Il Presidente Berlusconi promette più libertà alle imprese. Secondo voi, cosa ci vuole per “liberare” veramente le imprese italiane?
- Bisogna rivedere la fiscalità a favore delle imprese (49%)
- Bisogna semplificare le leggi che ne regolano l’attività e l’esistenza (29%)
- Bisogna mettere in pratica una vera flessibilità (10%)
- Bisogna attuare misure protezionistiche a favore della nostra economia (7%)
- Bisogna combattere efficacemente il lavoro nero (6%)
DISCLAIMER: i sondaggi proposti dalla redazione di Infoiva non hanno alcuna valenza statistica. L’unico scopo è quello di animare il dibattito con i lettori, conoscerne le loro opinioni e renderli partecipi attivamente alla vita di Infoiva, il loro Quotidiano online. Invitiamo comunque i lettori ad esprire una sola preferenza per ogni sondaggio proposto.
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Ripresa e consumi: come ridare fiducia al Paese?
Già, la ripresa economica… Un tema sul quale l’Italia e il resto del mondo parlano a due velocità; se la recente impennata degli ordinativi industriali nel nostro Paese (+26% a maggio 2010 rispetto a maggio 2009) è stata vista come un segnale di una non lontana uscita dalla crisi da alcuni palazzi della politica, dall’altro il presidente della Fed, Bernanke, si è detto piuttosto timoroso nei confronti della tanto auspicata ripresa, non nascondendo i rischi di una nuova recessione. E se da una parte l’Abi, nel suo Afo-Financial Outlook 2010-2012 parla di una ripresa economica in via di rafforzamento e di un Pil italiano in crescita da qui a due anni, dall’altro, sempre parlando di banche, il Fondo Monetario Internazionale sottolinea come la crescita del rischio collegato a una possibile stretta creditizia in Europa ha “aumentato considerevolmente l’incertezza” e “apportato ulteriori rischi al ribasso a una già modesta e non omogenea ripresa”. A chi dare retta? A chi si esalta per un + o a chi predica calma e realismo? Per carità, i numeri sono numeri, e dato che spesso è facile piegarli per far dire loro quello che ci è più comodo voler ascoltare, chi ogni giorno questi numeri li produce – creando ricchezza, litigando con bilanci e fatturati – dovrebbe aiutare a fornire una chiave di lettura a chi, invece di produrli, li elabora o li commenta.
E allora fatelo con noi e diteci: questa ripresa arriva o no? Scriveteci, raccontateci la vostra esperienza e spiegateci come, secondo voi, è possibile restituire agli italiani la fiducia nel futuro.
Siamo Infoiva, siamo l’Italia che produce, siamo ottimisti ma realisti e non miopi: facciamoci sentire.
“Liberiamo le imprese”. Sì, ma come? – Atto II
di Davide PASSONI
Nella prima parte di questa chiacchierata Bersani parte lancia in resta contro la proposta del Cavaliere di modificare l’articolo 41 della Costituzione (ricordata da Berlusconi nell’audio che vi abbiamo proposto la scorsa settimana) definendola una “bolla di sapone” e, senza entrare nello specifico delle proposte del Pd, fa cenno a 4 progetti inseriti tra gli emendamenti alla manovra finanziaria su liberalizzazioni e semplificazione dell’attività d’impresa richiamando le sue mitiche “lenzuolate“, che hanno fatto la felicità di tanti consumatori di sinistra – ma anche di destra, ammettiamolo, suvvia… -, ma che hanno fatto incazzare aziende e multinazionali (telefoniche, farmaceutiche e assicurative in testa). Poi Bersani, imbeccato da Mineo, divaga su crisi, Europa, Fiat, Fiom e redditi di Berlusconi lasciando per strada le proposte a sostegno dell’impresa.
Andiamo dunque da prenderle noi, dal sito del Pd, limitandoci a due documenti significativi: il più fresco, del giugno 2010, con le sei “mini lenzuolate” a favore di imprese e consumatori; il meno fresco, del maggio 2008, con la proposta di legge dell’allora Governo Ombra in materia di “semplificazione dei procedimenti riguardanti l’avvio di attività economiche e la realizzazione di insediamenti produttivi“. Se avrete la pazienza e il tempo di leggerli con attenzione, vi accorgerete di due cose: 1) per il Pd la “lenzuolata” sembra essere un po’ come l’aspirina: qualsiasi sintomo ho, la prendo e vedrai che starò meglio; 2) quando parlano di semplificazione delle pratiche di avvio di un’impresa, Pd e Pdl a tratti non parlano un linguaggio tanto diverso.
E allora, vi chiediamo, oltre alla domanda del nostro sondaggio “che cosa ci vuole per liberare veramente le imprese italiane”: perché è tanto difficile trovare delle soluzioni condivise? Perché continuare a farsi la guerra sulla pelle dell’imprenditore? Su questa pelle restano i segni di una crisi che si fatica a contrastare, sul mercato ma, soprattutto, nel Palazzo; sulla pelle delle poltrone di Palazzo Madama e di Montecitorio resta, al massimo, il segno del lato B dei nostri deputati e senatori. Se ce lo consentite… tra i due non c’è paragone.
“Liberiamo le imprese”. Sì, ma come?
In tal senso abbiamo trovato degno d’interesse l’audiomessaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riportato sul sito Forzasilvio.it, nel quale il capo del Governo, che si autodefinisce “un imprenditore prestato alla politica”, annuncia di voler presentare entro la metà di luglio, al Consiglio dei Ministri, un disegno di legge che aiuti la libertà d’impresa in Italia. Un ddl che si basa su alcuni punti fondamentali (a voi scoprirli ascoltando l’audio del Cavaliere) e che va di pari passo con la modifica dell’art. 41 della Costituzione, nel quale, secondo il presidente del Consiglio “l’utilità economica e sociale” degli imprenditori deve essere resa esplicita e valorizzata. Una fissa che, da quando ha assunto “l’intermin” (sic) del Ministero dello Sviluppo Economico, si è fatta per Berlusconi sempre più forte.
E allora Infoiva vi chiede: è davvero necessario cambiare l’art. 41 della Costituzione? I 3 capisaldi del ddl esplicitati da Berlusconi sono davvero utili? Serve altro all’impresa italiana per renderla snella e competitiva in Europa e nel mondo?
Votate il nostro sondaggio o scriveteci: dite la vostra, insomma. E, nelle prossime settimane, vedremo quali proposte arrivano invece dall’opposizione per aiutare l’impresa e gli imprenditori.
Con l’augurio che, da qualunque lato arrivino, queste proposte, se valide, trovino attuazione e si dimostrino realmente efficaci. L’impresa italiana – piccola, media e grande – ha già perso troppi treni e pagato un prezzo troppo alto, in termini di competitività, alla litigiosità e alle chiacchiere, a volte sterili, del Palazzo.
Ascolta l’audiomessaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – © Forzasilvio.it