Architetti italiani e opportunità in Cina

Che la Cina sia una frontiera ricca di opportunità per l’Italia è una verità che vale non solo per le imprese, ma anche per i professionisti. In particolare per gli architetti. Il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, tramite il suo dipartimento Esteri, ha infatti attivato diverse iniziative a Chongqing, la terza città della Cina dopo Shanghai e Pechino, a favore degli architetti italiani che decideranno di operare in quella regione.

L’iniziativa degli architetti italiani è pensata in particolar modo per quanti si muoveranno nei settori che, al momento, sono i più promettenti in quella regione della Cina: interior design (per il quale siamo eccellenze mondiali), edilizia residenziale sostenibile e restauro.

In questo senso la presenza dei nostri professionisti si rafforzerà nella regione grazie all’attivazione di un ufficio del Consiglio Nazionale degli Architetti nella sede della Chongqing Association of Real Estate Development, ente che ha espresso l’intenzione di avvalersi di progettisti italiani per alcune interventi immobiliari di pregio.

Chongqing diventerà, col tempo, una sorta di laboratorio sperimentale dell’architettura e del design italiani, grazie alla realizzazione prevista di un intero quartiere italiano ispirato alla cultura architettonica del nostro Paese.

Già ora si sta preparando il terreno per questa entrata in grande stile degli architetti italiani nella regione, con una mostra di opere tratte da una selezione delle edizioni 2013 e successive del premio Architetto italiano e Giovane Talento dell’architettura italiana, organizzata nel New Campus del Sichuan Institute of Fine Arts di Chongqing.

Architetti e ambientalisti: ecobonus a rischio

A volte, in Italia, capita che vengano prese delle iniziative utili e interessanti ma che si perda tempo nell’attuarle e diventino inefficaci. È il timore legato all’ ecobonus che hanno espresso il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) e Legambiente i quali, attraverso una nota, hanno espresso la loro preoccupazione per il “grave ritardo” nei tempi di definizione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, delle modalità di accesso alle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica che riguardano i condomìni, il cosiddetto ecobonus, approvato con la Legge di Stabilità 2016.

Nello specifico, il grave ritardo che potrebbe inficiare i vantaggi dell’ ecobonus è legato alla mancata definizione da parte dell’Agenzia delle Entrate delle modalità con le quali poter cedere ai fornitori che hanno effettuato gli interventi edilizi le detrazioni fiscali legate alle stesse, in modo che, anticipando le risorse necessarie, questi possano innescare un “processo virtuoso di rigenerazione del patrimonio edilizio italiano”.

Ebbene, le modalità per poter accedere a questa opportunità legata all’ ecobonus avrebbero dovuto essere definite entro il 29 febbraio 2016, ma questa definizione ancora manca. Architetti e Legambiente sottolineano che ormai siamo a marzo, che le detrazioni scadono il 31 dicembre 2016 e che quindi questo ritardo e una diffusa incertezza sull’orizzonte degli incentivi rischiano di pregiudicare l’esito positivo dell’ ecobonus.

Siamo indignati – sottolineano Cnappc e Legambienteperché questa importante occasione per la riqualificazione del patrimonio edilizio condominiale sarà sprecata per precisa responsabilità dell’Agenzia delle Entrate che non ha definito subito e in modo semplice i criteri di cessione delle detrazioni, vanificando così una buona norma voluta da Governo e Parlamento”.

Regolamento Edilizio Unico, soddisfazione degli architetti italiani

Gli architetti italiani sono soddisfatti per l’approvazione del Regolamento Edilizio Unico ed esprimono il loro plauso attraverso una nota del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Con l’approvazione delle definizioni standardizzate – si legge nella notasiamo finalmente a un passo dall’effettivo avvio del Regolamento Edilizio Unico per l’adozione del quale gli architetti italiani si sono battuti, mettendo a disposizione tutte le loro competenze, al fine di realizzare una svolta per il mondo dell’edilizia e per cittadini che finalmente potranno contare su norme chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale e che favoriranno la qualità dell’abitare”.

Va oltre il presidente degli architetti italiani, Leopoldo Freyrie: “Consideriamo una nostra vittoria poter passare dalla follia normativa degli oltre 8mila regolamenti, uno per Comune, ad uno schema sul quale si baserà il Regolamento Edilizio Unico, che contiene solo 42 definizioni e che consente finalmente di semplificare non solo la costruzione, ma soprattutto la rigenerazione degli edifici”.

Ci auguriamo che al più presto la Conferenza Stato Regioni provveda a svolgere gli atti di sua competenza affinché il provvedimento possa essere approvato al più presto. Il nostro Paese ha bisogno di norme chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale, che favoriscano la qualità dell’abitare invece della buro-edilizia fonte, tra l’altro, di corruzione e di abusivismo. Procedere verso la semplificazione è necessario proprio per garantire il rispetto della legalità e la trasparenza”, conclude Freyrie a nome di tutti gli architetti italiani.

Protocollo d’intesa sull’ efficienza energetica

Se c’è una categoria professionale impegnata in prima linea sul fronte dell’ efficienza energetica, sia a livello normativo sia a livello operativo, è la categoria degli architetti. A questo proposito, oggi si firma un Protocollo d’Intesa tra il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori ed Enel Energia per una collaborazione destinata a promuovere le riqualificazioni energetiche degli edifici e la loro qualità architettonica.

Appuntamento alle 12.30 al termine della tavola rotonda delle ore 10 “Efficienza energetica e condomini – L’eco bonus 2016 per avviare la rigenerazione urbana”, nella sede del Consiglio Nazionale degli Architetti in via di Santa Maria dell’Anima 10, a Roma.

Nella tavola rotonda sull’ efficienza energetica vengono anche approfondite le novità introdotte nella conferma dell’ecobonus nella Legge di Stabilità, relativamente alla sua estensione ai condomini.

Si tratta di una misura che ha trovato il consenso degli architetti, per diversi motivi. Intanto, è di stimolo al settore edilizio, duramente provato dalla crisi, e in linea con gli obiettivi previsti dall’accordo raggiunto a Parigi nell’ambito della COP21 su energia e cambiamenti climatici; inoltre, ricordano gli architetti, “è fondamentale per oltre venti milioni di cittadini che possono essere sostenuti negli interventi finalizzati a risparmiare sulle bollette, aumentando, allo stesso tempo, la sicurezza e la vivibilità degli edifici”, attraverso un miglioramento della loro efficienza energetica.

Il nuovo Codice degli Appalti fa felici gli architetti

C’è soddisfazione da parte degli architetti italiani per l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti. Non ne fa mistero il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, che è intervenuto con una nota in merito all’approvazione in via definitiva della legge delega sulla Riforma degli Appalti.

Secondo gli architetti italiani, “con il nuovo Codice degli Appalti si attua finalmente una svolta nel settore dei lavori Pubblici che premia la qualità e la centralità della progettazione. Oggi – prosegue la nota – si inaugura una nuova stagione di trasparenza, di efficienza, di partecipazione e di tempi e regole certi in un settore vittima, più di altri, di mafie e corruttele; una nuova stagione per riaffermare la qualità dell’architettura che rappresenta l’unica arma contro la cattiva sorte delle opere pubbliche e per avere, finalmente, buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e che rispondono concretamente ai bisogni dei cittadini”.

Siamo molto soddisfatti – continua la nota del Consiglioche nel testo siano state recepite tutta una serie di proposte e suggerimenti degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione fino ad oggi perduti, spesso a causa di norme sbagliate. Vanno sottolineati con favore alcuni dei più rilevanti punti della nuova legge: il superamento della vecchia Legge Obiettivo; il principio che le gare vengono aggiudicate sulla base di criteri di qualità del progetto con il superamento del principio del massimo ribasso; l’introduzione del débat public volto a rendere tutti i cittadini partecipi di un’opera pubblica; e, ancora, il trasferimento dell’incentivo del 2% per i dipendenti della pubblica amministrazione dalla progettazione delle opere alla fase di programmazione e predisposizione delle gare ed a quella di controllo, con la previsione di sanzioni in caso di mancati controlli e inadempimenti”.

Ora ci aspettiamo – concludono gli architetti italianiche si predispongano al più presto le conseguenti norme chiare e semplici in modo che il nuovo Codice sia al più presto operativo”.

Architetti italiani: periferie migliori per combattere il terrorismo

Gli architetti italiani hanno una ricetta tutta loro per contribuire alla lotta contro il terrorismo. Se non è una soluzione, sicuramente è una prospettiva diversa dalla quale osservare un fenomeno che, dopo i fatti di Parigi, preoccupa ormai tutto il mondo.

Secondo gli architetti italiani, se si intervenisse urbanisticamente sulle periferie si comincerebbero a ottenere alcuni risultati importanti. Non a caso, infatti, i terroristi che hanno scatenato il terrore nella Capitale francese, sono nati e cresciuti in periferie degradate in Francia e in Belgio.

La lotta al terrorismo – scrive infatti il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatoripassa anche attraverso la riqualificazione delle periferie. Come ha ricordato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’equilibrio urbano deve essere una priorità affinché esse non siano più luoghi di nessuno, dove si fomenta l’odio e dove chi vi abita è troppo spesso costretto ad una esistenza ai margini, senza diritti e senza speranze. Serve quindi un salto di qualità culturale per realizzare luoghi di convivenza dignitosi ed adeguati ai bisogni di ciascuno”.

Come professionisti – aggiunge Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani – abbiamo già fatto il mea culpa per aver contribuito nel passato alla realizzazione di agglomerati urbani costruiti senza fini sociali e che hanno prodotto e che producono disadattamento e alienazione, vere e proprie follie edilizie. Ora quel tempo è lontano e la comunità degli architetti ha dato ampie prove di avere acquisito una nuova coscienza del proprio ruolo culturale e sociale, così come dei propri doveri nei confronti delle comunità”.

Il presidente degli architetti italiani ricorda poi l’importanza del cosiddetto RI.U.SO, progetto del Consiglio Nazionale degli Architetti che ha come obiettivo la rigenerazione urbana sostenibile: “Non è solo il primo obiettivo dei progettisti italiani – ricorda Freyrie – ma è, soprattutto, un grande progetto d’investimento di idee sulle città: è, soprattutto, un grande investimento sociale. Non si limita, infatti alla riqualificazione fisica dei luoghi, ma punta a mettere in atto meccanismi che favoriscano nuove forme di relazione e di socialità e che innescano meccanismi virtuosi dal punto di vista dello sviluppo economico in grado di mitigare anche il fenomeno della disoccupazione. Come ci insegna anche la teoria delle finestre rotte, la cura dell’esistente è la premessa per lo sviluppo e la convivenza positiva di una comunità”.

Conferma ecobonus, il plauso degli architetti

L’ ecobonus confermato dal Governo anche per la prossima Legge di stabilità è una misura apprezzata non solo dai cittadini, che potranno beneficiare ancora delle detrazioni collegate, ma anche dai professionisti.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Legambiente si sono espressi infatti a favore della conferma dell’ ecobonus in una nota congiunta: “Apprezziamo fortemente – scrivono – che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, abbia confermato che nella Legge di stabilità 2016 sia prevista per i condomìni – come abbiamo proposto – la stabilizzazione a tre anni dell’ ecobonus energetico e sismico e di innovare gli incentivi per la riqualificazione degli immobili, con una modifica che consente di premiare chi più risparmia energia”.

La conferma del plauso all’ ecobonus prosegue nella nota: “Non si tratta solo di una importante misura per il rilancio dell’edilizia in drammatica crisi di occupazione e di fatturato: lo è per i cittadini che avrebbero la possibilità di ridurre la spesa per il riscaldamento dovuta a edifici ‘colabrodo’; lo è per gli abitanti dell’Italia a rischio sismico e idrogeologico che potrebbero veder finalmente riconosciuto il loro diritto fondamentale alla sicurezza dell’abitare; lo è nell’interesse generale, perché riducendo i consumi energetici si riducono le emissioni di CO2 causa dei cambiamenti climatici”.

Solo con una stabilizzazione tale da permettere di programmare e riqualificare i condomìni – prosegue la nota – si possono rigenerare le città italiane e dare certezze agli investimenti per un habitat migliore”.

Ma architetti e ambientalisti non si fermano qui, per loro la conferma dell’ ecobonus è cosa buona e giusta, ma non sufficiente: “Ora – conclude la nota – ci auguriamo che il ministero dell’Economia, prima, e il Parlamento, poi, concordino sull’opportunità e sull’importanza di un varo di una misura finalmente incisiva e strutturale che in altri Paesi dell’Unione ha dato risultati importanti per l’economia e l’ambiente”.

Gli architetti italiani sul ddl appalti

Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ha voluto esprimere, a nome degli architetti italiani, la soddisfazione per le recenti direttive sugli appalti.

La decisione del Governo, anticipata dal Ministro Delrio nel corso del suo intervento alla Commissione Ambiente della Camera, di fare a meno, nel disegno di legge delega di recepimento delle direttive sugli appalti, del regolamento di attuazione del Codice, è un passo importante, anzi decisivo, verso una effettiva semplificazione dell’intera materia. Da sempre gli architetti italiani sostengono questa tesi che ora sembra vedere finalmente la luce attraverso un apposito emendamento in via di definizione”, ha commentato il presidente degli architetti italiani.

Ha poi aggiunto Freyrie: “Ma c’è un altro aspetto fortemente innovativo sul quale gli architetti italiani esprimono un giudizio molto positivo: il nuovo e decisivo ruolo assegnato – in cooperazione con il Parlamento – all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, chiamata a predisporre – in sostituzione dell’elefantiaco e superburocratico Regolamento – una serie di linee guida snelle, ma efficaci che saranno certamente in grado di svolgere contemporaneamente una azione di regolamentazione e di controllo”.

Perché il quadro sia completo, il presidente degli architetti italiani, auspica anche un intervento su un aspetto che, a suo giudizio, altera la libera concorrenza sul mercato della progettazione: “Si tratta – dice Freyriedella questione dell’incentivo del 2% dato ai dipendenti pubblici o alle strutture della Pubblica amministrazione che effettuano progettazione. E’ un chiaro elemento distorsivo del mercato della progettazione in termini di concorrenza e qualità. Sarebbe, invece, molto opportuno ed utile incentivare il lavoro dei tecnici della Pa perché finalmente siano predisposti programmazioni e studi di fattibilità indispensabili per ogni buona opera pubblica”.

Un premio per i padiglioni di Expo 2015

Chi, in questi mesi, ha visitato Expo 2015 a Milano ha senz’altro avuto modo di ammirare le stupefacenti architetture di molti dei padiglioni che costituiscono l’Esposizione Universale. Ebbene, adesso sarà possibile anche votare quello con l’architettura migliore per fargli vincere un prestigioso premio internazionale.

Attraverso una piattaforma web raggiungibile cliccando qui, tutti possono esprimere la propria preferenza sul vincitore del premio “Le Architetture dei Padiglioni di EXPO MILANO 2015”.

L’iniziativa per i padiglioni di Expo 2015 è stata promossa Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, dall’Istituto Nazionale di Architettura, dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili, da Federcostruzioni e dall’OICE, con il coordinamento e supporto di PPAN comunicazione e networking per il costruito e il patrocinio di Expo Milano 2015.

Fino al 20 ottobre, accedendo alla piattaforma si possono consultare le schede dedicate ai singoli padiglioni ed esprimere il proprio voto compilando un form. La proclamazione del vincitore e la premiazione con il Premio del pubblico avverranno durante un evento prima della chiusura di Expo 2015.

Sono candidati a concorrere al premio tutti i 54 padiglioni self built di Expo 2015 e saranno premiati i tre principali soggetti che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera: committenti, progettisti e imprese esecutrici.

Architetti italiani: sì a un Osservatorio sull’abusivismo

Gli architetti italiani tornano a chiedere con forza l’istituzione di un Osservatorio sul fenomeno dell’abusivismo in grado di monitorare il consumo di suolo attraverso avanzati sistemi di controllo.

Nonostante si sappia che non ci saranno più condoni – afferma Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti italiani -, l’abusivismo, che, è bene ricordarlo sempre, è un ecoreato, continua ad essere diffuso e a distruggere insieme alla dispersione urbana, quel fenomeno rappresentato dalla rapida e disordinata crescita delle città, i nostri territori”.

L’approvazione da parte del Senato del nuovo Codice degli Appalti rappresenti la svolta per inaugurare una rivoluzione copernicana nell’edilizia: svolta che ripristini legalità e trasparenza, dando un colpo molto serio alle mafie. Solo così potremo assicurare ai cittadini città belle e sicure e territori rispettati”, auspica il presidente degli architetti italiani nella giornata conclusiva della Festa dell’Architetto 2015.

La strada da percorrere, grazie al nuove Codice, deve essere quella delle procedure concorsuali, le sole che possono garantire architetture di qualità; ma anche quella della condivisione dei progetti con le comunità; di una seria programmazione che metta a sistema le potenzialità economiche e le risorse disponibili. Tutto ciò potrà evitare che scelte politiche sbagliate, troppo spesso dettate dai favoritismi, provochino ritardi e contenziosi, accrescendo sprechi di risorse sul piano ambientale, economico e sociale”, conclude Freyrie.