di ripresa sembra arrivare dal settore italiano dell’ automotive. Secondo i dati preliminari di Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, nel 1° semestre 2015 la produzione di autoveicoli in Italia ha superato di oltre il 40% i livelli del 1° semestre 2014, per un totale di quasi 520mila unità, il miglior risultato dell’ automotive, per il periodo gennaio-giugno, dal 2009 ad oggi.

Per il comparto delle autovetture, l’incremento della produzione nel 1°semestre 2015 è del 63%, con oltre 343mila unità prodotte, circa 130mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Alla crescita dei volumi produttivi di oltre il 50% nel 1° trimestre, ha fatto seguito un’ulteriore spinta nel 2° trimestre, che ha chiuso a +75%.

Questo brillante risultato del settore automotive si deve soprattutto al lancio dei nuovi modelli prodotti nello stabilimento di Melfi – Fiat 500X e Jeep Renegade – che hanno riscosso un buon successo tra i consumatori italiani ed europei, e al sostegno di una domanda interna in ripresa. Il mercato italiano dell’ automotive ha infatti chiuso i primi 6 mesi 2015 a +15,2%, con una crescita del 17% per le marche nazionali, mentre in Europa (EU28+EFTA) l’aumento tendenziale delle immatricolazioni è stato dell’8,2% (+12,6% le vendite di FCA) nello stesso periodo.

Buoni i risultati anche per il settore dei veicoli commerciali leggeri, la cui produzione, nel 1° semestre 2015, è cresciuta del 12%, per un totale di circa 160mila unità prodotte. Anche per questo comparto, il rialzo dei volumi produttivi è stato maggiore nel 2° trimestre, con una variazione positiva del 16%, pari al doppio dell’aumento tendenziale registrato nel 1° trimestre, anche grazie ad un mercato interno in recupero (+7,7% nel 1° semestre 2015).

Dopo una contrazione del 23% nel 2014, anche la produzione di autocarri (di portata superiore a 3.500 kg) ha segnato un’inversione di tendenza nel 1° trimestre 2015, totalizzando circa 7.800 unità, pari al 51% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Un ulteriore incremento del 64% ha portato il 2° trimestre a quota 9.200 unità prodotte. Il 1°semestre 2015 chiude, quindi, a 17mila unità prodotte, miglior dato degli ultimi 4 anni, in crescita del 58% rispetto a gennaio-giugno 2014, mentre il mercato autocarri risulta in rialzo del 15,1%.

Un discorso analogo vale per il comparto autobus che, tuttavia, si attesta su volumi produttivi ridottissimi nel panorama dell’ automotive. Dopo una produzione di appena 289 unità nell’intero 2014, nei primi 3 mesi 2015 sono uscite dagli stabilimenti italiani circa 190 unità, mentre nel 2° trimestre, la produzione non raggiunge le 300 unità. Nel complesso, nel primo semestre del 2015, la produzione di autobus ammonta a circa 480 unità e riguarda prevalentemente il segmento dei minibus.

Una valutazione a parte merita questo settore dell’ automotive. Nonostante lo sforzo industriale che si sta tentando di fare per garantire all’Italia di continuare ad avere una produzione nazionale di autobus, la domanda pubblica rimane del tutto asfittica, se non inesistente. Siamo ancora in attesa dell’emanazione del piano di riparto delle risorse stanziate per il 2015. Secondo Gianmarco Giorda, direttore di Anfia “il comparto del trasporto pubblico locale, nel nostro Paese è privo di una programmazione adeguata delle risorse e di una strategia di intervento a medio termine, che punti all’efficienza e alla qualità del servizio, mentre negli altri major market europei rappresenta un settore di importante sviluppo delle politiche di mobilità. Con oltre 12 anni di età media, il parco autobus italiano è il più ‘anziano’ tra le diverse tipologie di veicoli circolanti in Italia, con conseguenze molto negative per l’ambiente (emissioni e consumi) e per la sicurezza del trasporto collettivo”.

Carico fiscale ancora pesante per l’automotive

Il settore dell’industria automobilistica ha patito particolarmente le conseguenze della crisi e a fatica sta cercando di riprendersi.
Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, facendo un’analisi approfondita sulla situazione del comparto, ha scoperto che, nonostante le difficoltà dell’automotive italiano, il carico fiscale complessivo che grava sulla motorizzazione è ulteriormente cresciuto anche nel 2014, raggiungendo i 71,6 miliardi di Euro, pari ad un incremento dell’1,7% rispetto all’anno precedente.

Questo aumento ha anche vanificato il leggero calo, dello 0,3%, del totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2013, derivante da un andamento negativo delle imposte dirette (-3,5%) e positivo delle imposte indirette (+3,6%), basate sui consumi.
Ma la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul gettito complessivo calcolato secondo il criterio di cassa, è ulteriormente salita, portandosi dal 16,5% del 2013 al 16,8% nel 2014.

Roberto Vavassori, presidente Anfia, ha commentato: “Facendo un confronto con il 2009, anno in cui il gettito fiscale complessivo proveniente dal settore automotive ha toccato il punto di minima dall’inizio della crisi (66,32 miliardi di Euro, pari al 16% delle entrate tributarie nazionali), complice la crisi del mercato auto, è significativo rilevare che la tassazione derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo ha continuato a crescere, portandosi da 51,18 miliardi di Euro a 58,67 nel 2014 (+14,6%)”.

Nello stesso periodo, anche il gettito derivante dal possesso dell’autoveicolo (bollo auto) è cresciuto del 7,7%, passando da 5,67 miliardi a 6,10 miliardi. Questo a fronte di introiti derivanti dall’acquisto degli autoveicoli (IVA e IPT) scesi da 9,48 miliardi a 6,83 miliardi nel 2014 (-27,9%), con un mercato auto in flessione del 37% tra 2009 e 2014.
Nel 2014, la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL è pari al 4,5%, mantenendo il primato tra i maggiori Paesi europei, visto che la media si aggira tra attorno al 3,4%1.

Se il trend rilevato nel 2014 proseguisse, e quindi il gettito continuasse a crescere, gli introiti provenienti dal settore continuerebbero a lievitare in concomitanza con la ripartenza della domanda di auto, quando, al contrario, occorrerebbe riequilibrare alcune voci di spesa, come le accise sui carburanti e la tassazione sull’utilizzo dei veicoli, basandosi sulla regola che “chi più inquina paga”.

Nel 2014, pur essendo diminuiti i prezzi medi dei carburanti alla pompa, è aumentata l’incidenza fiscale (accise e IVA) che grava sul prezzo finale: per la benzina è passata dal 59,2% del 2013 al 60,7%, per il gasolio dal 54,8% al 56,5%, per il GPL dal 35,8% al 37,2%, per il metano dal 18% al 18,5%.
Per rilanciare davvero la domanda di mobilità nel nostro Paese, occorre invertire questa tendenza, con particolare attenzione alla spesa delle famiglie, ma anche alla competitività delle imprese, in direzione di una fiscalità automotive più equa.

Rispetto al altri Paesi quali Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, l’incidenza delle auto aziendali sul mercato italiano, del 19,8% a fine 2014, è molto più bassa, a causa della pesante fiscalità che penalizza il comparto. In Italia, la deducibilità è stata ridotta in pochi dal 40% al 20%, mentre in ambito UE arriva fino al 100%.
C’è da aggiungere che le soglie di deducibilità per le auto utilizzate da imprese e professionisti sono ferme al 1997, non essendo mai state rivalutate secondo gli indici ISTAT come, invece, sarebbe previsto.
Anche l’IVA è detraibile solo al 40%, mentre nei principali Paesi UE la detraibilità arriva al 100%.

Vera MORETTI

Produzione autoveicoli, i numeri del 2014

Il 2014 è stato l’anno in cui l’indice della produzione autoveicoli a livello industriale è tornato a crescere rispetto ai due anni precedenti. Secondo l’ultimo aggiornamento dei dati Istat, la produzione autoveicoli è stata infatti pari all’84,4% rispetto all’anno base 2010, contro il 79,6% del 2012 e il 77,9% del 2013.

Nel 2014 la produzione autoveicoli in Italia ha sfiorato le 700mila unità, contro le 658mila del 2013, in aumento del 6%. La produzione è cresciuta soprattutto nella seconda parte del 2014, con un aumento del 15,5%, quando invece nel primo semestre si è osservato un calo dell’1,5% rispetto al 2013.

A trainare la crescita della produzione autoveicoli è stato il comparto degli autoveicoli leggeri (vetture e veicoli commerciali inferiori alle 3,5 tonnellate), cresciuti del 7,7% rispetto al 2013, superando le 672mila unità. La produzione di autovetture ha superato le 400mila unità ed è aumentata del 3,3% sul 2013. Se nel primo semestre la produzione registrava un calo del 5,6%, l’exploit nel quarto trimestre con il 29% in più di autoveicoli prodotti, ha chiuso la seconda metà dell’anno a +15,2%.

Quello dei veicoli commerciali leggeri è il comparto di produzione autoveicoli per il quale si è osservata una maggiore crescita, in aumento del 15% sul 2013. Questa crescita è stata ben distribuita durante i vari periodi dell’anno, con un aumento di oltre il 10% nel primo semestre e del 20% nel secondo.

Di tutt’altro segno la situazione riguardante i veicoli industriali pesanti, la cui produzione, nel 2014, ha registrato un vero e proprio crollo: -24%. Gli autocarri con peso superiore alle 3,5 tonnellate hanno visto decrescere la loro produzione del 24% rispetto al 2013. Il 2014 era già cominciato particolarmente male: nel primo semestre, la produzione era diminuita del 38%. Nel secondo semestre, invece, il ritmo della decrescita è diminuito, e si è attestato a -10%.

Discorso analogo per gli autobus, anche se qui le percentuali di decrescita sono più pesanti: nel 2014 la diminuzione della produzione autoveicoli relativamente ai bus, rispetto al 2013, è stata del 31%. Il comparto degli autobus ha presentato volumi ridottissimi (289 unità nel 2014), a cui ha contribuito un mercato ridotto a poche migliaia di unità. La mancanza di una pianificazione del trasporto pubblico e di una strategia di intervento a medio termine hanno infatti indebolito un settore industriale presente invece in tutti i più importanti mercati europei.

Rallenta il mercato auto ma il 2014 resta positivo

Buone notizie per il mercato auto italiano. Secondo i dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a novembre ha totalizzato 107.965 immatricolazioni, il 4,9% in più rispetto a novembre dello scorso anno. Nei primi undici mesi del 2014, i volumi immatricolati dal mercato auto italiano si attestano a 1.267.517 unità, +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Secondo i dati preliminari, come già nei due mesi precedenti, anche a novembre il mercato auto ad alimentazione alternativa supera il 18% di quota e registra un incremento di quasi il 23% rispetto a novembre 2013. Le vetture a GPL e metano registrano, nel mese, rispettivamente aumenti del 30% e del 13,6%, con quote pari al 10,5% nel primo caso e 6% nel secondo. La quota delle auto eco-friendly sfiora così il 15,9% nel cumulato da inizio anno, superando, in termini di volumi, il livello dell’intero 2013.

L’andamento delle vendite sul mercato auto italiano è migliorato nella seconda parte dell’anno, passando dal 14,4% di quota nel primo semestre, al 18% medio nei 5 mesi successivi. Nei primi 11 mesi dell’anno, le vetture a GPL detengono una quota del 9% e le vetture a metano del 5,2%. Le vetture ibride/elettriche risultano in crescita del 15% nel mese e del 43% nel cumulato.

In aumento anche le immatricolazioni di vetture diesel, che toccano la quota del 55,4% nel mese e del 55,3% nel cumulato. In calo, al contrario, i modelli a benzina, che rappresentano, nel cumulato, meno di un terzo del mercato (29%).

Secondo l’anticipazione dello scambio di dati tra Anfia e Unrae, a novembre 2014 gli ordini del mercato auto sono circa 120mila, l’11% in più rispetto a novembre 2013. Nei primi 11 mesi del 2014, gli ordini sfiorano 1 milione e 280mila unità, +6,5% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Segno positivo anche a novembre per il mercato auto italiano, nonostante il rallentamento dei ritmi di crescita rispetto al mese precedente – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di Anfia -. Dopo un primo semestre in rialzo del 3,5%, e un terzo trimestre a +4%, il bimestre ottobre-novembre ha superato del 7,4% le immatricolazioni totalizzate nello stesso bimestre di un anno fa. Ci sono tutti gli elementi per confermare una previsione di chiusura d’anno positiva, attorno a 1.356.000 unità immatricolate, circa 50.000 in più rispetto al 2013, volumi non distanti da quelli del 1979 (1.397.039 unità), ovvero di 35 anni fa”.

“Un contributo alla piccola ripresa dei consumi a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi, potrebbe derivare anche dalla diminuzione dei prezzi dei carburanti, incominciata lo scorso agosto e tuttora in atto – ha proseguito Vavassori. Tra luglio e ottobre, la riduzione del prezzo medio mensile è del 2,9% per la benzina, del 2,6% per il gasolio e del 2,5% per il GPL. Continua, tuttavia, a crescere l’incidenza fiscale sui prezzi di carburanti, nel mese di ottobre pari 60,8% sul prezzo alla pompa per la benzina, del 56,9% su quello del gasolio e del 37,7% sul prezzo del GPL. Un fenomeno, questo, che limita gli effetti positivi del calo del prezzo del petrolio nel nostro Paese rispetto ad altri Paesi europei”.

Vavassori: “Rilanciamo la produzione di autoveicoli in Italia”

“Per dare sostegno alla filiera automotive – che conta all’incirca 1,2 milioni di addetti sul territorio e rappresenta il 17% del gettito fiscale complessivo, pari al 4,4% del PIL – occorrono politiche industriali adeguate e concentrate su specifiche aree di intervento, in primis supporto all’export e allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione di settore”. Non solo microincentivi ecologici, per rilanciare il settore dell’automotive serve ben altro, ne è convinto il Presidente di ANFIA Roberto Vavassori.

Iniziamo dai microincentivi ecologici: tutto secondo previsioni?
I 63,4 milioni di Euro di contributi statali per l’acquisto di veicoli a Basse Emissioni Complessive (BEC) di CO2 non superiori a 120 g/km, messi a disposizione a partire dal 6 maggio scorso, sono dati dalla somma di quanto non speso nel 2013 – quando la notevole quota stanziata per il ricambio del parco delle flotte aziendali prevedeva vincoli così pesanti da lasciarne grossa parte inutilizzata – e del nuovo fondo da 31,3 milioni di Euro stanziati per il 2014 dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).
Per l’anno corrente, grazie alle azioni congiunte svolte dalle Associazioni di settore, tra cui ANFIA – nell’ambito di un tavolo di monitoraggio sulla misura istituito presso il MISE -, una quota maggiore di fondi è stata destinata all’acquisto di veicoli con emissioni non superiori a 95 g/km di CO2, per i quali non è obbligatoria la rottamazione, aperti a tutte le categorie di acquirenti, inclusi i privati cittadini.
A quanto pare, per la parte destinata ai privati, le prenotazioni dei contributi hanno già portato ad esaurimento i fondi stanziati, mentre l’accesso alla parte destinata alle imprese, rimanendo comunque vincolato alla rottamazione di un veicolo con oltre 10 anni di anzianità, probabilmente, lascerà di nuovo un fondo residuo. Sarebbe stato preferibile utilizzare i 63,4 milioni di Euro per favorire il credito al consumo, generando un effetto positivo e non distorsivo sul mercato.

Non si possono certo definire incoraggianti le cifre che avete recentemente diffuso in merito al mercato e alla produzione di autoveicoli in Italia nel corso del 2013. Pensate che ci sarà inversione di tendenza nel 2014?
Per quanto i dati di mercato relativi al primo quadrimestre 2014 mostrino segnali di ripresa (+5% rispetto allo stesso periodo del 2013), che autorizzano ad un moderato ottimismo e alla previsione di un primo semestre positivo, ad aprile l’incremento delle immatricolazioni (+1,9%) è il più modesto da quando il mercato ha ripreso a crescere, ovvero da dicembre 2013.
Tra gli elementi che concorrono a questo rallentamento, si evidenzia l’effetto trainante, ma per forza di cose temporaneo, sortito, nei mesi scorsi, dal rinnovo delle flotte – in particolare del noleggio, che nel primo trimestre 2014 ha riportato una crescita del 30,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ necessario, quindi, promuovere il consolidamento di una quota di mercato delle flotte in linea con quella degli altri principali Paesi europei.
Per il canale dei privati, la ripresa è più lenta e necessità di una spinta, attraverso la facilitazione dell’accesso al credito per chi è intenzionato ad acquistare un’auto nuova, anche considerando il preoccupante progressivo invecchiamento del parco circolante italiano. Senza alcun tipo di intervento in questa duplice direzione, la seconda metà dell’anno potrebbe riservare sorprese negative.
Riguardo alla produzione nazionale di autoveicoli – dopo un calo complessivo del 2% nel 2013, ma con qualche segnale di ripresa negli ultimi mesi – il primo trimestre 2014 ha visto un rialzo del 3% circa, passando da quasi 175.000 veicoli prodotti nel primo trimestre 2013 ad oltre 180.000. L’aumento della produzione è stato trainato principalmente dalla crescita della produzione di autoveicoli leggeri (autovetture e veicoli commerciali fino a 3,5 t di peso), in crescita del 5% nei primi tre mesi dell’anno, passando dalle 167.000 unità prodotte nel 2013 alle oltre 175.000 del 2014.
Per contro, nello stesso periodo, la produzione di veicoli pesanti ha registrato una caduta verticale, con un calo del 32% circa, dalle 7.500 unità prodotte del primo trimestre del 2013 alle 5.100 del 2014.
L’eventuale inversione di tendenza della produzione nel 2014 sarà legata all’andamento dei principali indicatori macroeconomici e al miglioramento del clima di fiducia di imprese e consumatori. Per quanto concerne il comparto delle autovetture, le eventuali ricadute positive del piano quinquennale FCA arriveranno più avanti, visto che, dei nuovi modelli annunciati, solo uno, la 500X, entrerà in produzione nel 2014, per di più a fine anno.

Che cosa chiede ANFIA al governo per sostenere un settore vitale come il vostro per l’economia italiana?
Dare sostegno alla filiera automotive – che conta all’incirca 1,2 milioni di addetti sul territorio e rappresenta il 17% del gettito fiscale complessivo, pari al 4,4% del PIL – significa, prima di tutto, lavorare sul contesto in cui l’industria opera. Occorrono politiche industriali adeguate e concentrate su specifiche aree di intervento, in primis supporto all’export e allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione di settore – attraverso strumenti di sostegno certi e procedure di accesso ai finanziamenti e di pagamento più snelle – e riduzione dei costi dell’energia elettrica.
L’altra condizione importante per garantire un futuro al nostro comparto è il rilancio della produzione di autoveicoli in Italia. Poter contare su volumi di produzione rilevanti a livello nazionale significa dare alle imprese una prospettiva di crescita in termini di innovazione tecnologica e di nuovi investimenti in ricerca e sviluppo, elementi decisivi nella salvaguardia della competitività.

JACOPO MARCHESANO