Carlo Sangalli chiede responsabilità alle forze politiche

L’esito delle elezioni ha lasciato sorpresi gli esponenti di tutte le categorie di professionisti, i quali si sono dichiarati preoccupati circa la governabilità del Paese, vista la mancanza della maggioranza al Senato e risicata alla Camera.

Tra coloro che si sono pronunciati, c’è anche Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia, il quale ha voluto ricordare alle forze politiche che, ora, è assolutamente necessario trovare un accordo, per poter uscire da una situazione critica che ha messo in ginocchio l’economia italiana.

E’ una situazione che richiede uno straordinario senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche che rappresentano la nuova classe dirigente del paese per assicurare la governabilità indispensabile in una fase economica ancora molto difficile e delicata.
Il paese non può permettersi mesi di impasse, continui rinvii e sterili contrapposizioni perché il sistema delle piccole e medie imprese del terziario di mercato e dell’artigianato è stato duramente colpito dalla recessione e non è più in grado di resistere al perdurare della crisi.
Bisogna, dunque, intervenire con realismo ed efficacia sui problemi veri delle imprese utilizzando anche il contributo di proposte che Rete Imprese Italia ha dato alle forze politiche durante la campagna elettorale
”.

Sangalli ha dunque espresso quello che sicuramente è un comune pensiero: le forze politiche dovrebbero mettere da parte interessi propri e antichi rancori per traghettare l’Italia verso la fine di un tunnel che, ormai, sembra davvero infinito.

Vera MORETTI

Nuovo ossigeno al mercato dell’auto

Rilanciare la competitività del mercato dell’auto attraverso la riduzione e razionalizzazione dell’imposizione fiscale e un intervento sui costi dell’energia. Sono queste le richieste di ANFIA, l’Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche, al nuovo esecutivo.

Continua il viaggio di Infoiva di questa settimana per ascoltare le richieste delle Associazioni di Categoria in Italia: oggi abbiamo intervistato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA.

Quali sono, a suo parere, le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo Governo per rilanciare domanda e consumi?
Per rilanciare la domanda di autoveicoli, sono prioritarie una revisione della fiscalità sulle auto aziendali, una riduzione dell’RC Auto e una riduzione programmata delle accise sui carburanti. La recente riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali ci ha allontanati un altro poco dall’Europa, visto che ad oggi, in Italia, abbiamo una quota di immatricolazioni di auto aziendali attorno al 30% all’anno, contro il 50% della Germania e del Regno Unito. Sul fronte delle tariffe assicurative, i costi possono essere ridotti grazie all’utilizzo della scatola telematica installata in auto, secondo la logica pay-as-you-drive, e all’introduzione di un sistema unitario di monitoraggio e rilevazione statistica della sinistrosità, che consenta di approfondire la conoscenza sulle circostanze degli incidenti, fornendo informazioni preziose anche, e soprattutto, in un’ottica di riduzione delle vittime della strada. Infine, una riduzione delle accise sui carburanti, se ben studiata, potrebbe non comportare perdite di gettito per l’Erario, se incrementassero, anche di poco, i chilometraggi medi.

Quali, invece, le politiche che dovrà mettere in campo per dare sostegno a imprese e professionisti, strozzati dalla crisi?
E’ urgente ricreare condizioni di maggior competitività attraverso un intervento sui costi dell’energia – con una riduzione di almeno l’80% della componente A3 per le imprese ad alta intensità energetica come quelle del settore automotive – l’introduzione di un credito d’imposta strutturale, o almeno della durata di 5 anni, per gli investimenti in R&D – sul modello della Francia, dove è al 30% – e un miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le aziende, a tassi coerenti con quelli praticati dalla BEI, mentre ad oggi le aziende italiane pagano tassi più alti rispetto alle aziende concorrenti europee.

Per parte vostra, quali saranno le prime istanze che porterete al nuovo esecutivo? Chiederemo di attuare subito, con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema della mobilità, un serio e improcrastinabile piano d’azione, che punti a dare ossigeno al mercato – in primis attraverso la riduzione e razionalizzazione dell’imposizione fiscale – e ad avviare le misure di politica industriale appena indicate, indispensabili per rilanciare la crescita e lo sviluppo.

Qual è l’errore più grave commesso dai precedenti Governi che non volete venga più commesso dall’Esecutivo che verrà?
Riteniamo non debba più accadere che provvedimenti impattanti sulle dinamiche del nostro comparto – che dà un contributo alle entrate fiscali dello Stato di oltre 65 miliardi di Euro l’anno, oltre il 15% del gettito fiscale nazionale e al 4,4% del PIL – vengano introdotti senza alcuna consultazione preventiva con le associazioni di settore, per un’analisi il più possibile approfondita delle problematiche che ci troviamo ad affrontare quotidianamente nel nostro rapporto con le aziende che rappresentiamo.

Alessia CASIRAGHI

Costruire l’Italia dalle fondamenta

 

Costruire il nuovo esecutivo, dare forma al nuovo Governo. Ma quali saranno le fondamenta? Se l’Italia post elezioni vacilla, hanno invece le idee chiare su cosa vogliono e su quali siano le necessità di piccole e medie imprese le Associazioni di Categoria.

Infoiva ha intervistato quest’oggi Paolo Buzzetti, Presidente di ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. Perchè quando si parla di fondamenta…

Quali sono, a suo parere, le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo governo per rilanciare domanda e consumi?
Per prima cosa mi auguro che si riesca a definire rapidamente un quadro di stabilità politica. Serve una soluzione che eviti lo stallo e consenta di formare un governo, qualunque esso sia, in grado di affrontare con efficacia le emergenze e mettere in campo quelle misure per la crescita di cui il Paese ha bisogno. I tre impegni più urgenti sono: lavoro, pagamenti della pubblica amministrazione e credito. Bisogna tornare a investire per arginare la grave emorragia occupazionale, che solo tra costruzioni e indotto ha fatto perdere oltre mezzo milione di posti di lavoro, sostenere le famiglie nell’acquisto dell’abitazione per far ripartire il mercato immobiliare, rimettere in sesto le nostre città, cominciando da scuole e ospedali.

Quali, invece, le politiche che dovrà mettere in campo per dare sostegno a imprese e professionisti, strozzati dalla crisi?
Sicuramente c’è un problema comune e molto forte che è la mancanza di liquidità, che sta facendo fallire migliaia di imprese e mettendo in seria difficoltà anche le realtà più solide. Bisogna intervenire concretamente su questo, ma non solo. E’ necessario guardare al futuro, servono politiche che facciano leva sugli investimenti che più di tutti possono creare occupazione e avere ricadute positive sull’economia. E quindi puntare sulla rigenerazione urbana, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio, la realizzazione di infrastrutture di qualità in tempi giusti e a costi adeguati. Interventi utili a far ripartire l’edilizia e tutti gli 80 settori ad essa collegati, dare una scossa positiva a tutto il sistema economico facendo, al tempo stesso, cose necessarie per il benessere dei cittadini.

Per parte vostra, quali saranno le prime istanze che porterete al nuovo esecutivo?
Come Ance abbiamo messo nero su bianco un piano per il rilancio dell’occupazione e lo sviluppo economico del Paese, che prima delle elezioni abbiamo consegnato ai leader dei principali schieramenti politici e sul quale abbiamo riscontrato un ampio consenso. Pochi e concreti punti per riavviare l’edilizia e l’economia di cui il nuovo governo dovrà tenere conto. Molti altri paesi – cito tra tutti Francia, Germania e Stati uniti – si sono già mossi in questa direzione e stanno puntando sull’edilizia come motore per il rilancio. Anche noi possiamo ripartire, se il governo avrà il coraggio di credere e puntare con forza sulle costruzioni. Abbiamo calcolato che sbloccando le risorse mai spese per il nostro settore – ben 39 miliardi di fondi disponibili e bloccati dal patto di stabilità e dalla burocrazia – si potrebbero generare oltre 660.000 nuovi posti di lavoro e avere una ricaduta complessiva sul sistema economico di 130 miliardi di euro. Una mossa strategica che ci consentirebbe di alleviare la morsa della crisi e gettare le basi di un importante programma di crescita a medio-lungo termine.

Qual è l’errore più grave commesso dai precedenti governi che non volete venga più commesso dall’esecutivo che verrà?
Negli ultimi anni sono state compiute una serie di scelte molto penalizzanti per il settore. Misure fiscali che hanno depresso il mercato immobiliare, investimenti ridotti al lumicino, risorse finanziate ma rimaste sulla carta e che sarebbero state fondamentali per realizzare cose utili e necessarie per il benessere di tutti. E’ questo l’errore da non ripetere: fermare l’edilizia, spegnendo il principale motore della macchina Paese.

Alessia CASIRAGHI

Non spengiamo l’Italia!

 

Dall’era dei ‘professori’ a quella dell’ingovernabilità. Il quadro dell’Italia post elezioni fa tremare borse e elettori, restituendo l’immagine di un Paese frammentato, irrisolto, in cui la fame di futuro non sembra sufficiente a non farlo ripiegare sul suo passato.  Ma se l’Italia a detta di tutti, destra, sinistra e movimento (il centro non esiste più) rischia davvero l’ingovernabilità, qualcuno dovrà pur governarla.

Infoiva torna al tema scelto per questa settimana, le Associazioni di Categoria e il nuovo Governo, facendo tappa a Firenze, la città del convitato di pietra di queste elezioni 2013, Matteo Renzi.

Secondo un’indagine svolta da Confcommercio Firenze su oltre 200 imprese dell’area fiorentina, a 6 mesi dalla ‘Riforma Fornero’, più del 50% delle piccole e medie imprese non ha alcuna conoscenza del suo contenuto, percentuale che sale all’ 80% per le microimprese, quelle che contano meno di 5 dipendenti.

I risultati diventano ancor più scoraggianti se si sonda il terreno fra chi la Riforma l’ha recepita, rimanendone deluso: per 9 imprese su 10 infatti,  la Riforma Fornero non ha prodotto alcun cambiamento nei rapporti di lavoro, mentre la principale conseguenza che si è avuta sono i problemi con i lavoratori a chiamata.

Ma qual è la ragione di così tanta distanza fra politica delle riforme e politica reale? Infoiva lo ha chiesto Alessandra Signori, Presidente di Confcommercio Firenze.

“Dalla nostra ricerca emerge un dato preoccupante: le piccole e medio imprese non conoscono la Riforma Fornero e non hanno né il tempo né le risorse per aggiornarsi in materia di lavoro. Le conseguenze possono essere sia problemi per il mancato adeguamento delle imprese a quanto previsto dal legislatore, sia la perdita di opportunità provenienti da incentivi statali e regionali. Alle associazioni di categoria e alle autorità competenti spetta pertanto l’importante compito di stimolare i piccoli imprenditori ad informarsi: senza conoscenza e attenzione a queste tematiche, non ci può essere crescita e sviluppo”.

E mentre da Confocommercio arriva la testimonianza di una totale distanza tra politica e mondo del lavoro, da CNA Firenze, Confartigianato Firenze, Confcommercio Firenze e Confesercenti Firenze arriva il grido di appello “Non spengiamo Firenze!.

Le quattro associazioni si sono rivolte alla politica e alle istituzioni chiedendo misure e azioni in grado di aiutare artigiani, commercianti e piccole e medie imprese a superare la drammatica situazione che stanno attraversando: dal 2007 al 2011 il tasso di disoccupazione nella provincia di Firenze è passato dal 3,5% al 6,1% mentre, nel 2012, il prodotto interno lordo è diminuito del 2,3% e i consumi precipitati del 4,3%.

Nei primi 9 mesi del 2012 il commercio, che rappresenta il 24,8% del tessuto imprenditoriale fiorentino, contando 27.081 imprese, ha perso 355 attività. A queste si aggiungono le – 84 imprese nel settore servizi di alloggio e ristorazione ( che con 7.011 imprese complessive è pari al 6,4% ).

Non va meglio se si guarda all’artigianato (31,1% del tessuto imprenditoriale locale) che nel 2012 ha segnato – 117 imprese nel settore manifatturiero ( su totale di 16.460) e -268 nel comparto costruzioni ( su 17.440).

I problemi che piegano l’impresa non cambiano:  pressione fiscale ormai alle stelle, difficoltà di accesso al credito, contrazione della spesa pubblica, consumi in picchiata e naturalmente una burocrazia esasperante ed onerosa.

Non spengiamo l’Italia!

Alessia CASIRAGHI

Elezioni 2013: Italia nel caos. Ora tocca alle regioni

Bobo Maroni se la ride. Le porte del Pirellone si stanno aprendo per lui?

Se le elezioni politiche di ieri e domenica hanno consegnato l’Italia al caos e all’ingovernabilità, nelle tre regioni dove si è votato per il rinnovo dei consigli regionali – Lombardia, Lazio e Molise – la situazione appare un po’ più lineare. Pronostici più o meno confermati, restano da vedere le percentuali con le quali si imporranno i candidati vincitori, fermo restando che appare difficile assistere a un’affermazione al primo turno: ballottaggi più che probabili. Queste le proiezioni:

LOMBARDIA

MARONI 44,63%
AMBROSOLI 37,07%
CARCANO 13,08%

LAZIO

ZINGARETTI 38%
STORACE 29,9%
BARILLARI 20%
BONGIORNO 8%

MOLISE

DI LAURA FRATTURA 41%
IORIO 25%
FEDERICO 18%
LE POLITICHE

E alla fine è stato tsunami.

Stando agli ultimi risultati ed alle proiezioni con le quali ci siamo lasciati ieri, nonché stanti gli ultimi dati emersi di questa lunga notte elettorale, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è il Numero 1 del Paese.

Conquista Montecitorio, spariglia le carte tra i due storici antagonisti, Destra e Sinistra. Forse, quanto emerso dall’analisi dell’Osservatorio politico di Infoiva non era così sbagliato: il popolo della rete si è recato alle urne.

Ecco i dati definitivi:

ELEZIONI 2013: RISULTATI DEFINITIVI SENATO DELLA REPUBBLICA

Il centrosinistra vince al Senato in 12 Regioni, mentre il centrodestra se ne aggiudica 7.

A scrutinio concluso (60.431 sezioni su un totale 60.431) – secondo il ministero dell’Interno – la coalizione guidata da Pierluigi Bersani ha preso il Piemonte col 29,82%, la Liguria col 33,03%, l’Emilia Romagna col 42,13%, il Trentino Alto Adige (23,43%), il Friuli Venezia Giulia (29,29%), la Toscana (39,50%), le Marche (33,18%), l’Umbria (37,58%), il Lazio (32,33%), il Molise (30,26%), la Basilicata (33,66%) e la Sardegna (31,73%).

La coalizione guidata da Silvio Berlusconi, invece, ha vinto in Lombardia col 37,63%, in Veneto col 32,87%, in Abruzzo col 29,62%, in Campania col 37,38%, in Puglia col 30,44%, in Calabria col 33,30% e in Sicilia col 33,39%.

Ingroia e Giannino restano fuori anche dal Senato. Rivoluzione Civile – Ingroia ha infatti raccolto 549.987 voti pari all’1,79%. ‘Fare per fermare il declino’ di Oscar Giannino ha conquistato 278.597 voti pari allo 0,90%.

Risultato deludente anche per la ‘Lista Amnistia Giustizia Libertà’ di Marco Pannella che raccoglie 63.149 voti pari allo 0,20%.

ELEZIONI 2013: RISULTATI DEFINITIVI CAMERA DEI DEPUTATI

Elettori: 46.906.343
Votanti: 35.271.540 (75,19%)
Schede bianche: 395.286 (1,12%)
Schede nulle: 871.780 (2,47%)
Schede contestate e non assegnate: 1.951.

PD: 8.642.700 voti pari al 25,41% e 292 seggi;
Sel 1.090.802 voti pari al 3,20% e 37 deputati;
Centro Democratico 167.201 voti pari allo 0,49% e 6 seggi;
Svp 146.804 voti pari allo 0,43% e 5 seggi.

PDL: 7.332.121 voti pari al 21,56% e 97 seggi;
Lega Nord 1.390.156 voti pari al 4,08% e 18 deputati;
Fratelli d’Italia 666.001 voti pari all’1,95% e 9 seggi.

UDC, alleato di Monti, ha raccolto 608.292 voti pari all’1,78% e 8 seggi.
Fini con 159.454 voti pari allo 0,46% non conquista deputati.

Non superano lo sbarramento del 4% e quindi non conquistano deputati Rivoluzione Civile – Ingroia con 765.054voti pari al 2,24% e ‘Fare per fermare il declino’ di Oscar Giannino con 380.937 voti pari all’1,12%.


LE BORSE
hanno reagito male allo stato di ingovernabilità che emerge da questi numeri.

Piazza Affari ha chiuso a -4,89%.

Le principali Borse europee sono state trascinate giù dall’indice di Milano, in netta risalita anche lo spread, che dopo aver aperto in rialzo a 300 punti base è balzato a 343 punti per poi piegare a 328.

LA STAMPA ESTERA
Significativi i primi titoli dei giornali russi, francesi, inglesi, spagnoli unanimi nel ritenere la vittoria di Grillo una situazione… comica per lo stato di salute del Belpaese.

Anche per gli italiani all’estero vince il Pd.

Paola PERFETTI

Caro governo, pensa alle imprese e ai professionisti…

 

Che cosa chiedono le associazioni di categoria al nuovo esecutivo? Dopo l’Ordine Nazionali dei Tributaristi, abbiamo rivolto le stesse quattro-topiche domande anche alla Presidente dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone.

Il quadro è chiaro: l’esclusività del sistema ordinistico italiano è il nostro fiore all’occhiello ma anche un gran tallone d’Achille.

Quali sono, a suo parere, le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo governo per rilanciare domanda e consumi?
Riduzione del costo del lavoro, semplificazione amministrativa, abbattimento dei costi pubblici: sono le priorità su cui è indispensabile intervenire immediatamente per dare ossigeno al mercato.

Quali, invece, le politiche che dovrà mettere in campo per dare sostegno a imprese e professionisti, strozzati dalla crisi?
E’ indispensabile mettere al centro delle riforme di sistema le Pmi, vero motore del Paese. Senza rilanciare questo segmento non ci sarà futuro. Non bisogna mai dimenticare che il lavoro dipendente viene creato dal lavoro autonomo e che quindi, senza sviluppo di imprese e professioni, non ci sarà sollievo per la disoccupazione. In particolare, sarà necessario creare una rete di incentivi che possano permettere di uscire dalla crisi.

Per parte vostra, quali saranno le prime istanze che porterete al nuovo esecutivo?
Chiederemo di intervenire sui settori che, colpevolmente, non sono stati oggetto di riforme strutturali. Interventi sui servizi dell’energia e su quelli bancari (con particolare riferimento ai mutui) sono indispensabili; possono innescare un meccanismo virtuoso di sviluppo sprigionando energie che restano al momento circoscritte in un ambito ristretto.

Qual è l’errore più grave commesso dai precedenti governi che non volete venga più commesso dall’esecutivo che verrà?
Non c’è dubbio che gli interventi mirati a destabilizzare il sistema ordinistico siano stati gravi errori. Siamo in presenza di un valore aggiunto del nostro Paese che offre buona occupazione sia ai giovani professionisti che ai tantissimi dipendenti degli studi professionali. I professionisti ordinistici sono interlocutori stabili della Pubblica Amministrazione per la quale operano in sussidiarietà, svolgendo funzioni che ne sostengono l’azione e sopperendo in tantissimi casi alle lacune del sistema pubblico con grande vantaggio per i cittadini.

Paola PERFETTI 

Elezioni politiche 2013: Bersani in Parlamento, Berlusconi al Senato

 

AGGIORNAMENTO ORE 22.20. STALLO E TUTTO DA RIFARE. FORSE

ELEZIONI CAMERA DEI DEPUTATI: 50.155 sezioni scrutinate su un totale di 61.446 (dati del ministero dell’Interno)

CentroSinistra: 30,07% (Pd al 25,93%)
CentroDestra: 28,71% (Pdl al 21,03%)
Movimento 5 Stelle: 25,41%
Scelta civica per Monti: 10,60%
Rivoluzione civile: 2,22%
Fare per fermare il declino all’1,16%

ELEZIONI ALLA CAMERA DEL SENATO: 50.055 sezioni scrutinate su un totale di 60.431 (dati del ministero dell’Interno)

CentroSinistra: 31,84% (Pd al 27,62%)
CentrODestra: 30,5% (Pdl al 22,17%)
Movimento 5 Stelle: 23,78%
Lista con Monti per l’Italia: al 9,16%
Rivoluzione civile di Antonio Ingroia 1,80%

ELEZIONI REGIONALI
Il dato definitivo dell’affluenza alle elezioni regionali è in aumento al 74,59% contro una precedente affluenza del 63,12%. L’incremento è stato dell’11,47% (cifre del ministero degli Interni).

ISTITUTO PIEPOLI/RAI: PARTITI PIù POPOLARI
Tra i partiti, il miglior risultato sarebbe il 26% dei 5 stelle, seconda piazza per il Pd al 25%, terzo il Pdl al 21. Gli altri: Scelta civica con Monti 8,5%, Lega nord 4, Sel 3,5, Fratelli d’Italia 2,1, Udc 1,8%.

“Noi siamo il vero ostacolo, contro di noi non ce la possono più fare. Andranno avanti 7-8 mesi a fare un disastro ma lo terremo sotto controllo”, […] “Riconsegnare a Berlusconi il paese per sei mesi, un anno è un crimine contro la galassia”, avrebbe rilasciato come commento Beppe Grillo, in collegamento telefonico dalla sua casa di Genova con il sito della Cosa.

“In 40 giorni abbiamo il 50% dei voti della Lega. Avessimo avuto la visibilità di Fini, Casini e Ingroia…”, dice Ignazio La Russa, fondatore di Fratelli d’Italia-centrodestra nazionale, via Twitter, tra i grandi “fuori” dal Parlamento, come Antonio Ingroia, che dà la colpa dell’insuccesso alla macchina del Pd.

Pesa il calo degli elettori stimato al 6%.

CONSIGLIO DEI MINISTRI convocato per domani, martedì 26 febbraio, alle 11 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno:

– DECRETO LEGISLATIVO: Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia concernenti il trasferimento del Castello di Udine (PRESIDENZA – AFFARI REGIONALI);

– DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante la privatizzazione dell’ente pubblico “Unione nazionale degli ufficiali in congedo d’Italia”, a norma dell’articolo 46, comma 1, del decreto-legge n. 5 del 2012 (DIFESA);

– DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante nuovo statuto dell’Aero Club d’Italia e nuovo statuto degli Aero Club locali federati (INFRASTRUTTURE);

– LEGGI REGIONALI;

– VARIE ED EVENTUALI.

AGGIORNAMENTO ORE 19.40. IL CENTRODESTRA IN LOMBARDIA

In Lombardia il Centrodestra va avanti verso il Senato: su 4.067 sezioni scrutinate su un totale di 9.233 il centrodestra è al 38,67% (Pdl al 20,93%), il centrosinistra al 29,47% (Pd al 27,09%), il Movimento 5 Stelle al 16,76%, la lista di Mario Monti al 10,58%, Fare per fermare il declino all’1,51%, Rivoluzione civile all’1,10%.

Stando alle proiezioni Ipr Marketing per Tgcom24, alla Camera la distanza tra centrosinistra e centrodestra sarebbe di appena un punto percentuale, rispettivamente con il 29,5% e il 28,5%; M5s primo partito con il 26,4%, Monti al 10,5%.

Di qualche secondo fa invece la terza proiezione nazionale di Emg diffusa nello speciale TgLa7 per il Senato, che dà il centrodestra in vantaggio con il 31,6% sul centrosinistra che è al 30,3%. Un distacco di 1,3 punti percentuali, in leggera crescita rispetto all’1% della rilevazione precedente. Il Movimento 5 Stelle al 23,8%, Scelta civica Con Monti per l’Italia al 9,6%, Rivoluzione civile all’1,8%, Fare per fermare il declino allo 0,9% e altri al 2%.

AGGIORNAMENTO ORE 16.15. REGIONALI E J’ACCUSE

PROIEZIONE RAI. La prima analisi ribalta le indicazioni degli instant poll e dà il centrodestra in vantaggio per il Senato con il 31%. La copertura del campione è del 13,85%. Il centrosinistra è accreditato del 29,5, il Movimento5Stelle del 25,1 (che sarebbe il primo partito), la lista di centro del 9,6.

PARITà AMBROSOLI-MARONI. Secondo l”instant poll” della Rai: Umberto Ambrosoli e Roberto Maroni avrebbero ottenuto entrambi tra il 42% e il 44% dei consensi; il candidato presidente alla Regione Lombardia per Movimento Lombardia Civica, Gabriele Albertini, e il candidato del Movimento 5 Stelle, Silvana Carcano avrebbero entrambi tra il 6% e l’8%, mentre Carlo Maria Pinardi di ‘Fare per fermare il declino’ sarebbe invece tra l’0 e l’1%.

Rc denuncia Berlusconi per violazione del silenzio pre-elettorale in merito ad alcune dichiarazioni del Cav. sul lavoro della Magistratura.

Ed arrivano le prime dichiarazioni.

  • “Abbiamo sbiadito il giaguaro”, ha detto Mauro Bersani, fratello di Pierluigi, ospite del programma di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’, oggi in versione “Pecoratona Elettorale – La Maratona Elettorale di Un Giorno da Pecora”.
  • “Un mese fa non potevamo nemmeno pensare a questo tipo di risultato, se è vero che il centrodestra è intorno al 30-32% lo sforzo di Berlusconi è di tutta evidenza. Pensavo che Grillo avesse un risultato più favorevole rispetto a quello che è successo nelle ultime settimane, e penso che al Senato ci possa essere una grande sorpresa a favore del Pdl”, Donato Bruno, esponente del Pdl in Puglia e primo a commentare gli instant poll.
  • “Per ora prevale la certezza: Berlusconi è stato sconfitto. E voglio godermela per un po’”, Roberto Saviano su Twitter.
  • “Aspettiamo i dati definitivi. C’è un’emozione incredibile. Ci aspettiamo un boom”, Davide Barillari, candidato alla presidenza della regione Lazio per il Movimento 5 Stelle.
  • “L’onestà andrà di moda” twitta Grillo.
  • Storace aspetta domani e su Twitter scrive: “Dai dati delle sezioni per il Senato mi sa che i sondaggisti toppano. In Parlamento torniamo noi ed esce un altro…”.

Berlusconi aspetta ad Arcore. Gli altri leader nei centri dei loro partiti assediati dai giornalisti.

ITALIANI ALL’ESTERO. All’estero hanno votato un milione 122.294 di italiani così distribuiti: in Europa la percentuale delle buste restituite alle Sedi sul totale di plichi inviati è del 31,1%; in America Meridionale è del 34,79%; per l`America Settentrionale e Centrale il dato è il 29,87%; nella ripartizione Africa-Asia-Oceania la percentuale è del 30,65%. Sul sito www.esteri.it sono pubblicati i dati di dettaglio per ciascuna Sede.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16. IL CENTRODESTRA ARRANCA

Per il primo instant poll di Tecnè per Sky Tg2, il centrodestra sarebbe in vantaggio netto solo in due regioni nella corsa al premio per il Senato: Veneto l’alleanza Pdl-Lega e altri (46% contro il 30% del centrsinistra) e Friuli (40 contro il 33%).
Testa a testa in Lombardia al 37%.
Al CentroSinistra lieve margine in Piemonte (37% contro 34) e Sicilia (32 contro 29). Al centrosinistra più tutti i duelli regionali.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15.21 – PRIMO INSTANT POLL

A poco più di 20 minuti dalla chiusura dei seggi, il primo instant poll dell’Istituto Tecnè per Sky Tg24 segnerebbe la carica del Centrosinistra nelle due Camere:

34,5% – coalizione PD – centrosinistra
29,0% – coalizione Pdl-Lega Nord
19%  – Movimento 5 Stelle
9,5% – lista Monti
3,5% – Rivoluzione Civile

Stando a queste percentuali, in Parlamento andrebbero: 340 seggi Centrosinistra; 140 centrodestra, 91 M5S, 46 Lista Monti.

PALERMO ROCCAFORTE DI M5S. Al Senato, su 1800 dichiarazioni di voto, il partito di Beppe Grillo a Palermo ottiene il 31,14% di preferenze, davanti al Pd col 30,14%. Più staccato il Pdl che si ferma al 14,53%. Non va oltre al 5,18%, invece, Rivoluzione Civile dell’ex pm palermitano Antonio Ingroia. Al 4,71% è infine la lista Scelta civica di Mario Monti.

Per quanto riguarda i risultati per coalizione, a quella di centrosinistra va la maggioranza delle preferenze con il 35,63% (Pd 30,14%, Sel 3,48%, Il Megafono Lista Crocetta 1,55%, Moderati 0,23%, Centro Democratico 0,23%), mentre alla coalizione di centrodestra il 22,85% (Pdl 14,53%, Grande Sud 1,55%, La Destra 0,8%, Lega Nord 0,2%, Fratelli d’Italia 0,46%, Mir 0,8%, Mpa 0,8%, Cantiere Popolare 3,71%).

I risultati tengono conto di una forbice pari al 3%.

IN LOMBARDIA. Per il Senato, Pd-Sel e altri avrebbero il 37,01%, contro il 37% di Pdl-Lega e altri.  Sempre secondo l'”instant poll” di Tecné relativo al voto in Lombardia per il Senato il M5S sarebbe al 14%. Il calcolo, a detta di Tecné, ha ufficialmente un margine di errore del 2,5% in più o in meno.

NEL LAZIO. Secondo il primo Instant poll di Tecnè per Sky Tg24 il centrosinistra ha conquistato il Lazio con il 35% delle preferenze, seguito dal centrodestra al 30%, dal Movimento 5 Stelle al 18% e da Scelta civica per Monti al 10%. Rivoluzione civile è attestata al 3%. Altri all’1%.

ELEZIONI POLITICHE 2013

Seconda giornata di elezioni 2013 in tutta Italia, con i seggi aperti dalle ore 7 di questo freddo lunedì 25 febbraio.

In tutte le circoscrizioni si potrà votare fino alle ore 15 per i rappresentanti della Camera, del Senato (solo i cittadini italiani che abbiano compiuto i 25 anni di età) e delle Regioni.

Alle 22 di ieri sera avevano votato tutti i leader delle posizioni schierate, così come espresso il proprio parere il 55,17% degli aventi diritto. Sarà per il maltempo, tra neve, pioggia, freddo in tutto lo Stivale, o più semplicemente per una certa stanchezza degli elettori rispetto ad una situazione civile e politica che definiremmo in pendant con il cielo di stamattina, ma il calo di interesse c’è, ed è forte, rispetto alla stessa tornata elettorale del 2008: allora fu il 62,55% a recarsi alle urne, segnando oggi un triste -7%.

Il dato negativo, registrato dalle Agenzie, però, viene fortunatamente bilanciato dalle percentuali di voto espresse sulle elezioni regionali: +9 punti rispetto al 46,86% dell’ultima volta, con la Lombardia in testa tra le Regioni più solerti (alle 22 di ieri era il 57,87%, +8 punti rispetto al 2010) ed una Milano dal forte senso civico (57,05% rispetto alle 47,10%).

Buona l’affluenza anche in Lazio (53,19% degli aventi diritto rispetto al 43,39%) con Roma al 53,95% – l’affaire Fiorito deve aver smosso gli animi visto che tre anni fa i votanti furono solo il 41,30%; ed in Molise, alle 22 è stata del 41,49% rispetto alle precedenti del 2011 che, alla stessa ora, registrò appena il 39,48%.

Alla chiusura dei seggi, ore 15, inizieranno le procedure di scrutinio cominciando dalle schede per il Senato. Lo spoglio andrà avanti ad oltranza.
Domani, dalle ore 14, comincerà lo spoglio delle schede per le elezioni dei rappresentanti regionali.
Alle 16 di oggi si conosceranno i primi exit poll. E noi di Infoiva li seguireremo.

Intanto, tra polemiche, contestazioni, prime accuse di brogli (ad Anzio, per esempio, con protagonista una veterana presidente di seggio denunciata alla Digos da Maurizio Brugiatelli, responsabile cittadino La Destra di Anzio), questa passerà come la tornata elettorale più “social” della storia della nostra Repubblica: nonostante gli avvertimenti e le regole, su molti profili Facebook e Twitter sono comparse foto “postate” direttamente dalle cabine elettorali.

Paola PERFETTI

Dal nuovo governo vorrei… Che cosa si aspetta dalle urne l’Italia che produce?

di Davide PASSONI

E alla fine ci siamo arrivati. Dopo un campagna elettorale lunga, estenuante, brutta, rissosa, povera di contenuti e di idee, la parola è passata alle urne. Dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio uscirà, si spera, una nuova maggioranza parlamentare che porterà a un nuovo governo.

Un governo che si troverà di fronte una serie di sfide e di problemi da far tremare i polsi, in uno scenario economico che se non è postbellico poco ci manca. Prima sfida, ridare fiducia a cittadini, imprese e consumi. Il resto viene in second’ordine.

Quanti di voi seguono Infoiva, da sempre o da poco, sanno quanto a noi non interessi da dove vengono idee e proposte: arrivino da destra o da sinistra, se sono utili e funzionali alla vita e al lavoro delle imprese vanno sempre bene. Di quale colore sarà il prossimo governo, poco ci importa: ci importa che sia in grado di prendere misure tali da far ripartire, anche gradualmente, domanda, lavoro, produzione e consumi. E siamo certi che anche le persone e le associazioni con le quali tutti i giorni ci confrontiamo la pensano come noi.

Ecco perché questa settimana abbiamo scelto di porre 4 domande secche ad alcune delle più importanti associazioni italiane di categoria, scelte tra quelle che lo scorso anno hanno patito più degli altri i colpi della crisi e quelle che si distinguono per avere tanto una visione chiara dei problemi del nostro Paese, quanto idee chiare sulle possibili soluzioni. Quattro domande per misurare le aspettative che ciascuna dei esse ha nei confronti del governo che verrà e dell’Italia che l’Esecutivo saprà disegnare da qui a cinque anni, se tutto andrà bene.

Perché anche in questo caso alle chiacchiere fumose preferiamo risposte precise. E chi meglio del popolo dell’Italia che produce è in grado di darle?

Addio ai Monti… dell’Appennino

di Paola PERFETTI

Ci siamo. Suona la campanella. Domani e lunedì, ci incontreremo tutti alle urne per votare il prossimo esecutivo. Chiude oggi l’analisi che l’osservatorio politico web di Infoiva  ha realizzato dall’inizio dell’anno sull’analisi degli umori e delle ricerche condotte del popolo del web sul prossimo candidato premier.

Finiamo oggi ma chiudiamo il cerchio misurando la temperatura della web reputation del Premier uscente Mario Monti.

Per lui, buone nuove sul fronte delle query, mai così puntuali, tra le poche ad essere mirate a comprendere il suo programma politico.

Nella top ten delle parole più ricerche e di quelle più frequenti, infatti, spuntano termini come “facebook mario monti“, “monti twitter“, “mario monti twitter“, “agenda monti“, “bersani“, “lista mario monti” con un “silvio berlusconi” pronto a spuntare dietro l’angolo. Sempre meglio della “massoneria”: quella l’abbiamo lasciata ad una decina di giorni fa.

I risultati dal 7 gennaio – 18 febbraio:

Ricerche più frequenti
facebook mario monti
monti twitter
mario monti twitter
mario monti agenda
lista mario monti
bersani
agenda monti
silvio berlusconi
mario monti programma
lista monti

Parole più ricercate nel periodo
agenda monti
bersani
lista mario monti
lista monti
mario monti agenda
mario monti programma
mario monti twitter
monti twitter
programma monti
silvio berlusconi

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Treviso
Cagliari
Vigevano
Salerno
Verona
Brescia
Genova
Pisa
Padova
Roma

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 10%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 60%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 10%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 20%

Internauti desiderosi di prepararsi, dunque, ma con un “di più”.

Rispetto a Ingroia, Grillo, Bersani, le aspettative sull’agenda Monti sono dislocate pressoché uniformemente in tutto lo Stivale: aumenta il NordEst, cala il Centro Italia, il Sud recupera il terreno.

Addio ai monti… ma solo quelli dell’Appennino?

Se tutto filerà liscio la risposta potremo averla già la sera di lunedì.

Uno Tsunami per Grillo…

di Paola PERFETTI

Meno due giorni e saremo chiamati a votare per le politiche di questo “caldo” febbraio 2013. Così, a poche ore dall’apertura dei seggi, l’osservatorio politico di Infoiva torna a vedere quali sono le parole chiave più gettonate dagli utenti del maggiore motore della rete, relativamente ai candidati premier.

Oggi è il turno di Beppe Grillo e del suo Movimento Cinque Stelle quanto mai “mosso” dagli internauti che, come un paio di settimane fa, sono sempre più attratti da “beppe grillo tsunami“, “la cosa“, “tsunami” e “tsunami tour“, alludendo proprio  al tour elettorale di Grillo partito a metà gennaio.

Queste query, dal 7 gennaio al 18 febbraio, hanno subito una brusca impennata, evidenziando sempre di più la portata virale e “geek” del fronte del comico genovese. Non è dunque un caso se in cima alle parole più frequenti “googlate” ed associate al suo nome spuntano sempre termini di ricerca come “blog” , “blog beppe grillo“, “beppe grillo facebook“.

Ecco i dati emersi:

Ricerche più frequenti
blog
blog beppe grillo
beppe grillo facebook
fatto
il fatto
fatto quotidiano
beppe grillo 2013
movimento beppe grillo
il fatto quotidiano
beppe grillo youtube

Parole più ricercate nel periodo
beppe grillo tsunami
la cosa
tsunami
tsunami tour
beppe grillo 2013
tour beppe grillo
programma beppe grillo
sondaggi beppe grillo
diretta beppe grillo
movimento 5 stelle

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Rimini
Cagliari
Udine
Ancona
Pisa
Genova
Modena
Mestre
Parma
Perugia

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 20%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 30%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna):  50%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia):  0%

Nessuna novità, dunque? Non proprio.

Rispetto ad una decina di giorni fa, il Grillo ha smesso di cantare a Mezzogiorno: se allora il leader del Movimento Cinque Stelle aveva raggiunto un buon +20% di interesse tra gli internauti del Sud Italia, oggi quel numero è pari allo zero.

Il riscatto però c’è ed è al Nord, Nordest e Centro Italia dove il nostro osservatorio ha registrato un significativo aumento di notorietà con impennate giunte nemmeno un mese orsono (giusto un -10% nel cuore del Belpaese).

Chissà se il popolo della rete sarà lo stesso che andrà a votare.