Information Technology in Italia: crescita del 2,2%

L’Information Technology stenta a decollare in Italia. E’ quanto emerge dalla ricerca annuale “Assintel Report”, condotta da Nextvalue per conto di Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT di Confcommercio-Imprese per l’Italia.
La ricerca ha evidenziato come l’Italia si collochi agli ultimi posti nella media europea di crescita del mercato dei Software e dei servizi IT: un misero +2,2% per il 2011, soprattutto grazie alla spinta del 2010, rispetto ad una media europea di +2,9%.

Ma quali sono i settori in calo e quelli in crescita secondo il rapporto Assintel? Cresce il mercato dei Cloud Computing e dei Tablet, con un + 141%, mentre è in caduta libera il settore dei server di fascia bassa, notebook e netbook, con un -48%. Segnali positivi arrivano dal mercato del Software passando dal +2,7% del 2010 all’attuale +3,6% , con un volume di 4.273 milioni di euro, come pure i Servizi IT, con un +2,4%, per un valore di 9.238 milioni di euro.
Il fenomeno emergente del Cloud continua la sua corsa con ritmi accelerati (+40,4%), andando ad impattare sia come servizio IT, sia come vero e proprio sostituto di hardware, in special modo server.

Siamo alla resa dei conti rispetto ad un sistema che ormai da anni non è capace di implementare politiche che sostengano la crescita e l’Innovazione” ha commentato Giorgio Rapari, Presidente di Assintel. I segnali della crescita non si vedono, nonostante le fiduciose aspettative che dominavano il clima del primo semestre del 2011, e la causa è imputabile, secondo Rapari alla politica “che non fa nulla di strategico per l’innovazione”. Quali allora le prospettive per il futuro? “La cosa migliore in questo momento è rimboccarsi le maniche e lavorare – continua Rapari – Abbiamo le capacità necessarie per elaborare un’Agenda Digitale fatta dalle imprese per le imprese, quello che ci occorre è innovare con coraggio al nostro interno ed entrare in un’ottica di rete, di cui l’associazione può essere il catalizzatore“.

Alessia Casiraghi

Il cloud computing fa volare le aziende

Il cloud computing fa bene alle Pmi e le fa volare alto. Questo è quanto emerge dall’indagine “Cloud adoption, benefits and strategy” condotta da IDG per NetApp, secondo la quale sempre più aziende scelgono il cloud computing per aumentare il proprio business.

Il sondaggio ha coinvolto 113 membri del CIO Forum su Linkedin e ha mostrato una forte crescita di interesse per il cloud all’interno di aziende grandi e piccole. I vantaggi che ne derivano sono maggiore flessibilità, riduzione dei costi, rapido provisioning di nuovi servizi e applicazioni.

L’86% degli intervistati ha sostenuto di essere in fase di implementazione o sviluppo di progetti di cloud computing e il 37% del campione ha dichiarato di aver dato molta importanza alle strategie cloud a livello aziendale, anziché a livello di business unit o dipartimento.

Secondo quanto riporta lo studio, le aziende sarebbero molto interessate a un “approccio concreto e meditato al cloud computing che comprenda modelli di cloud privato e pubblico in base alle necessità delle applicazioni e il supporto di partner competenti. È ormai evidente infatti che un’infrastruttura cloud mal progettata non può avere successo nel lungo termine”. Con il risultato che “una strategia cloud efficace permette di ridurre i costi, migliorare la flessibilità del business e assicurare una veloce risposta alle esigenze del business. Ma per ottenere risultati significativi è essenziale adottare un approccio olistico e globale, in grado di sfruttare al meglio le competenze sia dal lato IT sia dal lato business dell’azienda”.

Se i manager preferiscono l’SSD

Dispositivi per lo storage sempre più capienti, cloud computing e Business Analytics. Le grandi e piccole aziende preferiscono l‘SSD, ovvero i Solid State Drive, strumenti di storage allo stato solido.

Una ricerca condotta per IBM da Zogby International su 250 responsabili informatici statunitensi, ha rilevato come il 57% degli intervistati senta la necessità di dispositivi per lo storage sempre più capienti, sicuri e a buon mercato, anche in previsione di una crescita futura.

Il 43% dei decision maker informatici dichiara di adottare già la tecnologia SSD per un accesso maggiormente veloce ai dati (75%); chi ancora non la utilizza indica invece come motivazione principale la necessaria diminuzione dei costi (71%) per sposare la tecnologia SSD con le esigenze di bilancio.

Le PMI si muovono quindi verso soluzioni che superano le memorie flash e gli hard disk tradizionali: il 48% degli intervistati prevede un aumento degli investimenti nell’area della virtualizzazione, con soluzioni che vanno dal cloud (26%), alla memoria flash/stato solido (24%) all’analytics (22 %).

L’impegno di IBM va quindi nella direzione di offrire alle aziende tecnologie di storage sempre più evolute in termini di capienza e velocità di accesso ai dati, a costi possibilmente contenuti. Ad esempio con l’introduzione sul mercato delle memorie Racetrack, che coniugano prestazioni elevate e affidabilità della memoria flash a basso costo all’elevata capacità degli hard-disk drive.

La tecnologia Easy Tier di IBM si incarica invece di spostare dinamicamente i dati più “attivi”, come le transazioni delle carte di credito, su SSD più veloci mentre le informazioni con minori esigenze di prestazione vengono convogliate su tecnologie di storage più obsolte ma meno costose.

Alessia Casiraghi

Finanziamento miliardario per le PMI

IBM sta per erogare finanziamenti per 1 miliardo di dollari, da distribuire nei prossimi 18 mesi, diretti alle piccole e medie imprese, in modo da permettere loro di sfruttare soluzioni avanzate nelle aree business analytics e cloud computing.

Al fine di stimolare l’innovazione e portare ad una crescita economica, l’iniziativa avverrà attraverso la IBM Global Finacing e cercherà di supplire al problema che spesso “frena” l’ascesa delle PMI: la mancanza di fondi per investimenti.

La ripresa economica, invece, dipende anche e soprattutto dal benessere delle PMI ed è stato questo il motore che ha condotto IBM verso questa drastica decisione. Le piccole e medie imprese, infatti, rappresentano circa il 65% del PIL globale ed occupano il 90% della forza lavoro mondiale.

Per salvaguardare, dunque, questo “patrimonio”, IBM Global Financing offre soluzioni di leasing e fino a 12 mesi a tasso zero, per consentire di acquisire immediatamente la tecnologia e i servizi necessari per avviare la trasformazione del business, con una più efficace gestione del proprio flusso di cassa. Queste soluzioni finanziarie saranno rese disponibili alle imprese tramite i Business Partner IBM, che possono beneficiare di tool per la gestione online delle offerte finanziarie, generare proposte di prezzi e ottenere rapide approvazioni alle richieste di credito in meno di un minuto.

E non è finita qui: IBM presenta anche una serie completa di nuove soluzioni, con sistemi ottimizzati per il carico di lavoro che combinano offerte hardware, software e di servizi nelle aree cloud computing, business analytics, collaboration e sicurezza, tutte pensate facendo riferimento alle esigenze delle PMI.

Per fare un esempio concreto, le nuove offerte comprendono le soluzioni avanzate delle società recentemente acquisite da IBM come Cast Iron, BigFix, SPSS, Netezza e Cognos.

Un’altra importante area che non è stata tralasciata è la business analytics, che permette alle PMI di superare la sfida dei “Big Data”, estrarre elementi di conoscenza, individuare i trend, prendere decisioni di business migliori e identificare nuove opportunità di mercato.

Oltre a ciò, gli imprenditori avranno anche accesso gratuito a tecnologie avanzate, esperti di business e formazione a disposizione grazie al Global Entrepreneur Program e alla rete di 40 Innovation Center globali.

Vera Moretti

Collabor@ nuovo servizio cloud per le Pmi di Telecom Italia

Telecom Italia, in tendenza con gli altri operatori di telecomunicazioni, si sta concentrando nella fornitura di nuovi servizi definiti cloud, ovvero basati sulla fruizione online. L’ultimo arrivato si chiama Collabor@ e prevede di incentivare le imprese attraverso la fornitura di servizi di videoconferenza pensata ad hoc per le riunioni a distanza. L’offerta rientra in Impresa Semplice, brand con cui l’ex monopolista firma i prodotti dedicati alle piccole e medie imprese. La vera novità del servizio sta nella sua convergenza: permette infatti di essere usufruito per via telematica, tramite smartphone e telefono fisso.

Il funzionamento è semplice, basta registrarsi al servizio per avere subito accesso ad una piattaforma che permette di invitare colleghi a riunioni in videoconferenza, utilizzando anche le rubriche già utilizzate con altri servizi o software come Skype, Windows Messenger, Lotus Sametime, Yahoo Messenger, Google Talk. L’integrazione è possibile anche con Outlook, attraverso l’installazione di plugin è infatti possibile creare un bottone per l’invio di inviti.

Vantaggi per le imprese derivano dal risparmio in fase organizzativa e alleggerimento delle attività di segreteria oltre che azzeramento dei costi per le trasferte. Attraverso Collabor@ è inoltre possibile condividere documenti e video in tempo reale, condividere lo schermo del pc (utile ad esempio per i corsi di formazione ai dipendenti), chattare, veicolare sondaggi per raccogliere feedback elaborati in tempo reale.

Il costo dell’offerta è di 40 € al mese, ma al momento è prevista una valutazione gratuita della durata di 4 mesi. Per maggiori informazioni si rimanda al sito dedicato.

Mirko Zago