Riesame domande bonus bebè possibile, ma non per quelle passate in giudicato

Del Bonus Bebè presto non si parlerà più dal momento che anche questa misura è confluita nell’assegno unico ed universale sui figli a carico. Visto però che è recente l’emanazione di questo nuovo assegno unico universale, entrato in vigore solo il primo marzo scorso, inevitabile che ancora oggi ci siano famiglie che hanno a che fare con il Bonus Bebè. Soprattutto chi ha visto la sua istanza respinta, può ancora vedere di risolvere il tutto. E in questa ottica che si incastona la nuova comunicazione dell’Inps tramite il suo messaggio n° 1562 del 2022, pubblicato sul portale istituzionale della Previdenza Sociale Italiana qualche giorno fa. Un chiarimento che l’Inps ha voluto produrre per gli extracomunitari che hanno richiesto il Bonus Bebè ma che hanno ricevuto la reiezione della domanda.

Inps, ecco cosa ha detto l’Istituto sulle pratiche del Bonus Bebè respinte

Il Bonus Bebè è una misura che consentiva a chi aveva nuovi nati o nuovi adottati, di percepire un assegno mensile per il sostentamento delle spese che ogni nuovo figlio produce. Anche per i lavoratori exrtracomunitari era ammesso questo genere di Bonus. Ma occorreva la residenza in Italia ed un permesso di soggiorno di lungo periodo. Come ogni misura assistenziale infatti, anche il Bonus Bebè non era fruibile se non si risiedeva in Italia. Ed è proprio questa la motivazione per la quale l’indennità era stata respinta a parecchi richiedenti.  E l’Inps spoiega cosa devono fare queste famiglie che si sono viste rigettare una indennità per la mancanza del permesso di soggiorno di lungo periodo.

L’autotutela, così e come si sfrutta

DI fatto l’Inps sottolinea che c’è un autentico via libera all’accoglimento delle domande di Bonus Bebè da parte dei cittadini extracomunitari a cui l’Istituto aveva respinto le domande per la carenza del requisito del permesso come soggiornanti di lungo periodo. Lo spiega il sito “pensionioggi.it” che sottolinea i chiarimenti prodotti dall’Inps che parla di autotutela.

Nel messaggio n° 1562 del 2022 l’Inps non fa altro che recepire ed applicare una pronuncia degli ermellini della Suprema Corte Costituzionale. I giudici della Consulta hanno dichiarato incostituzionale la bocciatura di queste domande, dal momento che doveva trovare applicazione la legge Europea sulla parità di trattamento. Per i cittadini extracomunitari la cui domanda era stata respinta per mancanza del permesso di soggiorno di lungo periodo, si aprono gli spiragli per tornare a poter percepire il sussidio.

E si può operare in retroattività, visto che è dal 2015 che il Bonus Bebè è in vigore. Inizialmente erogato fino ai 3 anni di vita del bambino, poi si è passati a un solo anno di età. Ma è rimasta sempre una misura molto richiesta ed importante per le famiglie con prole.

Al bonus potevano accedere anche i cittadini extracomunitari ma con il vincolo prima citato del permesso di soggiorno di lungo periodo. Un vincolo che la UE e poi la Corte Costituzionale, hanno dichiarato non opportuno. Il principio della parità di trattamento deve essere rispettato. E pertanto, tutte le domande oggi sospese devono essere accettate e tutte le domande bocciate saranno riesaminate per la successiva e nuova approvazione.

Bonus bebè agli stranieri, l’Inps rivede le domande: ecco chi dovrà presentarla nuovamente

L’Inps rivede il bonus bebè (cosiddetto “Assegno di natalità“) ai cittadini di Paesi terzi non comunitari. Gli stranieri, infatti, potranno chiedere all’Inps di esaminare nuovamente le istanze rigettate per la mancanza del requisito del permesso di soggiorno di lungo periodo. Ad oggi, le domande che si trovano ancora in istruttoria all’Inps, saranno accolte e non vi sarà la necessità di presentare una nuova istanza. Purché chi ha presentato la domanda abbia:

  • il permesso unico di lavoro per un periodo eccedente i sei mesi;
  • la carta di soggiorno;
  • il permesso di soggiorno per la ricerca per un periodo superiore ai sei mesi.

I requisiti per presentare domanda del bonus bebè per i cittadini extracomunitari

È stato lo stesso Istituto di previdenza a fare chiarezza sui beneficiari del bonus bebè con il messaggio numero 1562 del 7 aprile 2022. Nella comunicazione sono fissati anche i nuovi requisiti per i cittadini extracomunitari. Infatti, in riferimento ai requisiti previsti per la concessione della prestazione dell’Assegno di natalità, si prevedeva che il richiedente avesse tra i requisiti anche quello della titolarità del permesso di soggiorno nell’Unione europea di lungo periodo. La sentenza numero 54 del 2022 della Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma relativa all’Assegno di natalità proprio nella parte nella quale si richiede ai cittadini extra Unione europea di essere titolari di permessi di soggiorno Ue di lungo periodo.

Cittadini extracomunitari, quali hanno già potuto presentare domanda del bonus bebè?

In altre parole, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma in base alla quale l’Assegno di natalità sia stato escluso ai cittadini extracomunitari ammessi in Italia per lavoro o per altre motivazioni differenti rispetto a quelle lavorative in possesso del permesso di soggiorno ma non di lungo periodo. Sono state dichiarate incostituzionali anche le successive proroghe delle norme che regolano il bonus bebè.

Bonus bebè, la sentenza della Corte costituzionale che riammette all’assegno di natalità i cittadini extraUe

In particolare, si legge nel messaggio Inps, “la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 125, della legge numero 190/2014, nella parte in cui esclude dal riconoscimento del diritto all’assegno di natalità i cittadini di Paesi terzi non comunitari che sono stati ammessi nello Stato a fini lavorativi, a norma del diritto dell’Unione o nazionale, e i cittadini dei predetti medesimi Paesi che sono stati ammessi a fini diversi dall’attività lavorativa, a norma del diritto dell’Unione o nazionale, ai quali è consentito lavorare e che sono in possesso di un permesso di soggiorno ai sensi del regolamento (CE) numero 1030/2002. La suddetta illegittimità si estende anche alle successive proroghe dell’assegno di natalità illustrate in premessa e vigenti fino al 31 dicembre 2021”.

Bonus bebè, che cos’è?

Il bonus bebè si concretizza in una prestazione assistenziale che è stata corrisposta dal 2015 al 2021. Il trattamento assistenziale è riservato nei casi di nascita e di adozione fino a quando il bambino compie tra anni di età. In alternativa entro il terzo anno dall’ingresso in famiglia.

Cosa fare per ottenere il bonus bebè?

Pertanto, alla luce della sentenza della Corte costituzionale e del messaggio operativo dell’Inps, le domande del bonus bebè che si trovano presso l’Istituto previdenziale nella fase dell’istruttoria, verranno accolte. Naturalmente devono possedere i requisiti dettati dalla sentenza della Corte costituzionale. Le istanze che sono state respinte per la mancanza del requisito del possesso di soggiorno di lungo periodo, possono essere accolte in autotutela. Ma c’è bisogno dell’istanza di riesame da parte dell’interessato. Non possono essere più accettati, invece, i rapporti esauriti in maniera definitiva, per avvenuta formazione del giudicato oppure per un altro evento.

Bonus asilo nido, bebè e assegno ponte 2021: ecco le misure ancora valide fino al 31 dicembre

Ancora oltre 5 miliardi di euro da assegnare alle imprese e ai cittadini con i contributi a fondo perduto fino alla fine del 2021. Tra le misure sono numerosi e consistenti i contributi a favore delle famiglie. Si va dal bonus asilo nido a quello bebè 2021, dall’assegno ponte per i figli minori al bonus cultura. Ma altri contributi sono previsti per gli occhiali, i pc e i tablet e anche per il risparmio idrico.

Bonus asilo nido 2021, domande fino al 31 dicembre

Si può presentare fino al 31 dicembre 2021 la domanda del bonus asilo nido. Il sostegno è a vantaggio dei genitori con figli nati o adottato a partire dal 1° gennaio 2016. Per richiedere il bonus è necessario andare sul sito dell’Inps dove è presente la procedura telematica per richiedere il contributo. Non è più richiedibile il bonus cultura per i figli che abbiano compiuto la maggiore età nel 2020, ovvero i nati nel 2002. La domanda, scaduta il 31 agosto scorso, ha visto la registrazione sul sito dedicato di 1,6 milioni di ragazzi. Il bonus va speso entro il 28 febbraio 2022.

Bonus bebè 2021, confermato per tutto il 2021

Il bonus bebè è ancora valido per tutto l’anno in corso. Si tratta di un sostegno ai genitori con figli nati o adottati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021. La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita o dall’adozione.

Assegno ponte per i figli minori, domanda entro il 31 dicembre 2021

È ancora possibile presentare la domanda per l’assegno ponte per i figli minori. Beneficiari del contributo sono i lavoratori autonomi, i disoccupati, i coltivatori diretti, i coloni e i titolari di pensione da lavoro autonomo. È necessario avere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) che non superi i 50 mila euro. La domanda deve essere presentata sul sito dell’Inps. La data di inizio dell’invio delle istanze era fissata al 1° luglio 2021 per chi l’ha presentata entro il 31 ottobre scorso l’Inps ha corrisposto anche gli arretrati a partire dal 1° luglio 2021. Per le domande successive il contributo spetta solo per il periodo corrispondente, senza gli arretrati. L’assegno ponte per i figli minori sarà sostituito a partire dal 1° gennaio 2022, dal nuovo assegno unico universale per le famiglie. Le domande potranno essere presentate da gennaio con erogazione del contributo a partire da marzo 2022.

Bonus occhiali, pc e tablet per le famiglie: ecco i contributi che si possono ancora richiedere

Il bonus per l’acquisto di occhiali non è ancora operativo. Si è in attesa del relativo decreto attuativo che non è stato mai approvato. I beneficiari sono le famiglie che abbiano un Isee non eccedente i 10 mila euro. Le famiglie con Isee che non superi i 20 mila euro potevano invece presentare domanda per la fase 1 del Piano Voucher per pc e tablet fino al 9 novembre scorso. Si tratta di un buono del valore di 500 euro per dotarsi di una connessione veloce a internet e per comprare un personal computer o un tablet. La misura ha visto attivare oltre 200 mila voucher nei 12 mesi in cui è rimasta in vigore per un totale di oltre 98 milioni di euro erogati alle famiglie. La prossima fase riguarderà le imprese con uno stanziamento di oltre 515 milioni di euro.

Bonus idrico, presentazione delle domande sulla piattaforma da gennaio 2022

Si è in attesa di un’altra misura a favore delle famiglie o persone fisiche. Si tratta del bonus del risparmio idrico per il quale il ministero per la Transizione ecologica ha già emesso il decreto attuativo. Si potrà presentare la domanda registrandosi sulla piattaforma “Bonus idrico” che sarà pronta a partire da gennaio 2022. I contributi andranno alle persone fisiche residenti in Italia, maggiorenni, che siano proprietari o titolari di un altro diritto reale o personale di godimento dell’immobile, all’interno del quale verranno svolti dei lavori rientranti nella disciplina agevolata.

Assegno unico: importi, requisiti e cosa cambia con le detrazioni

E’ stato approvato il decreto attuativo con il quale entrerà in vigore l’Assegno Unico per figli a carico e sono numerose le novità, infatti questo assegno mensile è destinato ad eliminare altri importi. Ecco cosa cambia per le famiglie.

Caratteristiche dell’Assegno Unico

L’Assegno Unico potrà essere percepito dagli aventi diritto dal 1° marzo 2022 mentre le domande potranno essere presentate da gennaio 2022. Si tratterà di un importo mensile il cui obiettivo è eliminare la frammentarietà del sistema di aiuti alle famiglie che nel tempo ha portato a un sistema complesso.

L’Assegno Unico spetta alle famiglie con figli fino al 21° anno di età, gli importi saranno calibrati in base all’età del figlio e all’ISEE. Sono inoltre previste delle maggiorazioni per famiglie numerose, per le giovani madri fino a 21 anni e nelle famiglie bi-reddito. Vediamo però con ordine tutte le novità e gli importi a cui hanno diritto i cittadini.

Importi dell’Assegno Unico

Il decreto legislativo del 18 novembre 2021 ha stabilito gli importi dell’Assegno Unico, vediamo quindi quanto prenderà una famiglia con esso. Le somme variano da un minimo di 50 euro mensili a un massimo di 175 euro per ogni figlio per i figli fino a 18 anni di età.

L’importo massimo di 175 euro al mese è previsto solo per i figli minori di età nel caso in cui la famiglia abbia un reddito ISEE inferiore a 15.000 euro. Per le altre famiglie l’importo si riduce in base all’importo del reddito ISEE. L’importo minimo di 50 euro è previsto per le famiglie che hanno un reddito pari o superiore a 40.000 euro.

Raggiunta la maggiore età si potrà beneficiare dell’Assegno Unico fino al compimento del 21° anno di età ma a condizione che il figlio segua un percorso di formazione e studio oppure che sia impegnato in un’attività lavorativa che generi un reddito inferiore agli 8.000 euro al mese. Per i ragazzi dai 18 anni ai 21 anni di età l’importo dell’assegno è di 85 euro per ISEE di 15.000 euro, scende gradualmente fino a un minimo di 25 euro mensili per ISEE pari o superiore a 40.000 euro.

Fase di transizione

Al fine di aiutare le famiglie a gestire in modo più semplice la transizione dall’ANF (Assegno Nucleo familiare) all’Assegno Unico, dal 2022 al 2025 è applicata una misura di transizione con una maggiorazione riconosciuta a favore di coloro che hanno importi ISEE fino a 25.000 euro.

Maggiorazioni per famiglie numerose e disabili

Il decreto attuativo del 18 novembre 2021 stabilisce delle maggiorazioni legate a situazioni particolari e andremo ad elencarle nel seguito. Le maggiorazioni spettano a:

  1. famiglie con più di due figli, in questo caso dal terzo figlio in poi, in base all’ISEE ci sarà un importo aggiuntivo di valore minimo di 15 euro e massimo di 85 euro;
  2. nuclei familiari con disabili: la maggiorazione sarà di 105 euro in caso di non autosufficienza, 95 euro in caso di disabilità grave e 85 per la disabilità grave, questo fino a 18 anni di vita. Dal diciottesimo anno al ventunesimo la maggiorazione per i figli disabili sarà di 50 euro mensili indipendentemente dalla gravità della disabilità.
  3. Maggiorazione per giovani madri, spetta alle donne madri prima dei 21 anni di età in questo caso la maggiorazione sarà di 20 euro mensili per ogni figlio.
  4. famiglie con due redditi, può sembrare un contro senso, ma in realtà si tratta di una misura il cui obiettivo è favorire il lavoro femminile. In questo caso la maggiorazione sarà di 30 euro per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro e si ridurrà in modo graduale fino ad azzerarsi per redditi pari o superiore a 40.000 euro. Deve però essere sottolineato che solitamente le famiglie con due redditi percepiscono importi superiori e quindi potrebbero più facilmente avere un ISEE che supera i 15.000 euro;
  5. Maggiorazione per famiglie con più di 4 figli, ci sarà un importo mensile forfettario di ulteriori 100 euro.

Soggetti che possono fare richiesta dell’Assegno Unico

Possono fare richiesta:

  • cittadini italiani o di un paese dell’Unione Europea;
  • titolari del diritto di soggiorno;
  • soggetti tenuti al pagamento delle imposte in Italia;
  • residenti e domiciliati in Italia;
  • persone residenti in Italia o che siano stati residenti in Italia per almeno due anni anche non consecutivi e che abbaino un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato che sia però almeno semestrale.

La domanda può essere presentata tramite il sito INPS a cui si accede con un’identità digitale, cioè SPID, Carta di Identità Elettronica o CNS oppure rivolgendosi a un patronato.

Agevolazioni che cesseranno dopo l’entrata in vigore dell’Assegno Unico

La scelta di optare per l’Assegno Unico è determinata dalla necessità di mettere ordine tra i vari sussidi presenti in Italia.  Ne consegue che con l’entrata in vigore di tale misura verranno meno altri aiuti. Tra questi l’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF), gli assegni familiari per i nuclei formati da almeno 3 figli, il Bonus Mamma Domani che cessa di esistere già a partire dal primo gennaio 2022. Inoltre tra i benefici che risultano aboliti c’è il Bonus Bebè.

Vengono meno anche le detrazioni per i figli a carico, con esclusione di quelle che in realtà non vengono inserite all’interno dell’Assegno Unico, ad esempio per i figli di età maggiore a 21 anni di età.

Il decreto attuativo tra le misure abolite non prevede il Bonus Asilo Nido, questo vuol dire che in teoria, a meno che non si sia trattato di una svista che sarà corretta nelle prossime settimane, tale misura resterà in vigore.

Quando si potrà avere l’Assegno Unico?

La corresponsione dell’assegno unico avverrà dal 1° marzo 2022 a partire dal mese successivo rispetto alla presentazione della domanda. Questo implica che coloro che presentano la domanda a gennaio, percepiranno il primo assegno a marzo, idem se la presentazione avviene a febbraio. Se viene presentata a marzo il primo assegno sarà percepito dal mese di aprile. Vi è però un correttivo, infatti per le domande presentate entro il 30 giugno del 2022, l’assegno sarà retroattivo e quindi si potranno riscuotere anche le somme maturate da marzo.

Prima di poter procedere alla presentazione della domanda è bene fornirsi di un ISEE in corso di validità al momento della presentazione della domanda. Chi ha in ISEE in scadenza al 31 dicembre 2021 dovrà quindi richiederne uno aggiornato. Infine, in base al decreto attuativo l’INPS ha 20 giorni di tempo per rendere note le istruzioni operative, quindi entro la prima decade di dicembre dovrebbero esservi ulteriori precisazioni.

Bonus Bebè, ecco le istruzioni

Dopo l’anticipazione sull’erogazione del Bonus Bebè, l’Inps emana un messaggio ad hoc con le informazioni relative al contributo una tantum per il sostegno di bambini nati o adottati nel 2014 da famiglie residenti a basso reddito.

Intanto viene precisato che l’importo una tantum del Bonus Bebè ammonta a 275 euro e sarà disposto sulla Carta Acquisti da Poste Italiane durante il primo bimestre 2017. Poi si specificano i destinatari del Bonus Bebè:

  • bimbi nati nel 2014, già beneficiari della Carta Acquisti Ordinaria;
  • bimbi nati nel 2014 o minori adottati nel 2014, previa richiesta di Carta Acquisti, nei casi di:

– bimbi nati nel 2014 ma non beneficiari della Carta Acquisti Ordinaria;

– bimbi adottati nel 2014, minori di 3 anni e non beneficiari della Carta Acquisti Ordinaria;

– bimbi adottati nel 2014 e di età superiore ai 3 anni al momento della richiesta.

In questi ultimi casi, l’importo una tantum del Bonus Bebè sarà concesso per le domande di Carta Acquisti Ordinaria presentate entro il 16 novembre 2016, da inoltrare presso un ufficio postale (in caso di beneficiari minori di 3 anni), come una normale Carta Acquisti o direttamente all’Inps in formato cartaceo (in caso di beneficiari adottati di età superiore ai 3 anni).

Famiglie numerose e assegno quarto figlio, i chiarimenti

Buone notizie per le famiglie numerose che puntano al bonus per i propri figli. In una recente circolare, l’Inps, ha fornito chiarimenti sul decreto del presidente del Consiglio con il quale viene previsto il riconoscimento di buoni per l’acquisto di beni e servizi ai nuclei familiari numerosi, con almeno quattro figli minori e un ISEE inferiore a 8.500 euro per il 2015.

La circolare Inps spiega che, per poter godere del beneficio, non è necessario che gli interessati appartenente a famiglie numerose presentino una domanda ad hoc: basta infatti quella presentata per la ottenere l’assegno per i tre figli minori relativo al 2015.

Per poter avviare l’iter necessario a erogare i buoni, gli uffici comunali deputati a questo servizio dovranno inserire entro e non oltre il 31 maggio 2016, nella procedura prestazioni sociali, le richieste di pagamento relative alle domande, già presentate nei termini dalle famiglie numerose per l’assegno con tre figli minori relativo l’anno 2015.

Se gli uffici comunali avessero già provveduto all’inserimento, la richiesta sarebbe già completa e nei termini.

Contributo bimbi prorogato per il 2016

Le famiglie con bambini trovano nella Legge di Stabilità 2016 la proroga del contributo bimbi destinato al pagamento dell’asilo nido e della baby sitter attraverso il sistema dei voucher Inps, introdotto in via sperimentale nel periodo 2012-2015.

Ricordiamo che l’importo del contributo bimbi è di 600 euro mensili per un massimo di sei mesi, da richiedere entro gli 11 mesi successivi al termine del congedo obbligatorio, a fronte della rinuncia all’equivalente periodo di congedo parentale.

Destinatarie del contributo bimbi sono le lavoratrici dipendenti e parasubordinate, nonché le libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps. Per queste ultime, la durata è ridotta a 3 mesi). Con un decreto ministeriale ad hoc, il bonus bimbi dovrebbe essere esteso anche ad altre categorie di lavoratrici autonome.

Le domande per ottenere il contributo bimbi possono essere presentate fino a fine 2016 o fino all’esaurimento dei fondi (20 milioni di euro) a disposizione per finanziare il bonus. Le domande possono essere presentate esclusivamente online sul sito dell’Inps, utilizzando il codice di identificazione personale.

Per richiedere il bonus è necessario un Isee valido e si ricorda che, qualora il contributo bimbi fosse utilizzato per pagare la retta dell’asilo nido, è necessario che il bambino sia già iscritto in un asilo accreditato, prima che i genitori presentino la domanda.

Bonus bebè in Gazzetta Ufficiale

Per quanto riguarda il tanto atteso e reclamizzato bonus bebè, dalle parole, forse, si è arrivati ai fatti. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 83 del 10 aprile 2015 il Dpcm 27 febbraio 2015, che stabilisce le regole e le condizioni perché le famiglie possano accedere al bonus bebè.

Secondo il dettato legislativo, il bonus bebè può essere richiesto per i figli nati o adottati tra l’1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e il suo importo annuale è pari a 960 o 1.920 euro, ossia 80 e 160 euro al mese.

Il bonus bebè viene ai nuclei familiari con un Isee pari o inferiore a 25mila euro; in particolare, per le famiglie il cui Isee non supera i 7mila euro, la cifra messa a disposizione viene raddoppiata. L’assegno è corrisposto alle famiglie dall’Inps per tre anni.

La domanda per richiedere il bonus bebè va presentata entro 90 giorni dalla nascita o dall’adozione del bimbo, una volta sola per via telematica; tocca ora all’Inps predisporre entro 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto i modelli necessari alla richiesta.

Bonus bebè, finalmente ci siamo

Ogni tanto, per fortuna, dal governo arriva qualche buona notizia per gli italiani. Nello specifico, una delle ultime è quella relativa al cosiddetto Bonus bebè. È stato infatti firmato nei giorni scorsi il decreto del presidente del Consiglio Renzi che dà il via libera al Bonus bebè introdotto dalla legge di stabilità.

Questo non significa un’applicazione immediata del decreto, dal momento che per l’erogazione del Bonus bebè sarà necessario aspettare che l’Inps recepisca il provvedimento e ne dia comunicazione con una circolare o un messaggio nei prossimi giorni.

Ricordiamo infatti che l’erogazione non è automatica ma, per ricevere il Bonus bebè, le coppie che desiderano averlo devono inoltrare richiesta all’Inps entro 90 giorni dalla nascita o dall’entrata in famiglia (in caso di adozione) del figlio. Il totale del Bonus bebè ammonta a 960 euro all’anno da erogare mensilmente (80 euro al mese).

Al Bonus bebè potranno accedere i nuovi nati o nuovi adottati nel periodo 1 gennaio 2015 – 31 dicembre 2017, la cui famiglia abbia un Isee non superiore a 25mila euro. Qualora l’Isee fosse inferiore ai 7mila euro, l’importo del Bonus bebè raddoppia a 1920 euro.

Resta ancora il nodo dei bambini nati o adottati tra l’1 gennaio 2015 e la data della firma del decreto le cui famiglie non hanno potuto fare richiesta del Bonus bebè: dal governo fanno sapere che le mensilità perdute saranno recuperate sulla base di quanto Inps e governo stesso indicheranno nei prossimi giorni.

Ritorna il bonus bebè

L’annuncio è stato dato in diretta da Matteo Renzi, quando nessuno se l’aspettava.

Da gennaio non saranno solo i lavoratori dipendenti che recepiscono meno di 1.500 euro a ricevere 80 euro in busta paga ogni mese. Oltre a loro, infatti, saranno anche le neomamme a ricevere questo contributo, per i primi tre anni di vita del figlio.

Torna, dunque, il bonus bebè, e lo fa in maniera eclatante.
Ovviamente, 80 euro mensili non cambieranno la vita delle neomamme, alle prese con le spese che un neonato comporta, a cominciare da pappe e pannolini, ma si tratta, comunque, di qualcosa che prima non c’era.

Il bonus bebè verrà recepito dalle famiglie con un reddito annuale lordo inferiore a 90mila euro, dunque un limite piuttosto elevato, che permetterà a molti nuclei familiari di goderne.

Infatti, lo stanziamento, per il 2015, dovrebbe essere pari a 500 milioni di euro, che raddoppierebbero nel 2016 e addirittura arriverebbero a triplicare nell’anno successivo.

Vera MORETTI