Il Cndcec entra a far parte della Confédération Fiscale Européenne

Passo importante per il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Il Cndcec ha infatti aderito alla Cfe, la Confédération Fiscale Européenne, organismo che rappresenta oltre 180mila consulenti fiscali di 21 organizzazioni da 26 Paesi europei.

Un’adesione, quella del Cndcec che punta a far sì che il Consiglio approfondisca il tema della fiscalità anche in ottica europea. Come ha ricordato il presidente del Cndcec Gerardo Longobardi, “l’internazionalizzazione delle imprese, il dinamismo normativo a livello Ocse e delle Istituzioni europee sui temi dell’equità fiscale, della trasparenza e della lotta all’evasione, assieme alla necessaria valorizzazione del ruolo del professionista consulente fiscale rendono imperativo e doveroso il contributo dei Commercialisti, per lo sviluppo di norme e meccanismi di tassazione che necessariamente impatteranno sui contribuenti italiani e sulla nostra professione”.

Congratulazioni per l’adesione sono arrivate al Cndcec dal presidente della Cfe, l’olandese Henk Koller, che ha ricordato “la rilevanza della partecipazione italiana nel contesto delle iniziative promosse dalla Cfe nella cooperazione con la Commissione Europea, sui progetti Beps (Base Erosion and Profit Sharing) dell’Ocse e sulla redazione di uno Statuto per il contribuente, arricchendo la compagine delle 21 delegazioni già coinvolte”.

Con il proprio ingresso nella Cfe, il Cndcec punta in maniera decisa a ricoprire un ruolo di primo piano a livello europeo, aiutando la confederazione a sviluppare le relazioni con autorità a livello nazionale e internazionale, rappresentando i professionisti e evidenziando il contributo da loro offerto grazie alle competenze tecniche acquisite.

Bilancio del Cndcec approvato all’unanimità

Durante l’Assemblea svoltasi il primo luglio a Roma presso la sede del Coni è stato approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2014 del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili da parte dei rappresentanti degli Ordini territoriali.

La tradizione vuole che anche i presidenti e i vicepresidenti degli organi locali partecipino attivamente ai processi di approvazione dei conti dell’organo nazionale, con particolare riferimento al bilancio preventivo e consuntivo.

La giornata di lavori è iniziata con la lunga relazione di Gerardo Longobardi, presidente dei commercialisti italiani, sull’attività svolta dal Consiglio nazionale.
L’Assemblea ha anche offerto lo spunto per un confronto tra rappresentanti nazionali e locali al fine di tracciare insieme la traiettoria verso cui indirizzare il lavoro futuro.

Longobardi ha dichiarato: “È stato un anno difficile perché abbiamo dovuto rimettere in moto una macchina complessa come il Consiglio nazionale, amalgamare una squadra di governo, riannodare i fili interrotti di necessarie relazioni istituzionali, riconquistare spazio nei numerosi dibattiti sulle questioni di nostro interesse. E’ stata un’attività frenetica per la ferma volontà di riconquistare alla nostra professione gli spazi perduti, per riportare la voce dei commercialisti al centro dei dibattiti, per non far mai mancare il nostro apporto ai tavoli di discussione”.

Il lavoro effettuato dal Consiglio è stato rivolto anche all’adeguamento dei Regolamenti della professione alle disposizioni normative dettate dalla riforma delle professioni, deliberando quelli per la funzione disciplinare, la formazione professionale continua ed il tirocinio.

Longobardi è poi passato ad analizzare i progetti strutturali a cui il Consiglio si è dedicato: le Scuole di alta formazione per la specializzazione degli iscritti e la Rete del valore per gli studi professionali.

Siamo impegnati nell’elaborazione di progetti strutturali di sostegno allo sviluppo della professione. Le Saf daranno agli iscritti, soprattutto a quelli più giovani, la possibilità di conseguire, nelle materie di competenza ed in quelle più innovative, una preparazione tale da accedere a nuove ed ampie opportunità di affermazione professionale per non vivere più quasi esclusivamente di contabilità e dichiarazioni fiscali. Per questo motivo, in futuro chiederemo al legislatore di prevedere normativamente tali specializzazioni nel nostro ordinamento professionale, quando verrà riformato”.

Alla stessa esigenza di sostegno ed ampliamento delle competenze risponde il progetto Rete del Valore che parte dal limite rappresentato dalla ridotta dimensione degli studi professionali, dei commercialisti in particolare.

Con tale progetto si intende promuovere l’integrazione nell’offerta dei servizi, da quelli core a quelli meno caratteristici, dello studio del commercialista in modo da esaltarne le performance ed assicurare alla clientela i servizi richiesti. Credo che non esista progetto più strutturale per l’utilizzo dell’avanzo di gestione. A tale proposito, ringrazio i sindacati e alcuni Ordini territoriali per i suggerimenti che ci hanno dato. Su una cosa ci troviamo d’accordo: l’avanzo deve essere restituito agli iscritti non già in forma monetaria, ma con erogazioni di servizi e di utilità, anche e non solo attraverso gli Ordini territoriali”.

Per quanto riguarda il tema della razionalizzazione della struttura delle società partecipate dal Consiglio nazionale, Longobardi ha sottolineato non solo l’eliminazione di un collegio sindacale e la riduzione del numero dei componenti del nuovo cda da 5 a 3, ma anche rassicurato che “abbiamo rinunciato alla scatola “registro revisori”, ma non al suo contenuto. Vi assicuro che faremo di tutto per portare a casa il Registro dei revisori”.

Altro tema importante è stato l’impatto delle nuova geografia giudiziaria sugli Ordini territoriali dei commercialisti. “Sul punto, il Consiglio nazionale ha lavorato con attenzione e circospezione, come noto ai rappresentanti degli Ordini interessati. E l’occasione si è presentata con le elezioni che si sono tenute di recente presso il commissariato Ordine di Castrovillari. In quell’occasione il commissario ha predisposto le liste senza tener conto degli iscritti del sopprimendo Ordine limitrofo di Rossano Calabro. E tale comportamento, ben noto a questo Consiglio, è stato implicitamente avallato dal Ministero della Giustizia. Ciò posto, se da un lato esistono segnali diretti e indiretti che militano a favore dell’esistenza in vita almeno sino al 31 dicembre 2016 di Ordini che già lo scorso anno dovevano considerarsi cancellati, credo che sia difficile mantenere inalterato l’attuale assetto territoriale dei nostri Ordini, salvo eventuali proroghe, disposte ex lege, degli Ordini stessi, oltre il 31 dicembre 2016”.

Parlando dell’interlocuzione istituzionale, i commercialisti hanno lavorato per riannodare i rapporti persi ed accreditarsi come imprescindibili interlocutori per tutte le tematiche economiche, fornendo idee e soluzioni, non mancando i numerosi appuntamenti istituzionali, soprattutto quelli con il Parlamento dove spesso vengono ascoltati nel corso del procedimento legislativo.

Non abbiamo mai fatto mancare il nostro apporto in particolare sui temi sensibili per la professione e così abbiamo rappresentato al Parlamento, al Mef e all’Agenzia delle Entrate la necessità di rendere l’applicazione delle norme, soprattutto quelle fiscali, meno onerosa per cittadini e professionisti che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento del sistema fiscale. Noi commercialisti sosteniamo con forza il processo di semplificazione del fisco e siamo favorevoli alle innovazioni, come la fatturazione elettronica e l’operazione 730 precompilato, ma non possiamo fare a meno di sottolineare alcuni elementi di forte criticità che il CN ha subito segnalato nelle sedi istituzionali in cui è stato audito. Continueremo a batterci affinché tale disciplina, unica nel panorama tributario, venga abrogata, facendoci parte attiva in un futuro incidente costituzionale, supportando i colleghi raggiunti da provvedimenti sanzionatori, approntando dei modelli di ricorso con l’ausilio di insigni costituzionalisti e tributaristi”.

Dopo l’intervento del presidente, sono intervenuti il tesoriere Roberto Cunsolo che ha illustrato il bilancio consuntivo 2014; il segretario Achille Coppola sul piano delle performance del Consiglio nazionale, e il consigliere delegato alla Tariffa Giorgio Luchetta, che ha illustrato il software per la predisposizione del mandato professionale, disponibile gratuitamente per tutti i commercialisti.

La seconda parte della giornata è stata dedicata ai presidenti locali, che hanno dimostrato di apprezzare l’utilizzo dell’avanzo di gestione per la realizzazione di progetti strutturali a favore degli iscritti e degli Ordini territoriali, sottolineando al contempo l’importanza di temi vecchi e nuovi: riforma dell’ordinamento professionale, Registro dei revisori, proroga del mandato del Consiglio nazionale, esercizio abusivo della professione, accesso ai bandi comunitari per i professionisti.

L’Assemblea si è conclusa con l’arrivederci del presidente Longobardi a Milano dove, dal 15 al 17 ottobre, si svolgerà il congresso nazionale dei commercialisti “Semplificare per crescere. I commercialisti energia per lo sviluppo”.

Vera MORETTI

Fatture elettroniche, la mossa del Cndcec

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si dimostra vicino ai propri iscritti con un progetto, operativo nelle prossime settimane, che prevede 12 fatture elettroniche gratuite per ciascuno dei 115mila iscritti all’Albo.

Il progetto va di pari passo con l’entrata in vigore, dal 31 marzo 2015, dell’obbligo per le Pubbliche Amministrazioni emettere fatture elettroniche. Oltre alle 12 fatture elettroniche, il progetto del Consiglio prevede la fornitura gratuita a tutti Ordini locali dei commercialisti (in Italia sono 144) di un portale (nelle prossime settimane, gli Ordini e gli iscritti riceveranno username e password per accedervi) per la gestione del ciclo passivo delle fatture elettroniche ricevute e del ciclo attivo che generato dagli Ordini verso altri Enti pubblici.

Inoltre, il progetto consentirà al commercialista di emettere a costi contenuti tanto le proprie fatture elettroniche eccedenti le prime dodici, quanto le fatture elettroniche che emetterà in qualità di intermediario dei propri clienti.

Così commenta l’iniziativa il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti, Roberto Cunsolo: “In vista della data del 31 marzo, nonostante qualche Ordine professionale esprima ancora seri dubbi sull’obbligatorietà della norma per gli Ordini stessi, il Consiglio nazionale ha messo a punto un progetto, la cui finalizzazione è stata affidata alla nostra società in house Service, che andrà incontro alle esigenze degli iscritti e delle strutture territoriali. Una stessa piattaforma offrirà servizi ad entrambi, garantendo, oltre ad un non banale risparmio economico, specie per gli studi professionali più piccoli, anche un’efficace gestione automatica della fatturazione elettronica in questa sua fase iniziale, inevitabilmente ancora un po’ confusa”.

Accordo commercialisti-Equitalia

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ed Equitalia hanno firmato un protocollo d’intesa della durata di due anni con il quale viene avviata una serie di iniziative per fornire un’assistenza attenta e mirata alle esigenze dei contribuenti. Il protocollo d’intesa porta la firma del presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi, e del presidente di Equitalia, Vincenzo Busa.

L’accordo prevede diversi passaggi e iniziative: dalla creazione di soluzioni informatiche per la condivisione delle informazioni, all’impegno a organizzare seminari, convegni e incontri di aggiornamento e formazione a livello nazionale e locale; dall’istituzione di tavoli tecnici nazionali e locali per affrontare tematiche di interesse comune, alla promozione di studi e ricerche che approfondiscano i temi del rapporto fisco-contribuente.

Inoltre, Equitalia mette a disposizione dei commercialisti, sul proprio sito, uno sportello telematico per interagire con le proprie sedi provinciali e richiedere informazioni e fissare appuntamenti con personale qualificato.

Entusiaste, come sempre, le dichiarazioni di rito dei presidenti. Il presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi: “Questo protocollo di intesa è un nuovo frutto della scelta del nostro Consiglio nazionale di interloquire costantemente con le Istituzioni. L’importante collaborazione che si avvia oggi, è finalizzata alla creazione di un rapporto più fluido e diretto con un interlocutore per noi imprescindibile come Equitalia, puntando, tra l’altro, su servizi telematici più efficienti per la professione nonché sull’attivazione di tavoli tecnici congiunti nei quali confrontarsi”.

Il presidente di Equitalia, Vincenzo Busa: “La collaborazione con i Commercialisti si inserisce nel percorso di semplificazione intrapreso da Equitalia. L’accordo prevede una serie di attività basate sull’impegno reciproco a intercettare anche eventuali criticità che possano emergere nella gestione quotidiana del servizio di riscossione dei tributi, per favorire soluzioni legittime, trasparenti e corrette per evitare ogni possibile disagio per i cittadini e le imprese”.

La lunga strada della Riforma Fiscale

 

Una legge delega che contiene ancora troppi punti poco chiari. E’ questo il parere unanime espresso dai  rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, riguardo al testo del Governo che dovrebbe fare da guida alla riforma fiscale. 

L’unica vera riforma fiscale oggi si chiama revisione della spesa – ha sottolineato Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. – Tutti i numeri a nostra disposizione ci dicono che si possono recuperare fino a 60 miliardi di minori spese, con i quali finanziare la sterilizzazione integrale e definitiva dell’altrimenti previsto aumento dell’IVA, l’abrogazione integrale dell’IRAP per l’intero settore privato e il dimezzamento dell’IRES per le imprese labour intensive, ossia quelle che presentano una incidenza del costo del lavoro superiore al 50% del fatturato”.

Per Siciliotti la priorità riguarda la necessità di abbassare le tasse su imprese e professionisti che danno a loro volta lavoro, prima ancora che direttamente sui lavoratori stessi. Il rischio è, sempre secondo il Presidente, che “nel medio periodo, potremmo trovarci con il paradosso di lavoratori meno tassati su redditi teorici di un lavoro che non avranno più”.

Ma cosa ne pensano i commercialisti a proposito delle imposte patrimoniali?
Dopo le manovre del 2011, una patrimoniale esiste già e  il suo ruolo “non e’ marginale – osserva Siciliotti – anche se mascherata sotto forma di tante imposte spezzatino su immobili, attività finanziarie e altri beni posseduti sia in Italia che all’estero”.

Le manovre che si rendono in questo momento necessarie secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, riguardano in primo luogo la revisione organica delle rendite catastali, ma prevedendo l’inserimento entro il disegno di legge che dovrà essere approvato dal Governo una “clausola di salvaguardia a favore dei contribuenti, con possibilità di applicare vecchi valori e vecchie aliquote, qualora i nuovi valori rivisti al rialzo determinino un aggravio di imposizione, nonostante la promessa di una revisione al ribasso delle aliquote” conclude Siciliotti.

In secondo luogo, il reddito di lavoro autonomo dovrà continuare a essere determinato sulla base del principio di cassa e non su quello di competenza. La strada da percorrere è ancora lunga.

I commercialisti: soddisfatti per il Dpr sulle professioni

Il consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili è soddisfatto per il testo del Dpr sulle professioni approvato dal Consiglio dei Ministri. Secondo i commercialisti, il testo ha ora trovato un’adeguata formulazione, recuperando in un modo apprezzabile i tanti punti che avevano destato le critiche degli ordini e i rilievi del consiglio di stato e delle commissioni parlamentari.

Particolarmente favorevole il presidente nazionale della categoria, Claudio Siciliotti: “Accogliamo con estremo favore – sottolinea – che la definizione di professione regolamentata sia stata ricondotta alla più corretta formulazione per la quale un insieme di attività, riservate e non riservate, sono esercitabili solo a seguito di iscrizione all’ordine e che la si riconduce alla prescrizione costituzionale dell’art. 33, comma 5“.

Anche la nuova formulazione sull’obbligo assicurativo è, secondo Siciliotti, “ben comprensibile ed i consigli nazionali faranno certo la loro parte per convenzionare polizze fruibili da tutti gli iscritti“.

Apprezzamento da parte del Consiglio nazionale anche per il tirocinio. Secondo il consigliere nazionale con delega alle professioni, Andrea Bonechi, “è positivo che i corsi post laurea siano facoltativi e alternativi, esattamente come lo sono oggi per i commercialisti e nondimeno che sia stato rimosso l’obbligo di verifiche ed esami intermedi“.

Molto apprezzabile, secondo i commercialisti, è anche il fatto che tanto per i corsi del tirocinio che per la formazione professionale continua sia stata riportata al centro la funzione regolamentare dei consigli nazionali, talché vi sarà certamente uniformità e coerenza, con il necessario raccordo con il ministero vigilante, come è giusto che sia.

Molto positivo il giudizio sulle disposizioni relative al disciplinare. “Il meccanismo della designazione, da noi più volte ed in più modi auspicato – spiega Bonechi ha trovato adeguata formulazione e garantirà la formazione di consigli di disciplina territoriali terzi ed efficaci. Ancora meglio il disciplinare nazionale: specializzando nella delicata ed importantissima funzione disciplinare taluni dei consiglieri eletti, si consentirà non solo la valorizzazione della attività disciplinare, ma anche la sostanziale riduzione dei consiglieri operanti in altre funzioni che oggi da più parti viene indicata come inopportuna se non addirittura inutile in tante professioni, la nostra per prima. Molto apprezzabile è anche la fiducia che il legislatore concede ai consigli nazionali, assegnando loro la più ampia
potestà di autoregolamentazione possibile“.

Il Consiglio nazionale si esprime anche sulla questione tirocinio a valere per l’iscrizione nel registro dei revisori. “Sapevamo – spiega il Consiglio – che il dpr non era la sede deputata a disciplinare la nota vicenda di cui chiediamo a gran voce soluzione, ma accogliamo con grande soddisfazione il passaggio della relazione di accompagnamento che, pur comprendendo le ragioni che le commissioni parlamentari avevano avanzato affinché il dpr risolvesse questa stortura, ritiene la questione non di pertinenza del dpr in quanto la revisione non e’ una professione, bensì un servizio professionale. E’ una precisazione di rango di estrema importanza. Ci affidiamo
ora come sempre al Ministero affinché risolva una volta per tutte con il proprio decreto di competenza l’equipollenza dell’esame di Stato dei commercialisti per accedere al registro“.

Un protocollo d’intesa per misurare le performance della PA

E’ stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT) e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili (CNDCEC), per approfondire le modalità attuative del decreto legislativo n. 150/2009, decreto Brunetta, relative al ciclo di gestione della performance.

Questo protocollo prevede che CiVIT e Consiglio nazionale dei commercialisti, nell’ambito della loro reciproca collaborazione, “s’impegnino non solo ad approfondire le attività necessarie allo sviluppo delle metodologie e degli strumenti di misurazione della performance, ma anche a favorire la crescita della professionalità degli attori in campo. In particolare s’impegnano a realizzare iniziative e tavoli tecnici comuni di comunicazione e approfondimento“.

Nessun ruolo, comunque, verrà scavalcato, per poter garantire efficienza ed efficacia quando si tratta di amministrazione pubblica.

Vera MORETTI

Commercialisti per la gestione dei beni confiscati alle mafie

Sottoscritto un protocollo tra Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC) per creare un elenco di professionisti esperti nella gestione di imprese sequestrate e confiscate alle mafie.

Come primo passaggio, il CNDCEC fornirà all’ANBSC entro il 20 giugno i nominativi degli iscritti che hanno i requisiti richiesti per l’iscrizione all’elenco; uno di questi sarà lo svolgimento, certificato, dell’attività di amministratore giudiziario.

I professionisti iscritti all’elenco potranno svolgere l’incarico di coadiutore di beni confiscati alle mafie, oltre all’attività di revisione di bilanci, di valutazione, di liquidazione di aziende confiscate e di delegato alla vendita di beni mobili.

Soddisfatto il presidente nazionale del CNDCEC, Claudio Siciliotti: “L’impegno dei commercialisti italiani sul fronte dell’amministrazione dei beni confiscati alle mafie compie oggi un salto di qualità estremamente significativo. La nascita di un apposito elenco di commercialisti, pronti a mettere a disposizione le proprie competenze per un compito così utile per la collettività, è la dimostrazione concreta di come la nostra categoria possa essere determinante per il riscatto di intere aree del Paese. Il nostro Consiglio Nazionale si impegnerà ora per un rapido superamento dei vincoli di anzianità al momento previsti per l’iscrizione all’elenco, accettati per rendere immediatamente operativa una così importante iniziativa”.

Gli fa eco il Direttore dell’ANBSC, Prefetto Giuseppe Caruso: “Il protocollo d’intesa sottoscritto col Presidente del Consiglio Nazionale costituisce un’ulteriore, grande opportunità da parte dell’ANBSC nella lotta alla criminalità organizzata mediante l’aggressione ai beni patrimoniali illecitamente acquisititi e il loro utilizzo ai fini sociali e/o per fare reddito a beneficio del F.U.G. La professionalità dei commercialisti e degli esperti contabili potrà essere di fondamentale supporto sia per le risorse disponibili dell’Agenzia Nazionale sia per tutti i Nuclei di supporto operanti presso le Prefetture dell’intero territorio nazionale“.

Commercialisti a convegno a Firenze

Il 4 e 5 novembre appuntamento a Firenze per i commercialisti italiani. Il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti di Firenze organizza infatti il convegno “Funzione pubblica ed efficienza tecnica. I commercialisti impegnati nella pubblica amministrazione“. Due giornate di approfondimento sul contributo fornito dalla professione economico-giuridica nell’ambito del processo di miglioramento della pubblica amministrazione, soprattutto per quanto concerne i temi dell’economicità e della trasparenza.

Al convegno è prevista la partecipazione di rappresentanti nazionali, regionali e locali delle istituzioni, dirigenti della pubblica amministrazione, docenti universitari ed economisti. La due giorni sarà aperta alle 10.30 del 4 da un intervento del presidente nazionale della categoria, Claudio Siciliotti, e rappresenta un momento di confronto per i commercialisti che ricoprono il ruolo di amministratori, revisori e consulenti nel sistema pubblico allargato.

Nel corso dei lavori saranno presentati i risultati di una ricerca del Consiglio nazionale sulla presenza dei commercialisti nella P.A. e il libro “La fase transitoria del federalismo municipale: aspetti quantitativi, contabili e fiscali delle nuove entrate comunali“, curato dall’Istituto di ricerca della categoria.

Due le tavole rotonde in programma. La prima, il 4 novembre (ore 15), moderata da Gianni Trovati del Sole 24 Ore e alla quale parteciperà il consigliere nazionale dei commercialisti, Giosuè Boldrini, ha per titolo “Federalismo contabile e valutazione delle performance della pubblica amministrazione”; la seconda, il 5 novembre (ore 10), moderata da Isidoro Trovato del Corriere della Sera, alla quale parteciperà il consigliere nazionale dei commercialisti, Andrea Bonechi, è intitolata “Le partecipate degli Enti locali tra pubblica amministrazione e mercato”. Appuntamento al palazzo dei congressi di Firenze.

Commercialisti, un convegno in Sardegna

La revisione legale: verso nuove regole” è il titolo del convegno organizzato dal Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, in programma il 16 e 17 settembre nel Centro Congressi Forte Village, a Santa Margherita di Pula (Cagliari). Saranno due giornate di approfondimento durante le quali saranno presentati i documenti elaborati dal Consiglio nazionale dedicati alle linee guida per l’applicazione dei principi di revisione internazionali alle piccole e medie imprese e al collegio sindacale incaricato delle revisione legale dei conti. I due documenti saranno posti in pubblica consultazione nei prossimi giorni e fino al 30 novembre.

I lavori del convegno saranno aperti alle 14,30 del 16 settembre con il saluto delle autorità locali e la relazione introduttiva del presidente del consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti. A seguire sono in programma gli interventi di Antonio Masip Hidalgo (Membro della Commissione giuridica del Parlamento europeo, relatore per la proposta di risoluzione sulla politica in materia di revisione contabile), Phil Cowperthwaite (membro dell’International auditing and Assurance Standards board – IAASB), Luciano Berzè (Consigliere nazionale dei commercialisti delegato ai principi contabili), oltre a quelli di alcuni esponenti di Consob, Ministero dell’Economia, Confindustria, Ifac e mondo accademico.

Commenta il presidente, Claudio Siciliotti: “A Cagliari presenteremo ai colleghi e a tutti i soggetti istituzionali, italiani e internazionali, chiamati ad una responsabilità in questo campo, le linee guida predisposte dal Consiglio nazionale dei commercialisti per i principi di revisione legale dei conti nel mondo PMI che, sulla base degli ISA versione ‘clarified’, abbiamo adattato al contesto economico nazionale. Linee guida che saranno sia un riferimento ‘tecnico’ coerente con i principi internazionali, sia, ci auguriamo, una buona base di partenza per la stesura della convenzione finalizzata a dare efficacia anche ‘normativa’ ai principi stessi, da realizzarsi con il MEF, come previsto dal decreto legislativo 39 del 2010“.