Evasione fiscale, quale paradiso scegliere

 

Se è vero, com’è vero, che le società italiane hanno nascondono nei più svariati angoli del pianeta una cifra di denaro evaso all’anno molto vicina al centinaio di miliardi di euro, una domanda sorge spontanea (per mera curiosità, ovviamente…): quali sono i paradisi fiscali più gettonati? E se, di primo acchito, ci verrebbe da rispondere qualche lontana isola caraibica, magari storpiandole il nome, dando un’occhiata alla lista venuta a galla nell’ambito di un’inchiesta sull’evasione della malavita organizzata in Lombardia, la sfilza di destinazioni offshore sorprende non poco.

Circa un quarto delle società di facciata emerse nelle indagini su casi di corruzione si trovano negli Stati Uniti; il doppio rispetto a quelle registrare a Panama e sette volte quelle presenti sul territorio delle Isole Cayman, la patria dei conti offshore nell’immaginario collettivo. E, sorprendentemente, le imprese lombarde preferiscono nascondere il proprio denaro nel Delaware, piccolo Stato sulla East Coast statunitense.

Solo nel 2013 la Lombardia ha registrato bonifici da e verso paradisi fiscali per una somma superiore ai 69 miliardi di euro (34 in uscita e 35 in entrata). «Molti imprenditori che in passato si erano creati un gruzzolo all’estero, ora sono in crisi di liquidità e fanno rientrare i capitali, autodenunciandosi all’Agenzia delle Entrate, che fa loro pagare imposte e sanzioni – spiega Andrea Ballancin, docente di Diritto tributario all’Università del Piemonte Orientale -. I movimenti con bonifico, tuttavia, sono quelli meno sospetti perché le banche, per legge, devono comunicare alla stessa Agenzia qualsiasi trasferimento superiore ai 15 mila euro».

JM

Evasione, il punto di Miss Fisco

Rossella Orlandi, da giugno nuova direttrice dell’Agenzia delle Entrate, ha fatto il punto della situazione sull’evasione fiscale in un’intervista al Corriere. Primo punto affrontato quello spinoso del Canone Rai: “L’evasione è così alta perché io fino a 2 mila euro di debito non posso fare nessuna azione esecutiva. Mando un avviso, e se il contribuente è una persona per bene paga, altrimenti no, e non posso farci niente. Le norme con cui gestiamo il canone sono di un Regio decreto del ‘38, quando la Rai ancora non c’era, e nessuno ha mai voluto cambiarle”.

Soddisfatta delle norme sul Pos obbligatorio: “L’evasione con questa mossa si riduce. Questo è dimostrato da tantissimi studi. All’estero si paga con la carta anche il caffè, ma all’estero non è che tutti gli oneri della moneta elettronica siano in carico ai commercianti, come da noi”.

Le ultime considerazioni degne di nota sono sul rapporto con Equitalia e su un certo protagonismo dei suoi predecessori: “Forse c’è stato un eccesso di protagonismo, ma io sono un funzionario dello Stato. Mi hanno insegnato che quando un funzionario prende una responsabilità non deve mettersi il pennacchio. Applichiamo le leggi. E segnaliamo le cose che non vanno, questo sì. Non sarò presidente anche di Equitalia perché per me è opportuno che ci sia una netta separazione dei ruoli”.

JM

Delega fiscale, i punti salienti

Sono in molti coloro tra gli operatori in ambito fiscale e tributario che sono a dir poco scettici di fronte alla delega fiscale licenziata la scorsa settimana dalla Camera. Apparentemente un percorso senza ostacoli: 309 sì, 99 astenuti, nessun voto contrario. Eppure se ne sono viste talmente tante negli ultimi anni che un minimo di cautela è d’obbligo.

Sia come sia, vediamo per punti quali sono i contenuti più qualificanti della delega fiscale approvata dalla Camera e diventata legge.

OBIETTIVI. Riduzione della pressione tributaria sui contribuenti, nel rispetto del principio di equità – compatibilmente con il rispetto dell’art.81 della Costituzione – nonché degli obiettivi di equilibrio di bilancio e di riduzione del rapporto tra debito e Pil stabiliti in sede europea.

PROCESSO TRIBUTARIO. Vengono recepiti i principi indicati dal Cnel per la riforma dei procedimenti e del processo in materia tributaria. Coordinamento e semplificazione delle norme sugli obblighi dei contribuenti; vengono potenziate le forme di contraddittorio tra amministrazione e contribuenti; leale e reciproca collaborazione tra amministrazione e cittadini; rafforzamento della conciliazione nel processo tributario.

LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE. Le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione e all’erosione fiscale devono essere esclusivamente attribuite al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Favorire quindi l’emersione di base imponibile anche attraverso misure finalizzate al contrasto di interessi. Potenziamento della fatturazione elettronica e riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti.

CATASTO. Nuovo metodo di conteggio del valore basato non sul numero dei vani ma sui metri quadrati e su una formula che lo avvicina alle reali stime di mercato. Massima pubblicità e trasparenza delle funzioni statistiche e monitoraggio semestrale (con relazione del Governo al Parlamento) sugli effetti della revisione, articolati a livello comunale, per verificare l’invarianza di gettito. Valori e rendite non potranno andare al di sopra del valore di mercato.

RESPONSABILIZZAZIONE. Deve essere individuabile, per ciascun tributo, il livello di governo che beneficia delle relative entrate. Va suddiviso per soggetti istituzionali (Stato, Regioni, enti locali), il quadro dei beneficiari e/o dei cobeneficiari delle singole imposizioni. Stop alla deregulation sulle addizionali.

COMPENSAZIONE. Generalizzazione del meccanismo della compensazione tra crediti d’imposta vantati dal contribuente e debiti tributari a suo carico.

GIOCHI. I Comuni parteciperanno alla pianificazione della dislocazione di sale da gioco e punti vendita; maggiori controlli anti-riciclaggio e rafforzamento delle norme sulla trasparenza e sui requisiti soggettivi.

INCENTIVI E CONTRIBUTI. I risparmi di spesa derivanti da riduzione di contributi o incentivi alle imprese devono essere destinati alla riduzione dell’imposizione fiscale sulle imprese. Mantenimento del regime penale per i comportamenti più gravi; revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio amministrativo per correlare le sanzioni all’effettiva gravità dei comportamenti, con possibilità per le fattispecie meno gravi di applicare sanzioni amministrative anziché penali.

DICHIARAZIONE PRECOMPILATA E SEMPLIFICAZIONE. Per la predisposizione delle dichiarazioni e per il calcolo delle imposte, va prevista la possibilità di invio ai contribuenti e di restituzione da parte di questi ultimi di modelli precompilati.

STATUTO DEL CONTRIBUENTE. Ultimo ma fondamentale passo, i decreti devono rispettare i principi costituzionali, quelli dell’ordinamento dell’Ue, e quelli dello Statuto del contribuente, con particolare riferimento al vincolo di irretroattività delle norme tributarie di sfavore.

Pos per i professionisti: per chi e da quando

Facciamo un po’ di chiarezza sull’obbligo di utilizzo del Pos per imprese e professionisti, visto che negli ultimi giorni si sono sentite diverse discussioni e diversi pareri. Intanto, una certezza: dall’1 luglio prossimo, l’obbligo di accettare le carte di debito per tutte le transizioni superiori a 30 euro sarà effettivo per tutte le imprese e i professionisti, indipendentemente dal loro fatturato.

Il Ministero dello Sviluppo economico ha infatti smentito di aver emanato un nuovo decreto correttivo per disciplinare ulteriormente i principali aspetti dell’obbligo di ricevere in pagamento le carte di debito. Il ministero prevede l’obbligo di accettare le carte di debito per le transazioni di importo superiore ai 30 euro da applicare in due momenti: fino al 30 giugno 2014, l’obbligo sarà in vigore solo per le imprese e i professionisti con un fatturato, nell’anno precedente, superiore a 200mila euro; dall’1 luglio, l’obbligo sarà esteso ai soggetti con un fatturato inferiore ai 200mila euro. L’entrata in vigore del decreto avverrà dopo 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, mentre entro 90 giorni ci sarà la definizione delle modalità di adeguamento per i soggetti con fatturato inferiore a 200mila euro.

Il Ministero va dunque avanti spedito, facendo piazza pulita delle voci e delle illazioni secondo le quali il testo definitivo sarebbe stato, per così dire, più morbido, con l’obbligo di accettare i pagamenti con carte di debito solo per i soggetti con fatturato di almeno 300mila euro e per le attività svolte all’interno degli esercizi e degli studi professionali. Deluso anche chi si aspettava un rinvio fino al 31 gennaio 2015.

Al di là delle giuste rimostranze che sono state mosse da più parti, è utile ricordare una cosa: imprese e professionisti non possono alzare le barricate come se la cosa piovesse dal cielo, visto che avrebbero dovuto accettare i pagamenti con carte di debito già a partire dal 1° gennaio 2014, come previsto originariamente previsto dal D.L. 179 del 2012. Un decreto rimasto comunque in stand by a causa della mancanza del decreto attuativo che avrebbe dovuto definire gli eventuali importi minimi, i termini e le modalità in base alle quali individuare i soggetti destinatari della misura. Ora siamo arrivati al dunque: se sarà un dunque positivo o negativo, scommettiamo che non ci vorrà molto per capirlo…

Vorrei ma non… Pos. Il pasticcio del Pos per i professionisti

di Davide PASSONI

Una delle caratteristiche che ci contraddistingue come italiani è quella di avere un sacco di fantasia. Peccato, però, che questa fantasia spesso e volentieri la mettiamo in campo anche quando combiniamo pasticci e casini di varia natura. Capita anche nel mondo dell’impresa, delle professioni e della politica. E, a proposito di pasticci, questa settimana INFOIVA vuole fare il punto sul Pos obbligatorio per i professionisti.

Una misura introdotta, si dice, per contrastare le possibile evasioni, oltre che per garantire maggiore trasparenza nei rapporti tra professionisti e clienti. Sempre nell’idea, sbagliata, che il mondo delle libere professioni sia una sorta di giungla nella quale la parola d’ordine è “fregare”, sempre e comunque: il cliente, lo stato, la deontologia.

Una misura della quale si parla da quasi due anni ma che, tra passi avanti, indietro, di lato, decreti attuativi che non arrivano, accuse incrociate e fuoco altrettanto incrociato, si è trascinata fino a ora. Come spesso accade, intenti nobili o convinzioni errate danno comunque vita a soluzioni che, spesso, sono peggio del problema. Se non altro per il disagio che l’adempimento di questa misura porterà ai piccolissimi studi e ai free lance.

Cercheremo di capire, dalla voce dei protagonisti, quale possa essere la reale efficacia dell’introduzione del Pos obbligatorio per i professionisti, se davvero è un aiuto all’emersione del nero o se, come i soliti maligni sostengono, un aiuto alle banche, viste le commissioni che incassano su ogni singola transazione. Ma non era il governo Monti quello amico delle banche? Mah…

Evasione fiscale, nei guai l’ex Udc Rudy Maira

 

La guardia di Finanza di Caltanissetta ha posto sotto sequestro sette immobili, tra terreni e fabbricati per un valore complessivo di un milione di euro all’ex deputato Udc, Raimondo Luigi Maira. Secondo il Gip, Maira non avrebbe dichiarato oltre 4 milioni di euro di ricavi per circa quattro anni consecutivi.

Il sequestro preventivo è stato disposto dal Tribunale di Caltanissetta al termine di una indagine iniziata nello scorso febbraio durante la quale sono stati disposti accertamenti tributari nei confronti di alcuni avvocati per ricostruirne la loro effettiva capacità contributiva. Non è la prima volta che l’ex centrista finisce nel mirino della giustizia: in passato è stato indagato anche per associazione a delinquere finalizzata alla gestione degli appalti pubblici.

JM

Evasione fiscale, tre imprenditori nei guai a Palmi

 

La guardia di Finanza di Palmi, nell’entroterra reggino, ha sequestrato due società, per un valore complessivo di oltre 500 mila euro, e denunciato tre persone: i due rappresentanti legali e l’amministratore delle due aziende truffaldine. I beni sequestrati consistono in 2 automezzi, 2 fabbricati e quote nominali di 2 distinte società operanti nella provincia di Reggio Calabria.

Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento o distruzione di documenti contabili, sono questi i reati contestati, previsti e puniti dagli articoli 2-4-8 e 10 del D. Lgs. 74/2000.

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Corte dei Conti: “L’evasione fiscale vale 130 miliardi”

La Corte dei Conti ha stimato che le tasse evase in Italia ammontano circa a 120 miliardi di euro. Un numero impressionante «non compatibile con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico» come ha dichiarato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in occasione del convegno sulla legalità fiscale. «Sul versante dell’evasione fiscale, nonostante l’impegno ed i grandi assi in avanti fatti negli ultimi anni c’e’ ancora molta strada da fare, non sarà semplice ma è una fondamentale questione di equità sociale non procrastinabile».

Il ministro dell’Economia Saccomanni ha sottolineato anche l’urgente necessità di snellire l’azione ministrativa di accertamento dei tributi «evitando di trasformare il sistema fiscale in un ostacolo per la crescita dell’economia nazionale» tutelando così le «imprese sane».

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Evasione fiscale e prodotti sequestrati, caos a Chinatown

Caos in via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese, dove sono stati sequestrati ben 3.500 prodotti, tra freccette luminose, pistole giocattolo con puntatore laser, accendini fantasia e 1.700 pile prive di autorizzazione della Camera di Commercio e del simbolo del riciclo e diversi esercizi risultano indagati per evasione fiscale.

“Questa operazione della polizia locale – spiega l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli – si aggiunge ai numerosi interventi dell’Amministrazione comunale per la tutela dei consumatori e delle aziende che commerciano nella legalità: solo nell’ultimo anno, infatti, sono circa 500.000 i giocattoli e i prodotti pericolosi che sono stati sequestrati”.

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Evasione fiscale, 8 milioni evasi a Torino

 

La guardia di finanza di Torino ha individuato una maxi evasione da 8 milioni di euro riconducibile a tre società operanti nel settore degli autotrasporti, di fatto gestite da un medesimo titolare. Zero reddito imponibile e pochi centesimi di Iva da versare, riportando in contabilità solo parte delle fatture emesse, mentre annotavano tutte le fatture di acquisto.

Nei giorni scorsi due imprenditori del settore informatico, nell’ambito di un’altra operazione sulle maxi evasioni, sono stati arrestati dai militari piemontesi, che hanno anche posto sotto sequestro preventivo beni per 2,5 milioni di euro. In manette sono finiti Maurizio Boggio, 40enne torinese secondo gli investigatori promotore della frode e Massimo Pasquale, 47enne tarantino.

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