Confprofessioni: accettata l’adesione di Antec

Il Consiglio Generale di Confprofessioni ha accolto la richiesta di adesione di Antec, l’Associazione nazionale dei tecnici e tecnici laureati liberi professionisti, che raccoglie geometri, periti industriali, periti agrari e agrotecnici. Si tratta di un completamento delle sigle sindacali che già contano su Ala Assoarchitetti, Assoingegneri, Singeop (geologi professionisti) e Sindagrof (agronomi forestali).

Mariano Magnabosco, presidente di Antec ha commentato: “Confprofessioni è la confederazione che più di altre rappresenta su tutto il territorio nazionale le professioni liberali. Ma finora le professioni tecniche non erano presenti. Ora, con l’adesione di Antec il bacino della rappresentanza di Confprofessioni si estende anche ai geometri, periti industriali, periti agrari e agrotecnici, che svolgono attività libero professionale nei comparti dell’edilizia, territorio, ambiente, tecnologie, sicurezza e agroalimentare in Italia e dell’Area Ue”.

Costituita lo scorso 4 aprile, Antec può già vantare una diffusa presenza sul territorio nazionale, che copre 11 regioni e 24 province, su un bacino potenziale di circa 200 mila professionisti iscritti nei relativi albi professionali. I suoi obiettivi sono la valorizzazione e la tutela dell’immagine, la dignità e il decoro delle categorie aderenti, la rappresentanza sindacale degli iscritti per la difesa e la tutela dei loro diritti e dei loro interessi, anche economici, anche attraverso la partecipazione ad organismi nazionali che internazionali; lo sviluppo di percorsi formativi per l’aggiornamento professionale.

Si attendono per la fine dell’anno le linee strategiche dell’associazione che permetteranno di intavolare un percorso di crescita delle categorie tecniche.

M.Z.

Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma sull’apprendistato

Il consiglio dei ministri del 5 maggio scorso ha approvato lo schema di decreto legislativo sull’apprendistato, che attua la delega conferita al governo dalla legge in materia di previdenza, lavoro e competitività per favorire la crescita (legge 247/2007). Sono previsti due contratti: l’apprendistato per la qualifica professionale, rivolto ai giovanissimi a partire dai 15 anni di età; l’apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, rivolto ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni che devono completare il loro iter formativo e professionale; l’apprendistato di alta formazione e ricerca, rivolto a coloro che aspirano a un più alto livello di formazione, nel campo della ricerca, del dottorato e del praticantato in studi professionali.

Cosa prevede la legge: “la forma scritta del contratto e del relativo piano formativo individuale da definire; divieto di retribuzione a cottimo; possibilità di inquadrare il lavoratore fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante, in applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti; presenza di un tutor o referente aziendale; possibilità, anche con il concorso delle Regioni, di finanziare i percorsi formativi aziendali degli apprendisti tramite dei fondi paritetici interprofessionali (nel ambito degli studi professionali opera Fondoprofessioni); registrazione della formazione effettuata e delle competenze acquisite nel libretto formativo; possibilità del riconoscimento, sulla base dei risultati conseguiti, della qualifica professionale ai fini contrattuali e delle competenze acquisite; divieto per le parti di recedere dal contratto durante il periodo di formazione in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo; possibilità per le parti di recedere dal contratto al termine del periodo di formazione e, se nessuna delle parti esercita la facoltà, il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato“.

Con il primo tipo di contratto potranno essere assunti lavoratori in tutti i settori di attività, anche per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, i soggetti che abbiano compiuto 15 anni. Il contratto non potrà superare i tre anni. Con il secondo tipo di contratto possono essere assunti lavoratori in tutti i settori di attività, pubblici o privati, i soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Per i soggetti in possesso di una qualifica professionale, il contratto può essere stipulato a partire dal diciassettesimo anno di età. Il contratto non potrà superare i 6 anni di durata.

Il contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca può essere utilizzato per l’assunzione in tutti i settori di attività, pubblici o privati, per attività di ricerca o per il conseguimento di un titolo di studio di livello secondario superiore, per il conseguimento di titoli di studio universitari e dell’alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica superiore, nonché per il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche o per esperienze professionali. Il contratto è destinato a soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Sono le Regioni a decidere la sua durata.

In ogni caso si applicano le norme sulla previdenza e assistenza sociale obbligatoria (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, contro le malattie, contro l’invalidità e vecchiaia).

M.Z.

Fondoprofessioni annuncia un fondo di 3 milioni per la formazione negli studi

Il consiglio di amministrazione di Fondoprofessioni ha confermato l’istituzione di un fondo di 3 milioni di euro destinati ai dipendenti degli studi professionali e delle aziende collegate per attività formative. L’obiettivo del fondo è di promuovere la crescita delle competenze dei liberi professionisti con una formazione qualificante che possa creare una reale competitività tra studi e aziende aumentando la qualità.

Obiettivo del Fondo è quello promuovere e favorire la crescita delle competenze dei dipendenti del comparto delle libere professioni attraverso interventi formativi altamente qualificanti e sostenere, quindi, lo sviluppo della competitività di studi e aziende. La dotazione è così ripartita: 2,5 milioni di euro alle attività corsuali (1,3 milioni per chi applica il Ccnl degli studi e 1,2 milioni ai contratti diversi), mentre alle attività seminariali, rivolte esclusivamente alle associazioni di categoria, vengono destinati 500 mila euro. Il termine per la presentazione delle domande di finanziamento è fissato al 4 aprile 2011. Per presentare i propri progetti e ottenere i finanziamenti si può visitare il sito di Fondoprofessioni (www.fondoprofessioni.it) in cui è presente il formulario da completare.

I corsi dovranno tenersi entro 12 mesi dall’approvazione e per ogni singolo progetto potranno essere allocati al massimo 50mila euro. I requisiti sono un numero minimo di 4 persone partecipanti e 16 massimo per un numero di ore minimo pari a 16 e massimo di 40. I seminari potranno durare da 4 a 8 ore con un numero di partecipanti minimo pari a 20 persone. L’80% del costo del progetto sarà sostenuto da Fondoprofessioni, che erogherà risorse fino ad un massimo di 3 mila euro per i seminari di quattro ore e 5 mila euro per quelli di otto ore. Sono previste attuazioni differenti in caso di progetti che prevedano una singola sessione di seminario.

Mirko Zago

I dipendenti degli studi possono accedere alle liste di mobilità

Il ministero del Lavoro ha risposto all’interpello 10/2011 sollevato da Confprofessioni e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro relativamente all’iscrizione alle liste di mobilità per dipendenti degli studi. I tecnici del ministero appellando la legge 233/91 hanno fatto sapere che anche questi lavoratori hanno gli stessi diritti di iscrizione alle liste per lavoratori licenziati: “È un atto di giustizia che a due anni dal riconoscimento degli ammortizzatori sociali in deroga parifica i dipendenti degli studi a quelli dell’impresa, del commercio e dei servizi” ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “La crisi economica ha colpito molto anche gli studi professionali e molti lavoratori sono stati licenziati o costretti a dimettersi. Ora quei lavoratori hanno gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori“.

Il ministero precisa che i lavoratori degli studi professionali, qualora godano di almeno 12 mesi di anzianità lavorativa presso lo stesso studio (di cui almeno sei di lavoro effettivamente prestato) hanno diritto anche all’indennità di mobilità in deroga. Positivi i commenti del presidente di Confprofessioni: “non solo i dipendenti potranno usufruire dell’indennità di mobilità, ma potranno essere assunti usufruendo di tutte le agevolazioni previste in caso di nuova occupazione” – e aggiunge – “di fatto, il libero professionista, titolare di uno studio professionale, viene considerato come un vero e proprio datore di lavoro, al pari cioè di un imprenditore, aprendo la strada di altri riconoscimenti per gli studi professionali, esattamente come avviene per le imprese”.

Mirko Zago

La riforma delle professioni è una priorità secondo il Ministero della Giustizia

Il capo di gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso, durante un incontro ufficiale con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha affermato che “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia“. Secondo Nebbioso “L’ufficio legislativo  sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

La legge quadro detterà i principi per garantire l’elevata qualità delle prestazioni definendo regole trasparenti e di facile interpretazione. Secondo il ministero della giustizia però per agevolare i lavori sarebbe meglio anticipare il  contributo della Confederazione, nel suo ruolo di rappresentanza unitaria delle professioni intellettuali. Ciò che serve è uno Statuto delle professioni.

Confprofessioni si è attivata per offrire la massima collaborazione nell’individuare quali sono le necessità di ciascuna professione intellettuale: “Ci siamo impegnati – ha detto il presidente Gaetano Stella – a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

Mirko Zago

Confprofessioni: per la ripresa servono nuovi professionisti

Il Consiglio dei ministri qualche giorno fa ha varato il pacchetto di misure per rilanciare l’economia, tanto atteso dal settore delle imprese e dei professionisti. Per Confprofessioni però, senza incentivi e formazione di nuovi professionisti, non si può andare lontano. “Il piano per la crescita può rappresentare realmente una frustata al cavallo dell’economia, purché tenga in considerazione tutte le forze economiche del Paese, libere professioni comprese” ha affermato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni (principale organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia).

Stella ha ribadito inoltre  che “Si tratta di materie che coinvolgono trasversalmente tutto il sistema professionale e che incidono direttamente sulla loro attività. C’è una piena condivisione sugli obiettivi del governo, poi si tratta di vedere come i provvedimenti annunciati verranno resi operativi. Da quanto emerso finora, tuttavia, pare che le misure di stimolo all’economia viaggino in un’unica direzione, quella delle imprese, trascurando completamente il settore delle libere professioni”.

Viene criticato lo sbilanciamento a favore delle piccole e medie imprese, a danno delle categorie dei professionisti. Manca infatti nello “Small Business Act” interventi articolati per i professionisti. Stella sottolinea la gravità poichè “Dalla riforma degli incentivi si passa alla fiscalità di vantaggio per la creazione di nuove imprese al Sud, dove i professionisti e soprattutto i giovani professionisti sono costretti a migrare in altre regioni nella speranza di poter esercitare la loro attività“.

Mirko Zago

Alluvione in Veneto: anche per i liberi professionisti sospensione di tutti gli obblighi tributari

Gaetanto Stella, presidente di Confprofessioni, ha lanciato un appello al Governo: sospensione immediata di tutti gli obblighi tributari, diretti e indiretti, per i liberi professionisti del Veneto colpiti dall’alluvione. Secondo Stella, gli studi professionali del Veneto che hanno subito gravissimi danni economici sarebbero numerosi: negli studi legali interi archivi sono andati distrutti, negli ambulatori sanitari e odontoiatrici si stimano ingenti danni ad apparecchiature e strumentazioni, senza contare il blocco dell’attività professionale che ha messo in ginocchio i  professionisti. “Facciamo appello al Governo e ai ministri competenti – afferma Stella –  affinché si possa estendere anche ai liberi professionisti del Veneto il rinvio dei termini di pagamento per tasse e contributi e l’esenzione dell’applicazione degli studi di settore per le attività professionali colpite dagli eventi alluvionali”.
Intanto, la Confederazione italiana dei liberi professionisti ha avviato un censimento, comune per comune, per individuare le situazioni di maggior emergenza e calcolare l’entità dei danni. Ma Confprofessioni si è già attivata su diversi fronti per aiutare i professionisti del Veneto. Attraverso Ebipro, l’Ente Bilaterale per gli studi professionali, ha invitato le parti sociali a valutare iniziative sinergiche nell’ambito della bilateralità di settore degli studi per operare a sostegno dei datori di lavoro e dei lavoratori in difficoltà. Inoltre, grazie all’alleanza con Unicredit, i professionisti colpiti dall’alluvione potranno usufruire del plafond di 150 milioni di euro a condizioni agevolate stanziato da Unicredit.