Legge 18 anche per chi ha problemi di liquidità

Le imprese bellunesi hanno ricevuto una buona notizia proveniente direttamente da Venezia.

Il Consiglio regionale, riunito per la discussione della Finanziaria 2014, ha approvato l’emendamento presentato dal consigliere Dario Bond che estende gli strumenti della legge 18 del 94 anche alle aziende che hanno problemi di liquidità.

In precedenza, la legge regionale 18 prevedeva diverse forme di credito agevolato destinato alle imprese della Provincia di Belluno, in particolare l’acquisto di terreni, l’acquisizione di stabilimenti, l’acquisto di arredi, macchinari e attrezzature di elevato contenuto tecnologico, l’acquisizione di programmi e tecnologie telematiche e informatiche delle attività d’impresa e la realizzazione di strutture e impianti con finalità di salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in connessione con l’attività delle imprese.

Dario Bond ha illustrato quali cambiamenti porterà questo provvedimento: “Con questo emendamento si fa un passo in avanti e si dà alla Provincia, quale ente gestore del Fondo, la possibilità di estendere gli aiuti anche sul fronte finanziario e non soltanto strutturale. La crisi che ha colpito il nostro tessuto economico ha creato molte difficoltà di liquidità per le ditte a causa dei mancati pagamenti, della tassazione elevata, del costo del lavoro e del calo nelle commesse. Per non parlare delle difficoltà a relazionarsi con le banche“.

Ora le aziende della zona potranno accedere al finanziamento agevolato per la ricapitalizzazione della propria azienda, e riequilibrare eventuali eccedenze di magazzino, ma anche per andare a coprire i conti correnti in rosso.
Maria Luisa Coppola, assessore regionale alle attività produttive, ha voluto ricordare il carattere straordinario dell’operazione quale risposta operativa ai disagi e ai danni causati dal maltempo alle imprese, turistiche e non, del territorio: “estendendo il Fondo anche agli interventi di supporto finanziario aggiorniamo la legge del 1994“.

Nel solo 2013 sono state 50 le aziende che hanno inoltrato domanda a dimostrazione dell’efficacia dello strumento.
Sempre nel 2013, con emendamento in Finanziaria di Bond, il Fondo aveva avuto una ulteriore iniezione di liquidità di 2 milioni di euro.

Franco Debortoli ha inoltre aggiunto: “È una cosa che abbiamo voluto fortemente come Confcommercio Belluno in accordo con Confcommercio Veneto. È un risultato fondamentale per le aziende (in provincia sono circa 3000), soprattutto per quelle del comparto turistico della montagna che si trovano in difficoltà non indifferente“ mentre Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, ha dichiarato: “Ringraziamo chi ha voluto recepire il nostro messaggio. Una richiesta di aiuto per una provincia che, oltre alla crisi, ha dovuto subire anche i contraccolpi del maltempo, i black-out, disdette dei turisti soprattutto nella fascia alta del Bellunese“.

Vera MORETTI

Crisi economica: è allarme in Veneto

La crisi c’è e si fa sentire sempre più concretamente anche in Veneto, nei gesti disperati di imprenditori che, senza via di fuga, si trovano a compiere gesti irreparabili.
E’ il caso del suicidio dei titolari di pmi, ma anche dell’imprenditore che, vistosi negare un prestito dalla sua banca, ha sparato al direttore.

Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, ha voluto affrontare questo drammatico problema durante la tavola rotonda organizzata da Confcommercio Unione Venezia tra le piccole e medie imprese del Terziario e i candidati veneziani alle prossime elezioni politiche.

In quell’occasione, Zanon ha dichiarato, a proposito di quanto accaduto nella filiale della Banca di Credito cooperativo di Campodarsego : “Dipendenti e funzionari sono esposti a un forte rischio: oggi si è passato il segno, ed è innegabile che il clima sia ormai tesissimo. Il gesto compiuto deve far riflettere chi andrà al Governo: se a pagare il conto di scelte sbagliate sono sempre gli stessi, dagli imprenditori al personale dipendente, qualcosa non va e bisogna cambiare rotta da subit. Il Veneto, che un tempo era locomotiva economica, ora è vittima di una crisi che, unita a scelte politiche e misure fiscali pesantissime, arriva a rendere intollerabile la stessa vita. I nostri imprenditori portano sulle spalle il peso di una missione quasi impossibile perché alla responsabilità economica del proprio operato sentono forte anche quella nei confronti dei loro dipendenti”.

Per risolvere al più presto una situazione ormai intollerabile, Zanon è convinto che si debba abbassare la pressione fiscale ed inaugurare un Fisco che sappia davvero instaurare un rapporto di collaborazione con i contribuenti, che possa aiutare il Paese ad investire il proprio Pil.

Le piccole e medie imprese devono, dunque, essere supportate, perché, come ben sappiamo, costituiscono il vero traino dell’economia, del Veneto e di tutta Italia.

Vera MORETTI

Intesa Confcommercio-Fiavet per il turismo veneto

La Regione Veneto sarà regolata da un nuovo protocollo che controllerà il rapporto tra l’organizzazione regionale del terziario di mercato e la categoria degli agenti di viaggio.

Questo accordo è stato siglato da Confcommercio Veneto e Fiavet Veneto presso la sede di Confcommercio Verona, alla presenza di Renato Bellomi, presidente degli agenti di viaggio veronesi e degli oltre 250 agenti di viaggio di Verona e provincia.

Bellomi ha dichiarato: “Il rafforzamento sindacale della categoria attraverso il riconoscimento in Confcommercio potrà dare sicuro impulso al settore e fornire agli agenti di viaggio qualificati servizi tra cui spicca la formazione e l’aggiornamento professionale di titolari e collaboratori. Internet è complementare e non concorrenziale all’attività delle agenzie di viaggio“.

Presenti a questo importante incontro erano anche il direttore generale Confcommercio Giorgio Sartori, il segretario della sezione turismo Paolo Caldana, la responsabile marketing Francesca Andreis e la coordinatrice dell’Ente bilaterale del turismo Severina Carli.

Vera MORETTI

Saldi 2012 o saldiamo i conti? Le Confcommercio cercano di aiutare i piccoli imprenditori

 

Code interminabili fuori dai negozi. Occasioni di sconto sui capi delle ultime collezioni a metà prezzo o fino all’80% del risparmio.

Risparmio… miele per le bocche affamate degli Italiani che non aspettano altro che la stagione dei saldi per concedersi una chicca o un capo che desideravano da tempo. D’altronde, lo stato dell’economia e il livello dei consumi pro-capite è, secondo il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, una vera Caporetto per il Belpaese, mai così povero da 15 anni a questa parte.

Saldi … Parole d’oro per quelle famiglie che attendono la fine dell’anno per rimpinguare il guardaroba di grandi e soprattutto dei piccini che crescono da un anno con l’altro. Quindi, spese necessarie. Ma ce la si farà!?!

IMU e sald, saldi e IMU … qualcuno li “salterà” a piè pari quest’anno, per forza, c’è la crisi; c’è di mezzo la dichiarazione dei redditi, i soliti salassi, insomma.

Ad onor del vero, qualcuno è già riuscito a comprare in gran ribasso, approfittando delle promozioni fuori stagione, lanciate in anteprima dalla Lombardia e giù fino in Basilicata,  costellando di occasionissime qua e là le vie dello shopping del Belpaese.

Ma… converrà davvero buttarsi a capofitto nello shopping quest’anno? E se sì, dove, da quando?

Innanzitutto, occhio alla spesa. Se i saldi sono stati fissati a partire dal 7 luglio, è bene accertarsi che le super promozioni lanciate giusto “qualche giorno prima” non siano la classica sòla alla Totò. Insomma, diffidare dagli spiccati specchietti per le allodole.

Come fare? Godersi una svetrinata già da questi giorni così da dare una sbirciata a cartellini a prezzo di listino prima che vengano ritoccati da eventuali ribassi.

Ma questi sono i soliti rimedi della nonna. Per accertarci di come e dove stanno andandole cose interviene la Confcommercio annunciando che in Basilicata e in Molise i saldi sono già cominciati ieri, mentre altrove, in massa, il grande inizio sarà per l’appunto sabato 7 luglio.

Il calendario?

In generale le vendite scontate dureranno due mesi con varie differenze regionali: per empio dureranno 90 giorni in Campania, i più generosi; solo 45 giorni in Liguria, parsimoniosi come sempre; 6 settimane nel Lazio.

A Bologna saranno di scena i “Saldi Tranquilli”: Confcommercio Ascom si dice attenta ai diritti dei consumatori e dalle parole del suo Direttore Generale, Giancarlo Tonelli, sostiene “tutte le attività commerciali nostre associate che potranno trovare cortesia, qualità e convenienza, potendo così toccare con mano la professionalità dei nostri imprenditori“.

Saldi importanti perché finora le cose non sono andate molto bene per Confcommercio Toscana, dove il presidente Stefano Bottai si dice fiducioso ed auspica almeno una diminuzione delle aliquote IVA per venire incontro ai consumatori”.

Stesso dicasi per Alberto Marchiori, vicepresidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia e presidente Confcommercio di Pordenone, che osserva: dopo la “spremitura delle tasse e la preoccupazione di arrivare a fine mese […] c’é chi tra i negozianti ha anticipato con saldi e vendite promozionali, ma con risultati abbastanza contenuti. Bisogna puntare a una politica di crescita del Paese, delle aziende e dei posti di lavoro […] di batosta in batosta, vedremo il funerale di altre aziende. Così é solo depressione“. Come a dire, dopo la chiusura di un’azienda al giorno, quest’anno Marchiori ne teme due.

Insomma, questi saldi buttano male. Ma quanto saremo disposti a spendere?

Stando agli studi di settore, l’ammontare della spesa complessiva sarà non superiore agli 80 euro. Più positivo invece l’assessore capitolino al Commercio Davide Bordoni, che dopo le anteprime promozionali di Roma e dintorni auspica una spesa pro capite di 250-280 euro.

Non è dello stesso parere Roberto Polidori, presidente di Confcommercio Roma, che dice: “Da un anno all’altro c’é stato un continuo calo delle vendite. Stiamo pagando la riduzione del potere d’acquisto e da febbraio a giugno, rispetto agli stessi mesi del 2011, c’è stata una riduzione delle vendite del 20%. Per questo gli occhi sono puntati sulla prima settimana di saldi”.

Insomma, l’attesa si carica di aspettativa.

Anche in Sicilia, dove il coordinatore regionale di Confcommercio Sicilia Julo Consentino denuncia una contrazione dei profitti del 20-30% con imprese in continua chiusura, sia tra i nuovi esercenti che tra i marchi storici, quelli che hanno fatto “la storia del commercio”.

La situazione drammatica è destinata a peggiorare, senza una classe politica all’altezza – prosegue Consentino – “Da un lato c’é un ridotto potere d’acquisto delle famiglie, che adesso anche durante i saldi tendono a comprare solo l’indispensabile, dall’altro lato un forte effetto psicologico perché la gente ha paura del futuro e così non è propensa a spendere. Con i comuni al dissesto e la Regione che non é in grado di dare certezze neanche il posto fisso dà fiducia al consumatore”.

Domande e dubbi che sorgono anche dalle riflessioni di Confcommercio Veneto: “La speranza è che i saldi siano un’occasione per dare una boccata d’ossigeno a uno dei settori, quello dell’abbigliamento, che, a causa della crisi, sta soffrendo più di altri” – spiega il presidente Massimo Zanon – “Tutte le regioni d’Italia, o quasi, partiranno all’unisono, e questo è un bene – aggiunge Graziella Tabacchi Basevi, presidente regionale della Federazione Moda Italia, Confcommercio Veneto, e titolare di un negozio di abbigliamento a Verona – “Ma il fatto che la Lombardia (da quest’anno) e l’Emilia Romagna, il Trentino e il Friuli Venezia Giulia (già da tempo) abbiano cancellato il divieto di effettuare vendite promozionali 30 giorni prima dei saldi mette il Veneto in una posizione di svantaggio. Pensiamo al Lago di Garda, sponda veneta e sponda lombarda, da un lato il prezzo pieno, dall’altro le vendite promozionali, consentite grazie a un provvedimento della Regione di recentissima emanazione. Secondo logica, il turista sarà più propenso a fare shopping da questa o dall’altra sponda?

E dunque, Italiani, cosa farete? Siete riusciti a mettere qualche “palanchina” in cascina oppure aspetterete l’anno prossimo?

Intanto, Infoiva vi fornisce il calendario dei saldi Regione per Regione

  • Abruzzo – 7 luglio – 31 agosto 2012
  • Basilicata – 7 luglio – 8 settembre 2012
  • Calabria – 7 luglio – 31 agosto 2012
  • Campania – 7 luglio – 29 settembre 2012
  • Emilia Romagna – 7 luglio – 8 settembre 2012
  • Friuli Venezia Giulia – 7 luglio – 30 settembre 2012
  • Lazio – dal 7 luglio
  • Liguria – 7 luglio – 30 settembre
  • Lombardia – dal 7 luglio
  • Marche – 7 luglio – 1 settembre 2012
  • Molise – 7 luglio – 15 settembre 2012
  • Piemonte – 7 luglio – 31 agosto 2012
  • Puglia – 7 luglio – 15 settembre 2012
  • Sardegna – 7 luglio – 8 settembre 2012
  • Sicilia – 7 luglio – 15 settembre 2012
  • Toscana – dal 7 luglio
  • Trentino Alto Adige – dal 7 luglio
  • Umbria – dal 7 luglio
  • Valle D’Aosta – 7 luglio – 30 settembre 2012
  • Veneto – 7 luglio – 31 agosto 2012

 

Paola PERFETTI

No all’aumento dell’Iva

Si è appena svolto a Mestre il convegno rivolto a dirigenti e quadri del sistema federale, alla quale, davanti al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, Confcommercio Veneto, nella persona di Massimo Zanon, suo presidente, ha esternato proposte e richieste in linea con lo slogan Il Veneto che vogliamo.

Tema centrale del documento presentato è l’accesso al credito, divenuto urgente dopo i molti casi di imprese capaci messe in difficoltà dal credit crunch, imprese che fanno fatica a reperire risorse per garantire il posto di lavoro ai loro dipendenti e collaboratori.

Gli “allarmi rossi” per Sangalli sono ben cinque: la recessione, la disoccupazione, lo spettro dell’aumento dell’aliquota Iva, la pressione fiscale salita al 55% e la difficoltà di accesso al credito.
E le previsioni per l’anno in corso non sono affatto positive: “Il 2012 vedrà un ulteriore calo dei consumi del 2,17%, un aumento di mezzo punto della disoccupazione e un -5,7% di investimenti“.
E se si verificherà quel rialzo dell’Iva tanto annunciato, e temuto, “saranno 39 i miliardi di euro di consumi bruciati“.

Per questo, l’appello che viene rivolto al governo è una revisione della spesa pubblica che possa scongiurare questo spropositato aumento e ridurre la pressione fiscale.

Massimo Zanon ha dichiarato: “Lo Stato e le banche diano credito a chi ha creduto in questo Stato ed è rimasto e vuole continuare a investire su questo territorio. Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi non delocalizzano: non si chiudono serrande per aprirle in Romania, ma si impegna il proprio patrimonio e si dà pure lavoro agli immigrati“.

Per questo, e in vista del pagamento dell’Imu, è stata inviata una lettera a tutti i sindaci del Veneto in cui si chiede di non applicare l’aliquota massima prevista, che porterebbe a dover sborsare cifre per molti insostenibili.
Continua Zanon: “In un mondo fatto soprattutto di imprese familiari, la pressione fiscale rende disoccupate intere famiglie, impedisce il passaggio generazione e infrange i valori sui quali si fondano la stabilità e la solidarietà tipiche del nostro Paese“.

Vera MORETTI

Confcommercio Veneto contro la politica regionale e comunale

La reazione del presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, riguardo le dichiarazioni dell’assessore regionale Maria Luisa Coppola relative all’aumento delle aperture domenicali dei negozi veneti non ha lasciato spazio a repliche:

Siamo sbigottiti e indignati, non ci capacitiamo – ha dichiarato Zanon – della miopia e della superbia politica di chi dovrebbe tutelare le imprese-servizio come i negozi di vicinato e invece le affossa creando squilibri nella distribuzione e compromettendo il territorio, distribuisce aperture come se piovesse e soprattutto non accetta il confronto con le parti sociali”.

La politica regionale e comunale, secondo Confcommercio Veneto, sta prendendo decisioni che rischiano di distruggere il vecchio modello distributivo “creando il deserto nelle periferie e nei centri storici, ovvero in quelle parti abitate delle città che, in quanto tali, senza negozi sono già diventate più buie, insicure, scomode”.

I pericoli sono molteplici: oltre ai quartieri periferici che rischiano di diventare “quartieri dormitorio” ed assistere ad un aumento della micro-criminalità, si va incontro al crescere delle aree dismesse che rappresentano un costo per la comunità, in termini economici e sociali.

Vera Moretti