Startup italiane hi-tech a Wall Street

Un’impresa italiana, proveniente da Trieste, è approdata a Wall Street, con lo scopo di utilizzare quella prestigiosa piazza come vetrina per attirare investimenti e poter, dunque, crescere ancora.

L’azienda si chiama Athonet ed è arrivata a New York con altre 14 startup selezionate da Italia Camp per presentare l’eccellenza dell’hi-tech Made in Italy, dopo aver toccato Scandinavia e Friuli.
Confondatori di Athonet sono Gianluca Verin e Karim El Malki, papà egiziano e mamma veneta, entrambi ingegneri, conosciutisi in Svezia dove lavoravano nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Ericsson.

Proprio lì è nata l’idea di portare in Italia qualcosa che ancora mancava, ovvero una rete veloce 3G e 4 G LTE, per le emergenze e per lo sviluppo delle città intelligenti del futuro.
Il primo atto della startup si è svolto nel 2005 e nel 2009 è stata sperimentata una rete mobile privata dell’Area Science Park, l’incubatore di Trieste che ha ospitato Athonet sin dalla culla.

Il software della startup, che si chiama Primo, rete mobile compatta e trasportabile Umts/Hspa/Lte, è stato utilizzato dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia durante la gestione del post terremoto a Mirandola.
Per questa collaborazione Athonet è stata insignita della medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica.

Gianluca Verin ha dichiarato: “Questa è la nostra nicchia di mercato, portare banda larga ultraveloce, anche in 4G Lte, in zone di emergenza, dove i grandi operatori non hanno ancora sviluppato, per ragioni di costi, reti alternative a quelle commerciali. Le smart city del futuro saranno delle piazze aperte dove tutte le cose dialogheranno tra loro e si scambieranno dati. Per sostenere questo flusso di comunicazioni ci vogliono infrastrutture e noi ci candidiamo a offrire questo servizio“.

La via americana potrebbe portare in casa nuovi investitori. Perché negli Usa c’è fame di idee e non mancano i soldi per i finanziamenti.
Ad esempio, nel 2013 l’ecosistema delle start up europeo ha raccolto 36 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole. Ma se comparata agli investimenti a stelle e strisce nello stesso periodo in star up, pari a 1.777 miliardi di dollari, fa emergere tutto il gap tecnologico e innovativo che separa le due sponde dell’Atlantico.

L’Italia giovane e hi-tech che fa impresa può finalmente fare i primi passi, approfittando anche delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Le nuove startup nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 startup, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131).
In coda il Molise con 9 startup, la Basilicata con 8 e la Valle D’Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Vera MORETTI

Fibra ottica anche per le zone rurali del Trentino

L’Unione Commercio Turismo Servizi del Trentino Alto Adige ha deciso di proporre collegamenti in fibra ottica a disposizione delle imprese del territorio attraverso un incentivo rapido e libero dalla burocrazia.

A annunciare questa innovativa proposta è stato Dieter Steger, direttore dell’Unione, che ha illustrato come questo progetto potrà portare notevoli vantaggi al territorio e all’economia locale: “L’idea prevede che la Provincia metta a disposizione dell’economia una parte dei collegamenti a fibra ottica già in essere – le cosiddette Dark Fiber – e che questi collegamenti possano quindi essere noleggiati dalle aziende”.

Essendo già predisposte le strutture per la fibra ottica, non sono previsti costi aggiuntivi per l’amministrazione provinciale, mentre le imprese potranno usufruire di agevolazioni e contenere al massimo le spese.

Obiettivo della Provincia, inoltre, è anche risolvere la questione “ultimo miglio”, vale a dire la realizzazione di strutture per la navigazione veloce anche nelle zone rurali, che rischiano di perdere il loro potenziale attrattivo per le aziende causando l’inevitabile spopolamento delle stesse zone.

Vera MORETTI

Unioncamere e Eutelsat insieme per la banda larga

E’ stato firmato un protocollo d’intesa tra Unioncamere e Eutelsat Italia che si pone come obiettivo quello di diffondere la Banda Larga a tutte le imprese, anche quelle di piccole e piccolissime dimensioni, ubicate nelle zone più remote del Paese.

Le micro e piccole aziende che ancora sono in Digital Divide e che per questo spesso si trovano tagliate fuori dall’internazionalizzazione e da tutto ciò che riguarda innovazione e crescita, potranno, grazie a questo accordo, ricevere una soluzione tecnologica avanzata e capace di permettere loro di entrare in contatto con realtà più grandi ed evolute.

Non si tratta di un’operazione particolarmente invasiva, perché l’installazione prevede solo l’utilizzo di una parabola che serva ad ottenere collegamenti veloci alla Rete, cosa impossibile tutt’oggi per il 4,4% della popolazione italiana e centinaia di migliaia di imprese.
Le regioni maggiormente interessate al progetto, anche a causa delle caratteristiche ortografiche del territorio, saranno Molise, Calabria, Basilicata e Abruzzo al Sud e Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto al Nord.

Unioncamere contatterà direttamente le Camere di Commercio delle zone interessate e proporrà anche bandi per l’erogazione di voucher alle imprese per l’installazione dei supporti di collegamento.

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, ha voluto commentare l’iniziativa: “L’accesso diffuso, veloce e poco costoso alle risorse informative della rete è ormai un asset indispensabile per competere sui mercati, soprattutto per le imprese di micro e piccole dimensioni che costituiscono la struttura portante dell’economia dei territori italiani. Questo accordo potrà favorire la riduzione del digital divide che penalizza fortemente una grande fetta del tessuto imprenditoriale italiano, dislocato nelle aree più difficili da raggiungere dalle infrastrutture terrestri necessarie alla banda larga. E potrà permettere a migliaia di micro-attività economiche di continuare ad assicurare una funzione essenziale, quella di contribuire alla tenuta sociale dei territori, garantendo una risposta capillare alla domanda di servizi”.

Dal canto suo, Renato Farina, Amministratore Delegato di Eutelsat Italia, ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di questo importante accordo con Unioncamere, massima espressione istituzionale dell’impresa italiana. Il protocollo conferma l’impegno del KA-SAT al servizio dello sviluppo economico del Paese, dimostrando ancora una volta che il satellite ha un ruolo basilare nel superamento di quelle barriere che ancora impediscono la connessione a Internet e di conseguenza una paritetica e democratica possibilità di espansione per molte aziende. Soprattutto per le più piccole, spesso isolate sul territorio e fonte di grande impulso creativo e innovativo, l’accesso ai servizi a Banda Larga satellitare può rappresentare una risorsa per le loro attività con sistemi agili, economici e performanti”.

Vera MORETTI

La banda larga arriva in Campania

La banda larga presto coprirà tutto il territorio della regione Campania grazie ad un plafond di 160 milioni di euro.

Il progetto di copertura, che comprenderà anche le zone più isolate, si chiama Campania wi-fi e deriva dall’Accordo di programma stipulato tra l’amministrazione regionale e il Ministero per lo Sviluppo Economico.

Obiettivo primario di questa iniziativa, in vigore fino al 31 dicembre 2015, è quello di favorire l’innovazione e offrire un “supporto competitivo” alle imprese locali.
Non si tratta solo della copertura del servizio banda larga ma anche dell’installazione di reti di seconda generazione, quindi banda ultra-larga.

Guido Trombetti, assessore alla Ricerca e all’innovazione, ha dichiarato: “L’investimento a favore di una infrastruttura per la banda larga consentirà ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni nuove forme di cooperazione e di sviluppo territoriale. Si investono milioni di euro con un piano strategico già definito che favorirà la reale inclusione sociale. E questo perché si tratta di una infrastruttura indispensabile per consentire la diffusione e la fruizione dei servizi digitali avanzati anche nei territori geograficamente più isolati e più esposti al digital divide“.

Vera MORETTI

Le imprese del Nord Est reclamano la banda larga

Per le imprese è sempre più impossibile prescindere dalle infrastrutture immateriali, ovvero da telecomunicazioni, informatica, trasmissione e ricezione dati in tempo reale.

Di questo sono perfettamente consapevoli le imprese del Nord Est, dove due aziende su tre considerano le infrastrutture immateriali importanti quanto quelle materiali (67,6%), mentre un quinto dei rispondenti le ritiene ancora più importanti (19,8%).
Solo un decimo degli imprenditori (11,9%) considera le infrastrutture materiali nettamente più importanti di quelle immateriali.

Questi dati sono stati resi noti da un’indagine condotta dalla Fondazione Nord Est con il contributo di FriulAdria Crédit Agricole, su un panel di testimoni privilegiati scelti tra gli imprenditori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

In Veneto, in particolare, è stato rilevato il “picco” di chi considera ancora più importanti le infrastrutture immateriali (21,9%) e in Trentino Alto Adige per chi invece ritiene più centrali quelle materiali (18,2%).
Le imprese del Nord Est che valutano da sufficiente a ottima la disponibilità di infrastrutture immateriali nella propria regione sono il 60,9% ma, benché si tratti di una cifra ragguardevole, è ancora troppo limitata, soprattutto se riguardante un territorio ricco di attività produttive fortemente internazionalizzate come quello nordestino.

I giudizi diventano ancor meno positivi quando viene richiesta un’opinione sulla qualità dei servizi forniti dalle infrastrutture. A livello aggregato una quota appena sopra il 50% (54,7%) li considera adeguati alle proprie necessità, mentre, guardando alle singole regioni, si notano differenze piuttosto forti.

Complessivamente le valutazioni insufficienti si fermano al 55,9%, ma salgono notevolmente tra le aziende del Veneto (64,4%) e, parimenti, del Friuli Venezia Giulia (64,7%). Più favorevoli sono le opinioni nelle due Province autonome trentine, dove quattro imprese su cinque esprimono apprezzamento.

Tra le imprese del Nord Est rientranti nel campione della presente indagine, solo il 61,7% afferma di avere accesso alla banda larga. Essa consente una maggiore velocità di connessione, fondamentale quando si tratta di servizi come telelavoro, teleconferenza, videochiamata, l’avvio di un’attività a distanza. Le aziende non servite dalla banda larga possono quindi subire una perdita di produttività.

Ma cosa impedisce la sua diffusione? Sicuramente i costi elevati di investimento, che nelle zone scarsamente abitate non troverebbero adeguati ritorni economici.
A questo proposito, però, i dati pubblicati dall’Istat rivelerebbero una certa discrepanza, perché, al 2010, a essere dotate di connessioni a banda larga erano l’82,7% delle imprese del Veneto, l’84,9% di quelle del Friuli Venezia Giulia, l’84,5% in provincia di Trento, l’86,2% in provincia di Bolzano.

La banda larga è utilizzata in particolare per i sistemi di videoconferenza, di cui sono dotate il 55% delle aziende del Nord Est, i sistemi “cloud” per l’archiviazione dei dati, adottati solo dal 36,6%, e le strutture di vendita online tramite e-commerce, utilizzate appena dal 30,3% delle imprese rispondenti.

Vera MORETTI

La banda ultralarga arriva a Frosinone

Più di ottocento imprese che operano nella zona di Frosinone, grazie ad un accordo tra il Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone (ASI) e Fastweb, possono già da ora usufruire della rete a banda ultralarga che collega tramite fibra ottica degli agglomerati industriali di Frosinone, Anagni, Sora-Isola del Liri.

Ciò è possibile grazie ad una gara di appalto vinta da Fastweb nel giugno 2012, indetta dall’ASI di Frosinone che affidava oltre 85 chilometri di fibra ottica spenta, realizzata dalla Regione Lazio a valere sui fondi DocUP.

La firma del contratto di affidamento per la gestione e la manutenzione della rete in fibra ottica è avvenuta il 27 settembre, e di seguito sono partiti i lavori per collegare la fibra alle centrali Fastweb e renderla disponibile per le aziende.
Tra le aziende che possono navigare in internet a 100 Mps ci sono anche molte pmi che possono beneficiare di costi competitivi e vantaggiosi.

Arnaldo Zeppieri, presidente del Consorzio Sviluppo Industriale di Frosinone, ha dichiarato: “L’attivazione della rete a banda ultralarga non potrà che aumentare la competitività delle imprese insediate nei nostri agglomerati industriali e la attrattività degli agglomerati stessi. Il Consorzio ASI ha già avviato le procedure per attivare anche servizi avanzati a valore aggiunto da veicolare alle oltre 800 imprese immediatamente collegabili alla rete consortile; il nostro intento è quello di sensibilizzare, anche con incontri sul territorio, le imprese al tema della connettività in generale e dei servizi ad alto valore aggiunto di cui, grazie alla banda ultralarga, potranno usufruire”.

Massimo Mancini, direttore della Business Unit Enterprise di Fastweb ha replicato: “La disponibilità di infrastrutture broadband ad alta velocità è la chiave di successo per le piccole e medie imprese che vogliono competere in nuovi mercati e ottimizzare i costi, perché è un fattore abilitante per lo sviluppo di servizi digitali. L’accesso a Internet non significa solo un miglioramento del modo di comunicare, ma consente di modificare il modo di lavorare delle aziende e favorisce l’innovazione e la crescita. Saremo a fianco del Consorzio ASI di Frosinone per far funzionare al meglio questa importante opera infrastrutturale e garantire una connettività ai massimi livelli in Italia”.

Vera MORETTI

Mercato dell’Ict in calo, la parola d’ordine è innovazione

 

Il mercato italiano dell’Ict ha segnato un calo nelle vendite significativo nel 2011: per quanto riguarda le sue componenti tradizionali (hardware, software e servizi) la contrazione è stata del 3,6% rispetto al 2010, mentre sul versate It si è passati dal – 1,4% di fine 2010 al -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%) del 2011. Nel dettaglio sono stati venduti 4.559 milioni di euro di hardware (- 9%), su cui ha pesato il calo nelle vendite di PC (6.370.000, -16,2%), non compensato dal boom dei tablet (858.000 pezzi, +100,2%), mentre il software ha dato prova di maggior tenuta (4.226 milioni di euro, 1%).

I dati sono il frutto del 43mo Rapporto Assinform relativo alle performance del settore Ict nel 2011: “a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%, questi risultati mettono in luce in modo drammatico le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita” ha sottolineato Paolo Angelucci, presidente di Assinform.

I trend mondiali parlano chiaro: nel resto del mondo l’informatica è salita del 2,4% e le Tlc del 5,7% nel 2011; il mercato trainante resta quello degli Usa con l’It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010). Fanalino di coda in Europa la Spagna con – 5,3%. E’ importante sottolineare però che, a differenza dell’Italia, il rapporto Spesa It/Pil nel 2011 nei Paesi sopracitati è stato molto più elevato (Usa 4,2%, Francia 3,4%, Germania e Uk 3,3%), mentre l’Italia, come la Spagna, si è fermato all’1,8%. La forbice tra innovazione e Italia si va allargando, diventando sempre più ampia.

Veniamo al 2012: nel primo trimestre il mercato delle telecomunicazioni ha totalizzato 9.960 milioni di euro, con un calo del 3,1% rispetto al 2011, mentre quello dell’IT è arrivato a quota 4.085 milioni di euro, segnando una contrazione del 3,4%, per un mercato complessivo dell’ICT pari a 14.045 milioni, in calo del 3,2%. Le previsioni per il 2012 parlano di un business complessivo pari a 56.599 milioni (-2,5%) con la componente telecomunicazioni a 39.530 milioni (-2,1%) e la componente IT a 17.119 milioni (-3, 1%).

Se il calo sembra contrarsi, a ciò si aggiunge una buona notizia, almeno secondo Paolo Angelucci, presidente di Assinform: “al calo della domanda Ict tradizionale, si sta contrapponendo l’emersione di un nuovo perimetro del mercato digitale, che tende ad ampliarsi in virtù della crescita delle componenti più innovative, legate alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all’Internet delle cose, all’uso di tablet, e-reader e smartphone”. Si tratta di un settore che è il frutto della convergenza fra tecnologie informatiche e di telecomunicazione, e che nel solo 2011 è stato di 69.313 milioni di euro, con un trend negativo più attenuato, dell’ordine di – 2,2 % rispetto al 2010.

Un nuovo trend in grado di compensare le perdite subite dal mercato tradizionale dell’Ict? Sembra proprio di si: “se il 2012 vedrà, secondo le nostre previsioni, un trend delle componenti tradizionali dell’Ict ancora in discesa, anche se con velocità attenuata, dell’ordine di – 2,5% , con le Tlc a -3,1% e l’It a -2,1%, prevediamo una crescita delle componenti innovative di +6,7% continua Angelucci.

Puntare su ricerca, sviluppo e innovazione sembra l’unica soluzione per salvare il mercato: rifocalizzarsi sugli asset innovativi e rimodellarsi in maniera efficiente su quelli tradizionali; crescere dimensionalmente sfruttando tutti gli strumenti a disposizione, innanzitutto capitale di rischio e reti d’imprese, investire massicciamente in Ricerca e Sviluppo. E a proposito di Agenda Digitale e Riforme dello Stato Angelucci sottolinea come sia necessario agire su latri 5 fronti:

  • risolvere il credit crunch: per le imprese It è fondamentale, perché essendo labour intensive sono particolarmente esposte alle problematiche finanziarie
  • riforma del lavoro: non deve essere piu “tossica” dell’attuale dell’art.18 bloccando la capacità di affrontare le sfide che pone il Global Digital Market
  • appalti: è indispensabile rivisitare la materia per l’It, eliminando le gare al massimo ribasso e rispettando i tempi di pagamento
  • riformare l’in-house per eliminare distorsioni di mercato e rivitalizzare la concorrenza nell’informatica pubblica
  • introduzione del Chapter 11 italiano per permettere la ristrutturazione delle imprese

L’Italia vive ancora in una dimensione di arretratezza dal punto di vista dell’utilizzo delle tecnologie informatiche, e questo colpisce anche le piccole e medie aziende che molto spesso puntano troppo poco a innovazione e imprese digitali. Per fare qualche esempio, nel nostro Paese le imprese italiane che acquistano on-line sono meno del 20%, contro la media europea del 30%, e ancora, è bassissimo il numero delle aziende che vendono on-line, raggiungendo valori del 2%, contro il 12-13% europeo. Colpa degli acquirenti? La popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54%, mentre in Europa va oltre 71%), e fra questi, la popolazione che acquista on-line è meno del 15% (Europa 40%), senza dimenticare che le famiglie italiane con accesso alla banda larga sono poco più del 53%.

Parole d’ordine: investire e innovare. Magari dandosi appuntamento al Salone Smau 2012, in programma dal 17 al 19 ottobre a FieraMilanoCity, per fare il punto all’information e communication technology.

VIENI A SMAU 2012: INFOIVA TI REGALA L’INGRESSO

Alessia CASIRAGHI

In Sicilia l’agricoltura è a banda larga

La Sicilia è sempre più connessa. L’assessorato regionale siciliano alle Risorse agricole e alimentari ha deciso di stanziare un fondo per la creazione e lo sviluppo, nelle aree rurali della Regione, di reti infrastrutturali e spazi pubblici destinati ad ospitare impianti di collegamento a banda larga.

Il bando porta la firma anche del dipartimento degli Interventi infrastrutturali in agricoltura: la cifra stanziata, pari a 3 milioni e 500 mila euro servirà alla creazione di ”Servizi essenziali e infrastrutture rurali” e di ”Punti di accesso info-telematici pubblici’‘ afferente alla sottomisura 321/A del Programma di sviluppo rurale Sicilia 2007-2013.

Potranno partecipare al bando di finanziamento dell’assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, gli enti locali territoriali, in forma singola o associata, gli enti pubblici e i loro consorzi.

I progetti che saranno presentati da Enti e consorzi, come da piccoli e medi imprenditori dovranno riguardare:

  • la creazione di punti di accesso info-telematici pubblici, compresi gli adeguamenti degli impianti alle norme vigenti
  • l’acquisto e l’installazione delle attrezzature necessarie al funzionamento dei punti di accesso
  • l’allacciamento e primo contratto di utenza.

”Nelle aree rurali si riscontra una complessiva carenza di servizi per la popolazione e le imprese – ha spiegato Francesco Aiello, Assessore alle Risorse agricole della Sicilia. – L’investimento messo in campo servirà a promuovere iniziative capaci di sviluppare servizi in queste zone. In particolare, saranno sistemati spazi pubblici da destinare a impianti per il collegamento con le reti a banda larga”.

Le domande di partecipazione al bando dovranno essere presentate: per la sottofase 1, dalla data di pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana fino all’1 ottobre 2012; per la sottofase 2, dal 2 gennaio al 28 febbraio 2013; per la sottofase 3, dall’1 luglio 2013 al 30 settembre 2013.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito: www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Assessorato.

Senza Banda Larga non si progredisce

La Banda Larga, il cui sviluppo in Italia procede a rilento, porta ad un calo del PIL, e precisamente dell’1,5%.

Si tratta di una considerazione illustrata da Corrado Calabrò, presidente uscente dell’Autority per le comunicazioni, che ha fornito un quadro molto chiaro anche per le strategie web marketing rivolte alle pmi.
A svantaggiare l’economia italiana sono i ritardi sulla media UE, che rischiano di portare a gap molto profondi, a discapito di una ripresa quanto mai necessaria.
Infatti, oggi sono proprio le infrastrutture per la diffusione e lo sviluppo della banda larga tra i fattori del successo dell’economia di un paese.

L’intervento di Calabrò, durante la presentazione in Senato del suo Bilancio di mandato 2005-2012 ha illustrato la situazione dello stato tecnologico del paese, in cui emerge la “scarsa consapevolezza delle potenzialità globali delle tecnologie della società dell’informazione; il che relega queste ultime a uno dei tanti strumenti di sviluppo economico, mentre esse possono invece dare una spallata a un sistema imballato“.

A dare manforte alla tesi di Corrado Calabrò è intervenuto anche Carmine Pappagallo, ceo di Insem SPA, una società di marketing digitale che ha assistito ai cambiamenti e alla crescita del digitale nel nostro Paese e ai flussi sul mercato da essa scatenati.

Il settore privato, in questo senso, sembra più avanti rispetto al pubblico, dove non sono presenti, nella maggioranza dei casi, gli strumenti adeguati, anche quando si tratta di incentivi e proposte di sviluppo.
Afferma Pappagallo: “Con le sue 21 linee di banda larga fissa ogni 100 abitanti e il 4% delle pmi che vendono i loro prodotti e servizi online, l’Italia è fanalino di coda in Europa. Anche se la diffusione delle tecnologie 3G ha decretato nel nostro paese un boom di smartphone e tablet, con un’alta penetrazione di apparecchi per trasmettere in mobilità, appare chiaro dal bilancio di Calabrò che il nostro paese resta fortemente teledipendente e ancora poco sviluppato nei confronti delle tecnologie digitali”.

Ma uno dei motivi principali per il passaggio alla Banda Larga è il risparmio, perché, negli ultimi 15 anni, il settore dell’ITC ha registrato una diminuzione dei prezzi finali del 33%, in controtendenza con l’aumento del 31% dei prezzi in generale, senza considerare costi di gestione, tasse e altre spese accessorie.

Vera MORETTI

Banda larga: il finanziamento si fa largo in Piemonte

Se la banda si fa larga, cresce anche il finanziamento. La Regione Piemonte ha istituito un bando con contributi fino a 135 mila euro per tutte le imprese che si impegneranno a fornire servizi di banda larga Wisp (Wireless Internet Service Provider) ai comuni del territorio.

L’obiettivo della Regione è ridurre il digital divide che caratterizza ancora molte zone della Penisola, e che ostacolo il corretto sviluppo del servizio wireless in tutto il Paese. Per partecipare al bando istituito dalla Regione Piemonte occorre dimostrare che la propria impresa ha sede nel territorio regionale, ed è regolarmente iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.). Un ulteriore requisito è che l’azienda sia già operativa come fornitura di servizi di Rete in almeno 10 Comuni del territorio.

La Regione concederà alle azienda selezionate incentivi per finanziare fino all’80% delle spese totali, per un tetto massimo fissato a 135 mila euro. I finanziamenti potranno cioè essere utilizzati per l’acquisto di macchinari e brevetti, servizi di consulenza, spese relative al personale, a patto che siano finalizzate alla realizzazione del progetto.

Le spese dovranno riguardare interventi inerenti l’acquisizione di nuove tecnologie o servizi tecnico-scientifici e l’applicazione di questi ultimi alla produzione.

Gli interventi dovranno essere effettuati necessariamente dopo la presentazione della domanda di iscrizione al bando, e dovranno concludersi al massimo entro 2 anni dalla concessione dei finanziamenti.

Per partecipare al bando, è necessario compilare la domanda disponibile online sul sito della Regione Piemonte, e spedirla entro 5 giorni a Finpiemonte S.p.A.

Il bando sarà attivo a partire dal prossimo 20 febbraio e fino al 28 giugno 2013.