Contributi a negozi e attività commerciali, domande al via

Al via le domande per i contributi a fondo perduto a favore dei negozi e delle attività commerciali colpiti dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria. I ristori arrivano fino al 60% della differenza dei ricavi tra gli anni 2021 e 2019. È quanto prevede il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 24 marzo scorso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 aprile 2022. Per i negozi, compresi gli ambulanti, oltre alla differenza di ricavi, il requisito essenziale è l’ammontare entro i 2 milioni di euro dei ricavi riferito al 2019.

Ristori ai negozi e alle attività commerciali: le risorse del ministero per lo Sviluppo Economico

Si potranno presentare dal 3 maggio 2022 le domande per i contributi a fondo perduto del Mise per i negozi e le attività commerciali. Il Fondo per il rilancio delle attività economiche istituite dal ministero per lo Sviluppo Economico ha risorse per 200 milioni di euro. Il Mise intende ristorare i negozi e le attività commerciali, rientranti in determinati codici Ateco, che abbiano subito le maggiori perdite dall’emergenza Covid.

Quali sono i negozi e le attività beneficiarie dei ristori Mise?

I negozi che potranno presentare domanda per i contributi a fondo perduto del Mise sono  quelle che svolgono attività di commercio al dettaglio prevalente rientrante nei seguenti codici Ateco:

  • 47.19; 47.30; 47.43;
  • tutte le attività dei gruppi 47.5 e 47.6;
  • e 47.71; 47.72; 47.75; 47.76; 47.77; 47.78; 47.79; 47.82; 47.89 e 47.99.

Contributi a fondo perduto per i negozi: calcolo di quanto spetta

I contributi a fondo perduto per i negozi sono calcolati applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile dei ricavi del 2021 rispetto all’ammontare medio mensile dell’anno 2019. La riduzione dei ricavi del 2021 rispetto al 2019 deve essere di almeno il 30% per ottenere il ristoro. Le percentuali da moltiplicare variano in questo modo:

  • il 60% per le attività che nel 2019 abbiano avuto ricavi entro i 400 mila euro;
  • il 50% per i negozi con ricavi nel 2019 dal 400 mila euro a un milione di euro;
  • il 40% per i soggetti che nel 2019 abbiano avuto ricavi da un milione di euro a due milioni di euro.

Ristori ai negozi, le percentuali potrebbero essere ridotte a seconda delle domande presentate

Tuttavia, suddette percentuali di ristoro potrebbero essere ridotte dal ministero per lo Sviluppo Economico nel caso in cui le risorse stanziate dovessero risultare insufficienti a coprire tutte le domande pervenute e in linea con i requisiti richiesti. Dunque l’importo effettivo dei contributi a fondo perduto ai negozi e alle attività commerciali potrebbe essere rideterminato successivamente alla chiusura delle domande. Ragione per la quale, le procedure di presentazione delle istanze non rientrano in un click day.

Come presentare domanda dei contributi a fondo perduto per i negozi e le attività commerciali

Le domande per i contributi a fondo perduto dei negozi e delle attività commerciali possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 3 maggio prossimo e fino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022. La domanda va presentata on line utilizzando il modello allegato al decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). La domanda va presentata sulla piattaforma messa a disposizione da Invitalia. L’ordine temporale di presentazione delle istanze non comporta dei vantaggi per l’eventuale riduzione dei ristori conseguente all’incapienza delle risorse.

 

Contributi a fondo perduto per le imprese, i bandi delle regioni

Tre bandi arrivano dalle regioni per i contributi a fondo perduto a favore delle piccole e medie imprese in ambito di green economy, di digitalizzazione delle imprese e di ricerca e sviluppo. Oltre ai contributi, le imprese potranno richiedere finanziamenti a tasso zero o agevolati. La Regione Campania ha approvato un bando da 20 milioni di euro per la ricerca e lo sviluppo delle Pmi; la Liguria finanzia fino a 10 mila euro per la digitalizzazione; l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia.

Contributi a fondo perduto delle regioni, la Campania finanzia la ricerca e lo sviluppo delle Pmi

La Regione Campania ha approvato il bando che riserva 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere la ricerca e lo sviluppo delle imprese regionali. Ammesse a partecipare al bando sono le micro, le piccole e le medie imprese. I progetti, per essere ammessi, devono realizzare il trasferimento tecnologico e l’industrializzazione. Le spese ammissibili vanno da un minimo di 400 mila euro a un massimo di due milioni di euro. Per finanziare la spesa è necessario attendere la notifica di avvenuta concessione dell’incentivo.

Bando Regione Campania contributi a fondo perduto imprese: quali spese sono ammissibili?

I progetti di ricerca e sviluppo industriale ammesse agli incentivi, permettono di finanziare le spese ammissibili nelle seguenti percentuali:

  • al 70% per le piccole imprese che presentino progetti di ricerca industriale;
  • al 60% per le medie imprese per finanziare progetti di ricerca industriale;
  • del 45% per le piccole imprese che avviino progetti di sviluppo sperimentale;
  • del 35% per le medie imprese per i progetti di sviluppo sperimentale.

Bando incentivi piccole e medie imprese Regione Campania, come inviare la domanda?

Per i progetti di industrializzazione sono previsti contributi a fondo perduto rispettivamente del 50% e del 60% a seconda che si tratti di medie imprese o di micro e piccole imprese. Per inviare la domanda di partecipazione al bando, le imprese dovranno utilizzare l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e inoltrare l’istanza alla Regione Campania. La scadenza del bando è fissata alle ore 12:00 del 20 aprile prossimo.

Bando Regione Liguria, contributi per 10 mila euro a favore della digitalizzazione

A partire dal prossimo 27 aprile le piccole e medie imprese della Regione Liguria potranno inviare domanda di partecipazione al bando regionale sulla digitalizzazione. Gli incentivi sono concessi nella formula del contributo a fondo perduto, in regime de minimis, e finanziano fino al 60% le spese ammissibili. Sono due gli ambiti di spesa:

  • l’incremento del livello della digitalizzazione delle imprese;
  • l’innovazione dei modelli organizzativi e della distribuzione di vendita.

Bando incentivi imprese Liguria, quali spese sono ammissibili?

Le spese ammissibili del bando della Regione Liguria per le piccole e medie imprese comprendono:

  • acquisto di software, licenze, brevetti e programmi informatici;
  • l’acquisto di hardware;
  • costi di consulenze;
  • spese per implementare i sistemi innovativi in azienda.

L’incentivo può essere richiesto dalle imprese per un ammontare di 10 mila euro, da un minimo di spesa di 5 mila euro. Sono ammissibili a incentivo gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. Le domande potranno essere presentate dal 27 aprile fino al 16 maggio 2022.

Bando Emilia Romagna per i contributi a fondo perduto delle imprese, riapre il Fondo Energia

Tra i finanziamenti concessi dalle regioni, l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia. Si tratta di presentare la domanda per ottenere gli incentivi del Fondo in questione. Ammesse all’agevolazioni le piccole e medie imprese che puntano allo sviluppo sostenibile con obiettivi di efficienza energetica e di utilizzo dell’energia rinnovabile. Gli incentivi consistono in finanziamenti a tasso zero fino al 70% della spesa ammissibile; il restante 30% può essere finanziato con tassi agevolati.

In cosa consistono i finanziamenti del bando Emilia Romagna per l’energia?

I finanziamenti dell’Emilia Romagna per l’efficienza energetica consiste in un mutuo chirografario con una durata dai 3 anni ai 96 mesi. È previsto un periodo di preammortamento di 12 mesi. L’importo minimo richiedibile è di 25 mila euro. Quello massimo è di 750 mila euro. È prevista anche la formula del contributo a fondo perduto, ma nella misura massima del 12,5% del complessivo ammesso a incentivo.

Quali spese si possono finanziare con i contributi della Regione Emilia Romagna?

Le spese che le imprese della Regione Emilia Romagna potranno finanziare sono nell’ordine:

  • l’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti;
  • di hardware, compressa l’installazione;
  • acquisto di software e di relative licenze.

Le imprese potranno presentare domanda fino alle ore 16:00 del 23 maggio prossimo mediante procedura a sportello. Inoltre, le domande sono ammissibili fino alla capienza delle risorse stanziate.

Contributi a fondo perduto fino al 60% investimenti Pmi: in Gazzetta la nuova agevolazione

In arrivo i nuovi contributi a fondo perduto per le micro e le piccole e medie imprese (Pmi) per gli investimenti innovativi e sostenibili per favorire la trasformazione tecnologica e digitale di impresa. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 78 del 2 aprile 2022 il decreto legge del 10 febbraio scorso che assegna agevolazioni alle Pmi in conto impianti con agevolazioni che possono arrivare al 60% delle spese ammissibili. Le risorse messe a disposizione per la misura ammontano a 678 milioni di euro. I contributi sono concessi dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) nell’ambito degli investimenti delle imprese manifatturiere e di servizi che operano su tutto il territorio italiano.

Contributi in conto capitale alle piccole e medie imprese dal Mise: gli obiettivi degli investimenti

I contributi in conto capitali sono concessi dal Mise a favore delle piccole e medie imprese per contrastare e superare la crisi generata dall’emergenza Covid. Sono ammissibili le spese per gli investimenti volti a realizzare nuove unità produttive oppure ad ampliare quelle già esistenti. Gli investimenti devono essere in linea i principi della tutela ambientale e della transizione digitale, in coerenza con il piano Transizione 4.0. In particolare, i programmi di spesa devono facilitare la transizione verso l’economia circolare e la sostenibilità energetica.

Contributi per gli investimenti di tutela ambientale e transizione digitale: le risorse a disposizione delle Pmi

A disposizione delle piccole e medie imprese ci sono 678 milioni di euro, dei quali:

  • 428 milioni di euro andranno alle imprese della Sicilia, della Sardegna, Della Puglia, del Molise, della Campania, della Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo;
  • 250 milioni di euro andranno a favore delle imprese delle altre regioni.

Contributi per gli investimenti delle imprese, quali possono richiederli?

Il primo fattore di ammissibilità di richiesta specificato nel decreto è che le imprese proponenti debbano non essere in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019. Il regime di contabilità richiesto è quello ordinario, con due o più bilanci depositati oppure due dichiarazioni dei redditi se la richiesta proviene da società di persone o da ditte individuali. Le imprese dovranno poi dimostrare che le spese siano volte alla transizione verso l’economia circolare e all’ottimizzazione della sostenibilità energetica. In quest’ultimo caso, il miglioramento energetico da attestare deve essere pari ad almeno il 10% rispetto ai consumi dell’anno prima rispetto al giorno di presentazione dell’istanza.

Quali spese sono ammissibili per i contributi in conto capitale delle piccole e medie imprese?

Le spese ammissibili per richiedere i contributi in conto capitale delle piccole e medie imprese comprendono:

  • le attrezzature, i macchinari e gli impianti;
  • le opere murarie nel limite del 40% del totale delle spese ammissibili;
  • i programmi informatici, le licenze, l’acquisto di certificazioni ambientali.

Si tratta pertanto di spese relative alle immobilizzazioni materiali e immateriali, obbligatoriamente nuovi di fabbrica. Inoltre, deve trattarsi di beni ammortizzabili e capitalizzati, figuranti nell’attivo dello stato patrimoniale dell’impresa che richiede i contributi. L’investimento deve essere mantenuto per non meno di tre anni.

Quali programmi di investimento devono essere perseguiti dalle imprese richiedenti i contributi del Mise?

I programmi di spesa e di investimento delle piccole e medie imprese che richiedono i contributi in conto capitale del ministero per lo Sviluppo Economico devono avere un importo di non meno di 500 mila euro e non eccedente la cifra di 3 milioni di euro per le regioni del Sud Italia; per le altre regioni, i limiti sono rispettivamente 1 milione di euro e 3 milioni di euro. In base agli obiettivi produttivi, gli investimenti dovranno garantire l’ampliamento della capacita di produzione delle imprese e la diversificazione; l’ottenimento di prodotti mai fabbricati in precedenza mediante i nuovi investimenti; il cambiamento dei processi produttivi rispetto a quelli già adottati dall’impresa oppure la realizzazione di nuove unità produttive.

Come vengono distribuiti i contributi in conto capitale per gli investimenti alle imprese?

I contributi in conto capitale vengono distribuiti alle imprese seguendo determinate percentuali. In particolare:

  • per le imprese di quattro regioni del Sud Italia (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) sono finanziati il 60% delle spese sostenute dalle micro e piccole imprese e il 50% per le medie imprese;
  • le imprese situate in Sardegna, Molise e Basilicata possono ottenere il contributo sul 50% delle spese se si tratta di micro e di piccole imprese. Il contributo scende al 40% per le medie imprese;
  • infine per tute le altre regioni italiane, il contributo è fissato al 35% per le micro e piccole imprese e al 25% per le medie imprese.

Contributi alle Pmi dal  ministero per lo Sviluppo Economico: come inviare la domanda?

La gestione dei contributi in conto capitale a favore delle piccole e medie imprese è a carico di Invitalia. Si dovrà attendere un successivo decreto del ministero per lo Sviluppo Economico che fisserà i termini e le modalità con le quali le imprese potranno inviare le domande di agevolazione.

Bonus 4000 euro Pmi per le spese di digitalizzazione: click day il 16 maggio

Doppio intervento del ministero degli Esteri per la digitalizzazione e l’export delle micro e piccole e medie imprese. Da un lato l’assistenza tecnica sui servizi digitali, offerta in maniera gratuita, per le Pmi. Dall’altro un contributo minimo di 4 mila euro per l’export digitale. E due date da segnare: quella del 28 aprile prossimo per l’apertura di uno sportello telematico informativo; e quella del 16 per la richiesta dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese.

Bonus per la digitalizzazione delle Pmi, la misura arriva dal ministero degli Esteri

La misura deriva dal Patto per l’export del 2020, voluta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il rilancio del Made in Italy. Nello scenario attuale, la misura andrà a vantaggio delle imprese, e nello specifico delle micro e Pmi, per l’urgente necessità di digitalizzazione delle attività commerciali e per superare gli ostacoli legati agli accessi alle piattaforme internazionali di commercio elettronico. Inoltre, la misura mira a colmare il gap culturale in ambito digitale delle piccole e medie imprese rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei.

Servizi digitali gratis per le piccole e medie imprese: di cosa si tratta?

Il primo ambito della misura in arrivo dal ministero degli Esteri per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese comprende l’assistenza tecnica e gratuita per i servizi digitali delle imprese. Otto provider tecnologici internazionali sono stati selezionati dal bando del ministero degli Esteri sulla base delle offerte presentate per assistere le Pmi italiane nei processi di transizione digitale. Si tratta di eBay, Italia Online, Adiacent, Nexi Payments, Bonucchi e Associati, Google Ireland, Statista.com e Metagorà.

In quali attività le piccole e medie imprese riceveranno supporto dagli otto provider di digitalizzazione dell’export?

Le tipologie di servizi offerti alle piccole e medie imprese riguardano per l’assistenza nella transizione digitale dell’export riguardano:

  • la diffusione via web delle attività di formazione;
  • la conoscenza degli strumenti promozionali per l’esportazione del Maeci;
  • l’aggiornamento del digital temporary export manager;
  • gli studi e le analisi sulla promozione del Made in Italy;
  • la condivisione di provider.

Bonus digitalizzazione delle micro e Pmi: in cosa consistono i contributi a fondo perduto?

Oltre ai servizi di assistenza per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, è previsto un contributo a fondo perduto per l’export digitale. Le risorse per la misura del ministero degli Esteri ammontano a 30 milioni di euro. L’incentivo prevede un incentivo per le micro e le piccole imprese di 4 mila euro per spese ammissibili pari a non meno di 5 mila euro; il contributo può salire a 22.500 euro per i consorzi di imprese che effettuino una spesa minima in strumenti digitali di 25 mila euro.

Quali spese sono ammissibili per il bonus digitalizzazione delle Pmi da 4 mila a 22.500 euro?

Le spese ammissibili per richiedere il bonus da 4 mila a 22.500 euro comprendono:

  • la realizzazione di piattaforma di commercio elettronico verso l’estero;
  • l’implementazione o il potenziamento di applicazioni mobili o di siti internet per le operazioni commerciali;
  • l’automatizzazione delle operazioni;
  • la gestione dei prodotti in via digitale e tramite il marketing digitale.

Come e quando presentare domanda per i contributi a fondo perduto delle micro e Pmi per la digitalizzazione dell’export?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere la fine del mese. Il 28 aprile prossimo, infatti, a cura di Invitalia e Ice verrà aperto lo sportello elettronico per ricevere informazioni per usufruire dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle micro e piccole e medie imprese. La presentazione vera e propria delle domande è prevista per il 16 maggio 2022. Si tratterà di un click day e la richiesta dei contributi potrà essere presentata tramite il portale di Invitalia.

 

Contributi Pmi Fondo 394, in arrivo rimodulazione per il caro materie prime

È in arrivo la rimodulazione del Fondo 394 relativo ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti gestiti da Simest. Il cambio di destinazione delle risorse avverrà nell’ottica di contrastare il rincaro dei prezzi delle materie prime. La revisione è attualmente allo studio del ministero degli Esteri. Sul tavolo della Farnesina vi sarebbero quindi gli aiuti all’internazionalizzazione delle piccole e delle medie imprese (Pmi). Gli aiuti andrebbero a sostenere i costi extra delle imprese e le strozzature negli approvvigionamenti.

Contributi a fonde perduto Simest, i nuovi aiuti alle imprese per l’emergenza guerra in Ucraina

La modifica rispetto agli obiettivi del Fondo 394 per i contributi alle imprese dovrebbe arrivare in un nuovo emendamento del decreto legge, l'”Ucraina 2” arrivato sul tavolo della conversione in legge. Attualmente il provvedimento è atteso in Senato. L’obiettivo più specifico del nuovo decreto è quello di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese contributi a fondo perduto per il riposizionamento nei mercati esteri alternativi a quelli nei quali operano. Si tratterebbe dunque di una misura che mira a sottrarre le imprese dai mercati in difficoltà per la situazione del conflitto in Ucraina. Oppure, in alternativa, di sostenere temporaneamente le imprese per il rischio di difficoltà di approvvigionamenti di determinate materie prime.

Come interverrà il Fondo 394 per aiutare le imprese sui prezzi delle materie prime?

Come interverrà il fondo 394 a sostegno delle imprese per i rincari dei prezzi delle materie prime? Si ipotizza che un’impresa italiana con fornitore di materie prime in uno dei Paesi coinvolti nella guerra, trovandosi a dover sostenere un costo extra per il rifornimento, possa decidere di rivolgersi a un mercato alternativo e più competitivo. Il Fondo 394 dovrebbe intervenire in questo caso, coprendo il maggior costo che l’impresa potrebbe trovarsi a sostenere a causa della guerra. La misura, pertanto, andrà a vantaggio delle imprese che intendano riposizionarsi sui mercati alternativi o a sostenere le Pmi dal rischio di una carenza delle materie prime.

Contributi alle Pmi per sostenere i maggiori costi delle materie prime, quando arriverà la misura?

Già nel decreto legge “Ucraina”, approvato in via definitiva, è diventato operativo il Fondo 394 per le Pmi nella misura in cui provvedano a esportazioni verso i Paesi coinvolti nella guerra oppure che abbiano filiali nelle zone di guerra. Inoltre, nella legge di Bilancio 2022 erano stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il 2022 e per gli anni fino al 2026 per garantire il supporto alle piccole e medie imprese nei processi di internazionalizzazione. L’ok definitivo alla rimodulazione delle risorse del Fondo 394 dovrà ottenere il via libera di Bruxelles. Ottenuto il quale, verranno fissate le condizioni operative per il sostegno delle imprese. Sui tempi, il ministero degli Esteri conta di rendere operativo il nuovo strumento all’inizio di giugno prossimo.

Partite Iva, quali finanziamenti e contributi a fondo perduto si possono richiedere?

Per le partite Iva sono a disposizione vari finanziamenti, contributi a fondo perduto e agevolazioni. Su tutti, gli aiuti per i giovani possessori di partite Iva e per le donne assicuranti dallo sportello On – Oltre nuove imprese a tasso zero e Resto al Sud. Peraltro, lo sportello On ha ricominciato ad assicurare i finanziamenti da poco più di una settimana (il 24 marzo 2022). Possono presentare domanda i giovani (che detengono il maggior numero delle nuove aperture di partita Iva nell’ultimo trimestre del 2021, pari al 46,1%) e le donne (con il 36% delle nuove aperture). Per chi presenterà domanda è possibile beneficiare di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a tasso zero. I fondi a disposizione stanziati dalla legge di Bilancio 2022 sono pari a 150 milioni di euro.

Partite Iva, chi può richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Le partite Iva che possono richiedere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati della misura Oltre nuove imprese a tasso zero sono quelle che puntano a creare e a sviluppare micro e piccole imprese. In prevalenza si tratta di realtà giovanili, da 18 a 35 anni oppure da donne, a prescindere dall’età. In ogni caso, la prevalenza nelle imprese di giovani e di donne si costituisce in base al numero di componenti donne o giovani sia per le quote di capitale detenute che come compagine sociale.

Come si viene ammessi ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti di Oltre nuove imprese a tasso zero?

Pertanto, per ottenere i contributi a fondo perduto o i finanziamenti è necessario che vi sia maggioranza di giovani o di donne nella micro e piccola impresa. Ad esempio, se una impresa è composta da un uomo di oltre 35 anni e da una donna o da un under 35 anni, per la richiesta del finanziamento è necessaria una terza persona che possegga i requisiti richiesti. E dunque che sia un giovane under 35 o una donna. Inoltre, per procedere con la richiesta le imprese devono essere costituite da non oltre i cinque anni. Anche le persone fisiche possono presentare richiesta purché si impegnino a costituire una nuova società dopo l’ottenimento dell’agevolazione.

Per cosa si possono richiedere i contributi a fondo perduto?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono essere richiesti per le società dei settori del manifatturiero, dei servizi, del commercio e del turismo. I progetti possono essere richiesti per idee su tutto il territorio nazionale e hanno un limite di spesa di tre milioni di euro. La percentuale di copertura dei contributi può arrivare al 90% dei costi ammissibili. I finanziamenti ottenuti devono essere utilizzati entro i due anni successivi alla stipula del contratto.

Quali sono i costi ammissibili che possono essere finanziati dalle partite Iva?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono coprire le spese necessarie per:

  • l’acquisto di impianti, di attrezzature e di macchinari;
  • di programmi e servizi informatici;
  • di brevetti;
  • di spese per costituire la micro o piccola impresa.

È previsto un doppio ambito di copertura delle spese. Il primo riguarda le imprese costituite da non oltre i 36 mesi al momento della domanda; il secondo dai tre ai cinque anni. Per le imprese entro i 36 mesi si arriva a finanziare le spese fino al 20% con i contributi a fondo perduto. Per le altre imprese, il fondo perduto arriva al 15%.

Come presentare domanda della misura Oltre nuove imprese a tasso zero?

La procedura per la presentazione delle domande delle partite Iva è gestita in via telematica da Invitalia. L’incentivo è a sportello e non ha scadenza. Ma nei limiti delle risorse disponibili. Non ci sono graduatorie e le domande vengono gestite in base all’ordine cronologico di arrivo. È dunque necessario accedere al portale di Invitalia con le credenziali Spid, Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta di identità elettronica (Cie). Vengono richieste al richiedente sia la firma digitale che un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). La valutazione delle domande prevede un colloquio dei candidati ai finanziamenti per approfondire le competenze tecniche e gestionali. Al superamento del colloquio è necessario fornire maggiori dettagli del progetto dal punto di vista economico e finanziario.

Resto al Sud, quali finanziamenti per le partite Iva?

L’altra misura a disposizione delle partite Iva è quella relativa ai finanziamenti di Resto al Sud. La misura ha risorse più alte rispetto alla prima misura (1,25 miliardi di euro per il 2022) e mira a sostenere la nascita e il consolidamento delle nuove attività imprenditoriali e dei liberi professionisti. Ma non è richiedibile in tutto il territorio nazionale. Infatti, i finanziamenti possono essere richiesti nelle regioni di Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo. Inoltre, rientrano tra i territori ammissibili anche le aree del cratere sismico di Umbria, Marche e Lazio e le isole minori lagunari, marine e lacustre del Centro e del Nord Italia.

Resto al Sud, quali partite Iva possono presentare domanda dei contributi?

Ammessi alla presentazione delle domande di Resto al Sud sono le partite Iva con un’età minima di 18 anni e massima di 55 anni. Anche per questa misura non ci sono bandi, graduatorie e scadenze. Le candidature, infatti, vengono prese in carico in base all’ordine di arrivo delle domande. Le istanze possono essere presentate da chi ha già un’attività di impresa dal 21 giugno 2017. Ma possono essere ammesse anche le imprese di futura nascita, da costituire entro i due o i quattro mesi dall’esito positivo della domanda. Inoltre, è necessario non aver ottenuto altre agevolazioni per l’autoimprenditorialità (negli ultimi tre anni) e non essere in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

In quali aree si possono richiedere i finanziamenti Resto al Sud?

I finanziamenti Resto al Sud possono essere richiesti per finanziare investimenti nei settori:

  • delle attività produttive nell’industria, nell’artigianato, nella trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca;
  • che forniscono servizi a imprese e persone;
  • nel settore del turismo e del commercio;
  • nelle libere professioni, sia individuali che in forma societaria. In tal caso, la partita Iva non deve essere stata movimentata nei 12 precedenti la presentazione dell’istanza.

Partite Iva, quali spese sono ammissibili con Resto al Sud?

Con Resto al Sud, le partite Iva hanno la possibilità di coprire fino al 100% delle spese ammissibili. Il finanziamento massimo può arrivare a 50 mila euro, tranne nel caso dell’impresa individuale con unico soggetto (finanziamento fino a 60 mila euro). Le spese ammissibili riguardano:

  • la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria dei beni immobili per un limite del 30% del totale delle spese;
  • l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari;
  • l’acquisizione di nuovi programmi informatici, servizi tecnologici e telecomunicazioni;
  • le spese per gestire l’impresa nel limite del 20% sul totale del progetto. Rientrano in queste spese quelle per le materie prime di di consumo, i canoni di locazione o di leasing, e le garanzie assicurative.

Partite Iva, con Resto al Sud coperto fino al 100% delle spese ammissibili

Gli incentivi possono arrivare al 100% delle spese ammissibili mediante due canali: un contributo a fondo perduto per il 50% e un finanziamento bancario per il restante 50%. Il finanziamento è garantito dal Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese (Pmi).

Come presentare domanda per Resto al Sud?

Le partite Iva interessate a presentare domanda per i finanziamenti e i contributi a fondo perduto di Resto al Sud devono utilizzare la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. La valutazione della pratica avviene entro i 60 giorni susseguenti alla presentazione della domanda. Anche per questa istanza sono necessarie le credenziali di accesso a Invitalia (Spid, Cie o Cns), l’indirizzo di posta elettronica certificato (Pec) e la firma elettronica.

Contributi a fondo perduto nascita e sviluppo imprese femminile: ecco le date delle domande

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 30 marzo 2022 sblocca i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore della nascita e dello sviluppo delle imprese femminili. I fondi stanziati, per 200 milioni di euro, garantiranno sovvenzioni fino a 125 mila euro. Le donne interessate potranno inviare le domande a partire dal mese di maggio, secondo le rispettive date. Ecco nel dettaglio cosa prevede il decreto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati imprese al femminile: le risorse a disposizione

Le imprese al femminile nascenti, ma anche quelle già costituite, potranno beneficiare di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati utilizzando il fondo da 200 milioni di euro messo a disposizione. Il mix di aiuti rientrano tra le priorità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con l’obiettivo di sostenere la nascita e il consolidamento delle imprese gestite da donne, di qualunque dimensione, con un impatto degli incentivi che può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili.

Quali imprese femminili potranno ottenere i contributi a fondo perduto?

Le imprese al femminile che potranno ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono quelle relative ai settori:

  • industriali;
  • artigianali;
  • della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • commerciali e turistiche;
  • della fornitura di servizi.

I programmi di investimento ammissibili per ottenere gli incentivi comprendono varie spese, da quelle per l’acquisto di beni strumentali, al costo del personale, dalle opere edili ai beni immateriali come brevetti. Infine, una quota di finanziamento va anche a coprire le esigenze del capitale circolante.

Nascita imprese femminili, quali contributi sono previsti?

Per la nascita delle imprese al femminile gli incentivi assumono la formula dei contributi a fondo perduto. Pertanto si potranno ottenere aiuti:

  • fino all’80% delle spese ammissibili senza sforare il tetto dei 50 mila euro per i programmi di investimento che arrivano a 100 mila euro;
  • entro il 50% delle spese ammissibili per i programmi di investimento che prevedono spese da 100 mila euro fino a 250 mila euro.

Consolidamento e sviluppo delle imprese femminili, mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati

Per le imprese già costituite, le formule di incentivo possono essere sia di contributi a fondo perduto che di finanziamenti agevolati. In particolare, per le imprese costituite da non oltre i 36 mesi (calcolati alla data della presentazione della domanda), gli aiuti coprono fino all’80% delle spese ammissibili, in uguale misura tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Per le imprese costituite da più di 36 mesi, gli incentivi prevedono le due formule precedenti, ma le imprese potranno finanziare anche le esigenze del capitale circolante. Quest’ultimo può essere coperto unicamente con i contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese al femminile, quali sono le spese ammissibili?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati delle imprese al femminile ammettono le seguenti voci di spesa:

  • macchinari, attrezzature e impianti (nuovi di fabbrica) comprese le opere edili, nel rispetto del tetto del 30% rispetto al totale del programma di spesa. Le spese devono essere in linea con gli obiettivi produttivi aziendali;
  • le immobilizzazioni immateriali, consistenti in brevetti, soluzioni tecnologiche, programmi informatici e software, applicazioni, soluzioni e piattaforme digitali;
  • servizi in cloud in linea con le esigenze di gestione aziendale;
  • spese per il personale dipendente, sia a tempo determinato che indeterminato;
  • esigenze del capitale circolante, calcolato tra il 20% e il 25% delle spese ammissibili e finanziabile solo con contributi a fondo perduto.

Imprese al femminile, come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati?

Il decreto uscito ieri del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ammette la doppia modalità di presentazione delle domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati a favore delle imprese al femminile. A gestire le domande sarà Invitalia. In particolare:

  • per le imprese al femminile nascenti, si potrà iniziare a compilare la domanda a partire dalle ore 10 del 5 maggio 2022. La presentazione della domanda vera e propria potrà avvenire a partire dalle 10 del 19 maggio prossimo;
  • per le imprese al femminile già costituite, si potrà procedere con la compilazione della domanda a partire dalle ore 10 del 24 maggio 2022. La presentazione vera e propria della domanda decorrerà dalle ore 10 del 7 giugno 2022.

 

Contributi a fondo perduto al commercio al dettaglio: quanto spetta ai negozi?

Aiuti alle imprese del commercio per il caro prezzi dell’energia e per le perdite dovute alla pandemia da Covid arrivano con i contributi a fondo perduto dei negozi al dettaglio e degli ambulanti. La misura assicurerà benefici per 200 milioni di euro nel 2022. Tra i beneficiari figurano, tra gli altri, i venditori, gli ambulanti, i negozi di abbigliamento e di calzature. È necessario aver subito una perdita del fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019.

Contributi a fondo perduto per attività al dettaglio, quali negozi possono beneficiarne?

Per i contributi a fondo perduto alle attività commerciali al dettaglio si va dai negozi che vendono prodotti per utilizzo domestico agli articoli ricreativi e culturali, passando per l’abbigliamento e le calzature. Ma sono inclusi anche il commercio al dettaglio di orologi, di gioielli e di cosmetici. I contributi a fondo perduto sono previsti dall’articolo 2 del decreto legge numero 4 del 2022, cosiddetto “Sostegni ter”. Le attività beneficiarie devono essere identificate tramite specifici codici Ateco.

Contributi a fondo perduto negozi: come calcolare le perdite di fatturato del 2021 rispetto al 2019

La legge di conversione del decreto “Sostegni ter” ha apportato qualche modifica, soprattutto di tipo formale. Le attività beneficiarie dei contributi a fondo perduto della vendita al dettaglio devono aver raggiunto ricavi nel 2019 non eccedenti i due milioni di euro. La riduzione dei guadagni deve essere, invece, maggiore del 30% rispetto al 2019. Per la determinazione della riduzione dei fatturati è necessario far riferimento al comma 1, lettere a) e b) dell’articolo 85, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Gli anni da rapportare sono il 2021 rispetto al 2019.

Calcolo di quanto spetta come contributo per le attività commerciali al dettaglio e ambulanti

La determinazione del contributo a fondo perduto spettante per le attività di vendita al dettaglio e per gli ambulanti passa per tre fasce di ricavi e di perdite. Lo prevede il decreto che determina il contributo spettante in base a una percentuale variabile che scaturisce dalla differenza tra il totale dei ricavi medi mensili del periodo di imposta 2021 e il totale dei ricavi medi mensili riferiti al periodo 2019.

Le tre fasce per determinare i contributi a fondo perduto delle attività commerciali al dettaglio

Sulla base della percentuale variabile dei contributi a fondo perduto spettanti alle attività commerciali al dettaglio, sono state determinate le tre fasce del:

  • 60% della perdita per le attività che nel 2019 non hanno superato i 400 mila euro di ricavi;
  • 50% per le attività che nel 2019 hanno prodotto ricavi tra i 400 mila euro e un milione di euro;
  • 40% per le attività che nel 2019 hanno prodotto ricavi tra uno e due milioni di euro.

Negozi di commercio al dettaglio e ambulanti, come presentare domanda per i contributi a fondo perduto?

Per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto a favore delle attività e dei negozi al dettaglio, inclusi gli ambulanti, è necessario attendere il provvedimento in uscita del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Il decreto ministeriale fisserà le modalità di erogazione dei contributi e gli altri parametri occorrenti per beneficiare degli aiuti. In ogni caso, la domanda dovrà essere presentata on line sul sito del Mise.

Requisiti per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto per il commercio al dettaglio

Ai fini della presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto per le attività commerciali al dettaglio e per gli ambulanti è necessario che l’impresa richiedente:

  • abbia sede legale oppure operativa in Italia;
  • risulti costituita, iscritta e attiva nel Registro delle imprese;
  • non sia incorsa in procedure di liquidazione volontaria, concorsuali e non sia già in difficoltà al 31 dicembre 2019, oltre a non avere sanzioni interdittive.

 

Fino a 15.000 euro di ristori per le aziende agricole, ecco dove e quando

L’emergenza epidemiologica non ha risparmiato nessuno. Nessun settore è stato esentato dalla grave crisi economica parallela all’emergenza sanitaria. I lockdown sono stati un disastro per tutti, per tutte le attività e in ogni settore o quasi. Anche quello agricolo ha subito ingenti danni. Lo Stato e le amministrazioni locali però, corrono ai ripari. Contributi a fondo perduto, ristori, aiuti. Gli ultimi anni sono stati pieni di misure straordinarie di aiuto, anche se il più delle volte dimostratesi insufficienti. Una novità adesso riguarda il settore agricolo, con un ristoro per le aziende colpite dal lockdown che può arrivare a 15.000 euro. Ecco di cosa si tratta e cosa occorre sapere per questa importante novità.

Perché anche il settore agricolo ha subito il duro colpo del lockdown

Quando era ancora Ministro, Teresa Bellanova, si aprì ad una regolarizzazione degli stranieri, anche e soprattutto per venire incontro al settore agricolo. Infatti iniziava a registrarsi una netta carenza di manodopera. Il fato che erano vietati gli spostamenti tra Regione e Regione e tra Stato e Stato, è stato il primo vero problema per il settore agricolo.

Un settore che attinge manodopera, storicamente, dall’estero. E gli extracomunitari che comunemente riempiono la campagna delle accolte nei campi, sono mancati. Producendo danni alle aziende agricole e alla filiera.

Ma non c’è solo questo genere di problema. Infatti il settore ha inevitabilmente subito il calo delle vendite, dell’economia e i provvedimenti di chiusura che hanno costretto le persone a casa, senza lavoro e senza reddito. L’economia tutta è stata gravemente colpita. E la ricaduta sul settore agricolo è stata eloquente.

La Sicilia si muove, nuovo aiuto alle aziende agricole, presto i soldi

Fino a 15.000 euro a fondo perduto, come ristoro per alcune delle aziende maggiormente colpite dai lockdown. È ciò che si sta per fare in Sicilia. L’Assessore Regionale  all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea, Toni Scilla, lo ha annunciato ufficialmente.  “Domani sarà pubblicato l’elenco dei beneficiari degli aiuti a fondo perduto”, questo ciò che ha detto l’Assessore Regionale, come si legge sul sito di informazione locale, “PalermoToday.it”.

E ristori fino a 15.000 euro alle imprese agricole  colpite dal lockdown sono una specie di manna dal cielo molto attesa dagli interessati. A bilancio per l’operazione, sono stati messi 15 milioni di euro per contributi a fondo perduto di cui tratterà l’elenco che l’amministrazione Regionale renderà pubblico presto. Il contributo da 15.000 euro va inteso come contributo massimo spettante. Infatti la misura prevede la concessione di un ristoro tra 1.000 e 15.000 euro a beneficiario.

“Con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro sarà pubblicato domani l’elenco dei beneficiari degli aiuti a fondo perduto con ristori che vanno da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15 mila euro ad azienda”, sono queste le parole dette da Toni Scilla.

Nello specifico la misura riguarda tutte le aziende che erano in attività alla data del 4 maggio 2020 e che hanno subito cali di fatturato in misura pari o superiore al 60%.

Imprenditoria femminile, quali incentivi per le impresi esistenti da almeno 36 mesi?

Gli incentivi alle imprese femminili sono di tre tipi. Ammesse ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti sono le nascenti imprese a conduzione femminile, quelle costituite da almeno 12 mesi ma non di più di 36 mesi, e quelle costituite da oltre i 36 mesi. I settori ammessi in tutte le imprese femminili sono quelli dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, della fornitura di servizi, del commercio e del turismo. In questo articolo ci occuperemo degli incentivi per le imprese condotte da donne e costituite da oltre 36 mesi. In questo ambito si possono trovare contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati inerenti le sole spese di investimento. Inoltre, per le esigenze di capitale circolante si possono richiedere solo contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati delle imprese femminili: i riferimenti normativi e il Pnrr

A sostegno delle imprese femminili si sono succeduti nel tempo vari investimenti previsti da interventi normativi. In particolare, si fa riferimento al decreto interministeriale del 24 novembre 2021 del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Il provvedimento detta disposizione a favore delle imprese al femminile rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Più nello specifico, nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1 febbraio scorso, si è voluto concretizzare la realizzazione degli investimenti previsti dal punto 1.2 “Creazione di imprese femminili” della Missione 5 del Pnrr. La missione è relativa all’inclusione e alla coesione, specificando alla Componente 1 le “Politiche per l’occupazione” tramite gli interventi del Fondo impresa femminile.

Imprese femminili nate da oltre 36 mesi, quali agevolazioni sono previste?

Per le imprese femminili costituite da oltre 36 mesi alla data della presentazione della domanda del beneficio, le tipologie di incentivi rientrano nel consolidamento. Si tratta di incentivi di rafforzamento della realtà aziendale ottenibili attraverso contributi a fondo perduto per il fabbisogno di capitale circolante. La misura massima dell’aiuto è pari all’80% della media del capitale circolante dei precedenti tre esercizi. Lo strumento attraverso il quale le imprese al femminile possono ottenere i contributi è rappresentato dal Fondo impresa donna. Oltre al sostegno alle nascenti imprese femminili, anche nelle forme di attività di libere professioniste, il Fondo sostiene il rafforzamento dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile.

Imprese femminili costituite da almeno 36 mesi: entro quali limiti si possono richiedere gli incentivi?

L’accesso ai finanziamenti previsto dal Fondo impresa donna è consentito a tutte le imprese femminili costituite entro i cinque anni precedenti il momento della presentazione della domanda dell’incentivo. Nel caso di imprese costituite da oltre 36 mesi, il limite temporale dunque non deve andare oltre i cinque anni.

Quali tipi di incentivi possono richiedere le imprese femminili costituite da almeno tre anni?

Le tipologie di incentivi richiedibili dalle imprese femminili si suddividono in due grandi categorie:

  • un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti a tasso zero o comunque agevolati per la copertura fino all’80% delle spese ammissibili rientranti nelle spese di investimenti;
  • per il capitale circolante sono ammissibili solo incentivi concretizzabili in contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per le imprese femminili: quali spese sono ammissibili?

Per spese ammissibili fino a 100 mila euro, le agevolazioni possono arrivare all’80% dei costi per un importo non superiore, in ogni modo, a 50 mila euro. Sui programmi di spesa compresi tra 100 mila euro e 250 mila euro, la copertura scende al 50% delle spese ammissibili. Per il mix di contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati delle spese di investimento delle imprese femminili sono agevolabili le seguenti spese:

  • immobilizzazioni materiali come macchinari, impianti e attrezzature, purché nuovi di fabbrica, che siano coerenti con l’attività di impresa;
  • spese per immobilizzazioni immateriali, anche queste necessarie all’esercizio dell’attività dell’impresa;
  • servizi in cloud necessari alla gestione aziendale;
  • costi del personale dipendente, con assunzione a tempo determinato o indeterminato dopo la data di presentazione dell’istanza degli incentivi e occupato in maniera funzionale rispetto al conseguimento dell’iniziativa agevolata.

Entro quanto tempo devono essere realizzati gli interventi oggetto di incentivo per le imprese femminili?

Le agevolazioni concesse alle imprese femminili per lo sviluppo e il consolidamento devono trovare attuazione entro 24 mesi. La data di decorrenza del termine è fissata dalla trasmissione del provvedimento con la quale viene confermata all’impresa la concessione dei contributi e dei finanziamenti. Tale provvedimento deve essere controfirmato dall’impresa al femminile che risulta come beneficiaria.

Contributi a fondo perduto fino all’80% delle spese ammissibli per il capitale circolante

Per esigenze di capitale circolante delle imprese femminili costituite da oltre i 36 mesi, è possibile ottenere fino all’80% di contributo a fondo perduto. Il contributo è calcolato nella misura massima della media dei precedenti 3 esercizi. Sono peraltro previsti anche percorsi professionali di assistenza gestionale e tecnica, di attività di comunicazione e di marketing. I percorsi sono utilizzabili durante tutto il periodo di valenza dell’incentivo.

Come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti delle imprese al femminile?

La presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati delle imprese femminili costituite da oltre 3 anni si può fare utilizzando la procedura telematica presente sul portale di Invitalia. La concessione degli incentivi avviene con procedura di valutazione a sportello.