L’ Abruzzo sostiene l’accesso al credito delle Pmi

La Regione Abruzzo stanzia contributi per i Confidi locali per la concessione di garanzie sui finanziamenti delle piccole e medie imprese della Regione.

La somma stanziata è pari a 15 milioni di euro in un fondo di rotazione a disposizione dei Confidi abruzzesi fino alla fine del 2015, per favorire l’accesso al credito delle Pmi regionali.

Le imprese dovranno essere iscritte al Registro Imprese delle CCIAA della Regione Abruzzo e appartenere ai settori di: industria, commercio, artigianato e turismo.

Confidi concede infatti garanzie alle imprese abruzzesi che effettueranno interventi legati alla realizzazione di investimenti produttivi, alla promozione di attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Le garanzie saranno concesse anche allo scopo di potenziare l’innovazione di prodotto e il riequilibrio finanziario delle imprese.

Le piccole e medie imprese impegnate in progetti volti a potenziare la capitalizzazione dell’impresa, rientrano nel progetto di sostegno finanziato da Confidi, in particolare in caso di attivazione di finanziamenti da parte delle imprese volti ad aumentare il capitale sociale della società e di sottoscrizione di versamenti soci in conto aumento di capitale.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito della Regione Abruzzo.

Liguria: finanziamenti fino a 25 mila euro

Un intervento a favore delle piccole e medie imprese della Regione Liguria che soffrono  della mancanza di liquidità aziendale. La Regione Liguria ha siglato un  protocollo d’intesa con Equitalia, ABI (banche), Agenzia delle Entrate, Unioncamere, Confidi e Associazioni di Categoria, tra le quali CNA, per offrire finanziamenti a copertura del pagamento di oneri fiscali e previdenziali, o per saldare fornitori e lavoratori dipendenti.

Il fondo stanziato è pari a 3 milioni di euro: ciascuna Pmi potrà fare richiesta per un finanziamento che non dovrà superare il tetto massimo di 25 mila euro.

Da tempo, come CNA, abbiamo segnalato la necessità di intervenire con strumenti straordinari a sostegno della liquidità aziendale – ha sottolineato Marco Merli, Presidente di CNA Liguria. – Sempre più imprese sono in difficoltà a causa della stretta creditizia e del contemporaneo dilatarsi dei tempi di pagamento, soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni. Sempre più imprese si rivolgono agli sportelli CNA perché si sono viste chiudere linee di finanziamento da parte delle banche e sono in difficoltà a pagare imposte e contributi“.

Stretta creditizia e mancanza di liquidità, un paradosso tutto italiano? “Esistono imprese che vantano crediti ingenti da parte dello Stato e non riescono a riscuotere, – ha continuato Merli – contemporaneamente vengono perseguite dallo stesso Stato perché non pagano le imposte dovute, senza che sia data loro la possibilità di compensare debiti e crediti; oppure, ancora peggio, ci sono imprese che proprio perché non vengono pagate o perché si vedono tagliare linee di finanziamento bancario non riescono a pagare regolarmente imposte e contributi e, magari anche per un modesto ritardo, non riescono ad ottenere il DURC (Documenti Unico di Regolarità Contributiva), senza il quale non solo non possono più partecipare ad appalti pubblici, ma neppure ottenere lavori da privati, ove sia necessaria una concessione o anche una DIA”. Lapidaria la conclusione del Presidente di CNA Liguria”Si tratta di una sorta di condanna a morte dell’impresa“.

Per le aziende che ne faranno richiesta, i contributi verranno erogati fino al 31 dicembre 2012.

Come partecipare al bando?

Le banche convenzionate sono 20 e le domande vanno presentate con lo strumento dei Confidi. Per ottenere ulteriori è possibile consultare il sito di CNA Liguria.

Veneto, vivere con la crisi tra suicidi e sportelli

di Davide PASSONI

Il Veneto in prima linea contro la crisi. Visto che la regione è la non invidiata capofila dei suicidi da parte di imprenditori, istituzioni, imprese e associazioni non stanno a guardare e cercano di porre un argine almeno per il primo soccorso delle imprese in difficoltà.

Dopo lo sportello aperto dalla Confartigianato di Asolo-Montebelluna su iniziativa del suo presidente Stefano Zanatta, ora tocca alla Regione Veneto varare un numero verde per le imprese che vogliono sfruttare le opportunità del piano regionale legato al cosiddetto Fondo “anti suicidi”: 800-177750. Il piano anti crisi messo a punto dalla Regione prevede infatti finanziamenti agevolati da 25mila a 500mila euro per le aziende in crisi di liquidità che hanno crediti insoluti. Un fondo che però, a detta dell’assessore allo Sviluppo economico Marialuisa Coppola, sta trovando da parte delle banche un appoggio troppo timido, se non una vera e propria ostilità: “La Regione – ha dichiarato – ha attuato uno sforzo che tutti hanno compreso e apprezzato, ma non ho avuto la sensazione di sostegno condiviso da parte degli istituti bancari e dai confidi. Forse giochiamo una partita diversa, ma qui non c’è chi vince e chi perde: perde il Veneto“.

E dire che l’accoglienza freddina è arrivata proprio da quegli istituti che siedono nella finanziaria regionale, mica da dei marziani. Gente, insomma, che le realtà e le problematiche del territorio, specialmente quelle produttive, le dovrebbe avere presenti eccome. E invece nisba. Vero che in questo periodo di vacche magre le banche fanno la parte di quelle che non possono, più che non vogliono, ma è anche vero che nelle ultime settimane la Bce è stata tutt’altro che tirchia nei loro confronti, vendendo denaro a tassi scandalosamente bassi per fare in modo che questo denaro finisse in circolo a dare fiato a imprese e famiglie. Dove è finito allora, se le banche dicono di non averne? Intanto la gente continua ad appendersi alle travi e le tasse continuano a salire, sia per le famiglie che per le imprese.

Per fortuna, però, le banche venete non sono del tutto sorde ai campanelli di allarme. Banca Antonveneta e Confindustria Padova hanno infatti firmato un accordo che offre alle imprese associate la possibilità di cedere alla banca, anche a titolo definitivo, i crediti certificati verso la PA, in modo da acquisire subito liquidità. Una iniziativa che nella direzione di alcune analoghe già assunte in altri Paesi europei e che dovrebbe (almeno, in un mondo perfetto…) ispirare idee analoghe anche al nostro governo. In più, Antonveneta ha stanziato un plafond di 50 milioni da utilizzare anche per sostenere piani di ristrutturazione finanziaria e di capitalizzazione aziendale, coprire nuovi investimenti e sostenere l’export. Una goccia nel mare, ma da qualche parte bisogna pur cominciare…

http://www.infoiva.com/2012/03/morire-dimpresa-noi-non-ci-stiamo.html

Pmi, 150mila euro dalla Camera di Commercio di Lodi

Da poco è stata avviata l’operatività del bando 2012 della Camera di Commercio di Lodi a favore delle Pmi per agevolare l’accesso al credito tramite Confidi.

Si tratta di un contributo in conto interessi pari al 2% del tasso di interesse effettivo corrisposto su finanziamenti per investimenti o liquidità e su linee di credito a breve termine. La dotazione economica del bando ammonta a 150mila euro, di cui 50mila euro riservati al sostegno di imprese di nuova costituzione.

Sono ammessi al contributo i finanziamenti bancari erogati all’impresa, a partire dalla data dell’1 aprile 2012.

Il finanziamento massimo su cui calcolare l’entità del contributo è pari a 75mila euro per un periodo di ammortamento fino a 60 mesi.

Il bando è operativo dall’1 aprile 2012 fino a concorrenza dello stanziamento previsto.

Confidi sì, ma non troppo…

La stretta del credito nei confronti delle Pmi colpisce anche i consorzi di garanzia fidi. Se nel 2011, infatti, i finanziamenti garantiti in essere da parte dei Confidi alle Pmi hanno sfiorato la cifra record di 14 miliardi di euro, circa il 20% dei finanziamenti garantiti e deliberati dalle banche non è stato erogato alle imprese da parte degli istituti di credito. E, da ottobre a dicembre, di finanziamenti nemmeno a parlarne. Con buona pace degli imprenditori.

Dati a metà tra l’incoraggiante e il preoccupante, emersi dalla 15esima edizione della ricerca Fedart Fidi, la Federazione nazionale unitaria dei 144 Consorzi e Cooperative artigiane di garanzia promossa da Confartigianato, Cna e Casartigiani.

Una ricerca che ha comunque dimostrato come resti elevato il tasso di penetrazione del sistema Confidi nel settore artigiano (37%): in questo solo comparto, i confidi hanno garantito un quinto dei finanziamenti erogati dalle banche alle imprese del settore.

Ma dove vanno questi soldi sul territorio? In primis in Veneto con 1.369 milioni di euro; poi la Lombardia con 1.331 milioni, la Toscana con 1.092 milioni e l’Emilia Romagna con 933 milioni.

Ce la faremo, dunque, ad avere i soldi senza andare dalle banche con il piattino in mano? Questo è quanto spera il presidente di Fedart Fidi, Fabio Petri, che ha presentato un progetto per rilanciare il sistema della garanzia del credito all’insegna della semplificazione e dell’efficienza, in quattro mosse: orientare le risorse pubbliche e private secondo principi di efficienza ed efficacia; semplificare la filiera della garanzia eliminando duplicazioni tra i ruoli assunti dai vari soggetti e la concorrenza tra gli attori; raggiungere l’autosostenibilità del sistema con un meccanismo di contribuzione automatica privata per ciascuna operazione di garanzia; rendere misurabile l’impatto generato dagli interventi mediante un modello econometrico appositamente definito.

Insomma: o si cambia, o anche con i Confidi sarà dura vedere la lira…

Reggio Emilia: 1,8 milioni alle imprese

Sono scattate le nuove misure della Camera di Commercio per facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese reggiane. Un intervento consistente – 1,8 milioni di euro – che dal 10 febbraio al 31 dicembre 2012 sarà destinato a due precisi obiettivi: rafforzare il quadro delle garanzie sussidiarie di cui le imprese hanno necessità nei rapporti con il sistema di credito e, al tempo stesso, concorrere all’abbattimento dei tassi d’interesse a carico delle stesse imprese.

“La cifra stanziata sul versante dei sostegni al credito – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini – è la più consistente nel bilancio camerale, che complessivamente prevede interventi a favore del mondo imprenditoriale reggiano per 5.750.000 Euro nel 2012”.

“Questa scelta – spiega Bini – nasce dalla consapevolezza che è proprio sul fronte del credito che le imprese stanno scontando difficoltà particolarmente pesanti. La crisi, infatti, determina un innalzamento delle garanzie richieste dalle banche per l’apertura di linee di credito, e il rafforzamento delle attività dei Confidi attraverso i quali si svilupperanno i nostri interventi (strutture che coprono tutte le attività produttive e del terziario) consente proprio di rispondere a questa esigenza”.

“Di non minore rilevanza – prosegue Bini – è però l’intervento per l’abbattimento dei tassi di interesse, perché è evidente che il costo del denaro rappresenta, a maggior ragione in questa pesante congiuntura, un freno agli investimenti, un problema in termini di liquidità e può concorrere a determinare – se associato al tema delle garanzie e a situazioni di crisi  – il moltiplicarsi di fenomeni di usura”.

E proprio in materia di costo del denaro, l’intervento della Camera di Commercio prevede l’abbattimento di un 1% dei tassi già convenzionati tra banche e Confidi, con un ulteriore 0,5% di flessione per le imprese femminili e agevolazioni aggiuntive (con abbattimenti fino al 2,50%) per le aziende costituite da meno di un anno, quelle create da giovani e le aziende in difficoltà nel territorio della Comunità Montana.

“Un quadro d’azioni ampio – spiega il presidente della Camera di Commercio – che interessa le micro, le piccole e le medie imprese di ogni settore di attività, e soprattutto risponde ad vasta gamma di esigenze: da quelle di liquidità, a quelle legate all’innovazione tecnologica, all’ammodernamento e ristrutturazione di strutture, alla ricerca su prodotti o cicli di lavoro innovativi, all’internazionalizzazione, all’abbattimento dei fattori inquinanti, alla capitalizzazione, alla sicurezza, alla promozione imprenditoriale”.

Le domande delle imprese vanno presentate direttamente ai Confidi.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito.

Fonte: camcom.gov.it

Liberi Professionisti: nuovi obblighi su tariffario e tirocini

Una pioggia di novità normative in arrivo per i liberi professionisti. Avvocati, dottori commercialisti e architetti colpiti dall’ondata delle liberalizzazioni dovranno uniformarsi quanto prima alle nuove normative pubblicate nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 gennaio. Il Decreto legge 1/2012 per la concorrenza, le infrastrutture e la competitività ha disposto nuovi obblighi in materia di tariffe professionali, oneri del professionista, tirocinio e confidi.

Punto primo: Abrogazione delle tariffe professionali

E’ il punto più discusso del Decreto Legge. L’articolo 9 del documento abroga infatti le tariffe delle professioni regolamentate. Tuttavia nei casi liquidazione giudiziale il compenso spettante al professionista verrà determinato in base a parametri stabiliti dal Ministero della Giustizia tramite decreto.
Ciò significa che, con tutta probabilità, il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell’Economia, fisseranno i parametri relativi a oneri e contribuzioni alle casse professionali e agli archivi. Tali parametri non avranno però validità nei contratti tra professionisti e clienti, ai sensi dell’articolo 36 del Codice del consumo (Dlgs 206 del 6 settembre 2005).

Il compenso per le prestazioni professionali, quelle cioè che interessano professionista e singolo cliente, dovrà essere stipulato per iscritto al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il professionista avrà l’obbligo inoltre di rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, prospettando cioè gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico medesimo, e indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

Tuttavia l’obbligo del preventivo scritto circa il compenso è subordinato, secondo quanto stabilisce il nuovo Decreto legge, all’esplicita richiesta da parte del cliente al professionista.

Punto secondo: Tirocinio

Il Decreto legge 1/2012 fissa la durata del tirocinio per l’accesso alle professioni regolamentate a 18 mesi.
Per i primi 6 mesi il tirocinio potrà essere svolto, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, parallelamente al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica. Ovvero gli studenti o laureandi potranno già svolgere un terzo del periodo di apprendistato anche se non ancora laurati.

Il tirocinio potrà inoltre essere svolto presso le pubbliche amministrazioni, in presenza di un’apposita convenzione quadro stipulata tra i Consigli nazionali degli Ordini e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, ma in questo caso solo dopo la laurea.

Abrogata la norma, introdotta con la Legge 148/2011, dell’ equo compenso per i tirocinanti. I tirocinanti potranno quindi non essere retribuiti per la prestazione svolta.

Punto terzo: Confidi

Nessuna modifica per la disposizione, finalizzata ad integrare il comma 7 dell’art. 39 del DL 201/2011, che prevede che al capitale sociale dei confidi e delle banche possano partecipare imprese non finanziarie di grandi dimensioni. Anche i liberi professionisti quindi potranno partecipare al capitale sociale con i medesimi limiti societari previsti per i predetti enti.

L’inottemperanza alle norme previste dal Decreto legge 1/2012 costituisce illecito disciplinare soggetto a sanzione. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sta adeguando in queste ore il Codice deontologico, scegliendo tuttavia di non abrogare l’art. 2233 del Codice Civile,.

Il Ministero della Giustizia ha confermato inoltre che le tariffe per i consulenti del giudice rimangono vigenti e che le nuove norme previste dal Decreto legge non hanno valore retroattivo; pertanto, i contratti in essere e le relative vidimazioni rimangono soggette alla precedente disciplina.

Lombardia, un bando per le imprese agricole

Per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, operanti sul territorio lombardo nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, finalizzato alla ristrutturazione del debito, la  Regione Lombardia ha erogato a Federfidi un finanziamento per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle cooperative agricole offrendo garanzie dirette e cogaranzie alle aziende.

L’intervento prevede garanzie per il 70% dei finanziamenti bancari con un 10% ad opera dei Confidi e un altro 60% garantito da Federfidi Lombardia grazie all’accordo con la Regione. Il costo delle garanzie a carico del beneficiario è pari all’1% una tantum dell’importo garantito.

L’importo minimo del finanziamento è stabilito in € 200.000 ed il massimo in € 1.500.000 con una durata compresa tra i 3 e i 10 anni.

Le domande possono essere presentate a Federfidi fino al 31 dicembre 2012, salvo anticipato esaurimento dei fondi.

Tassi di interesse: le imprese italiane perdono 2,6 miliardi

L’aumento dei tassi di interesse applicati alle imprese ha fatto schizzare la spesa delle aziende a 2,6 miliardi di euro. E’ l’allarme lanciato da Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre: ‘dall’inizio dell’anno ad oggi i principali tassi di interesse sono cresciuti in maniera significativa. Su uno stock odierno di oltre 924 miliardi di euro di prestiti erogati dalle banche alle imprese, questa repentina impennata dei tassi ha fatto salire le spese in capo alle aziende di ben 2,6 miliardi di euro.’

Se all’inizio del 2011 i tassi di interesse applicati alle imprese raggiungevano il 3,5 %, con il duplice aumento del tasso ufficiale di sconto e l’incremento del differenziale tra titoli italiani e bund tedeschi, il tasso di interesse è salito di 1 punto, arrivando al 4,5%. Molte aziende denunciano però in questi giorni situazioni anomale in cui il tasso di interesse raggiunge anche punte record del 10%.

Questa situazione sta facendo emergere il pericolo di una nuova stretta creditizia – ha sottolineato Bortolussi – con una grossa novità rispetto al recente passato. Se all’inizio della crisi molte piccole aziende rifiutate dai grandi istituti di credito si rifugiavano presso le Banche di Credito Cooperativo o i Confidi, adesso anche queste realtà non sono più in grado, perché a corto di liquidità, di fungere da sportello-rifugio’.

Per le imprese lombarde, le più penalizzate dagli aumenti dei tassi, la spesa ha raggiunto da inizio anno un totale di 724,7 milioni di euro, ovvero 874,3 euro. Meglio è andata alle imprese laziali, che hanno speso negli ultimi 9 mesi 286, 8 milioni di euro, ovvero 618,5 euro per aziende, mentre al terzo posto troviamo l‘Emilia Romagna con 286 milioni di euro di spesa, con un incremento pro azienda di 665,7 euro.

Alessia Casiraghi

Nuovi strumenti finanziari per gli artigiani in crisi

Uniscono le forze Confartigianato Imprese Sardegna e Banca di Credito Sardo, insieme per supportare le imprese artigiane nella crisi. In tal senso è pronto un accordo sottoscritto dall’associazione degli artigiani della Sardegna e l’istituto di credito sardo, che permetterà alle aziende sia di usufruire di nuovi strumenti per il sostegno finanziario e diagnostico, sia di instaurare un nuovo dialogo con le banche.

Anche le specificità territoriali della Sardegna saranno tutelate e valorizzate: l’accordo prevede che l’attuazione dello stesso avvenga attraverso il perfezionamento di specifici intese tra le associazioni territoriali di Confartigianato in Sardegna e Banca Intesa.

Diversi i punti fondamentali dell’accordo come, ad esempio, l’individuazione di nuove modalità di scambio di informazioni tra la banca e l’impresa a livello locale, la valorizzazione del rapporto con i Confidi, l’individuazione di strumenti di valutazione dell’impresa che consentano un’analisi completa dell‘attività imprenditoriale e l’individuazione di strumenti di finanziamento che possano supportare i processi di ricapitalizzazione dell’impresa, per fornire così maggiore liquidita’ per l’attivita’ imprenditoriale.

 

Marco Poggi