Ripresa e consumi: come ridare fiducia al Paese?

di Davide PASSONI

L’Outlook sui consumi realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis parla chiaro: siamo un popolo di sfiduciati. Il rapporto “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane”, (clicca qui per scaricare il documento di sintesi) presentato a Roma giovedì 22 luglio, ha fatto il punto sul mood che, nei primi 6 mesi del 2010, si respira in Italia; ne è risultato che la difficile ripresa economica, unita ai mali cronici che affliggono il nostro Paese – imputati in buona parte alla classe politica – a giugno hanno fatto crollare il cosiddetto “indice sintetico del clima di fiducia” a 19,5, il punto più basso dal gennaio 2009 (a 29,3).

Già, la ripresa economica… Un tema sul quale l’Italia e il resto del mondo parlano a due velocità; se la recente impennata degli ordinativi industriali nel nostro Paese (+26% a maggio 2010 rispetto a maggio 2009) è stata vista come un segnale di una non lontana uscita dalla crisi da alcuni palazzi della politica, dall’altro il presidente della Fed, Bernanke, si è detto piuttosto timoroso nei confronti della tanto auspicata ripresa, non nascondendo i rischi di una nuova recessione. E se da una parte l’Abi, nel suo Afo-Financial Outlook 2010-2012 parla di una ripresa economica in via di rafforzamento e di un Pil italiano in crescita da qui a due anni, dall’altro, sempre parlando di banche, il Fondo Monetario Internazionale sottolinea come la crescita del rischio collegato a una possibile stretta creditizia in Europa ha “aumentato considerevolmente l’incertezza” e “apportato ulteriori rischi al ribasso a una già modesta e non omogenea ripresa”. A chi dare retta? A chi si esalta per un + o a chi predica calma e realismo? Per carità, i numeri sono numeri, e dato che spesso è facile piegarli per far dire loro quello che ci è più comodo voler ascoltare, chi ogni giorno questi numeri li produce – creando ricchezza, litigando con bilanci e fatturati – dovrebbe aiutare a fornire una chiave di lettura a chi, invece di produrli, li elabora o li commenta.

E allora fatelo con noi e diteci: questa ripresa arriva o no? Scriveteci, raccontateci la vostra esperienza e spiegateci come, secondo voi, è possibile restituire agli italiani la fiducia nel futuro.

Siamo Infoiva, siamo l’Italia che produce, siamo ottimisti ma realisti e non miopi: facciamoci sentire.