Ecobonus auto, dal 23 gennaio aperta la piattaforma per le prenotazioni

Dal 23 gennaio 2024 riaperta la piattaforma per prenotare l’Ecobonus mobilità sostenibile contributi per l’acquisto di auto, motocicli, ciclomotori e vetture commerciali meno inquinanti. Ecco come fare.

Ecobonus auto, aperta la piattaforma per la prenotazione

Dalle ore 10:00 del 23 gennaio 2024 è aperta la piattaforma Invitalia per le prenotazioni dell’ecobonus auto. A rendere nota la notizia è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Possono ottenere l’ecobonus gli acquirenti dei mezzi a basso impatto ambientale che rottamano il vecchio veicolo altamente inquinante. Il concessionario deve prenotare l’incentivo e confermarlo entro 270 giorni.

Già al momento della prenotazione il concessionario deve inserire i dati dell’acquirente, questo implica che il concessionario non può prenotare veicoli senza prima avere l’acquirente a cui vendere il veicolo, l’obiettivo è evitare che vi siano speculazioni da parte di concessionari con una buona disponibilità economica che possono prenotare un numero abnorme di veicoli andando a ledere gli altri concessionari.

I fondi stanziati per il 2024 sono 610 milioni di euro ripartiti tra le varie tipologie di veicolo. La distribuzione può essere rimodulata con successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, per effetto dell’andamento del mercato e dell’evoluzione tecnologica, di conseguenza, in attesa delle modifiche, per il momento sono confermate la dote stanziata e la ripartizione fissate dal Dpcm del 6 aprile 2022.

Gli incentivi prevedono:

  • per le auto con emissioni inquinanti tra 0-20 g/km di CO2 (modelli fino a 35mila euro+Iva): 5mila euro con rottamazione e 3mila euro senza.
  • per auto nella categoria 21-60 g/km di CO2 (fino a 45 mila euro+Iva) possono andare 4mila euro con rottamazione e 2mila euro senza.
  • Infine, nella fascia 61-135 g/km di CO2 (fino a 35 mila euro+Iva): 2mila euro solo con rottamazione.

Novità in arrivo per l’ecobonus

Nel frattempo è stato reso noto che dovrebbe a breve arrivare un nuovo provvedimento, già nel mese di febbraio, con uno stanziamento di 900 milioni di euro o un miliardo. Nel nuovo provvedimento gli incentivi, sempre divisi per fascia dovrebbero essere però distribuiti anche in base a fasce di reddito con una maggiorazione del 25% per le persone fisiche con Isee inferiore a 30mila euro. Il nuovo incentivo dovrebbe inoltre essere a disposizione anche di persone giuridiche tra cui le società di noleggio, ma non i concessionari auto.

Per chi acquista senza rottamare il contributo sarà di 6mila euro nella fascia 0-20, 4mila nella 21-60 mentre non è previsto un bonus nella terza categoria di emissioni.

Il beneficio dovrebbe inoltre incrementare in base agli anni del veicolo da rottamare, in poche parole più è vecchio e inquina maggiore è il contributto che si può ottenere con l’acquisto del nuovo veicolo.

Leggi anche: Isee 2024, molti rischiano di perdere prestazioni sociali. Cosa succede?

Ecco lo strumento che conta i chilometri della auto inquinanti durante l’anno

In Piemonte e Lombardia è già sperimentato da tempo sulle auto e adesso questo strumento arriverà anche in Emilia Romagna. Parliamo di quel particolare strumento che consente anche ai proprietari di auto datate e piuttosto inquinanti, di avere chiaro come e quando circolare con la propria auto. Uno strumento che ha come principio quello di rendere meno differenti possibile le facoltà di circolazione anche a questi automobilisti. Uno strumento che va nella direzione della equità tra cittadini per limare le disuguaglianze tra chi ha una auto inquinante e chi invece è riuscito a comperare una green.

Come funziona questo strumento per le auto

È vero che ormai anche la viabilità su gomma sta vertendo verso i veicoli meno inquinanti. Lo dimostra il fatto che anche sulle auto ormai si va diretti verso la mobilità elettrica. Sono già molte infatti, le auto in circolazione tra elettriche o plugin cioè ibride. Questo è il segnale che le istituzioni contrastano l’utilizzo di veicoli particolarmente inquinanti. I proprietari di auto datate e non in linea con le nuove tecnologie anti emissioni di CO2, sanno bene di cosa si parla. Infatti soprattutto nelle grandi città è nei periodi di emergenza inquinamento, le limitazioni alla circolazione con dei veicoli non di ultima generazione sono già tante e da tempo. Resta il fatto che non tutti possono permettersi il lusso di cambiare macchina e di sostituire quella vecchia ed inquinante con una di ultima generazione. Comperare una auto a emissioni zero non p certo una cosa facile, soprattutto oggi con la crisi economica. Per questo le istituzioni operano con delle normative di salvaguardia.

Move-In, di cosa si tratta?

Anche in Emilia Romagna quindi arriva Move-In, che significa Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti. Si tratta di quel progetto che come dicevamo è già attivo in Lombardia in Piemonte e che permetterà ai proprietari dei veicoli che sono assoggettati a determinate limitazioni in materia di circolazione di essere salvaguardati. In pratica grazie ad una scatola nera sull’auto i proprietari dei veicoli inquinanti riceveranno il chilometraggio annuale che potranno percorrere. Sarà proprio la scatola nera a monitorare questo chilometraggio. Naturalmente salvo i periodi di emergenza inquinamento dove le limitazioni saranno sempre le stesse, negli altri periodi dell’anno è sicuramente un vantaggio per chi monterà questa apparecchiatura.

Cosa hanno deciso in Emilia Romagna

“L’obiettivo è quello di offrire eque condizioni di mobilità ai cittadini al di fuori dei periodi emergenziali, applicando però limitazioni chilometriche alla circolazione dei veicoli più inquinanti”. Con questa dichiarazione Irene Priolo, assessore all’ambiente della giunta della regione Emilia Romagna ha confermato l’avvio della sperimentazione. Come si legge sul sito “teleromagna 24.it”, l’assessore ha spiegato che questo è il mezzo con cui i proprietari di questi veicoli eviteranno tutte quelle limitazioni per fasce orarie o per periodi temporali a cui sono assoggettati comunemente. In base alla classe ambientale del veicolo, al proprietario dell’auto verrà concesso di percorrere in un anno un determinato numero di chilometri.

Un occhio di riguardo a chi usa l’auto in maniera virtuosa

Lo strumento permette anche di premiare la virtuosità dell’automobilista. In pratica adottando uno stile di guida parsimonioso dal punto di vista dell’inquinamento, i chilometri da percorrere possono essere aumentati. Una specie di meccanismo di premialità con cui una volta un automobilista può guadagnare più km di ogni anno. Naturalmente i chilometri percorsi che si scalano dal limite massimo prestabilito, sono quelli nelle aree interessate dalle limitazioni, al di fuori dei periodi di emergenza. Per questo adesso toccherà ai vari Comuni che aderiranno all’iniziativa, adeguarsi. E sono naturalmente quei Comuni dove le limitazioni sono attive, adeguarsi per permettere il giusto conteggio dei chilometri percorsi nelle aree a traffico limitato da parte della scatola nera.

Chi può acquistare l’auto con la legge 104? Guida alle agevolazioni

La normativa vigente che regola l’acquisto auto legge 104 non è affatto semplice, in quanto consta di molte misure su cui è possibile fare un po’ di confusione. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza sulle agevolazioni previste, i soggetti aventi diritto a fruirne e per quali auto.

Chi ha diritto ad acquistare un’auto con la legge 104

La legge 104/92 dà la possibilità di fruire delle agevolazioni derivanti dall’acquisto di un’auto, anche usata, ai portatori di handicap grave.

Entrando nel dettaglio, i beneficiari delle agevolazioni previste dalla legge 104 inerenti l’acquisto dell’auto sono i seguenti:

  • disabili con ridotte o impedite capacità motorie (in questo caso hanno diritto all’agevolazione solo a condizione che il veicolo prescelto venga adattato in risposta alle ridotte capacità motorie);
  • disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni;
  • disabili con handicap psichico o mentale titolari dell’indennità di accompagnamento;
  • non vedenti e sordi.

Nel caso in cui i soggetti appartenenti alle categorie suddette siano fiscalmente a carico di un familiare, sarà quest’ultimo a poter godere delle agevolazioni per i costi sostenuti nell’interesse del disabile. Per risultare a carico, una persona deve percepire un reddito complessivo non superiore a 2.840,15 euro all’anno. La soglia massima di reddito è fissata a 4.000 euro per considerare a carico un figlio che non supera i 24 anni d’età.

Per fruire della legge 104 il veicolo deve essere utilizzato, in via esclusiva o prevalente, a beneficio del disabile. Quindi, non è escluso l’uso della vettura a fini personali da parte del familiare convivente, ma deve essere marginale e l’acquisto dell’auto con la predetta legge non deve mirare a garantire ai familiare del disabile un proprio mezzo per fruire dei benefici fiscali previsti.

Agevolazioni acquisto auto 104: detrazioni IRPEF

Una delle agevolazioni previste dall’acquisto di un’auto con la legge 104, riguarda le detrazioni IRPEF.

L’aliquota del 19% è applicabile sul costo sostenuto fino a un limite massimo di 18.075,99 euro e sulle spese di riparazioni dell’auto che non facciano parte della manutenzione ordinaria o dei costi di esercizio. Non ci sono limiti di cilindrata o di potenza della vettura, può essere richiesta ogni quattro anni, se ne può beneficiare una sola volta o in quattro quote annuali.

Se il veicolo viene cancellato dal PRA per demolizione o furto, è possibile riottenere la detrazione IRPEF. In caso di rimborso assicurativo per l’avvenuto dell’auto, il relativo importo viene decurtato alla nuova detrazione IRPEF.

In caso di vendita dell’auto entro due anni dall’acquisto è dovuta la restituzione di quanto ottenuto con una sola eccezione: quando la cessione del veicolo avviene per acquistarne un altro che meglio si adatta ai cambiati bisogni del disabile.

Acquisto auto legge 104: l’IVA agevolata

Sull’acquisto di vetture nuove ma anche usate si applica un’aliquota IVA agevolata al 4%, che può essere richiesta ogni quattro anni, per le seguenti categorie:

  • auto benzina o ibrido con cilindrata fino a 2.000 cc;
  • auto diesel o ibrido con cilindrata fino 2.800 cc;
  • auto elettrica con potenza fino a 150 kW.

L’IVA al 4% è applicabile anche sull’acquisto di optional, prestazioni di adattamento di vetture non adattate, vendita di strumenti e accessori usati per l’adattamento.

Esenzioni

Tra le agevolazioni per l’acquisto di un’auto legge 104 rientrano due esenzioni: il pagamento del bollo auto permanente; il pagamento dell’imposta di trascrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) fondamentale per la registrazione dei passaggi di proprietà.

L’esenzione bollo auto Legge 104 riguarda i veicoli con motore e cilindrata sopra indicati e che spetta quando l’auto è intestata al disabile o a un familiare che lo ha fiscalmente a carico. Qualora il disabile possedesse più vetture, l’esenzione può riguardare solo una di esse e sarà lo stesso soggetto portatore di handicap a indicare su quale l’auto deve essere applicata.

Per beneficiare dell’esenzione il disabile deve presentare all’ufficio tributi dell’ente Regione, ma solo per il primo anno e anche a mezzo raccomandata, la documentazione prevista entro 90 giorni dalla scadenza del termine entro cui andrebbe effettuato il pagamento del bollo auto. Una volta riconosciuta, l’esenzione diventa permanente, senza che l’interessato ripresenti l’istanza e invii nuovamente la documentazione.

Tipi di veicoli su cui sono previste le agevolazioni 104

Beneficiano delle agevolazioni per l’acquisto di auto nuove e usate con la legge 104, i seguenti mezzi:

  • le vetture destinate al trasporto di persone (massimo nove posti conducente compreso);
  • i veicoli adibiti per il trasporto promiscuo con una massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 tonnellate (4,5 se a trazione elettrica o a batteria), con una capacità massima di nove posti, conducente compreso;
  • i veicoli destinati al trasporto di determinate cose o di persone per trasporti in particolari condizioni, ossia muniti in modo permanente di speciali attrezzature relative a tale scopo;
  • gli autocaravan destinati al trasporto e all’alloggio di massimo sette persone compreso il conducente per cui si può beneficiare solamente della detrazione IRPEF.

La cilindrata massima prevista dei suddetti veicoli:

  • Benzina: cilindrata fino a 2.000 centimetri cubici;
  • Diesel: cilindrata fino a 2.800 centimetri cubici.

Importante sulla legge 104/92

Esclusivamente per i soggetti con grave deficit motorio, l’agevolazione acquisto auto con legge 104 spetta a condizione che l’auto sia sottoposta alle modifiche per la guida dell’invalido. In tal caso la detrazione fiscale spetta anche sulle maggiori spese di adattamento del veicolo.

Se al momento dell’acquisto dell’auto si è in possesso dei requisiti per la fruizione delle agevolazioni fiscali, anche se riconosciuti dopo la data dell’acquisto, si può applicare l’IVA al 4%. Qualora nella compravendita fosse applicata l’IVA a 22% a causa della mancata documentazione adeguata, ma l’acquirente lo ha messo al corrente di averne avviato la procedura di acquisizione, al venditore è concesso un anno di tempo per emettere la nota di variazione in diminuzione.

La legge 104 non applica le agevolazioni in caso di acquisto di un’auto presso un privato. Inoltre, prevede che se il disabile non risulta a carico di alcun familiare, gli si può intestare la vettura anche se non possiede la patente di guida.

Auto, una manna per il fisco

Qual è il settore, in Italia, più tartassato dal fisco? Con tutta probabilità quello dell’automotive, che comprende sia gli autoveicoli, sia le moto, sia i veicoli commerciali. Secondo i calcoli della Cgia, il settore auto è zavorrato da un peso fiscale complessivo di 71,6 miliardi di euro.

Un totale che, come ricorda la Cgia, soffoca il settore auto perché è più che doppia rispetto al gettito versato dalle imprese attraverso l’Irap (pari a 30,4 miliardi) e 20 volte superiore a quanto hanno pagato fino nel 2015 i proprietari di prima casa con la Tasi (3,5 miliardi).

Si tratta di un bacino sterminato a cui il fisco attinge: oltre 37 milioni di auto e 6,8 milioni di moto. Secondo la Cgia, la situazione è al limite del collasso, anche perché dal 2009 il prelievo fiscale sul settore auto è cresciuto di 5,3 miliardi (+8%), nonostante si sia registrato un crollo delle vendite.

Per la propria elaborazione, l’Ufficio studi della Cgia si è basato su dati Anfia (l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e ha calcolato che quasi l’82% dei 71,6 miliardi di euro di tasse sull’automotive viene dall’utilizzo del parco circolante, il 9,5% dall’acquisto e l’8,5% dalla tassa di possesso (il bollo auto).

Mercato auto, aprile in frenata ma positivo

Vendite auto in frenata in Italia ad aprile, dopo il primo trimestre 2016 boom, ma ancora con dati più che positivi, stando alle cifre comunicate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Lo scorso mese il mercato italiano dell’auto ha totalizzato 166.966 immatricolazioni, +11,5% rispetto allo stesso mese del 2015. Il consuntivo del primo quadrimestre 2016 si attesta a 687.021 immatricolazioni, +18,6% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2015.

Positivo il commento di Aurelio Nervo, presidente di Anfia, l’associazione che riunisce le aziende della filiera auto italiana: “Bisogna tornare indietro al 2009 per avere un mese di aprile con volumi superiori (189.661 unità) a quelli registrati nel mese appena concluso, che segna la quarta crescita a doppia cifra consecutiva per il mercato italiano, anche se un po’ più contenuta rispetto a quelle dei tre mesi precedenti. E’ il ventitreesimo incremento consecutivo per l’Italia. Le vendite ai privati, in particolare, sono in progressione positiva da luglio 2014, hanno chiuso il 2015 a +18%, conquistando il 62% del totale immatricolato, e il primo trimestre 2016 a +30%. A questi risultati hanno sicuramente contribuito le campagne promozionali delle Case, proseguite anche ad aprile 2016, ma anche il successo dei nuovi modelli in vendita. Il nostro Paese prosegue sulla strada della ripresa, con un forte contributo proveniente dal comparto automotive: il buon andamento della domanda di autovetture, infatti, ha innescato una spirale positiva che investe la produzione, in crescita del 65% nel 2015 e del 31% nel primo bimestre 2016, considerando solo il comparto delle auto, con risvolti positivi per tutta la filiera”.

Analizzando le immatricolazioni per alimentazione, ad aprile le auto diesel hanno conquistato il 54,2% del mercato, in calo rispetto al mese precedente (56,1%); dietro di loro le auto a benzina con il 35,7%, contro il 34,2% del mese scorso, le vetture a GPL in crescita (5,7% contro 5,4% a marzo), le vetture a metano, a quota 2,6% (2,5% a marzo) e, infine, le ibride e le elettriche, stabili all’1,8%.

Quanto alle immatricolazioni per segmenti, Fiat 500 e Fiat Panda hanno coperto, insieme, una quota del 59% nel mese e del 61% nel quadrimestre, per quanto riguarda il segmento A. Nel segmento dei SUV piccoli hanno dominato ancora Fiat 500X e Jeep Renegade, che insieme hanno totalizzato il 33% di questo specifico mercato ad aprile e il 37% nel quadrimestre.

Le marche di auto nazionali, nel complesso, hanno totalizzato ad aprile 48.963 immatricolazioni (+12,1%), portando la propria quota di mercato dal 29,2 % di un anno fa al 29,3%. Nei primi quattro mesi del 2016, i volumi immatricolati sono stati pari a 200.735 unità, in crescita del 21,3% e con una quota di mercato passata dal 28,6% di un anno fa al 29,2%.

Il mercato dell’usato ha totalizzato 402.330 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari ad aprile 2016, registrando una leggera variazione positiva (+0,9%) rispetto ad aprile 2015. Nel primo quadrimestre 2016, i volumi si sono attestati a 1.645.235 unità, +5,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Occhio alla scadenza del superbollo

Nonostante i buoni propositi del governo in materia di pressione fiscale, la tassazione sulle auto risulta ancora una di quelle più soffocanti, come dimostra, tra gli altri, il caso del superbollo che va in scadenza nei prossimi giorni.

Entro l’1 febbraio prossimo deve essere infatti pagato il superbollo (o addizionale erariale alla tassa automobilistica) da parte dei soggetti possessori, a vario titolo, di vetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di cose e persone che hanno potenza superiore a 185 Kw, il cui bollo con bollo è scaduto a dicembre 2015.

Ricordiamo che l’importo va calcolato moltiplicando per 20 euro ciascun kW eccedente il limite di 185 kW di potenza del veicolo per il quale deve essere pagata l’addizionale erariale.

Spesso questa tassa è pagata da parte di possessori di auto anche piuttosto datate. Ecco perché, nei piani del fisco, è una riduzione graduale dell’importo del superbollo a seconda della data di costruzione del veicolo. Al decorrere dei 20 anni dalla data di costruzione, è previsto un azzeramento del superbollo.

Natale, quale auto sotto l’albero?

Arriva il Natale ed è bello sognare regali impossibili, per grandi e per piccini. E qual è il “giocattolo” per eccellenza preferito dagli uomini, italiani e non? L’ auto, meglio se sportiva. La conferma viene dal sito AutoScout24, che sulla propria pagina Facebook ha lanciato un sondaggio chiedendo agli italiani la top 10 delle auto che vorrebbero per Natale.

Prima in classifica un’ auto da sogno, la Lamborghini Huracán, con il 19% dei voti, seguita dalla Ferrari Enzo con il 17%: quasi due milioni di euro quest’ultima, mentre per avere la Lamborghini è necessario sborsare un quarto di milione.

Al terzo posto, staccata di poco, la Bmw 120 M Sport (16%), seguita dall’Alfa Romeo Giulietta. con il 14% delle preferenze, auto molto più abbordabili rispetto alle prime due. Al quinto posto la nuova Porsche 911 (12%), al sesto la Bugatti Veyron Super Sport, 1000 cavalli per 2 milioni e mezzo di euro, desiderata dal 7% dei fan del sito di auto.

Infine, come in ogni classifica che si rispetti, diamo un’occhiata anche alla coda. Quartultima tra le auto più desiderate a Natale la Mini Cooper Countryman del 2015 (6%), terzultimo il Maggiolino Volkswagen del 1965 (5%), penultima la Fiat 500 (3%), decima la Citroen 2CV con l’1%, anche se il prezzo di un esemplare completamente restaurato può arrivare a superare i 20mila euro.

Bene sarebbe che chi ha scelto una supercar sotto l’albero chiedesse a Babbo Natale anche un corso di guida sportiva, perché siamo sicuri che molto di loro nemmeno saprebbero come metterla in moto. Figuriamoci guidare un’automobile del genere…

Noi siamo l’ auto che guidiamo (o, almeno, vorremmo esserlo)

Per qualcuno l’ auto, di proprietà o aziendale, è solo un mezzo di trasporto come un altro, mentre per molti era e rimane principalmente uno status symbol. Un modo di vivere l’ auto che in Italia, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei, è ancora una filosofia di vita.

La conferma di questo arriva dall’edizione 2015 della ricerca commissionata da AutoScout24 dal titolo The cars we want tomorrow, le auto che vogliamo domani. Ebbene, stando ai risultati della ricerca, il 46,5% degli italiani è convinto che le auto, anche fra 25 anni, non saranno un semplice mezzo di trasporto ma saranno lo strumento per trasmettere agli altri “chi siamo”, “cosa amiamo” e che “ruolo rivestiamo” nella società.

La ricerca di AutoScout24, realizzata dall’istituto Gfk, ha coinvolto un campione di 8.811 persone fra i 18 e i 65 anni in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Alla domanda “Tra 25 anni l’ auto cosa potrà offrirmi?”, quasi la metà del campione italiano, composto da 1.452 soggetti, ha risposto: “La possibilità di riflettere il mio stato sociale/la mia immagine”.

Si tratta della percentuale più alta rilevata in Europa. Dietro di noi, staccatissimi, gli spagnoli, che si fermano al 37,2%. Poi si scende sotto la media europea rilevata, che è del 33,4%. In Francia non si va oltre il 31,6%, in Germania il 24%. Per la maggior parte degli abitanti dei Paesi del Nord Europa, cioè, l’ auto rappresenta un semplice mezzo di trasporto.

Lo studio, inoltre, ha messo in evidenza una stretta correlazione fra età e percentuale di risposte: il 43,3% dei giovani fra i 18 e i 29 anni pensa che anche in futuro l’ auto sarà un mezzo di espressione della propria personalità. Questo dato si riduce drasticamente dopo i 60-65 anni, arrivando al 22%. Con l’età, quindi, prevale un giudizio meno legato all’esteriorità e più alla sostanza.

È interessante notare, inoltre, la stretta correlazione rilevata fra coloro che ritengono la macchina uno status symbol e chi riserva grande importanza al piacere di guida (89,3%), valore che, invece, scende al 69,5% tra chi è disinteressato ad esprimere la propria immagine sociale.

Le alternative agli investimenti alternativi

 

La terra ha un valore, in quanto bene scarso, ed il suo valore è tanto più rilevante quanto lo sono le potenzialità di sfruttamento che offre, in relazione alla richiesta di mercato attuale o prospettica. Maggiore è la capacità di comprendere l’evoluzione della richiesta, maggiore è la possibilità di ottenere plusvalore dal terreno acquistato.

Un terreno edificabile, oggi, può avere scarsa appetibilità per il futuro, considerando l’inflazione di offerta sul mercato immobiliare e la scarsezza di domanda. Con le dovute eccezioni, perché in zone ad elevato potenziale turistico o di sviluppo economico, le prospettive di incremento, anche a breve, del valore, sono molto incoraggianti.

I terreni, in generale, contraddicono un principio rilevante per gli investimenti alternativi, la loro facilità di trasporto; un appezzamento, quindi, subisce tutte le eventuali ripercussioni di problemi sociali e  politici che dovessero insorgere nel corso del tempo. Anche perché, altra caratteristica che contraddice i principi, il terreno ha un orizzonte temporale di lungo o lunghissimo periodo. Inoltre, gravano come  spade di Damocle, gli incrementi di tassazione o la possibilità di confisca, per ragioni pubbliche o per scelte politiche, dei possedimenti in questione.

Nonostante queste contraddizioni, ritengo utile diversificare il patrimonio anche con l’acquisto di terreni, sempre che ci si faccia aiutare, nella scelta, da consulenti che debbano vendervi nulla.

Considero un valido investimento alternativo sopratutto i terreni agricoli, per diverse ragioni.

Prima di tutto, un terreno agricolo può divenire terreno edificabile, quindi aumentandone il valore in maniera esponenziale. Non credo sia una condizione che si verificherà facilmente nei prossimi anni, considerata la crisi immobiliare attuale, la enorme quantità di offerta di immobili, la contrazione di domanda e di popolazione. Con le debite eccezioni di luoghi ad elevato potere di espansione, in grado di attirare investitori stranieri.

Ma nel lungo periodo, potrebbe accadere che torni una certa “fame di immobili nazionali” e di conseguenza di terreni su cui edificare.

In secondo luogo, i diritti di sfruttamento del sottosuolo, che normalmente rimane di proprietà dello Stato, possono far lievitare il valore nel caso di scoperte di giacimenti di materie prime utili all’industria.

In terzo luogo, è plausibile che ci sarà, nei prossimi anni, un ritorno alla coltivazione della terra; se pensate alle molte persone senza un lavoro e a quelle che potrebbe perderlo, l’unica soluzione sarà quella di coltivare, in proprio o conto terzi, prodotti necessari al mantenimento della popolazione.

Ancora, sta aumentando il consumo di legno pregiato da costruzione, sia per ragioni ecologiche che di costo, ed è plausibile che la tendenza continui nei prossimi 20 anni. Potrebbe essere un ottimo investimento possedere un terreno su cui è possibile coltivare teak, ad esempio.

Un problema può essere la reperibilità di terreni agricoli interessanti e non troppo estesi, perché esistono diritti di prelazione per i coltivatori  e per i confinanti, addirittura è difficile sapere che un determinato terreno è in vendita. Ma non è impossibile, basta riferirsi a professionisti seri ed affidabili.

 

Dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis

 

Le alternative agli investimenti alternativi

 

Come già detto in precedenti occasioni, è importante assecondare gli interessi che ognuno di noi ha. Quindi, se le auto e i veicoli d’epoca sono la vostra passione, possono rappresentare un valido investimento alternativo.
Alcuni problemi sono comuni agli oggetti di arte e antiquariato; lo stoccaggio può richiedere spazi molto ampi, sopratutto se si possiedono molti veicoli, e gli spazi devono essere adeguatamente protetti da “incursioni” di potenziali ladri o vandali.
Ci sono anche costi da sostenere, collegati alla circolazione dei mezzi in questione (assicurazione e bollo, anche se ridotti rispetto alle auto recenti), alla protezione (assicurazione, impianti di allarme, sorveglianza), alla manutenzione o al restauro. Questi costi possono incidere anche pesantemente sul bilancio famigliare, quindi sono da valutare a priori e con attenzione.
In generale, come per altri beni rifugio già visti in precedenza, più un veicolo è raro, più ne aumenta l’appetibilità presso i collezionisti, e quindi il suo prezzo è stabilito da chi lo possiede, non dal mercato; questo perché non esiste un mercato se siete il proprietario dell’unica Bugatti rimasta al Mondo, ma esistono dei collezionisti interessati e disposti a spendere cifre folli per averla. O disposti a compiere atti folli per sottrarvela.
Nel mondo del collezionismo, entrano in gioco anche altri fattori. Ad esempio, un’auto che è stata guidata da un personaggio famoso, assume un valore maggiore rispetto alle altre, valore direttamente collegato alla notorietà del personaggio. Oppure una moto prodotta in un periodo limitato e con un motore ma più utilizzato. Cose così.
Queste considerazioni valgono un pò per tutti gli oggetti da collezione, che siano francobolli o fucili ad avancarica.
C’è però la possibilità di commisurare l’acquisto di oggetti da collezionismo in base alle proprie finanze. E’ un discorso già affrontato in precedenza: se il vostro patrimonio è di 1 milione di euro, e vi piacerebbe comprarvi un’auto d’epoca che vale 250 mila euro, forse non fa per voi, perché significherebbe investire il 25% del patrimonio in un solo bene.
Ma magari è possibile acquistare una moto altrettanto rara che però vale “solo” 50 mila euro, cioè il 5% del patrimonio complessivo.
Se ampliamo il discorso ad altri oggetti da collezionismo, la scelta si allarga molto e ci sono collezioni, rare ed interessanti, adatte a tutte le tasche. E diversificabili, cioè ne potete comprare di diverse tipologie.
MI vengono in mente i francobolli, le armi d’epoca, i dischi, i bastoni da passeggio, e ci saranno mille altre cose che si possono prendere in considerazione. Attenzione, però: sto parlando di oggetti da collezione veri, cioè rari o unici, con un valore certificato e riconosciuto. Quindi è da escludere tutto il ciarpame che potete trovare nelle varie fiere e mercatini dell’antiquariato. Perché? Devono essere beni che proteggono il patrimonio, quindi vendibili e il cui valore, possibilmente, cresca nel tempo.
In ogni caso, sarà bene ponderare adeguatamente le scelte di investimento, con l’aiuto di un planner patrimoniale esperto ed indipendente, che non abbia nulla da vendervi.

dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis