Il lato umano del Governo? Mah…

di Davide PASSONI

Qualcosa sembra incrinarsi nella immagine tutta di un pezzo che il governo Monti si sforza di dare di sè. Due giorni fa è toccato al ministro Fornero fare il mea culpa sugli esodati. Ieri è stata la volta del ministro dello Sviluppo Economico, Passera, che per la prima volta ha fatto parlare l’Esecutivo con toni sinceramente preoccupati della situazione grave in cui si trova la nostra economia. E dei suoi riflessi omicidi sulle categorie più deboli: “Il disagio sociale diffuso – ha detto Passera – è legato alla mancanza di lavoro in Europa in generale ma che nel nostro Paese è più ampia di quello che le statistiche dicono. A rischio è la tenuta economica e sociale del Paese“. Alleluja, se n’è accorto anche lui.

Così come se ne accorge tutti i giorni, da mesi e mesi, il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi. Sempre ieri, durante l’Assemblea dell’associazione, Venturi ha mostrato a Passera & c. il lato vero della crisi. Lungi dal tirare gufate, Venturi ha parlato con la cognizione di causa che può avere solo chi è tutti i giorni in trincea a difenderesi dalle mitragliate del mercato che muore, della Pubblica amministrazione che non paga, delle banche che non scuciono. Venturi ha infatti ricordato come in Italia stia montando “un clima di insofferenza, di scoramento, di disperazione“, incarnato dai “drammi vissuti dagli imprenditori che arrivano all’atto estremo di togliersi la vita. Un dramma di fronte al quale non si può rimanere indifferenti. Anzi, deve aumentare da parte di tutti l’impegno perché il Paese cambi passo“. Ma come fare con una pressione fiscale oltre il 45%, l’Imu incombente e “la mannaia dell’Iva“?

Non abbiamo parlato a caso di trincea: Venturi ha infatti fatto riferimento a “un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese, con enormi costi per l’intero Paese“. “Con questa pressione fiscale – ha proseguito – non ci sarà alcuna ripresa degli investimenti, alcun rilancio dei consumi, alcun allargamento dell’occupazione. La pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro deve scendere sensibilmente e in tempi rapidi. Questa è la vera priorità. Le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori. Settanta miliardi di debiti sono una cifra mostruosa, immorale, non tollerabile“.

Capito Passera? Bene dire che “è rischio la tenuta economica e sociale del Paese” ma, come dicono gli inglesi… and so? Possibile che tutti, da Rete Imprese alle associazioni di categoria, dai rappresentanti di categoria ai consumatori dicano la stessa cosa e nessuno, dal Palazzo, sembri ascoltarli? Pure la Marcegaglia ieri ha parlato di ripresa lontana. E allora? Mica sono marziani. Avranno pure un minimo di ragione, no? Certo, pare che qualcosa si stia muovendo per quanto riguarda il rimborso dei crediti Iva ma, al di là di certe prese di coscienza, sembra che i veri marziani continuino a essere loro. Anche ieri non una parola sugli imprenditori e i lavoratori suicidi. E anche ieri, tre croci in più nel cimitero di questa guerra civile: un imprenditore edile a Pompei (con violento j’accuse verso Equitalia), un 55enne in mobilità in Toscana, il titolare di una impresa di impiantistica a Bari (con crediti dagli enti pubblici). Siamo al ritmo di 3 al giorno. A che media vogliamo arrivare prima che i signori del Governo smettano di minimizzare e di fare paragoni con i numeri greci e si rendano conto che siamo di fronte a un’ecatombe?

Uno tsunami si abbatte sulle imprese

“Sulle imprese, in questi due anni, è come se si fosse abbattuto uno tsunami”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente di turno Marco Venturi nella relazione presentata oggi, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, all’Assemblea annuale di Rete Imprese Italia, il soggetto di rappresentanza unitario che riunisce Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti. “Una parte rilevante delle imprese è stata travolta e gli imprenditori vedono andare in fumo investimenti, frutto dei sacrifici di un’intera vita di lavoro”. Partecipano i Presidenti di Casartigiani, Giacomo Basso, di CNA, Ivan Malavasi, di Confartigianato, Giorgio Guerrini e di Confcommercio, Carlo Sangalli.

All’Assemblea l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico e dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera e il collegamento in diretta video con il Ministro per il Lavoro e le Politiche Sociali Elsa Fornero.
Presenti rappresentanti delle istituzioni, esponenti della politica e del mondo economico, sindacale ed imprenditoriale, tra cui il segretario del Pd Pierluigi Bersani ed il leader del Terzo Polo Pier Ferdinando Casini, il segretario della Cgil Susanna Camusso e della Uil Luigi Angeletti.

Fonte: Confesercenti.it

Il Cnf chiede a gran voce la legge sulla compensazione

Manca solo il decreto ministeriale per attuare la legge sulla compensazione tra debiti e crediti della Pubblica Amministrazione.
Per far tirare il fiato ad imprese e professionisti, occorre dunque che il Ministero dell’Economia provveda al più presto per far sì che il regolamento diventi attivo, soprattutto pensando ai due decreti per la certificazione dei debiti della Pa, già annunciati dal ministro Corrado Passera.

Il Consiglio nazionale forense ha richiesto l’applicazione della legge in una lettera inviata al ministro dell’Economia e delle finanze, perché, secondo il Cnf, i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, stimati in ben 60 miliardi, e la pressione fiscale, giudicata eccessiva anche dalla Corte dei Conti, costituiscono per il mondo delle imprese e per quello delle professioni una “combinazione deleteria” per la ripresa del Paese.

La legge in questione, ovvero l’articolo 28 quater del Dpr 29 settembre 1973 n. 602, prevede per le imprese la possibilità di compensazione, previa certificazione, dei crediti vantati verso regioni, enti locali e enti del servizio sanitario nazionale, con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo.

Antonio Damascelli, coordinatore della commissione per le problematiche tributarie del Cnf,   ha dichiarato “Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha annunciato l’adozione di due decreti per la certificazione dei debiti della pa in modo che siano cedibili pro solvendo dalle imprese alle banche. Tuttavia, se non si provvede ad emanare il regolamento per l’attuazione della compensazione previsto dal Dpr 602, il meccanismo della cessione pro solvendo appena varato dal decreto fiscale (n. 16/2012, ndr) sarà inattuabile”.

Le imprese, infatti, non possono certo sperare in una ripresa se ha sofferenze con Equitalia, e se la situazione non cambia, è difficile che arrivino liquidità tali da aiutare ad uscire dalla crisi.

Vera MORETTI

Debiti verso le Pmi, Passera promette i soldi

Che sia la volta buona? Vedremo. Pare infatti che tra qualche giorno il Governo pubblicherà due decreti per provvedere al pagamento dei debiti che la pubblica amministrazione ha accumulato verso le imprese. I ministeri di Economia e Sviluppo economico stanno infatti mettendo a punto gli ultimi dettagli per arrivare a saldare tra i 20 e i 30 miliardi di euro di pendenze dello Stato e 40-50 miliardi per i privati.

Il ministro Passera: “I decreti ci permetteranno di rendere liquidabili i debiti scaduti“. Peccato, però, che ci sia il terzo incomodo, le banche. Secondo Passera, quanto il Governo potrà rimborsare alle imprese dipenderà “dalla disponibilità del sistema bancario“. Insomma, care banche, voi anticipate i soldi che poi ci penserà lo stato a ridarveli.

E la proposta di Angelino Alfano di compensare i crediti delle imprese nei confronti della PA con i debiti verso il Fisco? Improbabile: “Pur dovendo fare il possibile per sbloccare i pagamenti – dice Passera – non possiamo intaccare gli obiettivi di finanza pubblica“.

E dove li trova allora il Governo i capitali freschi se non può aumentare ancora le tasse e ricorrere all’indebitamento pubblico? Se lo chiedono anche le imprese, che alla favola dei rimborsi non credono più nemmeno loro.

Giuseppe Tripoli Garante per le micro piccole e medie imprese

Giuseppe Tripoli nominato dal premier, Mario Monti, nuovo Garante per le micro piccole e medie imprese. Ad annunciare la nomina dell’attuale Capo Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del ministero dello Sviluppo Economico e’ il ministero di Via Veneto. La nomina e’ stata effettuata su proposta del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.

Il ‘Garante Pmi’ è previsto dallo Statuto delle imprese, legge approvata all’unanimita’ dal Parlamento lo scorso ottobre, che ha rafforzato le norme di tutela e valorizzazione per le piccole e medie aziende. La nomina del Garante recepisce nell’ordinamento italiano la figura comunitaria dello ‘Sme Envoy‘, prevedendone competenze e poteri specifici.

Il Garante vigila sui processi di semplificazione, analizzando in via preventiva la regolamentazione sulle micro piccole e medie imprese, monitorando le leggi regionali e segnalando al Parlamento e al Governo le iniziative che possono determinare oneri rilevanti per le imprese. Elabora e formula proposte, da sottoporre al Governo, per favorire lo sviluppo delle Pmi, coordinando la rete dei Mister Pmi nominati dalle Regioni.

Il Garante, si legge nella nota, annualmente trasmette al presidente del Consiglio una relazione sull’attività svolta, con una analisi e valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche sulle imprese minori individuando le misure da attuare per favorirne la competitivita’.

Nelle prossime settimane, come prevede la legge, verrà istituito presso il ‘Garante’ il ‘tavolo permanente delle associazioni di rappresentanza delle Pmi‘, con compiti di consultazione e confronto sulle politiche per le Pmi. E’ la prima volta che nel sistema pubblico italiano viene previsto un organismo specificatamente dedicato a raccogliere e tutelare le esigenze delle pmi anche in sede europea.

Fonte: adnkronos.com

Record per il prezzo della benzina

Ancora record per il prezzo della benzina che oggi in alcuni distributori supera 1,9 euro al litro. Nuovo massimo anche per il diesel a 1,795 euro al litro. Come previsto – spiega il Codacons – con l’avvicinarsi delle feste di Pasqua i prezzi dei carburanti alla pompa rincarano. Le compagnie petrolifere, insomma, speculano sui viaggi di Pasqua e sulle gite di Pasquetta. Una tradizione orami consolidata, quella di spillare soldi approfittando dei grandi esodi, da Ferragosto all’Epifania.

Considerando 8 milioni di autovetture in movimento, infatti, è sufficiente un centesimo di euro in più al litro per incassare 4 milioni di euro aggiuntivi per ogni pieno di carburante. Se a questo si aggiunge che, rispetto allo scorso anno, un pieno costa già 18 euro in più, ecco che il salasso è completo.

La stangata complessiva del periodo pasquale per gli automobilisti italiani – prosegue il Codacons – sarà pari a 430 milioni di euro. Per questo l’associazione chiede al Governo, ed in particolare al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, di convocare le compagnie petrolifere prima di Pasqua, e affrontare seriamente l’emergenza benzina”.

Lo si apprende da un comunicato del Codacons.

Fonte: agenparl.it

Tributaristi: proroga legislativa per la pec

Circa la proroga della scadenza dell’obbligo di dotarsi di pec da parte delle società, dandone comunicazione al Registro delle Imprese, l’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) aveva evidenziato nei mesi scorsi i problemi legati ad una proroga “interpretabile”, poiché era stata predisposta con circolare del Ministero dello Sviluppo Economico e non con una apposita norma.  Il Presidente dell’INT, Riccardo Alemanno, aveva così scritto al Ministro Corrado Passera titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico, per sollecitare un intervento legislativo risolutore e chiarificatore sia per i contribuenti che per le CCIAA.

La cosa si è concretizzata con il Decreto semplificazioni (D.L. 5/2012) in cui è stato prorogato il termine per comunicare la pec al Registro delle imprese (nuoca scadenza (30/06/2012), intervento accolto con soddisfazione da parte dell’INT.

Inizia il confronto tra governo e parti sociali

E’ iniziato il confronto tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Il primo round che segue una lunga serie di consultazioni ‘informali’ di sindacati e imprese da parte del ministro del Lavoro. A presiedere il premier Mario Monti.

Al tavolo tutte le associazioni di imprese. Per Confindustria è presente lo stato maggiore di viale dell’Astronomia, il presidente Emma Marcegaglia, il vicepresidente Alberto Bombassei, il direttore generale Giampaolo Galli mentre per i sindacati siedono i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella.

Per il governo siedono, al momento, il ministro del lavoro Elsa Fornero, il viceministro Michel Martone, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ed il sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricalà.

Fonte: adnkronos.com 

Riforma del lavoro Fornero: ecco i capisaldi

di Giulia DONDONI

Sono stati resi noti i capisaldi della Riforma del Lavoro del Ministro Elsa Fornero, un’anticipazione di quello che sarà il tavolo tra governo e parti sociali che si terrà il prossimo 23 gennaio. Si tratta di una riforma che vuole rendere più flessibile il mercato del lavoro, tutelando maggiormente i lavoratori, confrontandosi con la situazione di altri Paesi europei.

Il primo punto riguarda il Contratto Unico di Ingresso (CUI), la novità principale di questo “piano Fornero”, in quanto il CUI diventerebbe uguale per tutti. La fase di ingresso durerà a seconda dei tipi di lavoro, per un massimo di tre anni. In questo lasso di tempo il lavoratore (anche nelle aziende con più di 15 dipendenti), non verrà tutelato dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, e potrà quindi essere soggetto sì al licenziamento, ma dietro pagamento di un risarcimento economico: un importo pari a cinque giorni lavorativi per ogni mese lavorato, o del pagamento di sei mesi di indennità nel caso di una fase di ingresso di tre anni. A conclusione di questo periodo di inserimento, il contratto diventa a tempo indeterminato.

Buone notizie per quanto riguarda i contratti a tempo determinato e a progetto, spesso mal retribuiti. Per i primi si pensa di stabilire un soglia minima di stipendio (25 mila euro, esclusi i lavori stagionali) sotto la quale questi contratti non si possono attuare. Per i contratti a progetto o le collaborazioni cooordinate e continuative il limite dovrebbe essere di 30mila euro lordi. Sotto questa soglia, i contratti verrebbero automaticamente trasformati a tempo indeterminato.

Verrà poi fissato per legge un salario minimo oltre il quale non si potrà scendere.

L’ultimo punto vede gli ammortizzatori sociali con un reddito minimo di disoccupazione che verrà fissato, sostituendo le diverse possibilità previste ad oggi, come la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, mobilità o sussidi.

Le ultime decisioni verranno prese il 23 gennaio, quando si aprirà il tavolo tra le parti. Sembra che il ministro Fornero e il titolare dello Sviluppo Economico Corrado Passera, non vogliano procedere per decreto ma con un disegno di legge.

Ciò che è certo è che il ministro del Lavoro vuole concludere questa riforma legislativa entro fine febbraio.

Venerdì il Cdm approva il dl sulle liberalizzazioni

”Finora il governo ha agito sul numeratore della crisi: i conti pubblici. Oggi – si legge nella relazione di accompagnamento alla bozza di decreto sulle liberalizzazioni, – è il momento di intervenire sul denominatore: la crescita. Che certo non si costruisce in laboratorio. La garantiscono, la assicurano, la realizzano i cittadini e le imprese”.

La bozza di 44 articoli prevede l’abrogazione di ”tutte le tariffe professionali, sia minime sia massime”, lasciando ”libera la contrattazione tra il professionista e il cliente”.

Un riduzione dei prezzi dell’assicurazione auto, annunciata ufficialmente anche dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, arriverà grazie allo sconto che dovrà essere applicato in caso di installazione sulla macchina della scatola nera (obbligo che sarà ora previsto per legge di una prassi in molti casi già adottata dal mercato).

Secondo le prime anticipazioni, inoltre, l’attesa Autorità per i trasporti viene fusa con l’Autorità per l’energia, dando vita ad una nuova Autorità per le reti incaricata, tra l’altro, di risolvere la delicata questione taxi, che appare ancora aperta. Al momento il testo prevede che sia proprio l’Authority (cui spetterà, come spiegato da Passera, anche il compito di decidere sullo scorporo o meno di Rfi da Ferrovie dello Stato) a determinare l’incremento del numero delle licenze e i nuovi orari più flessibili.Per il settore benzina, invece, si conferma lo stop ai contratti in esclusiva per i gestori degli impianti, cui viene garantita anche la possibilità di vendere prodotti non oil.

Ma sul fronte energetico arriva una novità ancora più sostanziosa: la bozza prevede infatti anche la separazione di principio di Snam da Eni.

Fonte: confesercenti.it