Assofranchising all’interno di Confcommercio

Nuovo incarico per Graziano Fiorelli, già presidente di Assofranchising e di Mail Boxes Etc.
Fiorelli, infatti, è stato nominato vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e membro della Giunta Confederale, dove si occupera delle Politiche di sviluppo DMO-Franchising.

Questa scelta è stata motivata dall’obiettivo di inserire Assofranchising all’interno del sistema Confcommercio, per proiettare il franchising in una dimensione quali-quantitativa più adeguata alle sue potenzialità.

Il successo delle reti in franchising, infatti, dipende in gran parte dalla efficienza e competitività delle decine di migliaia di piccoli e medi negozi che le compongono e Confcommercio rappresenta il terreno ideale per promuovere il franchising, che in questo modo può crescere a vantaggio dell’intera Distribuzione Moderna Organizzata (DMO).

Ma i benefici si faranno sentire anche all’interno di Confcommercio, poiché il franchising mette a disposizione dell’associazione sistema a rete, formazione diffusa, rischi inferiori, maggiore qualità per il consumatore.

Vera MORETTI

Sempre più donne nel franchising

Il franchising piace alle donne: sono infatti sempre più massicce le figure feminili che si avvicinano a questa formula per intraprendere un’attività in proprio, aprendo punti vendita o offrendo servizi al pubblico.

Nell’ultimo quinquennio, caratterizzato da una forte recessione e da una difficoltà sostanziale, soprattutto per le donne, di trovare un lavoro, sui 54 mila imprenditori affiliati nel 2012 in Italia la percentuale di quote rosa è del 38% nel 2012, dunque più di 20mila donne imprenditrici, quando era del 31% nel 2008.

Una crescita coerente con quella del comparto del franchising che occupa in Italia 186 mila commessi (oltre ai 54 mila affiliati titolari) e sta espandendosi all’estero con oltre 7 mila punti vendita, con un fatturato annuo di 180 milioni di euro nel 2012.

Questo scenario, cambiato notevolmente, dunque, negli ultimi cinque anni, è emerso durante la fiera specializzata Franchising Nord, quando è stato intervistato, tra i visitatori della fiera, un ampione di 500 donne e 500 uomini.

Il sondaggio mostra uno spaccato per molti versi sorprendente: le donne sembrano essere più selettive degli uomini nello scegliere il settore di affiliazione, più concrete nell’aderire alle proposte dei franchisor, più decise nell’affrontare la prima fase in cui si affrontano finanziamento e pratiche per l’apertura di un punto vendita, più fiduciose nei propri mezzi e, alla fine, più soddisfatte delle scelte compiute.

Per questo la 4° edizione di “Franchising Nord”, che si terrà a Piacenza Expo, dal 24 al 25 maggio 2014, organizzata dalla milanese QUiCKFairs® e dal portale BeTheBoss.it, darà ampio spazio alla condizione femminile nel franchising, con un workshop sul tema in cui verranno presentati i risultati completi della ricerca, testimonianze di franchisor e franchisee, le analisi di esperti e consulenti.

A commento della ricerca, Donatella Paciello, consulente legale di Assofranchising e di Franchising Nord, ha dichiarato: “Il dato più significativo che emerge dall’inchiesta è la maggiore attenzione che le donne prestano alla fase che precede la sottoscrizione del contratto di franchising. Accanto alle informazioni che, per legge, il franchisor è tenuto a fornire al franchisee, almeno trenta giorni prima della sottoscrizione del contratto, può essere molto utile per il potenziale franchisee acquisire prima della firma del contratto stesso ulteriori informazioni sia pure non obbligatorie per legge: si pensi ad esempio ai bilanci che, se richiesti, devono essere forniti all’affiliato. E’ altresì molto importante che l’affiliato consulti i franchisee già inseriti nella rete di vendita, di cui il franchisor deve fornire una lista aggiornata, al fine di testarne l’indice di soddisfazione. E’ dunque importante rivolgersi a consulenti legali esperti in materia, prima di sottoscrivere il contratto, perché Il franchising è una formula contrattuale che, accanto a clausole di contenuto inderogabile, consente di inserire nel contratto clausole specifiche adatte alle esigenze delle parti, al settore merceologico, al tipo di prodotto o servizio oggetto del franchising stesso”.

Vera MORETTI

Columbia Fresh, nuove possibilità franchising

Con un investimento minimo di 618 euro, il franchising COLUMBIA FRESH rappresenta una seria possibilità di lavoro redditizio senza rischio alcuno dato che l‘affiliato può lavorare da casa per conseguire potenziali clienti.

COLUMBIA FRESH rappresenta il corporale brand di COLUMBIA AQUA SYSYEM S.L., un’azienda spagnola che si dedica all’aromatizzazione dei grandi ambienti. La casa madre offrirà ai propri affiliati, che dovranno ricercare nuovi clienti, la propria esperienza attraverso canali di ricerca abbondantemente testati e supporto call center per fissare appuntamenti con i clienti.

Più informazioni sul sito del brand.

Assofranchising entra a far parte di Confcommercio

Assofranchising esce da Federdistribuzione ed entra a far parte di Confcommercio-Imprese per l’Italia.
Questo passaggio conferisce a Confcommercio maggior potere e partecipazione nell’ambito della distribuzione commerciale, che vanta un giro d’affari annuo di 23 miliardi di euro ed è in continua crescita.

Le due organizzazioni, forti di questo accordo, si impegnano a sostenere e a promuovere il franchising, considerato un canale importante per la diffusione e lo sviluppo della cultura manageriale e della partnership d’impresa tramite una sempre maggiore efficienza e competitività delle imprese a livello europeo.

Importante, anche in un settore in espansione, è l’accesso al credito, sul quale si deve puntare per supportare i franchisee di vecchia data ma anche quelli potenziali.
Per questo, è previsto un accordo quadro a livello territoriale per mettere a punto agevolazioni per le quote associative e per l’erogazione di servizi rivolte sia ai franchisee che ai franchisor appartenenti alle reti in franchising associate.

Da parte sua, Assofranchising si impegna a promuovere gli Sportelli del franchising presso le Associazioni territoriali di Confcommercio con l’obiettivo di diffondere sul territorio una cultura del commercio moderna e competitiva.

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha commentato l’ingresso di Assofranchising positivamente: “perché rappresenta una componente moderna ed efficiente che porterà benefici per tutto il sistema distributivo da noi rappresentato. Sistema a rete, formazione diffusa, rischi inferiori, maggiore qualità per il consumatore sono tutti segni distintivi che il franchising, all’interno di Confcommercio, mette a disposizione delle imprese“.

Per Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising, “l’adesione a Confcommercio è ispirata alla volontà di proiettare il franchising in una dimensione quali-quantitativa più adeguata alle sue potenzialità. Il successo delle reti in franchising, infatti, dipende moltissimo dalla efficienza e competitività delle decine di migliaia di piccoli e medi negozi che le compongono e la grande platea di Confcommercio è un terreno ideale per promuovere il franchising nel comune interesse di vederlo crescere a vantaggio dell’intero retail italiano“.

Vera MORETTI

Quattro passi nel franchising

di Davide PASSONI

Questa settimana Infoiva ha voluto dare un’iniezione di fiducia a quanti, in questo disgraziato 2012, hanno ancora un po’ di fuoco sacro imprenditoriale che brucia dentro. Lo abbiamo voluto fare parlando di un settore che, a dispetto della crisi, riesce ancora a far registrare il segno più: il franchising.

Se in Italia e in Europa il comparto cresce, non per questo significa che vada avvicinato con superficialità o leggerezza. Anche se sotto il “cappello” autorevole che un grande brand può offrire, si tratta sempre di un’avventura imprenditoriale e, come tale, ha bisogno che chi le si accosta lo faccia in modo serio e preparato; con l’improvvisazione l’insuccesso è dietro l’angolo e non c’è grande marchio che tenga.

Per questo motivo abbiamo voluto offrire alcune visioni di scenario, alternandole alle voci di chi, per professione, ha a che fare tutti i giorni con il mondo del franchising da un punto di vista legale, professionale o semplicemente perché ha scelto di sposarne la filosofia imprenditoriale. Con piccoli strumenti e testimonianze abbiamo voluto dare ai nostri lettori un’idea imprenditoriale, oltre a quelle che tutti i giorni offriamo loro nella nostra sezione Idee & Opportunità, seguendo la filosofia che da sempre contraddistingue Infoiva: noi offriamo lo spunto e il primo approccio alla tematica, sta poi all’interessato andare oltre. Se, quindi, pensate che il franchising possa essere la vostra strada… avanti e in bocca al lupo!

Scopri i numeri del franching in Italia

Leggi l’intervista a Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising

Scopri i trend migliori del franchising

Leggi l’intervista all’avvocato Nicola Ferrante, esperto legale di franchising

Leggi l’intervista ad Antonio Pasca, Presidente Tecnocasa Franchising Spa

Franchisee sì, ma preparati

di Davide PASSONI

Fare franchising non può essere un lavoro come un altro. Anche a livello di normativa è bene infatti conoscere alcune peculiarità proprie del mercato e delle dinamiche che regolano il rapporto tra franchisor e franchisee. Ecco perché Infoiva ha sentito un avvocato esperto in materia, l’avvocato Nicola Ferrante: per farsi raccontare l’abc legale del novello franchisee.

In un mercato del lavoro ingessato come quello italiano, l’apertura di un franchising è un’opportunità interessante?
L’apertura di una attività in franchising può essere sicuramente considerata una valida opportunità economica, a patto che il progetto d’impresa sia chiaro, che l’impegno economico sia ben ponderato, che l’offerta dell’affiliante sia ben definita e che il futuro affiliato abbia i mezzi per valutarla attentamente. In questi ultimi anni, oltre al franchising su mercati maturi, come l’alimentare, hanno preso piede moltissime opportunità relative a servizi internet o informatici, mercati che devono esprimere ancora le loro potenzialità.

Che cosa è utile che sappia, a livello di normativa, una persona che volesse diventare franchisee?
A livello di normativa, la legge cardine è la numero 129 del 2004 sulla disciplina dell’Affiliazione Commerciale. Questa legge mira a tutelare specialmente l’affiliato, regolando il rapporto contrattuale tra le parti e stabilendo una serie di garanzie e di obblighi a carico dell’affiliante. Inoltre, è preferibile possedere le nozioni di base sulla disciplina generale dei contratti, prevista dal nostro Codice Civile.

Un imprenditore franchisee ha obblighi legali differenti rispetto a un imprenditore che apre una propria impresa? Se sì, quali?
E’ molto importante che l’affiliato abbia conoscenza dei suoi diritti nell’ambito della sottoscrizione e dell’esecuzione del contratto di franchising. Dovrà essere dettagliata l’attività di sostegno e assistenza fornita dall’affiliante, in modo che risulti chiaro che il rischio d’impresa non sia solo a carico dell’affiliato.

Come è tutelato un franchisee rispetto a un franchisor in caso quest’ultimo fallisca o abbia particolari “rivalse” nei suoi confronti?
Per le controversie relative all’esecuzione del contratto, la legge sul franchising prevede, all’articolo 7, un tentativo di conciliazione presso le Camere di Commercio.

Che lei sappia, in Italia, è alto o basso il numero di contenziosi che oppongono franchisee a franchisor?
Purtroppo in Italia il numero di contenziosi è molto alto e questo vale anche per quelli relativi al contratto d’affiliazione commerciale. Questo perché nel nostro paese manca una cultura giuridica di base e molto spesso vengono firmati contratti, anche impegnativi, senza avere la minima idea della loro regolamentazione giuridica. Consiglio quindi, per prevenire problematiche maggiori, di avvalersi sempre dell’assistenza di professionista del settore.

Italia vs. resto del mondo: com’è la nostra normativa in materia di franchising rispetto a quelle degli altri Paesi avanzati? Migliore, peggiore…?
La disciplina Italiana garantisce alle parti un’ottima tutela. Il vero problema sta nell’applicazione del contratto e nelle parti, che dovrebbero essere sempre coscienti dei loro diritti e doveri.

I trend d’oro del franchising

Che il franchising sia un settore vitale e particolarmente adatto ai giovani imprenditori, lo abbiamo già sottolineato. Bisogna però distinguere tra i vari comparti del franchising, perché non tutti viaggiano alla stessa velocità né danno le medesime prospettive di successo e guadagno. In questo senso, due comparti di cui vale la pena analizzare numeri e andamenti sono quelli dell’abbigliamento e della ristorazione: sia perché sono tra i più solidi, sia perché sono tra i più diffusi. Per dare un’occhiata approfondita ci avvaliamo del Rapporto Assofranchising Italia 2011 – Strutture, Tendenze e Scenari.

Partiamo dal settore dell’abbigliamento, che ha chiuso il 2011 con valori sostanzialmente stabili sui principali indicatori di riferimento. Le categorie analizzate dal rapporto sono l’abbigliamento bambino, uomo, donna, sportivo, intimo, calzature, pelletteria.

In termini assoluti il settore si è confermato in lieve flessione per il numero dei franchisor (184 nel 2011 contro i 187 del 2010) ma ha saputo reggere bene per quanto riguarda il fatturato, che si è attestato a 4 miliardi 208 milioni e 380.500 euro (+0,4%), il numero di punti vendita in franchising, cresciuti del 0,3% e arrivati a 9.570 unità, e il numero degli addetti occupati,salito a 29.669 con un +1,3%.

Tra le diverse categorie analizzate spiccano per crescita soprattutto le calzature, pelletteria, accessori e intimo, mentre sono risultati in leggero calo gli indici dell’abbigliamento uomo-donna e dell’abbigliamento bambino. Risulta infatti in calo del 4% quello dell’abbigliamento bambino e del 3% quello dell’abbigliamento uomo-donna. In controtendenza invece le calzature e la pelletteria (+8,8%). Resta positivo anche l’andamento del fatturato dell’intimo (+1,8%).

La stabilità nelle cifre di riferimento per l’intero settore è ancora più evidente confrontando le pari insegne 2011-2010. In questo caso c’è stato un calo marginale dei punti vendita in franchising pari allo 0,9% ma le reti già consolidate sul mercato sono riuscite comunque a generare fatturato fino a un +1,0%. Praticamente nulla la differenza per quanto riguarda il numero degli addetti occupati (-0,1%).

Dati incoraggianti anche dal comparto ristorazione. In termini assoluti cresce del 6,8% il numero dei franchisor operativi sul territorio italiano con almeno 3 punti vendita tra diretti e in franchising. Si tratta di 110 insegne comprese nelle voci di categoria, che spaziano dalla ristorazione veloce a quella a tema, e includono chioschi, yogurterie e gelaterie, pizzerie, prodotti da forno, pub e caffetterie. Il numero dei punti vendita in franchising di queste reti ha raggiunto nel 2011 le 2.708 unità, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente.

Crescono anche gli addetti occupati nella ristorazione in franchising, che si attestano a 23.669 persone a chiusura 2011 (+5,1%) e che incidono per il 12,6% sull’intera occupazione che deriva dai punti vendita in franchising. Dato molto confortante rimane poi quello del fatturato. La ristorazione in franchising nel 2011 ha chiuso in termini assoluti con 1 miliardo 676 milioni 752.500 euro di giro d’affari, in crescita del 12% rispetto a dicembre 2010.

Analizzando su pari insegne gli stessi indicatori principali restano in positivo tutti i valori, anche se in maniera più contenuta. I punti vendita in franchising crescono dello 0,8% e gli addetti del 3,5%, mentre il fatturato registra un +10,4% su una base di 90 insegne equiparabili. Il confronto tra le due impostazioni di confronto dei dati permette di evidenziare una forte vitalità del settore ed una consistente mortalità/natalità dei franchisor. Mentre si confermano i player più importanti e strutturati, le reti più piccole trovano difficoltà a restare sul mercato, ma allo stesso tempo si affacciano con fiducia alla formula del franchising. Per non dimenticare che questo è il settore che cresce davvero.

Franchising, il lato giovane dell’imprenditorialità

di Davide PASSONI

Chi meglio del presidente di Assofranchising, l’associazione nazionale italiana che riunisce aziende e operatori in questo settore, può fare il punto sul comparto franchising e tastarne il polso? Quattro chiacchiere con Graziano Fiorelli.

Franchising in Italia: quali cifre muove in termini di occupati, fatturati, …
I principali indicatori di chiusura del 2011 (a breve partirà la ricerca per la chiusura dell’anno in corso) mostrano dati con una crescita contenuta ma positiva. Il giro d’affari è cresciuto del 0,7% attestandosi a 22,334 miliardi di euro. I punti vendita in franchising sono 54.096 (+0,2%) e gli addetti occupati nelle reti hanno raggiunto quota 188.222 (+1,0%).

Il franchising può essere un’opportunità per chi vuole diventare imprenditore?
Il franchising è oggi tra le più valide opportunità per mettersi in proprio e diventare imprenditori. La riconoscibilità in un marchio da parte del mercato, la formazione e la trasmissione del know-how specifica del franchising e il vantaggio delle economie di scala sono solo tre esempi dei vantaggi offerti da questa formula commerciale.

Quali sono i primi passi che consiglia di fare a chi vuole diventare franchisee?
Il franchising non è la panacea di tutti i mali per cui, non affidarsi al buio… e la prima cosa da fare prima di affiliarsi è guardare la legge sul franchising.

Quali sono i settori più caldi e quali quelli più promettenti per aprire un franchising?
Nell’ultimo periodo hanno avuto una notevole espansione alcuni settori quali le cliniche dentistiche, i drop-off shops di compravendite online, il settore delle energie rinnovabili e molti altri ancora. Al di là dei settori più promettenti, è opportuno scegliere con molta cura il franchisor al quale poi ci si intende affiliare.

Franchising come anti crisi, quanto è vero?
È vero nella misura in cui dall’inizio della crisi ad oggi i punti vendita in franchising hanno saputo fronteggiare meglio il calo dei consumi rispetto a punti vendita indipendenti. Il franchising ha mantenuto sempre in positivo i principali indicatori di riferimento, pur rallentando la sua crescita in un momento congiunturale davvero difficile per il Paese.

Pensa che il franchising sia una buona opportunità anche per i giovani?
Ne sono sicuro. È un’ottima opportunità per calarsi nel mondo del lavoro di oggi e per mettersi in gioco come solo i giovani spesso sanno fare. Secondo l’ultimo Rapporto Assofranchising, curato assieme all’Osservatorio Permanente sul Franchising, il 29% di tutti i punti vendita in franchising in Italia è aperto da giovani tra i 25 e i 35 anni di età.

Franchising, un settore che cresce

Franchising, un settore che cresce a dispetto della crisi. Questo, almeno, è quello che traspare dai dati relativi al settore che l’Istat ha elaborato nel corso del 2011, mentre quelli del 2012 ancora sono in fase di elaborazione.

I numeri parlano chiaro. Nel 2011 il settore del franchising ha visto crescere il proprio giro d’affari di 166 milioni di euro rispetto al 2010, ha visto aumentare gli addetti occupati nelle reti (1814 in più rispetto al 2010, + 1%) e, soprattutto, si è dimostrato una buona soluzione per i giovani aspiranti imprenditori: l’85% dei franchisee è nella fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni e di essi il 29% ha meno di 35 anni, il 55,7% tra i 36 e i 45 anni. Oltre ai giovani, spazio alle donne: il 37% dei punti vendita in franchising è aperto da esponenti del gentil sesso.

Sul fronte del fatturato e dei punti vendita, anche qui dati con il segno più: 166 milioni, pari a un +0,7% rispetto al 2010, +83 punti vendita in Italia e +228 all’estero (+228) con un saldo che, nel triennio 2009-2011 porta a 662 nuove aperture. Tutti segnali di un dinamismo del franchising che, nelle fasi espansive permette di cogliere più velocemente le opportunità di mercato, in quelle recessive, consente di resistere meglio al calo dei fatturati.

Al di là delle cifre, quello che fa del franchising una buona soluzione di business è anche la “fedeltà al sistema” che caratterizza i franchisee in un periodo difficile come questo. Una tendenza che traspare da una ricerca di TradeLab sui rapporti tra franchisor e franchisee condotta per Affinion International, multinazionale specializzata nella gestione di progetti di marketing relazionale e loyalty, ricerca secondo la quale l’87% dei franchisee è convinto della propria scelta imprenditoriale, specialmente se sono tra quelli che beneficiano di un sistema di premialità (47,4%).

Insomma, una buona qualità del lavoro che deriva in prima battuta da un’elevata qualità della relazione tra franchisee e franchisor e che, sotto il profilo delle rendite, dà risultati molto performanti. Una scelta che, pur se da fare con oculatezza e una chiara visione di business (non tutti si possono improvvisare imprenditori senza una precedente esperienza e spalle minimamente larghe), si dimostra decisamente anticiclica. E in un momento come questo, non è un aspetto da trascurare.

Franchising, una risposta alla crisi? Sì, ma con giudizio

di Davide PASSONI

Nella penuria di occupazione che affligge l’Italia in questo 2012 da dimenticare, molte sono le persone che, estromesse dal mercato del lavoro, hanno provato a iniziare un’avventura imprenditoriale. Tanti lo hanno fatto aprendosi una partita Iva, cercando di mettere a frutto le loro esperienze e aprendo un’impresa. Molti, invece, hanno puntato su un modo diverso di fare impresa, il franchising.

Un settore che sembra reggere meglio di altri ai colpi della crisi e che per questo ha attirato l’attenzione di tanti aspiranti imprenditori. Le cifre parlano chiaro: nel 2011, già anno difficile a causa della crisi, il giro d’affari del comparto è cresciuto di 166 milioni di euro rispetto al 2010, con un 85% dei franchisee nella fascia compresa tra i 25 e i 45 anni. Lo sappiamo bene noi di Infoiva che ogni giorno, nella sezione Idee & Opportunità, riportiamo un’offerta di franchising che riteniamo interessante.

Il franchising è dunque un’occasione ghiotta per chi vuole reinventarsi (o inventarsi…) imprenditore, ma che presenta tante peculiarità. Intanto, è necessario avere comunque una “predisposizione” all’imprenditorialità, non bastano esperienza e buona volontà. Poi, un capitale di base da poter investire è quasi sempre richiesto dai cosiddetti franchisor. Infine (ma altre sarebbero le doti da sottolineare), si deve avere fiuto per il settore nel quale ci si vuole cimentare e questo implica una buona conoscenza dei mercati e dei settori merceologici.

Insomma, il franchising può essere un buon antidoto alla crisi, ma deve essere avvicinato con attenzione e cognizione di causa. Ecco perché la scelta di dedicare il focus settimanale a questo mondo: per capirne un po’ di più e aiutare che vuole cimentarsi nel settore a farlo con qualche strumento utile per capirne dinamiche, problemi e opportunità.