Energie rinnovabili, arriva il finanziamento per l’utilizzo

Energie rinnovabili arriva il finanziamento per il loro utilizzo per molte imprese, ecco tutte le novità previste, come e chi può richiederlo.

Energie rinnovabili, finanziamento a fondo perduto

Finanziamento a fondo perduto pari al 50% delle spese sostenute è possibile. Ma occorre investire nel settore delle rinnovabili, che sembra essere il focus su cui spinge anche in nostro Governo. In particolare alle piccole imprese spetta un contributo pari al 50% delle spese ammissibili, mentre per le medie imprese la percentuale scende al 40%.

Tuttavia le misure finanziabili riguardano la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, solari termici per una potenza nominale non superiore a 1.000 Kw. Inoltre sono finanziabili anche altri sistemi connessi a quelli fotovoltaici:

  • sistemi di monitoraggio e gestione dell’energia intelligente inclusa la domotica;
  • sistemi di accumulo funzionali allo stoccaggio di energia prodotta degli impiati fotovoltaici

Infine il sistema di energia rinnovabile dovrà essere commisurato al fabbisogno energetico dell’impresa, quindi tutto deve essere commisurato. Il limite minimo di spesa ammissibile è pari a 25 mila euro. Mentre il limite massimo è pari a 250 mila euro.

Quando presentare le domande?

Sono ammissibili le spese sostenute a decorrere dal 24 novembre 2022 fermo restando che il progetto non può essere materialmente completato prima che sia presentata la domanda di contributo. La presentazione della domanda può essere fatta dal 15 febbraio 2023 al 15 giugno 2023. Le domande saranno valutate secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Il contributo è ampliamento spiegato ed appoggiato dalla Confcommercio

Quali imprese possono richiederlo?

Possono accedere a questo bonus tutte le aziende operanti nel settore manifatturiero, del commercio, ristorazione, servizi di alloggio, magazzinaggio, trasporto, attività professionali, agenzia viaggi. Ed ancora possono richiedere il finanziamento le attività che si occupano di noleggio, attività sportive, divertimento ed intrattenimento.

Si ricorda che si tratta di un contributo a fondo perduto, come si può intuire dal nome, si tratta di un tipo di agevolazione data dall’ente pubblico all’azienda e che non prevede nessun tipo di rimborso. L’ente (Regione, Comune, Camera di Commercio, Ministero) eroga il contributo senza chiedere niente in cambio e questo permette alle imprese di avere dei conti

 

Energie rinnovabili, possibile fondo perduto per l’istallazione

Le energie rinnovabili sono sempre più in utilizzo e a breve arrivano anche dei soldi a fondo perduto per l’utilizzo, ed ecco per chi sono previsti.

Energie rinnovabili, 55 milioni di euro

Le energie rinnovabili sono sempre più in uso, il che è una buona notizia. Non solo per l’ambiente, ma anche per il contenimento di costi per la produzione di molti prodotti. Il tema è molto caldo, anche per gli immobili, si ricorda infatti che l’Unione Europea punta ad immobili a risparmio energetico entro il 2023. Per questo motivo la possibilità di finanziamento o di aiuti a fondo perduto sono sempre più una realtà anche per le aziende.

Così c’è a disposizione un bando con una dotazione di 55 milioni di euro, per prevede finanziamenti a fondo perduto per l’utilizzo delle energie rinnovabili nelle piccole e medie imprese regionali. La somma si aggiunge come sommatoria tra 24 milioni provenienti da fondi del Programma Fesr, cui si aggiungono 31 milioni di risorse stanziate dal bilancio regionale.  Le linee guida saranno pubblicate sul sito www.regione.fvg.it nelle sezioni dedicate al bando

A cosa sono destinati i fondi?

L’idea parte dal Friuli Venezia Giulia che ha spiegato l’iniziativa. I soldi serviranno al finanziamento di impianti fotovoltaici con potenza inferiore a 12Kw o impianti di solare termico. A questi 55 milioni si aggiungono i 100 milioni di euro a favore degli impianti fotovoltaici per i privati.  Inoltre si tratta di risorse che si aggiungono alle misure a sostegno della transizione energetica per gli impianti sportivi, per le aree culturali e a favore dei Comuni.

Magari a presto il sistema verrà anche applicato da altre Regioni o Comuni. Iniziative molto importanti per muovere verso la strada dell’efficienza energetica. I beneficiari saranno tanti: le micro, piccole e medie imprese dei settori manifatturiero, del commercio e dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, delle attività professionali, scientifiche e tecniche, del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, delle attività sportive, di intrattenimento e di divertimento e le altre attività di servizi definite nel bando, anche in forma di consorzio, società consortile o rete di impresa con soggettività giuridica, con attività primaria o secondaria riferita alla sede legale o unità locale-sede secondaria in cui viene realizzato l’intervento

Quando presentare la domanda

Le domande possono essere presentate dalle ore 10 del 15 febbraio alle ore 16 del 15 giugno. Le istruzioni non sono ancora interamente pronte, ma si sa che dovranno essere presentate in via telematica tramite il sistema online dedicato. In ogni caso si pensa anche ad un sistema veloce, che preveda la risposta entro 60 giorni dalla richiesta. Vedremo se su questo modello si muoveranno anche le altre Regioni o magari presto arriveranno dei fondi a livello Nazionale.

 

 

 

Impianti rinnovabili: novità in arrivo su inizio e fine lavori e contributo spettante

Arrivano novità dal decreto legge “Aiuti” in merito all’inizio e alla fine dei lavori degli impianti delle energie rinnovabili e alternative. Il provvedimento numero 50 del 17 maggio 2022, in attesa di conversione in legge entro il prossimo 16 luglio, dispone procedure semplificate per avviare gli interventi necessari per l’installazione di impianti delle energie rinnovabili. In tale ambito, le procedure stesse sono state semplificate e i relativi interventi possono essere avviati nel termine dei 36 mesi susseguenti all’ottenimento delle autorizzazioni. Non vi è, invece, allineamento con i termini di cinque anni della Valutazione di impatto ambientale (Via).

Autorizzazione per i lavori di installazione degli impianti energie rinnovabili

Il decreto legge numero 50 del 2022 interviene per snellire le procedure di autorizzazione necessarie per l’installazione dei sistemi di produzione di energie rinnovabili. Tali impianti devono essere cantierizzati in aree idonee dal punto di vista paesaggistico e culturale e autorizzate. Tra le novità del provvedimento, all’articolo 7 si ritrova il prolungamento del termine per iniziare i lavori di installazione dei pannelli fotovoltaici, ampliati a tre anni a partire dal rilascio dei titoli abilitativi. Le relative autorizzazioni sono indicate all’articolo 12 del decreto legislativo numero 387 del 2003. La scadenza dei 36 mesi si riferisce all’inizio dei lavori, mentre non è presente. nel decreto legge un limite temporale per l’esecuzione degli interventi stessi.

Autorizzazioni semplificate per le imprese turistiche e termali al fine di installare impianti energie rinnovabili

Tra le semplificazioni nell’ottenimento delle autorizzazioni all’installazione degli impianti di energie rinnovabili si ritrovano quelle riguardanti le strutture termali o turistiche. In caso di nuove installazioni di sistemi con potenza non eccedente un MW su terreni a disposizione delle strutture turistiche, si potrà inoltrare la Dila direttamente al comune competente per territorio. L’ottenimento dell’autorizzazione dipende dal fatto che l’impianto sia:

  • al di fuori dei centri storici;
  • in aree dove non sia presente il vincolo paesaggistico o culturale.

Proroghe autorizzazioni Via e paesaggio per l’installazione di impianti di energie rinnovabili

Tra le autorizzazioni alle quali far riferimento per l’installazione dei sistemi di produzione di energie rinnovabili, vi sono quelle della Via e paesaggistiche. L’eventuale protrarsi degli interventi oltre i 5 anni di riferimento delle due autorizzazioni è stato disciplinato dal comma 5, dell’articolo 25, del Testo unico dell’Ambiente che ammette la possibilità di prolungamento Via e paesaggistico. Le relative domande devono essere motivate e riscontrabili sia per quanto attiene al contesto ambientale, che per le eventuali modifiche progettuali intercorse.

Quali contributi si possono ottenere per l’installazione di impianti di energie rinnovabili?

Infine, i lavori di installazione di impianti che consentano la produzione di energie rinnovabili beneficiano di contributi statali. Gli incentivi sono pari a 0,05 centesimi di euro per ciascun chilowatt per ora di energia elettrica generata. I contributi, inoltre, devono mirare a realizzare progetti di intervento dal punto di vista economico, produttivo e sociale dei comuni nei quali le imprese abbiano presentato richiesta di autorizzazione per gli interventi di installazione degli impianti stessi.

 

Tassa sugli extraprofitti: quali imprese sono interessate?

Negli ultimi mesi si sente parlare spesso della tassa sugli extraprofitti che dovrebbe riguardare le società energetiche che con l’aumento delle tariffe del settore energia hanno percepito ricavi ulteriori. Tale tassa dovrebbe poi andare a coprire in parte gli aiuti ai contribuenti, ma di cosa si tratta, a chi spetta e potrebbe riversarsi nuovamente sui cittadini?

Tassa extraprofitti, a quanto ammonta?

La tassa sugli extraprofitti è stata introdotta dal Governo Draghi, nella prima formulazione prevedeva un’aliquota del 10%, nella formulazione invece introdotta con il decreto Crescita è addirittura stata innalzata al 25%. La tassazione extra si applica alle aziende che operano nel campo delle energie, tra queste vi sono: produttori, rivenditori e importatori di energia elettrica, di gas, tra cui anche le imprese che si occupano dell’estrazione della materia prima e dei prodotti petroliferi.

Per calcolare la tassazione extra si opera il raffronto della differenza tra le operazioni attive e passive al netto dell’IVA fatturate tra il primo ottobre 2021 e il 30 marzo 2022 con le somme fatturate invece nello stesso periodo dell’anno precedente. La ratio di questa tassazione degli extraprofitti è rappresentata dal fatto che, secondo il Governo, al netto degli aumenti generali, dalla preoccupante salita dei prezzi e dell’inflazione deriva comunque un maggiore ricavo per le aziende impegnate in questo settore. Di conseguenza, in una sorta di redistribuzione ideale, questi extraprofitti dovrebbero ritornare in parte ai consumatori. Infatti il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito questa misura come un contributo di solidarietà.

La tassazione degli extraprofitti dovrebbe riportare nelle tasche del governo circa 4 miliardi.

La reazione delle imprese del settore

Le aziende del settore non hanno fatto mancare le proprie critiche, in primo luogo perché la tassazione va a colpire anche le aziende che lavorano nel settore delle rinnovabili e che di conseguenza operano per la transizione ecologica, che in questo periodo è diventata una vera emergenza in quanto vanno a ridurre la dipendenza energetica dell’Italia dalla Russia.

Le aziende del settore denunciano anche un danno reputazionale agli occhi degli investitori esteri a causa della “perdurante incertezza regolatoria” del settore. Tra le critiche alle norme c’è anche il fatto che diventa difficile calcolare quali siano gli extraprofitti, infatti il confronto deve essere fatto con le operazioni attive e passive che si sono registrate tra il mese di ottobre 2020 e il mese di marzo 2021, quando la pandemia aveva ancora effetti pesanti, le aziende lavoravano in regime ridotto e di conseguenza anche i consumi energetici erano più bassi.

La norma esclude dalla extra tassazione i soggetti regolati che si occupano delle infrastrutture, si tratta di Terna, Italgas e SNAM. Gli altri soggetti saranno invece tassati. Per costoro si apre un nuovo problema, cioè il calcolo della base imponibile infatti in alcuni casi si tratta di realtà complesse.

Contratti di sviluppo a valere sul PNRR: quali aziende possono avvalersene?

Il PNRR prevede lo stanziamento di 3,1 miliardi di euro volti a rafforzare il sistema produttivo. Al fine di dare attuazione a tale obiettivo dal giorno 11 aprile le imprese potranno proporre istanza per accedere a tali fondi attraverso i contratti di sviluppo.

Contratti di sviluppo a valere sul PNRR

Le misure previste dal PNRR sono state rese operative attraverso due decreti del MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) pubblicato il 25 marzo 2022. La prima cosa da sottolineare è che le risorse di 3,1 miliardi di euro saranno gestite attraverso la piattaforma di Invitalia www.invitalia.it . Le domande potranno essere presentate dalle ore 12:00 del giorno 11 aprile 2022. Il ministro Giorgetti al momento della presentazione del bando ha sottolineato che si tratta di strumenti che creano anche sviluppo e occupazione riducendo di fatto l’impatto economico e sociale della transizione digitale e green. Inoltre queste misure sono in grado di calmierare gli effetti della guerra in Ucraina.

Quali aziende possono accedere ai contratti di sviluppo?

I contratti di sviluppo sono destinati a particolari tipologie di aziende. Si tratta di:

  • imprese delle filiere produttive strategiche;
  • imprese che operano nei settori delle energie rinnovabili;
  • attività che operano nel comparto batterie.

Quali sono le imprese delle filiere produttive strategiche?

La prima cosa da fare a questo punto è definire quali sono le filiere produttive strategiche. Il primo decreto direttoriale è rivolto esclusivamente ad esse. In base al decreto direttoriale del 13 gennaio 2022 sono quelle che operano:

I contratti di sviluppo in favore delle imprese che lavorano nelle filiere produttive e strategiche prevedono che il 40% dei fondi vada in favore di imprese localizzate nelle Regioni del Sud Italia. Inoltre il sostegno segue la misura Misura M1C2 Investimento 5.2 del PNRR.

In fase di presentazione del progetto attraverso la piattaforma Invitalia le imprese devono garantire il rispetto del principio Principio DNSH ovvero di non arrecare un danno significativo. In merito a ciò, il decreto all’articolo 3 prevede anche che l’impresa debba impegnarsi, in caso di bisogno di aumento occupazionale, a provvedere, dove possibile, attraverso l’assunzione di:

  • percettori di forme di sostegno al reddito;
  • disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo;
  • lavoratori coinvolti in tavoli di crisi presso il MISE.

Successivamente, in fase istruttoria, al fine di distribuire i fondi, Invitalia valuterà:

  • competitività e resilienza delle filiere produttive;
  • modalità di tagging digitale ( modalità attraverso cui l’impresa intende contribuire all’obiettivo climatico e digitale, al superamento del gender gap e obbligo di protezione e valorizzazione dei giovani);
  • rispetto del divieto del doppio finanziamento;
  • coerenza tra i vincoli temporali previsti dal PNRR e lo sviluppo del progetto presentato;
  • l’applicazione degli orientamenti tecnici espressi dalla Commissione Europea 2021/C280/01.

I contributi riconosciuti potranno essere revocati in tutto o in parte nel caso in cui in seguito a verifiche dovesse emergere il mancato rispetto del principio di non arrecare danno significativo.

Con successive circolari saranno indicate le norme di dettaglio per i contratti di sviluppo.

Contratti di sviluppo per le imprese dei settori rinnovabili e batterie

Il secondo decreto si occupa dei finanziamenti per i contratti di sviluppo rivolti alle imprese impegnate nel settore delle energie rinnovabili e batterie a valere sulla misura Misura M1C2 Investimento 5.1.

In questo caso gli incentivi sono rivolti allo sviluppo di tecnologie per la produzione di energie rinnovabili con investimenti in :

  • moduli fotovoltaici;
  • industria eolica con aerogeneratori di nuova generazione di taglia medio-grande;
  • settore batterie con accumulo elettrochimico.

Anche in questo caso nella fase di presentazione deve essere garantito il principio di “non arrecare un danno significativo”. Sono previsti gli stessi limiti occupazionali che abbiamo visto in precedenza. Dove possibile, tenuto conto della formazione necessaria per le varie figure professionali da assumere, devono essere preferiti disoccupati, percettori di RdC e lavoratori coinvolti in crisi di aziende al tavolo del MISE.  A differenza dei contratti di sviluppo previsti al punto precedente, qui non solo è presente la data di apertura della piattaforma per l’invio delle domande, ma è prevista anche la data di chiusura della stessa. Sarà possibile inviare domande fino alle ore 17.00 del giorno 11 luglio 2022.

Per poter accedere ai finanziamenti è necessario che l’attività sia caratterizzata da un progetto di ricerca e sviluppo e che ci sia un aumento della capacità di generazione di energia prodotta per le filiere eolica e fotovoltaico. Per il settore delle batterie vi deve essere un aumento della capacità di accumulo. Al fine di valutare l’accessibilità all’agevolazione/finanziamento Invitalia dovrà effettuare controlli inerenti il divieto di doppio finanziamento, la coerenza tra il progetto presentato e il PNRR e la fattibilità dal punto di vista temporale avendo riguardo alle tempistiche del PNRR.

Cosa prevedono i contratti di sviluppo

I contratti di sviluppo sono una misura articolata e prevedono l’accesso a finanziamenti agevolati, contributi in conto impianti, contributi diretti alla spesa, contributi in conto interessi.

Dal MISE infine arriva la conferma che a breve saranno pubblicati i bandi per la costruzione di autobus elettrici a cui sono destinati ulteriori 300 milioni di euro.

Si possono scaricare i due bandi sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico alla pagina: https://www.mise.gov.it/index.php/it/per-i-media/notizie/it/198-notizie-stampa/2043275-pnrr-dall-11-aprile-le-domande-per-i-nuovi-contratti-di-sviluppo

La lunga marcia delle fonti rinnovabili

Le fonti rinnovabili nel 2014 hanno prodotto il 23% dell’energia elettrica necessaria a soddisfare il fabbisogno di energia a livello mondiale. Tra le fonti maggiormente utilizzate, secondo i dati contenuti nel Renewable Energy Report – studio dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano -, il 73,6% è composto dall’idroelettrico, ma in costante crescita ci sono anche i pesi dell’eolico (oltre il 13%) e delle biomasse (8%). L’incremento dell’incidenza delle fonti rinnovabili (che nel 2014 tocca quota 1,7 TH da 1 TH del 2007) è dovuto principalmente alla crescita del settore fotovoltaico.

È quanto emerge dall’Osservatorio per le energie rinnovabili realizzato dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera in collaborazione con Innovhub SSI, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, e analizzato nei giorni scorsi durante il convegno “Energie rinnovabili, efficienza energetica, quale futuro”.

Nel 2014 – secondo quanto emerge dal rapporto – gli investimenti a livello globale per la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili hanno toccato quota 235 miliardi di euro, tornando ai livelli record del 2011 e invertendo così il trend negativo registrato negli ultimi due anni.

Ad aggiudicarsi il primato degli investimenti green nel 2014 è l’Asia che, con i suoi 115 miliardi di euro investiti in energia rinnovabile, rappresenta quasi il 50% del mercato, seguita dall’America con il 24% e dall’Europa con il 23%. L’Africa, pur posizionandosi all’ultimo posto nel panorama mondiale, è invece l’area geografica che registra la crescita più significativa dell’utilizzo di fonti rinnovabili, passando da 1 a 10 miliardi di euro investiti.

In Italia oltre il 40% dell’energia prodotta proviene da fonti rinnovabili: la crescita della produzione da rinnovabili è passata, infatti, dal 29% del totale nel 2011 al 45% nel 2014. Tale risultato è influenzato in maniera significativa dalla componente delle rinnovabili non programmabili (fotovoltaico ed eolico), quasi raddoppiate dal 7,3% del totale alla fine del 2011 a circa il 14% alla fine del 2014.

Tra le fonti maggiormente programmabili – ovvero quelle che possono essere prodotte in base alla richiesta di energia – è raddoppiato (dal 3,8% al 7,6%) il peso delle biomasse ed è cresciuto del 35% il peso dell’idroelettrico, mentre è rimasto pressoché costante (in assenza di nuove installazioni) il geotermico. Escludendo l’incidenza dell’idroelettrico, la produzione di energia proveniente dalle cosiddette “nuove rinnovabili” è passata dal 13% del 2011 all’attuale 23,4%.

Il volume d’affari generato in Italia dalle fonti rinnovabili è pari a circa 7 miliardi di euro. Di tale cifra, la componente principale è rappresentata dai ricavi generati dalla vendita di energia (46,9% del totale), seguita dal mercato “primario”, ossia quello composto dalle nuove istallazioni (fotovoltaico, biomasse e idroelettrico).

Nel primo semestre 2015, le rinnovabili nel mondo hanno prodotto complessivamente il 24% dell’energia elettrica (23% nel 2014) e gli investimenti per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili hanno superato la soglia dei 170 miliardi di euro. Un dato positivo che fa ben sperare per il superamento dei 235 miliardi di euro di investimenti realizzati complessivamente nel 2014.

Quanto al solo mercato italiano, dai dati relativi ai primi sei mesi del 2015 si evince che la produzione di energie rinnovabili rappresenta il 43,3% dell’elettricità totale generata nel Paese. Tale dato, in leggero calo rispetto al 45% del 2014, è però poco significativo in quanto non include i mesi di luglio e agosto, quando il settore fotovoltaico sostiene in modo significativo la domanda di energia elettrica.

Riguardo, invece, le singole fonti rinnovabili in Italia, nel primo semestre 2015 sono stati installati 128 MW di nuovi impianti fotovoltaici (pari a circa 243 milioni di euro di investimenti), 190 MW di impianti eolici (pari a circa 340 milioni di investimenti ) e 54 MW di nuova potenza installata nell’idroelettrico (pari a circa 215 milioni di investimenti). Dati in linea con il buon andamento registrato nel 2014 in Italia da queste fonti rinnovabili (circa 560 MW di installato).

Ami le energie rinnovabili? Energy World Network è il franchising giusto

Quella delle energie rinnovabili non è solo una moda, ma una necessità per provare a costruire un mondo più sostenibile dal punto di vista di sprechi ed emissioni. Se poi le energie rinnovabili si possono trasformare anche in una opportunità di business, meglio ancora.

Questa opportunità di esplorare da imprenditori il settore delle energie rinnovabili la offre il franchising di Energy World Network che, come comunica l’azienda, “gode di un livello di preparazione, di competenze e professionalità per poter garantire ai Clienti una consulenza efficace, mirata alla soddisfazione delle singole esigenze attraverso i nostri prodotti. Proponiamo infatti prodotti innovativi e tecnologicamente all’avanguardia e abbiamo accordi quadro con i maggiori players del mercato internazionale”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almeno 40 mq

Bacino d’utenza: non specificato

Investimento iniziale: da 12mila a 18mila euro

Fatturato medio annuo: non specificato

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: 3 anni

Per maggiori informazioni: Energy World Network

Enel si “rimangia” Enel Green Power

Prima la molla, poi la riprende. Sembra questo il destino che lega Enel a Enel Green Power, dal momento che la controllante si riporterà in casa la controllata. La notizia, prima anticipata dal giornale spagnolo El Confidencial, ha ora trovato fondamento in una nota congiunta delle due società.

I consigli di amministrazione di Enel ed Enel Green Power – si legge nel testo – hanno avviato l’esame di un’ipotesi di integrazione societaria delle attività di Egp all’interno di Enel, in relazione alla quale hanno provveduto alla individuazione di consulenti legali e finanziari“.

Tale ipotesi di integrazione – continua la nota – non prevede l’effettuazione di alcuna offerta pubblica di acquisto e/o di scambio avente ad oggetto azioni Egp da parte di Enel. Enel ed Egp provvederanno ad informare tempestivamente il mercato delle deliberazioni che dovessero essere adottate dai rispettivi Consigli di Amministrazione in merito all’indicata ipotesi di integrazione“.

L’approvazione dell’operazione dovrebbe avvenire a novembre e le assemblee delle due società dovrebbero riunirsi a inizio gennaio per completare il passaggio entro il mese di marzo 2016. L’operazione porterebbe così al delisting di Egp da Piazza Affari, dove aveva debuttato 5 anni fa, a novembre 2010.

Dietro questa strategia di Enel potrebbe esserci il fatto che, nella sua vita in Borsa, Egp non ha mai brillato più di tanto: dopo il debutto a 1,60 euro per azione, i titoli non sono mai saliti oltre quota 1,95 euro. Sembra però più plausibile il fatto che, con questa operazione, Enel voglia ottimizzare le proprie risorse alla luce delle sfide che dovranno affrontare nei prossimi anni le utility europee e mondiali, oltre a rimettere un piede in maniera decisa nel campo delle rinnovabili, il cui sviluppo, a oggi, è travolgente. Non è un caso che la quota del fatturato di Enel Green Power su quello totale della controllante sia arrivato oggi a oltre il 30%.

Nuovi decreti per Conto Termico e FER

Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha anticipato l’arrivo di nuovi decreti volti a regolamentare gli incentivi relativi a Conto Termico e fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.

Il ministro, confermando la definizione del nuovo Conto Termico e di un decreto-ponte sugli incentivi per le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico entro il 2017, ha dichiarato: “Gli oneri di incentivazione sono saliti da poco più di 2 miliardi di euro nel 2009 ai 12 miliardi di oggi. Nonostante molti tentativi di ridurne il peso costituiscono l’85% degli oneri di sistema e incidono per un quarto della spesa elettrica di una famiglia. Le rinnovabili restano tra le priorità, ma vorremmo indicare criteri per una revisione, continuando a sostenere lo sviluppo delle rinnovabili, ma con più attenzione per i costi e le ricadute sul sistema produttivo.
Per il fotovoltaico il tetto di 6,7 miliardi di euro all’anno è stato già raggiunto al 2013, ma rimangono significativi incentivi impliciti. Sulle altre fonti il tetto fissato a 5,8 miliardi l’anno ha un contatore che indica 5,7 miliardi e come Ministero intendiamo emanare a breve un intervento che valga fino al 2017, quando partirà la nuova fase di incentivi, che riutilizzi a favore del settore le risorse che si renderanno via via disponibili pur nel rispetto del tetto, individuando criteri selettivi per la loro allocazione
“.

Nel frattempo, il ministro ha già trasmesso la bozza del decreto al Ministero dell’Ambiente e alle Politiche agricole. La pubblicazione definitiva avverrà solo dopo averne ricevuto il parere dal Ministero.

Vera MORETTI

Enel Green Power guarda all’Egitto

In barba alla tensioni geopolitiche che attraversano il mondo arabo e il Nordafrica in particolare, l’Egitto continua a essere terra di conquista per il business made in Italy. Dopo Eni, tocca a ora Enel Green Power focalizzare la sua attenzione sul Paese dei Faraoni.

Nei giorni scorsi, infatti, Eni aveva comunicato nuovi record per la sua attività estrattiva nel Paese, mentre ora l’ad di Enel Green Power Francesco Venturini ha parlato delle strategie dell’azienda in Egitto. Secondo Venturini, infatti, il Paese “rappresenta una parte importante della nostra strategia nel Mediterraneo e, insieme al Marocco, sta sviluppando gare molto importanti“.

Venturini ha parlato nei giorni scorsi a margine del convegno Res4Med e ha ricordato che l’Egitto è “un Paese in grandissima crescita” e su cui Enel Green Power ha “grosse speranze“. Del resto, nei giorni scorsi in Egitto si è conclusa una gara per 250 megawatt di eolico che Enel Green Power non si è aggiudicata: la società punta a gare che assicurano il ritiro dell’energia a prezzi prestabiliti e non “a prezzi da record”, come ha sottolineato Venturini, che hanno caratterizzato la gara in oggetto.

Nelle sue dichiarazioni, l’ad di Enel Green Power ha di fatto aperto le porte a investimenti in tutto il continente africano. Oltre ad aver parlato di Marocco, Algeria e Tunisia, Venturini ha ricordato che, grazie all’attività per ora concentrata solo in Sudafrica, Enel Green Power è il primo operatore privato di energie rinnovabili in Africa: “Il nostro obiettivo è di continuare a svilupparci in tutto il continente, guardiamo con particolare interesse al Corno d’Africa e al Kenya“, ha concluso Venturini.