Riforma del Fisco: tregua fiscale in arrivo per i mesi di agosto e dicembre

La bozza della riforma fiscale al vaglio del Consiglio dei Ministri promette grandi novità e tra queste vi è anche la sospensione di tutti i termini durante i mesi di agosto e dicembre, una vera tregua fiscale per tutti i contribuenti che non riceveranno in questo periodo comunicazioni, avvisi, atti dall’Agenzia delle Entrate.

Riforma fiscale: cosa prevede per la tregua fiscale?

Tra le misure previste all’interno della bozza di riforma fiscale vi è la revisione del calendario fiscale. Attualmente privati, ma soprattutto le aziende, vedono accumularsi scadenze su scadenze, adempimenti vari che rendono difficile la gestione dell’attività. Nei progetti del Governo vi è una semplificazione degli adempimenti e non solo, si parla anche di una vera e propria tregua fiscale nei mesi di agosto e dicembre. Si tratterebbe di una sorta di periodo franco in cui sono sospese le comunicazioni tra Fisco, cittadini e aziende al fine di aiutare i contribuenti a mettere in ordine di vari adempimenti senza eccessive pressioni.

In particolare dalla bozza emerge la sospensione per i mesi di agosto e dicembre dell’invio di comunicazioni, inviti, richieste di atti, documenti, registri.

A dare l’annuncio durante la conferenza stampa di presentazione della bozza è stato proprio il vice ministro all’Economia Maurizio Leo.

Tregua fiscale: è già in vigore per il mese di agosto

In realtà la pausa estiva è già prevista nel decreto fiscale 193 del 2016, articolo 7 quater, comma 16 che sospende i termini di trasmissione dei documenti da 1° agosto al 4 settembre. Nella norma in oggetto restano però esclusi i termini relativi alle richieste effettuate durante le attività di accesso, ispezione e verifica, nonché delle procedure di rimborso ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

Nello stesso periodo è prevista anche una tregua per gli avvisi bonari, cioè le comunicazioni di irregolarità emerse durante i controlli automatici alle dichiarazioni. Negli ultimi anni inoltre l’Agenzia delle Entrate aveva sospeso l’invio di comunicazioni di irregolarità nel periodo compreso tra l’ultima settimana di luglio e la prima di settembre.

Di conseguenza la vera novità all’interno della riforma fiscale sarebbe la tregua fiscale prevista per il mese di dicembre.

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Definizione agevolata anche per la dichiarazione Lipe. Precisazioni

La legge di Bilancio 2023 prevede la possibilità di definizione agevolata degli avvisi bonari, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti in corso di question time ha precisato che la tregua fiscale in questo caso trova applicazione anche per gli avvisi bonari inerenti la dichiarazione Lipe. Ecco i dettagli.

Cosa vuol dire che la definizione agevolata si applica anche alla dichiarazione Lipe?

La Lipe è la comunicazione della liquidazione periodica Iva che i titolari di partita Iva devono inviare all’Agenzia delle Entrate ogni 3 mesi. Gli avvisi bonari sono invece comunicazioni che l’Agenzia delle Entrate invia ai contribuenti nel caso in cui, in seguito a controllo automatizzato delle dichiarazioni, dovessero emergere degli errori formali. Ad esempio incongruenze tra la dichiarazione Lipe e quanto effettivamente versato al Fisco per l’Iva.

Con la legge di Bilancio 2023 si prevede che per le maggiori somme da versare al Fisco emerse in seguito a controllo automatizzato delle dichiarazioni relative al periodo di imposta 2019, 2020 e 2021 è possibile beneficiare di sanzioni ridotte dal 10% al 3% . La normativa specifica che sono dovute per intero le somme da versare a titolo di imposte, contributi previdenziali, interessi e somme aggiuntive.

Erano sorti dubbi a molti contribuenti inerenti il fatto che potessero o meno rientrare nella definizione agevolata gli errori rilevati in seguito a controllo automatizzato per le comunicazioni trimestrali delle liquidazioni Iva. Proprio per questo è stato proposto il question time a cui il ministro Giorgetti ha risposto il 1° febbraio 2023.

Question Time del ministro Giorgetti: le comunicazioni Lipe rientrano nella definizione agevolata

Ha precisato il ministro Giorgetti che senza alcun bisogno di intervento normativo ulteriore, la definizione agevolata con riduzione delle sanzioni sarà applicata anche per le somme dovute in seguito al controllo automatizzato delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche IVA, con pagamento rateale ancora in corso al 1° gennaio di quest’anno. Infatti, precisa il Ministro, il controllo eseguito su tali comunicazioni, ai sensi dell’articolo 54-bis del d.P.R. n. 633 del 1972 prevede che gli esiti siano comunicati ai contribuenti con avvisi bonari proprio come per le altre dichiarazioni e di conseguenza trova immediata applicazione la normativa prevista per tutte le altre dichiarazioni.

Per le modalità volte ad ottenere la definizione agevolata, precisa il Ministro, è necessario seguire le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n°1 e pubblicata il 13 gennaio.

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Avvisi bonari e sanzioni ridotte, le nuove regole dell’Ade

Avvisi bonari e sanzioni ridotte sono il tema del comunicato stampa del 13 gennaio 2023, da parte dell’Agenzia delle entrate, ecco cosa contengono.

Avvisi bonari e sanzioni ridotte, in cosa consistono?

Sono pronte le indicazioni da parte dell’Agenzia delle entrate Riscossione in tema di definizione agevolata delle cartelle esattoriali. I contribuenti che intendono beneficiare della definizione agevolata degli avvisi bonari e delle sanzioni ridotte, possono beneficiare di alcuni vantaggi. Con la circolare n.1/E dell’Agenzia delle entrate si chiarisce l’applicazione delle comunicazioni degli avvisi bonari, in merito alle dichiarazione relative agli anni 2019, 2020 e 2021 introdotta dalla legge di Bilancio 2023.

La circolare spiega anche le possibilità offerte dalla norma, ossia la definizione agevolata delle rateizzazione in corso dal primo gennaio 2023 e l’estensione da 8 a 20 rate trimestrali dei piani per il rientro dai debiti emergenti dal controllo delle dichiarazioni dei redditi. Errori che a volte possono capitare, ma che in ogni caso devono essere regolarizzati.

Avvisi bonarie sanzioni ridotte, la riduzione

In merito alle sanzioni ridotte occorre subito dire che con la definizione agevolata passano dal 10% al 3% le sanzioni dovute sulle imposte non versate o versare in ritardo. La regola si applica anche nelle ipotesi di lieve inadempimento come il ritardo non superiore a sette giorni nel versamento delle somme dovute o della prima rata. Ma anche nel caso di tardivo versamento di una rata diversa dalla prima ed entro il termine di versamento della rata successiva.

Possono essere oggetto di definizione agevolata le somme dovute a seguito del controllo sulle dichiarazioni dei redditi relative agli anni 2019, 2020 e 2021. I contributi previdenziali, le imposte, gli interessi e le somme aggiuntive di devono pagare per intero. Mentre le sanzioni sono ricalcolate nella misura del 3% delle imposte non versate o fatto in ritardo. Inoltre rientrano nell’agevolazione le comunicazioni per le quali il termine di pagamento non è ancora scaduto. Ma anche le comunicazioni per le quali non è ancora scaduto il termine di 30 giorni per il pagamento delle somme dovute.

Estensione del piano di rateizzazione

La legge di Bilancio 2023 ha anche cambiato ed allungato il piano di rateizzazione dei debiti emersi a seguito di controlli automatizzati e formali sulle dichiarazioni dei redditi. Infatti il piano di rateizzazione può prevedere un piano con al massimo 20 rate trimestrali di pari importo, rispetto alle vecchie 8 rate. In pratica c’è tempo circa 5 anni per rientrare del proprio debito nei confronti del Fisco. Questa agevolazione si applica, oltre che alle rateazioni non ancora iniziate, anche a tutte le rateazioni in corso al 1° gennaio 2023.

Avvisi bonari Agenzia delle Entrate: si accorciano i termini di pagamento

Con l’articolo 47 quater alla legge di conversione del decreto Ucraina Bis si è provveduto al raddoppio dei termini per il pagamento degli avvisi bonari da 30 giorni a 60 giorni. A breve però tale agevolazione cadrà, ecco cosa cambia dal 1° settembre 2022.

Cos’è l’avviso bonario e cosa deve fare il contribuente che lo riceve?

L’avviso bonario è una comunicazione con la quale l’Agenzia delle Entrate rende noto al contribuente di aver effettuato un controllo sulle dichiarazioni (Iva, redditi) e da questo emerge che c’è un debito fiscale. Il contribuente entro 30 giorni può recarsi presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, oppure utilizzare gli strumenti telematici oggi a disposizione, per chiarire la propria posizione e quindi dimostrare che in realtà la propria dichiarazione è corretta, oppure può eseguire il versamento nel caso in cui si renda conto che effettivamente l’Agenzia delle Entrate ha ragione. Nel caso in cui il contribuente nei termini previsti non faccia alcunché, le somme sono iscritte a ruolo.

Occorre a questo proposito ricordare che nella sentenza 7344 del 2012 la Corte di Cassazione ha statuito che sebbene l’avviso bonario non sia indicato tra gli atti impugnabili a norma dell’articolo 19 del decreto legislativo 546 del 1992, comunque deve ritenersi un atto impugnabile. Il contribuente quindi, oltre a poter effettuare il versamento oppure dimostrare con idonea documentazione che la dichiarazione è corretta, può anche impugnare l’atto. Molti però hanno notato che tale estensione lascia spazio a molta confusione, infatti l’avviso bonario è spesso recapitato con posta ordinaria e di conseguenza non vi è certezza sulla consegna e sulla effettiva data, inoltre i termini di impugnazione degli atti sono di 60 giorni, termine che è più ampio rispetto ai 30 giorni previsti per l’iscrizione delle somme a ruolo.

Stop al raddoppio dei termini per il pagamento dell’avviso bonario

Fatta questa premessa, occorre ricordare che nella conversione del decreto Ucraina Bis ( decreto 21 del 2022) al fine di aiutare i cittadini a fronteggiare la crisi economica derivante dall’aumento dei prezzi generati dalla crisi in Ucraina, è stato disposto che per gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate emessi dal 25 maggio al 31 agosto 2022, i termini per poter evitare l’iscrizione a ruolo e l’applicazione di sanzioni sono raddoppiati. Il contribuente quindi per questo periodo ha avuto 60 giorni di tempo per pagare o chiarire la posizione.

Siamo però ora alla vigilia del primo settembre ed è bene ricordare che tranne nel caso di una proroga dell’ultimo minuto, che appare improbabile nell’attuale situazione politica, dal 1° settembre si ritornerà ai termini ordinari di 30 giorni.

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Stop dell’Agenzia delle Entrate a cartelle fiscali, controlli e comunicazioni

Stop a controlli fiscali e a lettere di compliance: i contribuenti possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per un po’. Ecco perché.

Dall’ultima settimana di luglio non sono più inviate cartelle fiscali e lettere di compliance

Il periodo estivo è quello in cui molti lavoratori vanno in ferie e di conseguenza anche i dipendenti e funzionari dell’Agenzia delle Entrate, ecco perché dall’ultima settimana del mese di luglio 2022 alla prima settimana, compresa, del mese di settembre non ci saranno comunicazioni ai contribuenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

A dare la notizia dello stop a cartelle fiscali, controlli e comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate è stato il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Elbano de Nuccio.

La sospensione riguarderà l’invio delle comunicazioni di irregolarità inerenti le dichiarazioni fiscali e lettere di compliance. Attualmente questa sospensione dei termini è diventata una sorta di consuetudine, ma l’obiettivo è codificare la stessa in modo da avere ogni anno la certezza di sospensione delle comunicazioni da giugno a settembre.

A questo deve però essere aggiunto che, in base all’articolo 7 quater, comma 16, del decreto legge 193 del 2016, in vigore dal 2017, i termini per la trasmissione dei documenti richiesti dall’Agenzia delle Entrate ( o altri enti impositori) ai contribuenti sono sospesi dal 1° agosto al 4 settembre. Non rientrano nella sospensione le richieste effettuate nel corso di attività di accesso, ispezione e verifica, nonché relative alle procedure di rimborso ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

Altre sospensioni

Sempre dal 1° agosto al 4 settembre sono sospesi i termini per il pagamento degli avvisi bonari, cioè le comunicazioni inviate in seguito a controlli automatizzati e quelle inviate dopo i controlli formali e inerenti le liquidazioni delle imposte su redditi a tassazione separata. Tutti i termini ricadenti tra il 1° e il 22 agosto sono differiti al 22 agosto senza applicazione di interessi e sanzioni.

Lo stop ai controlli fiscali attuato dall’ultima settimana del mese di luglio alla prima settimana di settembre ha l’obiettivo non solo di dare un po’ di respiro ai contribuenti, ma anche agli operatori di settore di avere maggiore tempo per porre in essere tutti gli adempimenti fiscali necessari visto il cumulo di dichiarazioni, auto-dichiarazioni e obblighi vari da rispettare.

Avvisi bonari 2017 e 2018, più tempo per pagare e cancellazione delle sanzioni

Tempi più lunghi per pagare gli avvisi bonari relativi agli anni 2017 e 2018. È l’Agenzia delle entrate a dettare le regole sui tempi di pagamento con il provvedimento numero 345838 del 3 dicembre 2021. I benefici si estendono anche all’eliminazione delle sanzioni e degli importi aggiuntivi presenti nell’avviso. Saranno ammessi al beneficio anche i contribuenti il cui periodo di imposta non coincide con l’anno solare. L’attesa, adesso, è per il provvedimento che introdurrà il modello che i contribuenti dovranno utilizzare per l’autodichiarazione.

Avvisi bonari, più tempo per pagare quelli emessi negli anni 2017 e 2018

I tempi più lunghi per sanare gli avvisi bonari dei contribuenti per gli anni 2017 e 2018 sono dettati dalla necessità di un maggior periodo per la compilazione e per l’invio dell’autodichiarazione necessaria secondo quanto prevede la norma. L’autodichiarazione deve essere inoltrata, infatti, entro 60 giorni dall’approvazione del modello che verrà predisposto dall’Agenzia delle entrate. In alternativa, nel caso in cui il termine dovesse rivelarsi più favorevole, i 60 giorni devono intendersi calcolati a partire dal pagamento dell’intero importo oppure dal versamento della prima rata degli importi richiesti.

Avvisi bonari, cancellazione sanzioni e importi aggiuntivi per contribuenti con riduzione volume di affari

Il maggior periodo di tempo non è, tuttavia, l’unica novità relativa agli avvisi bonari inerenti gli anni 2017 e 2018. L’agevolazione riguarda infatti la cancellazione delle sanzioni e degli importi aggiuntivi presenti negli avvisi bonari (o comunicazione di irregolarità). La cancellazione di sanzioni e importi aggiuntivi riguarda i contribuenti Iva che abbiano registrato una diminuzione di più del 30% del volume di affari del 2020 confrontato con il 2019.

Chi può accedere alle misure agevolate degli avvisi bonari del 2017 e 2018?

Pertanto, i contribuenti che vogliano beneficiare della misura dovranno fare il confronto del totale dei compensi e dei ricavi del 2020 rispetto a quelli del 2019. Il beneficio è esteso anche ai soggetti che non erano obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei due periodi di imposta. Il provvedimento 345838 contiene, inoltre, un prospetto allegato nel quale sono riportati i campi delle dichiarazione dei redditi dei due periodi di imposta. Tale prospetto aiuta il contribuente a ricostruire il totale dei compensi e dei ricavi del 2020 e del 2019.  L’Agenzia delle entrate specifica, infine, che al beneficio possono accedere anche i soggetti che hanno un periodo di imposta non coincidente con l’anno solare.

Partite Iva attive al 23 marzo 2021, come accedere all’agevolazione degli avvisi bonari?

Nel suo provvedimento, l’Agenzia delle entrate specifica anche che le partite Iva attive al giorno del 23 marzo 2021, che non sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale dell’Iva per almeno uno dei due periodi (2019 e 2020), accedono alle agevolazioni sugli avvisi bonari del 2017 e 2018 purché abbiano rilevato una diminuzione di oltre il 30% del totale dei compensi e dei ricavi del periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020 in rapporto ai compensi e ricavi del periodo di imposta del 2019. I compensi e i ricavi devono risultare dalle dichiarazioni dei redditi dei rispettivi anni di imposta.

Cartelle da pagare al 30 novembre, potrebbe arrivare la proroga della scadenza

Per le cartelle fiscali, l’Irap e gli avvisi bonari potrebbero allungarsi i tempi per il pagamento previsto per il 30 novembre 2021. Ma non si tratterebbe di tempi lunghi per i pagamenti: per le cartelle non si andrebbe oltre la scadenza del 9 dicembre 2021, con una proroga massima fino al 14 dicembre per i 5 giorni di tolleranza. Saranno in tutto 62 gli adempimenti fiscali con la scadenza fissata all’ultimo giorno di novembre 2021. Tra oggi e domani potrebbe arrivare la risposta del Senato e del governo su nuove proroghe di fine anno.

Cartelle esattoriali da pagare entro il 30 novembre 2021

Nel caso in cui il governo dovesse decidere per nuove scadenze, dovrebbe arrivare un comunicato legge dal momento che le nuove disposizioni entrerebbero in vigore soltanto successivamente alla scadenza del 30 novembre. In ogni modo, le cartelle esattoriali da pagare entro la prossima scadenza riguardano le 8 rate della rottamazione ter relative al 2020 e al 2021 e le quattro rate del saldo e stralcio. L’ipotesi che si è fatta è quella di una mini-proroga: scadenza posticipata al 9 dicembre con termine massimo di pagamento al 14 dicembre 2021 comprendendo i 5 giorni di tolleranza fissati dalla legge.

Irap, ipotesi di slittamento della scadenza al 31 gennaio 2022

La proroga del versamento dell’Irap dovuto al 30 novembre 2021 potrebbe riguardare le imprese che hanno superato i tetti degli aiuti di Stato. Lo slittamento della scadenza è contenuto in un emendamento al decreto Fisco e lavoro presentato da Forza Italia. La scadenza per il pagamento dell’Irap potrebbe dunque essere posticipata al 31 gennaio 2022.

Avvisi bonari, nuova scadenza al 16 dicembre 2021

Un emendamento al decreto Fisco Lavoro riguarda anche gli avvisi bonari che erano in scadenza dall’8 marzo al 31 maggio 2020, proprio nel pieno della prima ondata della pandemia. Si potrebbe arrivare alla nuova scadenza del 16 dicembre 2021 nella quale si dovranno pagare, in un’unica rata e senza interessi e sanzioni, le somme richieste per i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi. L’alternativa è pagare quanto dovuto in quattro rate mensili, da versare ogni 16 del mese.