ISCRO 2022 autonomi: quali importi? L’INPS aggiorna importi e limiti

La legge di Bilancio 2021 ha introdotto l’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa). L’obiettivo era far in modo che anche i lavoratori di questa categoria potessero avere aiuti per far fronte alla diminuzione di entrate a causa dell’emergenza Covid. La stessa può essere fruita da lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS. Sono però previste delle condizioni reddituali per poter accedere e l’INPS con la Circolare 26 del 16 febbraio 2022 ha reso noti i nuovi importi e i limiti di reddito per poter accedere all’ISCRO 2022. Ecco tutte le precisazioni.

Nuovi importi ISCRO 2022

La variazione introdotta con la circolare INPS 26 del 16 febbraio è determinata dall’inflazione che come sappiamo ha ricominciato la sua corsa, questo ha portato a un innalzamento della soglia di reddito entro la quale si può beneficiare del contributo ISCRO 2022 e degli importi che si possono ottenere.

I nuovi importi ISCRO 2022 sono:

Per poter accedere alle prestazioni ISCRO è necessario non superare il limite di reddito di 8.299,76 euro (per il 2021 il limite da non superare era 8.145 euro).

Per quanto invece riguarda gli importi che si possono percepire, il minimo è di 254,75 euro, per il 2021 era 250 euro. L’importo massimo di cui si può beneficiare mensilmente è di 815,20 euro, mentre nel 2021 era di 800 euro.

Rispetto al limite reddituale da non superare devono essere fatte delle precisazioni. Il limite di 8.229,76 euro è riferito esclusivamente al reddito prodotto da lavoro autonomo e in particolare per attività professionale individuale, partecipazione a studi associati, attività in regime forfettario. Questo implica che un’eventuale, ad esempio, rendita fondiaria, non andrebbe ad incidere su questo limite.

Parametri per accesso all’ISCRO 2022

Non cambiano invece gli altri parametri per accedere all’ISCRO 2022. In particolare, possono accedere solo soggetti iscritti alla Gestione Separata INPS, che non siano assistiti da altri regimi previdenziali obbligatori e non ricevano trattamenti pensionistici. Per poter accedere all’ISCRO 2022 è necessario anche non essere percettori di reddito di cittadinanza.

Affinché si possa ottenere contributo (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa) è necessario verificare la perdita registrata nell’anno antecedente rispetto a quello in cui viene presentata la domanda, la stessa deve essere almeno del 50% rispetto ai 3 anni precedenti.

Per poter accedere alla prestazione è necessario inoltre:

  • essere in regola con il pagamento dei contributi e quindi avere un DURC;
  • aver aperto la partita IVA da almeno 4 anni (unico modo per controllare i redditi).

Per conoscere quanto tempo occorre per ottenere il DURC online, leggi l’articolo DURC Online: entro quanto tempo dalla richiesta viene rilasciato?

Come presentare la domanda ISCRO 2022?

La domanda per accedere all’ISCRO 2022 può essere presentata online sul sito dell’INPS, accedendo con le credenziali SPID, CIE e CNS. In alternativa può essere presentata attraverso il contact center INPS 803 164 da telefono fisso e 06 164 164 da mobile.

I redditi prodotti, nel caso in cui non siano già in possesso dell’INPS devono essere autocertificati, naturalmente potrebbero esservi dei controlli successivi.

Come viene si calcola il contributo ISCRO 2022?

Nel caso in cui l’accesso al beneficio dell’ISCRO sia ammesso, il contributo sarà erogato per 6 mesi. L’importo viene determinato in misura del 25 per cento, su base semestrale, dell’ultimo reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Se l’ultimo reddito è di 5.000 euro, questo viene diviso per 2 (base semestrale). Il risultato viene moltiplicato per 25%. Di conseguenza 2.500:100= 25; 25x 25= 625. Si è già detto che comunque l’importo massimo non può superare 815,20 euro, mentre l’importo minimo non può essere inferiore a 254,75 euro.

Infine, occorre ricordare che la normativa prevede che l’ISCRO non possa essere usufruita più di una volta nell’arco del triennio 2021, 2022 e 2023.

Fondo vittime dell’usura: precisazioni dell’INPS su DURC online e contributi

Con la circolare 21 del 3 febbraio 2022 l’INPS ha provveduto ad alcune precisazioni inerenti la sospensione dei termini per gli imprenditori che accedono al Fondo Vittime dell’Usura. In particolare ha provveduto ad alcune precisazioni inerenti la sospensione del pagamento dei contributi e sul rilascio del Durc Online .

Fondo vittime dell’usura

L’articolo 38-bis del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132 provvede a sospendere i termini di pagamento per coloro che hanno avuto accesso al “Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura” . Precisa l’articolo che la sospensione è in vigore in favore di coloro che:

  • abbiano richiesto l’accesso al Fondo
  • nei cui interesse sia stata disposta tale elargizione.

Si applica quindi anche a coloro che non hanno chiesto tale aiuto, ma sono rientrati in tali agevolazioni.

La sospensione dei termini di pagamento vige per due anni dal momento della richiesta della sospensione stessa. E’ correlata la non maturazione di interessi, more e sanzioni.

Dal punto di vista soggettivo l’accesso al fondo è riconosciuto a coloro che svolgono:

  • attività imprenditoriale, commerciale artigianale o comunque “attività economica”;
  • esercenti libera arte o professione.

Il requisito oggettivo è aver subito un evento lesivo in conseguenza a reati volti a costringerli ad aderire a richieste estorsive o ritorsive, anche successive ai fatti o in conseguenza di situazioni di intimidazione anche ambientale.

Per quanto riguarda il danno può trattarsi di lesioni a beni mobili, immobili, lesioni personali o anche sotto forma di mancato guadagno.

Ora che abbiamo individuato, anche se in modo generico, la tipologia di reato che consente di accedere al fondo vittime dell’usura si passa alla sospensione dei termini oggetti della circolare dell’INPS.

Pagamenti e termini sospesi in seguito all’accesso al Fondo vittime dell’usura

L’INPS precisa che tra i pagamenti sospesi ci sono anche quelli relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. L’obiettivo è favorire il reinserimento del soggetto all’interno dell’economia legale.

Il provvedimento di sospensione è di competenza del Procuratore della Repubblica e va trasmesso al giudice o ai giudici dell’esecuzione entro 7 giorni. L’obiettivo in questo caso è fermare eventuali procedure esecutive a carico di un soggetto che è stato vittima di fenomeni estorsivi e ritorsivi.

La circolare dell’INPS sottolinea che la sospensione dei termini di pagamento della contribuzione mensile o periodica vige anche se affidati già a un agente di riscossione o nel caso in cui il contribuente abbia già ottenuto una rateizzazione degli importi dovuti. La rateizzazione è oggetto di sospensione sia se emessa dall’INPS, sia se emessa da Agenti di Riscossione.

Terminato il periodo di sospensione, in caso di mancato pagamento, anche in forma dilazionata, trova applicazione nuovamente l’ordinario regime sanzionatorio.

La sospensione dei termini di pagamento consentirà comunque il rilascio del DURC online in quanto la sospensione dei pagamenti avviene per disposizione di legge. A questo proposito l’INPS sottolinea che “la verifica della regolarità non dovrà considerare gli adempimenti contributivi ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, che, in quanto interessati dal provvedimento di sospensione, non costituiscono fattispecie di irregolarità per tutta la durata della proroga. Tali adempimenti torneranno ad essere rilevanti ai fini della verifica della regolarità una volta decorsi i due anni di proroga.”

Se però al momento i crediti interessati sono antecedenti rispetto a quelli previsti nell’arco temporale prima citato, cioè entro un anno dall’evento lesivo con sospensione per due anni dei termini di pagamento, l’esito della richiesta di Durc Online sarà negativo.

DURC online: entro quanto tempo dalla richiesta viene rilasciato?

Il DURC online è un documento che attesta la regolarità dei versamenti contributivi ed è un documento essenziale al fine di partecipare a bandi, sovvenzioni e richiedere contributi e agevolazioni. Dal momento del rilascio ha una validità di 120 giorni, ma quanto tempo trascorre tra la richiesta e il suo rilascio? Scopriamolo insieme.

DURC Online: entro quanto tempo è rilasciato?

L’acronimo DURC vuol dire “Documento Unico di Regolarità Contributiva“, il suo ruolo è certificare che l’impresa è in regola con i versamenti dei contributi previdenziali a INPS, INAIL e, nei casi in cui sono dovuti, nei confronti della Cassa Edile. Il DURC viene richiesto per la partecipazione a bandi pubblici e privati, per ricevere sussidi, aiuti, agevolazioni e per il rilascio dell’attestazione SOA. Si tratta di uno dei pochi documenti che non può essere autocertificato. Proprio per questo è bene richiederlo sempre con una certa sollecitudine, infatti normalmente è rilasciato nell’arco di due giorni dalla richiesta, ma i tempi si allungano molto nel caso in cui dovessero emergere delle anomalie.

I controlli effettuati dall’INPS

Quando si richiede il DURC, l’INPS procede a vagliare le posizioni di lavoratori subordinati, lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, lavoratori autonomi. Questo vuol dire che maggiore è il numero degli addetti, maggiori sono le verifiche da effettuare e quindi più probabilità che rilevino delle anomalie da correggere per poter rilasciare il DURC.

A questo proposito deve essere ricordato che dal 2017 non è più in vigore il DURC interno, ma solo il DURC online. Il primo era un meccanismo a semaforo dell’INPS valido solo ai fini del riconoscimento agevolazioni contributive. Ora tale sistema è venuto meno.

Cosa succede in caso di irregolarità?

Una volta inoltrata la richiesta di DURC all’INPS, la stessa avvia il controllo sulla regolarità dei vari versamenti contributivi a INPS, INAIL e Cassa Edile. Nel caso in cui emergano irregolarità invia una comunicazione al richiedente e lo invita a regolarizzare le irregolarità riscontrate entro 15 giorni. Le irregolarità sono segnalate con metodo analitico.

Nel caso in cui il contribuente non provveda a regolarizzare la posizione, l’INPS emette un DURC online non regolare, con l’indicazione anche degli importi in debito e delle cause di irregolarità. Questo implica che l’impresa non potrà partecipare a bandi o altre iniziative.

Il DURC deve comunque essere rilasciato nel caso in cui:

  • sia in corso una rateizzazione degli importi da versare;
  • ci sono disposizioni di leggi che sospendono i pagamenti;
  • i crediti sono oggetto di compensazione già accettati dall’ente preposto;
  • crediti oggetto di contenzioso fino alla pendenza della decisione;
  • crediti che siano stati affidati all’agente di riscossione e per i quali siano stati sospesi i pagamenti anche in seguito a ricorso;
  • esistenza di uno scostamento non grave tra le somme da pagare e gli importi pagati (fino a 150 euro) Naturalmente il debito deve essere regolarizzato, ma questo non preclude il rilascio del Durc.

Nel caso in cui le aziende fruiscano di benefici contributivi possono richiedere all’INPS il rilascio del DPA (dichiarazione preventiva di agevolazione), in questo modo non saranno rilevate irregolarità. Per tutta la durata della richiesta di benefici contributivi, l’INPS provvederà mensilmente a verificare la posizione dell’impresa e invitarla a regolarizzarla, evitando così brutte sorprese.

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