Commercialisti, quali contributi spettano a supporto dell’attività professionale?

La Cassa Dottori Commerciali (Cndcec) mette a disposizione dei liberi professionisti iscritti quattro tipologie di contributi a sostegno dell’attività professionale. A sostegno dei commercialisti, infatti, la Cassa ha aperto nuovi bandi per l’aggregazione, per l’acquisto di beni strumentali all’attività, per la formazione e per usufruire di finanziamenti agevolati.

Commercialisti, quali sono i bandi a sostegno di liberi professionisti?

A sostegno dei commercialisti, la Cassa ha aperto quattro bandi per:

  • il supporto all’attività professionali nelle fasi aggregative;
  • la sottoscrizione di finanziamenti a sostegno dell’attività professionale;
  • l’acquisto o il leasing finanziario di beni e servizi connessi allo svolgimento dell’attività professionale;
  • la formazione e l’acquisizione di nuove competenze.

Commercialisti, bando per il supporto all’attività professionale e l’aggregazione tra professionisti

A supporto dell’attività professionale e dell’aggregazione, i commercialisti hanno la possibilità di partecipare al bando del valore di 500 mila euro per l’erogazione di contributi assistenziali. L’obiettivo è quello di favorire durante l’anno le aggregazioni tra i professionisti. Nel dettaglio, il bando finanzia le aggregazioni nelle formule di studi associati o di società tra professionisti (Stp). Ammessi ai finanziamenti sono i Dottori commercialisti iscritti alla Cassa al 31 dicembre 2022 che non siano titolari di pensione diretta (rientrano tra i beneficiari i percettori di pensione di invalidità).

Quanto spetta ai commercialisti come contributo per l’aggregazione e come presentare domanda

Il contributo spettante ai commercialisti per le formule di aggregazioni di studi associati e di società tra professionisti (Stp) sono pari a 2.500 euro per ciascun singolo richiedente. Se il totale dei contributi dello studio associato supera i 10 mila euro, il sostegno viene proporzionalmente ridotto. Nel caso di raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp), il contributo è pari a 1.000 euro con un limite massimo fissato a 5 mila euro. La domanda deve essere presentata attraverso il “Servizio online Csp“. L’apertura delle domande è previsto a partire dal 1° dicembre 2022 con termine ultimo fissato al 15 marzo 2023.

Bando per ottenere contributi a fondo perduto per finanziamenti a sostegno dell’attività di commercialista: cosa si può acquistare?

Il secondo bando, per 500 mila euro, prevede contributi a fondo perduto sui finanziamenti stipulati per gli acquisti connessi all’attività professionale dei commercialisti. Si tratta di supporti per la sottoscrizione di finanziamenti dal 1° dicembre a 31 dicembre 2022. Gli acquisti devono essere strettamente connessi all’attività professionale. Pertanto, non sono finanziabili:

  • gli acquisti di beni immobili o di beni non strettamente connessi allo svolgimento dell’attività professionale;
  • l’acquisto di mezzi di trasporto;
  • i finanziamenti i cui importi siano inferiori a 10 mila euro o di durata inferiore a 12 mesi;
  • la stipulazione di finanziamenti ottenuti prima del 1° dicembre 2022.

Ecco i requisiti per la richiesta di finanziamenti della Cassa commercialisti

I requisiti previsti dal bando per i finanziamenti ai commercialisti prevedono l’iscrizione alla Cndcec alla data del 31 dicembre 2022. Non sono previsti finanziamenti ai titolari di pensione diretta. La Cassa partecipa con un contributo di 500 euro per un finanziamento minimo di 10 mila euro. Per finanziamenti eccedenti i 10 mila euro, il contributo viene aumentato dell’1% della quota finanziata. Il limite massimo del finanziamento è pari a 30 mila euro. Si può presentare domanda a decorrere dal 1° febbraio 2023 fino al 2 maggio 2023 utilizzando il “Servizio online Csp”.

Bando Cassa commercialisti per acquistare o prendere in leasing beni e servizi connessi all’attività

Il terzo bando, di complessivi 1,5 milioni di euro, è messo a disposizione dalla Cndcec per acquistare o prendere in leasing beni e servizi connessi all’attività dei commercialisti. I contributi per gli iscritti alla data del 31 dicembre 2022, anche in forma associata, prevedono i seguenti acquisti:

  • hardware, con esclusione dei cellulari;
  • abbonamenti e licenze di software connessi all’attività, compresi quelli per conservare, gestire e proteggere i dati;
  • i mobili da ufficio.

Oltre all’iscrizione, tra i requisiti è necessario godere dell’agevolazione contributiva prevista dai commi 5 e 6, dell’articolo 8, del Regolamento unitario.

Contributi a fondo perduto ai commercialisti per gli acquisti di beni e servizi: quanto spetta?

Il contributo a fondo perduto massimo ottenibile è pari al 50% delle spese ammissibili sostenute durante l’anno 2022. Nel caso di studi associati e società tra professionisti (Stp), il contributo è del 50% per ciascun singolo richiedente. Il limite massimo è pari a 5 mila euro per ciascun singolo richiedente. La domanda può essere presentata dal 1° dicembre 2022 al 15 marzo 2023 tramite il “Servizio online Csp”.

Bando commercialisti per le nuove competenze: di cosa si tratta?

Il quarto bando aperto dalla Cassa commercialisti riguarda l’acquisizione di nuove competenze e la formazione. La Cndcec mette a disposizione complessivamente 3 milioni di euro. L’erogazione dei contributi per gli iscritti alla Cassa commercialisti alla data del 31 dicembre 2022 prevede la frequenza di attività formative e di corsi idonei per il riconoscimento dei crediti formativi professionali del 2022. Il costo di ciascun corso deve essere di importo non inferiore ai 200 euro, al netto dell’Iva.

Chi può richiedere i contributi a fondo perduto dei commercialisti per la formazione e le nuove competenze?

La richiesta dei contributi a fondo perduto erogati dalla Cassa commercialisti può essere effettuata dai professionisti riconosciuti dall’Ordine territoriale dei crediti formativi per attività svolte con il versamento del contributo. Gli incentivi della Cndcec ammontano al 50% della spesa per l’attività formativa, al netto dell’Iva. Il contributo aumenta al 100% per i professionisti che, al 30 dicembre 2022, non abbiano ancora compiuto i 35 anni di età. Il limite massimo del contributo non può superare i 1.000 euro per ciascun richiedente. Per la presentazione della domanda è necessario utilizzare il “Servizio online Csp” a partire dal 16 gennaio 2023 fino al 30 settembre 2023.

A Montesilvano il Congresso Nazionale dei commercialisti

Il 22 e 23 settembre, presso il Pala Dean Martin di Montesilvano, si svolgerà il Convegno nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che quest’anno avrà come tema “Impresa ed economia criminale. Il ruolo centrale del commercialista”.

I lavori saranno aperti venerdì 22 alle 15.30 con i saluti del presidente del Cndcec Massimo Miani, del presidente Odcec di Pescara Giancarlo Grossi, del sindaco di Montesilvano Francesco Maragno, del presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, del presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi.

Dopo l’apertura, la parola verrà data a Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, che avvierà la tavola rotonda “La legalità come modello sociale. Il ruolo del commercialista” moderata dal segretario del Cndcec, Achille Coppola, a cui parteciperanno: il procuratore generale Antimafia Franco Roberti, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il professore associato della Scuola di giurisprudenza “Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna Stefania Pellegrini, il senatore Enrico Buemi della 2a commissione Giustizia, il professore associato dell’Università di Urbino “Carlo Bo” Andrea Maria Azzaro, Francesco Curcio della Direzione nazionale antimafia, il giudice sezione GIP sezione del Tribunale di Napoli Livia De Gennaro, il procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto, il sottosegretario al ministero della Giustizia Federica Chiavaroli, il presidente di sezione della Corte di cassazione Antonio Didone e il consigliere Cndcec delegato alle Funzioni giudiziarie Valeria Giancola.

La seconda giornata inizierà alle 9.30 con la tavola rotonda “La finanza e la continuità aziendale nelle aziende sottoposte a sequestro” moderata dal consigliere Cndcec Raffaele Marcello. Al confronto parteciperanno il responsabile Politiche fiscali di Confindustria Francesca Mariotti, il consigliere della Corte di cassazione Fabrizio Di Marzio, il direttore centrale ABI Laura Zaccaria, il vicepresidente di Libera Davide Pati, il commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, il colonnello del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di finanza Gerardo Mastrodomenico, il direttore generale ABI Giovanni Sabatini, il sostituto procuratore sezione penale del Tribunale di Pescara Anna Rita Mantini, il direttore dell’ANBSC Ennio Mario Sodano, il consigliere nazionale dei commercialisti delegato alle Funzioni giudiziarie Giuseppe Tedesco.

Vera MORETTI

Un questionario per controllare dominus e commercialisti tirocinanti

Il Consiglio nazionale dei Commercialisti ha annunciato, tramite la Nota informativa 14/2017 inviata agli Ordini territoriali della categoria, una novità importante che riguarderà in particolare i tirocinanti, ai quali verrà sottoposto un questionario che servirà a rafforzare i controlli sulle attività da loro svolte, che servirà per “verificare con maggiore puntualità il rispetto delle norme deontologiche da parte del dominus”.

Nella Nota si legge: “Nell’ambito dei controlli che il Consiglio dell’Ordine è chiamato ad effettuare il colloquio periodico anche a campione con il tirocinante – pur rappresentando, accanto alla verifica semestrale del libretto del tirocinio – solo una delle modalità attraverso la quale la vigilanza può essere effettuata, appare indubbiamente lo strumento di controllo più efficace”.
Questo significa che il colloquio “non solo permette di accertare in concreto la veridicità delle indicazioni obbligatorie nel libretto ai fini della verifica dell’attività svolta dal tirocinante, ma può essere anche occasione per verificare il rispetto delle norme del Codice deontologico da parte sia dei tirocinanti, ai quali le norme deontologiche si applicano in quanto compatibili, sia dei professionisti che svolgono la funzione di dominus. Il Codice deontologico prevede una serie di doveri ben precisi finalizzati a rendere effettive le potenzialità offerte dall’esperienza di praticantato, in particolare con gli articoli 35 e 37”.

Il questionario prevede anche l’acquisizione di informazioni relative ai comportamenti tenuti dal dominus, sia per ciò che riguarda l’aspetto organizzativo del tirocinio, sia per quel che riguarda il suo trattamento economico.
Si tratta di sette domande, le cui risposte serviranno per capire se i tirocinanti sono ammessi quale uditori alla trattazione delle pratiche con i clienti e con i terzi, se hanno il permesso di svolgere, contestualmente al tirocinio, gli studi universitari specialistici o magistrali conformemente alle indicazioni fornite dal Consiglio Nazionale, se vengono affidati loro solo compiti meramente esecutivi, se è consentito di partecipare a convegni e corsi di formazione professionale, se hanno ricevuto copia del codice deontologico, se è stato loro riservato un idoneo ambiente di lavoro e, infine, se viene riconosciuto un compenso o un rimborso spese.

Nel caso in cui emergessero profili di non conformità alle regole deontologiche, verranno fatti accertamenti tramite riscontro con il dominus, e se la situazione di criticità dovesse permanere anche dopo questo controllo incrociato, il Consiglio dell’Ordine dovrà trasmettere la segnalazione al Consiglio di Disciplina, il quale potrà valutare i comportamenti del dominus anche alla luce del Codice delle sanzioni, le cui norme sono entrate in vigore lo scorso 1° gennaio.

I consiglieri nazionali Giorgio Luchetta e Sandro Santi, delegati alla Deontologia e al Tirocinio, hanno spiegato: “Il rafforzamento dei controlli sulle modalità di svolgimento del tirocinio e sul rispetto da parte del dominus delle norme deontologiche nasce dalla volontà del Consiglio nazionale di verificare la puntuale applicazione del codice deontologico e di quello delle sanzioni, ma anche dalla necessità, da noi fortemente avvertita, di tutelare sempre più i giovani, futuri colleghi, che vanno messi nelle condizioni migliori per conoscere i loro doveri e i loro diritti. Tanto più in una fase in cui proprio presso le nuove generazioni la nostra professione mostra chiari segni di perdita di appeal”.

Vera MORETTI

I commercialisti e i Panama Papers

I commercialisti italiani sono intervenuti nei giorni scorsi sul caso Panama Papers, condannando duramente gli evasori, o presunti tali, i cui nomi sono usciti dalle carte dello studio Mossack Fonseca e ricordando, invece, l’opportunità della voluntary disclosure.

Chi si è affidato a cinici consiglieri fraudolenti e, non avvalendosi della voluntary discolsure, ha spostato le proprie disponibilità da Ginevra a Panama è sciocco e volgare – ha infatti dichiarato il presidente dei commercialisti, Gerardo Longobardi, nel corso di un convegno sulla lotta all’evasione -. Dovrebbe essere consapevole che dal 30 settembre 2015 per schivare il reato di autoriciclaggio potrà sì utilizzare le disponibilità economiche non oggetto di voluntary a Panama, ma solo per pagarsi le vacanze in quello Stato caraibico, o per metterle dentro un pouf, seguendo un noto esempio di cronaca degli Anni ’90”.

La voluntary disclosure approvata dal Parlamento italiano e terminata nel dicembre dello scorso anno – ha proseguito il presidente dei commercialistiè stata l’ultima spiaggia per chi deteneva disponibilità finanziarie all’estero, e mal gliene incolse a chi non ha aderito, restando insensibile ai molti appelli che anche la nostra categoria ha lanciato nei mesi scorsi”.

Longobardi ha ricordato poi come “da qualche anno a questa parte la sensibilità internazionale ha cambiato atteggiamento verso l’occultamento di ricchezze nei paradisi fiscali. Questi ultimi sono divenuti di fatto una nuova categoria di Stati canaglia”.

Secondo il presidente dei commercialistiper evitare il ripetersi a livello nazionale e internazionale di fenomeni di occultamento di ricchezze non dichiarate, è evidente che, nell’immediato occorre proseguire e, semmai, rafforzare il percorso intrapreso già da qualche anno dall’Ocse circa gli standard sullo scambio automatico di informazioni tra Stati. A ciò va aggiunta un’azione incisiva sulla transparency bancaria, ossia sulle regole che impongono alle banche di verificare la trasparenza della titolarità e della provenienza dei fondi da loro gestiti”.

Questa maggiore trasparenza – ha proseguito Longobardisi tramuterebbe in una maggiore tutela del risparmio nonché dell’economia ‘pulita’. In tal modo si genererebbero dei circuiti finanziari trasparenti (di serie A) contrapposti ai residuali circuiti finanziari non trasparenti (di serie B), in cui potrebbero rafforzarsi le misure speciali di contrasto all’economia illecita”.

L’obiettivo a cui tendere, ha concluso il presidente dei commercialisti italiani, è “un sistema di piena libertà economica a condizione di una totale trasparenza, che premi i comportamenti fully compliant, vale a dire i comportamenti rispettosi delle regole”.

I commercialisti sul Patent box

I commercialisti italiani accolgono con soddisfazione l’introduzione, in Italia, del regime di Patent box, come ha sottolineato il presidente nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, durante il convegno “Patent box: confronto con l’Agenzia delle Entrate”, tenutosi nei giorni scorsi a Milano.

Il regime di Patent box – ha ricordato Longobardiè una misura fiscale arrivata nel nostro Paese con eccessivo ritardo, ma che ha innegabili riflessi positivi sul tax rate aziendale e che va apprezzata per i suoi aspetti procedimentali basati su una collaborazione preventiva tra fisco e contribuenti che secondo noi deve divenire sempre più la stella polare nei rapporti con l’erario”.

Il fatto che l’applicazione del Patent box preveda una vera e propria procedura di ruling per la determinazione dell’agevolazione – ha proseguito Longobardicostituisce un passaggio che giudichiamo con estremo favore, nell’ottica di una più proficua ed efficace collaborazione tra fisco e contribuente. In questo caso, infatti, l’impresa determina in contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate i metodi e i criteri di calcolo del contributo economico alla produzione del reddito d’impresa o della perdita del bene immateriale utilizzato direttamente. Il Patent box – continua Longobardirappresenta proprio l’emblema del mutamento di strategia che il Fisco sta perseguendo in questi ultimi due anni e che, a nostro avviso, andrebbe sempre più spesso adottata per rafforzare la via del dialogo e della collaborazione diretta”.

Longobardi ha anche letto questa novità con l’occhio dei contribuenti: “La logica che ispira il Patent box – ha infatti sottolineato – può facilitare la tax compliance dei contribuenti. Tale agevolazione individua un nuovo approccio all’azione di contrasto all’evasione che privilegia, almeno nelle intenzioni, un modello di cooperazione basato su un potenziato rapporto di fiducia reciproco. I contribuenti vengono infatti coinvolti in maniera attiva già nella fase anteriore a quella di predisposizione delle dichiarazioni, in modo da facilitare l’adempimento spontaneo e favorire il tax planning delle imprese”.

In conclusione, secondo Longobardiquello della pianificazione dell’impatto fiscale degli investimenti può essere uno dei fattori per migliorare il contesto generale in cui si troveranno ad operare le imprese nel nostro Paese”.

Commercialisti, formazione professionale continua anche per gli over 65

La formazione professionale continua è una ricchezza per tutti i professionisti. Lo sa bene il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che, con una Nota dell’11 marzo 2016, ha fornito chiarimenti sul regolamento per la formazione professionale continua degli iscritti negli Albi tenuti dagli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

Nello specifico, il Cndcec ha reso che l’obbligo della formazione professionale è richiesto anche agli iscritti che hanno compiuto i 65 anni o che li compiono nel triennio di erogazione della formazione professionale continua, come riportato nel Regolamento per la Formazione Professionale Continua degli iscritti negli Albi tenuti dagli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in vigore dall’1 gennaio 2016.

Il Cndcec ricorda che l’obbligo di formazione professionale è ridotto a 10 crediti formativi annuali e invita l’Ordine a informare tutti gli iscritti che hanno goduto dell’esonero per età fino al 31 dicembre 2015, che dall’1 gennaio 2016 devono assolvere l’obbligo formativo acquisendo 10 crediti formativi permanenti per l’ultimo anno del triennio in corso e 30 crediti formativi permanenti nei successivi trienni.

Inoltre, l’Ordine ricorda che la violazione dell’obbligo alla formazione professionale ha rilievo disciplinare.

Longobardi: punire le “mele marce” tra i commercialisti

Sembra quasi una beffa. A pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo codice deontologico dei commercialisti, diversi professionisti iscritti all’Ordine sono stati coinvolti in una inchiesta della procura di Roma su presunte sentenze tributarie pilotate da una “cricca” della quale facevano parte funzionari pubblici, giudici e professionisti, tra i quali alcuni commercialisti.

Il Consiglio nazionale dei commercialisti si è quindi sentito in obbligo di intervenire sulla vicenda con una dura dichiarazione del presidente, Gerardo Longobardi: “Il Consiglio nazionale dei commercialisti si costituirà parte civile nei processi in cui sono coinvolti professionisti iscritti all’Ordine che con il loro operato infangano il buon nome dell’intera professione. Gli oltre 116mila professionisti qualificati e competenti iscritti ai nostri Albi, tutti i giorni al servizio di cittadini, imprese e Istituzioni, non meritano di veder sfregiata la loro credibilità umana e professionale dai comportamenti sbagliati di poche mele marce”.

Solo pochi giorni fa – ha poi ricordato Longobardiè entrato in vigore il nostro nuovo codice deontologico. Regole molto stringenti alle quali affiancheremo a breve anche nuove norme sulle sanzioni disciplinari. Accadimenti come quelli che stanno emergendo in queste ore sono un affronto anche a questo impegno della categoria nel dotarsi di punti di riferimento etici sempre aggiornati. Tutto ciò è inaccettabile”.

E’ arrivato il momento – ha proseguito Longobardidi difendere con forza l’operato posto al servizio del Paese dalla stragrande maggioranza dei commercialisti italiani. Fermi restando il nostro assoluto rispetto per il principio della presunzione di innocenza e il nostro approccio garantista, sono convinto che sia giunto il momento – anche attraverso la costituzione di parte civile nei casi di comprovata responsabilità di colleghi – di far comprendere all’opinione pubblica quanto determinante sia il ruolo della nostra professione nella intermediazione costante tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, sempre finalizzata alla tenuta e alla crescita del tessuto imprenditoriale e al buon funzionamento della macchina dello Stato. Un ruolo troppo spesso misconosciuto”.

Nella difesa della trasparenza e della legalità – ha proseguito il presidente dei commercialisti italianisiamo del resto al fianco della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate, della Giustizia tributaria. Una battaglia sulla quale con i vertici nazionali di queste Istituzioni ci siamo tutti assieme espressi in numerose occasioni pubbliche”.

Le vicende che stanno emergendo in queste ore – ha concluso Longobardici obbligano però anche ad una riflessione approfondita sulla necessità di una complessiva riforma della Giustizia tributaria. Se i ministeri e gli altri soggetti competenti vorranno aprire un confronto su questo tema, i commercialisti non faranno certo mancare le loro proposte”.

I commercialisti per l’internazionalizzazione

In un momento nel quale la domanda interna continua a faticare a riprendersi, per le imprese italiane è sempre più necessario intraprendere progetti seri di internazionalizzazione. Ecco perché riveste particolare interesse la conferenza stampa, in programma giovedì 25 febbraio alle 13 a Palazzo Madama, a Roma, sul tema “PMI verso i mercati esteri. Il road show dei Commercialisti per l’internazionalizzazione”.

L’evento rientra nel progetto strategico del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti Contabili per l’attività internazionale, per aiutare a qualificare sempre più il ruolo della professione come consulente globale delle imprese, specialmente nel loro approccio ai mercati esteri.

Introdurrà i lavori della conferenza stampa Giovanni Gerardo Parente, consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’Attività internazionale. Prevista la partecipazione di: senatore Francesco Giacobbe, componente della X commissione Industria, Commercio e Turismo (eletto nella circoscrizione estera Asia-Africa-Oceania-Antartide); senatore Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le Questioni degli italiani all’estero (eletto nella circoscrizione estera Europa); Nicola Lener, capo ufficio Internazionalizzazione del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale; Riccardo Maria Monti, presidente dell’Ice; ambasciatore Giorgio Malfatti Di Monte Tretto, segretario generale IILA; ambasciatore Giovanni Castellaneta, presidente Sace; Andrea Novelli, amministratore delegato Simest, finanziaria del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti; Gaetano Fausto Esposito, segretario generale Assocamerestero, l’Associazione delle camere di commercio italiane all’estero.

La conferenza si inserisce nel programma di internazionalizzazione sul quale il Consiglio nazionale dei commercialisti punta fin dall’inizio del proprio mandato, come dimostrano i due importanti protocolli d’intesa finalizzati ad accrescere competenze e protagonismo dei commercialisti nei processi di internazionalizzazione delle imprese, firmati con Simest e Assocamerestero per fornire ai commercialisti strumenti e know-how utili ad ampliare l’offerta di servizi di consulenza professionale ai propri clienti.

Semplificazioni, i commercialisti incontrano il governo

Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma un importante incontro tra una rappresentanza del Consiglio nazionale dei commercialisti, composta dal presidente Gerardo Longobardi e dal consigliere nazionale con delega alla fiscalità, Luigi Mandolesi, e il viceministro dell’Economia con delega alle Finanze, Luigi Casero.

Oggetto dell’incontro, fortemente voluto dai commercialisti italiani, al centro del quale sono state poste le semplificazioni finalizzate alla riduzione dei costi degli adempimenti fiscali per i contribuenti. In quest’ottica, i commercialisti hanno consegnato a Casero un documento di proposte di modifica della disciplina fiscale sui lavoratori autonomi.

Tra le proposte dei commercialisti:

  • richiesta di eliminazione degli studi di settore per i professionisti;
  • proroga automatica dei termini per la presentazione di dichiarazioni e comunicazioni fiscali e per il versamento dei tributi di competenza dello Stato e degli enti locali, qualora si verifichino ritardi nella pubblicazione dei provvedimenti attuativi o del software applicativo necessario all’effettuazione degli stessi adempimenti;
  • sospensione feriale, dall’1 al 31 agosto, dei termini amministrativi tributari a carico dei contribuenti;
  • obbligo di accettare pagamenti effettuati tramite POS circoscritto solo a quanti esercitano un’attività rivolta a una clientela di consumatori finali.

Secondo Casero, l’incontro è stato “estremamente soddisfacente. Confido nella possibilità che le proposte formulate oggi dai commercialisti possano velocemente trasformarsi in provvedimenti legislativi in grado di produrre un tangibile taglio dei costi a carico di imprese, professionisti e contribuenti tutti per gli adempimenti fiscali. Un impegno che avevo assunto proprio in occasione del Convegno nazionale dei commercialisti tenutosi lo scorso anno a Rimini e che sta andando avanti con risultati concreti”.

Dal canto loro, Longobardi e Mandolesi hanno ricordato come “il nostro documento contiene proposte molto dettagliate, non partigiane ma utili per l’intera collettività, che ci auguriamo possano a breve trasformarsi in norme di legge. La collaborazione fattiva da tempo avviata con il MEF ci lascia ben sperare”.

Crisi di impresa, un convegno a Roma

Un interessante convegno sulla crisi di impresa è in programma nei prossimi giorni a Roma, a cura del Consiglio nazionale e dall’Ordine dei commercialisti di Roma. Appuntamento venerdì 12 febbraio dalle 9,15 alle 17,30 al Centro congressi Fontana di Trevi (Piazza della Pilotta), per parlare di “Le crisi di impresa fra legge 132/2015 e prospettive di riforma organica”.

Il convegno sulle crisi di impresa approfondirà i tratti salienti dello schema di legge predisposto dall’apposita commissione ministeriale istituita dal ministero della Giustizia per elaborare proposte di interventi di riforma, ricognizione e riordino della disciplina delle procedure concorsuali. L’incontro metterà in evidenza gli aspetti condivisi con i nuovi istituti introdotti con il dl 83/2015, convertito in legge 132/2015.

Il convegno sulle crisi di impresa vedrà la partecipazione di alcuni componenti della commissione di cui sopra e di quella istituita in seno al Consiglio nazionale per ulteriori riflessioni su ruoli e rapporti tra professionisti, autorità giudiziaria e imprese.

I lavori della giornata saranno suddivisi in due sessioni, una al mattino e una al pomeriggio, presiedute dai due consiglieri nazionali dei commercialisti delegati alle Procedure concorsuali, Felice Ruscetta e Maria Rachele Vigani.

La partecipazione al convegno darà diritto a 8 crediti formativi per gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.