Bonus zanzariere 2024, limiti, importi e regole

Anche per il 2024 è possibile avere il bonus zanzariere 2024 e risparmiare fino al 50% delle spese, affinché si possa ottenere la detrazione occorre rispettare alcuni criteri, in particolare, è necessario che le zanzariere siano inserite all’interno di un lavoro di efficientamento energetico, ad esempio, in caso di applicazione di schermature solari. Vediamo nel dettaglio come avere il bonus zanzariere al 50%.

Come ottenere fino a 30.000 euro con il bonus zanzariere

Il bonus zanzariere 2024 offre la possibilità di ottenere il 50% di rimborso della spesa sostenuta fino a un massimo di spesa di 60.000 euro. Il rimborso si ottiene sotto forma di detrazione Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) o di Ires, Imposta sul reddito delle società.

Non si può ottenere il bonus su zanzariere semplici, occorre prediligere modelli che abbiano una schermatura solare. In questo caso si ottiene il doppio vantaggio, infatti, la schermatura solare consente di regolare la luce, ma anche di evitare il surriscaldamento in estate, consente quindi di ottenere un risparmio energetico e allo stesso tempo di denaro. Naturalmente prediligere una schermatura solare consente anche di avere un maggiore comfort abitativo.

Caratteristiche delle zanzariere per avere il bonus 2024

Le zanzariere devono avere ulteriori caratteristiche tassative:

  • devono essere fissate in modo stabile (cioè non devono essere smontabili);
  • devono essere regolabili, cioè devono essere alzate e abbassate in modo da regolare la luce e la protezione;
  • devono proteggere una superficie vetrata (come una finestra o una portafinestra);
  • devono avere il marchio CE.

Particolare attenzione deve essere posta al valore Gtot, si tratta del valore di riferimento che determina la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro, deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Il limite di 60.000 euro è, infine, riferito al costo di acquisto dei prodotti, installazione degli stessi, rimozione di precedenti zanzariere già installate, eventuali opere accessorie e il valore Gtot – ossia il parametro con cui si determinata la capacità della zanzariera di schermare la luce del sole in combinazione con il vetro – deve essere uguale o inferiore a 0,35. Tale valore deve essere certificato da un organismo autorizzato.

Per ottenere la detrazione al termine dei lavori ed entro 90 giorni dal collaudo deve essere effettuata la comunicazione all’Enea.

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Ecobonus auto, dal 23 gennaio aperta la piattaforma per le prenotazioni

Dal 23 gennaio 2024 riaperta la piattaforma per prenotare l’Ecobonus mobilità sostenibile contributi per l’acquisto di auto, motocicli, ciclomotori e vetture commerciali meno inquinanti. Ecco come fare.

Ecobonus auto, aperta la piattaforma per la prenotazione

Dalle ore 10:00 del 23 gennaio 2024 è aperta la piattaforma Invitalia per le prenotazioni dell’ecobonus auto. A rendere nota la notizia è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Possono ottenere l’ecobonus gli acquirenti dei mezzi a basso impatto ambientale che rottamano il vecchio veicolo altamente inquinante. Il concessionario deve prenotare l’incentivo e confermarlo entro 270 giorni.

Già al momento della prenotazione il concessionario deve inserire i dati dell’acquirente, questo implica che il concessionario non può prenotare veicoli senza prima avere l’acquirente a cui vendere il veicolo, l’obiettivo è evitare che vi siano speculazioni da parte di concessionari con una buona disponibilità economica che possono prenotare un numero abnorme di veicoli andando a ledere gli altri concessionari.

I fondi stanziati per il 2024 sono 610 milioni di euro ripartiti tra le varie tipologie di veicolo. La distribuzione può essere rimodulata con successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, per effetto dell’andamento del mercato e dell’evoluzione tecnologica, di conseguenza, in attesa delle modifiche, per il momento sono confermate la dote stanziata e la ripartizione fissate dal Dpcm del 6 aprile 2022.

Gli incentivi prevedono:

  • per le auto con emissioni inquinanti tra 0-20 g/km di CO2 (modelli fino a 35mila euro+Iva): 5mila euro con rottamazione e 3mila euro senza.
  • per auto nella categoria 21-60 g/km di CO2 (fino a 45 mila euro+Iva) possono andare 4mila euro con rottamazione e 2mila euro senza.
  • Infine, nella fascia 61-135 g/km di CO2 (fino a 35 mila euro+Iva): 2mila euro solo con rottamazione.

Novità in arrivo per l’ecobonus

Nel frattempo è stato reso noto che dovrebbe a breve arrivare un nuovo provvedimento, già nel mese di febbraio, con uno stanziamento di 900 milioni di euro o un miliardo. Nel nuovo provvedimento gli incentivi, sempre divisi per fascia dovrebbero essere però distribuiti anche in base a fasce di reddito con una maggiorazione del 25% per le persone fisiche con Isee inferiore a 30mila euro. Il nuovo incentivo dovrebbe inoltre essere a disposizione anche di persone giuridiche tra cui le società di noleggio, ma non i concessionari auto.

Per chi acquista senza rottamare il contributo sarà di 6mila euro nella fascia 0-20, 4mila nella 21-60 mentre non è previsto un bonus nella terza categoria di emissioni.

Il beneficio dovrebbe inoltre incrementare in base agli anni del veicolo da rottamare, in poche parole più è vecchio e inquina maggiore è il contributto che si può ottenere con l’acquisto del nuovo veicolo.

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Superbonus, ultimi mesi di detrazioni. Tutti i bonus

Ultimi mesi per completare i lavori del Superbonus con percentuale di detrazione al 90% a sottolineare che sta per scadere l’incentivo è la Cassa dei ragionieri. Ecco a cosa prestare attenzione.

Superbonus al 90%, ecco chi può ancora usufruirne

Dal 2024 il Superbonus vedrà ancora scendere la percentuale di detrazioni fiscali di cui si può usufruire, la stessa sarà al 70%, nel frattempo è bene ricordare che ancora per pochi mesi è possibile avere le detrazioni fiscali al 90% per i lavori di efficientamento energetico realizzati sullo stabile.

Ricordiamo che con l’introduzione delle nuove norme rispetto al Superbonus 110% sono cambiate numerose regole, non solo infatti è stata ridotta la soglia di detrazione fiscale e non è possibile utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura ma sono previsti nuovi limiti.

Il Superbonus può essere sfruttato solo per immobili di proprietà o sui quali ci sia un diritto reale di godimento, utilizzati come abitazione principale, le vecchie norme prevedevano la possibilità di utilizzare il Superbonus 110% anche per le seconde case.

Non finiscono qui i limiti, infatti, si può usufruire del Superbonus al 90% per i lavori eseguiti nel 2023 solo nel caso in cui si abbia un reddito calcolato con il sistema del Quoziente familiare, non superiore a 15.000 euro.

Incentivi fiscali per i lavori edili

Visti tutti i limiti previsti dalla normativa sul Superbonus al 90%, ricordiamo che chi vuole eseguire lavori di ristrutturazione e ottenere delle detrazioni fiscali, può sfruttare altri incentivi fiscali con percentuali meno elevate, ma di fatto con pochissimi limiti. Ad esempio è ancora possibile ottenere il bonus ristrutturazioni al 50%, questo consente di avere detrazioni fiscali pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, non è necessario ottenere il miglioramento di 2 classi per quanto riguarda le prestazioni energetiche, non vi sono limiti di reddito.

Un’altra opportunità riguarda il bonus barriere architettoniche che permette di avere detrazioni fiscali, ancora con cessione del credito e sconto in fattura, per lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, tra questi rientrano l’installazione di ascensori e servoscale, ma anche la sostituzione degli infissi, in alcuni casi sostituzione di pavimentazioni, rifacimento bagni, naturalmente seguendo le direttive previste per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Buone possibilità di detrazioni fiscali vi sono anche per quanto riguarda l’eco-bonus, si distingue dal Superbonus perché è necessario migliorare le prestazioni energetiche, ma non vi è il vincolo delle due classi energetiche. La percentuale di detrazione fiscale dipende dalla tipologia di lavoro eseguito.

Infine, resta la possibilità di avvalersi del sismabonus che prevede detrazioni fiscali a fronte di interventi volti a migliorare la stabilità degli edifici.

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Tutti i bonus edilizi: superbonus, ecobonus, bonus sicurezza e ristrutturazioni

Negli ultimi mesi si sono susseguite le norme riguardanti i bonus edilizi e nonostante molti ritengano che il Superbonus non esista più in realtà non è così, ecco quali agevolazioni fiscali si possono ottenere per le ristrutturazioni edilizie.

Superbonus: è ancora in vigore anche se con cambiamenti

Per realizzare lavori edilizi ci sono ancora numerose opportunità, infatti il Superbonus non ha cessato di esistere, semplicemente sono cambiate alcune condizioni per poterne usufruire.

Resta la possibilità di accedere a detrazioni fino al 90% degli importi, non si potrà optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura, ma resta la possibilità di detrazione dalla imposte per un periodo massimo di 10 anni. Per ottenere il 90% è necessario che dai lavori derivi il recupero di almeno due classi energetiche e che siano eseguiti i lavori trainanti.

Ricordiamo che il Superbonus può essere un buon aiuto per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva case Green.

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Ecobonus: ecco quanto si può ottenere con i bonus edilizi

Nel caso in cui dai lavori di ristrutturazione non dovesse derivare il recupero di due classi energetiche vi sono comunque altre possibilità da sfruttare i bonus edilizi sebbene con agevolazioni ridotte. La prima detrazione fruibile è l’Ecobonus. In questo caso in base alla tipologia di lavoro la percentuale di detrazione da sfruttare varia dal 65% al 50%. Anche in questo caso i lavori devono essere finalizzati all’efficientamento energetico.

Ad esempio per la realizzazione del cappotto termico si può ottenere una detrazione del 65%. Per la sostituzione degli infissi con modelli che assicurino un maggiore isolamento termico e per l’installazione di una pompa di calore si può ottenere il 50%. Trattandosi di lavori che devono avere la finalità di migliorare le prestazioni energetiche, entro 90 giorni dal completamento degli stessi deve essere inviata la comunicazione all’Enea. La trasmissione dei documenti avviene online e deve contenere l’asseverazione di un tecnico abilitato che deve certificare i lavori eseguiti.

Bonus sicurezza e bonus ristrutturazioni: differenze

Chi vuole semplicemente aumentare la sicurezza del proprio edificio, può invece optare per il Bonus Sicurezza. Si applica per la sostituzione degli infissi con modelli con vetro antisfondamento, installazione di portoni blindati, sistemi di videosorveglianza, allarme, grate di sicurezza e tutto ciò che può servire a diminuire il rischio di intrusioni. In questo caso la detrazione massima è al 50% con tetto massimo di spesa di 90.000 euro. La detrazione si può ottenere in 10 rate costanti di uguale importo.

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Infine, resta la possibilità di avvalersi delle detrazioni fiscali con il Bonus ristrutturazioni. In questo caso non vi sono vincoli inerenti i lavori da eseguire, insomma non devono essere finalizzati a migliorare le prestazioni termiche o la sicurezza. Il limite massimo di spesa che può fruire delle detrazioni fiscali è di 96.000 euro, mentre la detrazione è al 50% sempre fruibile in 10 anni.

Incentivi auto ecologiche 2023: la piattaforma apre il 10 gennaio

Sono nuovamente disponibili i fondi per accedere agli incentivi auto per l’acquisto di veicoli non inquinanti, ecco l’ammontare e le caratteristiche.

Incentivi auto ecologiche 2023: ripartizione del fondo

Con circolare del 30 dicembre 2022, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha reso noto il rifinanziamento del fondo “Riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive” per l’annualità 2023. Il fondo avrà in dotazione 610 milioni di euro così ripartiti:

a) 190 milioni di euro per l’acquisto di auto per il trasporto di persone con almeno 4 posti omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/Km CO2 e prezzo di listino pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;

b) 235 milioni di euro per l’acquisto di automobili omologate in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/Km CO2 e prezzo di listino pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa;

c) 150 milioni di euro per l’acquisto di veicoli omologati in una classe non inferiore ad Euro 6, con emissioni comprese nella fascia 61-135 g/Km CO2 e prezzo di listino pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;

d) 5 milioni di euro per l’acquisto dei veicoli di categoria da L1e a L7e ( motocicli e ciclomotori) non elettrici;

e) 15 milioni di euro per l’acquisto dei veicoli di categoria da L1e a L7e elettrici;

f) 15 milioni di euro per l’acquisto dei veicoli commerciali di categoria N1 e N2 ( veicoli commerciali per trasporto merci)ad alimentazione esclusivamente elettrica.

Per tutte le categorie viste è previsto che debba trattarsi di veicoli nuovi di fabbrica.

Una quota pari al 5% del fondo è destinata ad attività di car sharing o attività di autonoleggio con finalità commerciali.

Come richiedere gli incentivi auto ecologiche 2023

La prenotazione degli incentivi avviene su piattaforma e la stessa sarà possibile a partire dal giorno 10 gennaio alle ore 10:00.

Affinché si possano prenotare gli incentivi auto è necessario, se trattasi di persona fisica, la dichiarazione di presa d’atto del mantenimento della proprietà del veicolo acquistato per almeno 12 mesi. Nel caso in cui l’acquisto sia finalizzato a car sharing o noleggio è invece necessario allegare la dichiarazione la finalità dell’acquisto per le attività in oggetto, in ogni caso è necessaria la dichiarazione di mantenimento del veicolo per almeno 12 mesi.

Tutti i moduli per le dichiarazioni possono essere trovati sul sito http://ecobonus.mise.gov.it .

Ricordiamo che gli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche sono disponibili fino a esaurimento dei fondi.

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Bonus barriere architettoniche: come funziona la detrazione del 75% al non residenziale?

Come funziona l’abbattimento delle barriere architettoniche e il bonus con detrazione fiscale del 75% nel non residenziale per l’anno 2022? I privati che siano proprietari di locali commerciali che volessero avvalersi del bonus di abbattimento delle barriere architettoniche potrebbero beneficiare del massimo della detrazione prevista per tutto l’anno in corso. Anche se i lavori vengono effettuati all’interno di immobili non residenziali. Ad esempio, un privato che voglia riqualificare un locale commerciale di sua proprietà, pure in virtù di interventi che assicurino l’efficientamento energetico.

Quando si possono effettuare lavori con detrazione del 75% per eliminare le barriere architettoniche?

I lavori che si possono effettuare all’interno dell’immobile non residenziale possono prevedere, ad esempio, la sostituzione del condizionatore invernale. E il rifacimento dei servizi igienici nel rispetto delle norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche. In tal caso, la legge di Bilancio 2022, al comma 42 dell’articolo 1, ha previsto la detrazione fiscale fino al 75% delle spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche dal 1° gennaio fino a tutto l’anno in corso. La detrazione fiscale del 75% si può suddividere per 5 quote di importo pari per ciascuno degli anni nei quali si beneficerà della detrazione fiscale. Gli interventi sono ammissibili in immobili già esistenti rispettando i requisiti elencati dal decreto del ministero dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989.

Quali sono i lavori ammessi per la detrazione fiscale del bonus barriere architettoniche?

Ai fini del bonus del 75% delle barriere architettoniche, i lavori agevolabili sono quelli che permettono di realizzare gli strumenti utili affinché venga favorita la mobilità esterna ed interna delle persone che abbiano una disabilità grave. Tale disabilità deve rispettare quanto prescritto dal comma 3, dell’articolo 3, della legge numero 104 del 1992. Gli strumenti ammessi al beneficio fiscale possono comprendere anche la comunicazione, la robotica e ogni mezzo tecnologico.

Bonus edilizi per la riqualificazione di immobile non residenziale

Per quanto attiene all’utilizzo di altri bonus edilizi per la riqualificazione del locale commerciale, il privato ha la possibilità di procedere con la sostituzione dell’impianto di climatizzazione e di riscaldamento con l’ecobonus ordinario. La detrazione fiscale prevista è pari al 65%. In particolare, i requisiti richiesti per avvalersi dell’ecobonus sono da ricercare:

  • nel comma 37 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2022;
  • nell’articolo 14 del decreto legge numero 63 del 2013;
  • nella guida dell’Agenzia delle entrate in merito alla detrazione fiscale del 65%.

Detrazione fiscale, sconto in fattura o cessione del credito di imposta nella scelta di utilizzo dell’ecobonus

Il privato che svolga lavori di riqualificazione dell’immobile non residenziale ha dunque diritto al 65% di detrazione fiscale sulle spese sostenute fino al tetto dei 30 mila euro. La detrazione fiscale si può fruire suddividendone l’importo per dieci quote annuali di pari valore nelle dichiarazioni dei redditi degli anni susseguenti. Si può scegliere anche lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta.

Detrazione fiscale fino al 110% per l’eliminazione barriere architettoniche: come fare?

Come beneficiare della detrazione fiscale fino al 110% per l’eliminazione delle barriere architettoniche? Ecco tutto ciò che c’è da sapere sugli interventi che prevedono la detrazione fiscale sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Deve considerarsi che, da giugno del 2021, a tal fine si può utilizzare anche il sisma bonus. Il beneficio fiscale, dunque, va verificato in presenza di superbonus 110% o nei limiti del bonus casa e sisma o, infine, come interventi trainanti.

Detrazione fiscale spese per eliminare barriere architettoniche: dove vanno collocate nel modello 730?

Nel modello 730 di dichiarazione dei redditi le spese per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche vanno collocate nella colonna 2 dei righi E 41, E 42 ed E 43. È necessario utilizzare il codice “20”. L’agevolazione fiscale del 110% si può ottenere per i lavori eseguiti a partire dal 1° gennaio 2021 congiuntamente ad almeno un lavoro trainante dell’ecobonus. In tal caso, dunque, rientrano nella detrazione fiscale del super ecobonus pari al 110%. In particolare, il Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) fa riferimento, alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 16 bis, ai lavori per abbattimento le barriere architettoniche nei quali rientrano anche montacarichi e ascensori e alla realizzazione di qualsiasi strumento, anche di robotica e di tecnologia avanzata, che permetta la mobilità esterna ed interna alle abitazioni alle persone portatrici di handicap. Queste ultime sono definite, in base alla situazione di gravità, dal comma 3, dell’articolo 3, della legge numero 104 del 1992.

Super bonus 110% su interventi di eliminazione delle barriere architettoniche: a quali condizioni?

Peraltro, per i lavori a decorrere dal 1° giugno del 2021, si può utilizzare il superbonus con detrazione fiscale del 110% anche per gli interventi congiunti con il super sisma bonus 110%. L’operazione è possibile anche nel caso del sisma bonus acquisti. L’allargamento dei lavori di rimozione delle barriere architettoniche al perimetro del superbonus 110% opera anche a favore di persone ultrasessantacinquenni. Non vi è, come nel caso della detrazione ordinaria del 50% dell’abbattimento delle barriere architettoniche, alcuna limitazione dei contribuenti all’accesso del superbonus 110%. Le stesse limitazioni non persistono nemmeno in assenza di un inquilino o di un condomino con disabilità.

Limiti di spesa per gli interventi di superbonus 110% per l’eliminazione delle barriere architettoniche

I tetti di spesa del superbonus per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche trainati dal superbonus, sono uguali a quelli previsti per i lavori del bonus ristrutturazione. Questi ultimi sono disciplinati dall’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Concorrono al tetto di spesa anche eventuali costi sostenuti per svolgere lavori antisismici, sia nel bonus ordinario che nel super sisma bonus. Il contribuente può aver fatto svolgere i lavori anche gli anni prima, a meno che non si tratti di lavori autonomi. Ossia di interventi che non costituiscano il mero proseguimento di interventi precedenti. L’ammissione alla detrazione di questi lavori è suscettibile di verifica dei costi ammissibili nei limiti fissati annualmente.

Abbattimento delle barriere architettoniche, limite di spesa se trainato dal super ecobonus

Quindi, i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche trainati dal super ecobonus hanno il tetto di spesa:

  • di 96 mila euro maggiorato dei tetti di spesa previsti per ognuno degli interventi rientranti nei lavori trainanti eco;
  • di soli 96 mila euro nel caso in cui l’abbattimento delle barriere architettoniche è trainato dal super sisma bonus. Tale limite sussiste anche nel caso di interventi antisismici.

Tetti di spessa di 96 mila euro di parti comuni di un edificio e singoli unità abitative

Il tetto di spesa di 96 mila euro sussiste anche per le unità abitative e per le relative pertinenza, anche se l’accatastamento sia avvenuto separatamente. I riferimenti normativi si ritrovano nelle circolari dell’Agenzia delle entrate:

  • numero 121 del 19988, paragrafo 2.6;
  • numero 7/E del 2018 da pagina 221.

La detrazione fiscale per l’abbattimento delle barriere architettoniche deve essere goduta autonomamente dai proprietari delle unità abitative di un edificio per le parti comuni. Lo stesso vale anche per il solo proprietario dell’intero immobile (fino a quattro unità abitative).

Quando la detrazione fiscale per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche prevede il tetto di 192 mila euro di spesa?

Il tetto di spesa per la detrazione fiscale inerente i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche può salire fino a 192 mila euro nel caso in cui:

  • si tratti di interventi nelle parti comuni di un edificio e sulle singole unità immobiliari;
  • 96 mila euro è il tetto per gli interventi interessanti le parti comuni dell’edificio;
  • ulteriori 96 mila euro è il tetto per i lavori interessanti la singola unità immobiliare.

Dunque, se in un condominio viene installato un montacarichi e un contribuente fa degli interventi anche all’interno della propria unità immobiliare di abbattimento delle barriere architettoniche, il superbonus è goduto nei due tetti di spesa di 96 mila euro:

  • per gli interventi delle parti comuni del condominio per la porzione di detrazione fiscale di spettanza di ciascun proprietario di unità abitative;
  • sui lavori interessanti la propria unità abitativa.

Interventi trainanti del superbonus 110% per l’abbattimento delle barriere architettoniche: quali detrazioni fiscali?

Da ultimo, la detrazione fiscale per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche spettano nella percentuale del 110% anche per i lavori trainati al 110%. Gli interventi trainanti del super ecobonus sono quelli previsti:

  • dai codici della sezione IV da 30 a 33;
  • spese nel super sisma bonus sostenute dal 1° giugno 2021 per i codici 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11.

Lavori di abbattimento delle barriere architettoniche su edifici protetti da regolamenti urbanistici, edilizi e ambientali

Cosa avviene per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche su edifici protetti da vincoli culturali e del paesaggio, o da regolamenti urbanistici, ambientali o edilizi? In tal caso la detrazione fiscale del superbonus 110% si applica anche se i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche non rientrano tra i lavori trainanti del super ecobonus. Tuttavia, per l’ammissibilità di tali lavori è necessario rispettare:

  • i requisiti tecnici elencati dal decreto del 6 agosto 2020 del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise);
  • gli aumenti delle classi energetiche di cui il comma 2 dell’articolo 119 del Dl numero 34 del 2020.

Auto 2022, al via la prenotazione degli ecoincentivi

Auto 2022 da oggi la possibilità di prenotazione degli ecoincentivi da parte dei concessionari, tutte le news sull’argomento.

Auto 2022, ritornano gli incentivi per l’acquisto

La automobili continuano ad essere comprate, nonostante la flessione a ribasso degli ultimi anni. Ma per rilanciare il mercato ed aiutare l’ambiente sono stati approvati i nuovi incentivi. Funzionano come quelli scorsi, bene o male. E così è partita alle ore 10 di stamattina la possibilità di prenotare il bonus per l’acquisto di auto, moto e veicoli commerciali a basse emissioni.

Per gli incentivi sono stati stanziati 650 milioni di euro. Fondi che saranno di pari importo, non solo per quest’anno, ma anche per gli anni 2023 e 2024. Le risorse rientrano all’interno della dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro.

In dettaglio 220 milioni di euro sono destinati alle auto della fascia 0-20 (elettriche); 225 milioni di euro per quelle nella fascia 21-60 (ibride plug-in); 170 milioni di euro per quella nella fascia 61-135 (ibride, benzina e diesel a basse emissioni). Per motocicli e ciclomotori vengono invece stanziati 10 milioni per i veicoli non elettrici e 15 milioni per gli elettrici, mentre 10 milioni di euro sono destinati ai veicoli commerciali.

Auto 2022, dove prenotare il bonus

A prenotare gli ecobonus saranno i concessionari di automobili. Tuttavia la piattaforma è quella messa a disposizione del mise ecobonus.mise.gov.it. La piattaforma com’è noto è gestita da Invitalia. Ma non sarà un click day, infatti la procedure prevede due momenti distinti:

  • alle 10 di oggi 2022 si è aperto lo sportello dedicato esclusivamente alla registrazione dei concessionari;
  • solo successivamente si aprirà la seconda fare e si potrà inserire l’ordine e prenotare l’incentivo.

Infine dalla prenotazione si avranno poi fino a 180 giorni di tempo per la consegna del veicolo. Tuttavia basta visionare la pagina per assicurarsi la presenza dei fondi. Infatti è stato installato un contatore di risorse per seguire in tempo reale la disponibilità finanziaria del bonus. Per ottenere l’account di accesso alla piattaforma occorre:

  • cercare il concessionario;
  • inserire i dati anagrafici nel form di registrazione;
  • attendere la ricezione della PEC di attivazione della registrazione;
  • attendere l’attivazione della registrazione da parte del concessionario;
  • accedere all’applicativo on line inserendo mail e password indicata.

I requisiti per accedere al bonus

Rientrano alla possibilità di accedere al bonus auto gli acquisti che sono stati effettuali dal 16 maggio 2022 al 31 dicembre 2022. Dunque la data coincide con quella della pubblicazione dell’ecobonus presso la Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, oltre all’acquisto, ci sono dei requisiti da rispettare per il mantenimento della proprietà, pena la perdita dell’incentivo. Per le auto, le moto ed i ciclomotori sono esclusi i veicoli commerciali di categoria N1 eN2, il decreto prevede:

  • 12 mesi per acquisti effettuati da persona fisica;
  • 24 mesi per acquisti effettuati da persona giuridica.

In merito alla proprietà deve essere compilata una dichiarazione di presa d’atto del mantenimento della proprietà del veicolo acquistato almeno per 12 mesi.  Tale dichiarazione deve essere presentata al concessionario al momento dell’acquisto del nuovo mezzo.

Altre precisazioni finali sul bonus auto 2022

Per ottenere il contributo non è necessario rottamare un veicolo vecchio. Almeno se il veicolo scelto è di categoria M1 con emissioni inferiori a 60 g/km CO2 o elettrico, si può prenotare senza obbligo di rottamazione del vecchio. Per quanto riguarda la rottamazione, devono essere rottamate le auto di classe inferiore a Euro 5, e quindi Euro 0, 1, 2, 3 e 4.

Mentre per sembrano non ci siano restrizioni in merito agli acquisti fatti tramite il leasing. Lo stesso discorso vale per gli acquisti effettuati tramite l’ausilio di una finanziaria. Più che altro ciò che si può dire è che nel decreto tali modalità non sono espressamente escluse, quindi si considerano ammissibili. Pertanto si allarga la possibilità di acquisto ed utilizzo da parte di una platea maggiore di beneficiari.

Superbonus e cessione del credito: Cassa depositi e prestiti riapre la piattaforma

Dopo la sospensione di inizio anno, Cassa depositi e prestiti, Cdp, (società per azioni controllata dal ministero dell’Economia) riapre la piattaforma per la cessione del credito Superbonus 110% e non solo.

Nuove opportunità per le imprese: riapre la piattaforma per la cessione del credito di Cassa depositi e prestiti

Tradizionalmente i bonus edilizi possono essere recuperati attraverso detrazione fiscale, in 5 o 10 anni. Tale soluzione ha diversi inconvenienti, cioè la possibilità di recuperare le somme in molti anni, la difficoltà a recuperare tutto il credito maturato in caso di incapienza del proprio debito fiscale.

Proprio per questo negli ultimi anni i bonus per l’edilizia hanno cambiato volto e consentono di ottenere lo sconto in fattura del credito maturato, in questo caso chi ha venduto i prodotti, oppure chi ha eseguito i lavori, l’impresa edile, potrà recuperare tramite il suo credito fiscale, in alternativa potrà cedere il credito anche ad enti come banche e intermediari finanziari. Generalmente le banche accettano i crediti di imposta fino alla capienza del loro debito fiscale.

La disciplina è stata molte volte rivista in questi anni per evitare cessioni multiple che hanno dato adito a molte truffe. D’altronde lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi negli ultimi mesi ha più volte detto che il Superbonus 110% è la più grande truffa della storia d’Italia. Tra gli intermediari che consentono di cedere il credito vi è Cassa depositi e prestiti che però nei mesi scorsi ha chiuso la piattaforma per la cessione del credito al fine di effettuare dei controlli, viste le numerose truffe emerse e il costante aggiornamento normativo che ha creato non poche difficoltà. Nel frattempo è continuata l’evasione delle pratiche già inserite in piattaforma. Da qualche giorno ci sono però delle novità.

Annuncio di Cassa depositi e prestiti: a breve la riapertura della piattaforma per la cessione del credito

Cassa depositi e prestiti sta inviando in questi giorni a banche e confidi una comunicazione in cui rende noto che è prossima alla riapertura della piattaforma per la cessione dei crediti in favore delle imprese. La cessione sarà effettuata al 91,5%, corrispondente al 100,6% del valore nominale per il Superbonus 110% e all’83,5% del valore nominale per gli altri bonus previsti dalla normativa italiana.

In base alle nuove normative, Cassa depositi e prestiti non è autorizzata all’acquisto di crediti per cessioni successive alla prima. Di conseguenza potrà acquistare solo crediti da imprese in prima cessione e attraverso sconto in fattura esercitato dal beneficiario della detrazione.

Dal 1° maggio deve inoltre essere segnalata l’eliminazione della possibilità di cessione parziale del credito, quindi si potranno cedere a Cassa Depositi e prestiti solo i crediti nella loro totalità.

In caso di Superbonus al 110% la cessione sarà possibile sia a lavori conclusi sia per singoli Sal (stato avanzamento lavori) mentre in caso di altri bonus casa, la cessione potrà avvenire solo a lavori conclusi.

Importi riconosciuti per la cessione del credito

Si è anche detto che cambiano gli importi, per le cessioni relative al Superbonus 110% la cessione si avrà sul valore nominale del 95% a questa deve essere sottratta una percentuale di 1,5% che sarà il compenso dell’intermediario. Questo implica che colui che effettua la cessione, impresa, del credito maturato non otterrà il 110% ma il 93,5%.

Per gli altri bonus vigenti, ad esempio il bonus ristrutturazioni al 50% oppure l’ecobonus al 65%, la cessione sarà effettuata all’85%, su quanto ovviamente maturato, ad esempio per un bonus ristrutturazione al 50% i cui lavori sono costati 20.000 euro, il credito dovrebbe corrispondere a 10.000 euro e con Cassa depositi e prestiti in caso di cessione si ottiene l’85% e a questa quota deve essere sottratto un ulteriore 1,5% di commissione, si ottiene quindi un rimborso finale dell’83,5%.

Occorre sottolineare che Cdp ancora non ha reso nota la data della riapertura della piattaforma per la cessione del credito.