Detrazioni 2022 occhiali da vista, lenti a contatto e visita oculistica

Le spese per gli occhiali da vista e per le visite oculistiche rientrano tra le spese medico-sanitarie e di conseguenza è possibile sfruttare la detrazioni 2022 Irpef. Vediamo però quali regole è bene seguire per non incorrere in errori.

Detrazioni 2022 per visita oculistica

Il momento della presentazione della dichiarazione dei redditi è vicino e proprio per questo è bene iniziare a raccogliere fatture e scontrini per ottenere la detrazione di imposta Irpef.

Tra le spese che è possibile portare in detrazione vi sono le spese per le visite oculistiche. Per queste spese è possibile avvalersi della detrazione presentando la fattura della prestazione, la ricevuta del ticket sanitario. Occorre però stare attenti, infatti se la prestazione è stata erogata presso strutture pubbliche o strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale è possibile avvalersi della detrazione anche se il pagamento è avvenuto in contanti. Nel caso in cui la visita oculistica sia invece stata eseguita presso strutture private è necessario che il pagamento sia stato effettuato con sistemi tracciabili.

Detrazioni 2022 occhiali da vista e lenti a contatto

Per quanto riguarda gli occhiali da vista, le detrazioni 2022 spettano a fronte dell’acquisto di dispositivi che siano conformi alla normativa comunitaria con dichiarazione/ certificazione di conformità. Si possono ottenere le detrazioni per:

  • lenti oftalmiche correttive dei difetti visivi;
  • lenti a contatto;
  • liquido per lenti a contatto;
  • montature per lenti correttive;
  • occhiali pre-montati per presbiopia.

Ricordiamo che le detrazioni per spese mediche e sanitarie, in cui devono essere ricomprese le spese sostenute per occhiali e visite oculistiche, è prevista una franchigia di 129,11 euro. Una sorta di somma franca. Tale franchigia deve però essere sottratta dal totale delle spese sostenute. Quindi se tra le varie visite mediche, anche di specialisti di diverso ramo medico, sono stati spesi 600 euro, è necessario procedere a sottrarre la franchigia da tale somma. Sulla parte rimanente la detrazione viene applicata al 19%.

Come portare in detrazione le visite specialistiche

Abbiamo già detto che è necessario avere la fattura della prestazione e che se la stessa è resa da un professionista non accreditato con il servizio sanitario nazionale è necessario che il pagamento sia effettuato non in contanti, ma con strumenti tracciabili. La prova del pagamento tracciabile si può desumere da riscontro in fattura, documento commerciale, oppure da ricevute del versamento bancario o postale, estratto conto, copia del bollettino postale o del MAV, sistema PagoPA, o infine, applicazioni via smartphone.

Non finiscono però qui le incombenze. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che la tipologia di prescrizione deve risultare dalla descrizione riportata dalla fattura, in modo che si possano escludere agevolazioni fiscali a fronte di trattamenti meramente estetici o comunque di carattere non sanitario.

Particolare attenzione deve essere posta anche nel momento in cui si vuole portare in detrazione l’acquisto di occhiali e lenti a contatto. In questo caso nello scontrino/fattura deve essere presente la descrizione del prodotto acquistato e deve essere identificato il soggetto beneficiario. Non sono validi i documenti che riportano solo la dicitura “dispositivo medico”. Quindi deve risultare l’acquisto di lenti a contatto per deficit visivo, lenti per occhiali, montature. Ricordiamo che non si può ottenere la detrazione per eventuali parti delle montature in metalli preziosi come oro e platino. Nella fattura si possono invece utilizzare le codifiche utilizzate per la trasmissione dati con la tessera sanitaria, nel caso degli occhiali AD.

Ulteriori detrazioni

Per conoscere le altre spese che possono essere portate in detrazione nella dichiarazione 2022 relativa ai redditi e alle spese prodotti nel 2021, leggi gli articoli:

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Detrazione mascherine: le modalità operative indicate dal MEF

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in risposta a un interrogazione parlamentare, spiega i dettagli per la detrazione dei costi sostenuti per l’acquisto di mascherine FFP2 e FFP3. Ecco come fare.

Detrazione mascherine: i modelli FFP2 ed FFP3 sono dispositivi medici

Siamo vicini al periodo in cui deve essere presentata la dichiarazione dei redditi e le famiglie sono già alla ricerca di scontrini e fatture di beni che possono essere portati in detrazione e quindi che concorrono a determinare un risparmio di imposta. Dubbi però vi sono sui prodotti acquistati per far fronte all’emergenza Covid, come mascherine, disinfettanti, tamponi che hanno costituito per gli italiani importanti esborsi. Vedremo ora come portare in detrazione le spese sostenute per le mascherine FFP2 ed FFP3.

Il MEF rende noto che le mascherine che presentano determinati requisiti tecnici sono da considerare dispositivi medici e di conseguenza gli oneri sostenuti per il loro acquisto possono essere portati in detrazione con il modello 730/2022. Affinché si possa ottenere lo sgravio fiscale è necessario che le mascherine siano conformi alla normativa europea, inoltre lo scontrino fiscale deve riportare il codice AD. Si tratta del codice che identifica le “spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE” .

Nel caso in cui lo scontrino o la fattura non riportino tale codice, sarà comunque possibile ottenere la detrazione solo se il contribuente ha conservato i documenti dai quali risulti la marchiatura CE delle mascherine, la quale deve attestare che si tratta di un prodotto compreso nella banca dati del Ministero della Salute. Nel caso in cui il prodotto non sia indicato in tale banca dati, la prova si fa ancora più difficile in quanto è necessario che rechi la marchiatura CE con indicazione della conformità alla normativa europea.

Ciò implica che la conformità per i prodotti non fatturati con il codice AD, deve essere verificata per ogni singola mascherina il cui costo si vuole portare in detrazione.

Detrazione mascherine FFP2 ed FFP3: a quanto ammonta?

Tale meccanismo può forse essere considerato eccessivamente pesante, ma purtroppo la pandemia ha generato un volume tale di domanda e speculazioni che spesso in Italia hanno portato alla distribuzione di prodotti non conformi, cioè con caratteristiche tali da non impedire o ridurre il rischio di contagio.

Dai calcoli fatti emerge che gli italiani hanno speso 327 milioni di euro per l’acquisto di mascherine FFP2 ed FFP3 quindi gli importi che dovrebbero essere portati in detrazione sono abbastanza alti. É anche vero che molto probabilmente numerosi scontrini, fatture e marchi relativi agli acquisti sono andati perduti e di conseguenza anche le relative detrazioni. Occorre anche sottolineare che la detrazione non viene applicata alle mascherine chirurgiche che per molto tempo hanno rappresentato l’acquisto prevalente.

La normativa per i dispositivi medici prevede una detrazione con aliquota al 19% delle spese sostenute, per le famiglie che hanno fatto largo uso delle mascherine potrebbe essere un risparmio di imposte piuttosto notevole.