Assegno unico genitori separati o divorziati: chi può chiederlo?

Genitori separati o divorziati possono richiedere l’assegno unico universale, ma per farlo occorre rispettare le seguenti regole.

Genitori separato o divorziati, chi può avere il contributo?

I genitori separati o divorziati possono richiedere l’assegno unico universale per ogni figlio della coppia. Il contributo di 176 euro a figlio a carico, è legato all’ISEE del nucleo familiare. Ma come ci si comporta, quando il nucleo famigliare non è più quello iniziale, visto che i genitori sono separati o hanno già provveduto al divorzio? Ecco come procedere.

La procedura prevede che i due genitori che hanno la responsabilità genitoriale possano presentare la domanda per l’assegno unico, una volta sola per ogni anno di gestione. Tuttavia occorre indicare tutti i figli della coppia per cui si richiede il beneficio ed il codice fiscale dell’altro genitore. Anche se per quanto disposto dalla legge, l’assegno spetta a prescindere dal versamento dell’assegno di mantenimento stabilito dal giudice in fase di separazione o divorzio.

Quale genitore può chiedere il contributo?

L’assegno può essere richiesto e pagato al 100% ma dal solo genitore richiedente. Quindi sono un genitore riceverà il contributo. Ma non sembra escludersi la possibilità, anche in un secondo momento, che venga erogato in misura suddivisa, pari al 50% tra i genitori che ne hanno diritto.

Quindi quando si presenta la domanda il richiedente deve dichiarare che la richiesta al 100% deve essere univoca secondo accordo tra entrambi i genitori. Ad oggi non è previsto però alcun nulla osta da parte dell’altro genitore, che può quindi modificare la scelta del primo, con un’apposita richiesta successiva. In questo caso il genitore non d’accordo deve accedere, con le proprie credenziali, alla procedure a indicare i sui dati del pagamento per il 50%. Pertanto si consiglia di definire subito con l’ex coniuge le regole per la richiesta del contributo in modo da non generale confusione allo stesso ente erogatore.

Come risolvere il problema per i genitori separati non d’accordo?

Per evitare qualsiasi tipo di conflitto basta allegare l’accordo legale di separazione o altro accordo scritto tra le parti, in fase di richiesta del contributo per assegno unico universale. In ogni caso a prescindere da quale genitore avvierà la procedura per la richiesta dell’assegno occorre indicare:

  • dati fiscali propri;
  • dati del figlio o dei figli;
  • codice fiscale dell’altro genitore;
  • Iban su cui accreditare i versamenti mensili;
  • dichiarazioni di responsabilità;
  • accordo per il 100% o per la divisione del 50% tra le parti;
  • assenso al trattamento dei dati.

Infine se il richiedente ha l’affido esclusivo, nella scheda del figlio si dovrà selezionare la casella «Il nucleo familiare comprende uno solo dei due genitori» per richiedere l’intero importo dell’assegno spettante.

Assegno Unico Ripartito: come richiederlo seguendo le indicazioni INPS

Dal primo gennaio 2022 è possibile richiedere attraverso il sito INPS l’Assegno Unico Universale per i figli fino a 21 anni di età. Solitamente inoltra la richiesta uno solo dei genitori, ma vi sono dei casi in cui i genitori sono interessati a richiedere l’Assegno Unico ripartito. L’INPS con il Messaggio 4748 del 31 dicembre 2021 ha provveduto a chiarire anche questo aspetto.

Cos’è l’Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale è stato introdotto con il decreto legislativo 230 del 2021, si tratta di una misura che va a sostituire i vari provvedimenti welfare riconosciuti alle famiglie, ad esempio sostituisce il bonus bebè, le detrazioni per figli a carico e l’Assegno Nucleo Familiare. Si ottiene per ogni figlio fino ai 21 anni di età.

Fino ai 18 anni di età non sono previste condizioni, mentre per i ragazzi tra i 18 anni e i 21 anni l’Assegno Unico Universale è riconosciuto a patto che il figlio segua un percorso di studi oppure lavori, ma abbia un reddito inferiore a 8.000 euro annui. L’ammontare dell’assegno varia in base alla condizione familiare e in particolare in base al reddito ISEE e all’età dei figli. Per coloro che non presentano il modello ISEE l’ammontare viene determinato nella misura minima prevista per coloro che hanno un ISEE superiore a 40.000 euro.

Le domande come detto possono essere presentate dal 1° gennaio 2022, ma si potrà iniziare a percepire l’assegno dal mese di marzo 2021 nella data compresa tra il 15 e il 21 del mese. L’INPS versa mensilmente l’Assegno Unico, su base annuale dal mese di marzo al mese di febbraio dell’anno successivo. Ogni anno quindi dovrà essere presentata la domanda con i nuovi dati ISEE aggiornati.

L’Assegno Unico Ripartito: come richiederlo

Dopo questa breve disamina generica, rimandiamo agli approfondimenti già scritti che saranno indicati in basso, cerchiamo di capire come funziona l’Assegno Unico Ripartito. In base all’articolo 6 comma 4 del decreto legislativo 230 del 2021 i genitori hanno la facoltà di indicare al momento dell’inoltro della domanda se l’assegno unico debba essere percepito da uno solo dei genitori o in modalità ripartita tra i due genitori. Accedendo alla propria domanda online sarà possibile richiedere il pagamento ripartito anche successivamente alla prima presentazione della domanda e quindi nel corso di validità della stessa. In questo caso l’assegno sarà pagato in modalità ripartita tra i due genitori dal mese successivo rispetto a tale modifica.

Scegliere tra il pagamento per intero e il pagamento ripartito è molto semplice. Per i genitori che vogliono il pagamento per intero sul modulo online sarà sufficiente barrare la CASELLA A con scritto: “In accordo con l’altro genitore chiedo che l’intero importo dell’assegno mi sia corrisposto in qualità di richiedente.

Questa opzione può essere esercita sia da genitori in costanza di matrimonio, sia da genitori separati o comunque non uniti in matrimonio che preferiscano comunque che l’assegno sia percepito da uno solo dei due.

In alternativa si può scegliere l’assegno unico ripartito, in questo caso è possibile scegliere tra l’opzione:

b) “Chiedo che l’importo dell’assegno sia corrisposto in misura ripartita al 50% tra i due genitori e dichiaro di essere stato autorizzato dall’altro genitore ad indicare la modalità di pagamento della sua quota;

oppure

c) “Chiedo che l’importo dell’assegno sia corrisposto in misura ripartita al 50% tra i due genitori e in mancanza di accordo indicherò solo le modalità di pagamento per la mia quota di assegno.

In caso di affidamento esclusivo a un solo genitore, l’assegno unico spetta per intero all’unico genitore affidatario.

Nomina tutore o soggetto affidatario

Nel caso in cui il giudice abbia ritenuto opportuno nominare al minore un tutore o un soggetto affidatario, la regola vuole che, nell’esclusivo interesse del minore, l’assegno unico sia versato a tale soggetto. Al verificarsi di ciò sarà il tutore o il soggetto affidatario a dover presentare la domanda.

I  figli maggiorenni possono presentare direttamente la domanda e potranno indicare per il versamento anche un conto corrente a loro intestato, quindi potranno riscuoterlo loro. In questi casi la domanda presentata dal figlio si sostituisce a quella eventualmente presentata dai genitori.

 

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Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

Si possono già presentare le domande all’Inps per l’assegno unico per i figli. Già dal 1° gennaio 2022, infatti, risulta disponibile sul sito istituzionale dell’Istituto previdenziale la piattaforma online per l’invio delle istanze. Chi presenterà la domanda entro il 30 giugno 2022 riceverà anche gli arretrati dal mese di marzo. Chi, invece, provvederà a presentare l’istanza dal 1° luglio prossimo, vedrà riconoscersi l’assegno unico per i figli solo a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda stessa.

Assegno unico per i figli, quali sono i requisiti per ricevere l’indennità?

L’Inps ha fornito chiarimenti sui requisiti e sulle modalità di presentazione della domanda dell’assegno unico per i figli con la comunicazione numero 4748 del 31 dicembre 2021. La misura è contenuta nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Si ha diritto a ricevere l’assegno unico per ciascun figlio a carico minorenne e per ciascun figlio maggiorenne a carico entro il compimento dei 21 anni di età. La comunicazione non menziona limiti di età per i figli affetti da disabilità: l’Inps paga l’assegno indipendentemente dai requisiti di studio o di lavoro richiesti per i maggiorenni.

Quali sono i requisiti per ricevere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino ai 21 anni?

Nello specifico, per ottenere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino all’età di 21 anni, è necessario che si verifichino determinate situazioni. Il figlio deve, infatti, frequentare un corso di formazione scolastica o professionale oppure un corso di laurea universitario. È corrisposto l’assegno unico anche se il figlio maggiorenne svolge un tirocinio oppure un’attività lavorativa. Dall’attività lavorativa deve ottenersi un reddito annuo che non superi gli 8 mila euro. L’assegno è fruibile anche per i figli risultanti come disoccupati e in cerca di lavoro: in questo caso è necessaria l’iscrizione ai servizi pubblici per l’impiego. Infine, l’assegno unico viene corrisposto anche per i figli impiegati nel servizio civile universale.

Assegno unico per i figli e Isee

Il pagamento dell’assegno unico per i figli necessita della determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Per i figli minorenni si terrà conto dell’Isee previsto dall’articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee minorenni) e secondo quanto disciplinato dall’articolo 9 dello stesso decreto (Isee minorenni corrente). Per i figli maggiorenni, l’Isee al quale fare riferimento è quello previsto dagli articoli da 2 a 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee ordinario) e dall’articolo 9 dello stesso decreto.

Assegno unico per i figli, cosa fare se non si ha l’Isee al momento della domanda?

Nel caso in cui non si disponga dell’Isee al momento della domanda, l’assegno verrà corrisposto dall’Inps sulla base dei dati che siano stati autocertificati nel modello della domanda stessa. Se l’Isee viene presentato entro il 30 giugno, l’Inps provvede a conguagliare l’assegno unico per i figli e a pagare anche gli arretrati a decorrere da marzo 2022. Per l’Isee presentato dopo il 30 giugno 2022, la prestazione viene calcolata sulla base dell’Isee al momento della presentazione dello stesso. Se l’Isee dovesse mancare oppure essere superiore a 40 mila euro, la prestazione viene calcolata secondo l’importo minimo previsto. Ovvero di 50 euro per i figli minori e di 25 euro per i figli maggiorenni.

Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

La domanda dell’assegno unico per i figli deve essere presentato da un genitore una sola volta per ciascun anno. Gli interessati possono presentare la domanda dal portale on line del sito dell’Inps, andando sul servizio dedicato. Per l’accesso è necessario lo Spid almeno di livello 2 o la Carta di identità elettronica 3.0 (Cie), oppure la Carta nazionale dei servizi (Cns). Si può richiedere l’assegno unico anche attraverso il contact center integrato, chiamando il numero verde 803 164 o lo 06 164 164 (da rete mobile). Infine si possono utilizzare i servizi gratuiti dei patronati.

Chi deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli e quando?

Uno dei genitori deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli una sola volta. I beneficiari devono presentare poi la domanda ogni anno. Nella domanda devono essere indicati tutti i figli per i quali si richieda l’indennità. Si possono aggiungere anche altri figli nel caso di nuove nascite. Risulta altresì necessario aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per gli eventi che possono capitare.

Assegno unico per i figli, come lo paga l’Inps?

L’Inps provvede al pagamento dell’assegno unico per i figli al genitore che presenta la domanda. Si può scegliere di indirizzare il pagamento dell’assegno unico a un solo genitore (quello che presenta la domanda) oppure all’altro, da indicare nella domanda. Ai fini del pagamento, infatti, nel modello si possono indicare, oltre ai dati del genitore che ha presentato la domanda, anche quelli dell’altro genitori. In tal caso l’Inps paga l’assegno in maniera ripartita tra i due genitori. I dati di pagamento del secondo genitori possono essere forniti anche in un momento susseguente. In tal caso, il 50% del pagamento Inps all’altro genitore avviene a partire dal mese susseguente a quello nel quale si presenta la comunicazione all’Inps. L’inserimento di un altro genitore per il pagamento ripartito deve essere comunicato mediante l’accesso alla domanda già presentata in precedenza.

Assegno unico per i figli, come avviene il pagamento dell’Inps?

Il pagamento dell’assegno unico da parte dell’Inps può avvenire mediante accredito su conto corrente bancario o postale, sulla carta di credito o di debito purché dotata di codice Iban o sul libretto di risparmio dotato di codice Iban. In alternativa, si può ottenere il pagamento anche in contanti, andando presso gli sportelli postali oppure facendo accreditare l’importo sulla carta dove si riceve il reddito di cittadinanza.

Compatibilità dell’assegno unico per i figli con altre prestazioni Inps

Per le famiglie che già percepiscono altre misure e sostegni, come ad esempio il reddito di cittadinanza, l’Inps provvede a corrispondere d’ufficio anche l’assegno unico per i figli. L’erogazione, dunque, avviene in automatico e si aggiunge al reddito di cittadinanza. Le famiglie, inoltre, possono cumulare l’assegno unico per i figli con altri sostegni a favore dei figli erogati dalle regioni, dalle province autonomi di Trento e Bolzano e dagli altri enti locali.

Dal 1° gennaio al via le domande per l’Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale prende ufficialmente il via, infatti, i contribuenti possono iniziare a inoltrare le richieste per ottenerlo, ma ricordiamo che l’erogazione inizierà nel mese di marzo 2022.

L’Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale è regolamentato dal decreto legislativo 230 del 2021 in attuazione della legge 46 del 2021. Le ultime indicazioni sulle modalità applicative si trovano nel messaggio 4748 dell’INPS del 31 dicembre 2021. L’obiettivo è semplificare il sistema e sostituire le numerose misure di welfare che nel tempo si erano accumulate. Spetta a tutte le categorie di lavoratori, in particolare lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico, lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati tra cui anche i percettori di reddito di cittadinanza.

L’Assegno Unico Universale infatti andrà a sostituire altre misure in particolare per i figli fino a 21 anni sostituirà le detrazioni per i figli a carico ( il limite dei 21 anni non si applica in caso di figli disabili); inoltre sostituisce l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF), sostituisce il Bonus Bebè, il Bonus Mamma Domani, mentre rimane in vigore il Bonus Asilo Nido.

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Erogazione dell’Assegno Unico Universale

L’Assegno Unico Universale viene pagato direttamente dall’INPS e per iniziare a percepirlo dal mese di marzo è raccomandato presentare la domanda entro il 28 febbraio. Per coloro che dovessero inoltrare la domanda successivamente a tale data, il pagamento slitterà al mese successivo.

I genitori possono riscuoterlo anche in modalità ripartita, ad esempio questa potrebbe essere la scelta preferibile in caso di separazione o divorzio.

L’altra novità è data dal fatto che i figli maggiorenni possono presentare autonomamente la domanda e ricevere le quote di loro spettanza.

I soggetti interessati dovranno presentare la domanda annualmente, per il 2022 il termine di presentazione è il 30 giugno 2022, rispettando tale data non si perdono le mensilità di spettanza. Ovviamente si riceveranno dal mese successivo rispetto a quello di inoltro della richiesta. Per le domande presentate dopo il 30 giugno 2022 le erogazioni partiranno dal mese successivo e saranno persi gli importi da marzo a giugno.

Il pagamento avviene con bonifico su conto corrente intestato e quindi nella domanda è necessario indicare l’IBAN oppure con bonifico domiciliato. Il primo pagamento sarà erogato tra il 15 marzo e il 21 marzo.

Come presentare la domanda per l’Assegno Unico Universale

La domanda deve essere presentata telematicamente sul sito INPS, è necessario identificarsi con SPID, CIE o CNS. Naturalmente potrà essere presentata anche attraverso un patronato, oppure attraverso il contact center numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile e a pagamento secondo il proprio piano tariffario).

Per poter presentare la domanda è opportuno avere l’ISEE corrente, in caso contrario si potrà comunque percepire l’Assegno Unico Universale, ma nella misura minima, cioè quella prevista per coloro che hanno un ISEE di valore pari o superiore a 40.000 euro. Gli importi variano da 25 euro mensili a 175 euro mensili per ogni figlio.

Per conoscere i vari parametri attraverso cui viene determinato l’importo dell’Assegno Unico Universale puoi leggere l’articolo: Assegno Unico: importi, requisiti e cosa cambia con le detrazioni

Ai fini IRPEF l’Assegno Unico Universale non concorre alla formazione del reddito complessivo. Lo stesso è compatibile con altre forme di sostegno a favore dei figli erogate da regioni, comuni, province autonome di Trento e Bolzano, inoltre come già sottolineato è compatibile anche con il reddito di cittadinanza.

Ai percettori del Reddito di Cittadinanza ricordiamo che dal 2022 ci sono nuove regole, per conoscerle leggi l’articolo: Le nuove regole per il Reddito di Cittadinanza: cosa cambia per i percettori