Decreto Sviluppo, l’Int scrive al ministro Passera

Il cosiddetto Decreto Sviluppo continua a far discutere imprese e ordini professionali. Tra questi ultimi, l’Istituto Nazionale Tributaristi ha recentemente espresso i propri dubbi relativamente all’art. 13 ter del Decreto, dubbi formalizzati dal Presidente dell’Int, Riccardo Alemanno, in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Nella missiva Alemanno chiede chiarimenti e una modifica dall’art. 13 ter, “Disposizioni in materia di responsabilità solidale dell’appaltatore”.

Alemanno nella missiva scrive: “[…] la presente per segnalare due problematiche […] La prima è relativa all’attestazione della correttezza dei versamenti di ritenute sul lavoro dipendente e dell’IVA, che, stante l’attuale tenore della norma, ‘può essere rilasciata anche attraverso un’asseverazione dei soggetti di cui all’articolo 35, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e all’articolo 3, comma 3, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322.’. E’ alquanto difficile comprendere le ragioni del riferimento normativo poiché trattandosi di asseverazione di versamenti, eseguiti
telematicamente da tutti gli intermediari fiscali abilitati, si dovrebbe fare riferimento alla intera norma relativa a tale funzione e non solo alla lettera a) del comma 3 dell’art. 3 del DPR n.322/98. Pertanto si chiede che tale indicazione venga modificata con riferimento all’intera norma ovvero ‘articolo 3, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322’, evitando così una incomprensibile discriminazione tra le varie categorie di intermediari fiscali abilitati, pur se su un adempimento alternativo rispetto all’obbligo principale del sub-appaltatore. La seconda è appunto relativa all’attestazione del sub-appaltatore, l’art. 13 ter non indica modalità e contenuti dell’attestazione del sub-appaltatore, sarebbe pertanto opportuno un intervento di  chiarimento ed indicazioni in merito […]“.

L’Int, in attesa di chiarimenti, ha intanto diramato una nota ai propri iscritti dando indicazioni di massima su come produrre la documentazione e l’attestazione da parte del sub-appaltatore, precisando che si tratta di indicazioni meramente di supporto, non derivano da norme comportamentali o schemi previsti dalla Legge, pertanto non hanno carattere di obbligatorietà, sono unicamente comunicate al fine di sopperire alla mancanza di precise indicazioni da parte del Legislatore.

The Bug Brother

 

Un bug che ha diffuso su milioni di diari di utenti messaggi di posta privati, risalenti al periodo 2007-2009. Cosa succede  se la privacy si ritrova nel bel mezzo della tempesta della rete? Facebook minimizza, ma c’è poco da star tranquilli. E l’affaire colpisce anche l’ Italia. Da Londra a New York: la striscia giornaliera di Giuliano Ferrara va in crisi e fa nero il direttore de Il Foglio, mentre il Premier Monti dai microfoni della Cnn della Grande Mela assicura che non si ricandiderà.

IERI

Motori caldi per la Fiat: quella di ieri è stata una giornata a tutta velocità per il marchio del Lingotto. Prima il discorso dell’AD Sergio Marchionne, accompagnato da John Elkann, a oltre 6mila tra top manager, quadri, professional e impiegati della Fiat nel centro congressi Lingotto, poi il supervertice fra i ministri Passera e Fornero e le sigle sindacali dei lavoratori Fiat. Peccato che nel secondo caso, al Ministero del Lavoro si sia presentata solo Susanna Camusso, a capo della Cgil; forfait invece dei leader dei Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. “Rimaniamo in uno stato di sospensione. Non c’è più il sogno di Fabbrica Italia e Fiat non ci dice cosa vuole fare, per esempio quali modelli” ha sentenziato la Camusso. Unico passo avanti: la convocazione per il 9 ottobre di un tavolo per gli esodati di Irisbus, l’azienda di autobus del gruppo Fiat. A oltre 500 km di distanza, a Torino, Sergio Marchionne ha invece esortato i dipendenti Fiat a resistere: “oggi sappiamo che abbiamo la forza per reagire” ha fatto sapere l’ad di Fiat, che ha chiosato: “ho deciso di guardare solo al futuro perché è lì che ho intenzione di passare il resto della mia vita. L’unica cosa che vi chiedo è di non mollare”. Discorso profetico. Ma assenza di modelli.

Dov’è Radio Londra?: seconda serata a nero. La striscia serale ‘Qui radio Londra’ di Giuliano Ferrara non è andata in onda nemmeno ieri sera. Se le ragioni del forfait di lunedì erano legate alle dimissioni di Renata Polverini (la trasmissione era stata registrata alle 18 quando ancora non si sapeva dell’abbandono della Presidente della Regione Lazio), il buio di ieri sera sembra abbia a che fare con il rifiuto del direttore de Il Foglio di registrare la puntata. Il motivo? Il veleno che scorre tra Ferrara e il direttore di Rai1, Maura Mazza, che già nella passata stagione aveva proposto di spostare il programma all’ora di pranzo. Mazza avvertito: meglio non rovinare l’appetito a Giuliano.

The B(u)g Brother Facebook: apocalisse della privacy? Fiumi di parole, chat, conversazioni, pettegolezzi e dati sensibili che si rovesciano senza controllo e senza argini in rete? Quello che è accaduto ieri in Francia, e anche su molte bacheche, pardon diari, di utenti italiani di Facebook è roba da far rabbrividire. Se a ciò si aggiunge la possibilità che il gigante dei social network aggiunge a breve l’opzione del riconoscimento facciale: col suo enorme archivio fotografico (Zuckerberg di recente ha acquistato anche Instagram) Facebook è in grado di riconoscere ed etichettare i volti che compaiono nelle foto. Non solo: questo immenso database potrebbe essere utilizzato ad esempio a scopi commerciali per schedare i clienti e mapparne gli acquisti. Il Grande Fratello non è un reality, ma è la realtà.

OGGI

Monti all’Onu: primo intervento all`Assemblea generale delle Nazioni Unite, per il Premier Monti, dopo che l`ultimo presidente del Consiglio presente era stato Silvio Berlusconi nel 2009. Il suo discorso al Palazzo di Vetro avrà inizio alle 13:15, ovvero le 19:15 in Italia.Monti ha già fatto sapere che il suo discorso verterà sui temi della crisi finanziaria internazionale e del ruolo dell’Italia per una nuova governance europea, come anticipato nell`intervista rilasciata a Christiane Amanpour per Cnn International. A cui ha anche rilasciato un scoop: non si candiderà alle prossime elezioni, e ‘non sa’ nemmeno se lo farà Silvio Berlusconi.

Esami di riparazione: anticipo della quinta giornata di serie A stasera per l’Inter, che affronterà il Verone e per il Milan di Allegri, che dovrà vedersela con il Cagliari. E per le due squadre milanesi il campo da gioco di stasera sarà il banco di prova per il futuro delle squadre. In campo, sempre questa sera, anche Napoli – Lazio e Roma – Sampdoria.

DOMANI

Sea Milano: una corsa contro il tempo. Giovedì 27 settembre è il termine ultimo per approvare la delibera da parte del Comune di Milano per la vendita di Serravalle, di cui Palazzo Isimbardi è azionista di maggioranza, e lo sbarco a Piazza Affari di Sea, di cui Palazzo Marino è socio con il 54,8%.Si prevede una maratona notturna, dopo l’abbandono dell’aula di ieri da parte di Idv e Pd.

Giornata Mondiale del Turismo: musei aperti fino a tarda sera in tutta Italia domani per festeggiare la 33 edizione della giornata dedicata al turismo. Da Roma, dove sarà possibile visitare i Musei Vaticani gratis, a Milano, passando per Napoli un fitto calendario di eventi culturali.

Alessia CASIRAGHI

Il ritorno del Cavaliere

Il Cavaliere si tuffa in rete, e all’indomani delle dimissioni della “sua” Renata Polverini dalla Presidenza della Regione Lazio, rilascia un’intervista fiume al neonato Huffington Post Italia. Servirà da acqua battesimale? Il Cav si toglie qualche sassolino dalla scarpa a proposito del Governo Monti, ma non scioglie il riserbo sulla sua possibile candidatura.  Intanto prosegue la tenzone fra Marchionne  e Della Valle, fra coblas al vetriolo e dichiarazioni poco cortesi. La sfida vera pare però che si giocherà sull’erba verde: non certo di un duello a colpi di spada, ma del campo da calcio dove staserà si affronteranno Fiorentina-Juventus. Che vinca il migliore.

IERI

Renata rottamata: l’annuncio ufficiale alle stampa ieri sera attorno alle venti: Renata Polverini si è dimessa dalla carica di Presidente della Regione Lazio. “Io vado via a testa alta, il Consiglio invece non è più degno di rappresentare il Lazio: quindi questi signori li mando a casa io” ha affermato la Polverini, che si è detta costretta a lasciare “per una faida interna al Pdl, con personaggi ameni che si aggirano per l’Europa a rappresentare l’Italia: uno che pensava di girare con il Suv (Fiorito ndr) e un altro che voleva regolare le sue partite politiche (Battistoni ndr). Nella decisione di dimettersi sembra aver giocato un ruolo fondamentale l’Udc: Casini infatti, al Tg3 avev già ammonito “Polverini lasci. Gli italiani apprezzeranno. Mi auguro che il Presidente Polverini e chi ha collaborato con lei in modo serio capisca che con questa marea di fango che si è alzata, restituire la parola agli elettori significa essere dignitosi”. Ad apprezzare la scelta di farsi da parte della Presidente del Lazio anche l’ex premier Berlusconi: “Renata Polverini non ha fatto niente di immorale né di illegittimo, apprezzo la sua scelta”.

Clessidra per LA7: si svuota ormai la clessidra di La7. E’ scaduto il tempo per la presentazione delle offerte non vincolanti per acquistare l’emittente di proprietà di Telecom Italia Media. E proprio ieri a farsi avanti è stato un contendente inatteso: il gruppo Clessidra, il fondo di investimento italiano guidato da Claudio Sposito, ex amministratore delegato di Fininvest.  Clessidra avrebbe proposto la sua offerta per l’intero gruppo TI media nel suo complesso, il cui valore è stimato attorno ai 450 milioni di euro. Ma chi sono gli altri contendenti? Secondo quanto trapelato, oltre a Clessidra, sul tavolo ci sono le offerte di Cairo, la concessionaria pubblicitaria di La7, 3 Italia e Rtl, oltre al gruppo americano Discovery.Ma c’è una quinta possibilità: l’investimento del gruppo Clessidra potrebbe coinvolgere nel capitale il giornalista Enrico Mentana, magari con delle stock option. Il mistero si infittisce, e il titolo di TI Media svetta in Borsa: + 8,2%.

OGGI

Berlusconi è online: il battesimo è con un’intervista fiume all’ex Premier Silvio Berlusconi per l’edizione italiana dell’Huffington Post, diretto da Lucia Annunziata. L’ex Presidente della Repubblica risponde a caldo sulle dimissioni di Renata Polverini, prendendo le sue difese “non ha fatto niente di immorale”. Poi interpellato circa l’attuale governo tecnico – in cui tiene a ribadire che lui stesso è stato un tecnico – muove le sue critiche verso la politica di austerity su cui è impregnato il Governo Monti, sui cui, secondo l’ex premier, ha pesato il condizionamento da sinistra: “il professor Monti ha preferito aumentare le tasse invece di rimettere in moto produzione e consumi. Vorremmo più coraggio – afferma Berlusconi e continua – Fermi restando rigore nei conti e pareggio di bilancio, è ora opportuno che il governo Monti cambi il passo della politica economica, puntando allo sviluppo”. Tra le tasse più odiate del Governo Monti c’è senza dubbio l’Imu, e il Cavaliere fa propaganda annunciando che la sua prima misura riguarderebbe la dismissione della tassa: “la nostra proposta è abolire l’Imu sulla prima casa. Una tassa intollerabile per gli italiani, che diversamente dal resto d’Europa abitano per l’80 per cento nella casa di proprietà. L’Imu andrebbe considerata una imposta “una tantum” per l’emergenza, un pronto soccorso che dovrebbe trasformarsi in Imu federale soltanto sulle seconde case. Il mancato introito potrebbe essere recuperato attraverso il nostro piano di attacco al debito pubblico per 400 miliardi di euro”. Ma tra necessità di una nuova legge elettorale, difesa del bipolarismo e odi et amo con l’ex ministro Tremonti, il Cavaliere non sa ancora se sfodererà le sue armi contro il Drago di San Giorgio. Italiani avvisati.

Governo – sindacati Fiat: appuntamento questa sera alle 19.30 al Ministero del Lavoro per il vertice tra i rappresentati dei sindacati Fiat e i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero. Sul tavolo la questione dei cassintegrati Fiat, anche se il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti si domanda: come possiamo discutere di ammortizzatori sociali se Fiat non li ha nemmeno chiesti?”. Le sigle sindacali di di Cgil, Cisl, Uil e Ugl incontreranno in mattinata Sergio Marchionne per chiedere all’AD del Lingotto di far partire i nuovi modelli negli stabilimenti Fiat. “Il momento idoneo per fare gli investimenti di cui parla Marchionne è adesso – continuato Angeletti – almeno per alcuni investimenti, come Mirafiori, per alcuni modelli che devono essere in vendita nel 2014».

Fiorentina- Juventus: anticipo della quinta giornata di campionato questa sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze. La Fiorentina pensa alla formazione anti-Pirlo, anche se stasera dovrà a centrocampo ad Alberto Aquilani, fermo per infortuni. Non c’è che dire, il match continua fuori e dentro il campo da calcio e le pagine dei giornali: almeno quello tra Sergio Marchionne e Diego della Valle, Patron della Fiorentina.

DOMANI

Sentenza Sallusti: il giorno del verdetto è atteso per domani. Mercoledì la Cassazione si esprimerà circa la regolarità della sentenza che ha condannato in secondo grado il direttore del Giornale a 14 mesi di detenzione. L’accusa è di omesso controllo, per un articolo ritenuto diffamatorio pubblicato su Libero (ma che non portava la sua firma) al tempo in cui Sallusti era il direttore del quotidiano milanese.

Beatles al cinema: sarà domani nei cinema di tutta Italia per un solo giorno “Magical mistery tour” la visionaria pellicola firmata dai Beatles nel 1967. I quattro di Liverpool decisero di girare il film per dare seguito al successo di ‘Sgt. Pepper’: si tratta di un viaggio in autobus da Londra alla Cornovaglia ricco di incontro molto casuali.

 

Alessia CASIRAGHI

Giornata calda a Palazzo Chigi

Giornata importante oggi per Mario Monti: alle 12, infatti, il Presidente del Consiglio riceverà a Palazzo Chigi i presidenti di Confindustria, Rete Imprese Italia, Abi, Ania e Alleanza delle Cooperative.

L’ordine del giorno è “caldo”, poiché verranno illustrate le nuove misure per lo sviluppo, che saranno discusse poi in Consiglio dei Ministri.

La situazione non è delle più rosee, tanto che all’inizio di agosto banche e imprese avevano chiesto a gran voce di sostenere l’euro e di rilanciare la crescita.
E lo stesso Monti aveva esortato imprese e sindacati a collaborare per favorire una ripresa.
Ora si punta a rendere attuabili i provvedimenti approvati nei mesi scorsi, oltre a valutare un pacchetto di misure a cui ha lavorato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, partendo dall’idea di un patto per la produttività. Le proposte riguardano in primo luogo uno scambio tra più salario e maggiore flessibilità.

Elsa Fornero, dal canto suo, non è stata a guardare e punta alla realizzazione della delega sulla cogestione secondo il modello tedesco e al taglio del cuneo fiscale per alleggerire la tassazione sulle buste paga.

Ma, se le intenzioni sembrano buone, è ancora presente la scarsa fiducia nelle risorse, considerando il fatto che il Governo non ha chiarito quale capitale verrà investito per finanziare il progetto crescita.
La soluzione, a questo proposito, è molto chiara per banche e imprese, che hanno intenzione di chiedere a Monti e ai suoi Ministri di reperire risorse concrete e sufficienti attraverso la spending review e il taglio degli sprechi nell’amministrazione pubblica.

Il fisco, però, rimane il nodo cruciale da sciogliere, perché, se da una parte le imprese sono d’accordo con il taglio al cuneo fiscale, dall’altra vogliono la detassazione dei premi di produttività.
Ad oggi, straordinari e premi sono tassati con una cedolare del 10% fino a un massimo di 2.500 euro l’anno con un tetto di reddito fino a 30mila. E la richiesta è di tornare a 6mila euro con un tetto di reddito fino a 40mila.

Mario Monti ha dichiarato: “E’ il momento di lavorare insieme per creare lavoro. La crescita richiede non solo condizioni ambientali propizie ma che ogni soggetto economico faccia i suoi sforzi per la crescita”.

Vera MORETTI

Il Made in Italy sotto il microscopio di Leonardo

E’ stata presentata in Campidoglio la ricerca IPSOS “Nuovi mercati e Made in Italy: cosa pensano di noi”. L’indagine, resa nota in occasione dell‘XI Forum annuale del Comitato Leonardo, è stata condotta tra gli Opinion Leader di Russia, Brasile e Malesia.

Il tema riguardava l’analisi della percezione dei fattori di debolezza e di potenziale miglioramento del Made in Italy con l’obiettivo di verificarne i margini di crescita dei settori tradizionali e di quelli più innovativi.

A commissionare la ricerca il Comitato Leonardo, nato nel 1993 su iniziativa comune di Sergio Pininfarina e Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’ICE e di un gruppo d’imprenditori con l’obiettivo di promuovere ed affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Il Comitato associa oggi oltre 150 eccellenze, tra le quali 116 aziende il cui fatturato complessivo, nell’ultimo anno, ha superato i 300 miliardi di euro, con una quota all’estero pari al 53%.

La ricerca ha confermato enormi potenzialità per le produzioni italiane, ma ha anche evidenziato come solo i settori tradizionali (le quattro A) risultino trasversalmente associati al Made in Italy. Gli altri comparti sono conosciuti esclusivamente dagli opinion leader più informati.

Il rischio è che i brand italiani vengano considerati sempre più come entità separate da un concetto di italianità o di “Made in Italy”. Oltre a fattori “culturali” e “istituzionali”, altri elementi strutturali frenano lo sviluppo del Made in Italy:

  • il limitato supporto finanziario-assicurativo e la mancanza di strumenti finanziari adeguati che favoriscano i rapporti e offrano linee di credito che accompagnino la crescita della domanda
  • la forte incidenza dei dazi doganali
  • la necessità di rafforzare le relazioni politico-diplomatiche
  • la semplificazione delle procedure normative e burocratiche 

Sarà necessaria un’evoluzione del sistema imprenditoriale italiano ed un approccio più maturo ed evoluto all’export: sviluppo di servizi connessi anche nelle zone più remote, maggiore attenzione alla cultura locale, diversificazione dell’offerta per rendere il Made in Italy più accessibile a target di fascia media, senza perdere la propria identità.

Il Made in Italy è un valore aggiunto – ha sottolineato Luisa Todini, Presidente del Comitato Leonardo – che tutto il Sistema Paese deve saper sfruttare per la conquista di nuovi mercati e il consolidamento non solo nei settori tradizionali. Non è un caso che gli italiani siano apprezzati all’estero per creatività, qualità e capacità innovativa, spesso più degli altri competitor. Le aziende devono fare la loro parte, ma hanno bisogno di un maggiore sostegno istituzionale, non solo finanziario, soprattutto tramite incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche“.

La Presidente del Comitato Leonardo ha poi messo in evidenza l’esigenza di rafforzare la presenza della aziende italiane all’estero: “ facendo sistema e organizzandoci a filiera: se avessimo una grande distribuzione italiana saremmo i primi al mondo in molti settori di largo consumo. Ma dobbiamo saper essere anche attrattivi verso le multinazionali, gli investitori e i talenti di ogni genere, ben vengano quei grandi gruppi stranieri o i fondi sovrani che vogliono investire nei nostri marchi mantenendo know-how e attività produttive nel nostro Paese: è la testimonianza della forza del nostro made in”.

Il Made in Italy – ha concluso il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi – è una questione di interesse nazionale. Il consumatore globale associa il Made in Italy alla “Qualità”. E’ questo il segno distintivo del nostro brand nazionale sul quale dobbiamo continuare ad investire per intercettare la domanda dei mercati internazionali, sia di quelli avanzati, sia di quelli emergenti” che ha poi precisato “l’affermazione delle nostre eccellenze nel mondo necessita certamente di azioni immediate, inserite in una strategia complessiva di più lungo periodo volta a garantirne l’efficacia e la sostenibilità. L’unitarietà e la coesione del Sistema-Paese nel suo complesso è la condizione necessaria per la promozione, ma anche il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, la tutela legale della proprietà intellettuale e industriale, il rispetto di regole commerciali sottoscritte e condivise a livello multilaterale e l’abbattimento delle barriere tariffarie e tecniche che impediscono al Made in Italy di dispiegare appieno tutto il suo potenziale“.

Quali sono allora gli strumenti su cui puntare per sostenere il Made in Italy all’estero?

  • introdurre modalità di promozione e di strumenti finanziari di accompagnamento
  • puntare su accordi bilaterali di libero scambio
  • combattere la contraffazione
  • identificare le priorità geografiche e settoriali
  • definire una programmazione pluriennale di politica estera economica

L’Agenzia ICE – ha evidenziato infine Riccardo Maria Monti, Presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane  – intende contribuire a dare sempre maggiore visibilità internazionale alle attività del Comitato Leonardo, adottando tre linee di azione: dare ulteriore impulso alle attività del Premio all’estero, puntare su innovazione e high-tech, mobilitare le eccellenze Italiane in chiave di attrazione degli investimenti”.

 

Roberto Luongo nuovo direttore generale ICE

La nuova ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, rinata dopo la soppressione avvenuta nel luglio 2011, ha un nuovo direttore, voluto dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera.

Si chiama Roberto Luongo e non è certo un volto nuovo all’interno dell’Agenzia.
Per ICE, infatti, aveva ricoperto diversi ruoli, oltre a cariche operative a sostegno delle PMI italiane e della promozione del Made in Italy nel mondo.

Dopo una formazione maturata nei mercati internazionali a capo degli uffici ICE di Kuwait City, Praga, New York e Istanbul, Luongo è stato nominato, nel 2010, direttore del Dipartimento Promozione dell’Internazionalizzazione della Sede di Roma, con il compito di coordinare, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e le Associazioni imprenditoriali, le proposte promozionali provenienti dagli Uffici ICE nel mondo e dalle Ambasciate italiane.

Dal luglio 2011, dopo la temporanea sospensione di ICE, ha lavorato come dirigente delegato per l’ordinaria amministrazione e, successivamente, ha svolto attività di supporto per la costituzione della nuova Agenzia.

Vera MORETTI

Il governo si sveglia, ecco il Decreto Sviluppo

Vediamo se l’Italia crescerà davvero. E’ stato infatti approvato dal Consiglio dei ministri il decreto Sviluppo: 61 articoli e 70 pagine per provare a far ripartire il Paese. Ecco le principali novità: esclusione dall’Imu per le aziende, creazione dell’Agenzia Italia Digitale e via su internet ai contributi per imprese oltre mille euro. I soldi necessari a finanziare alcuni articoli del decreto saranno trovati tramite tagli alla pubblica amministrazione e ai ministeri.

Per l’Imu il decreto esenta dalla tassa le aziende per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori (immobili, magazzino, fabbricati costruiti e destinati alla vendita). Sale dal 36% al 50% la quota di detrazione Irpef per la riqualificazione energetica (fino al 30 giugno 2013). Nasce, inoltre, l’Agenzia per l’Italia digitale che porta alla chiusura di DigitPA e Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione.

Per le imprese via al credito d’imposta del 35%, con un limite massimo di 200mila euro annui, per l’assunzione di personale qualificato. Le aziende colpite dalla crisi con prospettive di ripresa non saranno obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere al concordato preventivo. Via libera anche alle obbligazioni da parte delle società di progetto: i project bond saranno “appetibili per gli investitori” per realizzare nuove infrastrutture anche grazie al capitale privato.

Sugli incentivi, dice Passera, è stato fatto “un lavoro molto grosso: avevamo 43 leggi di incentivazione che sono state bloccate, interrotte e sono state recuperate parecchie centinaia di milioni, oltre 2 miliardi per il Fondo per la crescita sostenibile“. Prevista anche una Srl semplificata per tutti, compresi gli azionisti sopra i 35 anni.

Sulla green economy, il provvedimento in esame prevede finanziamenti a tasso agevolato per i progetti di investimento che prevedono l’occupazione aggiuntiva a tempo indeterminato di giovani con età non superiore ai 35 anni alla data dell’assunzione. “I decreti per l’incentivazione all’energia rinnovabile elettrica che saranno pubblicati a breve e quello in preparazione per le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica sosteranno fortemente gli investimenti“, dice poi Passera.

Infine, viene istituito per l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura un fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone in stato di povertà nel territorio italiano. Prorogata al 31 dicembre 2012 l’emanazione del decreto con le disposizioni per impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente.

Niente rincaro, per ora, sulla benzina

In attesa della pubblicazione da parte della Gazzetta Ufficiale del DL varato mercoledì dal Consigli dei Ministri per l’emergenza terremoto in Emilia e che contiene l’aumento delle accise sui carburanti (2,42 cent euro/litro Iva compresa), i prezzi del carburante rimangono stabili.

Il fine settimana, dunque, si presenterà con i prezzi pressoché invariati, con una previsione di rincaro per lunedì.
In realtà, considerando il nuovo crollo delle quotazioni internazionali dei prodotti, ci sarebbero ampi margini per assorbire completamente il nuovo caro accise in base all’appello lanciato dal ministro, Corrado Passera, e che l’UP ha girato subito alle compagnie.

Ma vediamo la situazione nel dettaglio: considerando sempre la modalità servito, i prezzi più basso per la benzina e per il diesel sono praticati da Esso e sono rispettivamente di 1,820 e 1,721, mentre i più alti solo quelli di Tamoil, rispettivamente di 1,840 e 1.740. I no-logo, invece, scendono a 1,735 per benzina e 1,602 per gasolio.
Il Gpl infine e’ tra 0,804 euro/litro di Eni e 0,833 di Tamoil (no-logo a 0,792).

Vera MORETTI

Terremoto in Emilia: nuove scosse nella notte, si contano i danni

 

A due giorni dal tragico terremoto in Emilia la terra non smette di tremare: sono state 29 le scosse che solo questa notte non hanno fatto riposare gli sfollati del modenese ed un’altra, meno forte ma ugualmente preoccupante, è stata avvertita alle 5:16 di questa mattina al largo delle coste campane e lucane, nel golfo di Policastro. Secondo i sismologi si tratta di un movimento situato a 8,7 km di profondità, il cui epicentro si trova in prossimità dei comuni salernitani di Ispani, San Giovanni a Piro e Sapri, e di quello potentino di Maratea.

Ma torniamo all’Emilia, perché è nei the days after che si comincia a fare la conta dei danni.

Grave il conto delle vittime, arrivate a 17 dopo il ritrovamento dell’ultimo disperso nella giornata di ieri con un debito da parte della classe operaia assolutamente ingente: delle persone che non ce l’hanno fatta, 14 sono operai e imprenditori.

Gravi i danni anche nel settore economico, soprattutto per quanto riguarda i comparti agricolo e biomedico.

E’ in Emilia, infatti, che si addensa la più alta concentrazione di fabbriche biomediche d’Italia, per giunta specializzate nel fornire supporto e farmaci ai malati in dialisi.

Ingenti sono anche i danni registrati nelle cantine emiliane: dati ufficiali dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna parlano di 15 milioni di euro persi dopo il terremoto del 20 maggio e del 29 maggio. Le zone maggiormente colpite sono state le province di Modena, Ferrara e più marginalmente Bologna e Reggio Emilia.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di varare una serie di misure d’emergenza, queste:

  • il rinvio a settembre dei versamenti fiscali ed il differimento fino al 31 dicembre dei termini processuali e delle rate dei mutui bancari. Lo ha annunciato il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del  question time, ricordando che non si tratta di materia su cui sia possibile intervenire con decreto del Mef. I versamenti sospesi fino al 30 settembre, ha proseguito Grilli, riguardano “sostanzialmente tutti i contributi: Irpef, Ires, Iva, Irap, Addizionali Irpef regionali e comunali e Imu”;
  • l’aumento di 2 centesimi dell’accisa su tutti i carburanti, benzina e gasolio, così da far fronte all’emergenza terremoto che dovrebbe scattare immediatamente, dalla mezzanotte di oggi, raggiungendo un indotto stimato per circa 500 milioni. Serviranno alla ricostruzione post-sisma.
  • Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, poi, ha chiesto all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’accisa deciso dal Governo per finanziare l’emergenza terremoto in Emilia-Romagna. L’aumento durerà “fino al 31 dicembre 2012”, secondo quanto ha annunciato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso del question time;
  • la deroga al patto di stabilità per i Comuni;
  • uno stanziamento di 2 milioni di euro ”a favore delle Camere di commercio di Modena, Bologna, Ferrara e Mantova da destinare a iniziative di supporto alle imprese locali”. Lo si legge in una nota di Unioncamere in cui si spiega che l’intervento ”si articola in tre linee d’azione”.

Inoltre, al presidente Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, è stato dato ”il compito di approfondire con il ministero dello Sviluppo economico la possibilità di istituire una sezione speciale del sistema camerale all’interno del Fondo centrale di garanzia per le Pmi, dedicata alle calamità naturali”. Le risorse saranno destinate ”ad interventi di cogaranzia e di controgaranzia del Fondo, in collaborazione con il sistema dei Confidi, per facilitare l’accesso al credito delle Pmi colpite da calamità naturali”.

Speriamo che i provvedimenti e le riforme non siano un altro strattone ad un’Italia già sufficientemente scossa. In tutto questo, la parata del 2 Giugno si farà.

 

Paola PERFETTI

Monti mette mano al portafogli. Ma non ci basta

di Davide PASSONI

Vediamo se questa volta il governo fa sul serio. Il “pacchetto” di misure per abbattere i debiti dello Stato nei confronti delle imprese, presentato dal premier Monti, dal ministro dello Sviluppo Economico Passera e dal viceministro dell’Economia Grilli pare piuttosto consistente: quattro decreti e un accordo con le banche per sbloccare di 20-30 miliardi di pregresso già dal 2012, grazie alla certificazione di crediti da ‘scontare’ in banca e alla compensazione con i debiti fiscali. La riforma strutturale, quella per impedire l’accumulo di nuovo debito, arriverà entro la fine del 2012 con il provvedimento che recepirà la direttiva Ue. Venti-trenta miliardi su una settantina circa che lo Stato deve alle imprese ci paiono una buona cosa.

Parole al miele, da Monti, verso le piccole imprese: “Le aziende più piccole e innovative che in questa fase non hanno abbassato la testa e stanno affrontando la crisi con determinazione hanno bisogno di liquidità e di riaccendere il motore“.

E Passera ha sottolineato come la situazione dei debiti dello Stato verso le piccole imprese “stava diventando grave: 150mila aziende lavorano per il pubblico e la gran parte ha crediti crescenti non incassati, e quindi più debito e più oneri finanziari“. Bene Passera, un’altra scoperta dell’acqua calda: se non fosse stato presentato il “pacchetto“, sarebbe stata l’ennesima puntualizzazione dell’ovvio, tanto dovuta quanto inutile.

Infine Grilli, le cui parole andrebbero registrate e fatte riascoltare se, anche questa volta, dovesse esserci un buco nell’acqua (siamo onesti, pensiamo che stavolta non ci sarà): “Quello che vogliamo è cambiare la struttura nel modo in cui avvengono i pagamenti. L’ultima cosa che vogliamo è che mentre smaltiamo questo stock di debiti, nel frattempo se ne crei un altro“.

Esultano, naturalmente, Confindustria e Rete Imprese Italia. Una per tutti, la voce del presidente di Rete Imprese Marco Venturi, per i quali i ritardi nei pagamenti da parte della Pa “incidono non solo sullo sviluppo ma anche sulla vita stessa delle piccole e medie imprese: mai più ritardi di questa misura“.

Bene, tutto bello. Ci permettiamo di suggerire una cosa al governo: dopo questa mossa sacrosanta, pensate anche a come andare incontro a quelle imprese che, per loro fortuna, non hanno crediti con la Pa ma vengono ammazzate di tasse tutti i giorni. Alleggerite il cuneo fiscale, abbassate il costo del lavoro, semplificate la burocrazia fiscale per le imprese. L’ossigeno ci deve essere per tutti, non solo per 150mila aziende. Lo sappiamo, siamo incontentabili, ma che ci volete fare: decenni di politiche insensate e dissennate e pochi mesi di tasse a pioggia ci hanno resi un po’ difficili. Capiteci, ne va della nostra sopravvivenza.