Un antidoto alla crisi? Investire nell’ICT

di Manuele MORO

Mentre l’Italia attraversa una delle peggiori crisi economiche di tutti i tempi, i maggiori luminari del settore si interrogano su quali misure adottare per riuscire nell’ardua impresa di ridurre il sempre più preoccupante debito pubblico accumulato e, al tempo stesso, incentivare la crescita.

Ecco, una piccola risposta in questo senso, sicuramente parziale ma non per questo meno significativa, arriva dal convegno Crisi finanziaria e rilancio dell’economia: quello che l’Ict può fare, organizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano insieme a Cefriel, con il patrocinio di Assinform, Aused e ClubTI.

Come chiaramente evidenziato dal titolo, scopo dell’iniziativa era fornire dati attendibili a sostegno di quella tesi ampiamente condivisa, ma mai supportata da numeri chiari e inequivocabili, che vede nella capillare diffusione delle tecnologie digitali in ambito business una delle chiavi per il rilancio delle imprese e dell’economia nel suo complesso.

E i risultati dell’indagine, presentati lo scorso 30 novembre al Politecnico di Milano, parlano chiaro:   maggiori investimenti nell’ICT renderebbero possibile non solo un incremento del PIL tra lo 0,4 e lo 0,9%, ma anche un notevole risparmio di risorse, fino a 43 miliardi di euro all’anno. E tutto questo solo nella Pubblica Amministrazione.

L’eProcurement, ad esempio, consentirebbe di ridurre la spesa che la PA sostiene annualmente per gli acquisti di ben 4 miliardi di euro, mentre con la digitalizzazione di alcuni processi burocratici e la semplificazione delle procedure di pagamento si recupererebbero addirittura 24 miliardi di euro. Allo stesso tempo, la maggiore produttività del personale permetterebbe di liberare altri 15 miliardi.

A stupire è soprattutto la (relativa) esiguità degli investimenti necessari nell’immediato per ottenere risultati di questa portata: poco meno di 3 miliardi di euro, da indirizzare soprattutto allo sviluppo della banda larga e ultralarga, ma anche al finanziamento delle start-up più promettenti in ambito hi-tech.

Fin qui, tutto bene. Ma i soggetti direttamente interessati, ossia le imprese italiane, sono davvero consapevoli dell’importanza strategica delle nuove tecnologie digitali? Non a sufficienza purtroppo, perlomeno a giudicare dalle risposte raccolte dai ricercatori della School of Management su un campione di oltre 170 aziende: nel 2012, infatti, la maggioranza è intenzionata a mantenere invariato il budget ICT, che viene però in larga parte assorbito dai costi di gestione.

La parte più consistente di questi fondi, in ogni caso, sarà destinata alla razionalizzazione dei sistemi informativi (sviluppo dei data center e delle soluzioni cloud) e alla digitalizzazione dei processi aziendali: una decisione che, secondo Mariano Corso, responsabile scientifico della ricerca, è indice del tentativo da parte delle divisioni ICT di “autofinanziare l’innovazione attraverso il recupero di risorse”.

d.S.

La stretta via per la banda larga

Ormai è un dato di fatto: Internet è un motore economico di straordinaria potenza, capace di creare posti di lavoro e ricchezza. Attraverso il web qualsiasi impresa può aprirsi a nuovi mercati, altrimenti inaccessibili, e recuperare così competitività. Certo, questo richiede uno sforzo di modernizzazione considerevole, ma il gioco vale sicuramente la candela.

Fin qui, tutti d’accordo. Ma esattamente quanto incide Internet sulla crescita economica di un Paese? Oggi, grazie ad un recente studio condotto dal colosso svedese Ericsson, in collaborazione con la società di consulenza Arthur D. Little e la Chalmers University of Technology, abbiamo numeri e dati certi a nostra disposizione.

Nello specifico, l’indagine in questione ha misurato il rapporto tra la velocità di connessione a banda larga e il PIL in 33 paesi dell’OCSE, tra cui l’Italia: secondo quanto emerso, a un raddoppio della velocità online corrisponde un aumento del Prodotto Interno Lordo pari allo 0,3%, oltre un settimo del tasso annuale di crescita medio fatto registrare dagli stati membri dell’organizzazione nell’ultimo decennio.

Gli effetti economici positivi che Internet è in grado di produrre sono stati suddivisi in tre gruppi: diretti, ossia nel breve termine (per esempio, nuovi posti di lavoro per realizzare le necessarie infrastrutture); indiretti, quando l’orizzonte temporale si dilata (maggiore efficienza complessiva a livello produttivo); indotti, derivanti cioè dall’introduzione di servizi di pubblica utilità d’avanguardia e modelli di business innovativi (telelavoro).

L’Italia purtroppo non brilla in nessuna di queste tre categorie. Anzi, da questo punto di vista, la situazione negli ultimi anni è andata progressivamente peggiorando.

Secondo un rapporto redatto dalla società di consulenza McKinsey in occasione del G8 dello scorso maggio, infatti, il digital divide che ci separa dalle maggiori potenze mondiali è preoccupante: solo per fare un esempio, negli ultimi quindici anni i posti di lavoro creati da Internet nel nostro paese sono stati 700mila, contro 1 milione e 200mila in Francia. Anche per quanto riguarda la penetrazione della fibra ottica i dati non sono incoraggianti: alla fine del 2010 con 348mila abbonati l’Italia figurava al penultimo posto nella classifica europea, davanti solo alla Turchia.

Nonostante i numerosi appelli alle istituzioni, gli investimenti nella banda larga sono stati finora insufficienti. L’ultima doccia fredda è arrivata con la nuova bozza della legge di Stabilità: i 770 milioni derivanti dall’asta per le frequenze 4G, che originariamente sarebbero dovuti andare alle telecomunicazioni, sono stati invece dirottati verso la Pubblica Istruzione e il Tesoro.

Senza una decisa inversione di tendenza, l’Italia rischia di restare al palo. E con l’attuale congiuntura economica sfavorevole, nessuno può permettersi di tenere spento un motore economico potente come Internet.

Manuele Moro

Fastweb, promozioni per le partite Iva

Focus pubblicitario

Fastweb si conferma un player innovativo per la gestione delle tlc per il Business e lancia la nuova offerta di rete fissa per il negozio e per chi gestisce un’attività con partita Iva. Si chiama Parla & Naviga, e chi si abbona al servizio a settembre può godere di una promozione che, a 25 euro al mese per un anno (Iva esclusa), offre internet a banda larga senza limiti fino a 20 MB/s, chiamate nazionali verso rete fissa illimitate e include, inoltre, sempre per 12 mesi, 60 minuti di chiamate verso tutti i numeri nazionali. Al termine della promozione, l’abbonamento Parla & Naviga per le Partite Iva, che comprende anche una seconda linea gratis per sempre, prevede un importo di 50 euro al mese (Iva esclusa). 
 
Fastweb aggiunge anche ulteriore valore alla sua offerta per negozi, professionisti e artigiani, specialmente per chi lo sceglie come unico operatore per la casa, l’ufficio e il mobile. Chi acquista contestualmente due abbonamenti gode infatti di uno sconto di 10 euro al mese, che si somma alle promozioni in corso. Inoltre, chi acquista un abbonamento mobile (Mobile Start, Mobile Top o Mobile Go) con chiamate, messaggi e internet incluso, gode di uno sconto di 5 euro sull’abbonamento, per sempre.

Infine, così come Fastweb “coccola” i propri clienti, anche questi ultimi possono “coccolare” i loro con una gamma di servizi innovativi messi a disposizione dall’operatore. Negozi, bar, librerie, centri estetici possono offrire un servizio wi-fi per collegarsi a internet gratis: con 10 euro al mese le partite Iva possono acquistare un hot spot wi-fi Fastweb per offrire il collegamento in rete fino a 5 clienti contemporaneamente mentre, con  20 euro al mese, non c’è nessun limite di utenti contemporanei. E l’access point autoinstallante è incluso nell’opzione.

Fastweb punta come sempre sulla qualità della propria banda larga fondamentale  per supportare nuovi servizi e nuovi apparati – afferma Danilo Vivarelli, Direttore della Business Unit Consumer & Microbusiness Fastweb -. Non ci si connette più a internet solo con il Pc: gli smartphone o i tablet in casa e in ufficio utilizzano il collegamento wi-fi alla rete fissa e i nuovi televisori, le connected tv, permettono di guardare video da Internet”. “Diventa quindi sempre più importante scegliere una banda larga di qualità e Fastweb, oltre alla velocità, garantisce qualità del servizio e sicurezza“, conclude Vivarelli.

Fastweb lancia Tutto Fastweb, nuova offerta per Partite Iva

L’operatore di tlc Fastweb ha lanciato in questi giorni la nuova offerta Tutto Fastweb. Si tratta di un’offerta integrata che prevede servizi di telefonia fissa e mobile e collegamento alla rete a velocità elevata e garantita dedicata a chi possiede Partita Iva e in particolare professionisti, negozi, artigiani.

Vediamo cosa offre e a che prezzo. Attualmente è prevista una promozione che prevede sconti interessanti per quanti stipuleranno il contratto: banda larga fino a 20 Mbps con navigazione illimitata, chiamate nazionali incluse, 30 minuti di chiamate verso tutti i telefoni mobili, una Sim Fastweb Mobile con 500 minuti di chiamate incluse verso tutti, 50 SMS e 500 mega di traffico Umts, il tutto a 59 € al mese (anzichè 80 €) per il primo anno. Ogni nuovo abbonato avrà la possibilità di acquistare inoltre uno smartphone al prezzo simbolico di 1 €.

Tra i vantaggi dell’offerta troviamo l’installazione della linea gratuita, l’assegnazione di un IP pubblico, un nuovo terminale (HAG Home Access Gateway) senza limiti di numero di apparati collegabili in wi-fi, trasferimento di chiamata incluso. Chi è raggiunto dalla rete in fibra ottica di proprietà di Fastweb potrà accedere ad internet a 100 mbps di velocità aderendo all’opzione aggiuntiva Fibra 100 (al costo di 20 € al mese e 100 € di attivazione). Maggiori informazioni alla pagina dell’offerta.

“E pur si muove!” In settimana il Governo ha varato il pacchetto per il rilancio

In settimana il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legislativo sugli incentivi con cui si tagliano le norme esistenti (110 nazionali e 1.400 regionali). La riforma riordinerà gli incentivi in tre categorie:

  1. gli incentivi automatici (con preferenza per l’utilizzo di strumenti di fruizione quali buoni o voucher);
  2. bandi per il finanziamento di programmi organici e complessi;
  3. procedure negoziali per il finanziamento di grandi progetti d’investimento (oltre i 20 milioni di euro).

Con questi interventi a sostegno del sistema produttivo si dà particolare attenzione alle piccole e medie imprese cui è destinato il 50% delle risorse. Le risorse destinate alle misure abrogate confluiscono dall’esercizio 2012 in un unico Fondo, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, per permettere una flessibilità nell’uso dei finanziamenti necessaria all’attuazione della programmazione. Al Fondo confluiscono anche le risorse assegnate dal Cipe al Ministero dello sviluppo economico nell’ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate. Tali risorse sono destinate per l’85 per cento alle regioni del Mezzogiorno e per il 15 per cento alle regioni del Centro Nord.

Ma quando entrerà in vigore questo decreto legislativo? L’entrata in vigore del decreto è prevista per il primo gennaio 2012.

Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo Economico, ha espresso la sua soddisfazione per lo “schema di decreto legislativo per il riordino degli incentivi che prevede una semplificazione normativa, flessibilità degli strumenti di intervento in raccordo con le Regioni e una semplificazione delle procedure”. Romani ha assicurato inoltre che nei criteri che regolano la legge “ci saranno riferimenti anche all’impreditoria femminile e giovanile”.

Infine, come preannunciato, il Consiglio dei Ministri ha dato anche il via libera al ddl costituzionale contenente la modifica degli articoli 41, 97 e 118 in tema di libertà d’impresa. Nel dettaglio, nell’articolo 41, per ciò che riguarda le attività economiche, viene “permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”. Nell’articolo 97 viene affermato che “le pubbliche funzioni sono al servizio del bene comune” mentre la revisione dell’articolo 118 prevede che gli enti locali “non devono solo favorire, ma anche garantire l’autonoma iniziativa”.

Approvato anche l’attuazione del Piano per il Sud e del Piano Casa. Inoltre è in arrivo un finanziamento di 100 milioni di fondi Fas da destinare alla banda larga. Il progetto di banda ultralarga a 100 megabit, che vale complessivamente 8,3 miliardi, vedrà il coinvolgimento anche della Cassa depositi e prestiti.

La Sardegna sfreccia in rete: Cagliari è al primo posto tra le connessioni a banda larga

È la Sardegna la regione italiana che sfreccia più veloce di tutte in rete. Le città di Cagliari e Sassari infatti sono state indicate da una classifica pubblicata da CorrierEconomia come le città italiane con la connessione più veloce alla Rete in assoluto. Lo classifica pubblicata dall’inserto del Corriere della Sera, è stata stilata in  base ai dati elaborati da Ookla, la società americana leader mondiale nella raccolta e analisi della velocità di navigazione sulla Rete.

Cagliari risulta al primo posto tra le connessioni a banda larga con 7,12 Mbps (mega byte per secondo), seguito da Genova (6,04) e Sassari con 5,85. La notizia è stata diffusa dalla Camera di Commercio di Cagliari.

Per far girare l’economia bisogna sostenere i consumi: ecco pronti 110 milioni per gli incentivi

L’economia torna a girare, se i consumi tornato a salire. Questa sembrerà una banalità, ma è una sacrosanta verità. Proprio perché i consumi tornino a salire, il ministro dello Sviluppo Economico, On. Paolo Romani, ha firmato in questi giorni il decreto con cui vengono assegnati i fondi ancora disponibili per il sostegno della domanda finalizzata a obiettivi di efficienza energetica, ecocompatibilità e di miglioramento della sicurezza sul lavoro. Si tratta di risorse residue del piano governativo di incentivi varato lo scorso aprile per sostenere i consumi. L’ammontare degli incentivi dovrebbe essere di circa 110 milioni di euro.

Il fondo unico degli incentivi verrà reso disponibile per le prenotazioni dei rivenditori e consumatori a partire dal prossimo 3 novembre. Fino a quella data, i 7 settori incentivati che ancora presentano una disponibilità di risorse rispetto alla dotazione iniziale, potranno continuare a prenotare i contributi secondo le modalità già in vigore.

I settori che verranno coinvolti negli incentivi al consumo sono dieci:

  • cucine componibili;
  • efficienza energetica industriale: batterie di condensatori, inverter, motori ad alta efficienza, UPS;
  • elettrodomestici: cappe climatizzate, cucine a gas, forni elettrici, lavastoviglie, piani di cottura, pompe di calore per acqua calda;
  • gru a torre per l’edilizia;
  • immobili ad alta efficienza energetica: immobili fabbisogno energetico 30%, immobili fabbisogno energetico 50%;
  • macchine agricole e movimento terra;
  • motocicli: motocicli elettrici e ibridi, motocicli fino a 400cc o fino a 70kw “euro 3”;
  • nautica: motori fuoribordo, stampi per scafi da bordo;
  • rimorchi: rimorchi cat.04 con ABS, rimorchi cat.04 con ABS + antiribaltamento, semirimorchi cat.04 con ABS, semirimorchi cat.04 con ABS + antiribaltamento;
  • banda larga.