Ordine negli studi professionali, please!

“Confprofessioni è pronta a portare sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Monti, e del sottosegretario Antonio Catricalà, un pacchetto di misure che possano rilanciare l’attività degli studi professionali e individuare con il governo nuovi ambiti di intervento per sburocratizzare il sistema ordinistico“. E’ quanto afferma, in un intervento sul quotidiano ‘Italia Oggi’, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Stella sottolinea che “i professionisti, con grande senso di responsabilità, sono pronti ad affrontare i cambiamenti in atto, ma a precise condizioni“.

L’apertura alla concorrenza dei servizi professionali non può essere barattata con la creazione di nuove concentrazioni, moderni monopoli che minacciano di fagocitare una realtà economica costellata da una miriade di studi di piccole e piccolissime dimensioni“.

In gioco – avverte – non c’è il destino degli ordini o delle tariffe professionali, ormai ampiamnete superate dopo il decreto Bersani. Si tratta di definire con chiarezza il ruolo e le competenze dei liberi professionisti all’interno delle moderne dinamiche del mercato“.

Confprofessioni cerca un posto al sole

Le consultazioni di martedì 15 novembre del Presidente del Consiglio sono state aperte anche a Confprofessioni, confermando la disponibilità di Mario Monti a collaborare con tutti gli organi rappresentativi delle categorie di lavoratori.

Ciò è stato confermato direttamente dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, il quale indica come indispensabile un “percorso di collaborazione e dialogo costruttivo per uscire dalla crisi e dalle difficoltà che hanno colpito il Paese e i professionisti” perché “mai come in questo frangente il Paese ha un disperato bisogno di competenze e di professionalità“.

L’appuntamento di martedì, inoltre, è servito anche come occasione, per Confprofessioni, di presentare a Mario Monti l’intesa sottoscritta con gli organismi sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti degli studi professionali.

A questo proposito, Stella ha dichiarato: “Primi nella contrattazione italiana, abbiamo fatto nostre le norme sul nuovo apprendistato che riteniamo possano essere una grande opportunità per l’inserimento dei giovani nel settore professionale, tanto più ora che sono state introdotte nell’ultimo decreto sulla stabilità esenzioni contributive”. Dare dignità a chi si affaccia sul mondo del lavoro è assolutamente basilare, per dare la possibilità ai giovani di crescere ed acquisire professionalità.

Per quanto riguarda la Legge di Stabilità, Gaetano Stella la approva seppur con una riserva, poichè si augura che “le misure approvate avvengano con gradualità e con modalità che non marginalizzino il contenuto professionale rispetto all’apporto predominante di capitali”. Questo per allontanare il timore, comune tra i professionisti, di una situazione anomala in Europa, che è insorto apprendendo i contenuti della Legge di Stabilità per la disciplina delle società tra professioni, perché, dice Stella: “in nessun paese europeo esiste una legge dove il socio di capitale esterno può detenere la maggioranza. Così di certo non si aiutano i professionisti, al di là del fatto che nascerebbe un conflitto di competenze tra il Ministero dello Sviluppo Economico, che regola la società, e quello della Giustizia, riferimento dei professionisti”.

In conclusione del suo intervento, il presidente di Confprofessioni ha ribadito l’importanza dell’organismo di cui è a capo, per modernità e sviluppo, per rilevanza economica e sociale e si augura che tutto ciò venga riconosciuto da Monti.

Vera Moretti

Confprofessioni, 9 punti per rilanciare l’Italia

Confprofessioni prende posizione nei confronti dell’attuale situazione di crisi e presenta al governo un documento in nove punti nell’ambito della stesura del decreto sviluppo: il “Piano Sviluppo dei liberi professionisti per l’Italia“.

“Il quadro economico e sociale del Paese – ha affermato il presidente nazionale di Confprofessioni, Gaetano Stella impone una svolta nella strategia politica e di governo, con lo scopo prioritario di individuare nuovi indirizzi di crescita, vincolati al mantenimento della stabilità dei conti pubblici. Tenuto conto delle recenti manovre di aggiustamento della finanza pubblica occorre intervenire con maggior incisività sui fattori che frenano lo sviluppo. Il mix tra un debito pubblico ormai non più sostenibile e i bassi tassi di crescita, insieme con una spesa pubblica fuori controllo e un’imposizione fiscale eccessiva, rappresentano il principale ostacolo a qualsiasi ipotesi di riforma strutturale della finanza pubblica e di sviluppo delle attività economiche“.

Questi i nove ambiti di intervento presenti nel documento di Confprofessioni: debito pubblico e pressione fiscale; crescita e competitività; rilancio del lavoro e dell’occupazione giovanile; piano nazionale straordinario per il Mezzogiorno; liberalizzazioni; nodi dell’export; innovazione; piano per le infrastrutture; difesa del suolo; riorganizzazione della giustizia civile e tributaria.

Appare non più demandabile avviare misure concrete per un significativo ‘acconto’ di rientro del debito italiano – prosegue Stella -, rinviando all’auspicato, imminente riordino fiscale il compito di rendere certo, coerente e stabile sia il completamento della manovre di rientro che le misure di sostegno alla crescita e alla competitività. Parallelamente, occorre mettere in campo azioni e programmi tesi ad accelerare la dinamica del Pil, attraverso interventi mirati che fanno leva sia sui punti di forza del nostro Paese, sia sulla rimozione di ostacoli che frenano l’economia e impediscono la riduzione dei costi e il raggiungimento di maggiori livelli di efficienza e competitività“.

Clicca qui per scaricare il “Piano Sviluppo dei liberi professionisti per l’Italia

Raggiunto l’accordo per il rinnovo dei contratti degli studi professionali

E’ stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali, sottoscritto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil e Confprofessioni.

La lunga trattativa, iniziata lo scorso autunno, porta buone notizie, e in concreto 87,50 Euro in più al mese, a circa un milione di lavoratori subordinati e 400mila tra praticanti e partite Iva, e coinvolge le figure professionali di dipendenti degli studi notarili e di avvocati, studi dentistici, ingegneri ed architetti.

Franco Martini, Segretario Generale della Filcams Cgil, si è detto soddisfatto. “Con la firma del contratto nazionale si rafforza ed estende il sistema dei diritti in un settore fortemente polverizzato. Un mondo di giovani ragazze e ragazzi che troverà nel nuovo contratto maggiori opportunità di crescita e valorizzazione professionale, nonchè di tutele contrattuali e di rappresentanza sindacale. La firma del contratto, raggiunta unitariamente oltre ad essere positiva nei contenuti, rappresenta un segnale importante per consolidare l’inversione di tendenza, dentro un quadro di relazioni sindacali, caratterizzato dalla negativa pratica degli accordi separati. L’ipotesi di accordo sarà sottoposta alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che si svolgerà anche attraverso forme inedite, date le caratteristiche del settore, con uno sforzo organizzativo e di fantasia notevole, per far vivere la democrazia anche là dove potrebbe sembrare impossibile.”

L’applicazione del nuovo contratto è prevista anche per apprendisti e praticanti/stagisti, per i quali verrà individuato un giusto criterio di compenso.

Dopo questo importante traguardo, Danilo Lelli, che ha seguito la trattativa per la Filcams Cgil Nazionale, ci sono altri importanti obiettivi da raggiungere, come ad esempio un rilancio del piano organizzativo e la contrattazione di secondo livello con diretto coinvolgimento dei territori.

Vera Moretti

Detassazione e Professionisti

Confprofessioni ha dato delle delucidazioni circa l’agevolazione fiscale del 10% sugli incrementi di produttività. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011 è possibile applicare un’imposta sostitutiva del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione, legata ad incrementi della produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa.

Per accedere ai benefici occorre applicare il CCNL per i dipendenti degli studi professionali e aver fatto svolger un’attività lavorativa volta all’incremento della produttività, della qualità e redditività ai propri dipendenti, a prescindere dall’iscrizione a una delle associazioni aderenti a Confprofessioni.

Basterà applicare il regime agevolato della detassazione nel libro unico del lavoro e nei prospetti paga dei lavoratori interessati senza dover stipulare accordi interni allo studio. L’accordo è già stato sottoscritto da 15 regioni: Alto Adige (14 marzo), Emilia Romagna (22 aprile), Umbria (27 aprile), Toscana (29 aprile), Friuli Venezia Giulia (2 maggio), Lazio e Veneto (4 maggio), Sardegna (5 maggio), Lombardia e Piemonte (10 maggio), Marche (16 maggio), Liguria (1° giugno), Abruzzo (14 giugno), Puglia (28 giugno) e Valle d’Aosta (25 luglio).

Per poter godere della detassazione il lavoratore non deve aver percepito una somma superiore ai 40mila euro di reddito nel corso del 2010. Il limite di reddito assoggettabile all’imposta del 10% è infatti fissato a 6mila euro lordi.

Modernizzare la direttiva sulle qualifiche professionali

Il libro Verde presentato lo scorso 27 giugno a Roma esprime la volontà di modernizzare la direttiva sulle qualifiche professionali. L’Ue ha intenzione di semplificare la direttiva sulle qualifiche professionali attraverso delle misure che mirano soprattutto alla modernizzazione delle tecnologie.

In particolare si vuole introdurre la Carta professionale europea e la possibilità di effettuare online tutte le procedure relative al riconoscimento delle qualifiche. La Carta emessa dall’autorità competente nello Stato membro di partenza dovrà verificare che i richiedenti siano in possesso delle adeguate qualifiche e soddisfino gli eventuali altri requisiti previsti dalla direttiva modernizzata.

Il sistema di informazione del mercato interno (IMI) potrebbe essere d’ausilio alla collaborazione tra autorità competenti. Come si legge nel documento “ciò richiederebbe che tutte le autorità che provvedono all’emissione e alla verifica della carta siano registrate nell’IMI, in modo che possano comunicare tra loro in caso di domande. Sono molte le autorità competenti dell’UE che hanno già effettuato la registrazione e altre dovrebbero iscriversi entro la fine del 2012”.

La carta professionale europea farà ricorso ai punti di contatto nazionali previsti dall’articolo 57 della direttiva, che forniscono già informazioni e assistenza ai professionisti che richiedono il riconoscimento delle proprie qualifiche. La seconda possibilità è di sfruttare gli sportelli unici previsti dalla direttiva sui servizi, trasformandoli in portali completi di amministrazione online, in grado di consentire ai prestatori di servizi di ottenere facilmente online qualsiasi informazione relativa alle proprie attività.

Entro il 20 settembre le associazioni dovranno presentare eventuali proposte e osservazioni alla Ue.

 

Giovani e donne a rischio salari bassi

In occasione del Forum “Dalle pari opportunità alle opportunità di sviluppo” organizzato dal Fondo insieme a Confprofessioni ad Ancona si è fatto il punto sulle donne e i giovani del Sud, che lavorano nel mondo delle professioni, vittime privilegiate dei bassi salari.

Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni ha spiegato: “Il tema delle pari opportunità, posto in evidenza oggi non è solo quello del rapporto uomo-donna sul luogo di lavoro, ma prende in considerazione le cosiddette ‘tre G’ e cioè le discriminazioni di genere, generazionali e geografiche”. Infatti, ha affermato Stella “oltre alle differenze dei trattamenti tra uomo e donna sui luoghi di lavoro, va considerata anche la differenza territoriale, visto che il mercato del lavoro al Nord funziona mentre al Sud questo non avviene, senza dimenticare che per quanto riguarda al questione generazionale, sono proprio i giovani quelli più discriminati“.

Dalla ricerca condotta dal Fondo e dall’Università delle Marche emerge, infatti, che le condizioni dei giovani professionisti sono difficili. I numeri parlano chiaro: i giovani a rischio precarietà rappresentano circa il 20% del totale, seguono i professionisti con scarse tutele, quantificabili in un 60%.

Il presidente di Fondoprofessioni, Massimo Magi ha detto ai professionisti marchigiani: “Realizzeremo on i nuovi bandi formativi del 2011-2012 una ‘nuova’ offerta formativa aperta ad attività con le Regioni, con le associazioni di categoria per implementare le competenze del personale degli studi professionali. E’ necessario cambiare la formazione che e’ la leva strategica per lo sviluppo del Paese”.

Mirko Zago

Confidi per i liberi professionisti

Il vicepresidente dei deputati della Lega, Alessandro Montagnoli, primo firmatario dell’emendamento approvato martedì sera dalle commissioni riunite Bilancio Finanza e Tesoro durante l’esame del decreto Sviluppo, passato mercoledì all’esame dell’Aula di Montecitorio ha commentato:  “C’era una ingiustizia che andava eliminata e lo abbiamo fatto: finalmente anche i liberi professionisti potranno costituire Confidi, mentre fino ad oggi questa opportunita’ era ad appannaggio solo delle piccole e medie imprese industriali, commerciali, turistiche e di servizi, nonche’ di imprese artigiane e agricole“.

Per il mondo dei liberi professionisti si tratta di una novità assoluta. L’intero comparto potrà infatti accedere al credito agevolato e alle garanzie che saranno poste in essere dai consorzi costituiti dalle stesse associazioni dei liberi professionisti.

Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella testimonia felicità per la novità: “Fino a oggi il sistema dei Confidi ha coperto tutti i settori economici del Paese, ma non quello delle professioni“. I Confidi per i liberi professionisti rappresentano un importante incentivo contro la situazione di crisi che incide anche sugli studi professionali. La mancanza di questo strumento di sostegno al credito – osserva il deputato leghista – danneggia enormemente i liberi professionisti, anche perche’ dopo Basilea 2 la concessione del credito sulla base di ‘rating’, non favorisce, di fatto, l’accesso al credito di soggetti con minori capacita’ patrimoniali, rispetto ai gruppi industriali o commerciali o dei servizi.

Finalmente i confidi disponibili anche per i professionisti

Buone notizie per i professionisti. Anch’essi potranno infatti avere il loro Confidi. Durante l’esame del decreto Sviluppo, le Commissioni riunite Bilancio e Tesoro e Finanze hanno infatti dichiarato ammissibile l’emendamento che consente ai liberi professionisti di costituire il proprio consorzio fidi.

Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella ha espresso gioia per i risultati ottenuti e ha ringraziato gli onorevoli Ignazio Abrignani e Alessandro Montagnoli, che hanno proposto l’emendamento: “Esprimiamo vivo apprezzamento per gli emendamenti presentati dagli onorevoli Ignazio Abrignani e Alessandro Montagnoli che sono riusciti a trovare un largo consenso in Commissione

Stella ha poi proseguito: “finalmente viene superata una lacuna, vissuta da moltissimi liberi professionisti come un’ingiustizia. Fino a oggi il sistema dei Confidi ha coperto tutti i settori economici del Paese, ma non quello delle professioni”, ha affermato Stella. “Il settore delle professioni, al pari di tutte le altre categorie economiche e sociali, ha subito le conseguenze della crisi che ha determinato un allungamento nei tempi di incasso delle parcelle e difficoltà negli investimenti materiali e immateriali“.

 

Mister Pmi apre tavolo di incontro per la regolamentazione delle professioni

Serve un accordo per regolamentare le professioni che sono senz’Albo, per questo è stato indetto un tavolo di confronto. Lo scorso 30 maggio, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha partecipato al primo incontro per le professioni non regolamentate presieduto da Giuseppe Tripoli, capo del Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del ministero dello Sviluppo economico, relatore al primo seminario confederale del 31 marzo scorso su “Reti e filiere”.

Fra tutti i temi importanti trattati spicca la strategia di sostegno alla realtà estremamente differenziata delle professioni non regolamentate, a partire dal settore contributivo e fiscale. Un’attenzione particolare è stata data anche ai servizi alle imprese, alle attività di cura e alla comunicazione.

Hanno partecipato insieme a Confprofessioni, di Assoprofessioni, Colap, Casartigiani, Claai, Accredia, Uni e Cnel. La data prevista per elaborare opinioni sul da farsi in merito al ddl relativo al riconoscimento delle professioni non protette da albo sarà fine giugno. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Tripoli – è quello di individuare esigenze e linee di intervento per questo comparto che rappresenta una quota rilevante del PIL e uno dei settori economici più vivaci e in trasformazione. Abbiamo iniziato un percorso condiviso, consapevoli che in Parlamento sono in discussione alcuni disegni di legge che puntano a regolamentare queste attività professionali non ordinistiche“.