Modello 730 precompilato con invio da parenti o persone di fiducia. Guida

Il Modello 730 precompilato sarà disponibile dal giorno 23 maggio 2022, ma l’Agenzia delle Entrate continua a introdurre novità e sicuramente sarà molto gradita la possibilità di inviare il modello 730/2022 anche da parte di parenti o altre persone di fiducia

Invio del modello 730 precompilato da parte di parenti e persone di fiducia

In un recente comunicato stampa l’Agenzia delle Entrate, oltre a confermare la disponibilità del modello 730 precompilato a partire da lunedì 23 maggio, la modifica potrà avvenire dal 31 maggio, ha anche reso noto che quest’anno sarò possibile l’invio dello stesso da parte di un familiare o da parte di una persona di fiducia. Vedremo di seguito le modalità con cui può essere conferita la procura nei vari casi, infatti cambiano le modalità.

L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti il modello di procura che consente di presentare il modello 730/2022 per conto del coniuge, di un parente o affine entro il 4° grado di parentela oppure a un’altra persona di fiducia. Insieme alla procura è necessario allegare anche una copia del documento di riconoscimento sia del rappresentante, sia del rappresentato. La dichiarazione potrà essere presentata tramite posta elettronica certificata, attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate oppure presso gli sportelli presenti sul territorio.

Chi sceglie di presentare la dichiarazione dei redditi attraverso i servizi telematici può accedere con SPID, CIE o CNS.

Deve essere sottolineato che un solo rappresentante potrà presentare la dichiarazione per più soggetti, massimo 3, ad esempio una persona potrà presentare la dichiarazione per il genitore e per il coniuge, naturalmente è solo un esempio, potrà trattarsi dello zio o altra persona che ripone in lui fiducia. Il rappresentato potrà però conferire la delega solo ad un soggetto e la stessa sarà valida fino al 31 dicembre dell’anno in corso.

Modalità operative per conferire procura a parenti, persone di fiducia e in caso di “disabilità”

Particolari semplificazioni sono previste nel caso in cui il rappresentato sia un disabile oppure nel caso in cui la dichiarazione sia presentata da una soggetto che ha la qualità di erede.

Nel caso in cui la procura sia conferita al coniuge, a un parente o affine entro il quarto grado, dovrà essere compilata anche online dal rappresentato allegando una copia del documento di riconoscimento del rappresentante. In alternativa può essere trasmessa sempre dal rappresentato, via pec a una delle direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate, infine può essere presentata di persona a uno degli uffici territoriali.

Nel caso di presentazione via pec sarà necessario scansionare la procura firmata e il documento di riconoscimento. Nel caso di presentazione di procura allo sportello, deve essere consegnata copia fotostatica dei documenti del rappresentante e del rappresentato.

Se la presentazione del modello 730 avviene da parte di una persona di fiducia diversa dai parenti, la procura dovrà essere conferita dal rappresentato presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso in cui il rappresentato sia una persona impossibilitata a recarsi presso gli uffici a causa di patologie, sarà possibile presentare la procura tramite rappresentante munito di certificato medico firmato dal medico di base del rappresentato. La procura non può essere conferita a titolo professionale, cioè la procura ad un soggetto non parente, affine, coniuge non può essere andata, in questo caso, al commercialista. Si devono seguire in questo caso le regole ordinarie.

Se la dichiarazione si presenta in qualità di genitore, amministratore di sostegno o tutore è possibile utilizzare il servizio online presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate “ Consegna documenti e istanze”.

Sempre più contribuenti scelgono il precompilato: vantaggi

L’Agenzia delle Entrate nella stessa comunicazione sottolinea il crescendo interesse dei contribuenti italiani verso il modello 730 precompilato che un sempre maggiore numero di persone sceglie.

La soddisfazione per il servizio offerto è determinata anche dal fatto che nel tempo sono state implementate le informazioni già in possesso dell’Agenzia delle Entrate, come quelle relative alle spese per le quali sono previste deduzioni e detrazioni. Tali vantaggi fiscali infatti non sempre sono conosciuti dai contribuenti e di conseguenza in passato andavano persi, invece con il modello precompilato c’è un maggiore risparmio di imposta.

Ricordiamo che ogni contribuente può accedere al proprio modello precompilato, lo stesso può essere inviato senza modifiche nel caso in cui lo si ritenga esatto e completo, può essere inoltre integrato, ad esempio nel caso in cui si vogliano far valere ulteriori detrazioni, oppure si può modificare.

Pensione di reversibilità e divorzio: quando ne ha diritto l’ex coniuge?

La pensione di reversibilità è anche conosciuta come pensione indiretta e pensione superstiti e si riconosce il diritto a percepirla solo a determinate categorie di “parenti stretti”, tra queste vi è il coniuge. Tra le novità introdotte da poco su pensione di reversibilità e divorzio vi è il riconoscimento del diritto a percepirla anche per il coniuge divorziato con addebito.

Pensione di reversibilità e divorzio

Quando una persona ha maturato i requisiti minimi per il pensionamento e perde la vita, ai parenti può spettare la pensione superstiti o di reversibilità. Il coniuge, anche se legalmente separato, ha diritto al 60% della pensione se è solo, 80% se ha un figlio e al 100% della pensione che avrebbe percepito il marito in presenza di due o più figli minori.

Ricordiamo che la separazione non fa venire meno gli effetti civili del matrimonio, ma semplicemente autorizza i coniugi a vivere separati. Al termine del periodo di separazione possono decidere se procedere o meno alla richiesta di divorzio. Proprio per questo non vi è alcun dubbio che il coniuge legalmente separato possa beneficiare della pensione di reversibilità, ma cosa capita in caso di divorzio? Particolarmente complicata potrebbe essere la situazione in presenza di diversi ex coniuge e concorrenza con il coniuge/vedovo.

Cosa succede però se i coniugi sono diversi, cioè se vi è più di un ex coniuge? In Italia la pensione di reversibilità spetta anche all’ex coniuge. Fino a pochi mesi fa il riconoscimento aveva luogo solo nel caso in cui era titolare di un assegno periodico divorzile. Questo vuol dire che l’ex coniuge che aveva preferito la liquidazione una tantum dell’assegno divorzile non aveva diritto a una quota della pensione di reversibilità. La stessa non spettava neanche all’ex coniuge che non aveva ottenuto l’assegno divorzile in quanto ha avuto l’addebito della separazione.

La circolare 19 del 2022 riconosce la pensione di reversibilità all’ex coniuge indipendentemente dal titolo della separazione

Tutto cambia con la circolare 19 del 2022 dell’INPS, questa infatti ha provveduto a rendere noti alcuni chiarimenti adeguandosi, tra l’altro, ad alcune sentenze della Corte di Cassazione.

La premessa della circolare ripercorre la disciplina.

La prima norma da ricordare è l’articolo 22 della legge 21 luglio 1965, n. 903 che riconosce il diritto a percepire la pensione superstiti per il coniuge che sopravvive, ma, sottolinea l’INPS, non prevede che per poterla percepire sia necessario il presupposto della vivenza a carico.

Segue la circolare 185 del 2015 dell’INPS in cui si sottolinea che la pensione superstiti spetta anche al coniuge che ha avuto l’addebito della separazione, se titolare di assegno alimentare.

La giurisprudenza della Corte di Cassazione è andata però in diversa direzione riconoscendo il diritto alla pensione di reversibilità all’ex coniuge indipendentemente dal fatto che la separazione fosse o meno con addebito e che la parte fosse o meno titolare di un assegno divorzile. Proprio in ragione di ciò l’INPS ha emanato la circolare 19 del 2022 dove viene appunto riconosciuto il diritto ad ottenere la pensione di reversibilità per il coniuge o ex coniuge anche se non era titolare di assegno di divorzio o di assegno alimentare.

Come si determina l’ammontare?

Ciò che resta difficile è invece determinare il quantum, soprattutto nel caso in cui ci sia concorrenza tra più coniugi. In genere il coniuge vedovo riceve una percentuale maggiore, ma per determinare l’ammontare devono essere considerati diversi fattori, ad esempio la durata del matrimonio. Non esistono però criteri fissi di riferimento, ecco perché nel caso in cui si ritenga che la determinazione fatta dall’INPS sia contraria ai propri interessi, è possibile proporre ricorso.

Per capire a chi viene riconosciuta la pensione di reversibilità, o superstiti, c’è l’approfondimento: Pensione superstiti, o di reversibilità: a chi spetta e a quanto ammonta

Detrazioni familiari a carico 2021: a quanto ammontano e come si calcolano

Il legislatore italiano ha sempre riconosciuto particolare rilevanza sociale alla famiglia e per questo sono previste delle misure volte ad agevolare coloro che hanno un carico familiare. Tra le “agevolazioni” più conosciute vi sono le detrazioni per familiari a carico: ecco a quanto ammontano per il 2021.

Cosa sono le detrazioni familiari a carico

La prima cosa da capire è cosa sono le detrazioni e come funzionano: si tratta di importi che vengono sottratti alle imposte da versare. Per quanto riguarda le detrazioni familiari a carico, si tratta di somme sottratte dall’IRPEF, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, quindi contribuiscono a ridurre le somme dovute all’erario e, per coloro che hanno il sostituto d’imposta, cioè quando l’IRPEF viene versata dal datore di lavoro, si materializzano attraverso delle restituzioni successive alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Le detrazioni familiari a carico dipendono dalla misura stabilita per legge, questa varia di anno in anno e dipende anche dall’inflazione,  dal reddito prodotto, inoltre dipende dalla situazione concreta del singolo nucleo familiare.

Deve essere inoltre sottolineato che non spettano detrazioni per familiari a carico nel caso in cui il reddito annuale percepito superi i 95.000 euro.  Vedremo ora le diverse ipotesi che possono verificarsi e gli importi delle detrazioni familiari a carico 2021. Sottolineiamo fin da ora che le detrazioni per familiari a carico sono previste anche nel caso in cui i soggetti a carico siano maggiorenni, l’importante è che siano fiscalmente a carico, cioè non superino determinate soglie di reddito percepito. Occorre ricordare anche che nel prosieguo si parlerà di importi teorici, infatti gli stessi possono variare in funzione del reddito e comunque la copertura massima sono le imposte effettivamente dovute.

Detrazioni figli a carico minori di 3 anni

Le normative sulle detrazioni familiari a carico 2021 in linea teorica prevedono che per i figli legittimi, naturali, adottivi, affidatari, di età inferiore ai 3 anni l’importo massimo riconosciuto sia di 1.220 euro.

Detrazioni figli a carico maggiori di 3 anni

Nel caso in cui i figli abbiano un’età superiore a 3 anni, l’ammontare della detrazioni è di 950 euro. In questa sede è opportuno ricordare che, come già anticipato, anche i figli maggiorenni concorrono al maturare del diritto alle detrazioni, in questo caso però vi sono dei limiti. Per ottenere le detrazioni per familiari a carico in presenza di figli maggiori di età questi devono essere fiscalmente a carico del beneficiario (cioè il soggetto che ha un reddito soggetto a tassazione IRPEF e che si occupa di mantenere figli, coniuge e altri familiari)  e per rientrare in questa categoria vi sono dei limiti reddituali.

Il figlio maggiorenne, ma di età inferiore a 24 anni deve avere un reddito personale inferiore a 4.000 euro, mentre per i figli di età superiore a 24 anni, il limite di reddito è di 2.840,51 euro. Nel computo del reddito devono essere inseriti tutti i proventi delle varie attività condotte, ad esempio reddito da lavoro dipendente, collaborazioni, redditi agrari, d’impresa, da lavoro autonomo, reddito da fabbricati derivante da canone di locazione.

 Detrazioni familiari a carico disabile

Gli importi ora visti cambiano nel caso in cui il figlio sia disabile. In questo caso per ogni figlio disabile di età inferiore a 3 anni, le detrazioni familiari a carico 2021 ammontano a 1.620 euro, mentre per disabili di età pari o superiore a 3 anni 1.350 euro.

Detrazioni famiglie numerose

Le detrazioni ora viste sono aumentate di 200 euro per ogni figlio a carico nel caso in cui essi siano più di 3. Si faccia il caso di una famiglia con 4 figli di età superiore a 3 anni e non disabili, per ogni figlio riceverà 1.150 euro.

Detrazioni familiari a carico 2021: coniuge e unioni civili

Si possono ottenere le detrazioni anche per il coniuge fiscalmente a carico, anche in questo caso è previsto lo stesso limite reddituale, cioè il coniuge non deve avere un reddito superiore a 2.840,51 euro. In questo caso gli importi sono diversi rispetto a quelli visti finora. In particolare se il soggetto beneficiario:

  • ha un reddito inferiore a 15.000 euro spetta una detrazione di 800 euro;
  • se il reddito è compreso tra 15.000 euro e 80.000 euro l’importo è di 690 euro.

Quando si parla di detrazione per coniuge fiscalmente a carico deve comunque intendersi esteso anche alle parti dell’unione civile come disciplinata dal nostro ordinamento. Mentre l’estensione non è prevista per le unioni di fatto definite dalla legge Cirinnà “la condizione di due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile” . Le detrazioni comunque spettano per il coniuge non legalmente separato. Nel caso in cui il provvedimento di separazione avvenga nel corso dell’anno, ad esempio nel mese di giugno, comunque si può beneficiare della detrazione per familiari a carico per il periodo intercorrente tra l’inizio dell’anno e il momento della separazione.

Deve infine essere sottolineato che la normativa riconosce la possibilità di avere anche altri soggetti a carico fiscalmente, si tratta di genitori, nonni, fratelli e sorelle, nuore, generi, nipoti che però devono convivere con il soggetto che beneficia delle detrazioni, si deve quindi trattare di una situazione di fatto dove il soggetto che non ha redditi propri effettivamente è a carico del beneficiario.

Il calcolo delle detrazioni

Calcolare gli effettivi importi a cui si ha diritto è molto semplice, si può trovare la formula sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

La formula è: detrazione teorica  X  (95.000 – reddito complessivo /95.000 euro).

Ad esempio se la detrazione teoria è 1.220 euro e il reddito 30.000 euro, occorre in primo luogo sottrarre 30.000 alla base di 95.000 euro. L’ammontare deve essere diviso per 95.000 e moltiplicato per 1.220. In questo caso l’importo effettivo è di 834,37 euro.

Le detrazioni per figli a carico possono essere usufruite da entrambi i genitori, in misura del 50% ciascuno. In alternativa, e su accordo delle parti, possono essere usufruite da uno solo al 100%.

Cosa succede se l’ammontare dell’IRPEF dovuta è inferiore rispetto alle detrazioni a cui si avrebbe diritto? Semplicemente nulla, le detrazioni sono calcolate sugli importi “maturati”, la parte rimanente è persa. Si faccia il caso di un lavoratore che paga 500 euro di IRPEF e avrebbe diritto a una detrazione di 950 euro, in questo caso otterrà il beneficio della detrazione di 500 euro, restituita nel caso le quote siano già versate dal sostituto d’imposta, mentre le restanti 450 euro restano “scoperte”.