Consulenti del lavoro chiedono il posticipo delle dichiarazioni fiscali

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, a confronto con l’Agenzia delle Entrate, ha richiesto di posticipare il termine di invio delle dichiarazioni al Fisco, ma anche di rendere annuale, o almeno semestrale, la trasmissione dei dati delle fatture, e di far diventare facoltativo l’utilizzo della fatturazione elettronica tra privati.

Queste le dichiarazioni ufficiali: “In controtendenza agli obiettivi dichiarati dal legislatore fiscale, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli adempimenti, quali: le dichiarazioni, le scadenze e le richieste di documentazione ai contribuenti, alle imprese e ai professionisti che li assistono. Tale ingiustificata complicazione del sistema fiscale genera un aumento dei costi gestionali, amministrativi e legali, nonché l’impossibilità per le predette imprese e professionisti di programmare una sana amministrazione, necessaria e propedeutica a qualsiasi attività economica organizzata”.

Ciò significa che i consulenti del lavoro ritengono possibile la semplificazione fiscale solo attraverso un confronto con i professionisti, quotidianamente a contatto con le dinamiche aziendali dunque consapevoli di cosa hanno davvero bisogno i contribuenti in materia di imposte e contributi.

Per quanto riguarda Imu, Tasi, addizionali Irpef, per fare solo qualche esempio, i consulenti propongono di far coincidere le scadenze di dichiarazione e versamento dei contributi locali con quelle previste per le dichiarazioni dei redditi, eventualmente con la creazione di uno standard unificato per la gestione delle informazioni contenute nelle delibere comunali.

Viene anche richiesto dai consulenti “l’eliminazione dell’obbligo di invio delle liquidazioni iva periodiche, lo spostamento del termine entro il quale poter detrarre l’iva sugli acquisti al momento della scadenza di invio della dichiarazione iva dell’esercizio successivo a quello di esigibilità”.

Vera MORETTI

I consulenti del lavoro chiedono di essere ascoltati dal MEF

Dopo le polemiche e il caso scatenati dallo spesometro, per il quale si sono rese necessarie diverse proroghe, senza che la questione si sia ancora risolta, i consulenti del lavoro hanno fatto sentire la loro voce, chiedendo di essere ascoltati, per poter avviare con il Governo un dialogo costruttivo e per attuare un’intermediazione con i cittadini ancora più efficace.

A tal proposito, Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, ha voluto pubblicamente ringraziare i professionisti, che, come ha riconosciuto “hanno un grande ruolo, sono di fatto gli intermediari tra l’amministrazione tributaria, che diventa tecnologicamente più avanzata, più semplice e più rapida, e i cittadini. E’ anche dalla risposta dei professionisti che dipenderà il successo di riforme che abbiamo introdotto in questi anni e che continueremo a fare”.
Ha poi aggiunto, in merito al tax day auspicato da alcuni: “potrebbe essere una cosa desiderabile ma in quel giorno tutti dovrebbero pagare una quantità di imposte particolarmente elevate perché concentrate. Il problema, però, non credo che sia questo, ma credo che sia quello di migliorare la collaborazione, come già sta avvenendo da qualche anno tra amministrazione tributaria, cittadini e professionisti soprattutto in termini di semplificazione e di maggior fiducia”.

Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha sottolineato l’importanza cruciale di un rapporto stretto con l’amministrazione tributaria, che però sappia cogliere le segnalazioni, i dubbi e le perplessità dei professionisti, che altri non sono che portavoce dei contribuenti. Ma non solo, perché occorre che anche tra le diverse categorie professionali ci sia coesione e un obiettivo comune.

Sullo spesometro si è espresso anche Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, anche lui, come Calderone e Padoan, presente a Torino al Festival del lavoro: “La vicenda dell’applicazione web relativa allo spesometro, gestita da Sogei non segna un punto a favore in questo percorso. Come ho già detto in altre occasioni anche davanti al Parlamento, il lavoro da fare, me ne sono reso conto in queste settimane, è ancora molto”.

Vera MORETTI

Consulenti del lavoro intermediari del lavoro occasionale

La Fondazione Studi consulenti del lavoro, nella circolare 7 del 2017, è intervenuta circa i nuovi contratti di prestazione occasionale che sono stati introdotti in sostituzione dei voucher, eliminati senza lasciare, apparentemente, un sostituto valido.
In realtà, la disciplina del nuovo contratto di prestazione occasionale c’è, anche se alcuni cambiamenti, come ampiamente detto, ci sono, e riguardano lavoratori e datori di lavoro.

Questi ultimi, ad esempio, per attivare le prestazioni di lavoro, a differenza di quanto accadeva in precedenza, potranno rivolgersi ai consulenti del lavoro che opereranno in veste di intermediari abilitati.

La circolare della Fondazione analizza più da vicino la disciplina del contratto di prestazione occasionale, alla luce delle istruzioni fornite dall’Inps nella circolare 107 del 2017 e dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 81/E.

Si legge nella circolare: “La novella normativa con limiti e regole molto più stringenti, consentirà ai datori di lavoro, sia famiglie e aziende, di utilizzare prestatori di lavoro per soddisfare tutte quelle esigenze occasionali mediante il contratto di prestazione occasionale”.

Vera MORETTI

Welfare aziendale, i vantaggi sono per tutti

Durante il XV Forum Lavoro e Fiscale organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla sua Fondazione Studi è stata fatta chiarezza riguardo il welfare aziendale, che obiettivamente necessitava di un chiarimenti per fugare ogni dubbio.

La questione emersa era relativa in particolare al welfare aziendale che rappresenta una grande opportunità per le aziende ma anche per i lavoratori. Il motivo è semplice: questo strumento permette di azzerare il cuneo fiscale, a prescindere se il datore sia in possesso, o meno, del Documento unico di regolarità contributiva, ovvero il Durc.
Questo era il dubbio che ancora non era stato chiarito e ci hanno dunque pensato i consulenti del lavoro durante il loro Forum annuale, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione.

Con questa spiegazione si può facilmente capire che i vantaggi economici, ma anche fiscali e contributivi, del welfare aziendale sono più immediati e facilmente fruibili, senza che vi debba per forza essere una correlazione con ee disposizioni di cui all’articolo 1, comma 1175, della legge 296 del 2006.
E sicuramente si tratta di una buona notizia per tutti.

Vera MORETTI

Calderone: consulenti del lavoro accanto alle aziende per difenderle dalle illegalità

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, intervenendo al convegno Caporalato, appalti e somministrazione, organizzato dai professionisti alla Camera dei Deputati, ha voluto ricordare ancora una volta come la categoria dei consulenti del lavoro sia da sempre impegnata a sostenere le aziende virtuose, aiutandole a combattere contro la legalità.

A questo proposito, Calderone ha dichiarato: “Non possiamo pensare a un mercato del lavoro inclusivo senza ribadire quanto l’attenzione verso il rispetto e la legalità sia fondamentale. Servono buone norme e soprattutto che siano applicabili, generalmente differenziando i percorsi, e mettendo in evidenza chi vuole mantenere la regolarità nel mondo del lavoro”.

Obiettivo primario dei consulenti del lavoro, deve, quindi, rimanere la qualità del lavoro, che ovviamente significa anche rispetto delle regole, che spesso vengono sottovalutate , se non del tutto ignorate.
Ha aggiunto la presidente dei Consulenti del Lavoro: “I consulenti del lavoro sono per l’etica, per la deontologia professionale, per l’accompagnamento di aziende e lavoratori verso quella applicazione ragionata di principi e regole che possano garantire che mercato del lavoro sia basato su reali possibilità e non drogato da fenomeni di sfruttamento”.

Vera MORETTI

Tirocini formativi: veicolo ottimale per creare occupazione

Per far ripartire l’economia e il mercato del lavoro, la Fondazione consulenti del Lavoro ha attivato nell’anno trascorso più di 23mila tirocini formativi, che nel 60% dei casi si sono trasformati in contratti di lavoro a tempo stabile.
Mauro Capitanio, presidente della Fondazione, ha presentato questi risultati con soddisfazione, anche perché sono stati ottenuti con l’obiettivo di creare posti di lavoro e perché, proprio in questa ottica, erano stati aumentati di 4mila unità rispetto al 2015. E lo sforzo è valso, poiché l’occupazione è aumentata, soprattutto per i giovani, rimasti svantaggiati dalla crisi economica.

Tra i 23.545 tirocini attivati nel 2016, 1.058 erano quelli facenti parte del programma Garanzia Giovani.
Secondo i dati della Fondazione, la regione in cui sono stati attivati più tirocini nel corso del 2016 è la Lombardia (4.364), seguita da Campania (3.988), Veneto (3.300) e Lazio (2.807). Fanalini di coda Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta con zero tirocini attivati. Per quanto riguarda ‘Garanzia Giovani’ la regione con più tirocini attivati è risultato il Lazio (269) seguito dall’Emilia Romagna (262).
Tra chi ha frequentato nel corso del 2016 un tirocinio l’83,49% rientra nella fascia d’età 20-29 anni, il 9,50% ha meno di venti anni, il 6,80% ha tra i 30 e i 59 anni, e o,21 ha più di 59 anni.

Partecipanti ai tirocini sono per il 60% uomini, inoltre il 52,4% è in possesso di un diploma di scuola media superiore, il 21,4% ha la licenza media, il 19,64% ha conseguito la laurea universitaria, lo 0,30% ha la licenza elementare e il 6,04% ha la qualifica professionale.

Per quanto riguarda le aree di competenza, il 20% riguarda marketing e vendite, come anche quelli relativi a produzione e distribuzione dei pasti. Seguono l’amministrazione e controllo delle imprese (15%), sviluppo e gestione sistemi informatici (10%), progettazione e produzione alimentare (5%), logistica industriale, del trasporto e spedizione (5%), progettazione e costruzione edile (5%), assistenza e cura alla persona (5%).

Vera MORETTI

Calderone: consulenti del lavoro volano per l’occupazione

Nei giorni scorsi la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, è tornata a parlare di unità della categoria, ricordando il riconoscimento pubblico della funzione sussidiaria da essa esercitata: “La categoria dei consulenti del lavoro è unita per il futuro“, ha affermato la presidente.

Il mondo delle professioni – ha proseguito Calderone -, l’economia italiana e il lavoro sono in continuo divenire. Per questo i consulenti del lavoro che vogliono incidere nel territorio e nelle dinamiche del mondo dell’occupazione devono proseguire il loro cammino di crescita e di evoluzione puntando sulla formazione e sulla capacità di interpretare e comunicare correttamente il loro ruolo“.

Il nostro – ha detto ancora – è un ordine che ha acquisito competenze e riserve di legge negli anni spesso anche attaccate da altri soggetti che vorrebbero condividerle perché importanti. Si tratta degli istituti della certificazione dei contratti, della conciliazione, dell’arbitrato e di tutte quelle funzioni che la riforma Fornero ed il Jobs Act hanno attribuito ai consulenti del lavoro“.

I consulenti del lavoro – ha concluso Calderonenon hanno mai sottratto competenze ad altri, ma hanno disegnato per loro e per il Paese la figura di un professionista del mondo del lavoro che sia elemento di traino e volano per l’occupazione. Le nuove sfide devono trovare una categoria forte, compatta, determinata, presente ed autorevole nei territori e nei confronti degli attori istituzionali con cui entriamo in relazione“.

Consulenti del lavoro e bilateralità

Associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori di una specifica categoria danno vita ad enti privati che concretizzano una forma di collaborazione tra capitale e lavoro: questi gli enti bilaterali che, per quanto attiene il settore dell’artigianato, sono stati al centro del convegno organizzato nei giorni scorsi dall’Ordine e dall’Associazione Consulenti del Lavoro (Ancl-up) di Varese a Malpensafiere (VA).

Questo comparto, sin dai primi anni del secolo scorso ha individuato nell’ampio genus degli “enti bilaterali” e nella specie degli organismi paritetici lo strumento attraverso il quale realizzare interessi di valenza economica e sociale quali fondi, forme di mutualità, welfare, formazione.

La bilateralità, soprattutto in tempi come questi, ritorna a essere uno strumento interessantissimo e imprescindibile per il perseguimento di interessi condivisi – ha commentato il presidente dell’Ordine varesino dei consulenti del lavoro, Vera Stigliano, al termine dell’incontro -. Il mondo è cambiato, così come sono cambiate le sue dinamiche e le necessità della popolazione: questo ha portato all’accentuazione del divario tra costi dei sistemi di protezione sociale e le sempre meno consistenti risorse a disposizione”.

La contrattazione collettiva rappresenta il solco nel quale l’organismo paritetico (composto da soggetti che si trovano in posizione di contrasto e autonomia nel piano delle relazioni industriali) opera e persegue il soddisfacimento di interessi legati al tema delle retribuzioni e al welfare. I consulenti del lavoro – ha aggiunto Stiglianohanno ben chiaro il valore e le potenzialità che uno strumento simile rappresenta, per le proprie aziende assistite, in termini di opportunità ed economie di scala”.

Considerata la legislazione in materia di lavoro oggi in vigore – ha aggiunto Ferdinando Butto, presidente dell’Associazione Consulenti del Lavoro di Varese -, direi che come assunzioni agevolate che permettono alle aziende una riduzione del costo del lavoro, l’apprendistato è sicuramente la più appetibile, in quanto permette ai datori di lavoro d’impostare un percorso formativo (di durata fino a 5 anni nel settore artigiano) soprattutto per i giovani, che hanno le maggiori difficoltà nell’ambito dell’inserimento nel mondo del lavoro. Certo che così com’è strutturato, l’apprendistato presenta anche delle criticità che, con un po’ di preparazione professionale e con un po’ più di lungimiranza da parte della nostra classe politica, potrebbero sicuramente migliorare in modo da essere potenziato e più utilizzato”.

Queste le proposte dei consulenti del lavoro di Varese in termini di apprendistato:

  • La formazione obbligatoria trasversale (40 ore annue) andrebbe effettuata direttamente a scuola, nell’ambito dei vari percorsi scolastici, e non presso Enti autorizzati od aziende private che determinano solo una dispersione di tempo e di risorse economiche per le aziende e per gli apprendisti stessi;
  • La formazione obbligatoria tecnica o professionalizzante (fino ad 80 ore annue) andrebbe effettuata direttamente in azienda, attraverso comunque la compilazione di registri e controlli effettuati anche da Enti esterni;
  • La contribuzione a carico dei datori di lavoro dovrebbe ammontare a zero e non al 1,5%-3% o 10%, considerato che attualmente tranne che per le assunzioni dei lavoratori in mobilità (L.223/91), per quelle a tempo indeterminato che rilevano un esonero contributivo (40% di riduzione dei contributi a carico azienda per 24 mesi) previsto dalla legge di stabilità 2015 e per le assunzioni di donne od over 50, non ci sono altre possibilità d’investire sui lavoratori dipendenti con una riduzione del costo del lavoro.

Consulenti del lavoro, il nuovo codice deontologico

Entrerà in vigore domani il nuovo codice deontologico dei consulenti del lavoro, approvato dal Consiglio Nazionale dell’ordine il 29 luglio scorso.

Il codice deontologico introduce tutele e sanzioni disciplinari e rafforza il principio del rispetto tra colleghi e quello della tutela della clientela del professionista.

Rispetto alla prima stesura del codice deontologico, il Consiglio Nazionale dell’ordine vi ha apportato alcune modifiche e integrazioni, estendendone l’ambito di applicazione alle società tra professionisti iscritte all’albo dei consulenti del lavoro e ai praticanti consulenti.

Inoltre, il nuovo codice deontologico sancisce il principio che l’errore professionale costituisce illecito deontologico solo nel caso in cui discende da trascuratezza intenzionale, negligenza o imperizia.

Tra le novità di rilevo del codice deontologico vi sono:

  • il mancato rispetto del Regolamento per la formazione continua obbligatoria costituisce illecito disciplinare;
  • il collega che ne sostituisce uno deceduto, sospeso o temporaneamente impedito, è chiamato ad agire con cautela e usare la massima diligenza, sotto la guida del Consiglio Provinciale, per garantire gli interessi della clientela del professionista sostituito;
  • l’esercizio della professione è consentito solamente se in possesso di idonea copertura assicurativa, della quale deve essere informato il cliente;
  • è auspicio che le controversie tra colleghi vengano composte nell’ambito del Consiglio Provinciale;
  • il consulente del lavoro non può accettare incarichi da un cliente già assistito da un collega senza aver prima informato quest’ultimo: si deve infatti accertare che il cliente abbia già chiuso il precedente rapporto professionale;
  • il consulente del lavoro si deve astenere dall’effettuare controlli o accertamenti sull’operato di un collega, tranne nel caso in cui quest’ultimo non sia stato avvisato dal cliente in anticipo i consulenti del lavoro sono obbligati a fornire ai praticanti; l’addestramento teorico e pratico necessario per svolgere la professione, consentendo la loro partecipazione a corsi di formazione propedeutici al superamento dell’esame di stato.

Semplificazione fiscale, le proposte dei consulenti del lavoro

Quello della semplificazione fiscale è un mantra in un Paese come l’Italia dove tutto è complicato, figuriamoci il fisco. Per fortuna, ogni tanto, ci sono dei professionisti che si danno da fare per passare dalle parole ai fatti.

Per esempio i rappresentanti del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, che nei giorni scorsi hanno portato le proposte della categoria per la semplificazione fiscale al tavolo istituito con il ministero dell’Economia e Finanze.

Tra le altre cose, i consulenti chiedono una definizione più sostenibile e certa delle scadenze fiscali, tanto per gli adempimenti dichiarativi quanto per quelli informativi.

Le proposte di semplificazione fiscale per imprese e contribuenti portate avanti dai consulenti del lavoro comprendono la richiesta di rendere certe e sostenibili le scadenze legate alle dichiarazioni dei redditi, soggette spesso a continue proroghe dei termini.

Ecco le proposte più significative in materia di semplificazione fiscale presentate dai consulenti del lavoro

  • rinvio al 15 marzo di ogni anno del termine per la consegna ai sostituiti e al 31 marzo per la trasmissione all’Agenzia delle Entrate. Attualmente i due termini coincidono il 28 febbraio, data che costringe gli intermediari fiscali al super lavoro;
  • utilizzo di un sistema di differimento automatico della scadenza qualora vi sia un ritardo, da parte dell’Amministrazione Finanziaria, nella elaborazione dei modelli ufficiali e dei moduli di controllo Entratel che servono a calcolare e liquidare le imposte.
  • differimento della scadenza in linea con quella relativa alla dichiarazione dei redditi del periodo di imposta interessato dai controlli, per le denunce periodiche di tipo “informativo”;
  • sospensione dei termini a ricorrere, in caso di presentazione dell’istanza di autotutela, per una durata pari al periodo entro il quale l’Agenzia deve fornire una risposta;
  • estensione della proroga a tutti gli adempimenti nel periodo di differimento feriale, comprese le comunicazioni di irregolarità del modello Unico;
  • semplificazione delle modalità di calcolo e versamento dei tributi locali;
  • regime speciale per la liquidazione e i versamenti delle imposte nei casi di forza maggiore, come calamità naturali o eventi straordinari.