Servizi Inps online implementati, addio fila agli sportelli

L’Inps diventa sempre più digitalizzata, questo vuole dire che i cittadini potranno trovare online un sempre maggior numero di servizi, potranno inoltrare richieste, ottenere riscontri senza necessità di chiedere permessi al lavoro e di fare la fila. Con il comunicato del 13 ottobre 2023, l’Inps non solo ha fatto il punto della situazione relativa alla digitalizzazione dei servizi, ma ha anche reso noto che a breve vi saranno ulteriori implementazioni. Ecco quali saranno i servizi disponibili online dal 2024.

La digitalizzazione del Inps fa passi da gigante

Le novità che in questi mesi hanno preso il via e che saranno ulteriormente introdotte nelle prossime settimane sono il frutto del raggiungimento degli obiettivi previsti nel Pnrr (Piano Nazionale Resilienza e Resistenza) che prevede la digitalizzazione dei servizi e un’adeguata formazione del personale con l’obiettivo di offrire servizi sempre più efficienti.

Sottolinea l’Inps che il Pnrr prevedeva, a fronte del finanziamento attraverso 180 milioni di euro, l’introduzione di 70 nuovi servizi online, l’Inps sottolinea di averne già raggiunti 87, e la formazione di 8.500 dipendenti su competenze digitali. Anche su questo punto l’Inps è andata oltre gli obiettivi con la formazione di ben 11.000 dipendenti.

Servizi Inps online implementati, novità per il 2024

Già oggi i cittadini possono avvalersi di numerosi servizi digitali, possono inoltrare autonomamente istanze, controllare l’Isee, indicare variazioni inerenti il calcolo dell’Assegno Unico. Risultano implementati i servizi inerenti gli assegni di disoccupazione previsti per i lavoratori, in questo modo sarà più semplice per chi perde il lavoro selezionare la misura welfare più adatta alle proprie esigenze e prevista per il tipo di contratto di lavoro.

Ormai da anni è possibile consultare il fascicolo previdenziale del cittadino dove è disponibile anche l’elenco di tutte le prestazioni per le quali è stata presentata istanza, l’esito della stessa, l’iter e lo stato in cui la domanda si trova.

Tra le procedure disponibili online vi è anche la domanda per il servizio Supporto Formazione e Lavoro. Questo consente di partecipare a progetti di formazione al fine di implementare la possibilità di essere inseriti nel mondo del lavoro. Ricordiamo che la normativa prevede la corresponsione di un assegno per tutta la durata del percorso di formazione.

Leggi anche: Supporto Formazione e Lavoro, istruzioni per l’iscrizione in piattaforma

A breve ci saranno ulteriori novità con un sito sempre più facile da utilizzare grazie all’implementazione delle parole chiave e una maggiore intuitività del sito.

Nuovo codice degli appalti. Le principali novità per le imprese

Con l’obiettivo di rendere celeri le procedure di appalto in modo da rappresentare un volano per l’economia del Paese, Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato il decreto legislativo di riforma del codice degli appalti. Ecco le novità principali nuovo codice degli appalti.

Digitalizzazione nel nuovo codice degli appalti

Il nocciolo principale della riforma del codice degli appalti riguarda la digitalizzazione che viene posta al centro della riforma con l’obiettivo di rendere celeri le procedure senza rinunciare ai principi cardine che sono alla base del nostro ordinamento e quindi trasparenza della Pubblica Amministrazione, celerità ed efficienza. I pilastri della digitalizzazione sono la banca dati nazionale dei contratti pubblici e il fascicolo virtuale dell’operatore economico messo a punto dall’Anac, Autorità nazionale anti-corruzione. Con la nuova riforma, oltre ad avere una procedura di affidamento completamente digitalizzata, ci sarà anche l’accesso agli atti solo digitale. A loro volta tutti i cittadini potranno chiedere la documentazione degli appalti attraverso l’accesso civico generalizzato agli atti.

Opere prioritarie

Particolare attenzione viene posta a quelle che sono classificate come opere prioritarie, le stesse hanno una disciplina particolareggiata di cui la sintesi è:

  • all’interno del Def (documento di economia e finanza) in seguito a un confronto con gli enti locali, il Governo dovrà inserire le opere prioritarie.
  • i termini per la progettazione saranno ridotti;
  • all’interno del Consiglio superiore dei lavori pubblici viene istituito un comitato speciale che avrà il compito di esaminare questi progetti;
  • la nuova disciplina prevede anche un meccanismo di superamento del dissenso qualificato all’interno della conferenza dei servizi attraverso un decreto del Presidente del Consiglio;
  • al fine di ridurre i termini ci sarà una valutazione in parallelo inerente l’interesse archeologico.

Le altre novità del nuovo codice degli appalti

Tra le importanti novità vi è l’esclusione degli appalti per le opere di manutenzione ordinaria.

Nel nuovo codice degli appalti viene reintrodotta la figura del contractor general si tratta di un professionista privato che dietro contratto “rappresenta gli interessi della Pubblica Amministrazione”. Viene inoltre semplificata la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l’affidamento di progetti di partenariato pubblico-privato (PPP) per il promotore viene confermato il diritto di prelazione sull’opera.

Per i settori speciali ( acqua energia e trasporti) si procede con una maggiore flessibilità attraverso l’introduzione di un elenco di “poteri di autorganizzazione” riconosciuti alle imprese pubbliche e ai privati titolari di diritti speciali o esclusivi.

Si introduce il subappalto a cascata.

Per i concessionari scelti senza gara d’appalto viene introdotto l’obbligo di subappaltare il 50-60% del lavori. L’obbligo non si estende ai settori speciali come gas, luce, ferrovie e aeroporti.

Il nuovo codice degli appalti prevede anche un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e sanzionatorio dell’Anac.

Il nuovo codice degli appalti entra in vigore dal primo aprile 2023 mentre l’abrogazione del codice previgente avviene il 1° luglio 2023.

Bonus export digitale: contributi fino a 22.500 euro, presentazione domanda entro il 15 luglio

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Agenzia Ice mettono a disposizione delle micro e piccole e medie imprese i contributi a fondo perduto per l’export digitale. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’attività di intermediazione delle imprese, organizzate anche in consorzi e reti. L’importo minimo dei contributi a fondo perduto è di 4 mila euro; quello massimo è di 22.500 euro.

Contributi a fondo perduto per l’export digitale: che cosa sono?

I contributi a fondo perduto per l’export digitale consistono in incentivi per acquistare soluzioni digitali che permettano alle imprese di incrementare il processo di internazionalizzazione. L’incentivo è pari a 4 mila euro al netto dell’Iva, per spese pari a 5 mila euro effettuate dalle micro imprese; gli aiuti salgono a 22.500 euro per i consorzi e le reti imprese sulle spese ammissibili.

Quali investimenti prevedono i contributi a fondo perduto dell’export digitale delle imprese?

Gli investimenti che si possono effettuare mediante i contributi a fondo perduto dell’export digitale consistono:

  • nel realizzare i siti di commercio elettronico o le applicazioni mobili;
  • nell’implementare strategie di comunicazione, di informazione e di promozione che consentano una presenza on line delle imprese più ampia;
  • nel fruire di servizi di consulenza relativi ai processi organizzativi e al capitale umano;
  • nel sottoscrivere abbonamenti alle piattaforme specializzate a gestire la visibilità e il content marketing.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale?

Le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale sono:

  • le micro imprese (numero di dipendenti inferiori a dieci e fatturato non eccedente i 2 milioni di euro all’anno) e le imprese organizzate in reti e consorzi del manifatturiero, organizzate in società; ditte individuali; artigiani; consorzi; reti;
  • tra le micro imprese ammesse si indicano le industrie alimentari; le industrie di confezionamento di articoli di abbigliamento, di pelle e pelliccia; aziende per la fabbricazione dei prodotti in metallo; le imprese dei mobili e del legno; altre attività produttive come macchinari, apparecchiature, pelle, stampa, gomma, plastica, chimica, elettromedicali, elettronica e gioielli.

Come si presenta la domanda per il bonus export digitale?

La domanda del bonus export digitale deve essere presentata tramite la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. Per l’accesso è necessario dotarsi di uno Spid. La sezione di riferimento è quella relativa alla misura del “Bonus per l’export digitale”. La prenotazione dei contributi a fondo perduto avviene in due momenti. Nel primo è necessario compilare la domanda dal 10 maggio al 15 luglio 2022; nel secondo l’impresa dovrà presentare la domanda vera e propria entro la stessa data di scadenza, ovvero il 15 luglio 2022.

Presentazione domanda contributi export digitale: di cosa c’è bisogno?

Per presentare domanda è dunque necessario avere:

  • lo Spid per l’identificazione e l’accesso alla piattaforma;
  • una casella di posta elettronica certificata (Pec) che sia attiva;
  • la firma digitale.

Infine, ogni micro impresa può presentare un’unica domanda, sia considerata singolarmente che come partner di reti di imprese o di consorzi.

 

Contributi a fondo perduto per le imprese, i bandi delle regioni

Tre bandi arrivano dalle regioni per i contributi a fondo perduto a favore delle piccole e medie imprese in ambito di green economy, di digitalizzazione delle imprese e di ricerca e sviluppo. Oltre ai contributi, le imprese potranno richiedere finanziamenti a tasso zero o agevolati. La Regione Campania ha approvato un bando da 20 milioni di euro per la ricerca e lo sviluppo delle Pmi; la Liguria finanzia fino a 10 mila euro per la digitalizzazione; l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia.

Contributi a fondo perduto delle regioni, la Campania finanzia la ricerca e lo sviluppo delle Pmi

La Regione Campania ha approvato il bando che riserva 20 milioni di euro di contributi a fondo perduto per sostenere la ricerca e lo sviluppo delle imprese regionali. Ammesse a partecipare al bando sono le micro, le piccole e le medie imprese. I progetti, per essere ammessi, devono realizzare il trasferimento tecnologico e l’industrializzazione. Le spese ammissibili vanno da un minimo di 400 mila euro a un massimo di due milioni di euro. Per finanziare la spesa è necessario attendere la notifica di avvenuta concessione dell’incentivo.

Bando Regione Campania contributi a fondo perduto imprese: quali spese sono ammissibili?

I progetti di ricerca e sviluppo industriale ammesse agli incentivi, permettono di finanziare le spese ammissibili nelle seguenti percentuali:

  • al 70% per le piccole imprese che presentino progetti di ricerca industriale;
  • al 60% per le medie imprese per finanziare progetti di ricerca industriale;
  • del 45% per le piccole imprese che avviino progetti di sviluppo sperimentale;
  • del 35% per le medie imprese per i progetti di sviluppo sperimentale.

Bando incentivi piccole e medie imprese Regione Campania, come inviare la domanda?

Per i progetti di industrializzazione sono previsti contributi a fondo perduto rispettivamente del 50% e del 60% a seconda che si tratti di medie imprese o di micro e piccole imprese. Per inviare la domanda di partecipazione al bando, le imprese dovranno utilizzare l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e inoltrare l’istanza alla Regione Campania. La scadenza del bando è fissata alle ore 12:00 del 20 aprile prossimo.

Bando Regione Liguria, contributi per 10 mila euro a favore della digitalizzazione

A partire dal prossimo 27 aprile le piccole e medie imprese della Regione Liguria potranno inviare domanda di partecipazione al bando regionale sulla digitalizzazione. Gli incentivi sono concessi nella formula del contributo a fondo perduto, in regime de minimis, e finanziano fino al 60% le spese ammissibili. Sono due gli ambiti di spesa:

  • l’incremento del livello della digitalizzazione delle imprese;
  • l’innovazione dei modelli organizzativi e della distribuzione di vendita.

Bando incentivi imprese Liguria, quali spese sono ammissibili?

Le spese ammissibili del bando della Regione Liguria per le piccole e medie imprese comprendono:

  • acquisto di software, licenze, brevetti e programmi informatici;
  • l’acquisto di hardware;
  • costi di consulenze;
  • spese per implementare i sistemi innovativi in azienda.

L’incentivo può essere richiesto dalle imprese per un ammontare di 10 mila euro, da un minimo di spesa di 5 mila euro. Sono ammissibili a incentivo gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. Le domande potranno essere presentate dal 27 aprile fino al 16 maggio 2022.

Bando Emilia Romagna per i contributi a fondo perduto delle imprese, riapre il Fondo Energia

Tra i finanziamenti concessi dalle regioni, l’Emilia Romagna riapre il Fondo Energia. Si tratta di presentare la domanda per ottenere gli incentivi del Fondo in questione. Ammesse all’agevolazioni le piccole e medie imprese che puntano allo sviluppo sostenibile con obiettivi di efficienza energetica e di utilizzo dell’energia rinnovabile. Gli incentivi consistono in finanziamenti a tasso zero fino al 70% della spesa ammissibile; il restante 30% può essere finanziato con tassi agevolati.

In cosa consistono i finanziamenti del bando Emilia Romagna per l’energia?

I finanziamenti dell’Emilia Romagna per l’efficienza energetica consiste in un mutuo chirografario con una durata dai 3 anni ai 96 mesi. È previsto un periodo di preammortamento di 12 mesi. L’importo minimo richiedibile è di 25 mila euro. Quello massimo è di 750 mila euro. È prevista anche la formula del contributo a fondo perduto, ma nella misura massima del 12,5% del complessivo ammesso a incentivo.

Quali spese si possono finanziare con i contributi della Regione Emilia Romagna?

Le spese che le imprese della Regione Emilia Romagna potranno finanziare sono nell’ordine:

  • l’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti;
  • di hardware, compressa l’installazione;
  • acquisto di software e di relative licenze.

Le imprese potranno presentare domanda fino alle ore 16:00 del 23 maggio prossimo mediante procedura a sportello. Inoltre, le domande sono ammissibili fino alla capienza delle risorse stanziate.

Bonus 4000 euro Pmi per le spese di digitalizzazione: click day il 16 maggio

Doppio intervento del ministero degli Esteri per la digitalizzazione e l’export delle micro e piccole e medie imprese. Da un lato l’assistenza tecnica sui servizi digitali, offerta in maniera gratuita, per le Pmi. Dall’altro un contributo minimo di 4 mila euro per l’export digitale. E due date da segnare: quella del 28 aprile prossimo per l’apertura di uno sportello telematico informativo; e quella del 16 per la richiesta dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese.

Bonus per la digitalizzazione delle Pmi, la misura arriva dal ministero degli Esteri

La misura deriva dal Patto per l’export del 2020, voluta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il rilancio del Made in Italy. Nello scenario attuale, la misura andrà a vantaggio delle imprese, e nello specifico delle micro e Pmi, per l’urgente necessità di digitalizzazione delle attività commerciali e per superare gli ostacoli legati agli accessi alle piattaforme internazionali di commercio elettronico. Inoltre, la misura mira a colmare il gap culturale in ambito digitale delle piccole e medie imprese rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei.

Servizi digitali gratis per le piccole e medie imprese: di cosa si tratta?

Il primo ambito della misura in arrivo dal ministero degli Esteri per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese comprende l’assistenza tecnica e gratuita per i servizi digitali delle imprese. Otto provider tecnologici internazionali sono stati selezionati dal bando del ministero degli Esteri sulla base delle offerte presentate per assistere le Pmi italiane nei processi di transizione digitale. Si tratta di eBay, Italia Online, Adiacent, Nexi Payments, Bonucchi e Associati, Google Ireland, Statista.com e Metagorà.

In quali attività le piccole e medie imprese riceveranno supporto dagli otto provider di digitalizzazione dell’export?

Le tipologie di servizi offerti alle piccole e medie imprese riguardano per l’assistenza nella transizione digitale dell’export riguardano:

  • la diffusione via web delle attività di formazione;
  • la conoscenza degli strumenti promozionali per l’esportazione del Maeci;
  • l’aggiornamento del digital temporary export manager;
  • gli studi e le analisi sulla promozione del Made in Italy;
  • la condivisione di provider.

Bonus digitalizzazione delle micro e Pmi: in cosa consistono i contributi a fondo perduto?

Oltre ai servizi di assistenza per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, è previsto un contributo a fondo perduto per l’export digitale. Le risorse per la misura del ministero degli Esteri ammontano a 30 milioni di euro. L’incentivo prevede un incentivo per le micro e le piccole imprese di 4 mila euro per spese ammissibili pari a non meno di 5 mila euro; il contributo può salire a 22.500 euro per i consorzi di imprese che effettuino una spesa minima in strumenti digitali di 25 mila euro.

Quali spese sono ammissibili per il bonus digitalizzazione delle Pmi da 4 mila a 22.500 euro?

Le spese ammissibili per richiedere il bonus da 4 mila a 22.500 euro comprendono:

  • la realizzazione di piattaforma di commercio elettronico verso l’estero;
  • l’implementazione o il potenziamento di applicazioni mobili o di siti internet per le operazioni commerciali;
  • l’automatizzazione delle operazioni;
  • la gestione dei prodotti in via digitale e tramite il marketing digitale.

Come e quando presentare domanda per i contributi a fondo perduto delle micro e Pmi per la digitalizzazione dell’export?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere la fine del mese. Il 28 aprile prossimo, infatti, a cura di Invitalia e Ice verrà aperto lo sportello elettronico per ricevere informazioni per usufruire dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle micro e piccole e medie imprese. La presentazione vera e propria delle domande è prevista per il 16 maggio 2022. Si tratterà di un click day e la richiesta dei contributi potrà essere presentata tramite il portale di Invitalia.

 

Contributi a tour operator e agenzie di viaggio: per quali spese il credito di imposta del 50%?

Il nuovo decreto del ministero del Turismo ha previsto il contributo a fondo perduto per i tour operator e le agenzie di viaggio. Si tratta di un credito di imposta del 50% su determinate spese digitali legate al turismo che siano state sostenute a partire dal 7 novembre 2021. O per quelle future fino al 31 dicembre 2025. Il massimo del credito di imposta può arrivare al limite dei 25 mila euro. Per la domanda è necessario far riferimento alla piattaforma del ministero del Turismo.

Bonus turismo digitale: le risorse dal 2022 al 2025 per le spese di tour operator e agenzie di viaggio

Per la misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator il governo ha stanziato 98 milioni di euro fino al 2025. Le risorse sono state ripartite in questo modo: 18 milioni di euro sono stati messi a disposizione per il 2022; 20 milioni di euro (10 + 10) sono a disposizione per gli anni 2023 e 2024; infine, 60 milioni di euro sono stati stanziati per il 2025. È stata prevista anche una quota del 40% delle risorse spettanti agli operatori turistici che abbiano la sede nelle seguenti regioni:

  • Sicilia;
  • Sardegna;
  • Puglia;
  • Molise;
  • Campania;
  • Calabria;
  • Basilicata;
  • Abruzzo.

Credito di imposta a favore delle agenzie del turismo: i riferimenti normativi

Il credito di imposta a favore dei tour operator e delle agenzie di viaggio è stato previsto al comma 1 dell’articolo 4, del decreto legge numero 152 del 2021. Nei giorni scorsi è arrivato il decreto del ministero del Turismo con la firma del ministro dell’Economia: il provvedimento riporta le modalità operative per la richiesta del bonus del turismo digitale e le modalità di fruizione del credito di imposta.

Chi può richiedere il bonus per le spese digitali entro il 2025?

Il bonus per le spese digitali può essere richiesto dai tour operator e dalle agenzie di viaggio che svolgano la propria attività in base ai seguenti codici Ateco:

  • 79.1, attività delle agenzie di viaggio e tour operator;
  • 79.11, attività delle agenzie di viaggio;
  • 79.12, attività dei tour operator.

 Il credito di imposta derivante dalle spese digitali sostenute dagli operatori sopra riportati, può essere utilizzato direttamente con la compensazione, oppure può essere ceduto. 

Bonus spese digitali agenzie viaggi e tour operator: quali spese sono ammesse?

Le spese sostenute dai tour operator e dalle agenzie di viaggio ammesse al credito di imposta sono:

  • i costi sostenuti per gli impianti Wifi;
  • le spese per i siti online ottimizzati per la navigazione mobile;
  • i costi sostenuti per l’implementazione di programmi e piattaforme informatiche necessarie per vendere direttamente i servizi turistici e i pernottamenti;
  • i costi inerenti gli spazi e la pubblicità per promuovere e commercializzare i servizi turistici e i pernottamenti sui portali e sulle piattaforme informatiche specializzate. Tali piattaforme possono essere gestite anche da agenzie di viaggio o da tour operator;
  • spese sostenute per le consulenze inerenti la comunicazione e il marketing digitale;
  • i costi per gli strumenti di promozione digitale a favore di proposte e di offerte innovative che abbiano come tema quello dell’inclusione e dell’ospitalità di persone affette da disabilità;
  • le spese sostenute per la formazione dei titolare dell’agenzia di viaggio o del tour operator o dei suoi dipendenti.

Spese digitali ammesse al fondo perduto turismo: come utilizzare il credito di imposta?

La misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator per le spese digitali produce un credito di imposta del 50% fino al limite dei 25 mila euro. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione, mediante modello F24, solo nell’anno susseguente a quello nel quale sono state realizzate le spese ammissibili. Sul credito di imposta non sono previsti i limiti di cui parla il comma 1, dell’articolo 34, della legge numero 388 del 2000 e quelli del comma 53, dell’articolo 1 della legge numero 244 del 2007. Il credito di imposta maturato è cedibile, in toto o solo in parte, e chi lo riceve ha la facoltà di cederlo a sua volta ad altri soggetti, incluse le banche e gli altri intermediari finanziari.

Bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: come presentare la domanda?

Agenzie di viaggio e tour operator ammessi al bonus sulle spese digitali della misura del ministero del Turismo possono presentare domanda esclusivamente in via telematica. Sarà lo stesso ministero del Turismo che metterà a disposizione una piattaforma ad hoc per inoltrare la richiesta del credito di imposta. Si attende, dunque, un nuovo provvedimento del ministero del Turismo che disciplini le modalità e i tempi per presentare l’istanza.

Domanda bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: conta l’ordine cronologico di arrivo delle istanze

Tra i requisiti della domanda del bonus delle spese digitali delle aziende del turismo, è necessario sottolineare che le istanze verranno accolte secondo l’ordine cronologico di arrivo. Il ministero del Turismo provvederà al controllo del possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi delle imprese richiedenti. Gli stessi requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione dell’istanza e devono essere mantenuti fino a cinque anni dopo la concessione del beneficio fiscale.

Quali sono i vincoli di agenzie viaggio e tour operator nella richiesta del bonus spese digitali?

Agenzie di viaggio e tour operator sono tenuti a osservare determinati vincoli nella richiesta del bonus sulle spese digitali. Infatti, le attività o gli interventi realizzati e rientranti tra le spese ammissibili devono riguardare una sede operativa e attiva in Italia. Il decreto richiede inoltre che nella scheda del progetto degli interventi da realizzare debba essere contenuta una descrizione dettagliata degli interventi rientranti nell’agevolazione. Il progetto stesso deve essere corredato obbligatoriamente dalla relazione tecnica.

Bonus spese digitali turismo, entro quando devono essere iniziati gli interventi?

Gli interventi rientranti nel bonus devono essere avviati entro il limite temporale di un anno dalla data nella quale il ministero del Turismo pubblica sul proprio sito le agenzie viaggi e i tour operator ammessi al contributo. Gli interventi, inoltre, devono essere ultimati entro il termine di 12 mesi dall’inizio dei lavori. Si può ottenere una proroga della scadenza, ma è necessario presentare apposita richiesta.

Banda larga: i contributi alle Pmi italiane per la transizione digitale

In tutto un miliardo di euro andranno alle piccole e medie imprese italiane per la banda larga e per il digitale dai fondi europei. Lo stanziamento arriva dalla Commissione europea che scommette sulle nuove tecnologie e sulla connettività sicura e innovativa per far crescere la digitalizzazione delle imprese. Si tratta pertanto di contributi che le piccole e medie imprese potranno utilizzare nell’ambito dei programmi di assegnazione delle risorse provenienti da Bruxelles.

Connettività a banda larga, le piccole e medie imprese possono beneficiare di 610 milioni di euro

Le piccole e medie imprese italiane hanno a disposizione fondi per 610 milioni di euro per la connettività sicura e veloce. Si tratta di un regime di buoni o di voucher con il quale le Pmi italiane possono accedere ai servizi offerti da provider nel campo della connettività a internet. Le risorse verranno distribuite anche con l’obiettivo di limitare le distorsioni della concorrenza. I fondi si collegano nel programma europeo “Mce – Settore digitale” che specifica gli obiettivi della Commissione europea nel campo della connettività digitale. Il periodo di riferimento della programmazione riguarda i prossimi tre anni (2021-2023). La connettività stabile e veloce è, peraltro, uno dei servizi fondamentali per accedere ad altri strumenti sui quali la Commissione europea punta per accrescere la digitalizzazione delle Pmi, ovvero i servizi in cloud.

Requisiti delle Pmi per la richiesta dei bonus per la banda larga

La richiesta dei bonus (o dei voucher) per i servizi di connettività veloce e stabile potrà essere presentata dalle piccole e medie imprese nel limite delle risorse stanziate. Gli abbonamenti che potranno essere oggetto di bonus sono quelli relativi ai servizi di connettività a banda larga con la garanzia di una velocità minima di download che sia di almeno 30 migabit per secondo (mbps).

Connessioni a banda larga per le Pmi italiane: gli obiettivi della misura

I bonus per le connessioni a banda larga delle piccole e medie imprese italiane rientrano nel generale obiettivo di accrescere la digitalizzazione delle realtà aziendali. Questo obiettivo è una delle priorità per giungere alla transizione digitale che si ritrova sia nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) che in numerosi programmi del nuovo settennato europeo (2021-2027). Insieme alla digitalizzazione, le piccole e medie imprese saranno avvantaggiate dallo sviluppo economico che ne deriverà. Proprio le piccole e medie imprese italiane, secondo i dati a disposizione, dimostrano tuttavia una certa reticenza a utilizzare servizi di connettività a banda larga. Tale tendenza risulta, peraltro, in controtendenza rispetto alla varietà delle offerte presenti sul mercato.

Doppia finalità degli aiuti di Stato per la banda larga: accrescere la connettività delle Pmi e favorire i fornitori di servizi

La Commissione europea, peraltro, nell’obiettivo di assicurare servizi di connettività a banda larga alle piccole e medie imprese, persegue anche finalità di aiuti a favore dei fornitori dei servizi di comunicazione elettronica. La doppia finalità risulta in linea con quanto previsto dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. In base a questo articolo, gli aiuti di Stato sono destinati a far sviluppare determinate attività o certe regioni economiche.

Obiettivi di connettività digitale in tutta Europa e con i Paesi terzi entro il 2030

Il miliardo di euro stanziato per la connettività digitale opera in un contesto di aiuti economici alle imprese nell’ambito del programma “Mce – Settore digitale”. L’espansione e la qualità delle connessioni a banda larga consentiranno di rafforzare le reti in tutta l’Unione europea e con i Paesi terzi. Si punterà, secondo gli obiettivi prestabiliti, a nuove infrastrutture digitali o al miglioramento di quelle già esistenti, condizioni essenziali per poter fare in modo che possano essere sfruttate tutte le potenzialità di servizi digitali come quelli del calcolo, dei dati e del cloud. Inoltre, migliori infrastrutture di connettività consentiranno di arrivare alla trasformazione digitale dell’Europa. Infine, si cercherà di rendere possibile uno scenario nel quale la connessione in Gigabit arrivi capillarmente in tutte le case del continente. Tale obiettivo deve essere raggiunto entro il 2030 insieme alla copertura totale del 5G.

Inviti a presentare proposte delle imprese: a gennaio 2022 i primi bandi sul digitale

A gennaio 2022 sarà possibile partecipare ai primi progetti per la connettività digitale. La Commissione europea, infatti, metterà a bando i primi inviti a presentare proposte (call for proposal) per collegare tutta Europa e per l’implementazione dei nuovi servizi digitali. Dopo la pubblicazione dei primi bandi, sono previste delle giornate informative (Infoday). Negli incontri si presenteranno gli obiettivi, le priorità e gli elementi essenziali affinché le imprese possano partecipare alla progettazione europea. Saranno altresì illustrati anche i processi di valutazione e di aggiudicazione delle call.

Bonus agenzie e tour operator, in arrivo il credito di imposta per la digitalizzazione

Aiuti in arrivo per le agenzie e i tour operator. Nel decreto legge del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 ottobre sono stati stanziati 98 milioni di euro per la digitalizzazione delle suddette attività. Le agevolazioni rientrano negli articoli del decreto relativi al finanziamento e ai fondi perduti delle imprese operanti nel settore del turismo. Il bonus è predisposto come credito di imposta fino al 50% delle spese ammissibili.

Credito di imposta Agenzie viaggio e tour operator, che cos’è e a chi è riconosciuto

Nel dettaglio, l’articolo 4 del decreto Pnrr, specifica che “per l’attuazione della linea progettuale ‘Digitalizzazione Agenzie e Tour Operator’, Misura M1 C3, investimento 4.2.2, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alle agenzie di viaggi e ai tour operator con codice Ateco 79.1, 79.11 e 79.12, è riconosciuto un contributo da fruire come credito d’imposta a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2024, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per investimenti e attività di sviluppo digitale come previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, numero 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, numero 106, fino all’importo massimo complessivo cumulato di 25.000 euro”.

Credito di imposta a tour operator e agenzie di viaggio: non concorre al reddito e all’Irap

Il credito d’imposta dovrebbe andare a beneficio di 7500 agenzie di viaggio e di un’ottantina di tour operator. Il beneficio riconosciuto “non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, numero 917”.

Quali sono le spese che rientrano nel credito di imposta delle agenzie di viaggio e tour operator?

Le spese di digitalizzazione oggetto di credito di imposta per le agenzie di viaggio e i tour operator sono nel dettaglio:

  • quelle per gli impianti Wifi che abbiano una velocità di connessione di almeno un megabit per secondo in download. La spesa deve essere sostenuta per un impianto messo a disposizione dei clienti in maniera gratuita;
  • spese per ottimizzare i sistemi web necessari alla navigazione mobile;
  • i sistemi informatici e le piattaforme per promuovere e commercializzare i servizi on line, nonché i pernottamenti turistici;
  • le spese sostenute per i servizi di consulenza per il marketing e la comunicazione digitale;
  • gli strumenti per promuovere on line le offerte innovative relative all’inclusione e all’ospitalità nei riguardi di persone con disabilità;
  • le spese di formazione del titolare dell’impresa e del personale alle dipendenze che abbiano attinenza ai servizi sopra elencati.

Bonus agenzie di viaggio e tour operator, quando si potrà presentare la domanda?

L’importo del bonus spettante per le agenzie di viaggio e i tour operator può essere utilizzato in compensazione. Con l’approvazione del decreto Pnrr, è necessario attendere il nuovo decreto del ministero del Turismo che verrà adottato entro i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del provvedimento di fine ottobre.

Per le imprese italiane Ict sempre più necessario

L’aumento della produttività dipende fortemente dall’utilizzo dell’Information and Communication Technology, Ict, tanto da poter stabilire la crescita o il rallentamento del Pil.

In realtà, sono in continuo aumento le imprese che dimostrano di sposare sempre di più la tecnologia, ma, nonostante questi considerevoli sforzi, l’Italia deve ancora colmare il gap esistente con il resto d’Europa.

Nello specifico, continua ad aumentare la quota di imprese con almeno 10 addetti che si connettono in banda larga mobile, con una percentuale che passa dal 63,8 del 2016 al 70,9 del 2017.
Sono cresciute, sempre considerando questo periodo, e precisamente dal 16,5% al 23,6%, anche le percentuali di imprese connesse in banda larga fissa ultralarga che dichiarano velocità in download di connessione a Internet di almeno 30 Mbit/s.
In particolare una più elevata connettività a banda ultralarga influenza la crescita della produttività delle micro imprese e in modo più accentuato nel settore dei Servizi.

Sono sempre in crescita anche le imprese che usano almeno un social media (44,0%, nel 2016 39,2%) ed è in lieve crescita anche la percentuale di quelle che dichiarano di utilizzarne almeno due (17,5%, nel 2016 15,6%). Il 72,1% delle imprese ha un proprio sito web ma solo il 15,0% (13,8% nel 2016) permette ai visitatori del sito di effettuare online ordinazioni o prenotazioni; nel settore energetico sale al 81,7% la quota di imprese sul web mentre scende al 9,9% l’incidenza della raccolta ordini/prenotazioni online.

Aumenta anche il numero delle imprese che vendono online, che infatti passa dall’11% del 2016 al 12,5% del 2017. Il 42,7% delle imprese effettua acquisti online, in salita rispetto al 40,9% del 2016.

Per attivare i processi di digitalizzazione, le imprese, o almeno il 16,2% di esse, si fa aiutare da esperti Ict, tanto che gli addetti Ict nelle assunzioni è arrivato al 5,6%.
Inoltre, il 12,9% delle imprese ha organizzato nel 2016 corsi di formazione per sviluppare e aggiornare le competenze Ict dei propri addetti, in aumento rispetto all’11,8% dell’anno precedente.

Vera MORETTI

Disponibili voucher per la digitalizzazione delle imprese

Le micro, piccole e medie imprese, per rimanere al passo con i tempi devono investire non solo in internazionalizzazione, ma anche in digitalizzazione, perché la tecnologia davvero può fare la differenza.

Per questo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione voucher fino a 10 mila euro proprio per favorirne la digitalizzazione e, per fare dunque richiesta ed ottenere il beneficio, le imprese hanno tempo dal 30 gennaio al 9 febbraio.
In questo periodo di tempo, ora in pieno corso, possono essere trasmesse sia le domande compilate dal 15 al 29 gennaio, sia quelle compilate successivamente.
L’agevolazione, lo ricordiamo, non potrà comunque superare l’importo complessivo di 100 milioni.

Quali sono le spese ammesse per l’utilizzo di questi voucher? Ovviamente è compreso l’acquisto di software, hardware, ma anche servizi specialistici che permettano di migliorare l’efficienza aziendale, oppure strumenti volti a modernizzare l’organizzazione del lavoro, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, come ad esempio il telelavoro; sviluppare l’e-commerce; fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare; realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo delle tecnologie informatiche.

Sul sito del Mise si legge inoltre che: “Gli acquisti devono essere effettuati successivamente alla pubblicazione sul portale web del Ministero del provvedimento cumulativo di prenotazione del voucher adottato su base regionale”.

E’ bene specificare che ogni impresa può beneficiare di un unico voucher, e fino all’importo di 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili.

Nell’ambito della dotazione finanziaria complessiva è prevista una riserva destinata alle imprese che hanno conseguito il rating di legalità.

Vera MORETTI