Un 8 marzo guardando a Expo2015

Oggi è l’ 8 marzo, le donne festeggiano (anche se non sempre ne avrebbero motivo, viste le vessazioni e le discriminazioni cui ancora devono sottostare…) e parlano, specialmente in rete. E di che cosa parlano in questo 8 marzo e non solo? Anche di Expo2015.

Secondo un’analisi della Camera di commercio di Milano attraverso VOICES from the Blogs, spin off dell’Università degli  Studi di Milano, all’estero, a parlare di Expo2015 negli ultimi 4 mesi sono per la maggior parte donne: il 54% di utenti unici donna rispetto al 46% di utenti unici uomini.

Sono 636 i commenti internazionali delle donne nel mondo ogni giorno (anche oggi 8 marzo), soprattutto da Europa e Stati Uniti. In Italia sono 5.500 i commenti delle donne in italiano ogni giorno su Expo2015, anche se più attivi sul tema sono gli uomini col 54% del dibattito. Ma l’interesse delle donne è in crescita: 46% rispetto al 44% di dicembre 2014. E le donne, anche in questo 8 marzo, sono più Expo-ottimiste sulla manifestazione.

L’analisi è stata realizzata su 146mila commenti in Rete pubblicati nel mondo, escludendo l’italiano, che parlano di Expo2015 dal 1 novembre 2014 al 4 marzo 2015 e su un’analisi su 323mila commenti in Rete pubblicati in italiano che parlano di Expo2015 durante i primi due mesi del 2015.

E, a proposito di 8 marzo e di Milano, sempre secondo la Camera di commercio del capoluogo lombardo, in regione sono ben 153mila le imprese femminili a fine 2014, che danno lavoro a 374mila persone. Di queste imprese, 18mila sono straniere e 21mila sono giovani. Si stima che Expo2015 porterà 2.600 nuove imprese femminili in Italia, metà delle quali in Lombardia. Buon 8 marzo a tutte, imprenditrici e non!

Il Piano straordinario del governo per il made in Italy

Che il rilancio del made in Italy sia una fissa del premier Renzi e che ne voglia fare uno dei pilastri dell’azione di governo in ambito economico è cosa risaputa. Va in questa direzione anche il recente “Piano straordinario per il Made in Italy” varato dal governo e presentato a Milano dal viceministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il presidente di Aefi (l’Associazione Fiere italiane) Ettore Riello.

Un programma che prende ispirazione dall’imminente Expo2015 di Milano e che prevede, per quest’anno, uno stanziamento di 261 milioni da destinare a 5 principali aree di intervento, tra le quali “il potenziamento dei grandi eventi in Italia“, a beneficio del made in Italy.

Ecco il perché della presenza di Aefi. Forte sarà infatti il supporto alle manifestazioni fieristiche maggiormente cresciute in Italia e all’estero negli ultimi anni, con l’obiettivo di favorire l’internazionalizzazione delle imprese esportatrici di prodotti, eccellenze e know-how made in Italy.

Le fiere interessate dal Piano sono infatti più di oltre 40 e conteranno su finanziamenti totali per 48 milioni di euro purché abbiano “una posizione di leadership nel proprio settore a livello globale”.

Come ha ricordato il viceministro Calenda, “la cifra destinata nel 2015 al made in Italy ammonta a sei volte la media dei precedenti stanziamenti, e dimostra l’impegno del governo a favore dell’export. Il settore delle fiere svolge un ruolo cruciale nella promozione del sistema Paese e dei nostri prodotti, per questo all’interno dei fondi sono stati stanziati ben 48 milioni di euro, per potenziare i grandi eventi fieristici”.

Si respira aria nuova tra gli imprenditori – ha concluso Calenda -, questo può essere un anno straordinario per le esportazioni”.

Un’app e un dizionario per il made in Italy in vista di Expo2015

Aiutare i visitatori stranieri di Expo2015 a scoprire e apprezzare il patrimonio di qualità e artigianalità che contraddistingue il made in Italy attraverso una semplice app e una guida tascabile per scoprire tutti i segreti della tradizione italiana. Questo l’obiettivo di “Vendere alle diverse culture nel fashion retail, valorizzando le esperienze di eccellenze” la campagna di sensibilizzazione ideata da Federazione Moda Italia-Confcommercio grazie al contribuito del Comune di Milano e di Regione Lombardia in vista di Expo2015.

“Vendere alle diverse culture nel fashion retail, valorizzando le esperienze di eccellenze” è un progetto che nasce dall’esigenza del Comune di Milano, di Regione Lombardia e di Federazione Moda Italia – Milano di tutelare il consumatore straniero favorendone acquisti trasparenti e in linea con l’autenticità del made in Italy, oltre a preparare il personale di vendita alle differenti abitudini d’acquisto della clientela.

Inoltre, vuole stimolare gli imprenditori, i distributori e gli operatori del comparto moda, sia esso abbigliamento, calzaturiero o accessori, ad una crescente attenzione verso questo tipo di consumatore, migliorando la propria attrattività soprattutto durante i sei mesi di Expo2015.

Il progetto si svolgerà dall’1 marzo al 30 giugno 2015 e si articola in cinque azioni a cominciare dalla realizzazione di partnership commerciali con i principali vettori ferroviari per l’incoming di nuovi visitatori, anche attraverso promozioni e scontistiche a loro dedicate nei negozi che aderiranno all’iniziativa in vista di Expo2015.

Spazio anche al web con l’attivazione di www.ModApp.it, il sito in cui si potrà trovare la mappatura online dei principali fashion store milanesi con l’obiettivo di aiutare il consumatore italiano e straniero a trovare i negozi in cui concentrare i propri acquisti, proponendo recensioni, immagini di prodotti, marchi e orientandolo verso un’esperienza d’acquisto mirata.

Data la natura di Expo2015, il progetto rivolge la propria attenzione non solo al consumatore ma anche agli operatori commerciali, grazie a “Abbiamo stoffa da vendere”, corsi di formazione e workshop per incrementare le conoscenze linguistiche e le tecniche di vendita degli operatori di Milano e della Lombardia nei rapporti con gli stranieri, con l’obiettivo di conoscerne usi, costumi e stili di vita.

Da Asconfidi Lombardia e Ubi Banca 20 milioni per le imprese

Buone notizie per le imprese che, in Lombardia, vedono un’opportunità nell’imminente Expo2015. Asconfidi Lombardia ha infatti attivato con il gruppo Ubi Banca uno speciale plafond, per un importo complessivo di 20 milioni di euro, finalizzato al rilancio e allo sviluppo delle imprese lombarde.

Potranno accedere al plafond tutte le imprese socie dei 15 consorzi fidi (con oltre 54mila imprese) che aderiscono ad Asconfidi Lombardia, su tutto il territorio della regione, per ottenere concessioni di credito da parte degli istituti Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Valle Camonica.

Si tratterà di finanziamenti fino a 150mila euro, di durata compresa tra 24 e 60 mesi, con uno spread agevolato (dal 2,1% al 3,05%) e costi di istruttoria contenuti.

Si tratta – ha commentato Carlo Alberto Panigo, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Asconfidi Lombardia di un’iniziativa importante per contribuire alle esigenze di sviluppo delle imprese lombarde, a meno di cento giorni dall’avvio di Expo 2015 e in un momento in cui è fondamentale ogni sforzo per sostenere la ripresa”.

Gli fa eco Rossella Leidi, Chief Business Officer di Ubi Banca: “Expo 2015 rappresenta sicuramente un’opportunità per le imprese lombarde e può segnare un importante punto di svolta per l’economia del nostro Paese. Il nostro Gruppo vuole essere al fianco degli imprenditori che credono in questa prospettiva con progetti seri e sostenibili”.

Expo2015, in rete cresce l’ottimismo

Forse il 2015 non sarà l’anno della tanto agognata ripresa, ma sarà di sicuro l’anno dell’Expo. Un Expo2015 che, in rete, è stata degnamente preparata nel 2014: da gennaio a dicembre 2014 il numero complessivo di post che hanno parlato di Expo2015 scritti in italiano sono stati quasi un milione, con un picco a maggio (oltre 192mila) e a luglio (quasi 102mila). Il 13 maggio 2014, con oltre 25mila menzioni, è stato il singolo giorno durante l’anno in cui si è più discusso di Expo2015.

Il dato emerge da un’analisi della Camera di commercio di Milano attraverso VOICES from the Blogs, spin off dell’Università degli Studi di Milano, realizzata su circa un milione di commenti in Rete nel 2014, circa 90mila solo a dicembre.

Se si considera l’andamento del sentiment su Expo2015, il punto più basso si è avuto a maggio (sentiment positivo: 60,2%). Da luglio in poi, invece, il sentiment ha mostrato una decisa crescita che ha toccato a novembre il punto più elevato (79,4% in Italia e 78,6% a Milano), dato che prosegue a dicembre (75,1% in Italia, 76,7% A Milano). Se si considera l’intero 2014 nel suo complesso, il valore medio del sentiment è stato pari al 68,8%.

A dicembre, le ragioni di un sentiment positivo verso Expo2015 sono stati gli eventi, ma anche orgoglio nazionale. Gli eventi collegati a Expo2015 hanno suscitato l’interesse di quasi un milanese su due e di un italiano su tre, mentre uno su dieci si è sentito coinvolto per un motivo di orgoglio nazionale.

Di Expo2015 parlano di più gli uomini rispetto alle donne, un gap che è cresciuto nell’ultimo mese (totale commenti da utenti uomini: 64,2% rispetto al 57,1% di novembre), anche se le donne sono più positive.

Tra le cinque principali città che hanno discusso di Expo2015, a dicembre 2014 al primo posto sempre Milano, con un peso però in discesa rispetto a novembre (57,5%: -11,7% rispetto al mese di novembre), segno che l’interesse per Expo2015 è sempre più nazionale. Al secondo posto Roma (15,4%, circa un commento su sette), poi Torino (3,6%) e Firenze (3,2%).

Made in Italy agroalimentare, la top 5 delle eccellenze

Coldiretti si prepara a Expo2015, dedicata a pianeta e nutrizione, snocciolando i primati conquistati nel mondo dal made in Italy agroalimentare, vero cavallo di battaglia dell’associazione dei coltivatori diretti.

Per farlo, ha stilato una vera TOP 5 del made in Italy agroalimentare che è un biglietto da visita di prim’ordine specialmente per quanti, nel mondo, creano cloni e tarocchi che nulla hanno a che vedere con la qualità dei prodotti italiani. Ecco la TOP 5 di Coldiretti.

  1. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal made in Italy agroalimentare è oltre il doppio della media dell’Europa a 28, il doppio di Spagna e Germania, il triplo del Regno Unito, il 70% in più della Francia. L’Italia è anche prima per quanto riguarda l’occupazione, con 7,3 addetti per 100 ettari (media Ue, 6,6).
  2. L’agricoltura nazionale immette nell’atmosfera 814 tonnellate di gas serra per ogni milione di euro prodotto dal settore. Questo significa che il settore del made in Italy agroalimentare emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, il 58% in meno rispetto al Regno Unito, il 39% meno rispetto alla Germania, il 35% in meno della Francia e il 12% in meno rispetto alla Spagna.
  3. L’Italia è il Paese che ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici, lo 0,2%, un totale inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%) e oltre 30 volte minore rispetto a quella dei prodotti provenienti da Paesi extracomunitari (6,3%).
  4. In Italia ci sono 43.852 imprese biologiche, che costituiscono il drappello più numeroso in Europa (17% del totale). Al secondo posto ci sono la Spagna (30.462 imprese) e la Polonia (25.944 aziende).
  1. Il made in Italy agroalimentare conta ben 268 prodotti Dop e Igp e 4.813 specialità tradizionali regionali che posizionano il nostro Paese al primo posto in Europa in questa classifica. Staccatissimi gli altri: Francia ferma a 207, Spagna a 162.