Allarme pensionati: “Uno su due non arriva a fine mese”

Forse non sarebbe stato necessario un sondaggio realizzato dalla Spi-Cgil in collaborazione con Ipsos su consumi e potere d’acquisto dei pensionati, per arrivare ad una tragica verità. Il 46,2% dei pensionati italiani fatica ad arrivare alla fine del mese e si ritrova costretto inevitabilmente a rimandare pagamenti, ad intaccare i propri risparmi, a chiedere prestiti e aiuti ad altri. Solo il 24,3% invece ci arriva senza troppi problemi ma spende quasi tutto quello che prende di pensione mentre il 29,5% non solo ci arriva ma riesce anche a risparmiare qualcosa.

Nonostante tutto i pensionati, per quanto in evidente difficoltà economica e alle prese sono drastici tagli dei consumi, continuano a svolgere un ruolo strategico nella famiglia italiana, in particolare rivolto a figli e nipoti che hanno perso il posto di lavoro o che non riescono a trovarlo. Quasi la metà di loro, una percentuale vicina al 43%,  infatti sostiene economicamente i propri familiari in situazioni drammatiche.

 “I pensionati hanno dato tanto a questo paese in termini di sacrifici e ora non ne possono proprio più. E’ per questo che chiediamo al governo di dare loro delle risposte, a partire dalla legge di stabilità. Sarebbe inoltre ora che si riattivasse il tavolo di confronto tra governo e sindacati, istituito dal governo Prodi e rimosso da Berlusconi e da Monti. Non è un caso che da allora la condizione dei pensionati e degli anziani non ha fatto altro che peggiorare”, ha osservato il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone.

Jacopo MARCHESANO

In risalita gli scambi commerciali internazionali

 

Buone notizie per quel che riguarda il commercio internazionale del nostro Paese, con un timido aumento alla voce “export” a giugno, un balzo deciso delle vendite verso i Paesi comunitari e l’accresciuto surplus della bilancia dei pagamenti.

A giugno aumentano sia le esportazioni all’estero (+1,2%) sia le importazioni dall’estero (+1,6%) rispetto al mese precedente. A comunicarlo è l’Istat che però documenta, rispetto allo stesso periodo del 2012, cali per entrambe le voci, -2,7% per l’export e -5,6% per l’import. Nel primo semestre dell’anno c’è una «contenuta flessione tendenziale» dell’export (-0,4%) mentre l’import è «in marcata diminuzione» (-7 per cento).

Decisamente positivo, e questa è la piccola grande notizia per il nostro Paese, rispetto a un anno fa, il saldo commerciale dell’Italia salito a 3,6 miliardi, superiore ai +2,8 miliardi registrati a giugno 2012. Avanzo provocato da un doppio surplus, quello con i paesi extra Ue (+2,5 miliardi) e quello da vendite verso la Ue (+1,1 miliardi). Ancora una notizia positiva per i nostri mercati, che sia veramente giunta al capolinea la crisi che ormai ci attanaglia da anni?

Addio ferie, anche così si combatte la crisi

 

I soldi per andare in ferie, si sa, scarseggiano, così molti imprenditori italiani hanno deciso di rinunciare alle tanto sospirate mete vacanziere per lavorare anche sotto il solleone agostano. Così tante aziende in questo periodo sono rimaste aperte, accorciando il piano ferie per i propri dipendenti.

Alla crisi, dunque, si risponde con il lavoro, con le maniche tirate su e con un po’ di tintarella in meno.
Come premio in questi giorni, per alcune aziende, si sono moltiplicati gli ordini e le commesse. Gli operai della Electrolux nel Trevgiano, per esempio, lavoreranno anche il 16 e il 17. Buone notizie anche dalla Richard Ginori, a lungo sul baratro: riaccesi i due forni, riprenderà l’attività produttiva nella seconda metà d’agosto.

Positivi sono, d’altra parte, anche alcuni dati economici, come l’export che a giugno è salito a 3,6 miliardi (+2,8). Anche nel settore agroalimentare le buone notizie non mancano: le esportazioni sono aumentate del 7% da gennaio con un saldo positivo di 8 miliardi di euro. Segnali positivi sono anche gli annunci di aperture di nuove fabbriche o sede, come la giapponese Toshiba nel Savonese oppure la multinazionale Ikea con un nuovo punto vendita a Pisa. Nulla di nuovo sotto il sole d’agosto: il sacrificio ripaga sempre.

Debito pubblico a livelli record, nonostante le tasse aumentino

 

La Banca d’Italia comunica nel Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” gli ultimi dati sul debito pubblico italiano a giugno, sempre a livelli record nonostante il rialzo delle entrate tributarie. Il debito delle Amministrazioni pubbliche, a giugno, è aumentato però di soli 0,6 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo comunque i 2.075,1 miliardi (era a 2.074,7 mld a maggio).

L’aumento è riconducibile al significativo incremento (13,9 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro che ha più che compensato l’ampio avanzo delle amministrazioni pubbliche (13,5 miliardi). Alla fine del mese le disponibilità liquide del Tesoro hanno raggiunto 76,3 miliardi, contro 46,1 a giugno del 2012.

Tutto questo nonostante il gettito fiscale imponente degli ultimi mesi. Le entrate tributarie, infatti, sono state pari a 46,3 miliardi, in aumento del 21,5 per cento (8,2 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (38,1 miliardi). Le entrate tributarie sono salite del 5,14% nei primi sei mesi del 2013 a 189,436 miliardi di euro, in aumento di 9,277 miliardi rispetto ai 180,159 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.

Crisi senza fine, le partite Iva in calo nel 2012

 

Nonostante le ultime dichiarazioni del ministro Saccomanni su una possibile ripresa nel secondo semestre dell’anno per l’economia italiana, rimangono negativi gran parte dei dati di riferimento. Negativo il trend delle nuove aperture di partita Iva in questi primi mesi del 2013 rispetto all’anno precedente. Secondo quanto comunicato dall’Osservatorio del Tesoro, nel mese di giugno sono state aperte 39.353 partite Iva, il 3,8% in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, confermando la tendenza in atto nella prima parte del 2013 quando i valori tendenziali si sono mantenuti negativi con l’unica eccezione di aprile (+0,77%).

La maggior parte delle aperture di partite Iva riguarda le persone fisiche (29.082 casi pari al 74% del totale), comunque in calo del 4,5% rispetto all’anno scorso.
A conferma di una ripresa che stenta, la forte diminuzione delle società di persone (-22,8%) mentre crescono le società di capitali (+7,4% a quota 7.545 aperture).

Nel 36% dei casi le partite Iva vedono come titolari persone giovani, inferiori a 35 anni di età, ma in questa fascia si registra anche la contrazione percentuale più consistente (-6,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il settore più vivace si conferma ancora una volta il commercio, con il 24% delle nuove aperture totali, seguito dalle attività professionali (12,9%) e dall’edilizia (9,7%). Segnali poco incoraggianti che allontanano sempre di più il miraggio di un’imminente ripresa economica nel prossimi mesi.

 

JM

“Solo con l’evasione dell’Iva persi 46 miliardi nel 2011”

Se dalla Banca centrale europea arrivano segnali incoraggianti riguardo il termine immediato della recessione continentale è guardando dentro casa nostra che tornano irrimediabilmente i brividi: con la sola evasione Iva di un anno, cioè 46 miliardi, si potrebbero sistemare notevolmente i conti pubblici. E se si aggiungono altri 9 miliardi di Irap si arriva alla cifra mostruosa di 55 miliardi anno sottratti alle casse del nostro malconcio Paese.

E’ l’evasione fiscale, ormai è più che appurato, la piaga principale per lo Stato, a scapito dei cittadini per i quali si registra un continuo aumento della pressione fiscale a fronte di un continuo taglio dei trasferimenti statali.

Letta: Fiat cresca in Italia e nel mondo

Colazione delicata a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e i suoi ospiti, John Elkann, presidente della Fiat e l’amministratore delegato dell’azienda piemontese Sergio Marchionne.

Durante il briefing mattutino, il premier ha auspicato la crescita dell’azienda sia a livello nazionale che mondiale nei prossimi mesi. Ai massimi dirigenti ha ricordato, inoltre, l’impegno del governo per dimostrare che è possibile “fare industria in Italia” per uscire più velocemente dal pantano della crisi economica.

L’incontro tra una spremuta d’arancia e un cornetto segue di una settimana le dichiarazioni polemiche dell’amministratore delegato d’origine canadese, che aveva denunciato “condizioni industriali ancora impossibili in Italia” durante la conference call con gli analisti, annunciando che il gruppo Fiat potrebbe produrre i nuovi modelli solamente all’estero. Parole che avevano subito fatto intervenire in modo seccato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini: “ci sono molte imprese che in queste condizioni stanno continuando a investire, a crescere, a creare profitto e posti di lavoro”.

Jacopo MARCHESANO

Bce ottimista: l’economia è in lenta ripresa

 

Cauti segnale di ottimismo dal bollettino mensile della Bce: “L’economia dell’area dell’euro dovrebbe stabilizzarsi e registrare una lenta ripresa, tuttavia i rischi per le prospettive economiche continuano a essere orientati al ribasso”. La Banca centrale europea nel consueto bollettino d’inizio mese conferma anche “di attendersi che i tassi di interesse di riferimento rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”.

“Non vanificare sforzi su conti, ma puntare decisamente sulla crescita”, la Banca, capitanata dal nostro Mario Draghi con sede a Francoforte, lancia anche un importante monito a tutti i Paesi della zona dell’euro, che “non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre i disavanzi pubblici, con strategie di bilancio favorevoli alla crescita e con la riduzione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale”.

Ingegneri: le lobbies ostacolano la ripresa

Lavoro, innovazione, opportunità. Questi tre termini sono strettamente connessi perché il paese può riprendersi dalla crisi solo se innova, si modernizza e crea opportunità per i cittadini”, questo il passaggio chiave della relazione del presidente del Cni Armando Zambrano al 58esimo congresso nazionale degli ingegneri, che quest’anno si è svolto a Brescia.

Il presidente del consiglio nazionale degli ingegneri non manca di lanciare parole al vetriolo nel suo discorso di apertura al sistema delle lobbies che in questo delicato passaggio per il Paese vanno combattute “perché operano pregiudicando il mercato nazionale e internazionale alterando la concorrenza con il gioco dell’interdizione e del rinvio”.

Confesercenti: “Tra maggio e giugno oltre 7mila nuove aperture”

Uno spiraglio di luce nel buio pesto della crisi gli ultimi rilevamenti condotti dall’Osservatorio Confesercenti nel terzo bimestre 2013: sono 7mila le nuove aperture nel terzo bimestre di quest’anno tra i commercianti al dettaglio.

Il saldo è positivo sia per il piccolo e medio commercio al dettaglio alimentare (1.191 iscrizioni e 924 chiusure) sia per la distribuzione no-food (6.355 aperture contro 5.200 cessazioni). Mentre il settore moda, uno dei più colpiti dalla crisi dei consumi di questi ultimi anni, resta il più in difficoltà in questo periodo, con un saldo a maggio-giugno ancora negativo di 132 unità.

Dopo lungo tempo torna il saldo bimestrale positivo, ma per Confesercenti non si tratta ancora di un risultato soddisfacente, in quanto non si arrestano le cessazioni del commercio al dettaglio, nei primi sei mesi dell’anno le imprese che hanno chiuso senza essere sostituite sono state 11.328, la bellezza di 63 aziende al giorno.

Rimane comunque il saldo positivo di questi ultimi due mesi, con l’appello della Confesercenti alla cautela: “Un’esile speranza, non si rovini tutto con eccessi di burocrazia. Prioritario evitare la stangata d’autunno”.

d.S.