CNF contro le modifiche alla Delega Fiscale

Il Consiglio Nazionale Forense ha espresso una serie di perplessità riguardanti le proposte di modifica appena annunciate in commissione finanze del Senato in merito alla Delega fiscale.

Tali proposte riguardano l’ampliamento dei soggetti abilitati a rappresentare i contribuenti innanzi alle Commissioni Tributarie ed estendono potenzialmente la platea dei difensori, già pletorica allo stato attuale.
L’ampliamento della categoria dei difensori, secondo il CNF, contrasta con la prospettiva di un processo, quello tributario, i cui attori-giudici e difensori- devono essere caratterizzati da alti profili di qualificazione e specializzazione professionale, al pari delle altre giurisdizioni, propriamente a tutela dei cittadini contribuenti.

La auspicata professionalizzazione del giudice tributario, collocato a tempo pieno in questa giurisdizione, che la stessa Delega fiscale persegue con norme specifiche, verrebbe contraddetta dalla presenza di soggetti non idoneamente dotati delle necessarie conoscenze degli istituti processuali, con il rischio concreto di non garantire la piena tutela dei diritti che i contribuenti richiedono.

A dire il vero, il decreto delegato n.546/92 (Disposizioni sul processo tributario) aveva già ridimensionato il novero dei difensori abilitati, sfrondandolo della presenza dei soggetti privi di una specifica qualificazione e non idonei a garantire la difesa nell’ambito di un processo accentuatamente giurisdizionalizzato.

Proposte di modifica in una direzione opposta indebolirebbero, anziché rafforzare, la difesa tecnica con una evidente ricaduta negativa sulla dialettica del processo, alla cui riuscita ed al cui esito sono funzionali tanto la professionalità del giudice quanto quella del difensore.

Vera MORETTI

Il CNF si oppone al doppio binario

Antonio Damascelli, coordinatore della commissione per le problematiche tributarie del Consiglio Nazionale Forense, ha riaperto la diatriba che riguarda la questione del “doppio binario”, che può far apparire un imputato colpevole per il processo penale e innocente per l’amministrazione tributaria.

L’intervento di Damascelli è stato fatto in occasione del convegno organizzato a Roma dal titolo “Due bilance della giustizia a confronto: processo tributario e processo penale”, al quale ha anche portato il saluto il presidente del CNF, Guido Alpa.

L’incontro aveva come obiettivo primario proprio quello di analizzare la interrelazione tra i due processi e le criticità che derivano dal regime del doppio binario.
Il processo penale, che pure presenta aspetti di maggiore garanzia per il contribuente/imputato rispetto al processo tributario (per esempio grazie alla presunzione di non colpevolezza o al regime delle prove) va irrimediabilmente avanti pur se i fatti-presupposto non abbiano più alcuna rilevanza fiscale.
Sullo sfondo degli interventi, il disegno di legge delega fiscale, già approvata dalla camera e in corso di esame al senato. Un disegno di legge, secondo l’Avvocatura , fatto di luci ma anche di molte ombre.

Ha spiegato Damascelli: “La questione del doppio binario, che può apparire squisitamente tecnica, ha gravi riflessi operativi: per esempio può succedere che in fase cautelare penale può essere disposto un sequestro di un’azienda finalizzato alla confisca mentre, nel parallelo processo tributario, l’avviso di accertamento viene annullato. Come si vede, potrebbe cadere il presupposto di fatto della misura cautelare ma il danno derivante da essa diventa irreparabile”.

Ma qualcosa sembra muoversi presso la Corte di Cassazione, come ha confermato anche Ivo Caraccioli, presidente del Centro di diritto penale tributario: “Per la Corte, per esempio, la violazione tributaria accertata legittima la denuncia alla procura, che potrà servirsene come elemento presuntivo anche se non come prova per la condanna. I tempi sono maturi perché il legislatore affronti la questione magari nella delega fiscale, anche per evitare alcune derive preoccupanti”.

Per Francesco D’Ayala Valva, ordinario di diritto tributario, la questione riguarda anche il raddoppio dei termini dell’accertamento fiscale contenuto nella delega fiscale, che profila una vera e proprio violazione delle regole dello Statuto del Contribuente.
Ha sottolineato D‘Ayala Valva: “I giuristi dovrebbero denunciare il fatto che non si possono giustificare interventi normativi finalizzati a coprire inefficienze dello Stato”.

L’avvocato Claudio Berliri ha approvato la decisione della giurisprudenza di prevedere soluzioni di equilibrio, poiché “è difficile individuare la soluzione migliore e stabilire una volta per tutte quale sia il giudicato che deve fare stato”.

L’avvocato Nicola Bianchi ha focalizzato l’attenzione sui principi di delega per la revisione del sistema penale tributario: “lodevole l’intenzione di ridurre la pressione penale sottolineando la necessità di dare rilievo solo ai comportamenti fraudolenti, simulatori o di falso; ma si tratta di principi molto vaghi che possono scatenare un contenzioso abnorme”.

Lucio Rossi, rappresentante dell’Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi, ha invece fatto richiesta di un giudice tributario professionale e a tempo pieno.
Giuseppe Maria Cipolla, ordinario di diritto tributario, ha tratteggiato le criticità in ordine all’introduzione nel processo tributario di prove acquisite irritualmente.

Vera MORETTI

Per le società tra avvocati si segue la legge forense

E’ stata diramata una nota da parte del Consiglio Nazionale Forense per chiarire i termini corretti che riguardano le società tra avvocati.
Dopo, infatti, alcune affermazioni errate pubblicate dai media, Guido Alpa, presidente del CNF, ha voluto specificare che, in merito, la disciplina corretta è quella prevista dalla legge forense.

In particolare, viene chiarito che anche se il termine per la delega per la disciplina dell’esercizio in forma societaria della professione di avvocato è scaduto, non è possibile applicare la disciplina prevista per le società tra professionisti appartenenti ad altre categorie, pena la nullità delle società con grave danno per i cittadini.

Alpa sollecita dunque esercizio della delega da parte del Ministero della Giustizia, secondo i termini previsti dalla riforma forense.

Vera MORETTI

Decreto Fare: al CNF piacciono le modifiche sulla giustizia

Il Decreto del Fare, in questi giorni al vaglio alla Camera per eventuali ed urgenti modifiche, è stato il centro dell’intervento di Andrea Mascherin, consigliere segretario del CNF, durante l“Incontro con i Parlamentari: l’Avvocatura illustra la propria proposta”, organizzato dalle Unioni forensi, che si è tenuto a Roma nella sede del Consiglio dell’Ordine della capitale.

Ciò che Mascherin ha particolarmente apprezzato è il limite temporale alle obbligatorietà della mediazione poiché “significa aver riconosciuto che questa qualità non appartiene all’istituto”.

Soddisfazione ha suscitato anche la gratuità del primo incontro qualora non si dovesse concludere con un accordo e l’assistenza tecnica necessaria.
Continua Mascherin: “Finalmente è stato anche riconosciuto un ruolo sussidiario all’Avvocatura, competente anch’essa a seguire le domande di divisione congiunta; ed è stata soppressa la norma sul foro delle società estere. Portare avanti i diritti dei cittadini e battersi per una democrazia solidale che non lasci indietro nessuno: questo è il compito che spetta all’Avvocatura e sul quale chiediamo il sostegno di un Parlamento che recuperi la sua centralità. L’economia non può dettare le regole al diritto”.

Le rappresentanze istituzionali dell’Avvocatura, inoltre, si sono mostrate concordi sulla necessità di provvedere con un disegno di legge organico all’approvazione della negoziazione assistita e della camere arbitrali dell’Avvocatura.

Giustizia, salute e istruzione sono pilastri della vita democratica sui quali non si può risparmiare. Nessun cittadino deve restare indietro. Diamo atto ai presidenti delle commissioni affari costituzionali e giustizia e ai parlamentari di tutte le forze politiche di aver contribuito a migliorare il testo del decreto, con competenza e in una dialettica corretta e propositiva”.

Vera MORETTI

I civilisti si confrontano sulla crisi economica

Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, è intervenuto la settimana scorsa al seminario sul tema “Crisi economica e categoria civilistiche”, in qualità di presidente dell’Associazione civilisti italiani.

Nell’aprire i lavori, ha ricordato il tema del rapporto tra crisi economica e prospettive del diritto privato, e la conseguente urgenza di colmare una lacuna che in altri Paesi è al centro di importanti discussioni.
Alla base delle riflessioni di Alpa c’è la consapevolezza di nuove regole e nuove tipologie di contratto tra gli operatori economici, considerati essenziali per superare la crisi economica.

Ecco le parole di Guido Alpa: “Il tema delle crisi è affrontato sia dal punto vista storico, sia economico e sociale in modo da individuare il ruolo che il diritto ha avuto e potrà avere nel contributo al rilancio dell’economia. Tuttavia la sola autonomia privata nella regolazione dei rapporti non può bastare; sono necessari interventi legislativi in un quadro di insieme, che oggi ancora manca, per rafforzare il perseguimento dell’interesse pubblico e sociale. L’attuale frammentarietà degli interventi, in ambito comunitario e nazionale, è oggi un punto debole e richiede, invece, un esame globale; tentativo che sarà sperimentato in questi due giorni di lavoro”.

I nuovi strumenti contrattuali, come ad esempio i contratti di rete tra le imprese, hanno contribuito a dare nuova vitalità al diritto privato, cosi come la contrattazione procedimentalizzata nella crisi dell’impresa o nel sovra-indebitamento e l’irrompere del merito creditizio nei contratti di finanziamento bancario.

Vera MORETTI

Decalogo di modifiche giudiziarie proposto dal CNF

In un periodo di estrema difficoltà, che sta mettendo in crisi i cittadini e le piccole imprese, il Consiglio Nazionale Forense ha approvato, su proposta della Commissione per le questioni tributarie coordinata da Antonio Damascelli, un decalogo di modifiche legislative necessarie per ristabilire il rapporto tra fisco e contribuenti su un piano di parità e di maggiore efficacia.

Il documento è stato inviato al Presidente della Repubblica per segnalare il disagio che gli stessi avvocati provano nell’esercizio della difesa dei diritti dei cittadini, ma anche ai presidenti dei due rami del Parlamento, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Economia, all’Agenzia delle Entrate, alla società Equitalia ed alle parti sociali.

Ecco nel dettaglio le proposte inviate alle maggiori cariche pubbliche ed istituzionali:

SANZIONI FISCALI. Ridurre l’entità soprattutto in relazione alle aliquote con cui esse sono calcolate e determinate ed attenuare il principio della loro moltiplicazione funzionale quando ad una violazione geneticamente unica le norme collegano ulteriori violazioni.

RISCOSSIONE COATTIVA. Impedire il cumulo dei mezzi di espropriazione ove non necessario e stabilire una relazione di congruità tra debito fiscale e gli strumenti di riscossione coattiva effettivamente posti in essere.

COMPENSAZIONE DEBITI. Razionalizzare la disciplina in modo che la compensazione tra crediti e debiti fiscali sia la più automatica possibile quando riguarda lo stesso tributo.

RATEAZIONE PAGAMENTI. Introdurre norme più flessibili nei rapporti tra contribuenti e agente della riscossione.

OPPOSIZIONI ESECUTIVE. Rivedere la disciplina consentendo al contribuente di avvalersi di tutti gli atti processuali di diritto comune oggi vietati.

ABUSO DEL DIRITTO. Fissare per legge i criteri applicativi dell’abuso del diritto e del concetto di antieconomicità sulla base dei quali valutare il comportamento effettivo del contribuente sì da favorire la certezza del diritto.

TERMINI DEGLI ACCERTAMENTI. Sopprimere le norme che raddoppiano i termini in caso di violazioni di leggi che comportino l’obbligo della denuncia penale, in modo da restituire l’azione accertativa ad un quadro di effettiva stabilità e di affidamento.

SPESE LEGALI. Prevedere la deducibilità o la detraibilità per i cittadini dei costi sostenuti per le spese legali, atteso il rilievo sociale della domanda dei servizi legali.

INTERESSI MORATORI. Agganciare la disciplina della quantificazione degli interessi ad un limite temporale non dipendente dalla durata del processo e, comunque, prevedere un tetto del tributo dovuto.

STRUMENTI PRESUNTIVI DI CALCOLO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA. Modificare la disciplina introducendo l’espressa previsione normativa delle modalità di esercizio della prova contraria attraverso l’utilizzo della presunzione anche da parte della parte del contribuente.

SISTEMA PENALE TRIBUTARIO. Razionalizzare l’intero sistema sostanziale e processuale, limitando la sanzione penale agli illeciti di speciale gravità sociale, e rivedere il rapporto tra processo tributario e processo penale in modo da assegnare al giudicato tributario un valore dirimente sul processo penale.

Vera MORETTI

Lettera del CNF al ministero della Giustizia

Il Consiglio Nazionale Forense ha inviato una lettera al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri contenente la proposta di nuovi Parametri forensi, secondo il nuovo ordinamento professionale degli avvocati.

Guido Alpa, presidente del CNF, ha accompagnato il documento con una lettera nella quale ha auspicato che il primo colloquio istituzionale con il guardasigilli, avvenuto il 21 maggio scorso, “indichi la via per la costante e proficua collaborazione” ed ha avanzato concrete proposte di collaborazione anche in merito all’amministrazione della giustizia.

Per quanto riguarda i parametri destinati alla liquidazione dei compensi da parte del giudice, la lettera spiega le ragioni per le quali è necessario superare gli attuali parametri “particolarmente vessatori ed iniqui”, tenendo conto anche della grave crisi economica che investito i giovani ma anche gli avvocati di provata esperienza: “Una situazione che appare palesemente in contrasto con il dettato costituzionale della dignità della retribuzione”.

La proposta si basa in particolare su principi di semplificazione e trasparenza, per creare un rapporto più diretto tra gli operatori del diritto e per i cittadini che potranno avere uno strumento di immediato orientamento, ma anche avere effetti benefici per l’accelerazione dei tempi processuali.

Il presidente del CNF ha anche articolato l’offerta di collaborazione istituzionale in diversi punti relativi alla previsione di modalità di cooperazione con un coinvolgimento diretto dell’Avvocatura nella organizzazione della amministrazione della giustizia.
Il progetto riguarda anche il disegno di legge sulla negoziazione assistita, con la quale gli avvocati possono raggiungere intese transattive e autenticare le sottoscrizioni delle parti e del progetto, in corso di elaborazione da parte del CNF, per coinvolgere gli avvocati nella istituzione dell’ ufficio del giudice e nello smaltimento dell’arretrato giudiziario.

Guido Alpa ha inoltre affrontato il problema della geografia giudiziaria, sottolineando la incongruità del riordino sulla base di criteri astratti e dannosi, atti a un aumento dei costi più che ad effettivi risparmi.
Un problema che si è acuito per l’imminenza della pronuncia della Corte costituzionale, che richiederebbe un differimento del termine di entrata in vigore della riforma; e per la sostanziale anticipazione dell’ attuazione della riforma, che già “si realizza in forme occulte o striscianti con lo svuotamento degli uffici giudiziari per i trasferimenti a domanda dei magistrati e per la sistemazione degli uffici e delle sedi”.

Vera MORETTI

Sportello del cittadino all’interno dei Consiglio d’Ordine forense

Ogni Consiglio dell’Ordine forense dovrà, da subito e comunque non oltre il 30 novembre 2013, aprire uno Sportello del cittadino che dovrà fornire un servizio, gratuito, di informazione e orientamento ai cittadini sulle prestazioni professionali e sul funzionamento della giustizia.

I cittadini, quindi, potranno rivolgersi gratuitamente ad avvocati per ottenere informazione e orientamento per la fruizione delle prestazioni professionali degli avvocati e per l’accesso alla giustizia. E’ esclusa ogni attività di consulenza ed è vietata l’informazione sui giudizi pendenti.

Lo Sportello fornirà informazioni sulle caratteristiche delle prestazioni professionali e sulla loro utilità, anche nella prospettiva della prevenzione del contenzioso; sulle formalità necessarie relative al conferimento dell’incarico e sui diritti e gli obblighi che ne derivano; sulla possibilità di rivolgersi al Consiglio dell’Ordine, qualora vi sia mancanza di accordo sul compenso con il proprio difensore, al fine di raggiungere una conciliazione.

Le informazioni erogate riguarderanno gli strumenti di tutela giudiziaria previsti dall’ordinamento; i possibili tempi di un giudizio ed i criteri per la individuazione dei costi , anche conseguenti alla soccombenza; informazioni sulla difesa di ufficio e sul patrocinio a spese dello Stato e quelle relative ai sistemi alternativi per la risoluzione delle controversie, e i relativi vantaggi in termini di costi e tempi. Per garantire la qualità delle informazioni, gli avvocati a disposizione nello Sportello saranno iscritti un elenco, nell’ambito della materia di propria competenza e a condizione che siano in regola con tutti gli adempimenti disciplinari, formativi, amministrativi; l’elenco è tenuto dal Consiglio dell’Ordine e dovrà essere aggiornato.

Per evitare ogni ipotesi di accaparramento di clientela, il regolamento prevede anche ferme incompatibilità per l’avvocato che ha fornito le informazioni e per i suoi vicini-parenti o colleghi di studio, prevedendo adeguati sistemi di controllo; il rifiuto immotivato di fornire il servizio o la mancata presenza dell’avvocato nel turno di riferimento senza valido motivo sono cause di esclusione dall’elenco.

Guido Alpa, presidente del CNF, ha dichiarato: “Il nuovo ordinamento forense restituisce l’Avvocatura al suo rilievo costituzionale legato al diritto fondamentale di difesa; l’Avvocatura interpreta questo ruolo essenziale per la giurisdizione anche prestando di un’attività di servizio a vantaggio e senza costi per la collettività”.

Vera MORETTI

Approvato il regolamento per le associazioni forensi specialistiche

E’ stato definitivamente approvato dal Cnf il regolamento che istituisce e disciplina l’elenco delle associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative.
Tali associazioni parteciperanno, insieme ai Consigli dell’Ordine, all’organizzazione di corsi per l’acquisizione del titolo di avvocato specialista, che rappresenta uno dei punti qualificanti della riforma forense.
E’ invece compito del ministero della Giustizia adottare il regolamento per la definizione delle modalità per ottenere il titolo di specialista.

Nel regolamento viene stabilito che l’elenco delle associazioni maggiormente rappresentative debba essere pubblicato sul sito del Consiglio nazionale forense e costantemente aggiornato, anche considerando le sue importanti funzioni.
In esso, infatti, vengono decisi e fissati i requisiti di iscrizione nell’elenco, come ad esempio un numero di iscritti significativo su base nazionale, tenuto conto del settore di interesse, la previsione espressa tra gli scopi statutari della promozione del profilo professionale specialistico e la formazione e l’aggiornamento, una sede nazionale e un organismo di coordinamento delle attività svolte sul territorio nazionale.

Inoltre, si deve procedere anche ad assicurare un’offerta formativa nelle materie di cui occorre mostrare competenza, attraverso strutture organizzative e tecnico-scientifiche adeguate, ma non solo.

Importante sottolineare che le associazioni non devono avere scopo di lucro: questo significa che l’attività formativa sarà gratuita, a parte la richiesta del rimborso delle spese sostenute.

Per rientrare nell’elenco, occorre inviare la domanda, corredata dalla documentazione comprovante il possesso dei requisiti richiesti, al Cnf, che avrà tempo 90 giorni per dare una risposta. Ovviamente, i requisiti presentati all’atto dell’iscrizione devono essere mantenuti nel corso del tempo.
Per sincerarsi che ciò avvenga, il Cnf eserciterà la vigilanza su di essa e sull’attività formativa anche disponendo controlli.
In caso di perdita dei requisiti, il Cnf può revocare, con provvedimento motivato e previa audizione dei rappresentanti dell’associazione, l’iscrizione nell’elenco.

Vera MORETTI

Online la bozza del regolamento per le associazioni forensi specialistiche

Il progetto delle specializzazioni forensi procede e il primo passo verso la sua attuazione è stato fatto: il CNF, infatti, ha predisposto la bozza di regolamento che istituisce e disciplina l’elenco delle associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative.

Tali associazioni collaboreranno con i Consigli dell’Ordine all’organizzazione di corsi per l’acquisizione del titolo di avvocato specialista, che rappresenta uno dei punti qualificanti, ed urgenti, della riforma forense.

Spetta invece al ministero della giustizia adottare il regolamento per la definizione delle modalità per ottenere il titolo di specialista.
E’ possibile visionare la bozza sul sito del Consiglio Nazionale Forense, con l’elenco delle associazioni partecipanti sempre aggiornato.
In essa ci sono anche i requisiti necessari per l’iscrizione all’elenco, ovvero un numero di iscritti significativo su base nazionale tenuto conto del settore di interesse, la previsione espressa tra gli scopi statutari della promozione del profilo professionale specialistico e la formazione e l’aggiornamento, una sede nazionale e un organismo di coordinamento delle attività svolte sul territorio nazionale.

La domanda di iscrizione dovrà essere accompagnata dalla documentazione che testimoni i requisiti richiesti, mentre il mantenimento dell’iscrizione nell’elenco è subordinato alla persistenza dei requisiti necessari per la iscrizione, la cui verifica si farà ogni tre anni.

Vera MORETTI