Oro Made in Italy in mostra a Dubai

E’ stata accolta con entusiasmo e un’affluenza di oltre 20mila visitatori la prima edizione del VOD Dubai International Jewellery Show, tenutosi a Dubai dal 15 al 18 novembre.

I visitatori provenivano non solo dagli Emirati Arabi, ma per metà anche da Medio Oriente, India, Asia Meridionale e paesi di lingua russa.

Questo evento, dedicato non solo all’oreficeria ma anche alla gioielleria e alle pietre preziose, è stato organizzato da DV Global Link ed ha rappresentato una joint venture tra IEG (Italian Exhibition Group) e DWTC (Dubai World Trade Centre).

Il successo della manifestazione non ha fatto altro che confermare l’importanza della posizione commerciale degli Emirati all’interno del mercato globale, capace di attirare più di 500 brand internazionali e locali. E il successo è stato anche per il nostro Made in Italy, grazie al supporto del MISE, che tramite l’ICE ha gestito a Dubai la partecipazione nazionale in un padiglione dedicato.

In quell’occasione sono stati presentati nuovi prodotti e collezioni, ma anche innovazioni tecnologiche utilizzate dalla produzione orafa, ma non sono mancati gli eventi e le sfilate dedicate alla gioielleria, oltre a talk show, seminari e presentazioni aziendali.

Corrado Facco, Direttore Generale di IEG e Vicepresidente di DV Global Link, ha dichiarato in proposito: “Il pubblico di operatori e consumatori ha risposto in modo straordinariamente favorevole ai tre elementi chiave del concept di lancio della nuova manifestazione: la segmentazione dell’offerta in quattro community, il posizionamento strategico nel calendario internazionale delle fiere di settore e l’esclusivo programma di eventi organizzati. Abbiamo registrato la presenza di un numero molto importante di acquirenti provenienti dai principali mercati di riferimento, anche grazie all’impegno e al coinvolgimento delle comunità locali, invitate in occasione di un imponente programma di road show svolto nei mesi scorsi dal nostro Team. Siamo decisi a far crescere ulteriormente questo evento per l’edizione del 2018, con l’obiettivo di coinvolgere un numero ancora maggiore di espositori, acquirenti, e visitatori”.

Vera MORETTI

Missione dei commercialisti italiani negli Emirati Arabi

I commercialisti italiani sbarcano negli Emirati Arabi. Nell’ottica di una crescente importanza dei processi di internazionalizzazione da parte delle imprese, che i commercialisti italiani sono chiamati a sostenere con la loro opera e le loro competenze, il Consiglio nazionale di categoria promuove una missione negli Emirati Arabi Uniti dal 2 al 7 novembre 2015, aperta a tutti i commercialisti italiani.

Non è un caso che la meta scelta come destinazione siano gli Emirati Arabi. Gli Stati del Golfo Persico, infatti hanno una elevata propensione a un regime di libero scambio ed è forte e risaputo il loro interesse nei confronti del made in Italy.

I commercialisti italiani che parteciperanno avranno l’opportunità di incontrare esponenti delle istituzioni locali, delle rappresentanze diplomatiche italiane, degli organismi finanziari, del mondo professionale locale e altri soggetti che supportano le attività di internazionalizzazione verso quell’importante mercato.

Il viaggio è anche un’opportunità per acquisire crediti formativi (8 per la precisione), che saranno erogati ai commercialisti italiani che si iscriveranno tramite la partecipazione a un seminario sugli incentivi e sulle strategie a sostegno dell’internazionalizzazione, organizzato dal Consiglio nazionale. Per info e adesioni scrivere a international@commercialisti.it entro il 16 ottobre 2015.

Dubai Mall sempre più Made in Italy

Negli Emirati Arabi il Made in Italy è considerato l’eccellenza, in qualunque campo, con la moda al primo posto.

Per questo, il Dubai Mall, il più grande centro commerciale al mondo, con 1.200 negozi e 200 ristoranti su oltre mezzo milione di metri quadrati, ospiterà presto, si vocifera entro il 2016, i migliori marchi italiani appartenenti ai comparti della moda e del lusso.

Il Dubai Mall, costruito con i 20 miliardi di dollari finanziati dal gruppo Emaar Properties, nei prossimi due anni sarà ingrandito con un’espansione di ulteriori 100mila metri quadrati, che saranno dedicati esclusivamente ai brand di alta gamma.

D’altra parte, coloro che passano da Dubai, o che ci abitano, hanno un grande desiderio: quello di dedicarsi a turismo e business con l’aggiunta di shopping di alta qualità, tutto a portata di mano, in un unico centro commerciale.

I vertici di Emaar e di Emaar Malls sceglieranno in base all’autenticità e all’artigianalità dei marchi: ciò che conta è che non ci siano falsi e prodotti do qualità scadente.

Vera MORETTI

I gioielli Made in Italy volano a Dubai

Nonostante l’estate non sia ancora finita, c’è chi si porta avanti e pensa al Natale.
Durante l’ultima edizione del Vicenza Oro Fall 2014, svoltasi presso Fiera di Vicenza dal 6 al 10 settembre, sono state presentate le nuove collezioni di gioielli, quelle invernali, destinate a spopolare proprio sotto le feste.

Ma le novità non sono rappresentate solo dall’originalità delle preziose creazioni, ma anche da importanti partnership che porteranno i gioielli Made in Italy negli Emirati Arabi, e precisamente a Dubai, dal 23 al 26 aprile 2015.

Ciò è stato reso possibile grazie ad un accordo sancito tra Fiera di Vicenza e il Dubai World Trade Centre, che ha portato all’organizzazione del VicenzaOro Dubai, che si preannuncia come un vero e proprio show della gioielleria italiana.
Ma non solo, poiché la manifestazione segna un passo avanti verso un legame sempre più fitto tra Occidente e Oriente, e precisamente tra prodotti Made in Italy e la potenziale clientela degli Emirati Arabi Uniti.

Matteo Marzotto, presidente della Fiera di Vicenza, ha dichiarato in proposito: “Si tratta di una nuova società costituita in joint-venture con il World Trade Centre di Dubai ed è stato lo stesso emiro a volere che il nome della fiera nell’Emirato contenesse quello della nostra città“.
Marzotto vuole che il business del settore subisca una forte accelerazione: “La manifattura italiana del gioiello è ancora un punto di riferimento in tutto il mondo anche se i volumi di lavorazione nel nostro Paese si sono ridotti moltissimo: dalle quasi 300 tonnellate di oro che sono state trasformate nel ’92 in Italia siamo scesi a 60, mentre tra Cina e India se ne trasformano ben 500. Il futuro del nostro settore è dunque all’estero, dove il mercato apprezza moltissimo creatività, design e know-how italiani“.

Le esportazioni italiane di gioielleria hanno visto crescere i propri valori percentuali già nei primi quattro mesi del 2014, con un aumento del 6,9%.
Lo scettro di maggiori importatori di gioielli Made in Italy spetta proprio agli Emirati Arabi, che assorbono oggi il 24,3% dell’export italiano, seguiti dalla Svizzera, con il 17,5%.
Hong Kong è salita al terzo posto con una quota del 10,2% sul totale in aumento del 110% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Sostanziali incrementi dell’export anche verso la Germania (+40%) e il Regno Unito (+39%).

Il comparto gioielleria, anche negli ultimi due anni, falcidiati dalla crisi, ha dimostrato di godere di buona salute, tanto da registrare, dal 2012 ad oggi, un aumento delle imprese orafe e del gioiello, passando da 16.187 a 16.451 unità.

Vera MORETTI

Made in Italy verso i Paesi emergenti

Poiché il mercato interno continua ad essere fermo, le imprese si vedono costrette sempre più frequentemente a spostarsi verso l’estero.
Ma non è per tutti facile trovare le risorse per effettuare questa operazione.

Per questo motivo, le banche e le compagnie di assicurazione hanno deciso di affiancarsi alle aziende che vogliono investire o accrescere la loro presenza, nonché la loro competitività, verso i Paesi esteri.

Esempio concreto di ciò è il caso di Iccrea BancaImpresa e Sace che hanno appena rinnovato due accordi.

  • Il primo riguarda, con un plafond di 30 milioni di euro, il finanziamento a breve termine (tra i 6 e i 18 mesi meno un giorno) per aziende con fatturato complessivo fino a 250 milioni di euro che hanno necessità di capitale circolante per l’acquisizione di contratti con l’estero.
  • Il secondo, che ha un plafond di 100 milioni di euro, viene proposto come finanziamento a medio e lungo termine (durata massima 8 anni) per Pmi con un fatturato non superiore ai 250 milioni di euro, di cui almeno il 10% rivolto ai mercati esteri.

Entrambi i finanziamenti sono garantiti da Sace fino al 70% dell’importo richiesto.

Anche le Istituzioni vogliono dare il loro contributo, come accade in Puglia, con la Regione che ha lanciato un programma promozionale per cui il servizio Internazionalizzazione e quello Ricerca industriale e innovazione si coordinano insieme per “azioni congiunte di promozione dell’internazionalizzazione”.
La Regione Lombardia, invece, assegna voucher che consentono alle imprese di acquistare servizi a supporto dell’internazionalizzazione presso soggetti terzi. Il valore dei voucher varia “a seconda della tipologia e dell’area di intervento, da un minimo di euro 1.200 a un massimo di euro 3.000”.

E poi ci sono i privati, come Antonello Martinez, avvocato di Oristano partner dello studio legale Martinez & Novebaci e presidente nazionale dell’Associazione italiana avvocati d’impresa, fondata nel 1947.

Ebbene, Martinez ha avuto l’intuito di dedicarsi all’internazionalizzazione delle imprese, individuando, già nel 2004, le potenzialità di mercati emergenti quali Emirati Arabi e Russia.
Si tratta di Paesi attratti da tutto ciò che è Made in Italy, a cominciare dalla moda, fino ad arrivare al cibo, passando per il design.

Queste le sue parole al riguardo: “Tutti quelli che ci sono venuti finora hanno fatto veramente numeri imbarazzanti. Chi è potuto andare in precedenza in questi paesi rappresentava la grande impresa, mentre l’imprenditore medio italiano era tagliato fuori. Ma per quanto riguarda fashion, arredamento per la casa, food, l’Italia è ambitissima“.

Il problema maggiore, da sempre, è la contraffazione, a cominciare dai finti ristoranti italiani che, a Dubai come a Mosca, si sono diffusi negli ultimi anni, ma anche i supermercati russi e cinesi che espongono vini e pasta che di Made in Italy non hanno nulla.

Antonello Martinez, dunque, lavora proprio per evitare la diffusione di prodotti falsi e al contempo supporta le pmi italiane che desiderano esportare i loro prodotti: “Adesso e in particolare su Dubai sto ultimando tre operazioni importanti che possono coinvolgere centinaia di piccoli imprenditori che abbiano prodotti di qualità a prezzi concorrenziali. La prima è una piattaforma di rappresentanze dove gli imprenditori, con un investimento molto contenuto, hanno modo di provare la capacità di penetrazione della loro merce sul territorio. La seconda è un progetto molto avanzato che si riferisce al Dubai Mall, un centro commerciale gigantesco, in cui ci sono tutti i migliori brand italiani e dove prenderò dei grandi spazi per farne un multibrand italiano, sotto un’unica insegna. Il problema è quello di portare negli Emirati la media e piccola impresa, quindi anche un’azienda molto piccola, che con costi molto contenuti possa promuovere il prodotto su un mercato estero così importante. La terza è un’operazione molto mirata e mentre le altre due sono in uno stadio più avanzato questa è ancora in fieri. Negli alberghi di Dubai che sono i più lussuosi del mondo, qualcuno addirittura a sette stelle, con design moderni che riecheggiano la tradizione araba senza essere pacchiani, due cose saltano agli occhi: la prima è il servizio inadeguato, affidato prevalentemente a personale del sud est asiatico; la seconda è che la qualità media dei cosiddetti ristoranti italiani è bassissima. L’idea quindi è di fondare una scuola per cuochi e camerieri, o aiutare una scuola italiana del settore a trasferirsi negli Emirati“.

Niente piccole imprese, invece, verso il mercato russo, dove l’interesse è rivolto verso aziende di dimensioni più grandi, e quindi di numero ridotto.
Il progetto a cui Martinez sta partecipando prevede la costruzione di un centro commerciale, una specie di Casa Italia dove raggruppare tutte le imprese e dove esporre i prodotti.

Vera MORETTI

L’artigianato Made in Italy in mostra a Dubai

Si è concluso ieri a Dubai l’Italian Luxury Interiors, l’appuntamento giunto ormai alla sua terza edizione inaugurato l’11 novembre.

Ancora una volta il Made in Italy ha potuto dare bella mostra di sé, in questo caso con una delle colonne portanti che hanno contribuito a rendere famosa l’Italia nel mondo, ovvero l’artigianato.

All’evento hanno voluto presenziare ben 34 aziende nostrane, che hanno colto l’occasione per presentare una selezionata scelta di mobili, illuminazione, home textile e, ovviamente, complementi d’arredo, che spaziano dai vasi, alle candele, dai profumi per ambiente, alle cornici, specchi, argenteria, fino ai bicchieri in vetro di Murano.
Tutto rigorosamente Made in Italy.

Oltre all’alta qualità dei prodotti in mostra, il Salone ha avuto molto successo anche grazie all’ambientazione, scenografica e di forte impatto, appositamente studiata per catturare l’attenzione dei visitatori ma soprattutto in linea con le esigenze e i gusti del mercato locale.

Un fil rouge collegava quindi ogni ambiente sapientemente arredato a riprodurre fedelmente una casa tipicamente italiana, dalla camera da letto al soggiorno, dal bagno all’outdoor.

Vera MORETTI

Parte da Milano l’aereo del lusso

Il lusso Made in Italy piace sempre di più all’estero.
Sono molti, infatti, i marchi italiani che aprono store e showroom all’altro capo del mondo e, nella maggior parte dei casi, si tratta di successi annunciati.

Per far conoscere ancora meglio i prodotti del Belpaese, è nato un progetto che farà volare, letteralmente, il Made in italy nelle principali piazze del lusso a livello mondiale.
Alcune delle principali realtà del lusso nostrano, infatti, decolleranno a bordo di un aereo appositamente allestito, e prenderanno parte ad un tour che, in 45 giorni, le porterà a toccare il suolo di paesi come Dubai, Abu Dhabi, Qatar, Oman, Russia, Cina, Corea, Hong Kong, Giappone, India, Brasile e Stati Uniti

Il progetto si chiama Italian Luxury in the World (ILW) ed è stato ideato da Andrea Radic e Daniele Biagi, concepito come “una nuova forma di promozione delle nostre eccellenze nel mondo”, per usare le parole dello stesso Radic, promotore dell’iniziativa.

Saranno ben 100 le aziende italiane che saliranno a bordo di questo specialissimo aereo, appartenenti ai settori più disparati, dalla moda al cibo, senza disdegnare il design. I primi ad aver sposato l’iniziativa, finanziata esclusivamente da privati, sono stati lo studio legale internazionale Baker & McKanzie e il fondo di investimenti milanese Scm (Solutions capital management.

Tra i brand del lusso che hanno già detto sì, ci sono il gruppo di distillati Nonino, l’argentiere Ganci e lo studio internazionale di architettura Karim Azzab, anche se l’iniziativa ha incuriosito molti, a cominciare da Mario Boselli, presidente della Camera di Commercio della Moda, fino ai vertici di Federlegno Arredo e di Confindustria.

Anche Giuliano Pisapia ha mostrato il suo assenso al progetto, poiché considera ILW “una bellissima iniziativa, che permetterà di portare nel mondo, oltre che un messaggio di innovazione, anche quello che Milano ha da offrire, per attirare investimenti in Italia in un momento in cui ce n’è un gran bisogno”.

Vera MORETTI

Missione Qatar per il Piemonte

Il Piemonte sta per volare in Qatar, per una “missione” molto importante.
Dal 6 al 9 maggio, infatti, ben 16 imprese regionali parteciperanno a Project Qatar, evento di punta per le aziende che si occupano di arredamento e design, ma anche di edilizia, che si svolge a Doha.

La partecipazione a questo avvenimento fa parte del Progetto Integrato di Filiera (PIF) Progettare Costruire Abitare gestito da Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte) su incarico di Regione Piemonte, Unioncamere Piemonte e Camere di Commercio di: Torino, Novara, Cuneo, Vercelli, Verbano Cusio Ossola, Alessandria.

Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, ha dichiarato a proposito: “Il Qatar è un’area di notevole interesse per la filiera dell’edilizia: ammonta infatti a 60 miliardi di dollari l’investimento previsto per le infrastrutture. La parte più consistente sarà destinata alla realizzazione della metropolitana di Doha e all’alta velocità, ma molte altre sono le opere in programmazione. Questo mercato è quindi tra le aree a cui dedichiamo particolare attenzione attraverso il nostro progetto per la filiera dell’edilizia, nella consapevolezza che le aziende piemontesi sapranno proporre progetti competitivi e di eccellenza”.

Project Qatar rappresenta, anche per Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, “l’occasione ideale per presentare prodotti, servizi e sviluppare opportunità d’investimento, partenariati e forme di collaborazione industriale. Dunque un’occasione importante per il Piemonte, la cui presenza quest’annosi inserirà all’interno della partecipazione italiana coordinata dall’ufficio ICE di Dubai, in collaborazione con l’Italian Business Council di Doha”.

Il Qatar, come ha anche confermato Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino, rappresenta una vera e propria fucina di opportunità per le pmi italiane, e in particolare piemontesi, tanto che, in questi due ultimi anni, sono stati firmati 2 Memorandum, uno con la Qatar Chamber of Commerce and Industry e uno con la Qatari Business Association.
Ha commentato Barberis: “Anche grazie alla partecipazione di buyer qatarini a eventi in Piemonte, negli anni le relazioni imprenditoriali si sono quindi intensificate, consentendo alle nostre imprese di aggiudicarsi commesse interessanti, come gli ordini del valore di oltre 120.000 euro assegnati a Nova Siria, di Roletto in provincia di Torino, produttrice di sistemi di giunzione, riparazione e derivazione per condotte terrestri e marine”.

Giuseppe Donato, presidente di Ceipiemonte, ha specificato che: “Tre delle aziende presenti, Mottura, Oscam, Scam, sono habitué alla fiera e operano sul mercato locale già da diversi anni tramite partner individuati in occasione di partecipazioni precedenti. Per le altre questo rappresenta un debutto che permetterà loro di proporsi a distributori, rivenditori o partner commerciali di tutta l’area del Golfo. Le aziende potranno inoltre contare su ulteriori occasioni di business grazie a un fitto programma di incontri b2b, in orari fuori fiera, messo a punto sulla base delle singole caratteristiche aziendali, dall’ufficio di collegamento in loco”.

Vera MORETTI

Emirati Arabi: centro nevralgico dei mercati internazionali

L’Oriente rappresenta sicuramente il mercato del presente e del futuro.
Tutte le più importanti imprese, anche e soprattutto italiane, si dirigono a Est per ampliare i propri affari e, ormai, gli Emirati Arabi sono diventati un punto di approdo irrinunciabile, se si vuole puntare ad una internazionalizzazione importante.

Ferrari, da poco nominato marchio più potente al mondo, non a caso è già presente sul mercato, con due store rispettivamente a Dubai e ad Abu Dhabi, e a breve ne aprirà un terzo in Kuwait.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Ferrari, a proposito, ha dichiarato: “Gli Emirati sono un nostro partner commerciale strategico nei Paesi arabi e penso che ci sia ancora ampio margine per far crescere l’interscambio. Anche il resto dell’area del Golfo ha un grande potenziale, non limitato soltanto al settore dei beni di lusso ma anche a quello degli investimenti in infrastrutture e nei mezzi di trasporto“.

Gli Emirati Arabi non sono certo sconosciuti a Montezemolo, che ha rapporti stretti con la famiglia reale di Abu Dhabi, gli Al Nayan.
Attraverso il fondo sovrano Mubadala, guidato dal crown prince di Abu Dhabi, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, capo del governo e delle forze armate, Abu Dhabi è tra i principali investitori nel fondo di private equity Charme, la cui gestione fa capo a Luca e Davide Montezemolo.
Il fondo Charme, inoltre, controlla Poltrona Frau e Bellco, due aziende molto attive nell’area Gcc.

Vera MORETTI

La nautica italiana al Dubai Boat Show

Da ieri, e fino a domenica 9 marzo, a Dubai è di scena, presso il Dubai International Marine Club (Mina Seyahi), la 21a edizione del Dubai International Boat Show, principale manifestazione dedicata al settore della nautica da diporto nell’area del Golfo.

In occasione di questo importante evento, l’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha organizzato, in collaborazione con l’Associazione di categoria UCINA, una partecipazione collettiva di 20 tra organismi ed imprese italiane del settore.

Si tratta di un’opportunità di promozione da non perdere, per le aziende che si occupano di yacht, gommoni, imbarcazioni, parti, componenti e sistemi per la nautica, considerando anche che, dal 1992, anno della prima edizione, la manifestazione è aumentata, in termini di espositori, di ben 14 volte, e 43 volte in termini di superficie occupata.

ICE ha sempre svolto un ruolo di primo piano durante le varie edizioni del Dubai International Boat Show, tanto da ricevere, durante l’edizione 2012, un riconoscimento da parte del Dubai World Trade Centre per il ventennale supporto alla manifestazione.

La collettiva organizzata quest’anno dall’Agenzia ICE ricopre una superficie di 150 mq, in due isole nella Equipment Supplies & Service Area, dove sono stati allestiti stand per le aziende partecipanti in cui esporre il proprio campionario e condurre incontri d’affari.

Forte la presenza del distretto ligure, con 14 aziende, grazie alla collaborazione con Regione Liguria, Liguria International e WTC Genova.

Considerando la ricchezza degli Emirati Arabi e l’incremento artificiale della costa, i superyacht anche quest’anno sono presenti in quantità massiccia all’evento, e ospitati nell’area dedicata Superyacht Club, per rispondere alle tante richieste del sempre più nutrito numero di partecipanti che si aspettano proposte esclusive.

L’Italia rappresenta un vero e proprio punto di riferimento al riguardo, tanto che le esportazioni di navi ed imbarcazioni Made in Italy verso gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto nel 2011 il valore di 36,7 milioni di euro, +2,4 % rispetto al 2010, collocando il nostro Paese al secondo posto nella graduatoria dei fornitori esteri del settore, preceduto dalla Francia e seguito dalla Germania.

Vera MORETTI