Busta paga: chi continua a prendere gli assegni familiari (Anf) dopo l’Assegno unico per i figli?

In linea generale, le famiglie senza figli e orfani ricadono ancora nel perimetro fiscale degli assegni familiari (Anf). A partire da marzo 2022 l’Assegno per il nucleo familiare (Anf) versato dal datore di lavoro e calcolato su criteri di reddito si applica, infatti, solo per casi particolari. Rimane residuale, dunque, l’applicazione degli Anf dopo l’entrata in vigore dell’Assegno unico e universale per i figli disciplinati dal decreto legislativo numero 230 del 2021. Ecco quali sono gli ambiti in cui si prendono gli assegni familiari in busta paga.

Assegno per il nucleo familiare (Anf): da marzo lo percepiscono solo le famiglie che non hanno figli o quelle orfanili

Con l’entrata in vigore dell’Assegno unico per i figli, dal 1° marzo 2022 le famiglie che possono ancora percepire le prestazioni dell’assegno per il nucleo familiare (Anf) sono quelle che non hanno figli o quelle orfanili. Infatti, il comma 3 dell’articolo 10 del decreto legislativo numero 230 del 29 dicembre 2021 prevede che “limitatamente ai nuclei familiari con figli e orfanili, a decorrere dal 1° marzo 2022, cessano di essere riconosciute le prestazioni di cui all’articolo 2 del decreto legge 13 marzo 1988, numero 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, numero 153 e di cui all’articolo 4 del testo unico delle norme concernenti gli assegni familiari, approvato con decreto del Presidente della Repubblica numero 797 del 30 maggio 1955. Conseguentemente, sono ridotte le risorse da trasferire all’Inps per effetto del minor fabbisogno relativo alle effettive esigenze connesse alle prestazioni di cui al primo periodo”.

Chi può ancora percepire il vecchio assegno per il nucleo familiare (Anf)?

L’assegno per il nucleo familiare continua a essere pagato, dunque, per i nuclei familiari:

  • composti dai soli due coniugi, non legalmente ed effettivamente separati;
  • “del nucleo familiare possono far parte, alle stesse condizioni previste per i figli ed equiparati, anche i fratelli, le sorelle e i nipoti di età inferiore a diciotto anni compiuti ovvero senza limiti di età, qualora si trovino, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi a un proficuo lavoro, nel caso in cui essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto a pensione ai superstiti”.

Assegno per il nucleo familiare (Anf) percepito dalle famiglie nel caso in cui non si percepisca l’Assegno unico per i figli

L’assegno per il nucleo familiare (Anf) può essere percepito dunque dalle famiglie che non percepiscano l’Assegno unico per i figli per esclusione. Ovvero, come chiarito dall’Inps con la circolare numero 34 del 28 febbraio 2022, nei casi in cui:

  • le famiglie con figli non abbiano diritto all’Assegno unico per i figli, ad esempio, perché abbiano superato i 21 anni di età e non disabili;
  • oppure perché maggiorenni ma non rientranti nei quattro requisiti previsti dall’articolo 2 del decreto legislativo numero 230 del 2021.

In questi casi, l’Inps ha stabilito che le nuove domande degli Anf possono essere accolte con il limite degli altri componenti della famiglia ancora beneficiari degli Assegni per il nucleo familiare dopo l’introduzione dell’Assegno unico per i figli.

Assegno unico per i figli e Anf: cosa cambia dal 1° marzo 2022

Dalle norme dunque si prevede che, a partire dal 1° marzo 2022, si producano i seguenti effetti:

  • non saranno più riconosciute le prestazioni di Assegno per il nucleo familiare (Anf) e di Assegni familiari, riferite ai nuclei familiari con figli e orfanili per i quali subentra la tutela dell’Assegno unico per i figli;
  • continueranno, invece, a essere riconosciute le prestazioni dell’Assegno per il nucleo familiare (Anf) e degli Assegni familiari riferite ai nuclei familiari composti unicamente dai coniugi, con esclusione del coniuge legalmente ed effettivamente separato, dai fratelli, dalle sorelle e dai nipoti, di età inferiore a diciotto anni compiuti, ovvero senza limiti di età, qualora si trovino, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi ad un proficuo lavoro, nel caso in cui essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto a pensione ai superstiti.

Famiglie orfanili, cosa cambia dal 1° marzo 2022?

Se il nucleo orfanile risulta composto da figli minori o maggiorenni inabili, a partire dal 1° marzo 2022 non spetteranno l’Assegno per il nucleo familiare (Anf). E nemmeno gli Assegni familiari. Sarà tuttavia possibile riconoscere solo l’Assegno unico per i figli, tenendo conto dei limiti di età contenuti nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Nonché della condizione di figlio a carico che deve essere verificata sulla base di quanto previsto dall’articolo 3 del decreto del Presidente nella Repubblica numero 159 del 5 dicembre 2013.

Ulteriori novità del nuovo Assegno per i figli minori

Come chiarito dall’Inps nella circolare numero 34 del 2022, inoltre, escono dal perimetro dell’Assegno per i nuclei familiari (Anf) i trattamenti richiesti dai nonni per i nipoti a carico. Le prestazioni sono sostituite dall’Assegno unico per i figli che deve essere richiesto direttamente dai nonni nel caso in cui si tratti di accasamento o collocamento eterofamiliare.

Differenze tra l’Assegno unico per i figli e l’Assegno per il nucleo familiare

La differenza tra l’Assegno unico per i figli e l’Assegno per il nucleo familiare non risiede solo nella composizione familiare. Ma anche dal valore del trattamento. Infatti, per l’Assegno unico per i figli il valore del trattamento dipende dall’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee); per l’Assegno per il nucleo familiare il valore è determinato dal reddito dei componenti la famiglia. Sono da escludersi, dal calcolo, alcuni redditi, come le rendite Inail e il Trattamento di fine rapporto (Tfr). L’Anf, inoltre, è erogato in un periodo differente, da luglio a giugno dell’anno susseguente. Infine, differentemente dall’Assegno unico per i figli, l’Assegno familiare viene corrisposto a favore del nucleo familiare in possesso di un reddito che deve essere prodotto, per non meno del 70%, dal lavoro dipendente.

Presentazione della domanda degli Assegni familiari Anf: come si procede?

Le modalità di presentazione della domanda degli Assegni per il nucleo familiare sono rimaste invariate. L’istanza si presenta all’Inps ma il pagamento in busta paga è effettuata dal datore di lavoro. Quest’ultimo conguaglia le prestazioni anticipate mediante la denuncia Uniemens. In alcuni caso particolari, si può procedere con il pagamento diretto diretto da parte dell’Inps. Ad esempio, nel caso dei dipendenti delle società fallite. Per determinati casi, è necessaria l’autorizzazione dell’Inps. Ad esempio, se ci si trova in presenza di coniugi, di fratelli, di sorelle e di nipoti in possesso dei requisiti richiesti dalla legge.

Maggiorazione pensioni e assegni familiari, nuova circolare Inps

Nuova circolare Inps sugli assegni familiari e sulle maggiorazioni. L’Istituto ha prodotto la canonica circolare di inizio anno con cui da le informazioni utili e gli importi di alcune delle prestazioni a favore dei lavoratori autonomi in genere e di particolari categorie quali coltivatori diretti, mezzadri e coloni.

In pratica, informazioni utili per quei soggetti in genere fuori dal perimetro di applicazione della normativa sull’assegno per il nucleo familiare.

Di cosa tratta la circolare

La circolare Inps sottolinea che dal primo gennaio 2022 sono stati rivalutati i limiti di reddito familiare utili sia alla corresponsione degli assegni familiari e delle eventuali quote di maggiorazione delle pensioni che per la loro cessazione o rimodulazione.

Un passaggio di prassi che l’Istituto Previdenziale ogni anno produce tramite circolare. Anche in questo caso, come lo stesso Istituto precisa a margine della circolare stessa, che per via della prossima introduzione dal primo marzo dell’assegno unico e universale per i figli a carico, per alcuni nuclei familiari verranno meno le prestazioni previste dall’articolo n° 4 del Testo Unico sulle norme per gli assegni familiari.

La circolare Inps n° 9/2022

Coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti, pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi, sono questi i soggetti a cui si riferiscono le informazioni in materia di assegni familiari e maggiorazioni che l’Inps ha prodotto con la sua circolare.

Il primo punto interessante della circolare riguarda la cessazione del diritto al trattamento di famiglia. L’Istituto precisa che pur se si ricade nei casi di cessazione per via delle nuove norme base sul reddito familiare, gli altri benefit derivanti dai soggetti a carico fiscale di un contribuente, non vengono meno.

Dal punto di vista

  •  8,18 euro  al mese a coltivatori diretti, coloni e mezzadri per i figli e per gli equiparati;
  • 10,21 euro al mese per i pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi per il coniuge e i figli.

Le nuove tabelle e i nuovi limiti per maggiorazioni e assegni familiari

Alla circolare sono allegate anche le tabelle con tutte le informazioni utili come possono essere i limiti di reddito utili a poter incassare assegni familiari e maggiorazione pensione per l’anno 2022.

Emerge che il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti è pari a 523,83 euro al mese.

Per avere diritto a questo trattamento minimo occorre rientrare in determinati parametri reddituali e questi sono:

  • 737,73 euro per coniuge, genitore, figli o equiparati;
  • 1.291,02 euro per due genitori ed equiparati.

Assegni al nucleo familiare: si può richiedere per figli residenti all’estero?

In questa rapida guida andremo a verificare una questione legata alla ricezione dell’assegno al nucleo familiare. Molti si chiedono se sia possibile richiedere il percepimento dell’assegno anche per figli residenti all’estero. Scopriamolo insieme, nei prossimi paragrafi.

Assegni al nucleo familiare, a chi spettano

Dunque, quando si parla di assegno per il Nucleo Familiare (noto anche come ANF) si parla di una prestazione economica che è erogata dall’INPS ai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori, dei titolari delle pensioni e delle prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente, oltre che dei lavoratori assistiti dall’assicurazione contro la tubercolosi.

La documentazione necessaria per poter richiedere gli assegni al nucleo familiare, qualora spettassero, è la seguente

  • Codice PIN INPS
  • Documento di identità di tutti i componenti del nucleo familiare
  • Carta di soggiorno e/o permesso di soggiorno di tutti i componenti del nucleo familiare
  • Certificato stato di famiglia del dichiarante oppure autocertificazione
  • Codice fiscale di tutte le persone che fanno parte del nucleo familiare
  • Dichiarazione dei redditi di tutte le persone che fanno parte del nucleo familiare (modello unico oppure modello 730) oppure nel caso non venisse presentata alcuna dichiarazione dei redditi, cud  di tutte le persone che fanno parte del nucleo familiare
  • Dati datore di lavoro
  • In caso di lavoratore domestico, copia dei bollettini pagati
  • Sentenza di separazione/divorzio nel caso di separazione/divorzio dei coniugi
  • Se nel nucleo familiare sono presenti  invalidi con oltre 66% , certificazione di invalidita’.
  • In caso di coniuge deceduto, portare copia del certificato di morte
  • Dati della scuola frequentata dai figli
  • In caso di coppie non sposate, dichiarazione dell’altro genitore che non percepisce anf

Figli all’estero: è possibile richiedere assegni familiari?

La risposta a questa annosa domanda è “Sì”, ma ovviamente il suo esito dipenderà da alcuni fattori.

Possiamo, in breve riassumere la questione così: l’ assegno per nucleo familiare può essere richiesto sia nel caso in cui i familiari risiedano in Italia, sia che vivano invece all’estero. Infatti, in seguito a due sentenze della Corte di Giustizia del 25 novembre 2020 (nelle cause C-302/2019 e C-303/2019), è possibile richiedere gli assegni familiari anche per i familiari cittadini extra-comunitari che non vivono in Italia, poiché tale beneficio viene accordato ai cittadini italiani (e quindi è necessario che venga riconosciuto anche ai cittadini stranieri) indipendentemente dal luogo in cui i proprio familiari abbiano residenza.

Come presentare domanda per assegni familiari?

Non vi è una univoca soluzione per presentare richiesta di assegni familiari, vediamo quali sono le procedure.

La domanda di assegni familiari deve essere presentata al proprio datore di lavoro, nel caso in cui il richiedente svolga attività lavorativa dipendente, utilizzando il modello ANF/DIP (SR16). Il datore di lavoro deve corrispondere l’assegno per il periodo di lavoro prestato alle proprie dipendenze, anche se la richiesta è stata inoltrata dopo la risoluzione del rapporto

La richiesta va invece fatta all’Inps se il lavoratore è addetto ai servizi domestici, operaio agricolo dipendente a tempo determinato, lavoratore iscritto alla gestione separata, ovvero abbia diritto agli assegni come beneficiario di altre prestazioni previdenziali.

Dunque, questo è quanto vi fosse di più necessario ed utile da sapere in merito alla questione legata agli assegni familiari.

Prestazioni assistenziali e a sostegno del reddito: cosa sono e in quali occasioni sono erogate

Non solo pensioni e previdenza: l’Inps e le Casse di previdenza erogano anche una serie di prestazioni assistenziali che vanno a sostenere il reddito dei cittadini e dei contribuenti. Queste prestazioni si concretizzano in una serie di indennità economiche e sociali fornite in situazioni di disagio. Come le pensioni, queste prestazioni vengono pagate solo in presenza di determinati requisiti e condizioni. Ad esempio, il non raggiungimento di un certo livello di reddito o la presenza in famiglia di persone in condizioni di disabilità.

Erogazioni Inps per il sostegno al reddito: quali sono?

I maggiori interventi forniti dall’Inps in tema di sostegno al reddito sono:

  • l’assegno sociale;
  • gli assegni per il nucleo familiare;
  • la Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia;
  • la Cassa integrazione guadagni straordinaria;
  • l’indennità di accompagnamento;
  • l’indennità di disoccupazione o Naspi;
  • il reddito e la pensione di cittadinanza;
  • la quattordicesima mensilità di pensione.

Assegno sociale: nel 2021 servono 67 anni di età

L’assegno sociale rappresenta una prestazione sostitutiva della pensione sociale. Viene erogata dall’Inps ai cittadini che abbiano almeno 67 anni di età e che si trovino in una particolare condizione di disagio economico. Non è necessario dimostrare un certo montante dei contributi per ottenere l’indennità. Tuttavia, oltre all’età, è indispensabile la residenza effettiva e continuativa per non meno di dieci anni sul territorio nazionale.

Qual è l’importo dell’assegno sociale?

Nell’anno in corso l’importo dell’assegno corrisponde a 460,28 euro e viene pagato per 13 mensilità all’anno. L’importo viene erogato per intero solo se i beneficiari non hanno alcun reddito oppure, se coniugati, hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell’assegno. L’indennità è ridotta per i cittadini non coniugati che hanno un reddito familiare più basso del totale annuo dell’assegno (pari a 5.983,64 euro). Inoltre l’erogazione va a favore anche dei soggetti coniugati il cui reddito familiare sia compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio della stessa cifra. Quindi la misura ha un importo pari alla sottrazione tra l’importo intero annuale dell’assegno sociale e l’ammontare del reddito annuale.

Gli assegni Inps per il nucleo familiare

Anche nel caso di pagamento degli assegni Inps per il nucleo famigliare si rientra nei sostegni economici versati alle famiglie di lavoratori. In particolare, ai lavoratori dipendenti, ai dipendenti agricoli, ai titolari di pensione, agli iscritti alla Gestione separata Inps, ai titolari di prestazioni previdenziali.

Assegno familiare: importo e chi può richiederlo

L’importo dell’assegno dipende da vari fattori: tra questi, sicuramente incidono la numerosità del nucleo e il livello del reddito familiare. In assegna di questi requisiti l’assegno familiare può essere anche chiesto per particolari situazioni come, ad esempio, la presenza di familiari inabili. L’indennità viene pagata dal datore di lavoro insieme alla retribuzione. In questo caso il datore paga per conto dell’Inps.

La Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia

Si tratta di un’indennità economica pagata dall’Inps per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori impiegati nell’industria e nell’edilizia. La condizione essenziale è che i lavoratori debbano trovarsi in precarie condizioni economiche. Ciò deve avvenire come conseguenza della sospensione oppure della riduzione dell’attività lavorativa.

Cassa integrazione guadagni straordinaria

La Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) viene erogata dall’Inps per integrare o per sostituire la retribuzione dei lavoratori di imprese che siano in una situazione di crisi. L’erogazione avviene anche se per l’impresa sia in corso un processo di ristrutturazione, o di riorganizzazione o di riconversione.

L’indennità di accompagnamento agli inabili

A favore degli inabili, l’Inps eroga l’indennità di accompagnamento. Non si fa riferimento alla situazione reddituale del richiedente, ma al suo disagio per l’impossibilità di poter deambulare senza che l’aiuti un accompagnatore. Si tratta, inoltre, di soggetti che non possono compiere atti di vita quotidiana, ma hanno bisogno di una continua assistenza.

Per i disoccupati c’è la Naspi

L’Inps eroga l’indennità di disoccupazione, che dal 2015 ha preso il nome di Naspi. Per ottenere la prestazione è necessario presentare domanda. Il requisito essenziale per l’erogazione è quello di aver perduto il posto di lavoro per cause che non siano dipese dalla propria volontà. L’importo della Naspi si determina in base alla retribuzione percepita prima di perdere il lavoro. In particolare si considera l’imponibile ai fini previdenziali ricevuto negli ultimi 4 anni diviso per il numero delle settimane di contribuzione. Il risultato va moltiplicato per 4,33. A partire dal quarto mese, l’importo della Naspi diminuisce del 3% al mese.

Il Reddito e la pensione di cittadinanza: chi può beneficiarne?

Le due misure sono state introdotte con la legge di Bilancio 2019 per sostenere le famiglie in condizioni di difficolta. Il Reddito di cittadinanza, in particolare, sostiene le famiglie ed è finalizzato al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Il calcolo del Reddito di cittadinanza dipende dalla numerosità e dalla composizione della famiglia, nonché dalla relativa scala di equivalenza. Il beneficiario riceve l’importo su di specifica carta prepagata ogni mese. La pensione di cittadinanza, invece, è una prestazione economica che spetta a chi ha già compiuto i 67 anni di età e rientri entro certi limiti Isee. L’obiettivo è lo stesso del Reddito di cittadinanza, ovvero quello di sostenere le fasce della popolazione più svantaggiate.

Per i pensionati dai 64 anni l’Inps eroga la quattordicesima

La quattordicesima rappresenta la mensilità aggiuntiva corrisposta insieme al mensile di pensione. Il pagamento dell’Inps della misura avviene una sola volta l’anno, generalmente a luglio o a dicembre. Spetta ai contribuenti pensionati a partire dai 64 anni di età e con un reddito complessivo che non superi determinati limiti. In particolare, il reddito complessivo non deve superare di 2 volte il trattamento minimo annuo previsto dall’inps per il Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti.

Chi ha partita Iva ha diritto agli assegni familiari?

Chi ha partita Iva ha diritto agli assegni familiari? Prima di rispondere a questa domanda è bene sottolineare che esiste una differenza tra essi e l’assegno nucleo familiare (ANF). Quest’ultimo viene erogato dal datore di lavoro al lavoratore dipendente e dall’INPS ai pensionati da lavoro dipendente. Mentre, gli assegni familiari vengono pagati solo dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ad alcune categorie di lavoratori. In ogni caso, entrambe le misure rappresentano un contributo dello Stato concesso alle famiglie per ogni familiare a carico.

I lavoratori autonomi possono beneficiare degli assegni familiari?

I titolari di partita IVA non hanno diritto agli ANF, ma in qualche caso possono ottenere gli assegni familiari. Le categorie di lavoratori autonomi che possono usufruire del beneficio sono solo due: coltivatori diretti, mezzadri e coloni; piccoli coltivatori diretti (per le giornate di lavoro autonomo con le quali integrano quelle di lavoro agricolo dipendente);

Hanno diritto agli assegni familiari, anche i titolari di pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi riservate a commercianti, artigiani, coloni, mezzadri e coltivatori diretti.

Per quanto concerne gli ANF, invece, i beneficiari sono i liberi professionisti e i lavoratori subordinati, purché iscritti alla Gestione Separata INPS.

Tuttavia, le suddette categorie che rientrano tra i destinatari degli assegni familiari devono essere in possesso del requisito economico per poterne beneficiare. Infatti, il reddito familiare non deve superare il limite di reddito stabilito dall’INPS.

I limiti di reddito familiare

Come appena accennato, i lavoratori autonomi e i pensionati che hanno diritto agli assegni familiari, per poterne davvero fruire non devono superare le seguenti soglie di reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione del trattamento di famiglia per il primo figlio e per il genitore a carico e relativi equiparati e le soglie di reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione, in base al numero di componenti del nucleo familiare:

  • 1 persona (è il caso del titolare maggiorenne di pensione ai superstiti unico componente il nucleo familiare): € 10.034,61
  • 2 persone: € 16.651,29 – € 19.941,71
  • 3 persone: € 21.410,41 – € 25.637,00
  • 4 persone: € 25.569,37 – € 30.620,81
  • 5 persone: € 29.731,83 – € 35.064,68
  • 6 persone: € 33.695,66 – € 40.352,57
  • 7 o più persone: € 37.658,77 – € 45.099,68

Le suddette soglie di reddito massimo cambiano nel caso in cui i soggetti beneficiari siano vedovi, divorziati, separati legalmente, abbandonati, non sposati. Variano ancora se nel nucleo familiare siano comprese persone, per le quali possono attribuirsi i trattamenti di famiglia, dichiarate totalmente inabili. Infine, una quarta tabella riguarda i soggetti beneficiari vedovi, divorziati, separati legalmente, abbandonati e non sposati e anche con persone nel nucleo familiare, dichiarate totalmente inabili.

Per trovare tutti gli importi dei limiti di reddito presenti nelle quattro tabelle, clicca QUI e poi vai su Allegato 1 nella pagina INPS che si apre.

Per considerare un familiare a carico, l’INPS ha stabilito dei limiti di reddito: 726,11 euro (coniuge, un genitore e ciascun figlio o equiparato); 1.270,69 euro (due genitori ed equiparati).

Si ricorda che le soglie reddituali sopracitate per gli assegni familiari sono differenti dal reddito massimo annuo previsto affinché un familiare sia considerato fiscalmente a carico (e quindi per beneficiare delle relative detrazioni): in tal caso, infatti, è pari a 2.841 euro.

Assegni familiari, l’elenco delle persone a carico e quanto spetta ai beneficiari

  • coniuge;
  • figli con età inferiore ai 18 anni;
  • figli con età inferiore ai 21 anni ma solo se apprendisti o studenti;
  • figli di età inferiore ai 26 anni se studenti universitari (non fuori corso);
  • figli inabili al lavoro;
  • fratelli, sorelle conviventi;
  • nipoti conviventi (i limiti di età e i requisiti sono gli stessi di quelli dei figli);
  • ascendenti (ma solo se il richiedente è un piccolo coltivatore diretto).

Per ogni familiare a carico è riconosciuto ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri un importo mensile pari a 8,18 euro. Ai pensionati iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi è riconosciuto un importo di 10,21 euro. Infine, ai coltivatori diretti per i genitori ed equiparati spetta un importo decisamente minore, solo 1,21 euro.

Come fare la richiesta?

L’invio della domanda va effettuato tramite la modalità telematica sul sito web dell’INPS – servizio di “Invio OnLine di Domande di prestazioni a Sostegno del reddito”; Contact Center da rete mobile (06164164) al costo dell’operatore oppure da rete fissa (803164) gratuitamente. E’ possibile rivolgersi anche ai Patronati.

Si ricorda, infine, che qualora la domanda venga presentata quando il diritto è già sorto, allora gli arretrati degli assegni familiari saranno riconosciuti entro il limite massimo dei cinque anni precedenti.

L’assegno unico figli sostituirà gli assegni familiari?

L’assegno unico universale scatterà il 1° gennaio 2022 per tutti i lavoratori, compreso quelli attualmente esclusi da molte misure di sostegno per i figli. Il governo Draghi non è riuscito a farlo entrare in vigore il 1° luglio 2021, così come auspicato. Tuttavia, a partire da quest’ultima data, la misura partirà per i disoccupati e i lavoratori autonomi che non percepiscono gli assegni familiari.

Si tratta di una soluzione ponte che prevede un assegno semplificato con importi minori rispetto a quello di 250 euro massimi che viene calcolato sui redditi familiari. Per tutto il 2021 rimarranno le detrazioni fiscali per i figli a carico e altre misure di sostegno come il bonus bebè, il bonus mamma e il premio alla nascita. L’assegno ponte che partirà a luglio dovrebbe avere un importo di 100 euro per ogni figlio, comunque da calcolare in base all’ISEE.

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Assegno unico per i figli: chi ci perde e chi ci guadagna?

E’ ormai vicinissima l’approvazione da parte del Senato dell’aiuto universale per le famiglie, previsto dal governo Conte bis e confermato dall’attuale esecutivo a guida Mario Draghi. Infatti, martedì 30 marzo 2021 sarà approvata la legge che introduce l’assegno unico per le famiglie italiane che sarà erogato, però, solo dal 1° luglio 2021. La misura si pone l’obiettivo di incentivare la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l’occupazione, soprattutto quella femminile.

Assegno universale: a chi spetta

L’assegno unico universale avrà come beneficiari le famiglie con figli a carico fino a 21 anni, con una quota base minima e una quota variabile calcolata sulla base dell’ISEE. Ad oggi, l’importo minimo previsto parte dai 40 euro al mese in quota fissa a 200 euro per chi ha un ISEE inferiore a 13mila euro di reddito. Per chi ha figli da 0 a 18 anni, c’è una maggiorazione del 20% per i figli successivi al primo. L’ammontare dell’assegno si dimezza per i figli che hanno un’età compresa tra i 18 ed i 21 anni.

L’assegno non influisce sul calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e del Reddito di Cittadinanza.

Per i minorenni, l’assegno è riconosciuto per ciascun figlio a carico ed è corrisposto dal 7° mese di gravidanza fino al 18° anno di età, con una maggiorazione per i figli successivi al secondo. Dai 18 ai 21 anni, per i figli a carico, l’assegno sarà corrisposto con importo inferiore a quello riconosciuto per i minorenni, ma solo in presenza di percorsi di formazione scolastica, universitaria o professionale, tirocini o percorsi lavorativi a basso reddito, disoccupazione, servizio civile universale.

E’ inoltre considerata la possibilità di corresponsione dell’importo direttamente al figlio maggiorenne, per favorirne l’autonomia. In caso di figli a carico con disabilità, l’assegno viene maggiorato tra il 30% e il 50% a seconda della condizione di disabilità. L’assegno viene erogato per i figli disabili a carico anche dopo il compimento dei 21 anni d’età, ma senza maggiorazione.

Chi ci perde con l’assegno unico?

L’introduzione dell’assegno unico familiare che ha il compito di riordinare e potenziare altre misure di sostegno preesistenti (assegni familiari, detrazioni fiscali, Bonus bebè, Voucher asili nido, Bonus mamma) potrebbe penalizzare alcune categorie di lavoratori, a meno che non vengano inserite delle modifiche, aumentate le risorse messe a disposizioni o ridurre la platea delle famiglie beneficiarie, ma in quest’ultimo caso, l’assegno perderebbe motivo di portare la denominazione “universale”.

L’Istat stima che il 30% circa delle famiglie potrebbe percepire un assegno unico di un importo inferiore a quelli della serie di aiuti di cui fruisce già:

  • Le famiglie con figli a carico over 21 resterebbero escluse dall’assegno unico ma anche delle attuali detrazioni previste;
  • I nuclei familiari molto numerosi, poiché la scala di equivalenza dell’ISEE prevede valori in proporzione inferiori dal quarto figlio in poi;
  • Le coppie di fatto che ad oggi per il calcolo degli ANF possono computare solo il reddito del richiedente, mentre passando all’ISEE, il calcolo prenderà in considerazione i redditi di ambo i genitori;
  • Le famiglie con redditi e patrimoni elevati.

Chi ci guadagna con l’assegno unico?

Sempre secondo le stime Istat, l’introduzione dell’assegno universale porterebbe a un aumento di reddito per il 68% delle famiglie. Quelle particolarmente favorite sarebbero i nuclei familiari dei lavoratori autonomi che, ad oggi, non ricevono aiuti per i figli, ovvero nessun ANF. Ma anche le famiglie che risultato incapienti, quindi, escluse dalle detrazioni fiscali. Solo per il 2,4% dei nuclei familiari non cambierebbe nulla.

Assegno nucleo familiare Gestione Separata: come si richiede e a chi spetta?

I lavoratori parasubordinati, i collaboratori, i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi, nel rispetto dei requisiti previsti, hanno la possibilità di beneficiare dell’ANF, ovverosia dell’assegno nucleo familiare che è una prestazione erogata direttamente dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS).

I requisiti per percepire l’assegno nucleo familiare Gestione Separata

Al riguardo una delle condizioni base, per l’accesso all’assegno nucleo familiare per i lavoratori parasubordinati, per i collaboratori, per i liberi professionisti e per i lavoratori autonomi, è rappresentata dall’iscrizione alla Gestione Separata in via esclusiva. Inoltre, per il periodo di interesse relativo all’erogazione dell’ANF, il lavoratore deve avere adeguata copertura contributiva attraverso il versamento dell’aliquota contributiva che deve comprensiva della quota aggiuntiva che è proprio quella che finanzia l’erogazione dell’assegno.

Aliquota contributiva aggiuntiva e complessiva per professionisti e per i collaboratori o figure assimilate

L’aliquota contributiva aggiuntiva è pari attualmente allo 0,72%, mentre l’aliquota complessiva varia in ragione della categoria in cui rientra il lavoratore che è iscritto in via esclusiva alla Gestione Separata dell’INPS.

Per esempio, attualmente l’aliquota complessiva è pari al 25,72% per i professionisti che non risultano essere assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie. Mentre l’aliquota contributiva complessiva scende al 24% per i professionisti e per i collaboratori, o figure assimilate che risultano essere titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria.

L’aliquota contributiva complessiva più alta, che è pari al 34,23%, è invece a carico dei collaboratori e delle figure assimilate per i quali, iscritti in via esclusiva alla Gestione Separata INPS, è prevista la contribuzione aggiuntiva Dis-Coll. Mentre l’aliquota contributiva complessiva scende, anche se di poco, al 33,72% se non è prevista la contribuzione aggiuntiva Dis-Coll.

Come presentare domanda per l’ANF Gestione Separata INPS

Dal sito Internet dell’INPS, nel rispetto e nel possesso dei requisiti richiesti, la domanda per l’ANF Gestione Separata si può presentare comodamente via web dal sito Internet dell’Istituto di previdenza con accesso tramite credenziali. Ovverosia con accesso tramite codice fiscale e PIN INPS, oppure con SPID, con la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o muniti di Carta di identità elettronica (CIE).

ANF INPGI dipendenti e Gestione Separata: come si richiede e a chi spetta?

Gli assegni familiari costituiscono un aiuto concesso ad alcune categorie di lavoratori per le spese sostenute al fine del mantenimento del proprio nucleo familiare. Per molte di esse, l’erogatore è l’INPS, ma in questo articolo ci soffermeremo sull’ANF erogato dall’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI) ai lavoratori Co.Co.Co iscritti alla Gestione Separata e ai dipendenti.

INPGI, assegni nucleo familiare Co.Co.Co: requisiti

L’ANF è riconosciuto dal 1° gennaio 2009 ai lavoratori che esercitano una collaborazione coordinata e continuativa, e che non siano titolari di pensione né assicurati ad altre forme pensionistiche obbligatorie. Hanno diritto all’assegno familiare i Co.Co.Co, quando almeno il 70% del reddito totale familiare conseguito nell’anno solare precedente il 1° luglio, sia costituito da redditi derivanti una collaborazione coordinata e continuativa.

Il riconoscimento dell’assegno avviene anche, quando il reddito familiare deriva sia da lavoro parasubordinato che da dipendente. In questo caso, il requisito del reddito totale è calcolato dalla somma dei singoli redditi percepiti delle due tipologie contrattuali. Se nell’anno preso in considerazione, il reddito proviene solo da lavoro dipendente, il Co.Co.Co non può fare richiesta per ricevere il pagamento dell’ANF.

INPGI, assegni nucleo familiare Co.Co.Co: la domanda

La domanda deve essere presentata direttamente all’INPGI entro 5 anni dall’avvenuta maturazione del diritto all’assegno familiare. L’entità della prestazione viene determinata come avviene anche agli iscritti della Gestione Separata dell’INPS ed erogata in base alla copertura contributiva, per cui ci sono stati effettivamente i versamenti.

Compilazione del modello per la domanda di ANF dei Co.Co.Co INPGI: istruzioni

La richiesta per l’ANF va presentata all’INPGI e deve essere inoltrata dal 1° febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i compensi fornendo il certificato di stato di famiglia del richiedente e dei suoi familiari (nel caso quest’ultimi non convivano con chi presenta domanda). In caso di variazione della situazione familiare, il certificato di stato di famiglia va rinnovato. In questo caso deve essere indicata la data di decorrenza della variazione e che il modello ANF da presentare all’INPGI va presentato entro 30 giorni dall’avvenuta variazione.

Nel modello va indicato il periodo per il quale viene richiesto l’assegno per il nucleo familiare che, viene riconosciuto per anno solare. Il diritto all’assegno può anche partire dopo il 1° gennaio e terminare prima del 31 dicembre.

Nella compilazione del modello ANF i redditi devono essere dichiarati al lordo delle detrazioni d’imposta, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali. Va indicato il reddito percepito nell’anno immediatamente precedente l’anno specificato nella domanda di ANF, nel caso in cui la decorrenza dell’assegno è inclusa tra luglio e dicembre. Se la decorrenza dello stesso è relativa al primo semestre, vanno specificati i redditi conseguiti due anni prima. Per richiedere l’ANF per eventuali periodi arretrati, va utilizzato un modello per ogni anno.

Modello ANF INPGI Gestione Separata

Compilazione del modello per la domanda di ANF dei dipendenti INPGI: differenza rispetto ai Co.co.Co

La domanda per richiedere l’ANF va presentata al datore di lavoro, corredata dal certificato di stato di famiglia del richiedente e dei suoi familiari (nel caso in cui quest’ultimi non convivano con il richiedente) che va rinnovato ogni 5 anni di permanenza presso lo stesso datore di lavoro.

Nel modello va indicato il periodo per il quale viene richiesto l’assegno per il nucleo familiare che, di norma, decorre dal 1° luglio di ciascun anno e termina il 30 giugno del successivo anno. Il diritto all’assegno può anche partire dopo il 1° luglio e terminare prima del 30 giugno.

Per tutte le richieste di presentate a partire dall’anno 2002 in poi, gli importi da dichiarare, anche se relativi a redditi percepiti in anni precedenti il 2002, devono essere espressi in euro.

Esistono dei casi in cui è necessario chiedere l’autorizzazione all’INPGI (richiesta di autorizzazione ad includere determinati familiari nel nucleo familiare e/o all’aumento dei livelli reddituali in presenza di
particolari condizioni ai fini dell’applicazione della normativa sull’ A.N.F.)

  • Figli ed equivalenti di coniugi legalmente separati o divorziati;
  • Figli naturali (propri o del coniuge) riconosciuti dall’altro genitore;
  • Figli del coniuge nati da precedenti nozze;
  • Fratelli, sorelle e/o nipoti collaterali;
  • Nipoti minori a carico del richiedente, nonno/a;
  • Inabilità di uno o più componenti il nucleo familiare, in assenza della prescritta documentazione sanitaria comprovante lo stato d’invalidità al 100% (per i maggiorenni) o il diritto all’indennità di accompagnamento per i minorenni;
  • Familiari residenti all’estero in Stati membri dell’Unione Europea o convenzionati.

Modello ANF INPGI dipendenti