Patent Box, come aderire al regime

Gli aspiranti imprenditori che desiderano cimentarsi aprendo un punto vendita in franchising, hanno bisogno degli strumenti giusti per poterlo fare in tutta sicurezza e per sfruttare opportunità interessanti ma, spesso, non pubblicizzate.

Va in questo senso un’iniziativa promossa da Federfranchising-Confesercenti, in collaborazione con lo Studio Legale e Tributario Palma Boria, con la quale le aziende – tipicamente quelle in franchising – che producono redditi associati all’utilizzo di marchi e da know-how industriale e commerciale (il cosiddetto Patent Box) possono accedere a un regime di vantaggio fiscale che può arrivare fino alla detassazione del 50% dell’Ires e dell’Irap legata ai redditi da Patent Box.

Grazie alla loro partnership, Federfranchising-Confesercenti e lo Studio Legale e Tributario Palma Boria mettono a disposizione delle aziende un servizio diretto per ciascuna impresa franchisor associata, con il quale è possibile a verificare per la stessa l’applicabilità del Patent Box.

Stando infatti alle regole attuali, l’opzione per aderire al nuovo regime di Patent Box vale a partire dall’anno in cui la stessa viene esercitata; ecco perché alcune aziende vi possono aderire già in questo 2015, esercitando l’opzione entro il 31 dicembre prossimo.

Le imprese interessate possono inviare una e-mail all’indirizzo miceli@confesercenti.it o chiamare il numero 06-47.25.106.

Le Pmi del commercio diffidano dell’ e-commerce

Noi di Infoiva per l’ e-commerce abbiamo il chiodo fisso. Siamo da sempre convinti che sia un’opportunità anche per le piccole imprese, non tanto per sostituire il commercio fisico, quanto per creare un canale alternativo al retail che possa raggiungere un mercato potenzialmente sconfinato. Con ricadute vitali sul business.

A capire quanto anche le piccole imprese italiane abbiano questa percezione dell’ e-commerce ci ha provato anche Confesercenti, con uno studio sul commercio elettronico e i piccoli e le Pmi del commercio, realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Swg e l’Osservatorio innovazione digitale del Politecnico di Milano.

Ebbene, dalla ricerca emerge che le piccole imprese commerciali hanno una visione non univoca delle potenzialità e degli effetti dell’e-commerce: il 55% degli imprenditori considera le vendite online un’opportunità di crescita mentre il 31% vede nell’ e-commerce una minaccia per la rete commerciale tradizionale, che rischierebbe persino di sparire.

Vincono quindi coloro i quali vedono positivo, tanto che per il 48% degli imprenditori intervistati le imprese commerciali devono implementare canali di e-commerce, magari da affiancare a un investimento sui social network per promuovere la propria attività.

Entrando nel dettaglio dei dati, la ricerca di Confesercenti rivela che solo il 12% degli imprenditori intervistati usa il web come canale di vendita, il 38% prevede di farlo e ben il 42% non è interessata a farlo in futuro.

Tra gli intervistati, il 53% ha un proprio sito indipendente di e-commerce, il 51% si appoggia a eBay, il 16% utilizza i social network, il 7% si appoggia ad Amazon e il 6% ad altre piattaforme di e-commerce.

Il freno all’investimento in e-commerce, secondo quanto risulta dallo studio, è caratteristico soprattutto delle imprese commerciali più piccole; infatti, solo il 20% delle realtà intervistate consente l’acquisto online dal proprio sito mentre ben l’80% si è limitato a promuovere la propria attività attraverso coupon, mail promozionali, sms promozionali o social network.

Rimane, alla fine dello studio di Confesercenti, un dato poco incoraggiante. Secondo l’associazione, infatti, il sentimento che prevale è lo scetticismo, poiché la maggior parte degli intervistati esclude di attivare una piattaforma di e-commerce a causa di investimenti che ritiene troppo elevati (specialmente quelli in logistica), a fronte di ricavi non sicuri. Speriamo che il vento cambi…

Confesercenti Calabria e Banca Nuova per i finanziamenti alle imprese

Uno spiraglio di luce per le imprese calabresi affamate di credito. Confesercenti Calabria ha infatti stretto un accordo con Banca Nuova per andare incontro alle esigenze di liquidità delle aziende del turismo, del commercio e dei servizi con finanziamenti alle imprese mirati.

La collaborazione tra Confesercenti e Banca Nuova ha individuato una serie di ambiti di intervento a favore delle imprese. Nello specifico, si tratta di:

Nell’ambito dell’accordo si sono individuate le seguenti aree di intervento:

  • Rafforzamento patrimoniale (finanziamenti alle imprese rivolti alle aziende costituite in forma di società di capitali che intraprendono processi di rafforzamento aziendale);
  • Flessibilità dei finanziamenti (finanziamenti alle imprese studiati per consentire loro di gestire in forma flessibile il prestito in corso di ammortamento, in termini di ulteriori erogazioni e di estensione della durata del finanziamento);
  • Sviluppo produttivo (finanziamenti alle imprese a medio-lungo termine, finalizzati a sostenere ogni tipologia di investimento correlato all’attività economica professionale degli associati, tra le quali gli investimenti già ultimati da non oltre 12 mesi, oltre a quelli ancora in corso o da realizzare);
  • Capitale circolante (allungamento di scadenze breve termine, finanziamento scorte, finanziamento imposte e mensilità aggiuntive, finanziamento Liquidità Business per il ripristino di liquidità e progetti di ristrutturazione finanziaria);
  • Fideiussioni;
  • Acquisizioni di partecipazioni;
  • Apertura di credito in conto corrente;
  • Apertura di credito commerciale;
  • Altre iniziative e supporti specifici offerti dalla banca per lo sviluppo delle piccole e medie imprese in una situazione economica e finanziaria tale da poter assicurare la continuità aziendale.

In aumento le imprese del turismo

I dati resi noti da un’indagine condotta dall’Osservatorio Confesercenti relativi al settore turistico hanno portato buone nuove: nel secondo trimestre 2015, infatti, sono aumentate le imprese appartenenti al settore del turismo e della somministrazione.

Tra aprile e giugno di quest’anno, infatti, sono stati contati 8.684 alberghi, bar e ristoranti in più rispetto allo stesso periodo del 2014, per una variazione positiva del 2%.

La crescita più sostanziosa è stata rilevata a Sud e nelle Isole, dove l’aumento è stato del 2,5%, mentre nel Centro-Nord la crescita è dell’1,8%.
L’aumento di imprese riguarda in particolare le grandi città. Nei comuni capoluoghi di Regione le imprese aumentano del 3,1%, per un totale di 4.189 attività: più della metà della crescita registrata a livello nazionale.

Esmeralda Giampaoli, presidente Fiepet, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici, ha dichiarato in proposito: “Il settore prova a ripartire, ma le difficoltà rimangono intatte. Serve stretta su irregolari e abusivi della ricettività turistica e della somministrazione”.

Vera MORETTI

Carlo Sangalli al timone di RTI

Rete Imprese Italia ha un nuovo presidente: dall’1 luglio, infatti, alla guida di RTI c’è Carlo Sangalli, presidente nazionale della Confcommercio.

L’Associazione unitaria delle cinque principali organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa, ovvero Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, che raccolgono insieme oltre 2,5 milioni di imprese, saluta Daniele Vaccarino, presidente di Cna che ha ricoperto la carica per il primo semestre del 2015, e dà il suo saluto, nonché in bocca al lupo, al suo successore.

Il passaggio di consegne è avvenuto durante l’assemblea dell’associazione.

Vera MORETTI

Da Confesercenti doccia fredda sulla ripresa

Dall’assemblea annuale di Confesercenti a Genova, una doccia fredda sui numeri positivi e sulle speranze di ripresa per la nostra economia. Nel corso della sessione sono stati infatti presentati i risultati di un’indagine condotta da Confesercenti con Swg dalla quale emerge che il 71% degli italiani non vede in prospettiva una ripresa dei consumi.

Nel dettaglio, Confesercenti rileva che il 41% di chi non la ripresa nei prossimi mesi, prevede di mantenere i propri consumi invariati, mentre il 30% prevede di diminuirli e solo il 24 prevede di aumentarli.

Sempre dalla ricerca Confesercenti emerge come, per quanto riguarda il reddito mensile, il 61% degli italiani segnala una situazione difficile: di questa percentuale, il 47% afferma di riuscire appena a coprire le spese e il 14% di non avere reddito disponibile nemmeno per le necessità indispensabili della famiglia.

Non va certamente meglio sul fronte delle imprese. Confesercenti rileva che ben 8 imprenditori su 10 (l’82%) ancora non vedono la ripresa di non aver intercettato la tanto decantata inversione di tendenza. Il 51% non rileva miglioramenti rispetto allo scorso anno, il 31% dichiara di avere subito un nuovo calo e solo il 17% delle imprese vede rosa. A che cosa è dovuta questa ripresa mancata? Per gli imprenditori soprattutto al prelievo fiscale esagerato.

Come se non bastasse, il mercato del lavoro risulta ancora ingessato da alcune scelte fallimentari operate dai governi precedenti. Nello specifico, secondo uno studio Confesercenti Ref, l’introduzione della riforma Fornero nel 2012 ha portato a un rapido aumento dei lavoratori compresi tra i 55 e i 65 anni: rispetto al 2010 oggi ce ne sono quasi un milione in più, che fanno da tappo e da ostacolo all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Doccia ghiacciata questa di Confesercenti. Vedremo se il governo recepirà.

Federfranchising al Salone del Franchising

Mancano ancora più di 4 mesi all’apertura della 30esima edizione del Salone del Franchising di Milano – che quest’anno per festeggiare il trentennale si terrà dal 23 al 26 ottobre a Fiera Milano Rho, a pochi passi dell’Expo 2015 proprio poco prima che questa chiuda i battenti – ma associazioni e marchi si muovono già da tempo.

Per esempio, Federfranchising – Federazione Italiana Franchising – Confesercenti sarà presente, anche nell’edizione di quest’anno del Salone del Franchising come partner istituzionale.

Oltre alla concomitanza con Expo 2015, il Salone del Franchising si terrà negli stessi giorni di un’altra manifestazione per gli addetti ai lavori, HOST, il Salone Internazionale dell’Ospitalità Professionale, leader mondiale nel settore Ho.re.ca e Retail.

Federfranchising–Confesercenti sarà quindi presente al Salone con un suo stand istituzionale dove espositori e visitatori potranno approfondire i servizi a disposizione per sviluppare le aziende in franchising e ricevere indicazioni e supporto nelle loro scelte.

Per informazioni sulla presenza di Federfranchising–Confesercenti al Salone del Franchising, la Federazione ha attivato un indirizzo e-mail cui scrivere: fif@confesercenti.it.

Franchising Point, si rafforza la rete in Lombardia

Il franchising prende vigore in Lombardia. Si è infatti rafforzata e aggiornata la rete territoriale dei Franchising Point nelle sedi di Confesercenti della regione, per avvicinare sempre più imprenditori al franchising con l’incontro formativo tenutosi nei giorni scorsi nella sede regionale di Confesercenti a Milano.

Rafforzare e aggiornare la rete di Franchising Point per avvicinare sempre più imprenditori al franchising, una delle poche formule commerciali che hanno mostrato di saper resistere alla crisi, è infatti lo scopo del percorso formativo dedicato da Federfranchising-Confesercenti agli Sportelli territoriali per il franchising.

I Franchising Point forniscono infatti informazioni sui diversi aspetti necessari per mettersi in proprio: dagli obblighi di Legge alla contrattualistica, dalla formazione all’accesso al credito e alle relative garanzie sui finanziamenti.

I Franchising Point sono anche un luogo dove incontrare esperti e ricevere indicazioni per avviare una nuova attività o sviluppare un’attività già avviata.

All’incontro di Milano, al quale hanno partecipato dirigenti e responsabili delle sedi di Confesercenti Lombardia, erano presenti i franchisor interessati ad aprire nuovi punti vendita in franchising nella Regione: Bonifazi (servizi immobiliari), Cibiamo (ristorazione), Il Maialino di Giò (ristorazione), Kid&us (scuole di lingue per bambini e ragazzi), MyRoom Network (strutture ricettive), Technogarage (servizi tecnologici) e Mr VRoom (compravendita auto usata).

Il turismo non è solo Expo

Il 2015 dell’Italia del turismo non sarà solo Expo 2015, o almeno questo sperano gli operatori del settore. E in effetti qualche segnale positivo in questo senso pare esserci, almeno secondo quanto traspare dalle rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti.

I dati in possesso dell’organizzazione dei commercianti segnalano che il turismo e i pubblici esercizi in Italia danno dei cenni di risveglio. Tra marzo 2015 e lo stesso mese del 2014 il numero di imprese registrate nei settori dell’alloggio e del turismo, nella ristorazione e nel servizio bar è cresciuto del 2%, per un totale di 8.122 attività in più.

Cresce principalmente la ristorazione (+5.493 imprese, +3%), con un dato significativo per la provincia di Milano, dove l’attesa dell’Expo ha dato la scossa al comparto food e al turismo: 558 imprese di ristorazione in più rispetto a marzo 2014 (+6,6%), mentre le attività turistiche e di ricezione sono aumentate di ben il 10,6% (+119). “L’attesa per Expo e per i 20 milioni di visitatori stimati – ha commentato Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano – ha portato a un aumento dell’offerta ricettiva territoriale, alberghi ma anche bed and breakfast, nella città e nelle zone limitrofe. Il tema dell’alimentazione, poi, ha dato ancora maggior impulso all’interesse per il food e ha portato alla nascita di nuove attività, in particolare nelle vie dello shopping più rinomate di Milano e nelle zone subito adiacenti“.

Ma la crescita del numero di ristoranti è un fenomeno che interessa quasi tutte le regioni del Paese. La Lombardia ha registrato la crescita maggiore anno su anno (+998 imprese), seguita dal Lazio (+817) e dal Veneto (+492). Meno brillanti le performance di crescita fatte registrare dei bar, con un numero di imprese stabile: +1.467 attività, per una variazione positiva ma al di sotto dell’1% (+0,9%). In alcune regioni ad alta vocazione di turismo come Piemonte, Marche, Trentino Alto Adige e Friuli è persino negativo.

Il comparto dell’alloggio e del turismo, al contrario, mostra un certo dinamismo: nel periodo considerato è stata registrata a livello nazionale una crescita del 2,4%, pari a 1.467 attività in più tra alberghi, hotel e bed & breakfast in più. A livello regionale il primato non è più della Lombardia ma del Lazio, che fa registrare l’aumento maggiore del numero di imprese (+242), seguito da Puglia (+199) e dalla regione dell’Expo (+157).

Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet, l’associazione di categoria che riunisce i pubblici esercizi di Confesercenti, commenta questi dati relativi alle imprese del turismo e del food: “Dopo le contrazioni registrate negli anni scorsi, la ristorazione prova a ripartire. Il fenomeno food è ormai dilagante e l’Expo ha impresso un’ulteriore accelerazione. Ma le difficoltà rimangono tante e rimanere sul mercato non è semplice: quasi 6 imprese su 10 chiudono entro tre anni. E’ l’effetto di quasi un decennio di deregolamentazione, che ha aumentato il tasso di competitività ma ha anche aperto la porta a un’imprenditoria improvvisata e poco professionale che ha considerato il settore un settore rifugio. Oltre a questo, ristoranti e pubblici esercizi scontano anche l’aumento della pressione fiscale, che tra tasse locali, imposte sugli immobili e tariffe e’ stata particolarmente pesante per la categoria. Senza una riduzione dell’incidenza del fisco, sara’ difficile trasformare questi primi segnali in una ripresa stabile“.

Un discorso, quello della oppressione fiscale, che riguarda tutti i comparti relativi al turismo e della ristorazione e che, di fatto, è una palla al piede che limita la competitività italiana in un settore che dovrebbe essere la punta di diamante dell’economia del nostro Paese.

730 precompilato? No, grazie

Il 730 precompilato dovrebbe essere una grande rivoluzione mentre, invece, potrebbe essere un flop. Da tempo si sa che, a partire dal 15 aprile, sul sito dell’Agenzia delle entrate sarà disponibile per i lavoratori dipendenti e assimilati il modello di 730 precompilato, che i contribuenti potranno accettare o modificare direttamente online. In questo, le Entrate non si sono risparmiate in quanto a pubblicità, magnificando la rivoluzione fiscale portata dal 730 precompilato.

Più si avvicina la scadenza, però, più sembra che questa rivoluzione non convinca. Secondo un monitoraggio condotto da Confesercenti SWG sull’introduzione e l’utilizzo del 730 precompilato, solo il 25% dei contribuenti utilizzerà il nuovo strumento, il 47% farà riferimento al Caf, come sempre, e il 28% si appoggerà al commercialista.

Infatti, ben il 66% dei contribuenti ancora non ha richiesto le credenziali Fisconline o il Pin dispositivo dei servizi online dell’Inps che servono per poter accedere al servizio del 730 precompilato. Un servizio sul quale il 21% degli intervistati nel sondaggio è scettico, considerandolo poco efficace. Se non altro, il 34% lo ritiene utile mentre un 41% non si pronuncia.

Secondo Confesercenti il sondaggio testimonia che non basta “portare online le dichiarazioni per avere una vera semplificazione. Il fisco in Italia è molto complesso, e gli italiani ritengono di dover ricorrere all’assistenza dei professionisti. Senza l’apporto dei Caf, infatti, il 730 precompilato potrebbe rivelarsi un flop. Per questo riteniamo sia da rivedere la scelta di addossare a Caf e commercialisti la responsabilità non solo per le sanzioni, ma addirittura per l’imposta. Una scelta che costringe i centri di assistenza fiscale, anche nel caso di dichiarazioni sbagliate a causa di documentazione errata o manchevole presentata dal contribuente, a pagare in sua vece non solo la sanzione, ma anche l’imposta mancante ed i relativi interessi. E a doversi rivalere, successivamente, sul contribuente stesso, con tutte i prevedibili oneri del caso. Una semplificazione forse utile per l’amministrazione tributaria, ma che porta ad aggravi ed incertezze aggiuntive per i centri di assistenza fiscali”.