L’Oua favorevole al decreto sulla compensazione dei crediti

La notizia della firma del decreto, da parte del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che disciplina le modalità di compensazione dei crediti vantati dagli avvocati per l’attività svolta a seguito di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, ovviamente mediante sgravi fiscali, è stata accolta favorevolmente e con soddisfazione dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura.

Ad esprimere il proprio pensiero favorevole è stata in prima persona Mirella Casiello, presidente Oua, la quale ha dichiarato: “Questa è la conclusione positiva di una iniziativa che ha visto la decisa mobilitazione dell’OUA, dell’Avvocatura tutta, sotto il forte impulso della Commissione patrocinio a spese dello Stato, coordinata da Alberto Vigani. Una proposta che ha avuto una grande attenzione dal ministro Orlando, che chiaramente ringraziamo per aver risposto concretamente a una richiesta che non solo tutela gli avvocati che esercitano questo servizio, ma che valorizza lo stesso patrocinio a spese dello Stato, uno degli snodi fondamentali del servizio giustizia per i cittadini con maggiori difficoltà economiche. Avanti così, sono ancora molti i problemi da affrontare, diversi i ddl avanzati dall’OUA, tra questi solo per citarne alcuni, quelli che nei giorni scorsi sono stati presentati alla Camera sull’equo compenso e per l’estensione sempre del patrocinio senza limiti di reddito ai minori e ai disabili”.

Vera MORETTI

Professione forense, ecco il nuovo sistema disciplinare

Con l’anno nuovo l’avvocatura si regala un nuovo sistema disciplinare per potenziare gli aspetti della corretta professione forense. Dal primo gennaio è infatti in vigore, nell’ambito del Nuovo ordinamento della professione forense, un nuovo sistema disciplinare basato sui Consigli distrettuali di disciplina e su un procedimento disciplinare rivisto. La deontologia professionale ne esce così rafforzata.

Il nuovo sistema a garanzia della corretta pratica della professione forense è fondato sulla imparzialità dei nuovi organismi giudicanti, che sono proprio i 26 Consigli distrettuali di disciplina, sull’effettività del controllo disciplinare e su un procedimento disciplinare che sia garantito per l’incolpato ma, nel contempo, che risulti efficace e celere ai fini della verifica dell’eventuale inadempimento deontologico. Il tutto sulla base delle previsioni del Nuovo Codice deontologico forense, che è entrato in vigore il 15 dicembre scorso.

L’obiettivo di questo nuovo sistema disciplinare ha sempre come fine ultimo il cittadino che si trova a dover fronteggiare aspetti legati all’amministrazione della giustizia: il fine ultimo, infatti, è che i diritti dei cittadini siano garantiti attraverso la piena correttezza nell’esercizio della professione forense.

Il CNF approva il regolamento delle Scuole forensi

E’ stato approvato dal Consiglio Nazionale Forense il regolamento che istituisce e organizza le Scuole forensi che, in attuazione del nuovo ordinamento professionale forense, cureranno la formazione degli aspiranti avvocati per l’accesso alla professione e le altre attività di formazione, finalizzate alla formazione continua e alla specializzazione.

Il regolamento rappresenta il riconoscimento della importante realtà già operante sul territorio in via volontaristica ma dall’altro, si propone di realizzarne una disciplina unitaria per promuovere una uniformità di condizioni del funzionamento, a partire dall’omogeneità di giudizi, delle condizioni di accesso e qualità dell’offerta formativa, sulla base di indirizzi fissati dal CNF anche per il tramite della Scuola superiore dell’Avvocatura.

Le Scuole forensi sono istituite presso i Consigli dell’Ordine, che potranno consorziarsi tra di loro, con le Università o promuovere Fondazioni e Associazioni; al finanziamento-adeguato allo scopo-provvederà il Consiglio dell’Ordine che tuttavia potrà anche stipulare convenzioni con enti pubblici o altri soggetti previsti dalla legge per il finanziamento.

Grande attenzione è posta alla qualità dell’offerta formativa, che deve rappresentare l’ “eccellenza” delle Scuole: sono previsti criteri rigorosi di selezione dei docenti, selezionati tra avvocati, docenti universitari, magistrati, professionalità qualificate funzionali alla formazione professionale forense, tra i quali l’esperienza maturata come formatori e la partecipazione, a loro volta, a corsi di formazione per formatori anche organizzati dalla scuola superiore dell’avvocatura.

I corsi dovranno essere altamente professionalizzanti e anche per questo è previsto che siano organizzati con l’apporto delle associazioni specialistiche e con l’obiettivo dello sviluppo adeguato di saperi e abilità.

Vera MORETTI

Corso di mediazione per gli avvocati

Per diventare mediatori di diritto, e per garantire qualità ed efficienza alle procedure di mediazione, agli avvocati è stato proposto un corso di 15 ore, fatto di teoria e pratica, e un aggiornamento di 8 ore ogni due anni.

Il percorso formativo è suggerito dal Consiglio Nazionale Forense, con lo scopo di realizzare:

  • da una parte la previsione di legge, del decreto del “fare”, dell’iscrizione di diritto degli avvocati negli elenchi dei mediatori in virtù della loro specifica professionalità tecnico-giuridica e dei necessari loro formazione/aggiornamento specifici;
  • dall’altra l’adempimento del dovere deontologico specifico di assicurare “adeguata competenza”, previsto nel codice attuale e nella nuova versione in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il percorso suggerito dal CNF, che potrà essere inserito nei programmi di formazione continua proposti dagli Ordini e dalle Associazioni forensi, ma anche da altri organismi di formazione, si compone di due step.

  • Il primo riguarda la vera e propria formazione, con 15 ore teorico-pratiche in classi di non più di 30 discenti, di cui 10 dedicate alle tecniche pratiche di mediazione; alle quali si sommerà la partecipazione a due procedure di mediazione condotte in porto.
  • Il secondo step riguarda l’aggiornamento, fissato in 8 ore in due anni. Il CNF ha fatto invito agli enti formatori di contenere i costi che dovranno tendenzialmente limitarsi alla copertura delle spese/costi.

In riferimento alle novità introdotte dalle legge di riforma dell’ordinamento forense in tema di formazione continua, il CNF ha anche inviato, per la consueta consultazione con Ordini e Associazioni, la bozza di regolamento che ridisegna in maniera innovativa il sistema.

La bozza di regolamento, in un quadro unitario e uniforme sul territorio, definisce in maniera autonoma la vera e propria formazione, attività volta all’acquisizione di nuove competenze in una logica di crescita; e l’aggiornamento, attività dedicata all’acquisizione della conoscenza degli aggiornamenti nella materia professionali di riferimento.

L’avvocato potrà costruire il proprio percorso in libertà, anche tramite l’autoformazione, ma in un quadro di verifica che giunge fino al monitoraggio delle attività svolte. Il numero dei crediti che gli avvocati dovranno maturare è di 60 in tre anni, ma l’accreditamento non avverrà su base temporale ma in relazione al singolo evento, al quale saranno attribuiti dei crediti sulla base di criteri oggettivi predeterminati che valuteranno l’approfondimento proposto.

Il termine fissato per le osservazioni è il 5 maggio.

Vera MORETTI

L’Oua soddisfatto del decreto Legge sulla geografia giudiziaria

L’Oua ha accolto con delusione il decreto di Legge in via di approvazione che introduce una delega all’Esecutivo per alzare il livello di efficienza del processo civile, anche se qualche speranza è stata invece portata da un altro decreto legislativo riguardante la geografia giudiziaria, che potrebbe portare alla riapertura di alcune sedi di tribunali ora chiuse.

Nicola Marino, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, ha commentato così queste decisioni: “La prima notizia dimostra l’incapacità di ripensare la Giustizia, attraverso una riforma complessiva e organica. È sempre la stessa “minestra riscaldata” che ci viene riproposta da diversi anni: ci risiamo con il giudice unico in appello e con la motivazione a pagamento, l’obiettivo è trasformare il processo civile in una corsa ad ostacoli per i cittadini. Ancora una volta le proposte del ddl del Governo, che abbiamo letto sui giornali, si riducono a una compressione del diritto di difesa, come se non bastasse già l’aumento sproporzionato del contributo unificato o le modalità di introduzione della mediazione obbligatoria. È evidente che manca la volontà politica di intervenire sulla macchina giudiziaria in generale e, quindi, sui veri problemi del civile. Il tempo del cambiamento, purtroppo è ancora lontano“.

Soddisfazione invece per quanto riguarda la questione della geografia giudiziaria, riguardo ai quali Marino ha voluto rocordare i tribunali rimasti chiusi: “Si tratterebbe dei Tribunali di Rossano, Lucera, Vigevano, Nicosia (con accorpamento di Mistretta), Alba, Bassano del Grappa, Pinerolo, Chiavari, Sanremo e Sala Consilina. Positivo anche l’impegno affinché ci sia un intervento rispetto al nodo delle sezioni distaccate, con riferimento sia a quelle impropriamente cessate, nonostante avessero indici elevati di sopravvenienza, sia a quelle soggette a particolari situazioni geografiche, come quelle delle isole di Ischia, Lipari e Portoferraio“.

Vera MORETTI

L’Oua mette in guardia dal contratto di convivenza

Il contratto di convivenza proposto dal Consiglio del Notariato è stato commentato da Nicola Marino, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, il quale ha voluto mettere in guardia, perché si potrebbe correre il rischio di “creare confusione nella testa dei cittadini“.

Ciò che viene contestato è l’open day proposto dai notai, che sembra voler ridurre la questione, assai spinosa, ad una problematica facile da risolvere.

Continua Marino: “Regolare il nodo delle coppie di fatto è importante, per questa ragione da un lato è necessaria una legge, dall’altro serve un confronto con gli avvocati per dare un segnale chiaro, ma anche certezze ai milioni di italiani che chiedono soluzioni“.

L’avvocatura, per non farsi trovare impreparata, ha formulato una serie di proposte che potrebbero semplificare la vita ai cittadini, senza però scorciatoie fuorvianti.

Marino, inoltre, auspica che non ci sia alcun monopolio sulla questione ma che, al contrario, si collabori per supportare i cittadini che ne fanno richiesta.

Vera MORETTI

Decreto Fare: le novità per i professionisti

Sono tante le novità dedicate ai professionisti contenute nel Decreto del Fare.
A suscitare polemiche e sospetti, da parte di alcune categorie che si erano sentite attaccate, erano stati molti emendamenti ma sembra che molte controversie siano state risolte.

I più combattivi si sono mostrati gli avvocati, che hanno anche manifestato con uno sciopero durato una settimana, soprattutto a causa della reintroduzione della conciliazione obbligatoria che, di fatto, sviliva in maniera determinante l’Avvocatura.
Questa procedura, infatti, prevede l’obbligo di assistenza legale per tutta la durata del procedimento, che varia molto da caso a caso ma, se si conclude al primo tentativo, non prevede alcuna remunerazione per gli organismi di mediazione.

Incassano inoltre, oltre alla revisione di un periodo di quattro anni di sperimentazione ma con una verifica sostanziale già dopo due anni, il vincolo di sottoscrizione da parte degli avvocati coinvolti nell’accordo se si intende dare all’intesa forza esecutiva. Cancellata del tutto la norma che concentrava solo in alcuni tribunali le controversie che vedono parti le imprese senza stabile organizzazione in Italia, il decreto propone una versione notevolmente annacquata anche della conciliazione giudiziale, possibile senza limiti di materia.

Ora il giudice può formulare una proposta transattiva, ma solo prima tenendo conto della natura del giudizio, del valore della controversia, della complessità delle questioni di diritto. Sparisce poi la possibilità per il giudice di valutare ai fini del giudizio l’ingiustificato rifiuto alla proposta del giudice.

Tra le discipline accolte positivamente dalla categoria, la possibilità di nomina non più per gli avvocati a riposo ma solo per quelli che hanno cessato la professione da non più di tre anni e l’estensione delle incompatibilità all’assistenza in giudizio anche ai soci dell’avvocato/giudice ausiliario.

Gli altri professionisti sono interessati da due principali novità. Quella che spicca è la proroga dell’assicurazione obbligatoria, che però solo le professioni sanitarie.
La scadenza del 15 agosto, come termine ultimo per attivare un’assicurazione, resta quindi valida; gli unici a non doverla rispettare sono: medici, infermieri, ostetriche, farmacisti e veterinari.

Un’altra importante novità è il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, esteso anche ai professionisti iscritti agli ordini e a quelli aderenti alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal ministero dello Sviluppo economico.

Vera MORETTI

I civilisti si confrontano sulla crisi economica

Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, è intervenuto la settimana scorsa al seminario sul tema “Crisi economica e categoria civilistiche”, in qualità di presidente dell’Associazione civilisti italiani.

Nell’aprire i lavori, ha ricordato il tema del rapporto tra crisi economica e prospettive del diritto privato, e la conseguente urgenza di colmare una lacuna che in altri Paesi è al centro di importanti discussioni.
Alla base delle riflessioni di Alpa c’è la consapevolezza di nuove regole e nuove tipologie di contratto tra gli operatori economici, considerati essenziali per superare la crisi economica.

Ecco le parole di Guido Alpa: “Il tema delle crisi è affrontato sia dal punto vista storico, sia economico e sociale in modo da individuare il ruolo che il diritto ha avuto e potrà avere nel contributo al rilancio dell’economia. Tuttavia la sola autonomia privata nella regolazione dei rapporti non può bastare; sono necessari interventi legislativi in un quadro di insieme, che oggi ancora manca, per rafforzare il perseguimento dell’interesse pubblico e sociale. L’attuale frammentarietà degli interventi, in ambito comunitario e nazionale, è oggi un punto debole e richiede, invece, un esame globale; tentativo che sarà sperimentato in questi due giorni di lavoro”.

I nuovi strumenti contrattuali, come ad esempio i contratti di rete tra le imprese, hanno contribuito a dare nuova vitalità al diritto privato, cosi come la contrattazione procedimentalizzata nella crisi dell’impresa o nel sovra-indebitamento e l’irrompere del merito creditizio nei contratti di finanziamento bancario.

Vera MORETTI

L’OUA contrario alla modifica all’articolo 38 relativo ai minori

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura e dal Consiglio dell’Ordine Forense hanno organizzato un convegno a Roma, presso il Palazzo di Giustizia, per discutere circa la modifica dell’articolo 38 delle disposizioni di attuazione del codice civile, relativo ai minori.

Ad aprire l’incontro è stato Nicola Marino, presidente dell’OUA, insieme a Mauro Vaglio, presidente dell’ordine degli avvocati romani.
Con loro, ad introdurre le tematiche da affrontare, c’erano Graziella Algeri coordinatore Commissione Famiglia OUA e Alessandra Gabbani, componente della Commissione Famiglia dell’Oua.
Nel corso della giornata, sono stati fatti alcuni interventi da Matteo Santini, coordinatore del Progetto Famiglia, Minori, Immigrazione dell’ordine di Roma, Marina Marino, presidente dell’Aiaf Lazio e Rita Perchiazzi segretaria dell’Unione nazionale Camere Minorili.

Il presidente dell’OUA, al termine del convegno, ha voluto ribadire l’importanza dell’incontro “per costruire la giusta sensibilità su un tema di grande importanza, purtroppo, troppo spesso dimenticato. L’Oua in più occasioni e in più sedi ha sollevato diversi problemi e avanzato spunti concreti, anche grazie al lavoro della Commissione Famiglia e, come dimostra la giornata di oggi, alla forte collaborazione con l’ordine capitolino. Con il presidente Mauro Vaglio su questi temi ci sono molti punti di contatto che saranno la base per future iniziative“.

Per quanto riguarda le tematiche discusse, Nicola Marino ha voluto affermare la sua contrarietà alla modifica all’articolo 38, giudicando “inaccettabile” il mantenimento del Tribunale dei minori attuale, come anche l’affidamento ai magistrati ordinari di alcune materie delicate e cruciali.

Secondo Graziella Algeri “il nodo vero è l’inadeguatezza complessiva della legislazione e dello stesso tribunale per i minori ma anche l’evidente contrasto con l’Europa. Il nostro Paese, oltre alla modifica dei provvedimenti sopra citati deve anche puntare a colmare il vuoto legislativo sulle modalità dell’ascolto dei minori e sull’introduzione e identificazione della figura del mediatore familiare“.

Vera MORETTI

Approvato il regolamento per le associazioni forensi specialistiche

E’ stato definitivamente approvato dal Cnf il regolamento che istituisce e disciplina l’elenco delle associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative.
Tali associazioni parteciperanno, insieme ai Consigli dell’Ordine, all’organizzazione di corsi per l’acquisizione del titolo di avvocato specialista, che rappresenta uno dei punti qualificanti della riforma forense.
E’ invece compito del ministero della Giustizia adottare il regolamento per la definizione delle modalità per ottenere il titolo di specialista.

Nel regolamento viene stabilito che l’elenco delle associazioni maggiormente rappresentative debba essere pubblicato sul sito del Consiglio nazionale forense e costantemente aggiornato, anche considerando le sue importanti funzioni.
In esso, infatti, vengono decisi e fissati i requisiti di iscrizione nell’elenco, come ad esempio un numero di iscritti significativo su base nazionale, tenuto conto del settore di interesse, la previsione espressa tra gli scopi statutari della promozione del profilo professionale specialistico e la formazione e l’aggiornamento, una sede nazionale e un organismo di coordinamento delle attività svolte sul territorio nazionale.

Inoltre, si deve procedere anche ad assicurare un’offerta formativa nelle materie di cui occorre mostrare competenza, attraverso strutture organizzative e tecnico-scientifiche adeguate, ma non solo.

Importante sottolineare che le associazioni non devono avere scopo di lucro: questo significa che l’attività formativa sarà gratuita, a parte la richiesta del rimborso delle spese sostenute.

Per rientrare nell’elenco, occorre inviare la domanda, corredata dalla documentazione comprovante il possesso dei requisiti richiesti, al Cnf, che avrà tempo 90 giorni per dare una risposta. Ovviamente, i requisiti presentati all’atto dell’iscrizione devono essere mantenuti nel corso del tempo.
Per sincerarsi che ciò avvenga, il Cnf eserciterà la vigilanza su di essa e sull’attività formativa anche disponendo controlli.
In caso di perdita dei requisiti, il Cnf può revocare, con provvedimento motivato e previa audizione dei rappresentanti dell’associazione, l’iscrizione nell’elenco.

Vera MORETTI