Bonus 150 euro pensionati già caricato nel cedolino della pensione di novembre

Buone notizie per i pensionati, è possibile già ora controllare il cedolino della pensione di novembre 2022 e gli importi saranno maggiorati di 150 euro riconosciuti come bonus nel decreto Aiuti Ter al fine di aiutare le famiglia a far fronte agli effetti del caro energia. Ecco come puoi scoprire se tali somme ti spettano.

Bonus 150 euro a lavoratori e pensionati: i limiti

Il decreto Aiuti Ter (ultimo del governo Draghi) ha previsto l’erogazione in favore di lavoratori e pensionati con un reddito inferiore a 20.000 euro lordi (con esclusione dei contributi previdenziali) di un bonus di 150 euro erogato con le spettanze del mese di novembre. Per quanto riguarda i lavoratori è necessario produrre al datore di lavoro l’autocertificazione attestante il possesso dei requisiti e quindi di non ricevere prestazioni Inps e di non ricevere il bonus da altro datore di alvoro ( ad esempio per chi intrattiene più rapporti di lavoro).

I pensionati invece non devono fare nulla e andando nella propria pagina personale sul sito dell’Inps potranno vedere già ora l’importo spettante per la mensilità di novembre.

Come accedere ai servizi Inps e controllare il cedolino di novembre

Per accedere ai servizi Inps è necessario avere a disposizione un codice di identità digitale: Spid, Cie o Cns, dopo essersi identificati occorre andare nel fascicolo previdenziale del cittadino alla sezione “pensioni” e quindi “pagamenti”. Qui sarà possibile prendere visione già ora del cedolino di novembre che può contenere anche l’accredito del bonus 150 del decreto Aiuti Ter.

Ricordiamo che riceveranno l’importo i pensionati con reddito personale assoggettabile ad IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l’anno 2021 a 20.000 euro.

Per quanto invece riguarda i lavoratori dipendenti la circolare dell’INPS del 23 settembre 2022 ha chiarito che potranno riceverlo i lavoratori che nel mese di novembre 2022 maturano spettanze inferiori a 1.538 euro.

Leggi anche: Bonus 150 euro: disponibili le istruzioni operative dell’Inps

Bonus 200 e 150 euro lavoratori autonomi e professionisti. Stop del Ministero del lavoro

Una tegola inaspettata sta cadendo sulle teste dei lavoratori autonomi e professionisti: il Ministero del Lavoro ha invitato le casse previdenziali a fermare i pagamenti del bonus di 200 euro e di 150 euro messi a disposizione dal Governo Draghi come misura anti-inflazione. Ecco perché.

Ministero del Lavoro: stop ai pagamenti del bonus di 200 euro e 150 euro a lavoratori autonomi e professionisti

Il bonus di 200 euro previsto nel decreto Aiuti Bis e di 150 euro previsto nel decreto Aiuti Ter è stato pagato ( il bonus di 150 euro è ancora in pagamento) senza particolari problemi a lavoratori dipendenti e pensionati, invece per i lavoratori autonomi e professionisti è stato necessario attendere ulteriori istruzioni operative. Le stesse prevedevano che le casse di competenza, ad esempio Gestione Separata Inps, cassa forense e le altre, per un totale di 17 casse, settimanalmente inviassero i dati degli importi erogati al Ministero del Lavoro con le informazioni relative alle istanze presentate e quelle accettate.

Era compito delle Casse anche monitorare gli importi erogati in modo che nel complesso non si superasse il limite dei fondi disponibili (plafond). Certamente coordinare 17 casse non è facile.  Di fatto dal 26 settembre 2022 lavoratori autonomi e professionisti hanno avuto la possibilità, ciascuno attraverso la piattaforma messa a disposizione dalla propria cassa previdenziale, di inoltrare la domanda per ottenere il bonus di 200 e di 150 euro. Ora dal Ministero del Lavoro arriva la richiesta alle varie Casse di sospendere i pagamenti in essere.

Cosa vuol dire? La risposta è molto semplice, lavoratori autonomi e professionisti che ancora non hanno ricevuto gli importi, molto probabilmente non li riceveranno perché i fondi potrebbero non bastare. Lo stop potrebbe essere temporaneo, come molti sperano, infatti in questo frangente è necessario riorganizzare internamente alle Direzioni Generali del Ministero il sistema di monitoraggio in modo da capire se residuano ancora fondi e in che limite è possibile rimetterli a disposizione dei lavoratori interessati. Già questa sera potrebbero esserci novità.

Si potrebbe ovviare a questa difficoltà solo con un altro stanziamento di fondi che però dovrebbe arrivare dal prossimo governo.

Leggi anche: Bonus 200 euro autonomi: istruzioni per richiederlo da domani 26 settembre 2022

Bonus 150 euro: disponibili le istruzioni operative dell’INPS

Con il decreto Aiuti Ter il governo Draghi ha riconosciuto un ulteriore bonus di 150 euro in favore di pensionati e lavoratori. Con la circolare 116 del 17 ottobre 2022 dell’INPS sono invece state rese note le modalità operative per ottenere il bonus.

Bonus 150 euro dipendenti: quando sarà erogato?

L’articolo 18 del decreto legge 144 del 2022 prevede l’erogazione in favore dei lavoratori dipendenti di una somma a titolo di indennità una tantum di importo pari a 150 euro. Come per il bonus di 200 euro previsto nel decreto Aiuti Bis, anche questo prevede il riconoscimento automatico. L’importo sarà anticipato dal datore di lavoro con le competenze del mese di novembre 2022. Il datore di lavoro potrà poi recuperarlo con la dichiarazione contributiva inerente al mese di novembre sotto forma di credito e attraverso il flusso UniEmens.

Questo implica che i lavoratori dipendenti devono produrre al datore di lavoro un’autocertificazione. Il termine previsto per questa dichiarazione è il 30 novembre 2022.

Non possono richiedere la corresponsione del bonus una tantum di 150 euro gli operai agricoli a tempo determinato, mentre la misura è di spettanza agli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato.

Leggi anche: Decreto Aiuti Ter: le misure approvate dal Consiglio dei Ministri

Contenuto dell’autodichiarazione del lavoratore

Affinché possa essere percepito il bonus una tantum di 150 euro, il lavoratore deve produrre al datore di lavoro una dichiarazione un cui afferma sotto la propria responsabilità:

di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 19, commi 1 e 16” del decreto-legge n. 144/2022”,

cioè di non essere titolare di prestazioni per le quali l’importo viene erogato direttamente dall’Inps, o altro ente di assistenza previdenziale obbligatoria, ad esempio, assegno sociale, assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, pensione, Naspi, reddito di cittadinanza. L’indennità spetta una sola volta anche nel caso in cui il lavoratore trattenga rapporti con più datori di lavoro.

La circolare 116 del 17 ottobre 2022 sottolinea che il datore di lavoro deve provvedere a corrispondere gli importi “Ai lavoratori dipendenti, con esclusione di quelli con rapporto di lavoro domestico, aventi una retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022
non eccedente l’importo di 1.538 euro
”.

Questo vuol dire che il limite reddituale del 20.000 euro annuali previsto nel decreto Aiuti Ter, non si riferisce all’anno 2021, come per il bonus una tantum di 200 euro, ma al reddito potenziale del 2022 e con riferimento alla “quota” spettante nel mese di novembre 2022.

Attualmente l’Inps ancora non ha reso disponibile il modello da utilizzare per l’autodichiarazione, ma è probabile che provveda al rilascio entro breve tempo. Il modello utilizzato per il bonus di 200 euro potrebbe trarre in inganno per quanto riguarda i riferimenti normativi da inserire, quindi il consiglio è di attendere che sia rilasciato il nuovo. Un’altra novità riguarda i dipendenti pubblici, infatti nella circolare non si specifica, a differenza del bonus di 200 euro, che i dipendenti pubblici non devono presentare l’autodichiarazione. Si deduce che anche questa categoria stavolta dovrebbe provvedere.

 

Decreto Aiuti Quater: già la prossima settimana potrebbero arrivare nuovi aiuti

Dalle prime indiscrezioni emerge che sarebbe in dirittura di arrivo il decreto Aiuti Quater che nasce dalla collaborazione tra il Governo uscente guidato da Draghi e il Governo in arrivo che dovrebbe ricevere l’incarico probabilmente nel corso della settimana. L’obiettivo è fare presto. Ecco cosa dovrebbe contenere.

Decreto Aiuti Quater con proroga degli interventi già in vigore

Il decreto Aiuti Quater dovrebbe avere due obiettivi: prorogare le misure introdotte con i decreti precedenti, ad esempio il taglio delle accise sui carburanti che con il decreto Aiuti Ter ha avuto la proroga ai mesi di ottobre e novembre. Ora l’estensione dovrebbe arrivare al 31 dicembre. Il bonus elettricità per le famiglie con reddito basso (probabilmente sarà innalzato il tetto Isee). Sono inoltre previste anche nuove misure.

Da quanto emerge la dote iniziale prevista per il decreto Aiuti Quater sarà dimezzata, infatti molto probabilmente il valore dovrebbe accostarsi ai 10 miliardi di euro, inizialmente si era ipotizzato un intervento più ampio, ma è probabile che questa decisione sia dovuta all’intenzione del nuovo Governo di tamponare le emergenze e poi occuparsi degli altri interventi potendo però usufruire di una ulteriore dote.

Nuovo bonus di 200 euro a dicembre? Ecco chi potrebbe percepirlo

Tra le notizie che appaiono più interessanti vi è un nuovo bonus di 200 euro che dovrebbe interessare lavoratori, pensionati percettori di reddito di cittadinanza con redditi fino a 35.000 euro, questo andrebbe a sommarsi alla tredicesima mensilità che molti percepiscono proprio nel mese di dicembre.

Il decreto Aiuti Ter ha invece previsto per le imprese non ernergivore un contributo in forma di credito di imposta per i mesi di ottobre e novembre, ora questo aiuto potrebbe essere esteso anche al mese di dicembre. Il credito di imposta per i consumi energetici per la prima volta con il decreto Aiuti Ter viene esteso alle imprese che hanno un fabbisogno energetico compreso tra 16,5 kilowatt e i 4,5 kilowatt. Con l’estensione anche al mese di dicembre queste imprese potrebbero tirare un altro sospiro di sollievo. Tra le ipotesi allo studio vi è anche la possibilità di introdurre la rateizzazione delle bollette o addirittura una moratoria, questo dovrebbe consentire alle imprese con maggiori difficoltà un po’ di liquidità in più.

Non sembra invece esserci spazio in questo decreto per la rottamazione delle cartelle fiscali . Molto probabilmente potrebbe rientrare nella legge di bilancio, anche questa con molta probabilità sarà scritta in accordo tra il vecchio Governo e il nuovo in modo da rispettare la scadenza naturale del 31 dicembre 2022 ed evitare l’esercizio provvisorio di bilancio.

NASpI: spetta la tredicesima mensilità ai percettori?

La Naspi è la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego e si percepisce per un periodo massimo di 24 mesi a coloro che hanno involontariamente perso il lavoro. Molti lavoratori si chiedono: spetta la tredicesima mensilità a chi percepisce la Naspi?

Chi percepisce la tredicesima mensilità?

La tredicesima mensilità è un pagamento ulteriore erogato a lavoratori e pensionati generalmente nel mese di dicembre, una sorta di gratifica natalizia corrispondente a uno stipendio mensile. Spetta a pensionati e lavoratori indipendentemente dal reddito percepito.

La Naspi invece nasce nel 2015 in sostituzione di altre forme di sussidio riconosciuto a coloro che perdono il lavoro. Il presupposto della Naspi è che il lavoro non sia stato perso volontariamente (disoccupazione involontaria) quindi in caso di dimissioni, solo in limitati casi viene riconosciuto, cioè in caso di dimissioni per giusta causa, negli altri casi non si ha diritto a questo assegno.Per poter presentare la domanda è necessario recarsi al centro per l’impiego e dare la propria disponibilità ad accettare offerte di lavoro ( patto di servizio).

La durata della percezione e l’ammontare dipende dalla durata del rapporto di lavoro, massimo però si può percepire per 2 anni e all’ammontare dello stipendio percepito (importo massimo 1.360,77 euro) con decalage mensile del 3%.

Leggi anche: NASpI: si può ottenere anche in caso di licenziamento disciplinare?

I percettori di  Naspi ricevono la tredicesima mensilità?

Fatta questa premessa, la normativa purtroppo non prevede la corresponsione dell’assegno di disoccupazione Naspi con la mensilità aggiuntiva. Di conseguenza non sarà versata la tredicesima mensilità. Ricordiamo però che i percettori NASpI dovrebbero aver ricevuto già il bonus di 200 euro previsto dal decreto Aiuti Bis, mentre potranno ricevere insieme ai pensionati e quindi con la mensilità di novembre il bonus di 150 euro previsto dal decreto Aiuti Ter per le persone che hanno un reddito personale inferiore a 20.000 euro. Essendo già noti i dati reddituali all’INPS, la misura sarà corrisposta in modo automatico senza bisogno di alcuna autocertificazione.

Stretta sulle delocalizzazioni: sanzioni più pesanti per le imprese

Il decreto legge 144 del 2022, anche conosciuto come decreto Aiuti Ter ha previsto una serie di misure volte non solo ad aiutare le famiglie e le imprese a far fronte al caro energia, ma anche misure sanzionatorie nei confronti di coloro che decidono di delocalizzare le imprese. Ecco i dettagli della stretta sulle delocalizzazioni.

Delocalizzazioni: la procedura per trasferire all’estero l’azienda

Le delocalizzazioni sono il fenomeno per cui le imprese decidono di lasciare le sedi in Italia per delocalizzare l’attività all’estero cercando di sfruttare le migliori condizioni, soprattutto di tipo fiscale. L’Italia però mai come in questo momento ha bisogno di rilanciare il lavoro e le imprese, proprio per questo ha probabilmente scelto, all’interno del decreto Aiuti Ter di inserire anche una norma per il contrasto alle delocalizzazioni.

Per capire cosa cambia con il decreto Aiuti ter è necessario fare una brevissima premessa sulla norma attuale sulle delocalizzazioni. Questa prevede che le aziende che hanno registrato più di 250 dipendenti nell’anno precedente e intendono chiudere uno stabilimento, una sede o una filiale, un ufficio o un reparto autonomo localizzato in Italia con un licenziamento non inferiore a 50 unità di personale devono darne comunicazione almeno 90 giorni prima di iniziare la procedura a:

  • rappresentanza sindacale aziendale o rappresentanza sindacale unitaria;
  • sedi territoriali delle associazioni sindacali di categoria comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ;
  • Regioni interessate;
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ;
  • Ministero dello Sviluppo Economico;
  • Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro).

Inoltre l’azienda deve redigere un piano da presentare nei successivi 60 giorni agli stessi soggetti visti in precedenza che abbia l’obiettivo di limitare le ricadute economiche e sociali dovute alla chiusura.

Il piano deve essere discusso entro 90 giorni, in passato erano 30.

Cosa prevede il decreto Aiuti Ter sulle delocalizzazioni?

Le norme viste continuano ad applicarsi ma con il decreto Aiuti Ter aumentano le sanzioni. In caso di accordo sindacale sul piano, lo stesso viene sottoscritto dalle parti, in caso invece di mancata firma da parte delle organizzazioni sindacali vi sono invece le sanzioni. Qui c’è la novità importante infatti il contributo di licenziamento che il datore di lavoro è tenuto a pagare viene aumentato del 500%. In passato era il 50%.

Per conoscere la base del calcolo per le delocalizzazioni, leggi l’articolo: Stretta antidelocalizzazioni per evitare i licenziamenti collettivi

Bonus 200 euro autonomi: istruzioni per richiederlo da domani 26 settembre 2022

Finalmente è arrivato il decreto attuativo che consente ai lavoratori autonomi di richiedere da domani, 26 settembre 2022, il bonus da 200 euro previsto den decreto Aiuti Bis e che gli altri lavoratori e pensionati hanno percepito a partire dal mese di luglio 2022.

Bonus 200 euro lavoratori autonomi: da domani 26 settembre è possibile presentare la domanda

Mentre molti lavoratori sono già pronti a presentare l’autodichiarazione per ricevere il bonus 150 euro previsto nel decreto Aiuti Ter ci sono molti lavoratori che ancora non hanno ricevuto il bonus da 200 euro previsto nel decreto Aiuti Bis. Ora finalmente sembra che potrà essere messo il punto. I lavoratori autonomi e professionisti da domani 26 settembre 2022 potranno fare richiesta per il bonus 200 euro.

È stato pubblicato ieri, sabato 24 settembre, il decreto attuativo, lo stesso era stato approvato già nelle settimane scorse e aveva poi dovuto superare il vaglio della Corte dei Conti. Il 20 settembre avevamo già annunciato che molto probabilmente la procedura sarebbe stata attiva dal 26 settembre, ed infatti questa data prima solo ipotizzata ora è stata confermata. Il fondo stanziato è di 600 milioni di euro.

Come richiedere il bonus 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti?

Il Bonus 200 euro lavoratori autonomi potrà essere chiesto attraverso le piattaforme  online messe a disposizione dalle varie casse di previdenza a cui sono iscritti. I lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS dovranno andare sul sito INPS, mentre coloro che sono iscritti ad altre casse, ad esempio Inarcassa, Cassa Forense o altre dovranno andare sul sito delle singole casse. I lavoratori autonomi possono presentare le domande  a partire dalle ore 12:00. Naturalmente ognuno dovrà ustilizzare le proprie credenziali per accedere alla piattaforma di riferimento.

Riteniamo che nelle prime ore, a causa dell’elevato accesso, potrebbero esservi dei problemi di rallentamento dei vari siti. Per poter ottenere il Bonus da 200 euro per i lavoratori autonomi è necessaria l’autodichiarazione di non aver percepito nel 2022 un reddito superiore a 35.000 euro nel 2021. Inoltre per poter accedere è necessario avere un partita Iva aperta e attiva e aver versato almeno una quota di contributi alla cassa di previdenza.

Rivalutazione della pensione di ottobre: quanto vale? Gli aumenti dei prossimi mesi

Nel mese di ottobre i pensionati ricevono una buona notizia, infatti per i redditi inferiori a 35.000 euro scatta l’aumento del 2%. L’obiettivo è dare un anticipo sull’aumento che dovrebbe poi scattare a gennaio. Chi ha la possibilità di controllare il cedolino della pensione online (serve lo SPID), potrà già verificare i nuovi importi conseguenti alla rivalutazione della pensione.

A chi spetta la rivalutazione della pensione di ottobre?

L’aumento anticipato a ottobre 2022 sarà erogato ai pensionati che percepiscono un importo mensile fino a 2.692 euro mensili lordi. In teoria una pensione di 1.000 euro dovrebbe ricevere un aumento di 20 euro, ma il calcolo deve essere fatto sul lordo e non sul netto (notizia positiva) e su questo incremento sarà comunque calcolato un incremento anche dell’Irpef dovuta.

L’aumento sarà calcolato con questo criterio per pensioni lorde fino a 2095,31 euro l’aumento sarà al 100%, per gli importi superiori la rivalutazione avverrà al 90% e non al 100%. Per gli importi lordi superiori a 2.621,7 euro, cioè 5 volte il minimo la rivalutazione avviene al 75%. Quindi più la pensione è alta e minore è la quota che viene rivalutata.

Conguaglio di novembre con rivalutazione della pensione e bonus 150 euro: a chi spettano?

A ciò dobbiamo aggiungere che nel mese di novembre ci sarà un ulteriore conguaglio dello 0,2%, questo implica che, rispetto al mese di ottobre, nel mese di novembre vi sarà un altro piccolo aumento, circa 2 euro per una pensione da mille euro. Questo aumento viene riconosciuto a tutti, cioè senza il limite massimo di 2,692 euro.

Ricordiamo che nel mese di novembre sarà corrisposto anche il bonus di 150 euro previsto dal decreto Aiuti Ter e riconosciuto a coloro che hanno avuto nel 2021 un reddito inferiore a 20.000 euro. Infine, ricordiamo che a dicembre sarà erogata la tredicesima mensilità e sulla stessa viene applicato l’incremento del 2,2%. Insomma piccole somme che possono aiutare soprattutto nei mesi invernali a far fronte agli aumenti determinati dal caro energia.

Nel mese di gennaio dovrebbe essere l’aumento definitivo sui dati relativi all’inflazione registrata nel 2022, questa è circa all’8%. Non manca però chi ha iniziato a fare i calcoli e ha ipotizzato un’incapienza nelle casse dell’INPS per gli aumenti di gennaio. Non resta che aspettare.

Bonus 200 euro autonomi e professionisti: finalmente potrebbe esserci la data

Da un incontro tenutosi il 19 settembre 2022 tra i direttori generali delle varie casse di previdenza iniziano a trapelare le possibili date dalle quali i lavoratori autonomi e professionisti potranno presentare la domanda per ottenere il bonus da 200 euro previsto nel decreto Aiuti Bis (articolo 33).

Dal 26 settembre potrebbero essere disponibili le piattaforme per la richiesta del bonus di 200 euro per lavoratori professionisti e autonomi

I lavoratori dipendenti e i pensionati lo hanno ormai ricevuto da tempo, mentre i lavoratori autonomi ancora sono in alto mare perché fino a ieri non era neanche nota una possibile data a partire dalla quale si potesse presentare l’istanza. Ora sembra che finalmente si sia giunti a un accordo e dal giorno 26 settembre alle ore 12:00 dovrebbero essere disponibili le piattaforme delle varie casse previdenziali per poter inoltrare la domanda volta a riscuotere il bonus di 200 euro. La notizia è stata data in anteprima con un comunicato dell’AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati). Naturalmente la notizia deve essere ufficializzata attraverso la pubblicazione di un decreto attuativo che potrebbe arrivare nelle prossime ore.

Ricordiamo che lavoratori autonomi e professionisti per poter ricevere il bonus di 200 euro attraverso la piattaforma devono dichiarare di aver percepito nel 2021 un reddito inferiore a 35.000 euro.

Si potrà presentare un’unica domanda e ricevere anche il bonus di 150 euro?

Ora che iniziano a chiarirsi i termini per poter richiedere il bonus di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti, c’è anche chi ipotizza di farvi confluire la domanda per il bonus di 150 euro riconosciuto nel decreto Aiuti Ter nella domanda per il bonus di 200 euro. Questo consentirebbe ai lavoratori autonomi e professionisti di riscuotere in un’unica soluzione anche 350 euro. Questa ipotesi è sostenuta soprattutto dai lavoratori perché il rischio è che con domande separate il bonus di 150 euro potrebbe arrivare in riscossione nel 2023.

Appare alla scrivente difficile riuscire ad unire le due domande e questo per un motivo abbastanza semplice: tra questi due bonus cambiano i requisiti, infatti per il bonus di 150 euro è necessario non aver superato nell’anno 2021 un reddito superiore a 20.000 euro lordi. Questo vuol dire che dovranno per forza di cose esservi due separate domande con due auto-dichiarazioni. Non è neanche detto quindi che tutti coloro che possono percepire il bonus da 200 euro, possano percepire anche quello da 150 euro.

Leggi anche: Bonus Una tantum 150 euro: a chi spetta? È necessaria la domanda?

Fondo di 50 milioni di euro per lo sport. A chi spetta?

Tutti sanno quanto sia importante praticare sport, ma i gestori degli impianti sportivi e delle piscine stanno affrontando un periodo difficile a causa dell’aumento del costo dell’energia, proprio per questo nel decreto Aiuti Ter è previsto lo stanziamento di un fondo di 50 milioni di euro destinato a associazioni, società sportive dilettantistiche e federazioni nazionali.

A chi è destinato il fondo di 50 milioni di euro per lo sport?

Gli aumenti delle bollette energetiche per i gestori di impianti sportivi e piscine sono lievitate dal 50% al 500% e questo sta mettendo in seria difficoltà gli operatori del settore sport e in particolare i gestori delle piscine che devono sostenere i costi del riscaldamento dell’acqua. Proprio per questo motivo è stato istituito un fondo da 50 milioni di euro. Lo stesso non sarà destinato a tutti i soggetti che operano nel settore dello sport, ma solo ad associazioni, società sportive dilettantistiche e federazioni sportive nazionali che gestiscono impianti sportivi e piscine.

Per conoscere tutte le misure del decreto Aiuti Ter, leggi l’articolo: Decreto Aiuti Ter: le misure approvate dal Consiglio dei Ministri

Affinché sia possibile procedere alla riscossione di tali fondi sarà però necessario attendere il decreto attuativo che stabilirà i criteri di ripartizione dei fondi e le modalità per poter effettuare la domanda. Naturalmente si spera che i tempi siano brevi.

Aiuti per le società sportive professionali

Per quanto riguarda invece le società di professionisti sono disponibili fondi differenti, in particolare club di calcio di Serie A, B, Lega Pro e le società di basket professionali potranno beneficiare del credito d’imposta rafforzato del 40% se energivori, mentre gli altri del credito di imposta al 30%.

Non mancano però critiche a questa scelta, infatti, sono numerose le società sportive che ritengono insufficienti tali aiuti e ad afermare ciò c’è anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò che ribadisce come, a fronte di numerosi successi ottenuti a livello mondiale, il settore sportivo non ottiene a livello nazionale il giusto riconoscimento per l’onore che porta all’Italia.

Il presidente della Lega Pallavolo Serie A, Massimo Righi, invece sottolinea che, nonostante i notevoli sforzi e investimenti in energia green, anche i palazzetti dello sport più all’avanguardia fanno fatica a far fronte all’aumento dei costi energetici.