Bonus energia elettrica e gas: crediti di imposta e detrazioni utilizzabili dal 18 luglio

Si potranno utilizzare a partire dal 18 luglio 2022 i crediti di imposta ceduti e i bonus maturati nella dichiarazione dei redditi inerenti il maggior costo sostenuto dalle imprese, energivore e non, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica e del gas. A chiarire le possibilità di utilizzo dei bonus maturati è stata l’Agenzia delle entrate. Il punto della situazione si è reso necessario dopo i malfunzionamenti comunicati da Sogei in merito all’utilizzo della piattaforma on line. I crediti di imposta oggetto di agevolazione fiscale sono quelli comunicati all’Agenzia delle entrate entro la data del prossimo 11 luglio.

Crediti di imposta bonus energia elettrica e gas, cessione e compensazione nel modello F 24: i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate sui bonus maturati per l’acquisto di energia elettrica e gas da parte delle imprese, non necessariamente a largo utilizzo delle due fonti, è arrivato nei giorni scorsi. In particolare, l’Agenzia ha chiarito che “i crediti di imposta spettanti per l’acquisto di prodotti energetici, con cessione a soggetti terzi e comunicati all’Agenzia delle Entrate non oltre  l’11 luglio prossimo, nonché i crediti di imposta risultanti dalle dichiarazioni fiscali (dell’Iva, dell’Irap e delle imposte dirette) inoltrate all’Agenzia delle Entrate entro la medesima data, potranno in ogni modo essere utilizzati in compensazione, usando il modello F 24, a decorrere dal 18 luglio 2022”

Bonus energia elettrica e gas, come si ottengono i crediti di imposta?

I crediti di imposta sull’energia e sul gas derivano dal maggior prezzo sostenuto dalle imprese energivore e gasivore, ma anche da quelle che non fanno largo utilizzo delle due fonti energetiche, nel corso del 2022 rispetto all’anno 2019. In particolare, il maggior costo è dettato dall’inflazione già registrata nell’ultimo trimestre del 2021 e accentuata nell’anno in corso dal conflitto in Ucraina. Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate è stato necessario dopo le segnalazioni di Sogei circa il malfunzionamento della piattaforma on line per la comunicazione dei crediti di imposta. Proprio a partire dallo scorso 6 luglio, infatti, si sono registrati malfunzionamenti relativi ai servizi on line del portale web dell’Agenzia delle entrate e, da venerdì 8 luglio, anche nella sezione “Fatture e corrispettivi” del sito.

Problemi sito Agenzia delle entrate sui crediti di imposta spese approvvigionamento energia elettrica e gas

I problemi informatici alla piattaforma on line dell’Agenzia delle entrate hanno riguardato, fin dal 6 luglio scorso, l’infrastruttura per la trasmissione delle dichiarazioni e dei pagamenti effettuati mediante il modello F 24 di Entratel. Di conseguenza, la soluzione adottata dall’Agenzia delle entrate è stata quella di ritardare la scadenza per le comunicazioni dei crediti di imposta. I bonus sono quelli maturati sulle maggiori spese del 2022 di approvvigionamento di energia elettrica e gas. Si è concesso, pertanto, un margine di tempo “cuscinetto” per il recupero delle pratiche che non erano state inserite per i problemi informatici. Ci sarà tempo, dunque, fino al 18 luglio 2022 per utilizzare i crediti di imposta comunicati entro l’11 luglio prossimo.

 

Meno gas dalla Russia, adesso le minacce sono per l’Italia

Meno gas dalla Russia e stavolta entra in gioco anche l’Italia. Ecco cosa sta succedendo contro il nostro Paese, i dettagli.

Meno gas dalla Russia, riduzione senza preavviso

La battaglia energetica si gioca sui tavoli europei. Tanto che sono stati imposti ben sei pacchetti di interventi contro la Russia. Ma questa non ci pensa nemmeno di mettere fine alla guerra contro l’Ucraina e ad accettare le sanzioni europee. E così continua nella sua “guerra lampo” e a mettere in campo minacce contro l’Europa. Soprattutto in vista della possibilità del paese ucraino di entrate a far parte dell’Unione Europea. Infatti, sembra che l”Ucraina sia sulla strada giusta per entrate in Unione, ottenendo già consensi da molti paesi.

E così senza preavviso la Russia ha stretto i rubinetti verso l’Italia. Dunque sembra che abbia ridotto del 15% l’esportazione di gas verso il nostro Paese. Stessa sorte, di circa il 30% era già toccato alla Germania, per un calo totale di 67 milioni di metri cubi di gas al giorno. Ovviamente la parziale riduzione non è altro che un ricatto, visto che la giustificazione russa delle riduzioni non regge. Sembra che si sia rotta una turbina, ma Berlino non crede proprio a questa spiegazione, quanto mai improvvisa.

Meno gas della Russia, nessuna spiegazione

Se la Germania ha avuto una motivazione alla riduzione del gas, nulla da fare per l’Italia. Infatti né il Governo italiano, né Eni sono state avvisate dell’operazione. Quindi a cosa è dovuto il taglio? Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, perché ad oggi non c’è alcuna spiegazione. Più che guasto tecnico, sembra una vera e propria rappresaglia contro il nostro Governo, che da giorni punta ad un cessate il fuoco.

Ma la riduzione del gas senza alcuna spiegazione spinge sempre più l’Italia a ricorrere a fonti di energia alternative. Anche perché a dire il vero, è la stessa Unione Europea a puntare in tale direzione. Occorre una accelerazione su questa strada. Potenziando i giacimenti già presenti, oppure sfruttando le nuove mappe per le materie prime o stringendo nuovi accordi. Sempre restano in prima linee le attività volte all’istallazione di pannelli solari per la produzione di energia rinnovabile. E di progetti nuovi per i sistemi capaci di immagazzinare tale importante risorsa.

Prezzi del gas su e borse europee giù

Una motivazione che non piace certo agli importatori è che l’azione di Mosca sia stata proprio studiata per ridurre la quantità sul mercato e farne aumentare il prezzo. Ad esempio sulla borsa di Amsterdam si attesta attorno a 135 euro a megawatt ora. Quindi se il gas costa di più, ovviamente il problema si ribalterà sulle famiglie e sulle imprese italiane, che dovranno fare i conti ancora una volta con il caro bollette.

Nel frattempo le borse aprono in negativo e non migliorano le loro performance. Piazza affari chiude a ribasso e non va bene nemmeno alle altre borse europee. Mentre lo spread rimane costante, grazie allo scudo per evitare i crolli azionari. In Europa ci sono troppi governi ed una sola banca, quindi questo crea dei problemi non da poco. Forse occorrerebbe una maggiore coesione sotto il profilo fiscale. Un allineamento che darà degli effetti sulle decisioni europee più equa per tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.

Gas: per le bollette in arrivo un nuovo salasso, ecco gli scenari

Viene prevista una nuova impennata delle bollette del gas e presto gli utenti se ne accorgeranno. Se le bollette di luce e gas da gennaio sono diventate troppo esose, ancora peggio andrà molto presto. Infatti si parla di nuovi aumenti in arrivo. Stavolta è sul gas che ci saranno nuovi incrementi del costo, con ricadute pesanti sulle bollette dei prossimi mesi. Ma ecco cosa accadrà presto in Italia. I provvedimenti di salvaguardia del governo non sono riusciti a detonare il surplus di spesa per i cittadini. E presto, se il trend è questo, ne serviranno altri.

Bollette del gas di riparte, ancora aumenti

A dire il vero parlare di aumenti per le bollette è ormai una costante. Da gennaio, ma forse da di e 2021, l’aumento delle bollette è stato costante. E si prepara adesso un altro incremento. Infatti, per via della grave crisi del conflitto in Ucraina, il flusso ridotto di gas dalla Russia porta inevitabilmente ad un incremento dei prezzi. E le bollette schizzeranno ancora una volta. Con buona pace degli utenti, famiglie, commercianti e imprese.

Un incremento del 9%, ecco i motivi

Le bollette del gas saliranno ancora. È inevitabile visto ciò che sta accadendo tra Russia e Ucraina. E le accise da parte della Germania, a Putin, reo di utilizzare il gas come arma, non sono campate in aria. Infatti è confermato direttamente dai vertici aziendali di Gazprom, colosso russo del settore energia, che la società ha posto il veto all’utilizzazione del gasdotto Yamal che finisce dritto in Germania. Putin tra le aziende finita nella sua black list, conta anche una società polacca. Si tratta di quella che gestisce l’impianto del gasdotto.
In termini pratici, meno gas e bollette in risalita. In pratica, sanzioni contro la Russia da parte dell’Occidente e replica di Mosca che chiude i rubinetti e inserisce contro-sanzioni. E gli effetti di queste reciproche penalizzazioni finiscono con l’essere pagate inevitabilmente dai cittadini.

Imprese: ecco gli aiuti per gas ed energia

Lo hanno chiamato decreto energia ed effettivamente è un contenitore di misure rivolte a contenere l’incremento esponenziale dei costi energetici per le aziende. Aumenti di gas ed elettricità che non hanno avuto certo un ruolo marginale in questi ultimi mesi. Tra le varie misure quelle che potenziano i crediti di imposta.

Cosa è stato destinato per contenere i costi di gas ed elettricità

Il credito di imposta sull’acquisto del gas da parte delle imprese sale al 25% (era fissato al 20%). Stessi incremento e stesse percentuali per il credito di imposta per le gasivore come si legge sul quotidiano Italia Oggi. E dal 12% sale al 15% quello per la spesa dell’energia elettrica per le imprese non energivore.

Ma viene potenziato anche il contributo straordinario inizialmente previsto sulle spese del secondo trimestre dell’anno. Adesso si passa al contributo straordinario anche per il primo semestre. In altri termini, il decreto energia potenzia le misure per contenere l’impatto del rincaro delle bollette energetiche alle Partite Iva. Quando parliamo di gasivore facciamo riferimento ad una azienda che ha un consumo di gas medio , stimato, pari a non meno di 1 GWh/anno.

Le novità del decreto energia del governo Draghi

Altra novità è il cosiddetto “tax credit” che per le imprese prima citate è pari al 25%. Per le aziende che presentano un rilevante consumo di gas, ecco quindi l’aiuto del governo sotto forma di credito di imposta. Un aiuto che servirà per contenere la spesa e per compensare in parte ciò che queste attività hanno dovuto subire con gli aumenti del costo del gas e dell’energia elettrica. Il credito di imposta varrà anche per il primo trimestre del 2022, dopo che inizialmente era stato destinato solo al secondo trimestre 2022.

Il credito di imposta ed il paragone tra i consumi del 2022 e quelli del 2019 su gas ed energia elettrica

Naturalmente il credito spetta se la spesa sostenuta per l’acquisto di gas abbia effettivamente subito un incremento. Infatti, sempre su Italia Oggi si legge che il credito di imposta è ammesso solo se il prezzo di riferimento del gas naturale durante il primo trimestre 2022, è salito di oltre il 30% rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2019. Il riferimento per capire i prezzi sono le pubblicazioni del Gestore del mercati energetici (GME).

Il paragone con il 2019, ultimo anno pre-pandemia vale anche per l’extra credito del 10% in relazione alle spese sostenute nel primo trimestre del 2022.

Anche le imprese non gasivore vengono sostenute

Ma non ci sono solo le aziende a forte consumo di gas ad essere tutelate dal governo con questi crediti di imposta. Difatti, il credito del 25% riguarda anche le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas. Il credito riguarda l’acquisto di gas per uso differente da quello termoelettrico. Per quanto concerne il credito di imposta del 15% per l’elettricità, si sottolinea che tale agevolazione riguarda le imprese che hanno contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW. Anche in questo caso l’agevolazione vale per chi ha sostenuto un extra gettito di spesa superiore al 30% nel primo trimestre 2022 rispetto al primo trimestre del 2019.

Caro carburanti, energia elettrica e gas: tutti gli aiuti alle famiglie e imprese

Due i provvedimenti anti crisi approvati nella giornata del 2 maggio 2022 dal governo a sostegno di famiglie e imprese per il caro carburanti, energia elettrica e gas. Sul caro benzina e gasolio, il governo ha prorogato fino all’8 luglio prossimo lo sconto di 25 centesimi sulle accise (30,5 centesimi comprendendo l’Iva). Il provvedimento ha un valore di 2,1 miliardi di euro. Il secondo decreto della giornata di ieri, in tema di bollette energetiche, ha introdotto nuovi aiuti alle famiglie e aumentato le percentuali di credito di imposta delle imprese sui costi di energia elettrica e del gas.

Caro benzina e gasolio, fino all’8 luglio 2022 lo sconto di 25 centesimi, bonus agli autotrasportatori

Fino all’8 luglio prossimo si potrà beneficiare dello sconto di 25 centesimi applicato ai prezzi per ogni litro di benzina, gasolio e Gpl. Il provvedimento taglia i costi anche delle accise sul metano per autotrazione. Sul metano il governo ha previsto anche l’applicazione dell’Iva al 5% sulle forniture del gas naturale utilizzato in autotrazione. Per gli autotrasportatori spunta anche un credito di imposta sull’aumento del prezzo del gasolio.

Bonus gasolio autotrasportatori, la novità del decreto con credito di imposta del 28%

Il bonus corrisponde a un credito di imposta nella percentuale del 28% sulla spesa sostenuta nei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. La misura del 28% si applica sull’acquisto del gasolio utilizzato per i veicoli di categoria Euro 5 o superiori, al netto dell’Iva. Saranno necessarie le fatture di acquisto dei carburanti. Il beneficio è cumulabile con altri incentivi, anche sugli stessi costi sostenuti, a condizione che totalizzando le misure di sostegno non si superi il costo totale sostenuto.

Famiglie, sconto sulle bollette di luce e gas: chi può beneficiarne?

Con i decreti approvati nella giornata del 2 maggio arriva anche la proroga del bonus bollette di luce e gas delle famiglie. Si tratta del bonus sociale, ovvero dello sconto applicato alle famiglie in condizioni di disagio economico o fisico. Lo sconto viene esteso anche ai mesi di luglio, agosto e settembre 2022. La compensazione dello sconto avverrà nelle fatture successive con l’applicazione del bonus alle somme eccedenti a quelle dovute.

Imprese, si rafforza il bonus sui costi di gas ed energia elettrica

Si rafforza il credito di imposta a favore delle imprese energivore e gasivore per i costi di energia elettrica e del gas, ma anche per tutte le altre imprese che ne fanno un utilizzo più moderato. La misura del bonus a disposizione va da un minimo del 15% (dal 12% previsto dai precedenti decreti) a un massimo del 25%. Ecco nel dettaglio quali sono le imprese che otterranno il credito di imposta e in quale misura.

Credito di imposta del 15% per le imprese non energivore: chi ne beneficia?

Nello specifico, le imprese non energivore hanno a disposizione un bonus che è stato aumentato dal 12% al 15% sui costi per l’energia elettrica. Il vantaggio fiscale riguarda le imprese dotate di contatori di energia di potenza pari a non meno del 16,5 Kw. Per beneficiare del bonus è necessario avere a disposizione le fatture di acquisto che certifichino il costo sostenuto. Il bonus è riconosciuto nella misura del 15% alle imprese che, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022, abbiano subito un incremento dei costi per kilowattora di oltre il 30% rispetto al prezzo medio sostenuto nel primo trimestre del 2019. Il codice tributo da utilizzare è 6963.

Bonus imprese non gasivore, come calcolare il bonus?

Per le imprese che non utilizzano grosse quantità di gas naturale, il decreto di ieri alza la misura del credito di imposta dal 20% al 25%. Le imprese che possono beneficiare del bonus sono quelle elencate nell’articolo 5 del decreto legge numero 17 del 1° marzo scorso. Anche in questo caso, l’aumento del costo del gas naturale deve essere superiore al 30% nei primi tre mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019. La media dei costi si ottiene dalle stime di prezzo fornite dal Mercato infragiornaliero (MiGas). I prezzi vengono pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (Gme). Il codice tributo da usare è il 6964.

Come si utilizza il bonus sui prezzi del gas naturale?

Il bonus riconosciuto alle aziende per l’incremento del costo del gas naturale può essere usato come credito di imposta esclusivamente in compensazione. Il bonus può essere anche cumulato ad altre agevolazione applicate agli stessi costi. È importante rilevare che il complessivo delle agevolazioni non deve eccedere il totale del costo. Inoltre, il credito di imposta sul gas non concorre a formare il reddito di impresa e, nemmeno, a comporre la base imponibile dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Bonus per imprese gasivore ed energivore: qual è la nuova percentuale di credito di imposta sulla fattura?

Cambiano le percentuali del credito di imposta per le imprese  energivore e gasivore. Il precedente decreto numero 21 del 2022 aveva aumentato le aliquote del credito di imposta sulle spese dell’energia elettrica e del gas di 5 punti percentuali. Pertanto, le percentuali di bonus erano pari al 20% per le spese del gas e al 25% per i costi dell’energia elettrica. Il decreto del governo di ieri aumenta dal 20% al 25% la percentuale di credito di imposta anche delle spese del gas. In questo modo, sia il credito di imposta sull’energia elettrica che quello sul gas hanno le stesse percentuali.

Imprese a largo utilizzo di gas ed energia elettrica, come verificare il credito di imposta spettante?

Per chiedere il credito di imposta è occorrente che le aziende a largo utilizzo di energia elettrica abbiano subito aumenti delle spese eccedenti il 30%. La misura del bonus da applicare deve essere corrispondente al rapporto tra la media dei consumi del primo trimestre del 2022 con la media dello stesso periodo del 2019. Le aziende del gas, invece, dovranno procedere con il calcolo mediante il rapporto dei prezzi medi del gas di gennaio, febbraio e marzo del 2022 rispetto ai prezzi medi del medesimo trimestre del 2019.

Come utilizzare il bonus sulle spese di gas ed energia elettrica per le imprese che ne fanno largo uso?

Il credito di imposta calcolato sull’incremento dei costi di energia elettrica e gas naturale delle aziende che ne fanno largo uso, si può cumulabile con altre agevolazioni inerenti le medesime spese. La compensazione può essere fatta anche in anticipo a decorrere dal secondo trimestre del 2022. Il credito di imposta deve essere utilizzato entro la scadenza del 31 dicembre 2022. Il bonus non concorre alla formazione del reddito di impresa e della base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Come cedere il credito di imposta ottenuto grazie al bonus sui prezzi di gas ed energia elettrica?

Le imprese gasivore ed energivore possono cedere il bonus accumulato sugli aumenti dei costi di gas ed energia elettrica. La cessione va fatta per l’ammontare del credito di imposta a soggetti a regime controllato, come ad esempio banche e intermediari finanziari. Lo stabilisce l’articolo 9 del Dl “Energia”. Il decreto ammette la facoltà di cessione del credito di imposta pure alle imprese agevolate contenute nell’articolo 15 del decreto legge numero 4 del 27 gennaio 2022.

Credito di imposta gas ed energia elettrica imprese, per cedere il bonus occorre il visto di conformità

Per la cessione dei crediti di imposta inerenti le spese aumentate dell’energia elettrica e del gas, le aziende dovranno adempiere al visto di conformità. Nel dettaglio, il visto richiede che siano documentate le spese e i requisiti che danno origine al credito di imposta. La documentazione deve essere rilasciata dai responsabili dell’assistenza fiscale.

Caro bollette, tutti gli interventi a sostegno delle imprese

L’aumento dei prezzi energetici e il caro bollette sono al centro delle misure di sostegno delle imprese del decreto legge numero 21 del 2022, cosiddetto decreto “Energia”. Gli aiuti contemplano la  defiscalizzazione delle spese per l’energia elettrica e per il gas mediante riconoscimento di bonus fiscali e il sostegno all’autotrasporto. Fa parte del pacchetto anche la possibilità di rateizzare le bollette di maggio e giugno prossimo. Il decreto legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, la numero 67.

Credito di imposta per l’acquisto di energia elettrica a favore delle imprese: in cosa consiste?

Una delle misure contenute nel decreto legge “Energia” è il bonus per il credito di imposta a favore delle imprese per le spese relative all’energia elettrica. Il bonus è pari al 12% dei costi sostenuti e va applicato ai costi del secondo trimestre del 2022 qualora il prezzo dell’energia elettrica, calcolato sulla media del primo trimestre del 2022, risulti aumentato del costo per kilowatt/ora di almeno il 30% rispetto al prezzo medio praticato al primo trimestre del 2019. Per beneficiare del credito di imposta le imprese devono essere dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore ai 16,5 kilowatt.

Bonus per l’acquisto del gas, quando si applica il credito di imposta?

Sull’aumento dei costi del gas, il decreto “Energia” prevede un bonus consistente nel credito di imposta pari al 20%. Il calcolo deve essere fatto sul prezzo sostenuto nel primo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2019. Nel caso in cui i costi del gas abbiano subito un aumento superiore al 30%, l’impresa può utilizzare il credito di imposta sulle spese del gas relative al secondo trimestre del 2022.

Costi energia elettrica e gas, per le imprese energivore e gasivore aumentano i crediti di imposta

Per le imprese gasivore ed energivore, il decreto “Energia” aumenta la percentuale di credito di imposta riconosciuto per le spese di gas ed energia elettrica rispetto ai precedenti provvedimenti. Infatti, il credito di imposta delle imprese energivore aumenta dal 20% al 25%. Per le imprese a forte consumo di gas naturale la percentuale del bonus si incrementa dal 15% al 20%.

Bonus all’autotrasporto, in cosa consistono gli aiuti alle imprese?

Per il sostegno all’autotrasporto il governo ha previsto varie misure. Innanzitutto la clausola di adeguamento del corrispettivo. La formula prevede l’inserimento nei contratti relativi al trasporto della clausola di adeguamento dei corrispettivi per adeguarli agli aumenti dei costi dei carburanti. Quindi, nei contratti in forma scritta verrà inserita la clausola a favore dell’autotrasportatore di adeguare i corrispettivi nel caso in cui il costo dei carburanti aumenti di almeno il 2% rispetto al valore di riferimento immesso nel momento in cui si stipula il contratto.

Altre misure e bonus per il settore dell’autotrasporto

Inoltre, il governo ha stanziato per l’anno in corso 500 milioni di euro che andranno a favore di un fondo per calmierare i prezzi dei carburanti. Si prevede, inoltre, il rifinanziamento dei contributi per incentivare il trasporto delle merci tramite le ferrovie e via mare. Si procedere con lo stanziamento di 20 milioni di euro per ridurre i costi dei pedaggi autostradali e per dedurre forfettariamente le spese non documentate. Infine, per l’anno in corso le imprese di trasporto merci per conto terzi possono beneficiare dell’esonero del versamento dei contributi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Imprese, bollette energia elettrica a rate: in cosa consiste il bonus?

Sulle bollette di energia elettrica e di gas, il decreto “Energia” prevede la possibilità di rateizzare il costo dei consumi in 24 rate mensili. La rateizzazione può essere fatta su richiesta sui costi relativi ai mesi di maggio e giugno prossimi.

 

 

Aumenti Luce, gas e grano alle stelle per effetto delle tensioni in Ucraina

Aumenti luce, gas e grano stanno raggiungendo prezzi al di fuori delle peggiori previsioni. Per molte materie deriva dalle tensioni in Ucraina.

Aumenti luce, gas e grano: quanto stanno aumentando i prezzi

Aumenti luce, arrivano le bollette con cifre esorbitanti e molte imprese si stanno trovando in difficoltà nel portare avanti alcune linee produttive. Anche il prezzo del gas è raddoppiato. Infatti secondo il l’Autorità per l’energia, il prezzo del gas sul mercato tutelato è passato da 28 centesimi al metro cubo 58 centesimi a fine anno. La bolletta potrebbe arrivare la quota stellare di 37 miliardi, che sono cifre davvero mai viste in precedenza.

Le aziende si trovano già in difficoltà per far fronte alla situazione. Si sta passando da un fine pandemia, con le relative conseguenze, ad un’emergenza del costo delle materie come gas, luce e anche delle materie prime. A livello globale la crisi dei microchip sta contribuendo pesantemente sull’andamento di molte aziende italiane e non.

Le famiglie continua a fare i conti che gli aumenti generali

In questo scenario le famiglie si trovano a fare i conti con i rincari. Gli stipendi sono gli stessi, ma le fatture di gas e luce continuano a lievitare. Come se non bastasse sale anche il costo della benzina. Infatti la benzina in autostrada è arrivata a quasi due euro a litro.

Crescono anche i prezzi dei prodotti alimentari, frutta e verdure continuano la loro crescita, circa il 13%. E che dire dell’olio di semi con punte del 20% di aumento. Ed ancora zucchero, uova, farina, caffè e caro-colazione più del 10% rispetto ad un anno fa. E molte famiglie cominciano a riprogrammare la propria vita in funzione dell’apertura di mercati e hard discount nella speranza di risparmiare qualcosa.

Luci, gas e grano le tensioni in Ucraina peggiorano la situazione

A soffiare sulla brace ci sono le tensioni in Ucraina di questi giorni. Si rammenta che l’Ucraina e Russia sono rispettivamente terzo e primo produttore di grano e cereali a livello mondiale. Gi Stati Uniti e la Russia si preparano alla guerra, anche se non mancano i tentativi diplomatici. L’Ucraina sembra avere il sostegno internazionale, anche se la situazione sembra tesa.

Lo scenario possibile è che la Russia chiuda i rubinetti di gas per tutta l’Europa o con prezzi che comporterebbero nuovi scostamenti o accantonamenti del nostro Paese. Il Vecchio Continente dipende infatti dal gas russo per il 40% dei suoi consumi mentre un altro 30% arriva dalla Norvegia e un 30% da Libia e Algeria. E con costi elevati, molti impianti potrebbero fermarsi.

 

Caro energia: contributi e aiuti per imprese, quando arrivano?

Il caro energia in Italia è iniziato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ed è alto il rischio che la situazione non cambi per tutto il 2022. Il Governo italiano, che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, è già intervenuto stanziando, con la legge di Bilancio 2022, quasi 4 miliardi di euro al fine di calmierare i rincari di luce e gas sulle bollette. Ma in prevalenza questi aiuti sono destinati alle famiglie.

Allo studio contributi e aiuti per le medie e per le grandi imprese contro il caro energia

Quando invece, proprio contro il caro energia, arriveranno i contributi e gli aiuti pure per le imprese, ed in particolare per quelle che sono di medie e di grandi dimensioni? La domanda è d’obbligo in quanto già nel nostro Paese molte aziende, a partire da quelle cosiddette energivore, hanno tagliato o addirittura hanno sospeso la produzione. Non riuscendo più a rientrare nemmeno dai costi proprio a causa dell’impennata dei prezzi di luce e gas.

In questi giorni il Governo italiano, con a capo il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), sta valutando l’adozione di provvedimenti che siano finalizzati proprio ad aiutare le medie e le grandi imprese con aiuti e con contributi contro il caro energia. Ma ci sono dei nodi da sciogliere. Prima di tutto quello relativo alle risorse da stanziare. Ma anche quello relativo ai paletti ed alle condizioni da fissare per l’accesso agli aiuti.

Come stanziare contributi e aiuti contro il caro energia, i produttori nel mirino?

Il Governo italiano, tra l’altro, contro il caro energia ha chiesto pure ai produttori in questo momento di fare la loro parte. Ora resta da vedere se questo invito possa trasformarsi in un provvedimento che, nel colpire proprio i produttori di energia, permetterebbe di rastrellare risorse da destinare proprio alle imprese a partire da quelle energivore che in questo momento sono davvero in ginocchio.

Aumenti luce e gas: ecco le ultime novità sui rincari e azzeramento oneri

L’Arera “Autorità per la regolazione per energia, reti e ambiente” fa sapere che grazie agli interventi del Governo è stato possibile sterilizzare parte degli aumenti luce e gas in bolletta. Ecco tutte le novità.

Gli aumenti luce e gas previsti per l’ultimo trimestre 2021

L’Arera ha provveduto a comunicare i reali aumenti previsti per luce e gas, gli stessi saranno del 29,8% relativi alle tariffe per la fornitura di energia e 14,4% per le tariffe del gas, un buon risultato a fronte di iniziali aumenti del 45% della bolletta energetica e oltre il 30% per la bolletta del gas, ma gli interventi governativi hanno scongiurato questa ipotesi. Spiega Arera che gli aumenti sono dovuti per l’80% all’aumento del costo della materia prima e per il 20% alle quotazioni dei permessi per l’emissione di CO2.

Tenendo in considerazione gli interventi governativi, per il 2021 è possibile stimare per la famiglia tipo una spesa totale di 631 euro annuali per l’energia elettrica con un aumento di 145 euro rispetto al 2020 e un consumo di gas di 1130 euro con un aumenti di 155 euro rispetto al 2020.

Interventi del Governo Draghi su aumenti luce e gas

In tale prospettiva sono risultati risolutivi, almeno per l’ultimo trimestre 2021, gli interventi del Governo Draghi con il decreto di urgenza che ha previsto lo stanziamento di 3 miliardi di euro. Di questi 2,5 miliardi saranno dedicati all’azzeramento degli oneri di sistema che incidono notevolmente sulle bollette ( circa il 10%) e 500 milioni di euro andranno a incrementare la platea dei soggetti che potranno beneficiare del bonus legato al reddito. A ciò si aggiunge una riduzione di 5 punti percentuali dell’IVA sul gas. Attualmente questa è al 10% per consumi fino a 480 metri cubi l’anno e al 22% per consumi superiori.

Per quanto riguarda i bonus riguardano le famiglie:

  • con ISEE inferiore a 8265 euro;
  • famiglie numerose con ISEE inferiore a 20.000 euro;
  • percettori di reddito o pensione di cittadinanza;
  • famiglie con persone disabili in gravi condizioni che abbiano bisogno di dispositivi elettromedicali.

Si tratta in totale di circa 3 milioni di utenti che potranno beneficiare di uno sconto in bolletta senza dover fare richiesta alcuna.

Prospettive per il 2022: nuovi rincari luce e gas potrebbero essere in agguato

L’Autorithy ha però comunicato che, sebbene questo intervento del governo Draghi sia importante, per il mese di gennaio 2022 potrebbe essere necessario un altro provvedimento in quanto c’è un aumento dei prezzi di particolare eccezionalità e di conseguenza si prevedono ulteriori rialzi che richiedono interventi mirati. L’Arera ha già dichiarato di essere disponibile a fornire tutto il supporto tecnico necessario. L’aumento dei prezzi è previsto per tutto il primo trimestre del 2022, l’Arera inoltre sottolinea che gli aumenti riguardano prevalentemente le famiglie che sono ancora nel mercato di maggiore tutela in quanto le tariffe per loro sono modificate in modo immediato, mentre chi ha contratto un contratto di fornitura con il mercato libero può beneficiare delle tariffe previste da contratto.

Il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha d’altronde chiarito che in effetti è da anni che si attende una riforma sugli oneri di sistema che rappresentano un balzello importante per le famiglie. Potrebbe quindi verificarsi una riduzione degli oneri di sistema strutturale e non legata esclusivamente all’emergenza.