Le richieste del Cnf sull’articolo che riguarda l’abuso del diritto

La commissione per le problematiche fiscali del Consiglio nazionale forense, che ha in Antonio Damascelli il suo coordinatore, ha avanzato richieste di modifica della delega fiscale, in particolare riguardanti “irrilevanza penale dei comportamenti elusivi comunque conformi alle norme e effettiva applicazione delle sanzioni solo al passaggio in giudicato della sentenza che abbia accertato l’abuso del diritto“.

In realtà, l’avvocatura si è dimostrata concorde con il testo dell’articolo 5 relativo alla disciplina dell’abuso del diritto, nonostante il rischio, da parte dell’istituto, di risultare debordante agli occhi del contribuente, considerata l’attività interpretativa da parte di magistratura e amministrazione.

Le modifiche richieste sarebbero l’esclusione della rilevanza penale della condotta abusiva che deriva comunque dall’applicazione di norme di legge. Se così non fosse, si tratterebbe di una disposizione immotivata “posta la netta distinzione tra le conseguenze tributarie e quelle penali di un comportamento economico“.

Si chiede, inoltre, che le eventuali sanzioni previste dal procedimento tributario per abuso del diritto siano effettive dopo il passaggio in giudicato della sentenza.

Per quanto riguarda, infine, la lotta all’evasione, il Cnf ha ribadito la sua proposta, ovvero rendere detraibili le spese legali sostenute dai cittadini, come avviene già per le spese mediche.
Per ora non c’è stata risposta, si vedrà in futuro se ci saranno sviluppi.

Vera MORETTI

Alberto Bagnoli difende il patrimonio della Cassa forense

Si è appena svolto a Roma il X congresso della Previdenza forense, al quale è intervenuta, tra gli altri, Elsa Fornero, ministro del Lavoro.

Tra le tematiche “calde”, ha tenuto banco la crisi economica e le conseguenze negative che essa ha portato alla categoria e alla cassa professionale. Questo perché sono aumentati i problemi di carattere organizzativo e processuale, che non sembrano vicini ad una soluzione.

Sono stati analizzati anche la situazione politica attuale e gli interventi legislativi sulla professione forense e gli enti privati. A questo proposito, infatti, il governo ha deciso di apportare modifiche al sistema pensionistico, con la richiesta, rivolta alle casse private, di garantire una sostenibilità finanziaria a 50 anni allo scopo di mettere lo Stato al riparo da eventuali ripianamenti di futuri disavanzi.

Ma, utilizzando le parole di Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense: “le casse non si sono sottratte ai loro obblighi e varando una serie di modifiche regolamentari hanno superato il test della sostenibilità, un risultato che il ministro del Lavoro ha riconosciuto nell’ultimo incontro organizzato con i vertici delle casse. Eppure, sembra che al governo ancora non basti”.

Il problema del sistema pensionistico della cassa forense riguarda il numero degli iscritti, che ad oggi sono 162.820, con 25.397 che beneficiano della pensione, e che, pensando all’invecchiamento della categoria e all’ingresso nella categoria delle nuove generazioni, è destinato a salire.

La questione più annosa è dunque riuscire a garantire una pensione a tutti gli iscritti, ma, stando alle parole di Bagnoli, appare sempre più utopico.

Ora, in virtù della spending review, si chiede alle casse private un taglio alle spese intermedie del 5% nel 2012, i cui proventi finiranno dritti nelle tasche dell’Erario. Un’assurdità frutto di una norma che insiste in un errore evidente: quello di includere le casse private nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. Ma noi non ci arrendiamo e aspettiamo fiduciosi il pronunciamento del Consiglio di Stato in merito alla legittimità di questa classificazione, atteso per fine ottobre. Nel frattempo continueremo a fare quello che meglio sappiamo fare. Tutelare il futuro dei nostri associati“.

Vera MORETTI

Riforma forense, il Cnf torna alla carica

Il Cnf torna alla carica sulla legge della riforma forense. Il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa ha infatti inviato una lettera al Presidente della Camera Gianfranco Fini, al Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno e ai Capigruppo della Camera, per chiederne il sostegno sulla legge di riforma professionale che dalla prossima settimana sarà in calendario alla Camera e per informarli delle molte delibere di adesione al Cnf giunte spontaneamente dalle Unioni e dagli ordini forensi di tutta Italia. La richiesta di approvazione vuole che l’iter sia accelerato senza ulteriori ritardi e nel rispetto sostanziale del testo che la Commissione Giustizia della Camera ha varato prima dell’estate. Tenendo conto, infatti, del fatto che i tempi della legislatura si annunciano molto brevi.

L’Avvocatura sottolinea dunque con forza che riaprire negoziazioni su quel testo significherebbe tornare indietro di tre-quattro anni, tradendo il lungo lavoro svolto in tutto questo tempo dal Parlamento stesso, che ha recepito le indicazioni contenute negli interventi del Governo Monti in materia di concorrenza e di difesa degli interessi dei cittadini, a partire dall’abrogazione delle tariffe e dall’introduzione della assicurazione obbligatoria per il professionista.

Alpa ribadisce inoltre quelli che l’Avvocatura considera elementi qualificanti e irrinunciabili della riforma:

-l’accesso qualificante alla professione;
-la qualità della prestazione professionale realizzata con l’aggiornamento permanente e le specializzazioni;
-l’organizzazione professionale attraverso la modifica della struttura delle s.t.p. che escluda soci di puro capitale; -la nuova struttura del procedimento disciplinare con diverse articolazioni presso gli Ordini;
-la qualificazione della consulenza diretta a garantire che il cittadino possa essere correttamente e professionalmente assistito, in questa fase non meno rilevante per la tutela dei diritti;
-l’esercizio nobile di un ruolo non sostituibile dei Consigli dell’Ordine, che non può e non deve essere mortificato. L’atteggiamento assunto dal Governo, dall’ostruzionismo al testo approvato dalla Commissione Giustizia e ora rimesso in discussione in aula, all’assunzione di alcuni provvedimenti senza il necessario confronto con le rappresentanze degli avvocati (come ad esempio il provvedimento sulla geografia giudiziaria) fino alle riforme procedurali del processo civile e al mancato stralcio della professione forense dai regolamenti, genera molto scontento tra gli avvocati che, produttori di reddito e di occupazione, sono anch’essi colpiti dalla gravissima crisi che attraversa il Paese. Ed alla quale vogliono reagire con maggiore qualificazione e motivazione.

Cassa forense apre al dialogo con Fornero e Severino

Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense, ha commentato l‘invito che il ministro del Lavoro ha rivolto agli enti previdenziali privati per discutere di previdenza in vista del prossimo 30 settembre 2012, termine per la presentazione al governo dei nuovi bilanci tecnici a 50 anni. “Apprezzo l’iniziativa presa dal ministro Fornero, e spero sia solo il primo passo di un cammino condiviso per affrontare le problematiche previdenziali dei professionisti”.

La stessa soddisfazione è stata espressa dal presidente della Cassa forense per le parole pronunciate dal ministro della Giustizia, Paola Severino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario forense, quando ha manifestato la volontà di aprire un tavolo di consultazione con l’Avvocatura per affrontare le criticità della giustizia. “Vogliamo essere presenti ai tavoli di confronto per dare il nostro fattivo contributo affinchè le problematiche dell’Avvocatura e della sua previdenza siano affrontate parallelamente a quelle della giustizia: è solo attraverso il dialogo costruttivo -conclude Bagnoli- che si può sperare di trovare la soluzione migliore per tutelare presente e futuro dei professionisti”.

Delega fiscale: per il Cnf è giusto fissare i paletti all’abuso del diritto, ma no alle sanzioni penali

La posizione dell’avvocatura in merito alla bozza è emersa nel corso del seminario di studio “La Revisione del sistema fiscale: Considerazioni e proposte sull’abuso del diritto e il contenzioso tributario”, organizzato su iniziativa della commissione per le questioni tributarie del Consiglio nazionale forense. Secondo il Cnf, sarebbe bene fissare per legge paletti all’abuso del diritto, istituto finora applicato discrezionalmente dall’amministrazione finanziaria e dalla giurisprudenza.  Ma con alcune necessarie precisazioni, per evitare che la riforma contenuta nel disegno di legge delega fiscale del Governo, ora all’esame del Parlamento, si risolva in un niente di fatto nei confronti dei contribuenti, che vedrebbero sanzionate condotte lecite e ispirate alla libera iniziativa economica.

Quello che il Consiglio Nazionale Forense chiede, in sostanza, è che il governo nel predisporre il testo definitivo dello schema di delega escluda la rilevanza penale della condotta abusiva che sarebbe irragionevole posta la netta distinzione tra le conseguenze tributarie e quelle penali di un comportamento economico; chiarisca il concetto di “ragioni extrafiscali” che escludono la configurabilità della condotta abusiva; sopprima nella disciplina dell’onere della prova, il riferimento alla non rispondenza alla “logica di mercato” come criterio per sanzionare la pratica abusiva, criterio assurdamente legato a principi macroeconomici difficilmente prevedibili; provveda a sistemare organicamente le nuove disposizione sull’abuso del diritto con quelle esistenti in materia di elusione, frode fiscale, simulazione e interposizione, in modo da garantirne la distinzione e evitare dannose sovrapposizioni.

Quanto alla giustizia tributaria, l’avvocatura chiede un investimento specifico sulla terzietà del giudice tributario, con il passaggio delle commissioni tributarie dal ministero dell’economia quello della giustizia e la professionalizzazione dei giudici tributari, che dovrebbero svolgere a tempo pieno la funzione. “ Con il seminario si è inteso sollecitare il legislatore ad intervenire sul alcune criticità, evidenziando fin da ora quali sono i punti della delega emananda capaci di dar vita a un corpo di norme aderente ai principi costituzionali, nell’interesse della intera collettività”, ha dichiarato il coordinatore della commissione per le questioni tributarie Antonio Damascelli, che non ha mancato di evidenziare quali sono le previsioni che già adesso vanno nel senso di una maggiore tutela del contribuente.

“Sono previsioni condivisibili quella che impone all’amministrazione finanziaria di indicare a pena di nullità negli avvisi di accertamento la condotta abusiva contestata e quelle tese a salvaguardare il contraddittorio e il diritto di difesa del contribuente, scelta di civiltà giuridica”. Al convegno hanno preso parte Daniela Gobbi, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Maurizio Leo, presidente della Commissione parlamentare sull’Anagrafe tributaria, Fabrizia Lapecorella, direttore generale del Dipartimento delle finanze del ministero dell’economia.

Avvocati, sciopero il 5 luglio

Gli avvocati italiani sono sul piede di guerra contro la soppressione di 37 procure e 33 tribunali minori, oltre a diverse centinaia di sedi distaccate e uffici di giudici di pace. E allora sciopero. L’Organismo unitario dell’Avvocatura ha infatti proclamato l’astensione dalle udienze per giovedì 5 luglio.

Nello stesso giorno saranno indette assemblee negli uffici giudiziari per valutare le successive mosse. Il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla: “Siamo fortemente critici anche sull’ennesimo intervento di demolizione del processo civile“. De Tilla invita anche “a forme di disobbedienza civile come il non pagamento del contributo unificato“.

Una misura che non fa altro che aumentare la confusione e le lungaggini nello svolgimento dei processi.

Tra Commissione Europea e Cnf c’è accordo

di Vera MORETTI

Si sono incontrati a Roma Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea nonché commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, e Ubaldo Perfetti, Vicepresidente del Consiglio nazionale forense.
Motivo dell’incontro era la creazione del Common European Sales Law (Cesl) tramite il Regolamento comunitario su un diritto comune opzionale da applicare ai contratti di vendita nelle operazioni transfrontaliere, approvato dalla Commissione Ue in ottobre scorso.

Le due parti si sono trovate in completo accordo, e in particolare Perfetti ha gradito che la commissaria Reding abbia sottolineato la necessità di autorità indipendenti rappresentative degli avvocati.
Il vicepresidente Ubaldo Perfetti ha assicurato il sostegno dell’avvocatura italiana allo sforzo della Commissione di creazione di un diritto europeo dei contratti, che potrà favorire la ripresa economica. Ma non solo, perché questo provvedimento potrebbe tutelare maggiormente consumatori e cittadini, oltre che consentire ai legali italiani di ampliare le loro potenzialità professionali in tutti i paesi Ue.

Perfetti ha anche aggiunto: “gli avvocati potranno tanto più contribuire alla efficace applicazione delle regole Ue garantendo certezza e correttezza nei rapporti economici tra operatori, quanto più saranno autonomi e indipendenti e lontani da potenziali conflitti di interessi”.
Anche se, nonostante le buone premesse, sono emerse questioni più spinose e difficili da districare. Tra queste, c’è sicuramente la possibilità di ammettere nel capitale delle società tra avvocati soci non professionisti, di puro capitale e a questo proposito ha dichiarato: “Pur non potendo chiedere alla vicepresidente un impegno a modificare queste norme, abbiamo sollevato il problema, e la vicepresidente ci ha detto che studierà le nuove norme, con molta attenzione comunque alla difesa dell’autonomia dell’avvocatura”.

La Reding, per tutta risposta, ha replicato “E’ importante avere autorità indipendenti che rappresentino l’avvocatura. Una proposta come quella relativa a un diritto comune europeo della vendita aiuterà la ripresa riducendo le barriere per le imprese e aumentando la fiducia dei consumatori. Questo è importante soprattutto per il commercio elettronico. Solo il 4% dei consumatori italiani compra online da altri Paesi Ue. Questo dato è più basso rispetto alla media Ue del 7%. Un diritto comune europeo dei contratti potrà essere scelto liberamente da consumatori e imprese nei loro rapporti commerciali come alternativa al diritto nazionale quando loro vogliono comprare o vendere al di là dei confine nazionali. Il 75% degli imprenditori italiani ha dichiarato che userebbe un simile strumento”.

Guido Alpa agguerrito contro la legislazione italiana

di Vera MORETTI

Il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa, nel corso del convegno “Professional Orders, Reform and Liberalisation of Professions in the EU Single Market” tenutosi a Bruxelles, attraverso una rassegna precisa di tutte le Risoluzioni di Strasburgo e le sentenze della Corte Ue, ha ribadito la sua posizione nei confronti di Governi e Parlamenti presente e passati.

Queste le sue parole: “I principi comunitari in materia di professione forense sono stati sistematicamente disattesi dal legislatore italiano. I Governi ed i Parlamenti che si sono succeduti dal 2006 ad oggi hanno fatto prevalere le regole della concorrenza su ogni altro valore, accreditando una concezione economicistica del diritto comunitario, e – peggio – facendo credere che gli interventi normativi via via effettuati fossero richiesti o imposti dal diritto comunitario”.

Guido Alpa ha inoltre sostenuto che c’è una netta discrepanza tra Parlamento europeo e Parlamento italiano, dove, a suo parere, non è riconosciuta l’importanza del ruolo dell’avvocatura nella società al fine di garantire il rispetto dei diritti fondamentali, lo stato di diritto e la sicurezza nell’applicazione della legge, sottolineando l’esigenza di proteggere la qualificazione delle professioni legali, nonché l’indipendenza, la competenza, l’integrità e la responsabilità dei professionisti.

Nonostante la Corte di Giustizia, con tre sentenze riferite anche alle tariffe predisposte dal Consiglio Nazionale Forense e sottoposte al Ministro della Giustizia, abbia convalidato sia i principi di specialità delle professioni intellettuali rispetto alle imprese di servizi, sia i principi di specialità delle professioni legali rispetto alle altre professioni intellettuali, a detta di Alpa “sono stati disattesi dal legislatore italiano”. Inoltre “Sono stati fissati criteri con riguardo alla pubblicità, all’ingresso al tirocinio e alla aggregazione societaria anche con soci di mero capitale, pur di minoranza, mettendo in grave pericolo il futuro della professione forense. Tutto ciò, invocando gli obblighi di adesione all’Unione Europea e senza considerare i principi dell’avvocatura e tutti i pericoli già segnalati dal Parlamento europeo“.

Liberalizzazioni forensi: il sì del CNF a Schifani

“Ciascuna categoria si lamenta. Io penso che qualche lamentela degli avvocati non sia del tutto infondata. Ma saranno l’aula e le commissioni ad affrontare la questione”. Con queste parole, il presidente del Senato Renato Schifani, ha espresso il suo interesse e il suo personale impegno in materia di liberalizzazioni e avvocatura.

Interessamento che è stato ben accolto e apprezzato dal Consiglio Nazionale forense, che, tramite il presidente Guido Alpa, riconosce come il presidente Schifani abbia manifestato grande attenzione alle ragioni di critica da parte dell’avvocatura riguardo alle previsioni normative in tema di riforma della professione.

Il CNF approva l’orientamento di Schifani nell’indicare il Parlamento come sede naturale dove discutere delle riforme della giustizia e della professione forense, dal momento che esse coinvolgono in prima persona tutti i cittadini e i loro diritti.

Grandi aspettative dunque da parte del Consiglio Nazionale Forense sul prossimo dibattito in Parlamento che dovrà discutere del decreto Cresci-Italia. Gli avvocati del consiglio si augurano che il confronto sia proficuo e costruttivo, e arrivi a soluzioni in grado di tenere conto sia delle ragioni economiche del Paese, che dell’ effettiva tutela dei diritti del singolo cittadino.

Io non ho paura (delle pari opportunità)

Non è tempo di nascondere la testa sotto la sabbia. È tempo di agire. Agire significa garantire innanzitutto le pari opportunità all’interno dell’avvocatura. Pari opportunità tra donne e uomini, pari opportunità tra giovani e meno giovani, pari opportunità tra colleghi abili e diversamente abili.

Ritengo che in assenza di effettive pari opportunità una società non possa definirsi democratica. L’articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza sostanziale troppo spesso è rimasto un nobile principio disapplicato. Chi crede che in Italia oggi esista la meritocrazia, che crede che un giovane avvocato figlio di “nessuno” abbia le stesse possibilità di realizzazione professionale di un collega di pari età con alle spalle una famiglia di avvocati è un illuso o peggio un ipocrita.

E allora dico che non è tempo di festeggiare ma solo tempo di agire se non vogliamo sprofondare nel più buio dei precipizi.

Quando ho realizzato il servizio baby parking insieme a Fabrizio Bruni e Mauro Vaglio a favore degli avvocati mamme al fine di dare loro la possibilità di collocare i propri figli presso strutture specializzate durante le ore in cui sono impegnate in udienza, tantissimi colleghi e colleghe mi hanno contattato chiedendomi come avevamo fatto a realizzare un qualche cosa di straordinario di cui si parlava da anni ma che nessuno era mai riuscito a compiere.

Ho risposto loro che in realtà non abbiamo realizzato nulla. Abbiamo solo avuto tanta voglia di fare e ci sono attivato per stipulare alcune convenzioni con asili in zona tribunale che, a prezzi assolutamente politici, hanno garantito un servizio essenziale per le mamme e i papà che si trovano a doversi dividere tra attività professionale e gestione dei propri figli. Un problema che nel corso della vita riguarda oltre il 90% dei colleghi.

La mia idea di politica forense è un’idea di pari opportunità. Meno feste, meno cerimonie, meno sprechi, soprattutto in un momento storico di gravissima crisi economica. Tutti denari spesi inutilmente quando sarebbe invece necessario destinare riserve di bilancio per garantire ai giovani la possibilità di esercitare effettivamente la professione senza doversi presentare sul mercato come degli pseudo dipendenti sotto pagati; ad esempio, destinando queste riserve per garantire prestiti di onore o per erogare finanziamenti a fondo perduto a favore dei giovani che intendono avviare uno studio o dei meno giovani che lo studio devono riavviarlo dopo aver affrontato un periodo di oggettiva difficoltà (per problemi di salute, ecc.).

Lo stesso servizio di baby parking attraverso un minimo impegno economico potrebbe essere garantito gratuitamente agli avvocati mamme destinando riserve a bilancio dirette a tale scopo o destinando fondi per la costituzione di un asilo all’interno del tribunale (come avviene nelle principali università). Se ne parla da tempo ma le promesse in questo Paese valgono solo in campagna elettorale. A chi contesta in modo superficiale e puerile che non ci sono i fondi rispondo che con i denari utilizzati per le spese di rappresentanza per le cene, per le ricorrenze e per le feste si potrebbe fare davvero tanto; a chi contesta che in Tribunale non ci sono spazi disponibili rispondo che la digitalizzazione, de-materializzazione e delocalizzazione dei documenti e degli archivi oltre ad essere realizzabile a costi irrisori (ci sono società che effettuano il servizio a costi bassissimi) garantirebbe la disponibilità di quegli spazi oggi occupati da inutili e vetusti documenti e da tonnellate di cartaccia.

Non posso fare valutazioni tecniche su dati attuali in quanto, non sono riuscito a reperire sul sito del consiglio dell’ordine gli ultimi bilanci. L’unica cosa che posso fare è quella di garantivi, per il futuro, un effettivo cambiamento a favore e nell’interesse di TUTTI.

Non c’è tempo per perdersi in polemiche, insulti, attacchi personali o in puerili auto elogi. È tempo di fare e di agire.
Non mi fermerò mai neanche di fronte alle eventuali intimidazioni, non abbandonerò mai il campo fino a quanto le pari opportunità nella professione non si saranno effettivamente realizzate. Voglio lasciare e lascerò ai miei figli una società più giusta e meritocratica. E lo farò ad ogni costo!

Chi non è interessato alla mie parole può tranquillamente “cancellarmi” con un click. Non voglio imporre la mia presenza o il mio messaggio a nessuno. Utilizzo lo strumento web solo perchè, non avendo alcun ruolo istituzionale ed essendo un avvocato “figlio di nessuno” posso esprimere la mia idea solo attraverso questo meraviglioso strumento di democrazia chiamato INTERNET (RETE GLOBALE).

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.