Pressione fiscale, zavorra per le imprese

Quando si tratta di parlare di impresa e fiscalità, il rischio di toccare un tasto dolente è sempre dietro l’angolo. E se questo tasto si chiama pressione fiscale, svoltare l’angolo non è nemmeno una manovra così difficile.

Lo sa benissimo Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, che nei giorni scorsi a Milano, durante il convegno “Le novità fiscali per le imprese alla prova della loro attuazione” è tornato sull’argomento pressione fiscale con una valutazione secca ma anche con una proposta di collaborazione.

Dopo aver elogiato alcuni interventi positivi a favore delle imprese inseriti nell’ultima Legge di Stabilità, come il superammortamento e il nuovo welfare aziendale, positivi ”perché immediatamente utilizzabili dalle imprese”, Rocca si è poi tolto un sassolino dalla scarpa.

Non possiamo però dimenticare – ha affermato – che la fiscalità costituisce ancora una zavorra per il Paese. Basti pensare che la pressione fiscale effettiva per il 2015 è stimata al 49,4% del PIL dal Centro Studi di Confindustria e che non potrà diminuire finché non ridurremo la spesa corrente (al netto degli interessi è passata da 671 miliardi nel 2012 a 692 miliardi nel 2014)”.

In poche parole, le imprese fanno la loro parte, ma per la riduzione della pressione fiscale la leva principale da muovere è nelle mani della politica: “In sostanza – ha concluso Rocca -, abbiamo fatto passi in avanti, ma il percorso è ancora lungo e deve contare sull’impegno e la collaborazione per semplificare la vita delle imprese”.

L’Expo traina i lavoratori interinali

Chiamatelo effetto Expo o come volete voi. Una cosa è certa: nei primi tre mesi dell’anno la richiesta di lavoratori interinali a Milano è cresciuta di oltre un terzo rispetto allo stesso periodo del 2014: +32,9%. Lo ha rilevato un’indagine svolta dall’Osservatorio Assolombarda, in collaborazione con le agenzie per il lavoro.

L’indagine Assolombarda ha anche messo in luce quelli che sono, tra i lavoratori interinali, i profili più ricercati in questo scorcio di 2015. In testa alla classifica dei lavoratori interinali più richiesti troviamo le figure legate alla ristorazione, specialmente gli esercenti di pizzerie, ristoranti e fast food (60,3%); seguono gli addetti al commercio (38%) e quelli impegnati nei servizi di pulizia (14,6%).

Interessante notare come, tra i lavoratori interinali, per il personale non qualificato si è registrato un raddoppio delle richieste, +100,3% rispetto a gennaio-marzo 2014. In realtà, Assolombarda rileva che negli ultimi 12 mesi, tutti i gruppi professionali hanno fatto segnare un aumento della domanda, ma solo per il personale non qualificato questo aumento ha fatto crescere anche la quota, dal 16% al 24%.

Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda, ha così commentato i dati emersi sui lavoratori interinali: “Questo primo trimestre con l’adesione all’Osservatorio di una nuova agenzia per il lavoro, che aumenta ulteriormente la copertura del mercato del lavoro intermediato, restituisce uno spaccato ancora più rappresentativo dei profili ricercati dalle aziende uno scenario nel quale è già possibile percepire, per esempio, gli effetti di Expo che, con ogni probabilità, ha fatto registrare una crescita importante della quota di mercato del personale non qualificato nei servizi di pulizia che, infatti, rappresenta il 14,6% del totale delle richieste“.

Anche UniCredit nel servizio Bancopass di Assolombarda

Le imprese lombarde hanno ora un’opportunità in più dal punto di vista finanziario. UniCredit aderisce infatti a Bancopass, il servizio gratuito messo a punto da Assolombarda per rendere più facile, trasparente, efficace e veloce la comunicazione delle caratteristiche qualitative, economiche, finanziarie e prospettiche delle imprese associate.

Con questo strumento UniCredit potrà gestire al meglio le richieste di affidamenti e finanziamenti presentate dalle aziende aderenti ad Assolombarda. Bancopass è, grazie anche a un software di analisi dei dati, un modello di comunicazione improntato alla trasparenza e all’interattività.

Lanciato nel 2013, il servizio Bancopass ha già coinvolto 432 aziende provenienti soprattutto dal settore metalmeccanico (36,2%), terziario (23,93%), chimico (11,04%) e della gommaplastica (6,75%). Si tratta per lo più di piccole (47,59%), micro (27,59%) e medie imprese (19,31%), con un fatturato da 1 a 5 milioni di euro (37,93%), da 5 a 10 (25,52%) e sotto il milione di euro (18,62%).

Bancopass consente alle imprese di presentare la propria storia, qualità e prospettive in un linguaggio omogeneo per i possibili finanziatori. Grazie al software di analisi di bilancio si possono elaborare previsioni di costi e ricavi futuri, privilegiando la flessibilità, modificando quando occorre le ipotesi di partenza e visualizzando il fatturato di break-even. Si possono anche svolgere confronti con altre aziende concorrenti (fino a 5) ed entrare automaticamente nei ranking del Fondo di Garanzia per le Pmi.

Da ottobre 2014 l’accordo UniCredit-Assolombarda si arricchisce anche di Bancopass Startup, predisposto per le neo aziende che potranno, con il supporto dell’Associazione, costruire in modo strutturato il loro business plan e la presentazione su misura per banche e finanziatori.

Confindustria si prepara ad Expo 2015

Anche Confindustria parteciperà ad Expo 2015.
Dopo la conferma dell’adesione del comparto agricolo e di quello artigiano, dunque, anche l’industria sarà presente all’evento su cui l’Italia sta puntando per rilanciarsi, dopo una forte e lunga crisi.

Alla firma erano presenti Giorgio Squinzi e Diana Bracco, a suggello della partecipazione all’interno del Padiglione Italia, in qualità di partner.

Ma come farà, l’industria italiana, a “far venire l’appetito al mondo“, come ha sostenuto il presidente di Confindustria?

I concetti chiave sono due: ricerca e innovazione, promosse attraverso una serie di iniziative legate alla promozione di produzioni industriali e tecnologie, ma anche attraverso la collaborazione a un progetto educativo-culturale sull’alimentazione sostenibile e l’allestimento di una mostra permanente, intitolata Il cibo dei desideri.

Lo spazio espositivo sarà di 900 mq, su due piani, realizzato dalla confederazione in collaborazione col Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, nel tentativo di ricreare la complessità dell’intera filiera alimentare, mettendone in luce gli aspetti legati alla tecnologia.

Ciò avverrà grazie al supporto delle associazioni partner: da Federalimentare (che avrà anche due padiglioni riservati) a Federchimica, passando per Assolombarda, Acimit (per il tessile), Anie (per l’elettronica), Anima (meccanica), Assica (carni e salumi), Assocomaplast (materie plastiche) e Ucimu (automazione).

Confindustria sarà attiva anche nell’organizzazione di incontri, meeting e riunioni, intercettando tutti i decisori pubblici e privati che passeranno per i saluti di rito alla nazione ospitante.

Il comunicato ufficiale ha diffuso che “Confindustria e le sue Associazioni contribuiranno alle iniziative di Padiglione Italia dedicate alle start up e all’innovazione e collaboreranno all’organizzazione di incontri bilaterali internazionali per promuovere affari con le delegazioni straniere che saranno ospitate”.

Contemporaneamente ad Expo, si terrà Ipack-Ima, la più importante mostra internazionale dedicata all’imballaggio, al confezionamento, alla logistica industriale e alle macchine per l’industria alimentare, che per l’occasione sarà affiancata da altre sei manifestazioni specializzate dedicate alle filiere della carne, casearia e ortofrutticola, alla stampa, alla grafica e alla movimentazione industriale.

Vera MORETTI

Assolombarda: fare rete per risparmiare sull’energia

La sofferenza delle imprese italiane passa anche dall’energia e, in particolare, dalla domanda di energia.

La crisi che ha colpito i mercati, infatti, ha portato ad una chiusura del 2013 con una domanda di gas di 70,2 miliardi di mc, in ribasso del 5,5% rispetto al 2012 e addirittura del 17% sul 2008.
Per l’energia elettrica, invece, l’anno si chiude con una richiesta, indicata dal Gestore del mercato elettrico, di circa 290 miliardi di kilowattora, in ribasso del 3% sul 2012 e del 7% sul 2008.

Dati alla mano, per poter migliorare una situazione attualmente critica e tornare quindi ad essere competitivi, è fondamentale ottimizzare la componente energetica.
Di questo tratta il piano strategico di Assolombarda denominato “Far volare Milano”, che si pone come obiettivo quello di rilanciare le imprese e il territorio.

A questo proposito, l’associazione ha presentato lunedì scorso “Energia meno cara”: uno dei 50 progetti del piano che nasce con l’obiettivo di aggregare la domanda di energia delle imprese associate per ottenere forniture a prezzi più convenienti.

Lo scorso novembre lo “sportello Energia” di Assolombarda ha lanciato il primo gruppo d’acquisto che, rispetto al ricorso diretto al mercato, ha consentito alle imprese partecipanti un risparmio sui prezzi di vendita compreso tra il 10 e il 15%. 

Vera MORETTI

Accordo Confindustria Lombardia e Intesa Sanpaolo per le pmi

E’ stato sottoscritto un accordo, a Milano presso la sede di Assolombarda, presentato da Ambra Redaelli, presidente Piccola Industria Confindustria Lombardia, Giuseppe Castagna, direttore generale e responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria Confindustria e Alvise Biffi, presidente Piccola Impresa Assolombarda.

L’intesa è nata per affrontare la grave crisi che il Paese sta affrontando e, in particolare, per rafforzare il dialogo tra imprese e banca, alla base di una concreta ripresa.
Solo andando incontro alle richieste delle piccole e medie imprese, facilitandone l’accesso al credito, si potrebbe vedere una luce alla fine del tunnel.
Le pmi, infatti, rappresentano la struttura portante dell’economia del Paese, e se affondano loro, anche l’Italia rischia di non riprendersi.

L’intento dell’accordo è, dunque, quello di mettere a disposizione delle pmi lombarde un plafond di 2,6 miliardi di euro e che rafforza ancor di più la collaborazione tra le Associazioni territoriali di Confindustria Lombardia e Intesa Sanpaolo che hanno ratificato a livello regionale l’accordo nazionale sottoscritto da Confindustria Piccola Industria e il Gruppo Intesa Sanpaolo che prevede un plafond di 10 miliardi di euro, di cui 200 milioni di euro dedicati a finanziare progetti innovativi di nuove imprese.

La prima mossa da fare è rendere le pmi sempre più competitive sui mercati internazionali, specialmente quelli dei paesi emergenti, che, nel 2015, avranno un peso a livello mondiale superiore al 50%.
In realtà, le imprese della Lombardia non sono state a guardare, tanto da avere già il 38% dell’export diretto verso i paesi emergenti, ma i margini di miglioramento ci sono.

A tal fine, l’accordo propone una piattaforma di prodotti, eventi e servizi consulenziali a supporto delle strategie di espansione e di internazionalizzazione delle pmi.
Tra le soluzioni finanziarie più innovative c’è Export Facile, un prodotto di copertura del rischio d’insolvenza dei debitori esteri fino al 100% a fronte dei crediti ceduti pro-soluto.
Export Facile, inoltre, fornisce alle imprese liquidità aggiuntiva e alternativa alle tradizionali linee di credito, supportando le strategie di esportazione delle imprese e facilitandone il commercio con l’estero.
Sono già 4.257 le aziende lombarde che potrebbero usufruire di questa soluzione e, per definire le operazioni, Intesa Sanpaolo incontrerà queste imprese entro il 2013.

L’accordo propone servizi di consulenza specialistica per le pmi che affrontano momenti di discontinuità e cambiamento in ottica di crescita e fornisce soluzioni per l’avvio di processi di aggregazione.
Sono previste anche forme di collaborazione come la costituzione di Reti d’Impresa, operazioni di finanza straordinaria, passaggi generazionali, ricerca partner su scala nazionale e internazionale. Il servizio è fornito dalla Divisione Corporate & Investment Banking-Banca IMI e si avvale della collaborazione di appositi specialisti presenti sul territorio, mettendo a disposizione servizi tradizionalmente accessibili solo alle
aziende di grandi dimensioni.

Importante non è solo supportare le imprese già esistenti, ma anche favorire l’attivazione di quelle nuove.
Da questo punto di vista, però, emergono dati incoraggianti: a quanto pare, infatti, la probabilità di sopravvivenza delle startup italiane è superiore a quelle tedesche. Le nuove attività nostrane, inoltre, crescono più rapidamente: negli ultimi 6 anni hanno creato 2,76 milioni di nuovi posti di lavoro (pari al 17% degli occupati).

Per agevolare la nascira di nuove imprese, Piccola Confindustria ha presentato AdottUp, che prevede un coinvolgimento attivo in termini di “tutorship” da parte di aziende associate, l’accordo odierno prevede servizi e iniziative volti a facilitare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese.
Le migliori idee imprenditoriali, selezionate dal Comitato congiunto Intesa Sanpaolo3 Confindustria, vengono infatti “adottate” da imprese, segnalate da Confindustria, già consolidate sul mercato affinché, in qualità di “incubatori”, le aiutino a svilupparsi in business sostenibili anche grazie alle iniziative di Intesa Sanpaolo Neoimpresa e Officine Formative.

La Banca ha già identificato in Lombardia oltre 9.000 pmi per le quali ha valutato l’adeguatezza dei requisiti di bancabilità e di quelli richiesti per l’accesso ai plafond agevolati. Queste imprese saranno contattate nel prossimo semestre per proporre soluzioni finanziarie a sostegno della loro crescita. L’utilizzo infatti degli strumenti di dialogo, come Diagnostico e Simulatore, consente alla banca di migliorare la valutazione del merito creditizio e all’impresa di acquisire una maggiore conoscenza del proprio grado di “bancabilità” oltre a favorire la conoscenza e la possibilità di accedere agli strumenti di facilitazione creditizia messi a disposizione dal sistema (es. provviste agevolate BEI e CDP, plafond ABI, Fondo Centrale di Garanzia).

Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria di Confindustria, ha dichiarato: “Si tratta di un’intesa frutto di una collaborazione consolidata nel corso degli anni, che individua un’ampia rosa di soluzioni in linea con l’idea di una funzione di finanza strategica sempre più al servizio della competitività delle imprese. Piccola Industria sarà un partner determinante per il massimo successo dell’iniziativa sul territorio e in particolare per dare forte rilevanza al progetto “AdottUp” nel quale le PMI si candidato a diventare incubatori di nuove idee innovative. Con l’accordo si mettono infatti a disposizione del sistema soluzioni formative, consulenziali e finanziarie per start up e per le imprese interessate ad una loro adozione con il duplice obiettivo di supportare nascita e sviluppo di nuove attività e far crescere l’innovazione all’interno delle PMI”.

Ambra Redaelli, presidente Comitato Regionale Piccola Industria di Confindustria Lombardia, ha aggiunto: “Siamo molto orgogliosi di sottoscrivere questo importante accordo, che da anni
sancisce il proficuo rapporto tra Intesa Sanpaolo e Confindustria. Grazie a questo continuo dialogo, e in particolare attraverso i Tavoli operativi a livello provinciale, abbiamo saputo trasmettere le reali e concrete esigenze delle nostre associate che, in un momento di così forte crisi, non possono rinunciare alla continuità di erogazione del credito e ad un supporto specifico per le attività di crescita e sviluppo”.

Giuseppe Castagna, direttore generale di Intesa Sanpaolo: “Il momento esige uno sforzo comune per valorizzare la creatività tipicamente italiana e la determinazione che contraddistinguono la nostra Piccola Impresa. Il dialogo, che è il tratto distintivo di questi accordi con Confindustria, è fondamentale per conoscere e approfondire difficoltà e potenziale delle imprese. Queste devono poi essere aiutate e spronate a compiere un decisivo passaggio culturale per dotarsi degli strumenti necessari per meglio competere sui mercati internazionali. L’accordo di oggi intende facilitare il dialogo con le aziende e supportare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese con uno sguardo anche a quei giovani che hanno idee e spirito imprenditoriale e che vanno incoraggiati e sostenuti nel guardare all’autoimprenditorialità come importante opportunità per il loro futuro. Intesa Sanpaolo, grazie al suo completo e diversificato know-how è in grado di rispondere, su tutto il territorio nazionale, alle diverse esigenze delle imprese”.

Alvise Biffi, presidente Piccola Impresa Assolombarda: “Sono particolarmente lieto di firmare questo accordo come primo atto ufficiale da presidente della Piccola Impresa di Assolombarda. Lo strumento di supporto alla nuova imprenditoria previsto dall’accordo dimostra la lungimiranza di Intesa nella promozione delle startup ed è perfettamente in linea col percorso di aiuto alla nuova imprenditorialità avviato quando ero presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, e con la costruzione di una forte integrazione tra startup e PMI, uno degli obiettivi principali del mio nuovo mandato”.

Vera MORETTI

Vincere nel green? Determinazione, innovazione, specializzazione

di Davide PASSONI

Sarà un caso che la rete promossa da Assolombarda per mettere in contatto imprese operanti nel settore della sostenibilità ambientale si chiama Green Economy Network. Fatto sta che nel nome c’è una parola fondamentale usata anche dal presidente di Unioncamere Dardanello nell’intervista che ci ha rilasciato: network. Perché la rete fa la forza, anche nel green. Ne è convinto l’ing. Roberto Testore, Presidente del Consiglio Direttivo del Comitato Promotore del Green Economy Network.

Secondo il rapporto Greenitaly 2012, curato da Unioncamere e da Symbola, per l’Italia l’economia verde sta rappresentando una chiave straordinaria per sostenere la piena affermazione di un nuovo modello di sviluppo nel sistema imprenditoriale. Quali i fattori alla base di questa tendenza?
Opinione di molti è che l’attuale peggioramento economico finanziario rappresenti il fallimento del tradizionale modello economico (la cosiddetta brown economy). La green economy, riconoscendo i limiti del nostro pianeta, evidenzia i margini all’interno dei quali deve svilupparsi il nuovo modello economico fondato su un uso sostenibile delle risorse. In questo senso la green economy deve essere vista come un modello economico di sviluppo stabilmente sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Ma per compiere questa transizione è necessaria l’esistenza di condizioni specifiche quali un assetto normativo adeguato, politiche di sostegno e investimenti che ridefiniscano una nuova governance comune. L’accresciuta sensibilità ambientale delle imprese, legata alle potenzialità di sviluppo delle tecnologie e prodotti sostenibili, ha contribuito alla crescita degli investimenti nel settore e all’aumento dell’export verso paesi in via di sviluppo con ampi margini di crescita.

In che cosa consiste, precisamente, il Green Economy Network di Assolombarda?
Il Green Economy Network (GEN) è una rete promossa da Assolombarda per stimolare nuove alleanze tra le imprese che offrono prodotti, tecnologie e servizi per la sostenibilità ambientale ed energetica, al fine di dare visibilità alle loro competenze attraverso un ampio insieme di iniziative, tra le quali un Repertorio on-line liberamente consultabile dagli interessati.

Vi sono altre regioni che seguono il vostro modello?
Il GEN non è legato a una logica strettamente territoriale identificata con un distretto o con una regione, anche se ha il proprio baricentro centrato nell’area metropolitana milanese. Il Network come tale non ha confini e pertanto l’adesione al progetto è aperta a tutte le imprese operanti nei settori legati all’ambiente e all’energia situate nel territorio italiano e appartenenti a Confindustria. Ad oggi vi sono molte altre associazioni territoriali e di categoria in Italia che condividono le finalità del progetto da noi promosso.

Com’è la sensibilità su queste tematiche da parte degli imprenditori lombardi?
La gestione dei temi legati all’ambiente e all’energia da parte delle imprese ha assunto una valenza strategica ed è cresciuta in modo significativo negli ultimi decenni. Questa è la dimostrazione che nel nostro territorio si sta procedendo nella giusta direzione, quella di un futuro più sostenibile, in relazione anche alla grande sfida che ci vedrà impegnati tra pochi anni: l’Expo 2015. Assolombarda è impegnata da molti anni in iniziative di formazione e di comunicazione sull’ambiente rivolte alle imprese associate, ma anche ai lavoratori, ai giovani e alla comunità, promuovendo la capacità dell’industria di essere efficiente, proponendo tecnologie a più basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica.

Secondo i dati in vostro possesso, quante sono le imprese lombarde che operano nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie green?
La stima delle dimensioni economiche del comparto delle clean tech non è un esercizio immediato perché vi sono vari studi “indipendenti” che cercano di rilevare l’ampiezza del comparto della green economy. Assolombarda ha censito e mappato le proprie associate nelle aree di competenza (le province di Milano, Lodi, Monza e Brianza) che operano nei diversi comparti della green economy e dal risultato è emerso come il questo territorio sia un contesto di rilievo per quanto riguarda le tematiche di carattere ambientali ed energetiche: circa 400 imprese attive in svariati settori (partecipanti ad oggi al progetto), con un fatturato globale di oltre 50 miliardi di euro e oltre 25.000 addetti solo in provincia di Milano.
L’indagine, inoltre, ha mostrato come le molteplici competenze nell’ambito dei diversi segmenti della green economy possano essere valorizzate incoraggiando la loro organizzazione in filiere. Questa potenzialità di aggregazione è una richiesta che emerge dalle stesse imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, che sottolineano l’utilità di azioni di sistema che supportino lo sviluppo, l’innovazione e l’internazionalizzazione.

Che cosa serve a un’impresa affinché il green non resti solo una moda ma diventi un asset strutturale?
Sicuramente la determinazione, così come in ogni attività imprenditoriale. Operare in un settore in forte espansione può rappresentare un’opportunità, ma sono necessarie grandi competenze e elevate capacità di innovazione e specializzazione.
Data l’attuale situazione italiana, è necessario un coordinamento tra le iniziative statali e quelle degli enti locali per far sì che ai diversi livelli istituzionali non vengano elaborati programmi contraddittori dal punto di vista dei contenuti e delle priorità. Lo stato può, ad esempio, favorire la collaborazione tra le imprese e università ed enti di ricerca, oltre a supportare le iniziative rivolte all’internazionalizzazione del business green.

Quanto può diventare anticiclico un settore come quello delle rinnovabili, in un periodo di crisi profonda come quello che stiamo vivendo?
In un contesto complesso e critico come quello attuale è difficile poter dare una risposta certa. Indubbio è che il settore delle energie da fonte rinnovabile, anche per via del sistema incentivante  promosso ed attuato presso molti paesi europei, vive un momento di importante sviluppo rafforzato peraltro dal notevole interesse degli utilizzatori finali nell’investire in questo affascinante settore. La nostra Associazione industriale ha più volte ribadito, però, come debba essere mantenuto il principio dello sviluppo delle FER secondo principi di sostenibilità economica per evitare forti anomalie, come avvenuto nel settore del fotovoltaico, e privilegiare tecnologie che portino alla sviluppo delle migliori imprese sul territorio nazionale in quanto la concorrenza di paesi esteri è molto agguerrita.

Un consiglio a un piccolo imprenditore che vorrebbe operare nel ramo “verde”
In questi periodi di difficoltà, suggerisco agli imprenditori e ai manager di essere coraggiosi, di ragionare in termini di “sistema” e di guardare oltre i confini tradizionali, ai mercati che offrono maggiori potenzialità.
Capacità di far rete e innovazione continua di prodotti, servizi e processi rappresentano elementi fondamentali soprattutto in settori ad alto contenuto tecnologico e in forte espansione.
Tutti obiettivi che il Network con le sue attività persegue da tempo, con successo e convinzione.

Ubi Banca: 37 milioni per le imprese di Assolombarda

 

UBI Banca ha stanziato un plafond del valore di 37 milioni di euro da destinarsi alle piccole e medie imprese associate ad Assolombarda.

L’iniziativa è un passo in avanti del progetto “T2 Territorio per il Territorio” partito lo scorso ottobre con l’emissione di 20 milioni di obbligazioni destinate alla piccola e media imprenditoria. Il nuovo plafond di 37 milioni di euro è destinato all’erogazione di finanziamenti volti a supportare la realizzazione di programmi di sviluppo, di rete di impresa, di ricerca ed innovazione tecnologica ed internazionalizzazione. L’obiettivo è quello di sostenere, attraverso l’erogazione di finanziamenti, le aziende che aderiscono alla più importante associazione territoriale del sistema Confindustria.

Non solo: il contributo messo a disposizione da Ubi Banca dovrà servire alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla riqualificazione professionale dei dipendenti delle imprese associate ad Assolombarda.

Ciascuna impresa, purchè associata ad Assolombarda, potrà fare richiesta di un finanziamento di importo compreso tra i 25.000 e i 500.000 euro, della durata massima di 48 mesi. Il termine ultimo per fare richiesta del contributo è il 31 maggio 2013, salvo esaurimento anticipato del plafond.

Per maggiori informazioni sui termini e le condizioni dei finanziamenti è possibile consultare il sito di Ubi Banca.

 

Alessia CASIRAGHI

 

UBI Banca e Assolombarda insieme con T2 Territorio per il Territorio

Una collaborazione tra UBI Banca e Assolombarda ha dato vita al progetto “T2 Territorio per il Territorio”.
Si tratta di un’iniziativa innovativa, studiata e strutturata per poter sostenere le imprese aderenti alla più importante associazione territoriale del sistema Confindustria.

Questo progetto è articolato in due fasi:

  • l’emissione da parte di UBI Banca di un prestito obbligazionario per un importo complessivo di 20 milioni di euro, di cui verrà richiesta l’ammissione alla quotazione sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT). L’offerta è riservata a chi apporta nuove disponibilità durante il periodo di collocamento presso le filiali di Banca Popolare Commercio e Industria, nel ruolo di Banca capofila, Banca Popolare di Bergamo e Banco di Brescia.
  • la costituzione di uno specifico plafond, pari a due volte l’ammontare nominale del prestito obbligazionario complessivamente sottoscritto, destinato all’erogazione, di finanziamenti volti a supportare la realizzazione di programmi di sviluppo, compresi progetti di rete di impresa, ricerca ed innovazione tecnologica ed internazionalizzazione, la creazione di nuovi posti di lavoro e la riqualificazione professionale dei dipendenti nonché a far fronte alle esigenze di incremento di circolante e di equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria delle stesse imprese associate ad Assolombarda.

Presentando il progetto, Francesco Iorio, direttore generale di UBI Banca, ha dichiarato: “In un contesto particolarmente difficile il ruolo del nostro Gruppo è quello di stare sempre più vicino, sostenere e contribuire alla crescita delle PMI che operano nei nostri territori di riferimento. Il progetto “T2 Territorio per il Territorio” è un’iniziativa pragmatica e concreta che permette di legare direttamente i risparmi delle famiglie e dei privati alle specifiche necessità delle imprese associate ad Assolombarda, in una vera azione di sistema“.

Iorio riconosce la difficoltà che le imprese stanno attraversando in questo periodo di crisi, e ritiene sia arrivato il momento di pensare ad un rapporto nuovo e rivisitato tra imprese e banche, al fine di reagire e superare questo periodo negativo.
Se, da un lato, ciò porta gli istituti di credito ad essere sempre più competitivi, dall’altro le imprese chiedono una struttura finanziaria più robusta ed equilibrata.

Giorgio Basile, vicepresidente Assolombarda per Finanza, Diritto d’impresa e Fisco, ha fatto eco al direttore di UBI Banca: “Il progetto “Territorio per il Territorio” è stato costruito con queste finalità: banca, imprese e privati di un territorio, in questo caso la Lombardia, investono insieme per far crescere le 5300 imprese di Assolombarda che operano sul territorio delle province di Milano, Monza e Brianza e Lodi. Un obiettivo ambizioso ma certamente conseguibile che vede fortemente impegnati Assolombarda e UBI Banca per favorire l’adeguato flusso di credito alle aziende, lavorando instancabilmente sulla qualità della relazione, quale fattore fondamentale per le decisioni di affidamento”.

In particolare, Basile ha illustrato le obbligazioni emesse da UBI Banca, che hanno taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro, durata 3 anni, cedola trimestrale, un tasso fisso lordo pari al 3,50% per il primo e secondo anno e, per il terzo anno, un tasso variabile pari al tasso euribor tre mesi aumentato dell’1% . Inoltre, possono essere sottoscritte dal 15 ottobre 2012 al 30 novembre 2012, salvo chiusura anticipata o estensione del periodo di offerta.

I finanziamenti che verranno erogati avranno un importo compreso fra i 25.000 e i 500.000 euro, con durata massima di 48 mesi e potranno essere richiesti fino al 31 maggio 2013 salvo esaurimento anticipato del plafond.

A differenziare il progetto “T2 Territorio per il Territorio” è sicuramente una nuova strategia, che prevede di collegare, per la prima volta in Italia in un progetto specifico e strutturato, la raccolta di risparmio locale agli impieghi destinati esclusivamente alle PMI con alcuni elementi caratterizzanti di particolare rilevanza: solidarietà e mutualità nel territorio; rafforzamento del senso di appartenenza e del legame “Banca – risparmiatori – realtà produttive locali”, che ha visto operazioni analoghe già lanciate con successo a Varese, Monza e Brescia ed altre in fase di implementazione.

Vera MORETTI

Ubi Banca e Assolombarda insieme per le Pmi

 

Il progetto si chiama ‘T2: Territorio per il Territorio’ e si pone l’obiettivo di sostenere le imprese aderenti alla più importante associazione territoriale del sistema Confindustria che hanno voglia di investire nel proprio territorio.

Ubi Banca e Assolombarda uniscono le forze per sostenere le piccole e medie imprese legate alle realtà territoriale, erogando finanziamenti destinati a sostenere lo sviluppo e l’innovazione aziendale.

Il progetto è articolato in due fasi: nella prima Ubi Banca mette a disposizione delle Pmi un prestito obbligazionario per un importo complessivo pari 20 milioni di euro, di cui verrà richiesta l’ammissione alla quotazione sul Mercato Telematico delle Obbligazioni (Mot).

Nella seconda fase del progetto verrà invece costituito uno specifico plafond, del valore doppio rispetto all’ammontare nominale del prestito obbligazionario sottoscritto, destinato all’erogazione di “finanziamenti volti a supportare la realizzazione di programmi di sviluppo, compresi progetti di rete di impresa, ricerca ed innovazione tecnologica ed internazionalizzazione, la creazione di nuovi posti di lavoro e la riqualificazione professionale dei dipendenti, nonché a far fronte alle esigenze di incremento di circolante e di equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria delle stesse imprese associate ad Assolombarda“.