Bonus 300 euro Postepay: cos’è e a chi spetta?

La postepay è una delle carte prepagate più amate dagli italiani e sono sempre più numerosi a richiederla anche perché avendo il codice Iban può essere utilizzata anche per accreditare lo stipendio. Postepay inoltre mette a disposizione di frequente misure volte a incentivarne l’uso come il bonus di 300 euro, ma cos’è?

Cos’è il Bonus Postepay 300 euro?

La prima cosa da dire sul bonus Postepay è che è bene dimenticarsi l’ipotesi di trovarsi all’improvviso accreditato sulla propria Postepay un importo di 300 euro. L’iniziativa è una sorta di cashback, simile a quello che qualche tempo erogava lo Stato al fine di diffondere la cultura dei pagamenti con carta. Il bonus 300 euro di Postepay viene accreditato a fronte di pagamenti effettuati con la carta presso i negozi convenzionati. Ogni negozio ha percentuali diverse e vi sono diverse catene che hanno aderito, tra queste Esselunga che prevede la restituzione di 3 euro per ogni transazione con postepay di importo superiore a 10 euro. Viene invece riconosciuto un euro per ogni acquisto su Eni Live e per ogni rifornimento effettuato tramite app Clubq8.

Il cashback presso i tabaccai Lis cambia importo invece in base ai servizi a cui si accede.

Come trovare i negozi convenzionati per il Bonus Postepay di 300 euro?

I negozi convenzionati sono molto numerosi, per trovarli facilmente è possibile utilizzare l’App Postepay che mette a disposizione la mappa di tutti i negozi che si trovano nelle vicinanze, divisi per settori, ad esempio abbigliamento, e indica anche l’ammontare del cashback che si può ottenere. Il cashback può essere utilizzato anche per risparmiare sui regali di Natale.

Occorre ricordare che vi sono comunque dei limiti, infatti il limite giornaliero di cashback che si può ottenere è di 10 euro. L’iniziativa resta in vigore fino al 31 dicembre 2022.

Poste Italiane accredita i soldi generalmente entro 5 giorni dall’esecuzione della transazione. Questo vuol dire che sono disponibili praticamente da subito. Naturalmente il bonus di 300 euro Postepay può avere un importo inferiore nel caso in cui non si effettuino spese in modo costante.

Bonus Cashback poste italiane: nuova proroga e cosa c’è da sapere

Come funziona la nuova proroga sul cashback di poste italiane e cosa c’è da sapere in merito allo stesso bonus indetto dalle poste, lo scopriremo in maniera rapida ed esaustiva in questa nostra guida.

Bonus cashback di poste italiane: di cosa si tratta

Prima di andare a sondare la questione della proroga e altre curiosità in merito al Cashback di poste italiane, è bene sapere di cosa si tratta.

Sostanzialmente, il bonus cashback di Poste Italiane si rivolge ai titolari di una carta PostePay dando loro la possibilità di guadagnare un euro per ogni dieci di spesa effettuati. È possibile accumulare fino a 10 euro al giorno arrivando quindi a circa 300 euro al mese.

Ovviamente, si tratta di una possibilità applicabile solo per gli acquisti effettuati nei punti vendita aderenti all’iniziativa e, come specificato, per un massimo di 10 euro giornalieri.

Come funziona il cashback e come applicarlo

Per poter aderire al programma occorre necessariamente:

  • scaricare l’App Postepay;
  • associare le relative carte prepagate e di debito;
  • inquadrare con la stessa App il Codice QR esposto nei punti vendita che accettano i pagamenti con Codice Postepay;
  • inserire l’importo da pagare se richiesto ed infine autorizzare il pagamento.

È possibile conoscere i punti vendita che hanno aderito al programma, consultando la sezione “vicino a te” dell’app Postepay, scaricabile da apple store e play store.

La proroga al bonus cashback

Inizialmente fissata per la fine del mese di maggio 2022, la scadenza del bonus cashback ha invece subito una proroga.

La durata della proroga è di un mese, pertanto, sarà possibile accedere al bonus cashback di poste italiane fino al 30 giugno 2022.

Dove è possibile utilizzare il bonus cashback?

In ultimo, ma non ultimo, andiamo a vedere dove è possibile ottenere il cashback, stando stesso a quanto riporta il sito di Poste Italiane.

Molteplici sono i negozi in tutta la nazione dove è possibile usare Codice Postepay. Per potersi orientare al meglio, è utile cercare sulla propria App Postepay nella sezione «Vicino a te», i negozi ed i supermercati convenzionati nella vostra zona.

Di seguito, vediamo i punti vendita resi note dal sito di Poste Italiane, dove è possibile usare Codice Postepay:

  • Aspiag Service: presente1 con le insegne Despar, Eurospar e Interspar in Trentino – Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Una storia di legame con il territorio che dura da sessant’anni.
  • Carrefour: attivo in tutti i punti vendita Carrefour Iper Market ed Express diretti2.
  • COOP Centro Italia: in oltre 70 punti vendita a insegna Ipercoop, Coop e Incoop nelle province di Arezzo, Siena, Perugia, Terni, Rieti, L’Aquila
  • COOP.Fi: presso  i 105 punti vendita in Toscana. Fidarsi conviene.
  • Coop Lombardia: 92 punti vendita presenti sul territorio lombardo ed oltre 790 mila Soci.
  • Coop Reno: 48 supermercati ad insegna Coop nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Modena, Rovigo e Padova.
  • DOC Roma: presso 14 punti vendita a Roma e provincia per la tua spesa di qualità e convenienza.
  • Liu Jo: il marchio è stato fondato nel 1995 a Carpi, distretto italiano d’eccellenza per il tessile. La filosofia​ creativa del brand è dedicata all’esaltazione della naturale femminilità e bellezza di ogni donna, espresse attraverso ​uno stile ricco di glamour.
  • Mercatò: con oltre 100 punti vendita tra Piemonte e Liguria si distingue per la competitività e la ricerca costante della qualità in tutti i reparti, con un’attenzione particolare rivolta ai freschissimi.
  • Pam Panorama: società che opera con le insegne Pam, Panorama, Pam local e Pam City3 fa parte di Gruppo Pam, gruppo di riferimento nel mondo della grande distribuzione italiana da oltre 60 anni.
  • Pronto Taxi 6645: ha una flotta di 1.300 taxi che operano sul territorio del comune di Roma. Prenota tramite l’App InTaxi o allo  06.6645.
  • Taxi Milano 028585: grazie ad una flotta di oltre 1.500 taxi ti portiamo ovunque a Milano e in provincia. Prenota tramite l’App InTaxi, al numero 02.8585, con Whatsapp e SMS..
  • Taxi Napoli: per gli spostamenti nella città partenopea. Per prenotare un taxi chiamare 081.8888 oppure utilizza app GOXGO.
  • Taxi Samarcanda: per gli spostamenti da Roma.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito al Bonus Cashback di poste italiane 2022.

Fattura elettronica per tutti e due anni di scivolo flat tax: le misure in arrivo con la delega fiscale

Obbligo di fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettario, e scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di tetto di reddito della flat tax: sono due tra le principali novità contenute negli emendamenti alla legge fiscale. Il provvedimento contiene anche lo stop all’Irap per gli studi associati e la diminuzione dell’Irpef tagliando gli sconti fiscali e detrazioni trasformate in accrediti diretti sui conti correnti dei contribuenti (cashback fiscale). Inoltre, troverà attuazione la “mensilizzazione” progressiva dei saldi e degli acconti dei lavoratori autonomi e, principalmente, per i soggetti Isa con l’addio alla ritenuta d’acconto.

Flat tax per le partite Iva a regime forfettario, arriva lo scivolo di due anni: cosa significa?

Nel testo della legge fiscale rielaborato al ministero dell’Economia e delle Finanze entra la novità dello scivolo di due anni della flat tax. Alle partite Iva a regime forfettario che superino il tetto annuale dei compensi e dei ricavi di 65 mila euro si applicherebbe un’altra aliquota piatta, in ogni caso superiore a quella del 15%. L’aliquota non potrà essere superiore a un limite che dovrà essere specificato nel decreto legislativo.

Fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettarie

Con la legge fiscale dovrebbe arrivare anche l’obbligo di fattura elettronica esteso a tutti i soggetti, anche a quelli finora esenti. In particolare, alle partite Iva a regime forfettario che finora erano rimaste fuori dall’emissione delle fattura in modalità digitale. La novità vede le forze politiche d’accordo, compreso il ministero dell’Economia e delle Finanze, per una misura che si preannuncia come necessaria per la lotta all’evasione fiscale. Tra le misure accompagnatorie dell’obbligo della fattura elettronica, anche l’emissione degli scontrini telematici e l’utilizzo delle banche dati per la lotta all’evasione.

Legge fiscale, ecco le altre misure in arrivo

Tra le altre misure in arrivo con la legge delega, anche l’abolizione dell’Irap per gli studi associati. Il superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive avverrà in maniera progressiva e riguarderà anche le società di persone e le società di professionisti. L’abolizione dell’Irap non dovrà generare, in ogni modo, aumenti delle addizionali per i dipendenti e per i pensionati.

Cashback fiscale, il rimborso subito sui conti correnti dei contribuenti

Trova spazio nella legge fiscale anche il cashback fiscale. Si tratta del rimborso sui conti correnti dei contribuenti delle detrazioni di imposta. Condizione essenziale per il rimborso è che le relative spese dovranno essere state effettuate con modalità di pagamento tracciabili. Il rimborso avverrà in tempi celeri anche mediante l’utilizzo di applicazioni che già hanno funzionato per altre finalità, come l’App Io.

Lavoratori autonomi soggetti Isa, versamenti mensili e stop alla ritenuta

La legge fiscale apre ai versamenti mensili dei saldi e degli acconti per i lavoratori autonomi e in particolare dai soggetti Isa. Si tratterà di un sistema di “progressiva mensilizzazione”dei pagamenti con lo stop alla ritenuta d’acconto. Nulla cambia nel sistema attuale dei calcoli dei saldi e degli acconti. Il meccanismo non dovrà produrre dei costi per la finanza pubblica.

Detrazioni tramite cashback, fattura elettronica a tutti e altre novità per le partite Iva in arrivo nella legge fiscale

Detrazioni fiscali con il sistema cashback in accredito direttamente sul conto corrente sul quale arriveranno anche gli altri bonus fiscali, fattura elettronica allargata a tutti e altre misure per le partite Iva, in particolare per quelle del regime forfettario, sono in arrivo con la legge fiscale. Il provvedimento è atteso per il 28 marzo alla Camera, ma occorre far presto per arrivare a un testo concordato dalla maggioranza. E non mancano le spaccature, soprattutto per quanto riguarda le il regime fiscale agevolato delle partite Iva e la flat tax.

Cashback fiscale, che cos’è e come si possono ottenere le detrazioni e i bonus fiscali direttamente sul conto corrente

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha già dato l’ok al cashback fiscale. Si tratta di un meccanismo che prevede l’utilizzo delle applicazioni informatiche, in particolare l’App Io, mediante il quale le detrazioni mediche e gli altri bonus fiscali possano essere accreditati direttamente sul conto corrente del contribuente. Il tutto senza dover attendere la presentazione della documentazione nella dichiarazione dei redditi. Il meccanismo andrebbe dunque a semplificare i meccanismi di detrazione, senza comportare oneri aggiuntivi per i contribuenti.

Fattura elettronica, obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario: novità in arrivo dalla legge fiscale

Nella legge fiscale potrebbe arrivare l’atteso allargamento a tutti i soggetti fiscali dell’adozione della fattura elettronica. Ad oggi l’obbligo non vige per le partite Iva a regime forfettario che potrebbero essere chiamate ad adottare la trasmissione, la ricezione e la conservazione dei documenti in formato elettronico. L’estensione dell’obbligo è contenuto in un emendamento al provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva.

Legge fiscali, quali sono le novità in discussione per le partite Iva a regime forfettario e per l’abolizione dell’Irap

Peraltro, le partite Iva sono destinatarie di varie misure da approvare nella legge fiscale. Nel proseguo del confronto con il governo per arrivare a una decisione condivisa, i responsabili fiscali della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, informano che sono in discussione varie novità:

  • la conferma della flat tax e l’eliminazione di alcuni ostacoli alle partite Iva (mini flat tax) che svolgano anche un lavoro alle dipendenze o siano beneficiarie di pensioni;
  • lo scivolo del limite di flat tax per due anni, al superamento della soglia dei 65 mila euro;
  • l’estensione dell’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone;
  • la previsione di una nuova “no tax area”;
  • la rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022.

Legge fiscale, si discute di una ‘mini flat tax’ delle partite Iva: che cos’è?

Nella discussione sulla legge fiscale rientra l’istituzione di una “mini flat tax” delle partite Iva. Secondo quanto spiegato dagli esponenti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, la proposta è quella di ritornare alla versione della legge di Bilancio 2019 eliminando dei paletti che limitano l’adesione dei lavoratori dipendenti e i pensionati al regime forfettario di partita Iva. A proposito di forfettari, si tende a uscire gradualmente dal limite dei 65 mila euro di compensi e ricavi annui per l’adesione e la conferma al regime fiscale di vantaggio.

Scivolo per due anni della flat tax a 65 mila euro: che cos’è?

Tra le proposte anche quella di istituire uno scivolo per due anni per consentire, a chi sfori il limite dei 65 mila euro (e non oltre i 100 mila euro) di rimanere nel regime forfettario con una percentuale di tasse maggiorata dal 15% al 20%. La legge attuale prevede l’uscita dal regime forfettario al superamento dei 65 mila euro e la possibilità di rientro solo in presenza di un volume di ricavi e di compensi al di sotto dei 65 mila euro. Tale proposta è quella che maggiormente sta provocando malumori nella maggioranza.

Pd contrario allo scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di ricavi annui e rientra tra i forfettari

Gian Mauro Fragomeli del Pd ha cosi dichiarato: “Si sottostimano alcune valutazioni sulla flat tax per gli autonomi. Con gli scivoli si rischia di ampliare gli importi e questo provocherebbe squilibri, oltre a un aumento delle tasse per altre categorie, come quella dei pensionati. Chi supera il tetto dei 65 mila euro deve rientrare nel sistema ordinario, non si può avere una aliquota flat”.

Legge fiscali, le altre misure in arrivo: abolizione estesa dell’Irap, no tax area e rateizzazione rata di novembre 2022

Peraltro, nella legge fiscale 2022 potrebbe arrivare la riforma della no tax area. Tra le richieste dei due esponenti della Lega, vi è quella di una riforma nella quale tutti i contribuenti con redditi di lavoro alle dipendenze, autonomi occasionali e pensionati, al di sotto dei 10 mila euro, possano scegliere se avvalersi di una tassazione a zero senza obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Si tratterebbe di una semplificazione fiscale che coinvolgerebbe milioni di contribuenti. Si lavora affinché  si arrivi alla rateizzazione del secondo acconto del mese di novembre 2022. In tal caso, le rate andrebbero da gennaio a giugno del 2023. Infine, tra le novità della legge fiscale potrebbe arrivare l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone.

Pagamenti, limite di contante a 1000 euro dal 1° gennaio 2022, addio al cashback

Cambia la politica antievasione del governo a partire dal 2022. Dal prossimo 1° gennaio il limite dei pagamenti in contante scende a 1000 euro. Anche sugli incentivi relativi ai pagamenti con le carte cambiano le regole: non ci sarà più il cashback e modifiche sono in corso di studio anche per la lotteria degli scontrini.

Pagamenti con contanti: dal 1° gennaio 2022 il limite scende a 1000 euro

Dal 1° gennaio 2022 per i pagamenti in contanti la soglia sarà di 1000 euro. L’attuale limite dei 2000 euro nell’utilizzo delle banconote verrà pertanto dimezzato. La misura è contenuta nel decreto fiscale del governo nell’ambito di un progetto più ampio partito con la legge di Bilancio 2020 del secondo governo Conte. Già dal 1° luglio del 2020 infatti il limite di utilizzo dei contanti nei pagamenti era sceso da 3000 a 2000 euro.

Utilizzo carte di credito e moneta elettronica al 37% a fine 2021

Il limite dei 1000 euro nei pagamenti in contanti pareggia quello di Mario Monti nel 2011 con il decreto “Salva Italia”. In questi dieci anni il modo di pagare degli italiani è cambiato con l’utilizzo della moneta elettronica in continua ascesa (entro la fine del 2021 i pagamenti con carta saranno del 37% rispetto al 33% del 2020 e al 29% del 2019, secondo il Politecnico di Milano). Ma rimane un’ampia fascia di pagatori che utilizzano ancora il contante per le transazioni.

Con Draghi addio al cashback di Stato, non sarà rinnovato nel 2022

Sul fronte degli incentivi all’utilizzo delle carte per i pagamenti, la legge di Bilancio 2022 non confermerà il cashback di Stato. Il premio del 10% sugli acquisti (fino a 150 euro di bonus corrispondenti a una spesa di 1500 euro a semestre pagata con le carte di credito e applicazioni) era stato introdotto durante il secondo governo Conte ed è stato attuato in due periodi. Il primo, dall’8 dicembre al 31 dicembre dello scorso anno; il secondo dal 1° gennaio al 30 giugno 2021. Draghi ha sospeso il cashback di Stato a partire dal 1° luglio 2021 con l’intenzione di ripristinarlo nel 2022. Ma così non sarà, a meno di novità entro la fine di quest’anno.

Lotteria degli scontrini, la novità potrebbe essere quella delle vincite istantanee

Il governo potrebbe invece continuare a puntare sulla lotteria degli scontrini anche nel 2022. Ma con un profondo restyling e la novità dei premi istantanei. Tuttavia, per questi ultimi è necessario che i commercianti adeguino tecnicamente i propri sistemi. Attualmente anche gli esercenti ricevono incentivi per l’utilizzo della carta di credito.

Credito di imposta sugli acquisti e utilizzi nuovi Pos degli esercenti

Si tratta dell’elevazione dal 30 al 100% del credito di imposta derivante dalle commissioni pagate dai commercianti per l’utilizzo dei Pos dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022. Tuttavia la tax credit sull’acquisto dei dispositivi, o sul noleggio e utilizzo, segue un doppio binario. La discriminante è l’acquisto di un dispositivo di tipo tradizionale o Pos di tipo “smart”. Per questi ultimi modelli la tax credit scatterà solo a partire dal prossimo anno.

Cashback 2022 ci sarà? Intanto arrivano i pagamenti entro novembre

Cashback 2022 sarà rinnovato oppure no? Ancora nulla è certo, ma pare che entro novembre dovrebbero arrivare i pagamenti dalla scorsa edizione.

Cashback 2022: in attesa della decisione del governo

In questi ultimi giorni si sta trattando anche il tema del Cashback 2022. Reintrodurlo oppure no, o magari apportare delle modifiche rispetto a quello già sperimentato. Tuttavia sembra che  non ci siano tutti i fondi disponibili come lo scorso anno. Pertanto il rischio è proprio quello che la misura non trovi attuazione nella prossima Manovra del Governo.

E come sempre c’è chi si schiera a favore e chi è contro. Qualcuno azzarda anche la possibilità di introdurre una soglia di reddito per poter partecipare. Tra i sostenitori del Cashback c’è chi lo aveva introdotto e cioè l’ex premier Giuseppe Conte, che vede nel cashback la misura utile per incrementare i pagamenti tracciabili e diminuire l’evasione fiscale.

Cashback: in arrivo i pagamenti del super bonus

In attesa delle indicazioni per il prossimo anno, entro fine novembre dovrebbero arrivare i pagamenti del super bonus. Il decreto-legge numero 99 del 30 giugno 2021 ha previsto lo slittamento della data di accredito del super bonus cashback, il quale sarà erogato solamente entro il 30 novembre 2021. Si ricorda che tali somme non devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi.

Lo slittamento è stato voluto dal Governo per un motivo semplice. Si è potuto dare a tutti i partecipanti al programma di presentare ricorso per dimostrare di aver effettuato delle transazioni elettroniche che però non erano state conteggiata dall’app IO. Inoltre il ricorso doveva essere presentato entro 120 giorni dal cittadino stesso. Ed effettivamente molte transazioni sono state considerate valide, mentre altre annullate d’ufficio.

Quanto spetta ai vincitori?

Le somme dovrebbero essere accreditate direttamente sui conti correnti dei vincitori. Dunque saranno accreditati 1.500 euro del super bonus. Se non ci sono altri cambiamenti le somme dovrebbero arrivare prima della fine del mese di novembre. Infine non sono previste né ritenute d’acconto né altro tipo di ritenuta sulla somma vinta.

Questo perché il cashback non rientra in nessuna delle categorie reddituali previste dall’articolo 6 del Testo unico delle imposte sui redditi approvato con d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, ovvero il TUIR, la somma non può essere tassata.

 

I furbetti del Cashback: una nuova misura per limitarli e cancellarli dal programma

Un antico proverbio latino recita “Facta lex inventa fraus“. Tradotto in lingua italiana “Fatta la legge, trovato l’inganno“. Esistono sempre le persone che si cimentano nel trovare il giusto espediente per aggirare una legge e trarne profitto in qualche modo.

A questo proposito, in questo articolo ci occuperemo dei furbetti del cashback e della stretta contro di loro che, il Ministero dell’Economia e PagoPa stanno mettendo a punto attraverso nuove misure di controllo. Gli autori di truffe e raggiri smascherati ai danni del sistema saranno puniti, con il rischio di venire esclusi definitivamente dalla possibilità di accedere ai rimborsi previsti.

Ma chi sono i furbetti del cashback?

I furbetti del cashback, in questo caso non sono soggetti che agiscono illegalmente. Semplicemente, adottano la strategia di frazionare i pagamenti anche in piccolissimi importi, al fine di raggiungere il limite minimo di transazioni che consente di accedere al bonus del 10%. Tuttavia, PagoPa e il Ministero dell’Economia considerano una sorta di abuso questo comportamento, per questo motivo si va incontro a un cambiamento del decreto attuativo, vietando questa pratica che, non sembra comunque essere molto diffusa.

Coloro che violeranno la futura misura, rischieranno di essere estromessi dal programma cashback, perdendo la possibilità di accedere ai rimborsi. Si potrebbe ricorrere ad alcuni blocchi sull’App Io, per esempio, accettando solo una micro-transazione, ma per stabilire cosa sia considerata tale, sarà necessario quantificarne l’importo.

Il programma cashback

Le norme del piano “cashback“, termine inglese la cui traduzione letterale è “soldi indietro“, sono entrate in vigore in Italia dal 1° gennaio 2021. Il provvedimento si pone l’obiettivo di limitare la circolazione dei contanti, evitare il nero (pagamenti senza rilascio di ricevuta) per contrastare l’evasione fiscale, incentivando i consumatori a utilizzare gli strumenti di pagamento elettronici, riconoscendo loro, un rimborso sui relativi acquisti effettuati.

Il bonus cashback è pari al 10% dell’ammontare delle transazioni effettuate, a condizione che il numero di esse non sia inferiore a 50 per ogni semestre. Il tetto massimo per il rimborso è fissato a 150 euro, ovvero il 10% di 1.500 euro. Sono stati indicati tre periodi per i rimborsi: dal 1° gennaio al 30 giugno 2021; dal 1° luglio al 31 dicembre 2021; dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2022.

E’ bene ricordare, che esiste anche un supercashback, ovvero un rimborso pari a 1.500 euro, a cui concorreranno i primi 100mila registrati al piano cashback che abbiano compiuto almeno 50 transazioni nel semestre. Il limite minimo di pagamenti elettronici effettuati è stato introdotto per incentivarne il numero e non la consistenza del pagamento. Entro 60 giorni dalla fine di ogni semestre verrà erogato il rimborso del cashback e del supercashback.

Cashback: sono conteggiati gli acquisti online?

Nel piano cashback non sono inclusi gli acquisti online, in quanto non è possibile pagare in nero, tutti gli acquisti sui siti e-commerce sono tracciati. Tuttavia, acquistando una gift card al supermercato da utilizzare per gli acquisti presso una catena, come Amazon per esempio, o una carta prepagata usa e getta comprata nei negozi fisici con pos e abbinata a un circuito di pagamento, allora si ha diritto al cashback.

Addirittura, in questo è possibile ricevere il bonus cashback due volte, quindi ottenere il 20% del rimborso sugli acquisti. Infatti, il primo bonus si ottiene acquistando la carta prepagata tramite pagamento elettronico, il secondo per le transazioni effettuate tramite la carta stessa.

Aderire al cashback

L’adesione al piano caskback deve essere effettuata tramite iscrizione a IO.it, l’app di PagoPa, con lo SPID o con la CIE. Oppure si può partecipare al programma, senza bisogno di utilizzare il Sistema pubblico di Identità Digitale o la Carta d’Identità Elettronica, tramite i sistemi disponibili presso banche e istituti di pagamento convenzionati con PagoPa (Satispay, App Bancoposta, App Postepay, App Sella, Enel X Pay, Hype, Nexi Pay, Yap, Flowe, Unicredit).

Nel corso della registrazione, dovrà essere inserito il proprio codice fiscale e l’utente dovrà indicare gli strumenti di pagamento elettronici di cui intende usufruire, oltre le coordinate bancarie (IBAN) sui ricevere l’erogazione del bonus cashback. Per non incorrere in errori è necessario fare attenzione ad attivare le carte registrate sulla app IO per aderire al cashback.

parliamo dei furbetti del cashbackIn questo articolo parliamo di cashback,

Cashback: il rimborso va inserito nella dichiarazione dei redditi?

Quando si parla di cashback, quindi di ottenere un rimborso su una quota spesa, si genera sempre interesse presso il consumatore. Ma, al contempo, non si esclude di generare confusione o comunque dei dubbi. Ad esempio, il rimborso ottenuto dal cashback andrà inserito nella dichiarazione dei redditi? Scopriamolo assieme.

Il cashback va dichiarato?

La modalità di cashback è stata inserita nella legge di bilancio 2020 ed è stata resa, tramite decreto, nello scorso novembre dello stesso 2020, al fine di favorire l’utilizzo di carte e di app, riducendo l’uso di denaro contante. In linea di massima, potremmo dire che il cashback non va inserito nella dichiarazione dei redditi.

E’ lo stesso comma 288 della legge di bilancio 2021 a renderlo chiaro e definito, recitando testuali parole: “i rimborsi attribuiti non concorrono a formare il reddito del percipiente per l’intero ammontare corrisposto nel periodo d’imposta e non sono assoggettati ad alcun prelievo erariale.

Chi partecipa, quindi, al programma Cashback lanciato dal governo non deve inserire i rimborsi nella dichiarazione dei redditi.

Cashback che può fare reddito

Ma la parola cashback viene usata indistintamente anche per altri rimborsi o scontistiche e proprio in questo caso è da fare una distinzione sull’eventuale inserimento nella dichiarazione dei redditi.

Ci sono due modalità di stabilire il rimborso di un acquisto, previa cashback. Ovvero il cashback come sconto indiretto e quello come prestazione lavorativa.

Nel caso dello sconto indiretto, il commerciante non farà altro che effettuare un rimborso, postumo di qualche giorno o di qualche mese, su una merce acquistata, come se stesse applicando uno sconto sul prodotto, ma non in maniera diretta. Quindi, non immediatamente alla cassa, al momento dell’acquisto.

Nel secondo caso, invece, il cashback (quindi il rimborso sul prodotto) ci viene riconosciuto come “prestazione occasionale“, come una sorta di commissione, di affiliazione sulla vendita del prodotto e quindi, in tal senso come una attività di vendita, di mediazione, quindi lavorativa. In tal caso, quel tipo di cashback sarà inseribile nella dichiarazione dei redditi.

Ovviamente, il sito che genera il cashback dovrà produrre i documenti fiscali relativi al pagamento, che andremo ad incassare come privato, con codice fiscale o come libero professionista con partita IVA. Ed in tal caso, dovremmo emettere relativa fattura.

Ulteriormente, dovremo tener conto anche della No Tax aerea per stabilire come fare reddito, con o senza cashback. Ovvero quella soglia di reddito all’interno della quale l’imposta (Irpef) dovuta sarà pari a zero. Naturalmente, una soglia che andrà a variare in base al tipo di contribuente cui si appartiene e in base al proprio nucleo famigliare, come ben si sa. Per cui, un utente che nello stesso anno in cui riceve il cashback avrà dichiarato un reddito pari o inferiore alla soglia della No Tax, non vi sarà gravato alcun esborso di tassa sul cashback ricevuto.