Siglati altri due protocolli d’intesa regionali tra INT e Entrate

Dopo la sottoscrizione dei protocolli d’intesa siglati in Veneto e Lazio, sono arrivati quelli relativi alle regioni Emilia Romagna e Piemonte.

A siglarli, sono stati i direttori regionali dell’Agenzia delle Entrate Pierluigi Merletti (Emilia Romagna) e Rossella Orlandi (Piemonte) e i Delegati regionali dell’INT, Elisabetta Micci ( Emilia Romagna) e Francesco Bellante (Piemonte).

Ancora una volta, gli accordi territoriali sono volti a riprendere gli accordi firmati a livello nazionale da Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, e Riccardo Alemanno, presidente di INT, ovvero di incrementare l’uso dei sistemi telematici per il disbrigo delle pratiche e di sistemi potenziati sia per quanto riguarda il Civis sia per le comunicazioni tramite pec.

Gli iscritti INT potranno utilizzare un canale riservato dall’Agenzia, denominato Cup Convenzioni, attraverso il quale potranno essere prenotati appuntamenti presso gli uffici territoriali per tutte le tipologie di servizi non disponibili tramite canale telematico.
Di grande importanza la costituzione di osservatori per verificare l’ andamento degli accordi stessi e l’esistenza di difficoltà operative al fine di migliorare gli strumenti di dialogo e confronto tra intermediari fiscali ed Amministrazione finanziaria.

Alemanno ha mostrato soddisfazione per il lavoro dei delegati regionali, unitamente a quello dei direttori regionali delle Entrate, che testimonia una collaborazione solida e costruttiva finalizzata al miglioramento del rapporto fisco-contribuente.

Vera MORETTI

In Lazio e Veneto sottoscritti i protocolli tra INT e Entrate

All’accordo quadro nazionale siglato tra Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e Riccardo Alemanno, presidente di INT, hanno fatto seguito i primi accordi territoriali, avvenuti nelle Direzioni Regionali di Lazio e Veneto.

I protocolli sono stati sottoscritti, per l’Agenzia, da Carlo Palumbo (Lazio) e Giovanni Achille Sanzò (Veneto) e da Piero Pierangelini (Lazio) ed Andrea Bognolo (Veneto) per INT.

Come per l’accordo nazionale, anche quelli territoriali mirano ad incrementare l’uso dei sistemi telematici per il disbrigo delle pratiche e sistemi potenziati sia per quanto riguarda il Civis sia per le comunicazioni tramite pec.
Non meno importante sarà la costituzione di osservatori per verificare l’andamento degli accordi stessi e l’esistenza di difficoltà operative al fine di migliorare gli strumenti di dialogo e confronto tra intermediari fiscali ed Amministrazione finanziaria.

Prossimamente saranno sottoscritti altri protocolli e il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi auspica che tutte le Regioni siano operative entro l’estate, al fine di incrementare la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate che l’INT ha da sempre posto come priorità.

Vera MORETTI

Ad aprile i primi controlli sui conti correnti

Come era stato deciso dal Decreto Salva Italia per contrastare ulteriormente l’evasione fiscale, partiranno il 10 aprile i controlli sui conti correnti.

L’Agenzia delle Entrate riceverà i dati bancari dei clienti attivi nel 2011 non solo alle banche ma anche da Poste Italiane, finanziarie, Società di intermediazione mobiliare (Sim), Società di gestione del risparmio (Sgr) e assicurazioni.
E’ poi prevista una seconda manche, che partirà il 18 luglio, relativa ai dati del 2012, mentre entro il 31 marzo 2014 si dovranno trasmettere i dati 2013.

Le scadenze, per gli anni successivi, saranno annuali e riguarderanno le movimentazioni attive e passive e più in generale tutte le informazioni utili al Fisco per valutare la posizione fiscale dei contribuenti: saldo iniziale e finale del conto corrente, totale annuale di accrediti e addebiti, operazioni di gestione patrimoniale, utilizzo di carte di credito, investimenti in titoli e similari.

La trasmissione dei dati verrà gestita dal nuovo sistema informatico Sid (Sistema di interscambio dati), preannunciato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera.
Ovviamente, tutto deve essere fatto rispettando la privacy dei clienti: per garantire ciò, verranno utilizzati processi crittografati.

Befera, a questo proposito, ha dichiarato che le informazioni così ottenute “potrebbero concorrere a formare liste di contribuenti, già individuati in base a elementi di rilevanza fiscale, da sottoporre all’accertamento sintetico, o di soggetti non congrui e non coerenti agli studi di settore”.

Vera MORETTI

Accordo nazionale tra INT e Entrate

Con la firma di Attilio Befera e Riccardo Alemanno è stato sottoscritto l’accordo quadro nazionale tra l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) e l’Agenzia delle Entrate.

Questo importante accordo stabilisce le linee guida ed i principi volti alla collaborazione tra i sottoscrittori, rispettivamente il direttore dell’Agenzia delle Entrate e il presidente di INT, ed è propedeutico degli accordi territoriali che ottimizzeranno la collaborazione anche in base alle esigenze locali.

Le due parti collaboreranno e si confronteranno, ma si impegneranno anche verso una intensificazione dell’utilizzo degli strumenti telematici per migliorare e velocizzare la soluzione delle problematiche riguardanti gli avvisi di irregolarità.

Alemanno, a questo proposito, ha dichiarato: “Un accordo attraverso il quale si possano fornire ai nostri iscritti strumenti per migliorare ed ottimizzare il lavoro negli studi. I nostri Delegati regionali sono stati già contatti da alcune Direzioni regionali dell’Agenzia al fine di dare seguito all’accordo quadro con accordi territoriali. L’auspicio è che nell’anno si riescano a sottoscrivere i protocolli in tutte le regioni italiane ed avere così uniformità operativa su tutto il territorio nazionale”.

Il 2013 si è aperto, per INT, con tanta “carne al fuoco” perché, tra gli appuntamenti ai quali non farsi trovare impreparati c’è anche la legge sulle libere Associazioni professionali, che presto entrerà in vigore a tutti gli effetti.
Per poter esaurire tutte le tematiche, INT, unitamente all’Agenzia delle Entrate, punterà in modo deciso
sull’on-line. Ma non solo.

Ha aggiunto il presidente dei Tributaristi: “Oltre agli accordi con l’Agenzia delle Entrate si dovranno migliorare anche quelli già esistenti con Enti come l’Inps con i cui dirigenti si è tenuta una riunione lo scorso 24 gennaio. Inoltre dopo la tornata elettorale sarà importantissimo riaprire il dialogo con i vari ministeri in primis quello del Lavoro per trovare soluzioni alla tormentata problematica del fondo previdenziale della gestione separata dell’Inps, senza dimenticare i rapporti sempre più stretti con quelli dell’Economia, dello Sviluppo economico e della Giustizia. Tanti impegni che cercheremo di assolvere nel migliore dei modi sicuramente tenendo sempre ben presenti sia l’interesse dei nostri iscritti, sia quello della collettività”.

Vera MORETTI

Befera: il Redditometro tutela gli onesti

Ormai sembra l’unico rimasto a difendere il redditometro. Parliamo del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale è ormai il padre adottivo di questo strumento fiscale, abbandonato alla nascita dai genitori biologici e mai desiderato da chi è venuto dopo di loro.

Befera è infatti tornato a parlare dello strumento di accertamento fiscale durante l’edizione 2013 di Telefisco, annuale convegno online dedicato alle tematiche fiscali. “Il redditometro – ha detto Befera – sarà uno strumento che permetterà un doppio confronto con il contribuente“. “Gli accertamenti delle Entrate – ha continuato – sono attività unilaterali. Dopodiché si apre un dibattito con il contribuente, che può dimostrare se quanto abbiamo noi valutato non è corretto. Il contribuente può portarci documenti aggiuntivi, e in quella fase di contradditorio si può arrivare a una modifica, anche in autotutela, o alla cancellazione dell’accertamento. Con la particolarità che in questo caso l’incontro avviene due volte, una prima del procedimento e un’altra dopo l’accertamento vero e proprio“.

Dopodiché, Befera ha tranquillizzato gli imprenditori ricordando come il redditometro è finalizzato agli accertamenti sulle persone fisiche e non sulle imprese: “Con il redditometro faremo 30-35mila controlli quest’anno, dicendo addio ai controlli basati su moltiplicatori e valori catastali e concentrandoci sulle spese reali effettivamente sostenute“. Il direttore delle Entrate ha anche annunciato che la circolare applicativa sul redditometro arriverà nel giro di un paio di mesi.

Poi la stoccata, piuttosto seccata, a mass media e opinione pubblica: “La lotta all’evasione in Italia è difficile. Ogni volta che si tenta di fare un passo avanti si scatenano polemiche di tutti i tipi. L’anno scorso di questi tempi c’era la spettacolarizzazione delle operazioni sul territorio, come quelle a Cortina, e allora ci chiedevano di fare l’incrocio di banche dati. Ora l’abbiamo fatto, con il redditometro, e si sono scatenate altre proteste. Il redditometro non è altro che un incrocio di banche dati e riguarda un numero limitato di soggetti responsabili di un’evasione sfacciata“.

Torna, dunque l’aggettivo “sfacciata” riferito all’evasione nel vocabolario beferiano. E torna di nuovo, ascoltando le sue parole, la sensazione di “uomo solo al comando” nella lotta ai mariuoli. Sarà che tutti i leader politici sono impegnati in campagna elettorale e a promettere improbabili tagli di tasse, ma il contrasto all’evasione sembra essere rimasto ormai affare di pochi.

Redditometro, i dubbi di tributaristi e artigiani

di Davide PASSONI

Come c’era da aspettarsi, non sono mancate le prese di posizione contro il redditometro da diverse associazioni professionali e di categoria. Quando non si tratta di veri e propri attacchi, ci si trova comunque di fronte a perplessità o, quantomeno, a inviti alla cautela.

Come dimostra l’Istituto Nazionale Tributaristi il cui presidente, Riccardo Alemanno, sottolinea come “ogni strumento che possa fare emergere imponibile sottratto a tassazione è da accogliere positivamente, quindi anche la nuova versione del cosiddetto redditometro può essere estremamente utile nella lotta all’evasione fiscale“.

Chiarito ciò, Alemanno mette in guardia dalle inevitabili difficoltà applicative del nuovo strumento informatico, soprattutto laddove viene richiesto al contribuente di documentare spese ed investimenti, di giustificare tutte le forme di reddito o comunque di entrate di denaro. “Senza volere entrare nel merito dal punto di vista giuridico, uno strumento che sicuramente burocratizzerà la vita delle famiglie, ma il cui fine, ovvero fare emergere i redditi non dichiarati, è sicuramente condivisibile anche per il mantenimento e possibilmente dell’incremento degli aiuti al welfare“.

Naturalmente, secondo Alemanno, un giudizio ponderato potrà essere dato solo avere provato, nel concreto e con casi reali il nuovo strumento di controllo. Ai cittadini dovrà essere dato un congruo periodo di tempo per recuperare i documenti giustificativi di investimenti, reddito e spesa. “Inoltre sarà fondamentale il ruolo delle banche dati delle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici nonché degli istituti di credito: la loro capacità di incrociare dati e documenti potrebbe sollevare il contribuente dal presentare documentazione già in loro possesso, cosa che nel recente passato ha invece incontrato grosse problematiche“.

Insomma uno strumento che “se serve a colpire chi possiede beni di lusso ed ha un alto tenore di vita ma dichiara redditi bassi, senza fornirne giustificazione, ben venga; se invece si tramuterà in una sorta di controllo della vita delle persone e delle famiglie, allora vorrebbe dire che se ne è sbagliato l’uso“.

Anche la Cgia di Mestre ha recentemente sollevato qualche perplessità sugli esiti che il redditometro dovrebbe originare. Secondo l’associazione mestrina, che ha analizzato con attenzione la “Relazione Tecnica” al DL n° 78/2010 del 31 maggio 2010, che ha dato origine al nuovo redditometro, con la sua applicazione l’erario dovrebbe incassare nel 2013 quasi 815 milioni di euro: 100 milioni grazie all’attività accertativa e altri 715 circa per mezzo della dissuasione che provocherà nei confronti dei contribuenti. Insomma, come direbbero gli americani… peanuts, noccioline, a confronto con le cifre vere dell’evasione in Italia.

Ci rendiamo conto che stiamo parlando di effetti economici sulle entrate poco più che marginali – ha infatti tuonato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre –? Con l’applicazione del Redditometro abbiamo gettato nel panico milioni di famiglie italiane per nulla. Sia chiaro: io spero che il redditometro stani gli evasori totali, colpisca chi le tasse non le paga, ma se le previsioni di incasso sono queste, concentrate per la stragrande maggioranza sull’autotassazione, il pericolo che il redditometro tradisca le aspettative è molto probabile“. E avanti così…

Redditometro: come funziona

L’aura di strumento maledetto che il redditometro porta con sé, in realtà verrebbe meno se lo si guardasse nel dettaglio. In effetti, quando si pensa a strumenti di accertamento fiscale, si immaginano accrocchi bizantini, tabelle e tabelle con campi da compilare, dati da inserire, cifre da dedurre; modelli e strumenti fatti apposta per far inciampare il contribuente sulle minuzie così che… zac! l‘amministrazione tributaria gli bussa alla porta in men che non si dica.

Invece, tra i tanti dubbi e difetti, il redditometro 2013 almeno un pregio ce l’ha: è relativamente semplice nella compilazione e nel meccanismo di verifica. Intanto, consumi e tenori di vita sono confrontati sulle fonti di reddito dichiarate, senza controlli patrimoniali e bancari incrociati. Per fare ciò, sono state censite 100 voci di spesa critiche, divise in due gruppi: il primo riguarda spese fatte in Italia, dagli immobili, alle auto, dai movimenti di capitali alle utenze, dai mutui alla sanità privata alle ristrutturazioni. Il secondo si basa su dati forniti dal contribuente: in primis la dichiarazione dei redditi, dove hanno un peso importante le deduzioni. In merito ai consumi correnti sono utilizzati i dati Istat, ponderati in base al luogo e al tipo di famiglia esaminata.

Una volta compilato, il redditometro ha un margine di tolleranza del 20% tra reddito dichiarato e spese accertate: oltre questo limite, il fisco chiederà al contribuente spiegazioni. Se lo scostamento del 20% è inferiore ai 12mila euro l’anno, il controllo non sarà effettuato. Un bonus pensato per correggere gli errori dovuti all’applicazione delle medie Istat.

C’è poi la parte più “pittoresca”, del redditometro, quella dei cosiddetti “beni simbolici”. Il vecchio redditometro, tanti lo ricorderanno, chiedeva al contribuente notizie sulla proprietà di beni come barche, aerei, cavalli, che costituivano gli elementi per presumere e attribuire un reddito al contribuente. Adesso l’accertamento delle spese viene fatto su uno spettro più ampio di beni e su dati certi in possesso dell’Agenzia delle entrate, come la potenza delle auto, la lunghezza delle barche, i consumi elettrici.

Ma che cosa succede se si riscontra lo scostamento fatidico del 20% con superiore ai 12mila euro? Scatta la convocazione dell’Agenzia delle entrate che si diventa contraddittorio e poi accertamento fiscale se l’amministrazione tributaria non viene convinta dalle spiegazioni del contribuente. Quest’ultimo può difendersi dimostrando che il Fisco ha ricostruito le sue spese in modo errato o che i pagamenti “sospetti” sono stati effettuati da terzio o fatti grazie a risparmi accantonati. Attenzione: in questi ultimi due casi è necessario avere le pezze giustificative, negli altri casi no, dato che di molti di queste spese l’Agenzia delle Entrate ha già traccia. E se tutto questo non bastasse e il Fisco fosse certo delle proprie ragioni, il bollo di evasore arriva appiccicato dritto sulla schiena: insieme a una multa pari al 30% della quota in eccedenza. In bocca al lupo…

Un orfanello di nome redditometro. C’è, ma nessuno lo ha creato

di Davide PASSONI

Nelle scorse settimane in Italia si è assistito a un teatrino politico con pochi precedenti. Protagonista: il redditometro. Co-protagonisti (tra gli altri): Mario Monti, Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti.

L’attuale presidente del Consiglio, al cui governo è toccato l’onere di tenerlo a battesimo, ha scaricato la responsabilità su Berlusconi: “È stata un’altra delle tante bombe a orologeria messe dal mio predecessore che ha punteggiato il percorso del nostro governo. Io non l’avrei messo“, ha dichiarato. Berlusconi, naturalmente, a capo del governo che lo ha ideato, dice che si tratta di uno strumento da “stato di polizia“. Tremonti, a capo del ministero che, di fatto, lo ha creato, lo ripudia: “Non solo non ho adottato nessun decreto applicativo contenente le ‘cento voci’ di redditometro, ma comunque non avrei firmato un decreto del tipo di quello di Monti, esteso a così vasto spettro, basato su statistiche di massa, di riflesso così intrusivo“.

Un orfano, insomma, questo redditometro: figlio di nessuno e, in più, odiato da tutti. Praticamente tutto l’arco costituzionale lo denigra, le associazioni di categoria lo vedono come il fumo negli occhi, buona parte delle categorie professionali esprime perplessità su alcuni suoi aspetti, le associazioni dei consumatori gridano, come tanti, al terrorismo e alla vessazione.

Sembra rimasta solo l’Agenzia delle Entrate a difendere il povero figlio di NN. Il suo direttore, Attilio Befera, parla di strumento contro “l’evasione sfacciata“, il vicedirettore Marco Di Capua esclude che il redditometro serva a lanciare una “crociata contro i ricchi“. E ci crediamo, sono loro quelli ai quali tocca portare i risultati, scovare i mariuoli, portare nelle casse dello Stato i soldi che dovrebbero servire (in un Paese normale…) ad abbassare le tasse per quanti, onestamente le pagano. Ed è grazie al loro lavoro, e a quello della Guardia di Finanza, che poi i presidenti del Consiglio vanno in televisione a vantare numeri e successi del Fisco. Anche se, sia mai, il redditometro mica lo hanno inventato loro, no! Anzi…

Tutti bravi a parlare di lotta all’evasione, un po’ meno ad andare oltre la critica proponendo soluzioni costruttive. Come recuperare, allora, i 13 miliardi di euro di evasione fiscale accertati lo scorso anno?

Durante questa settimana, cercheremo di capire di più su questo contestatissimo strumento ascoltando le voci di quanti, direttamente o meno, avranno a che fare con lui da qui ai prossimi mesi e cercando, tra i pochi pro e i tanti contro, di offrire a voi lettori gli strumenti per farvi un’opinione la più oggettiva possibile. Che, ne siamo consapevoli, potrebbe cambiare di colpo se foste tra quelli cui toccherà in sorte l’accertamento tramite il redditometro…

Grillo come Befera: ecco a voi il Politometro

 

IERI

Ddl Sallusti: carcere solo per il giornalista autore dell’articolo incriminato e condannato per diffamazione, ma il direttore si salva con una multa pecuniaria che va dai 5 ai 50 mila euro. E’ quanto prevede l’emendamento presentato ieri al ddl sulla diffamazione da Filippo Berselli, relatore e presidente della Commissione Giustizia del Senato, anche se a conti fatti il reato di diffamazione resterà punito con il carcere per il giornalista “questo non ho potuto cambiarlo – ha spiegato il senatore del Pdl – perchè l’aula si era già espressa in tal senso”. Le catene alla libertà d’opinione non sono ancora state spezzate.

1 famiglia su 5 evade il fisco: il 20% delle famiglie italiane ha presentato dichiarazioni dei redditi incoerenti. E’ quanto ha dichiarato ieri Attilio Befera, direttore delle Entrate, nel giorno della presentazione del nuovo Redditest : “da una simulazione sull’intera platea delle famiglie, oltre 4,3 milioni (circa il 20%) delle dichiarazioni dei redditi risultano non coerenti” in particolare “il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito di impresa e nel reddito di lavoro autonomo”. Ma il dato ancora più sconcertante riguarda quasi un milione di famiglie italiane: dichiarano redditi nulli o “molti vicini allo zero”.

Cappellano di San Vittore arrestato: è finito in manette ieri nel tardo pomeriggio Don Alberto Barin, il cappellano del carcere di San Vittore, con l’accusa di violenza sessuale continuata e pluriaggravata e per concussione. Stando ai racconti di 6 detenuti stranieri del carcere milanese, il sacerdote avrebbe richiesto loro prestazioni sessuali in cambio di favori, dal cibo alle sigarette, alla possibilità di una diminuzione della pena per buona condotta. Le violenze sono state scoperte e documentate grazie ad alcune microcamere piazzate nell’ufficio del cappellano; le violenze sarebbero proseguite dal 2008 ad oggi.

OGGI

Il politometro di Grillo: all’indomani della bufera Befera e delle perplessità sul Redditest, Beppe Grillo lancia la sua proposta dal suo blog “vorrei integrare la proposta del redditometro con il “politometro”. Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall’atto della loro nomina nell’arco degli ultimi vent’anni. Non è difficile realizzare un’applicazione che faccia la differenza tra patrimonio attuale (P2), patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C)”. Il leader del Movimento 5 Stelle ha poi dichiarato alla trasmissione Ballarò di non avere intenzione di candidarsi al Parlamento “sono pieno di carichi pendenti, sono un delinquente”. Il riferimento è alla condanna a 14 mesi di carcere (con la condizionale) per omicidio colposo relativa all’incidente d’auto del 1981, dove persero la vita due amici del comico e il loro figlio.

Bomba a Tel Aviv: un ordigno è esploso su un autobus nel centro di Tel Aviv, nel centrale viale Shaul ha-Melech. Venti i feriti, alcuni molto gravi, mentre la polizia israeliana e il premier Benjamin Netanyahu hanno già condannato l’azione come “attacco terroristico”. “Se davvero si tratta di una operazione della nostra resistenza, ce ne felicitiamo” ha commentato invece a caldo un’emittente di Hamas a Gaza. E la tregua annunciata sembra solo un miraggio.

Produttività Italia: l’Istat rende noto che la produttività totale in Italia è cresciuta dello 0,4% nel 2011 con un aumento della produttività del lavoro dello 0,3% ed un incremento di quella del capitale dello 0,7%. Tra il 1992 ed il 2011, la produttività del lavoro è aumentata in Italia ad un tasso medio annuo dello 0,9%.

Vendita Sea: duello giudiziario alle porte per l’affaire della quotazione in Borsa della Sea, la società degli aeroporti milanesi controllata dal Comune di Milano. Ieri, il primo giorno di raccolta delle prenotazioni da parte degli investitori, i due consiglieri d’amministrazione del Fondo F2i, Mauro Maia e Renato Ravasio, hanno avanzato nei confronti di Giuseppe Bonomi, Presidente della società, l’ex deputato leghista, l’accusa di non aver “comunicato al mercato dati sensibili sull’andamento della società”, omettendo dati “che riguardano il traffico degli ultimi due mesi negli aeroporti di Linate e Malpensa, con specifico riferimento a riduzioni significative dei voli”. A ciò va aggiunto la mancata comunicazione della dilatazione significativa del tempo di riscossione dei crediti vantati da Sea nei confronti di compagnie aeree come Meridiana, Blu Panorama e Wind Jet, che non navigano proprio in buone acque in questi mesi. L’atto d’accusa è già passato nella mani dslla Consob.

Anderlecht Milan: rossoneri pronti a scendere in campo questa sera alle 20.45 a Bruxelles per la fase di ritorno del Girone di Champions League contro i belgi dell’Anderlecht. Un errore potrebbe essere fatale per il Milan: la squadra di Allegri potrebbe infatti non accedere alla fase ad eliminazione diretta della Champions.

DOMANI

Il Chianti in piazza: il rosso più celebre di Toscana, cavallo di battaglia del made in Italy in tutto il mondo (anche se i più appassionati restano gli anglosassoni del Chianti Shire) si prepara a scorrere in tutte le piazze della Capitale domani, con un itinerario di degustazioni e assaggi organizzato dal Consorzio dei vini del Chianti. Dalle 17 alle 21 nelle piazze capitoline sarà possibile gustare 40 tipologie in mescita, assieme a ricette della cucina laziale.

Rubin Kazan Inter: appuntamento con l’Europa League domani sera alle 18. I nerazzurri di Stramaccioni, dopo l’ira funesta di domenica a San Siro, si preparano a sfidare i russi del Tatarstan, la regione che ospita la squadra del Rubin Kazan. Stramaccioni pronto a schierare tra gli altri Ranocchia, Juan Jesus , Pasa, Gargano, Benassi e Pereira.

#cinema1 Il peggior Natale della mia vita: il Cinepanettone natalizio arriva con largo anticipo e rischia di diventare indigesto, soprattutto se la trama odora già di stantio. Arriva nei cinema domani Il peggior Natale della mia vita, sequel con le strenne (se così si può definire) della pellicola La peggior settimana della mia vita. Stesso cast, Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi (gli unici ingredienti a mantenere sempre intatto il loro gusto), stessa storia (il genero buffo e maldestro alle prese con la famiglia della sposa) e stessi sketch. Per fortuna Natale viene solo una volta l’anno.

#cinema2 E la chiamano estate: fischiato, affossato dalle critiche, deriso (nel senso che la trama drammatica ha suscitato ilarità in sala), ma uscito vincitore dal Festival Internazionale del Film di Roma. La pellicola di Paolo Franchi, con protagonista una sensuale e senza età Isabella Ferrari, racconta le inquietudini sessuali di un 40enne che vive un amore infinito ma platonico per la moglie, e divora esperienze sessuali degradanti per restare a galla in quel mondo lattiginoso e sfuggente che Franchi chiama dei sentimenti. Un po’ a dire, quello che si ama, prima o poi ci distrugge.

#cinema3 Vasco Live Kom011: due sole date al cinema, il 22 e 23 novembre, per la pellicola documentario che racconta il tour in giro per l’Italia e il leggandario concerto del Blasco allo stadio San Siro di Milano del giugno 2011.

 

Alessia CASIRAGHI

Redditest: il 20% degli italiani è evasore?

Dopo l’anteprima del 19 novembre alla presenza di INT, è partito ieri il Redditest, ovvero il software che supporta il Redditometro, strumento che serve al Fisco per capire se il reddito dichiarato dai contribuenti è congruo con lo stile di vita condotto.

Ebbene, Attilio Befera, alla luce di una simulazione fatta, ha stimato che i nodi che verranno al pettine saranno tanti, ovvero 4,3 milioni. Una cifra spaventosa, che rappresenta il 20% dei contribuenti, e che fa emergere un esercito di evasori forse ancora più numeroso di quanto si sospettava.
E se si considera che, di questi, circa un milione presenta redditi pari a zero, anche se può permettersi una vita agiata, si capisce come la lotta all’evasione sarà ancora lunga, e spietata.

Anche se Befera, a questo proposito, ha precisato: “Il 20% di incoerenza tra le famiglie non ci ha meravigliato, in Italia c’è evasione, questo è noto. Ma l’incoerenza non significa che tutti sono necessariamente evasori, ci possono essere entrate che non compaiono nella dichiarazione dei redditi e che sono non rilevati nella nostra simulazione, come quelle colpite da imposta sostitutiva o relative ai rapporti economici tra i familiari, il contraddittorio con il contribuente permette di accertarli”.

Vera MORETTI