Banche: dove è più facile ottenere un mutuo

In un periodo in cui ottenere un finanziamento dalle banche sembra un’utopia, è difficile orientarsi nella giungla degli istituti di credito e riuscire ad avere il tanto desiderato mutuo.

A questo proposito, l’Istituto Tedesco Qualità Finanza ha condotto una ricerca sulla customer satisfaction dei clienti nei confronti delle banche presso le quali hanno ultimamente acceso un mutuo per la casa.
Questa ricerca è andata a completare un’indagine precedente sulla convenienza delle offerte bancarie, che aveva visto la vittoria a pari merito di Ibl, Cariparma e Deutsche Bank.

Per pubblicare dati più precisi possibile, è stato compiuto un sondaggio a ben 943 clienti, i quali hanno espresso giudizi su 13 banche operanti in Italia e presso le quali hanno recentemente aperto un mutuo per la casa.

La classifica è stata fatta tenendo presente 5 principali caratteristiche, per analizzare al meglio il modus operandi delle banche.
vediamo quali sono e che risultati hanno raggiunto:

  • Opinioni dei clienti in merito all’offerta dei prodotti, soprattutto relative alle spese accessorie legate al mutuo acceso. Tra le spese sono state considerate anche quelle che normalmente non vengono considerate nel Taeg, come l’assicurazione sul mutuo e i costi di tenuta del conto corrente di appoggio al mutuo.  In questa categoria Bnl, UniCredit e Credem hanno vinto pari merito sulle banche fisiche, per quelle online a vincere è stata Webank.
  • Qualità della comunicazione con cui la banca ha gestito i rapporti col cliente, analizzando aspetti come la comprensibilità delle informazioni, l’usabilità del sito ufficiale e dei servizi di home banking e i tempi di risposta alle richieste del cliente. Qui, Banco Popolare, Credem e UniCredit hanno vinto per le banche fisiche, Ing Direct ha vinto per le banche online.
  • Assistenza ricevuta e relazioni intrattenute con i clienti: pari merito tra Credem, UniCredit e Banco Popolare; Webank ha vinto sulle dirette.
  • Rapporto qualità-prezzo: vittoria a Deutsche Bank e a UniCredit per le fisiche, a Ing Direct per le online.
  • Facilità di interazione: ha coinvolto solo le banche online e a vincere su tutti è stata Ing Direct.

Vera MORETTI

Mutui casa con le banche estere

La crisi del mercato immobiliare, ancora molto acuta e per nulla risolta, vede tra le cause principali la difficoltà di ottenere un finanziamento dalle banche.
Per questo motivo, chi non desiste e desidera davvero acquistare casa, si rivolge agli istituti di credito meno colpiti dalla crisi, che spesso sono quelli esteri.

Le banche dell’Eurozona, infatti, stanno approfittando della situazione di stallo degli istituti italiani con l’acquisizione di una grossa fetta di clientela che, bisognosa di accendere un mutuo, si rivolge altrove.

Tra le banche estere più “generose” e disponibili ad accendere un mutuo casa, spiccano Deutsche Bank, Cariparma, del gruppo francese Credit Agricole, e Bnl, del gruppo Bnp Paribas, anch’esso francese.

Deutsche Bank, istituto di credito tedesco per cui l’Italia rappresenta il primo mercato europeo dopo la Germania, e Cariparma propongono entrambe uno spread del 2,85%, mentre Bnl propone uno spread del 2,90%.
Presenti sul territorio italiano con un numero di agenzie che varia tra le 315 e le 900, i tre istituti finanziari propongono un Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale) sostanzialmente coincidente e gravitante attorno al 3,21 – 3,23%.

Se già nel 2011 le banche estere avevano registrato una crescita netta di un punto percentuale, passando dal 18,6 al 19,6%, ci si aspetta, per il 2013, il superamento della soglia del 20%, soprattutto grazie ad una crisi del tessuto bancario italiano senza precedenti.

Vera MORETTI

Bene le banche estere in Italia

Il quarto rapporto dell’Aibe, l’Associazione Banche Estere in Italia, ha reso noto alcuni dati riguardanti le banche estere operanti in Italia:
Si tratta in tutto di 102 istituti presenti su territorio nazionale con 2.700 sportelli, quote di mercato in ambito finanziario e dei capitali, nonché 37.000 dipendenti, che rappresentano il 16% del sistema bancario italiano.

Sono risultati significativi perché, rimanendo stabili rispetto al 2011, sono in controtendenza rispetto alle banche italiane, che nello stesso periodo hanno ridotto il loro organico del 7% nello stesso periodo.

A pesare sull’Italia sono soprattutto la tassazione superiore alla media europea, le incertezze normative, il credit crunch e la macchina burocrativa e amministrativa.
Ma non solo: la dimensione del debito pubblico e la necessità di riforme strutturali frenano di molto la raccolta di provenienza estera nel mercato italiano del private equity e venture capital, che scende dal 57% nel 2011 al 35% nel 2012: dal 2005 al 2008 il mondo estero contribuiva al mercato del private equity per 1,8 miliardi di euro mentre dal 2009 in poi solo per 300 milioni.

Anche gli impieghi si trovano in affanno, perché, rispetto all’anno precedente, nel 2012 sono stati ridotti del 5%, ma costituiscono ancora nel 2012 il 15,8% del totale del sistema bancario italiano.

Segnali positivi arrivano dai mutui erogati: se si considerano i primi cinque istituti, ovvero Barclays, Bnp-Bnl, Deutsche bank, Gruppo Cariparma-Credit Agricole e Ing, si scopre che sempre l’anno scorso si sono registrati 15 miliardi in più di mutui emessi, in controtendenza rispetto alla media nazionale che segnala -3.4%.

Vera MORETTI

Per i prestiti, le banche straniere offrono le condizioni migliori

I prestiti? E’ meglio chiederli alle banche straniere.

Questo è quanto emerge da uno studio effettuato dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza sull’offerta italiana, secondo il quale le offerte migliori arrivano dall’olandese Ing Direct, in assoluto la migliore sul web, mentre tra gli istituti tradizionali è Deutsche Bank a farla da padrona.

L’indagine è stata condotta su profili diversi, e tra questi erano compresi anche i mutui.
Ebbene, considerando proprio quest’ultimo, e simulando una richiesta di finanziamento di 140mila euro per 25 anni, considerando la media dei cinque prodotti più convenienti sul mercato, il tasso fisso si attesta al 5,5%, quello variabile al 3,3%. In termini di rata: 856 contro 686.

Sono state fatte altre simulazioni, ma il risultato ottenuto è sempre lo stesso. Per questo motivo gli italiani si stanno sempre più orientando verso prestiti indicizzati, che rappresentano ormai il 70 per cento del totale delle richieste.

Le condizioni più vantaggiose si trovano sempre online, e a questo proposito Iw Bank e We Bank non richiedono nessuna spesa, mentre il Banco Popolare è quello che richiede la cifra più alta, 3mila euro circa.

Vera MORETTI

Protocollo d’intesa tra i commercialisti casertani e Deutsche Bank

Avverrà oggi la presentazione di un protocollo d’intesa tra l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Caserta e Deutsche Bank, nell‘ambito del seminario sul tema “Accesso al credito e al capitale di rischio delle PMI campane. Politiche finanziarie delle imprese e modelli di valutazione del merito creditizio. L’istruttoria delle richieste di affidamento“.

A ideare l’iniziativa è la Commissione Finanza d’impresa e sarà caratterizzata da interventi che affronteranno le tematiche più varie, dal ruolo della finanza per superare la crisi alle politiche e scelte di finanziamento delle imprese per l’ottimizzazione del capitale.

Ad aprire i lavori, Pietro Raucci, presidente dell’Ordine, che sarà seguito dal consigliere segretario Antonio Carboni.
Si avvicenderanno poi Rosario Napolano, Region Manager Regione Campania Deutsche Bank e Pasquale Gorrasi responsabile Sviluppo Campania Deutsche Bank, che introdurranno le relazioni di Mario Mustilli, ordinario di Finanza aziendale presso la Sun, di Ludovico Vittoria, responsabile business Italia Deutsche Bank e di Michele Buonanno, presidente Commissione Finanza d’impresa dell’Ordine.

Vera MORETTI

Fondo nazionale per le pmi

Per attuare in Italia l’iniziativa europea denominata Small Business Act, è stato istituito un fondo nazionale destinato alle imprese che depositano brevetti ma anche alle aziende che cercano di sviluppare quanto brevettato.

Si tratta di 57,9 milioni di euro messi a disposizione dalle banche che hanno aderito al progetto, come Unicredit Spa, Mediocredito Italiano Spa e Deutsche Bank.
Obiettivo di questo Fondo è aumentare la capacità competitiva delle pmi e farle beneficiare a pieno del sistema di proprietà industriale.

Per beneficare di questo finanziamento, le piccole e medie imprese possono essere ubicate su tutto il territorio nazionale e operare in un qualsiasi settore di attività economica, ad eccezione del settore della produzione primaria, della pesca, dell’acquacoltura e del settore carboniero.
Mentre escluse sono le imprese “in difficoltà” e le imprese che non hanno restituito agevolazioni godute per cui è stata disposta la restituzione dal ministero o che non siano in regola con quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di aiuti illegali.
Divieto di accesso anche per le imprese destinatarie, nei sei anni precedenti, di provvedimenti di revoca totale di agevolazioni concesse dal ministero, ad eccezione di quelli derivanti da rinunce da parte delle imprese.

Per chiedere il finanziamento occorre contattare una delle banche selezionate.
Il Fondo nazionale per l’innovazione interviene riducendo il rischio dell’intermediario finanziario, che nelle intenzioni, potrà concedere credito a condizioni particolarmente vantaggiose.
L’incentivo fornito alle banche, per liberare risorse proprie da destinare alle pmi, è dato dalla costituzione di un pegno su un fondo monetario del Mse in favore di ciascuna banca selezionata. Questo potrà essere utilizzato per la copertura di eventuali prime perdite sul portafoglio di finanziamenti erogati alle pmi, fino a un importo massimo di 3 milioni di euro, con durata fino a 10 anni.

Le spese che possono essere coperte dal finanziamento sono tutte quelle idonee ai fini dell’immissione sul mercato di un bene o di un servizio che è stato brevettato. Pertanto sono finanziabili tutti gli investimenti materiali e immateriali connessi con la realizzazione del progetto di valorizzazione di quanto brevettato.
Il regolamento CE 800/2008 prevede che gli attivi immateriali devono essere utilizzati esclusivamente nell’impresa beneficiaria degli aiuti, essere considerati ammortizzabili, essere acquistati da terzi a condizioni di mercato, senza che l’acquirente possa esercitare il controllo sul venditore o viceversa, e figurare nell’attivo dell’impresa per almeno tre anni.

Vera MORETTI